Gli spacciatori collegati al clan Le basi spostate nelle palazzine
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Gli spacciatori collegati al clan Le basi spostate nelle palazzine
Napoli CRONACHE di NAPOLI Lunedì 21 Marzo 2011 7 SCAMPIA Il marito della titolare ha inseguito i malviventi con l’auto ed ha cercato di bloccarli, ma è rimasto ferito Rapina in via Gobetti, negoziante pugnalato Il raid in un negozio di generi alimentari, banditi in fuga con cento euro EMERGENZA CRIMINALITA’ Avrebbero minacciato un uomo incaricato della ristrutturazione della facciata di uno stabile nel quartiere dell’area flegrea “SOLDI ALLA FAMIGLIA” “Gli operai avvicinati da due giovani con passamontagna urlavano di portare i soldi alla famiglia” MINACCE DI MORTE “Le minacce reiterate anche nei giorni successivi, avevano assunto dei toni allarmanti. Sono seguite minacce di morte” NAPOLI (giulet) - Negoziante insegue i malviventi e viene accoltellato al petto. La ferita è superficiale, rifiuta il ricovero in ospedale. I malviventi fuggono con cento euro. I poliziotti hanno raccolto le prime informazioni per tracciare gli identikit dei due uomini che l’altro ieri mattina hanno fatto irruzione in un negozio di generi alimentari in via Pietro Gobetti nel quartiere Scampia. Uno è entrato armato di coltello. L’altro era nell’auto parcheggiata davanti all’ingresso del negozio. Il malvivente armato di coltello ha minacciato un dipendente e si è fatto consegnare i soldi nella cassa. Ma non ha fatto in tempo ad uscire dal locale. Il marito della titolare è corso dal retrobottega e lo ha inseguito in strada. Non è riuscito a bloccarlo e ha preso la sua macchina per inseguirli. Ha tallonato la vettura dei malviventi per alcune centinaia di metri in un zig-zag tra i veicoli, fino a via Bakù, dove la ha tam- ponata. I rapinatori sono scesi per fuggire a piedi. Il commerciante ha avuto una colluttazione con uno dei malviventi ed è stato accoltellato al petto. La ferita è superficiale. I rapinatori sono saliti in macchina e si sono allontanati in tutta fretta. Intanto il commerciante è stato soccorso da alcuni passanti, che hanno contattato la centrale operativa del 118 per chiedere l’invio di un’ambulanza. Ma ha rifiutato il ricovero in ospedale. Il bottino della rapina è di cento euro. La polizia ha avviato le indagini per risalire ai responsabili. Gli agenti hanno ascoltato a lungo i testimoni per raccogliere elementi utili alle indagini. I malviventi hanno agito con i volti scoperti, gli investigatori sono certi che non abitino nella zona, perché non temevano di essere riconosciuti. Il primo passo dei poliziotti è stato tracciare gli identikit per confrontarli con le foto dei pregiudicati conservate negli archivi della Questu- IL CASO LO SCONTRO CON I RAPINATORI Il negoziante ha rifiutato il ricovero ra. In queste ore gli investigatori stanno anche esaminando gli impianti di videosorveglianza installati in via Pietro Gobetti, per verificare se le telecamere a circuito chiuso dei negozi abbiano registrato il passaggio dell’auto, o altri dettagli utili alle indagini. Hanno agito in pieno giorno: a quell’ora c’erano decine di persone in strada. Via Pietro Gobetti si trova tra via Antonio Labriola e via Oliviero Zuccarini. L’auto dei malviventi è stata inseguita per quasi un chilometro fino a via Bakù, dove è stata tamponata dalla macchina del marito della proprietaria del negozio. Il 37enne Giovanni Romano è stato fermato con l’accusa di aver taglieggiato un imprenditore edile a Pianura Pizzo, arrestato il reggente dei Marfella In trappola anche il 55enne Giovanni Grillo. Si cerca ancora un terzo complice di Giuseppe Letizia NAPOLI - Avrebbero minacciato un imprenditore edile incaricato della ristrutturazione della facciata di un palazzo a Pianura: “Gli operai erano stati avvicinati da due giovani con passamontagna, che senza scendere dal motorino urlavano di portare i soldi alla famiglia - è scritto nel comunicato della polizia - le minacce reiterate anche nei giorni successivi, avevano assunto dei toni allarmanti. Sono seguite minacce di morte per il titolare, qualora non avesse versato la tangente per la prosecuzione dei lavori”. Con questa ricostruzione dei fatti gli agenti della Squadra Mobile e del commissariato Arenella hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria Giovanni Romano, 37enne, conosciuto come ‘Maccarone’, ritenuto il reggente del clan Marfella e Giovanni Grillo, 55enne, soprannominato ‘Mullechella’. Sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di tentata estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore, titolare di una ditta edile impegnata nei LA RICOSTRUZIONE DELLA POLIZIA lavori di ristrutturazione della facciata di un fabbricato a Pianura. Le indagini proseguono per identificare una terza persona. Ma ecco nei dettagli la ricostruzione delle forze dell’ordine: “La tangente che avrebbe dovuto versare l’imprenditore per inizio lavori era di circa di 1.000 euro. Gli agenti della prima sezione della Squadra mobile della Questura di Napoli in collaborazione con gli agenti del commissariato Arenella hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria due persone. Nel corso dell’attibità investigativa, la polizia ha accertato che gli operai, in diverse circostanze, erano stati avvicinati da due giovani, travisati da passamontagna, i quali senza scendere dal motorino sul quale viaggiavano, urlavano di portare i soldi ‘alla famiglia’, qualora l’impresa avesse intenzione ancora di lavorare. Le minacce reiterate anche nei giorni successivi, avevano assunto dei toni allarmanti. Alla minaccia di sospendere i lavori sono seguite minacce di morte per il titolare, qualora non avesse versato la tangente per la prosecuzione dei lavori. La tangente che avrebbe dovuto La polizia ha accertato che gli operai, in diverse circostanze, erano stati avvicinati da due giovani, coperti con passamontagna Gli agenti della squadra mobile e quelli del commissariato Arenella hanno accertato che la tangente che avrebbe dovuto versare l’imprenditore per inizio lavori era di circa di mille euro versare l’imprenditore per inizio lavori era di circa di 1.000 euro”. Quindi le fasi conclusive dell’operazione: “I poliziotti sono riusciti a fermare due persone. Giovanni Romano è stato raggiunto presso la propria abitazione di via Torricelli, è ritenuto il reggente del clan Marfella, ha precedenti per omicidio, stupefacenti, estorsione, rapina, porto e detenzione di armi. Figlio di Giuseppina Pesce, compagna del capo clan Giuseppe Marfella. Giovanni Grillo, ha precedenti per associazione per delinquere di stampo camorristico finalizzata all’estorsione, omicidio, reati in materia di droga e contro il patrimonio. Nell’ambito di un’attenta analisi del fenomeno delle estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori di Pianura, le indagini della polizia sono volte anche ad identificare un terzo uomo inserito nell’organizzazione criminale radicalmente insediata sul territorio, pronta ad imporre la propria volontà con la forza”. Fin qui arriva la ricostruzione delle forze dell’ordine dopo l’operazione della Squadra Mobile della Questura che ha portato al fermo di due persone. I giovani a volto coperto senza scendere dal motorino sul quale viaggiavano, urlavano di portare i soldi ‘alla famiglia’ Sono seguite minacce di morte per il titolare, qualora non avesse versato la tangente per la prosecuzione dei lavori La mala di Pianura Lo scenario criminale della zona controllata dai Marfella Gli spacciatori collegati al clan Le basi spostate nelle palazzine Da via Cannavino agli alloggi popolari della ex ‘219’ NAPOLI (rc) - Il monitoraggio della zona flegrea da parte delle forze dell’ordine ha rilevato che gli affari illeciti nella zona non sono soltanto legati al racket delle estorsioni, ma anche al traffico di sostanze stupefacenti. Le ultime operazioni delle forze dell’ordine e i sequestri messi a segno durante gli interventi di controllo rivelano il ritorno sul territorio di Pianura dello spaccio di sostanze stupefacenti. La droga più venduta è quella leggera (hashish e marijuana), ma anche la cocaina non viene disdegnata dai traffici degli spacciatori sull’intero quartiere: dalla rete tesa da polizia e carabinieri emerge che si può trovare un po’ di tutto, dalla polvere bianca a buon mercato alle ‘stecche’ di fumo. Le strade adibite a ‘piazze’ sono quelle interne del quartiere - come evidenziato dagli ultimi blitz del commissariato “ La droghe più vendute sono la marijuana e l’hashish, meno eroina e cocaina locale - e anche quelle di congiunzione ai caseggiati di edilizia popolare costruiti alla fine degli anni Ottanta durante il sacco edilizio nella periferia ovest, dove gli spacciatori al dettaglio smerciano grazie alla protezione di pali e alla complicità di ‘vedette’ affacciate ai balconi dei palazzi che danno sulla strada. La fiorente ripresa delle attività di spaccio per gli inquirenti ha un significato: il mutamento degli assetti criminali nel quartiere Pianura ed il ritorno del clan Marfella. Se fino a qualche anno fa infatti chi spacciava droga rischiava di incorrere nella spietata legge della camorra della zona, talvolta finendo per essere ‘condannato’ a violente punizioni corporali, ora nelle arterie del quartiere i fiumi di droga sono tornati a scorrere come non mai. I fornitori (anche se questa è solo un’ipotesi) potrebbero avere contatti con i quartieri vicini, avvalendosi di strade secondarie - o delle campagne del Rione Traiano - per arrivare a Pianura e poi contrattare le partite con i venditori al dettaglio del quartie- MONITORAGGIO Una mappatura delle piazze di spaccio può essere tracciata proprio grazie alle ultime operazioni re. Una mappatura delle piazze di spaccio può essere tracciata proprio grazie alle ultime operazioni delle forze dell’ordine. Si parte da via Cannavino, dove sorgono le palazzine della ex 219, sino ad arrivare alle vie che disegnano il cuore antico di Pianura. Gli spacciatori finora intercettati sono giovanissimi, molto dei quali sconosciuti agli archivi di polizia, e secondo gli inquirenti sarebbero orbitanti attorno alla cosca dei Marfella. Zone di spaccio ad alta densità criminale CONTROLLI TRA VIA IMBRIANI E VIA CARDUCCI Chiaia, denunciati sei parcheggiatori ‘fuorilegge’ NAPOLI - Nel quartiere Chiaia i carabinieri della locale stazione hanno denunciato in stato di libertà un 23enne, un 37enne, un 49enne, un 19enne, un 44enne ed un 34enne, tutti del luogo. I sei sono stati sorpresi su via Imbriani e via Carducci dai militari dell’Arma mentre occupavano l’area pubblica destinata al parcheggio della auto, consentendo la sosta solo dietro pagamento. Durante il servizio sono state rilevate 22 infrazioni al codice della strada per divieto di sosta. Nonostante i controlli senza sosta da parte delle forze dell’ordine la presenza del parcheggiatore abusivo continua ad essere una costante con cui i cittadini, i turisti ed i lavoratori pendolari, che affollano giornalmente le vie della città, devono fare i conti. Ormai i ‘taglieggiatori’ del posto macchina sono dappertutto, si dividono le zone dalle strade andando ad occupare principalmente le aree che coprono la movida notturna o le strade dello shopping; si organizzano per turni di lavoro ma la tattica utilizzata è sempre la solita: si avvicinano al malcapitato cittadino chiedendo, con modi gentili e in cambio della custodia dell’auto, i soldi a chi lascia l’auto parcheggiata nella zona di propria competenza. L’abusivismo viene esercitato anche nelle zone con le strisce blu, ossia quelle già regolamentate con la sosta a pagamento. GLI ASSETTI La fiorente ripresa dello spaccio ha un significato: il mutamento degli assetti e il ritorno del clan Marfella controllate da affiliati alle cosche e conniventi. Le ‘basi’ dove vendere la droga sono spesso sorvegliate da ‘pali’ fermi agli angoli della strada, oppure da ingegnosi sistemi di videosorveglianza realizzati grazie al posizionamento di microcamere collegate a monitor sistemati all’interno dei locali in cui si provvede al confezionamento delle dosi di droga da rivendere ai potenziali clienti. Come nel caso del sequestro di via Napoli, in cui venne arrestato un giovane che nel suo ‘basso’ aveva messo su un laboratorio in cui venivano preparati i pacchetti di ‘erba’ pronti allo smercio. Sino ad allora gli inquirenti non si erano sbilanciati su una possibile ripresa del narcotraffico sul territorio, ma pochi giorni dopo quel blitz, i carabinieri trovarono, a pochi metri da una villetta di via Ventilabro, al confine tra Pianura e rione Traiano, più di 18 chili di cocaina custoditi all’interno di due auto. Droga - ragionarono gli investigatori - che probabilmente proveniva dalla vicina Soccavo e che avrebbe dovuto rifornire gli spacciatori della periferia occidentale.