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Riccardo Bacchelli: il mulino del Po

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Riccardo Bacchelli: il mulino del Po
PFIII. IL MULINO DEL PO
ANNO SCOLASTICO 2006-2007
CREDITI
ANNO SCOLASTICO 2006-2007
SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA docente di riferimento Silvana
Onofri.
PFIII 1 : classe III F, indirizzo scientifico–tecnologico, Liceo Classico “L.
Ariosto”.
Docente referente: Cinzia Solera. Hanno collaborato Silvana Onofri e Silvia
Malagò.
PFIII 2, 3: classe IV G e IV C, Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “O.
Vergani”.
Docente referente: Maura Tortonesi. Hanno collaborato: Edda Tugnoli, Rossana
Bonfatti, Donatella Benetti.
PFIII 1. PRIMA GIORNATA
Lazzaro in città: il tesoro della Madonna di Spagna
Quella loro Madonna era assai “milagrosa”, e coperta di doni.
In bicicletta, insieme a Lazzaro,
andremo alla ricerca del tesoro
della Madonna di Spagna negli
stretti vicoli del ghetto,
assisteremo all’esecuzione di
Fratognone nella piazza Travaglio,
ci recheremo al convento delle
Orsoline per ottenere lo
scioglimento del “sortilegio”;
infine, insieme a lui, sotto le mura
degli Angeli ci parrà di sentire le
grida strazianti dell’Urlon del
Barco, il diavolo sconfitto dai
Gesuiti e di vedere l’ingegnere
idraulico Chiozzino che, protetto
dai frati esorcisti di San
Domenico, continua a
irregimentare le acque del Po.
PFIII – RICCARDO BACCHELLI: Il MULINO DEL PO
Tre giorni
Accompagnati dalle parole di Bacchelli seguiremo le tracce di Lazzaro Scacerni a
Ferrara e sul Po, visiteremo una città caratterizzata dal suo ancestrale
rapporto con il fiume, con i suoi miti (Fetonte) e le sue leggende (Chiozzino).
In bicicletta ripercorreremo le tappe delle giornate ferraresi di Lazzaro Scacerni,
reduce dalla campagna napoleonica di Russia, alla ricerca del tesoro della
Madonna di Spagna; ne ritroveremo le tracce nella città moderna, nei suoi
monumenti e luoghi d’arte e, alla ricerca dell’origine del nome
Scacerni, visiteremo i palazzi cinquecenteschi della Ferrara rinascimentale.
E saranno ancora le parole di Bacchelli ad accompagnarci dalla Darsena
ferrarese al Mulino sul Po. Dal mulino, costruito dagli ultimi maestri d'ascia,
in legno robusto con il tetto, come una volta, fatto con le canne di palude, si
effettuerà, in bicicletta, il Percorso letterario Bacchelliano tra casolari e
terre coltivate. Seguiremo la storia del pane ferrarese, dal chicco di grano, alla
macinatura nei mulini sul Po, alla modellazione della coppia, il “pan ritorto” così
chiamato dal conte palatino Cristoforo da Messisbugo, lo scalco degli estensi che
lo aveva pensato per i banchetti di corte.
PFIII-1 Percorso di visita
In bicicletta
MATTINA:
1. Accoglienza all’Ariosto: distribuzione di materiali didattici e della caccia
al tesoro.
2. Il Barco e le mura degli Angeli tra mito e storia.
3. Le mura e la Porta di San Giovanni
4. Dalla Porta S. Giovanni alla Piazza.
5. Tra le strade del ghetto, alla ricerca del tesoro della Madonna di Spagna.
La Sinagoga.
6. P.zza Travaglio e l’esecuzione di Fratognone.
7. Il Palazzo del Chiozzino e il patto col Diavolo.
8. La Chiesa degli inquisitori: S.Domenico e l’impronta del diavolo Magrino.
Il Raguseo e il mistero del Palazzaccio. La colpa di Lazzaro.
9. Sosta pranzo: (cestino Vergani) al Parco Massari.
POMERIGGIO:
10. Il Duomo e i suoi mostri: troviamo Coniglio Mannaro.
Il Duomo, la Madonna miracolosa e l’assoluzione dal “sacrilegio”
11. Il Castello Estense e le rotte del Po: il “padimetro”.
12. Suor Eurosia e lo scioglimento del sortilegio.
13. Il cerchio si chiude: “Urlon del Barco” alla Porta degli Angeli.
Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a
tre stelle, prima colazione.
Ariosto di sera: I Motimmoti: Lungo il filo dell'acqua, rappresentazione
teatrale ispirata al Mulino del Po.
SVILUPPO URBANISTICO DI FERRARA
Città lineare – sec. VIII-XI
Città murata - sec. XI -XIV
I Addizione di Niccolò II- 1386
II Addizione di Borso 1451
III Addizione di Ercole I 1492
Interventi successivi
CACCIA AL TESORO
Gli studenti divisi in squadre,
dovranno trovare
edifici, oggetti, iscrizioni… che
sono lungo il percorso di
visita…
Vincerà la squadra che …
1-3. Le Mura, porta S. Giovanni, tra campagna e città
t
Porta di San Giovanni
Cencioso indosso, magro e irsuto, pallido in viso del pallore di chi vive in palude, Lazzaro Scacerni
poteva ben dare il sospetto d’aver il male nelle vene, quando comparve alla porta di San
Giovanni. Faceva già buio, benchè la sera fosse ancor lontana, causa il folto nebbione. Sembrava
d’accostare, attraverso l’invisibile campagna silenziosa, per la strada deserta, una città di morti.
Gli sorsero innanzi, vicine, nella nebbia le torri cupe della antica porta fortificata, rotonde e
massicc[i]e.
►
http://xoomer.alice.it/brdeb/opere/bacchelli.htm
4. Dalla porta S. Giovanni alla piazza
Camminava lungo il muro per una strada larga senz’ un’ anima e senza voci; e la nebbia non
lasciava scorger tre passi distante; e non trapelava lume dalle finestre chiuse. Soltanto dagli
orti, abbondanti in quel quartiere, la campanella d’un convento o d’un oratorio squillava…
LA COPPIA
Da una bottega aperta, parecchie lucerne
gettavano sulla strada un chiarore vivido…il
fornaio voleva garantirsi che nessuno
allungasse le mani ai panetti senza pagare…
5. Il ghetto
Così si trovò dietro il Duomo e imboccò la strada dei Sabbioni. […]
Il ghetto era popoloso, e strada dei Sabbioni, che vi menava, era piena di mormorio fitto e trito, e
di saluti dei solleciti rincasanti. Si sentiva odore della cucina ebraica. Le campane gravi del
Duomo e di San Paolo annunciavano l’or di notte…
http://www.ferraraterraeacqua.it/Siti/Ebraica/default.htm
La Sinagoga
Erano state rimesse in vigore da poco alcune delle antiche interdizioni contro gli
ebrei. Se non la rotella di fettuccia gialla cucita dalla parte del cuore, le autorità
promettevano di rimettere le porte sulle tre entrate del ghetto ferrarese, e gli
ebrei dovevano esser rientrati per l’ora del coprifuoco…
http://www.comune.fe.it/museoebraico/museoebraico.htm
Il tesoro
Così discorrendo […] era arrivato all’angolo di Vignatagliata…. Bussò alla porta chiodata della
casa antica degli Annobon… Tornò l’Annobon con un sacchettino di cuoio: “Riscontrate. Io me
ne lavo le mani”.
La cupidigia, mentre scorrevano gli ori e le gemme fra le dita, le faceva tremanti, e accendeva
gli occhi di Scacerni…
Dal tesoro al patibolo
… si meravigliò tra San Romano e
San Paolo, che dalle imposte di
qualche osteria filtrasse ancora un
lume, poiché si credeva a notte
tarda…dalle osterie trapelava una
fragranza ghiotta e grassa…
…e di qui, più pomposo che mai,
entrava sotto gli archi bassi e sotto
quella specie di ballatoi e di balconi,
che ancora si vedono attraversare e
cavalcare la strada delle Volte. […]
Era in città vecchia, tra le volte
basse, i chiassuoli stretti e torti, i
vicoli angusti, per lo più abitati da
gente di malaffare…
6. La punizione: l’esecuzione di Fratognone a Piazza Travaglio
PORTA PAOLA
Si seppe la sentenza di Giovanni Rizzoli, detto Fratognone... : la morte mediante taglio
della testa da eseguirsi nella solita piazza del Travaglio a porta San Paolo…Il
Travaglio… rintronava di martellate sul legno. Gi aiutanti dell’esecutore finivano di
inchiodare il palco e vi drizzavano, quadra e tozza, la macchina da decapitare,
introdotta dai Francesi e rimasta usuale a Ferrara. Il palco non arrivava al petto di un
uomo della statura di Scacerni. La città dormiva ancora…
7. Il mago Chiozzino, dal libro degli incanti al patto col
diavolo
…Si vuole che Urlone abitasse già in
Barco e vi si facesse sentire, specie nelle
notti tempestose, anni e secol prima che
il cabalista e astrologo Chiozzini si
trasferisse dalla nativa Mantova a
Ferrara, comprando, per andarci a stare
con la famiglia, palazzo Palmiroli in
Ripagrande, dietro il ramparo di
Piangipane. E qui il Chiozzini diventò
anche mago, scavando in cantina, dove
trovò una cassetta con dentro il libro
degli incanti, e la formola per chiamare il
diavolo…un omiciattolo…storto, sbilenco
da tutte le parti, panciuto su gambette
esili, di pelo rosso che gli mangiava la
fronte, rinselvava gli occhi volpini,
riempiva gli orecchi.
8. La Chiesa degli inquisitori: San Domenico e l’impronta del diavolo
Magrino
Il Chiozzino aveva varcata la soglia della
vicina chiesa di San Domenico, con tale
sforzo da cadere ansante e quasi esamine
sopra la prima panca. Era salvo.Magrino, o
piuttosto ormai col suo vero nome Urlone,
girava vorticosamente attorno alla
chiesa. Chiozzini, esorcizzato dai
domenicani, pentito, sostenne poi con lui
una disputa in sillogismi e in tutte le lingue;
resistette a tutte le tentazioni e
persecuzioni; e lo confinò nel Barco
deserto…
SAN DOMENICO
Il Raguseo e il mistero del Palazzaccio. La colpa di Lazzaro.
…il Palazzaccio aveva conosciuto tempi migliori
… Scacerni salì i gradini consunti dello scalone,
e sul loggiato s’indirizzò a una porta…un uomo
in zimarra turchesca, con una papalina alla
schiavona in capo, apparve …Scacerni si vide
deprezzar l’oro di dodici carati e anche meno;
disprezzare i diamanti …e le perle erano tutte
scaramazze …tanto che quando il Raguseo gli
offrì duemila scudi, fu un sollievo inaspettato…
Quivi il Raguseo, pervenuto alla soglia del portone,
mise un grido che giunse a Scacerni sull’ultimo
gradino della scala…Fratognone e Scacerni l’avevano
seguito passo passo…Come se una forza arcana e
vetustissima lo legasse sull’ucciso all’uccisore,
Scacerni allungò la destra a quella [di Fratognone]
incrociandole sul morto che giaceva fra loro.
9. Sosta pranzo al Parco Massari
PANINO ALL’OLIO CON SALAME ALL’AGLIO E FRUTTA DI STAGIONE
INSALATA DI
RISO,
UN FRUTTO
SFILATINO CON FORMAGGIO E VERDURE, UN FRUTTO
FETONTE: UN MITO LEGATO AL PO
Tra i miti legati al territorio vi è quello che narra la tragica corsa attraverso il cielo di
Fetonte, figlio del Sole. Questo mito fa parte di una serie di affreschi dipinti nel 1934 da
Achille Funi, denominati “ IL mito di Ferrara” che si trovano nella Sala dell’Arengo del
Palazzo Comunale.
MITO DI FETONTE
http://www.belpaese.it/ferrara/palazzo-comunale.html
10. Il duomo e i suoi mostri: alla ricerca di Coniglio Mannaro
Trova il lupo tra i mostri del portale
…durava un resto della strana
fantasia, che all’antico scultore delle
porte del duomo di Ferrara ha
suggerito tante bestie semiumane e
tanti uomini semibestiali; durava,
segnatamente, il famoso e secolare
spavento dell’uomo lupo. Allora,
burlandosi del suo viso di coniglio
feroce, la gente soprannominò
Giuseppe Scacerni, piacevolmente,
Coniglio mannaro; e giuravano ridendo
che la notte, invece d’allupare
diabolicamente, e di correre per le
terre con l’urlo orrendo del lupo
mannaro bramoso di sgozzare i
viandanti attardati, si doveva
accontentare, lui, di inconiglire, con
una voce sottile, con uno squittio di
“barbastèl”, ossia di pipistrello ed
avventarsi alle galline sviate dal
pollaio: Coniglio mannaro. ...
http://www.frara.it/monumenti_in_citta/duomo.htm
Il Duomo, la Madonna miracolosa e l’assoluzione dal “sacrilegio”
Se ti accosti ai sacramenti, dopo che abbi accettato il mio lascito, li profani e ti danni: o
ti piacciono i quattrini, o hai paura dell’inferno.-…Scaceni…ebbe la penitenza: atti di
contrizione….Promise inoltre d’andare in pellegrinaggio… all’altare miracoloso della
Madonna dell’Atrio, in Duomo di Ferrara, veneratissima, per offrire un ex voto per
grazia ricevuta e in espiazione dell’oltraggio…
11. Chiozzino e il “retto sentiero ”: le opere dell’ ingegnere idraulico
Chiozzini…, aveva indirizzata la mente e
la scienza, tornato sul retto sentiero, a
stendere un progetto per bonificare le
valli; per rimandare ai bolognesi il Reno,
già dalla costor malizia e da un antico
errore immesso nel Po di Ferrara, che ne
riuscì interrato; e per ridare acqua al
Volano e commercio al porto di Ferrara e
a tutti quelli del litorale, a dispetto dei
veneziani, antichi e ostinati nemici e
oppressori della prosperità fluviale e
marittima ferrarese.
IL PADIMETRO
IL CASTELLO
http://www.castelloestense.it/
12. Madre Eurosia e la liberazione di Lazzaro dai”travagli” del diavolo
-Sentite,
Madre, quella volta che fu
ammazzato il Raguseo…
-Figlio mio, non sono il vostro
confessore.
-Ho patito molto, e patisco.
-Chi vi travaglia?
…-Il diavolo,-disse Scacerni
sommessamente…
- Dite dunque su: chi sono
quelli che il Signore tribola?...
-Quelli a cui vuol bene…Possiamo
ringraziarlo
-E allora è già ringraziato …E
quando sarete tentato e
tribolato, non dite mai:” E’
troppo.”
CONVENTO DELLE ORSOLINE
13. Sulle mura: dalla città alla campagna
Salì sul bastione alberato, e si
trovò all’altezza della nebbia,
che sulla città stava
dileguando, e lì fuori, sul
vasto sterpeto e sulle basse
boscaglie e sui maligni
acquitrini del piano, dai
bastioni, fino al Lagoscuro e al
Po stagnava uguale, come un
immenso lenzuolo.
LA PORTA DEGLI ANGELI
In quel terreno di fuori, in altri tempi,
rinselvatichirono e affogarono i
giardini coltissimi d’alcune fra le più
famose “delizie” dei signori
estensi,…La plaga si chiamava e si
chiama ancora il Barco…il popolo
collocò nel Barco tregende diaboliche,
convegni maledetti …
DELIZIE
VERGANI
SECONDA GIORNATA
P F III- 2 ALLA RICERCA DI UN NOME: GLI
14
Itinerario del
mattino
13
12
SCACERNI
Itinerario del
pomeriggio
6
11
4-5 8
10 3
9
7
2
1
“…gli Scacerni, non nobili,
non letterati, ma molinari
del PO…”
P F III- 2 ALLA RICERCA DI UN NOME: GLI SCACERNI
Andando alla ricerca delle origini e della dimora di una famiglia ferrarese, gli Scacerni, si potranno visitare significativi palazzi
cinquecenteschi della città e contemporaneamente andare a scoprire i vari volti di Ferrara: S. Giorgio, il primo nucleo abitativo, la
parte medievale, l’addizione Erculea e i palazzi rinascimentali, infine la Ferrara dell’800. Sarà un percorso intriso di miti, leggende,
che affiancheranno la storia, la cultura, l’arte, le tradizioni di una città tutta da scoprire
E una scoperta sarà anche il nome, Scacerni,che nella finzione letteraria di Bacchelli, nel romanzo “Il mulino del Po”, verrà dato ad
una famiglia di vallaroli, in una significativa unione di città e campagna
MATTINA
Durante la mattina si va alla ricerca delle origini di una delle più note famiglie della Ferrara rinascimentale, gli Scacerni, percorso che
porterà il visitatore dalla realtà storica e artistica alla finzione letteraria, scoprendo come da rappresentante di una nobile famiglia si
possa diventare “vallarolo”, come è successo a Lazzaro, protagonista del romanzo di Bacchelli “ Il mulino del Po”. Sarà così
possibile rivivere leggende e miti, attraverso un percorso suggestivo che va dalle origini della città ai palazzi Cinquecenteschi della
Ferrara degli Estensi, mirabili nella loro cultura, arte, tradizione.
Il vallarolo richiama poi l’arte dei mugnai e quindi il pane, “il pane più buono del mondo”
Ore 9 – accoglienza visitatori a Palazzo Pendaglia, sede dell’IPSSAR “ Vergani”;
distribuzione brochure e materiale cartaceo
. San Giorgio
. S. Romano
. il duomo
. palazzo Scacerni
Ore 12,30 – pranzo con cestino salutare preparato dagli studenti dell’ IPSSAR
Il cestino salutare offre tre tipi di menù, a scelta, leggeri, prelibati, con prodotti tipici locali
Attività di laboratorio all’IPSSAR VERGANI
Facciamo insieme il pane e diventiamo maestri dell’”arte bianca”
POMERIGGIO
In bicicletta, tra i palazzi ferraresi, alla ricerca di altre suggestive leggende, intrise di magia, di omicidi e di esotico tra la Ferrara
rinascimentale e quella dell’800, in un percorso che sfocia nella campagna , “ variopinta in estate, lattea e silenziosa in inverno,
quando la nebbia la avvolge. …”
. il palazzo del Chiozzino
. il palazzo del Raguseo
. il castello Estense
. la porta degli Angeli
Ore 20 Cena di degustazione
Attività ricreativa all’IPSSAR “ O. VERGANI”
Spettacolo da parte degli sbandieratori del Palio, il più antico palio del mondo
1. SAN GIORGIO: PRIMO NUCLEO DELLA CITTA’
RIPERCORRIAMO LA STORIA DI
FERRARA MENTRE ANDIAMO ALLA
RICERCA DELL’ ORIGINE DEGLI
SCACERNI
Dal “ducatus ferrariae il vero nucleo originale della città: San Giorgio.
La Chiesa di San Giorgio fu la Cattedrale di Ferrara dal 657. Nel 1485 fu ultimato il
campanile, la cui costruzione era stata affidata a Biagio Rossetti. All’ombra di questo,
nel 1809, sotto il dominio napoleonico, avvenne il movimento insurrezionale “degli
insorgenti” raccontato da Bacchelli.
2-3-4-5. LA CATTEDRALE
PERCORRENDO UN TRATTO DELLE MURA
DELLA CITTA’, ATTRAVERSANDO IL
GHETTO EBRAICO, SI ARRIVA
ALL’ATTUALE CATTEDRALE CHE RISALE
AL 1135, ANNO DELLA SUA
CONSACRAZIONE A SAN GIORGIO.
Impostata su austero stile romanico, alleggerito in
gradevole simbiosi con lo stile gotico, contribuì
all’ espansione verso Nord della Ferrara
Medievale; attorno ad essa infatti furono via via
costruiti i più importanti palazzi pubblici e la
piazza divenne il centro di vita oltre che religioso
e politico, anche commerciale.
CORSO MARTIRI DELLA LIBERTA’
6. PALAZZO SCACERNI
“Nel romanzo si raccontano le vicende dell’immaginaria
famiglia Scacerni, famiglia di mugnai, attraverso un secolo di
storia del nostro paese: dagli albori dell’Ottocento alla fine
della prima guerra mondiale … Nei fatti insurrezionali del
1809 a Ferrara scomparve un tal Scacerni di Ariano,
traghettatore di mestiere e pescatore di frodo per passione …
I suoi discendenti furono i proprietari del mulino sul fiume,
parteciparono intensamente alla vita politica e sociale della
città e della terra di Ferrara. Il dizionario del Pasini-Frassoni
individua negli Scacerni una nobile famiglia ferrarese, che
dal secolo XVII viveva nel piccolo centro di Consandolo dove
Renata Di Francia soggiornava per molti mesi dell’anno nella
sua ”magnifica e sontuosa delizia” circondata dalla sua corte
di intellettuali. Nel 1707, in Ferrara, gli Scacerni
acquistarono il palazzo costruito dalla duchessa Laura D’Este
che era posto sulla bella via di Boccacanale: una delle tante
vie così chiamate perchè si “imboccavano nei canali
adducenti al Po”.
Il palazzo,cinque-seicentesco degli Scacerni, sulla strada di San Guglielmo, ora chiamata via Palestro,
presenta un composto movimento architettonico; l’opulenza, insomma, di una casa ferrarese di quel
tempo. Anche se è scomparso in parte il grande parco fiorito sulla via Mentana, è rimasta l’opera d’arte
della casa Scacerni nella sua semplice integrità.
7. PARCO PARESCHI: pranzo al sacco
Originario giardino del Palazzo Estense detto di San
Francesco, fu costruito nella seconda metà del XV
secolo da Pietro Benvenuto degli Ordini e ampliato poi
da Biagio Rossetti.
Alla metà del secolo successivo il palazzo e il giardino
furono modificati per volere del cardinale Ippolito II
d'Este e il muro di cinta del complesso venne ornato da
merlature dipinte. Il parco deve il proprio nome ai
Pareschi, che alla metà del XIX secolo acquisirono la
proprietà del palazzo e reimpiantarono il giardino, ormai
adibito ad orto, secondo la moda "all'inglese".
PANINO ALL’OLIO
CON SALAME
ALL’AGLIO E FRUTTA
DI STAGIONE
PER LA SOSTA PRANZO: CESTINO SALUTARE E PRODOTTI
TIPICI DEL TERRITORIO
SFILATINO CON
FORMAGGIO E VERDURE,
UN FRUTTO
INSALATA DI
RISO, UN
FRUTTO
8. ATTIVITA’ DI LABORATORIO A PALAZZO PENDAGLIA
IMPARIAMO INSIEME ...
-riscopriamo l’arte dei mugnai
-facciamo il pane
-assaggiamo “..il pane più buono del mondo” (Bacchelli)
PANE
9-10. IL CHIOZZINO:TRA LEGGENDA E REALTA’
Da Porta Paola al “Palazzo Chiozzino”.
“Il palazzo è risultato un ingegnoso succedersi a
catena di pieni e di vuoti: con l’ampio androne, il
piccolo cortile sul quale si affaccia un unico
locale tutto ad arco, ma senza finestre. Se si
chiude la grande porta, questo locale rimane
buio. Già in quel tempo varie sfumature di magia
si imbastirono quando furono note certe
caratteristiche dell’edificio.”
Trascorso mezzo secolo, e forse più, il palazzo Palmiroli pervenne alla famiglia Chiozzi. Il suo
discendente Bartolomeo di Antonio Chiozzi, più noto col nome di Chiozzini, sposò nel 1706 la bella
Cecilia Camilli. Fu ingegnere e giudice di argini; si occupò, con spiccate attitudini, di scienze
occulte, che coltivò sotto la guida di certo frate Lana, ed ebbe fama di stregone. Questa sua casa di
Ripagrande ed il tetro vòlto sul fianco erano luoghi frequentati dal diavolo e dalle streghe.
ECCO LE LEGGENDE DEL MAGO CHIOZZINO E DELL’URLON DEL BARCO.
11-12. PALAZZO DEL RAGUSEO
Visita al Castello Estense e
successivamente al Palazzo del Raguseo.
Il palazzo fu artisticamente l’ambiente dove si
incontrarono due loschi personaggi, l’immaginario
Lazzaro Scacerni con in tasca i gioielli rubati e lo
strozzino Michele Bergando, detto il Raguseo.
Entrando dal portone principale, fra luci di
pavimenti, ampi cristalli e chiare pareti, spiccano
quattro possenti colonne, sormontate da capitelli
fioriti, nel bel mezzo dell’androne con archi a tutto
sesto caricati sulle colonne stesse. Ci si rende conto
di essere entrati in una casa del tardo Rinascimento
ferrarese e nel suo caratteristico “loggiato
passante”.
“Nella notte fra il 29 ed il 30 luglio 1839 in questo ambiente si perpetrò l’assassinio del Raguseo,
strozzato nel sonno. Il misfatto e i tre processi contro una masnada di banditi scappati dalla rocca di
Cento e la presunta mandante, Caterina Baracchi Bergando, cognata della vittima, destarono
profonda impressione in città e fuori.”
13. PALAZZO PROSPERI-SACRATI
In Corso Ercole I d’ Este, di fronte al Palazzo dei Diamanti,
si impone, e non solo per la sua posizione urbanistica che
qualifica il “quadrivio degli Angeli”, il Palazzo ProsperiSacrati.
I Prosperi divennero anche proprietari del Palazzo di Via
Palestro perché gli Scacerni si estinsero nei Prosperi.
14. PORTA DEGLI ANGELI -VERSO L’URLON DEL BARCO…
La Casa del Boia è il nome con cui viene
comunemente identificata l'antica Porta degli
Angeli, una costruzione posta lungo le Mura
settentrionali della città, dalla quale,
percorrendo Corso Ercole I d'Este, si
raggiungeva direttamente il Castello Estense.
E DALLA CAMPAGNA ECCO L’ECO
DELL’ URLON DEL BARCO CHE CI
ACCOMPAGNA FINO AL PO…
ORE 20.00
CENA ALL’
I.P.S.S.A.R “ORIO
VERGANI”
OPPURE
IN UN RISTORANTE
TIPICO FERRARESE.
ORE 21.30
a scelta tra
FILM
O
ESIBIZIONE
DEGLI
SBANDIERATORI
VERGANI
TERZA GIORNATA
P F III- 3 IL MULINO DEL PO
Le acque del Po rappresentano un’importante e naturale fonte di energia che
ha alimentato per secoli l’industria molinaria e ha diffuso il fascino dell’ “ Arte
bianca dei Mugnai”. I MOLINARI erano gente speciale: più ricchi dei
braccianti, senza dubbio, però con una vita altrettanto grama, sempre lavorare
e fare la guardia.
Il mulino era anche la loro casa però in questa non potevano nemmeno
cucinare a fuoco vivo per non incendiare una struttura che era di legno e
canne.
Cuocevano le piade e il pesce, loro alimentazione quotidiana, fra due pietre
scaldate sulle braci e dovevano vivere sempre sul fiume.
P F III – 3 IL MULINO DEL PO
MATTINA
La giornata inizia con un percorso suggestivo, in motonave, attraverso canale Boicelli, che immette nel Po
Grande; lungo questo percorso si affianca la caratteristica Isola Bianca e si può rivivere il mito di Fetonte e
la leggenda del Drago del fiume Il visitatore si troverà immerso in un grande silenzio, a contatto diretto con
una natura seducente e pura, dove regnano una flora e una fauna singolari, che lo sapranno meravigliare:
:gli sembrerà di percorrere una grande autostrada, , larga, baciata dal sole, solcata solo da rare
imbarcazioni, fino alla sorprendente ricostruzione del mulino sul Po, a Ro
. Ore 9 – accoglienza presso Darsena , porto turistico di Ferrara
. Ore 11- arrivo a Ro e visita al mulino, rivivendo l’arte dei mugnai
. Ore 13- pranzo con cestino salutare preparato dagli studenti dell’IPSSAR VERGANI
POMERIGGIO
. Ore 15 TREKKING
Il territorio di Ro è attraversato da circa 30 KM di piste ciclabili, con aree di sosta e sentieri ciclo-pedonabili
che collegano le varie località e i punti di interesse turistico . Al turista si propone il percorso letterario,
itinerario ciclabile di circa 6 KM, attraverso i caratteristici luoghi Bacchelliani, i palazzi padronali, le case
contadine e la chiesa di Guarda, paese posto in un luogo che al tempo degli Estensi assunse una funzione
di dogana per il transito delle merci e una di controllo per il commercio del sale. Il sale, proveniente dalle
saline adriatiche, fu motivo di conflitto tra la città estense e la serenissima repubblica di Venezia ( battaglia
della Polesella)
Ora il grande fiume rappresenta invece un punto di unione tra le popolazioni rivierasche.
. chiesa di Guarda
. Vallazza
. Palazzone
. villa Beicamina
. Ore 17 – ritorno a Ferrara in motonave.
Durante il percorso di ritorno è prevista un’ animazione con tecniche comunicative ideate dagli studenti del
Vergani , finalizzata ad esplicitare ulteriormente la figura del vallarolo e quella del mugnaio
MATTINA: IL PO
“Nelle acque del Po
galleggiavano
pittoreschi mulini fin
dal 1200”.
Partenza da Darsena a
Ferrara in motonave o con
la traghettatrice Nena.
Attraverso il canale Boicelli,
si passa per la conca di
navigazione di
Pontelagoscuro che
consente di superare due
livelli idrici diversi.
Entrati nella conca, ci si trova la via
sbarrata da una saracinesca a
scorrimento verticale che separa il
canale Boicelli dal PO.
Dopo qualche minuto un’altra
saracinesca scende alle spalle della
barca. Tramite grosse pompe, viene
immessa acqua in questo bacino
chiuso. Quando viene raggiunto il
livello idrometrico del fiume PO, si apre
la saracinesca anteriore e si continua la
navigazione nel grande fiume.
ISOLA BIANCA
Durante il tragitto si può ammirare l’Isola Bianca,
piccola oasi naturalistica, accessibile solo in alcuni
periodi dell’anno. Su di essa è presente un sentiero
che permette il raggiungimento di un capanno per
l’attività di birdwatching.
Questo è l’ingresso
secondario, accessibile
anche ai disabili
attraverso una pedana
mobile.
“Il picchio
rosso”,
simbolo
dell’isola
Bianca.
“La vecchia casa”,
l’unica abitazione ch’era
presente sull’isola,
distrutta dalle piene del
fiume e dalla
vegetazione..
“Passaggio del
Sambuco”, uno
dei passaggi che
permette di
visitare l’isola.
Sembra di percorrere un’interminabile autostrada solcata solo da rare
imbarcazioni. Poi, ecco la curva a gomito di Zocca, che è stata teatro della
cruenta battaglia di Polesella nel 1509 tra estensi e veneziani, poi il primo
ponte, tra Ro e la sponda veneta, sotto il quale vi è l’attracco di Ro con il
mulino natante.
IL MULINO SUL PO ha una
lunghezza di 12,2 m e una
larghezza di 9,36 m.Si riferisce
al modello più semplice: 2
scafi, 1 ruota, 1 macina. Per
realizzarlo infatti, si è tenuto
conto della tecnologia
costruttiva di allora; le
attrezzature sono fedeli a
quelle in uso dai vecchi
mulini.
Dagl’anni ’20 si è registrata la
lenta scomparsa dei mulini
natanti.
POMERIGGIO
Dal mulino s’intraprende il percorso
ciclabile, sull’argine della riva destra
del Po, tra bosco coltivato e bosco
naturale.
Bosco coltivato: presenta più di 30
specie forestali tipiche della
vegetazione delle aree boschive
della pianura padana; e la
ricostruzione di un ambiente
naturale che ha lo scopo anche di
produrre seme di origine certificata
per l’utilizzo da parte del centro
della biodiversità di peri (VR).
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4
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Bosco naturale: ecosistema complesso che
ospita grande varietà di organismi vegetali,
piante autoctone tra le più tipiche del
territorio, com’era frequente trovare prima
delle bonifiche del 1850, insieme ad animali
ben inseriti nell’ambiente.
Il percorso è di 6 km e richiede circa due
ore e mezza di tempo.
Pranzo al sacco o in agriturismo.
1. CHIESA DI GUARDA
Percorrendo l’argine della riva destra del Po s’arriva
a Guarda ferrarese che evidenzia emergenze di
interesse storico come la chiesa di Guarda che “
volta le spalle ai parrocchiani … il grosso delle case
si raggruppò dietro la chiesa via via che il fiume
serrava più da vicino, pare quasi le proteggesse ,
umili, come la chioccia con i pulcini quando
avvistano il falco “. Da “Il Mulino del Po”
2. IL PALAZZONE
3. LA VALLAZZA
La Vallazza è un grandioso fabbricato costruito verso il 1850 quale stazione di
trebbiature. Bacchelli la immagina una casa padronale e la chiama villa
Cattarusco.
“…Gli sterratori della Vallazza e dei canali cantavano:
A mezzanotte in punto/ si sente una tromba sonar:/ sono gli scariolanti, larì
lerà, / che vanno a lavorar / volta, rivolta, / e torna a rivoltar…”
4. LA BEICAMINA
Nel romanzo è la dimora del
marchese Macchiavelli
“discendente dagli antichi
banchieri Oriundi di Toscana
nella Ferrara estense.”
Il nome Beicamina venne
dato da Bacchelli quando
si intratteneva, ospite
della proprietaria Carla
Rivani, nelle sale ornate
da bei camini.
Il percorso ciclabile si conclude con il ritorno
al mulino sul Po e poi…
…alla Darsena.
Sulle orme degli Estensi tra terra e acqua
E’ COSTITUITO DA TRE PERCORSI FORMATIVI FLESSIBILI
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Verde
puoi scegliere fra ostello e albergo a tre stelle
IL PROGETTO
PF I- NEREO ALFIERI: ARCHEOLOGIA E TERRITORIO
PF II- GIORGIO BASSANI: IL GIARDINO CHE NON C’È
PFIII – RICCARDO BACCHELLI: IL MULINO DEL PO
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