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Bullismo - Alteritas

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Bullismo - Alteritas
Una tassonomia dei comportamenti problematici
Livello 1.
Il ragazzo
iperattivo
- Ha difficoltà a tollerare ed accettare divieti o limiti
- Mostra segni fisiologici di rabbia
- Formula verbalizzazioni aggressive, spesso autodirette
Livello 2.
Il ragazzo
indisciplinato
- Rifiuta di seguire regole o prescrizioni
- Mostra aggressività verbale diretta verso altri
Livello 3.
Il ragazzo
oppositivo
- Mostra frequentemente segni di rabbia intensa
- Formula minacce verbale dirette verso altri
- Può danneggiare piccoli oggetti senza valore e, spesso,
involontariamente
Livello 4.
Il ragazzo
aggressivo
- Minaccia verbalmente gli altri
- Danneggia volontariamente e gravemente oggetti di valore
- Può provocare lievi danni fisici ad altri, in maniera non
intenzionale
Livello 5.
Il ragazzo
violento
- Compie gravi atti aggressivi contro altri
Il termine bullismo deriva dalla parola
inglese “bullying”, viene definito come
un’oppressione,
ripetuta
e
psicologica
continuata
nel
perpetuata da una persona
o
fisica,
tempo,
o da un
gruppo di persone più potente nei
confronti di un ‘altra percepita come più
debole.

Attaccare un coetaneo con coltellini o
altri oggetti pericolosi, fare minacce
pesanti, procurare ferite fisiche gravi,
commettere furti di oggetti molto costosi,
compiere molestie o abusi sessuali.
Tali comportamenti sono
veri e propri reati!!!

I
comportamenti
cosiddetti
“quasi
aggressivi” :
- I giochi turbolenti e le lotte o le prese in giro
tra maschi non sono atti prevaricatori in
quanto esiste tra loro una parità di forza.






Il bullismo, in fondo, è solo “una ragazzata”.
Il bullismo fa parte della crescita.
Chi subisce le prepotenze dovrebbe imparare a
difendersi.
Il bullismo è un fenomeno proprio delle zone più
povere e degradate.
Il bullismo deriva dalla competizione per
ottenere buoni voti a scuola.
Il bullo ha una bassa autostima e al di là delle
apparenze è ansioso e insicuro.

Intenzionalità:
lo scopo del bullo è dominare un’altra persona
offendendola e causandole danni.

Persistenza nel tempo:
gli episodi sono ripetuti nel tempo e si verificano con
elevata frequenza

Asimmetria:
disuguaglianza di forza e di potere, uno prevarica
sempre e l’altro subisce.

Diretto fisico:
consiste nel picchiare, prendere a
calci
e
pugni,
spingere,
dare
pizzicotti, graffiare, mordere, tirare
i capelli, appropriarsi o rovinare gli
oggetti degli altri.
ESEMPIO:

Stefano è un bambino di 9 anni che frequenta
la 3° elementare. Esile di corporatura, ha un
carattere timido e riservato. Quasi tutti i
giorni durante la ricreazione, Stefano viene
avvicinato e spintonato da due o tre bambini
più grandi che frequentano la 5 °, i quali
regolarmente lo costringono con la forza a
dare loro la merenda. Stefano non riesce a
difendersi e si vergogna a parlare di questi
episodi.

Diretto verbale:
consiste nel minacciare,
insultare, offendere, prendere
in giro, esprimere pensieri
razzisti, estorcere denaro o
beni materiali.

Arshad è un ragazzino pakistano di 12
anni.
Inserito da poche settimane in
seconda media, nella scuola del paese in
cui si appena trasferito insieme ai
genitori. Parole pronunciate in modo
scorretto,
a
causa
della
scarsa
conoscenza
della
lingua
italiana,
suscitano spesso l’ilarità dell’intera
classe,
istigata
dall’atteggiamento
provocatorio di un compagno che si
rivolge ad Arshad dicendo: “Ma come
parli? Non sai parlare!”. Gli insegnanti si
accorgono che anche durante i momenti
di gioco il ragazzino viene preso in giro.

Indiretto:
consiste nel provocare un danno
psicologico attraverso l’esclusione
dal
gruppo
dei
coetanei,
l’isolamento, l’uso ripetuto di
smorfie e gesti volgari, la
diffusione
di
pettegolezzi
e
calunnie sul conto della vittima, il
danneggiamento dei rapporti di
amicizia.
ESEMPIO

Elena è una bambina di 10 anni che
frequenta
la
5°
elementare.
Da qualche tempo un gruppetto di
compagne diffonde pettegolezzi sul
suo conto e sostiene che non si
vesta alla moda, per allontanarla da
Sofia, l’unica sua amica all’interno
della classe. In seguito a ciò, Elena
è spesso sola ed esclusa dal gruppo
anche nei momenti di gioco.

Il bullismo è un fenomeno che riguarda
sia i maschi che le femmine.

Le prepotenze dei maschi sono rivolte
nei confronti sia dei maschi che delle
femmine.

Le prepotenze delle femmine
prevalentemente indirette (psicologiche)
si rivolgono prevalentemente verso altre
femmine.



I soggetti implicati sono bambini e adolescenti
in una fascia di età compresa tra i 7-8 e i 14-16
anni.
I contesti in cui avvengono con maggior
frequenza sono gli ambienti scolastici: le aule, i
corridoi, il cortile, i bagni e in genere i luoghi
isolati.
I bulli e le vittime fanno parte della stessa
classe. A volte le persecuzioni possono avvenire
anche durante il tragitto casa-scuola e viceversa.

I bulli (Dominanti o Gregari)

Le vittime (Passive o Provocatrici)

Gli spettatori
CHI SONO I BULLI
Tre sfondi emotivi dei bulli:
 Bullo aggressivo
 Bullo ansioso
(più problemi, anche
aggressivo, e provoca altri bulli)
 Bullo passivo (bulli per proteggersi ed
appartenere al gruppo; dominati, non
molto aggressivi, empatici, colpa dopo
l’azione)
CHI SONO I BULLI
 Aggressività
per conquistare il potere
 I compagni di solito non li trovano
simpatici e preferiscono starne alla larga
 I bulli si distinguono per mancanza di
empatia, insensibilità per i sentimenti
degli altri, che li rende incapaci di
relazioni positive
CHI SONO I BULLI
 Hanno
un atteggiamento positivo verso
la violenza
 Sono spesso caratterizzati da
impulsività e da un forte bisogno di
dominare gli altri
 Sono generalmente bambini sicuri di
sé, raramente sfiorati da dubbi sul loro
valore
CHI SONO I BULLI
Spesso da piccoli, a 2 anni, epoca del no
sono stati lasciati in balia della loro
aggressività, senza contenimento né per
l’impulso né per l’ansia che genera
 Forte bisogno di potere e di dominio, per
cui sembrano godere nel controllare e nel
sottomettere gli altri
 Forma di condotta antisociale, che si
caratterizza per la mancanza di rispetto
delle regole

•è
un soggetto più forte fisicamente della media;
• ha un forte bisogno di potere;
• è impulsivo e irascibile.
• ha difficoltà nel rispettare le regole;
• assume comportamenti aggressivi verso tutti;
• approva la violenza per ottenere vantaggi e
prestigio;
• non è capace di immedesimarsi nei panni
dell’altro e non è altruista;
• non prova sensi di colpa, si giustifica sempre e non
si assume mai la responsabilità delle proprie
azioni;
• ha un’autostima elevata;
• non soffre di ansia o insicurezza;
• il suo rendimento scolastico è basso e tende ad
abbandonare la scuola;
• è abile nello sport e nei giochi;
• gode di una buona popolarità soprattutto tra i più
piccoli per la sua maggiore forza fisica.
• aiuta e sostiene il bullo dominante;
• si aggrega ad altri formando un piccolo gruppo;
• non prende l’iniziativa di dare il via alle
prepotenze;
• spesso è un soggetto ansioso e insicuro;
• ha un rendimento scolastico basso;
• non è molto popolare;
• crede che così facendo venga anche lui
considerato un vincente acquistando popolarità;
• può provare senso di colpa immedesimandosi nei
panni della vittima.
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA
POSSIBILE VITTIMA



sono fisicamente più deboli dei loro coetanei (ciò
si riferisce in particolare ai maschi);
manifestano particolari preoccupazioni riguardo
al proprio corpo: hanno paura di essere feriti o di
farsi male; sono fisicamente incapaci nelle
attività di gioco, sportive e di lotta; hanno uno
scarso coor- dinamento corporeo (+ i maschi);
sono cauti, sensibili, tranquilli, riservati, passivi,
sottomessi e timidi; piangono facilmente;
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA
POSSIBILE VITTIMA

sono ansiosi, insicuri, infelici ed abbattuti
e hanno un'opinione negativa di se stessi
(scarsa autostima). In un certo senso,
segnalano agli altri che essi sono individui
senza valore e inadeguati e che non
reagirebbero se venissero attaccati ed
insultati, condizione questa che li rende
dei facili bersagli;
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA
POSSIBILE VITTIMA



hanno difficoltà ad affermare se stessi nel gruppo
dei coetanei, fisicamente, verbalmente e in altri
modi; sono abitualmente non ag- gressivi; non
prendono in giro e non provocano;
spesso si rapportano meglio agli adulti (genitori,
insegnanti) che ai coetanei;
il loro rendimento scolastico è vario nella scuola
elementare, ma, generalmente peggiora nella scuola
media.
• è un soggetto più debole dei coetanei;
•
•
•
•
•
•
•
•
è ansioso e insicuro;
è sensibile, prudente, tranquillo, fragile, timoroso;
ha una bassa autostima;
tende ad isolarsi, incapace di difendersi e bisognoso di
protezione.
è contrario ad ogni tipo di violenza;
ha rendimento scolastico non brillante;
è poco abile nello sport e nel gioco;
nega l’esistenza del problema, perché tende a
colpevolizzarsi e per questo non riesce a confidarsi con
nessuno.
• Combina modelli reattivi di tipo ansioso e aggressivo.
Laddove, nel gruppo classe, è presente una vittima
provocatrice, è più probabile che molti studenti, o addirittura
l'intera classe, vengano coinvolti nell'azione offensiva.

E’ un soggetto che provoca gli attacchi degli altri, fino a
ricorrere alla forza.
• è generalmente un maschio;
• è irrequieto, iperattivo, impulsivo;
• talvolta è goffo e immaturo;
• ha problemi di concentrazione;
• è ansioso e insicuro e ha una bassa autostima;
• è preoccupato per la propria incolumità fisica.
 possono essere caratterizzate da un "temperamento
bollente", per cui tendono a ricorrere alla forza o a
controbattere, anche se in modo poco efficace,
quando sono attaccate o insultate;
 possono essere iperattive, inquiete, scarsamente
concentrate ed offensive e creare tensione; possono
essere goffe e immature ed aver acquisito abitudini
irritanti;

Sono tutti coloro che assistono. Possono
favorire o frenare le azioni del bullo.

La maggioranza silenziosa è composta
da
coloro
che
assistono
senza
intervenire o denunciare il fenomeno.
Sostenitore
del bullo
Agisce in modo da rinforzare il
comportamento del bullo (per es.
incitandolo, ridendo o anche solo
rimanendo a guardare)
Prende le parti della vittima
Difensore
difendendola, consolandola o
della vittima
cercando di interrompere le
prepotenze
Maggioranza
silenziosa
Davanti alle prepotenze non fa
nulla e cerca di rimanere al di
fuori della situazione
L’escalation del bullismo
Il bullo
1. Osservare
Si guarda
intorno
2. Testare
Compie piccoli
atti aggressivi
3. Iniziare
Inizia il bullismo
di gruppo
4. Aggravare
5. Stabilizzare
Estende il bullismo
e de-umanizza la
vittima
Sviluppa
condotte
antisociali
La vittima
Lo spettatore
È ignara. Si mostra
non aggressiva e
isolata
Mostra segni di
non essere una
vittima facile
Non sa gestire la
situazione e
mostra imbarazzo
Osserva in
modo passivo
Subisce
sperando che
finisca presto
Perde autostima
e si colpevolizza
Si isola e si esprime
con sintomi
psicofisici e
comportamentali
Ha paura o
diviene complice
Considera il
bullismo
inevitabile.
Biasima la vittima
Diviene
sospettoso e
pauroso.

L’atteggiamento negativo del Bullo, tende
a radicarsi negli anni e diventare parte
integrante della propria personalità.

La vittima, a lungo andare, diventerà sempre
più insicura ed ansiosa fino al punto di cadere
in depressione.
LA RABBIA
La rabbia è un sentimento che ogni individuo prova e deve
provare:

come tutte le condizioni emotive è positiva ed è possibile
esprimerla senza violenza, senza danneggiare se stessi o il
prossimo.

la rabbia repressa, invece, può diventare esplosiva e dannosa
in quanto può trasformarsi in violenza e/o sopruso verso
l’altro.
A breve termine
A lungo termine
• Basso rendimento
• Ripetute bocciature e
scolastico
abbandono scolastico
• Disturbi della condotta per • Comportamenti devianti e
incapacità di rispettare le
antisociali: crimini, furti,
regole
atti di vandalismo, abuso
• Difficoltà relazionali
di sostanze
• Violenza in famiglia e
aggressività sul lavoro
A breve termine
• Sintomi fisici: mal di pancia, mal
di stomaco, mal di testa
(soprattutto alla mattina prima di
andare a scuola)
• Sintomi psicologici: disturbi del
sonno, incubi, attacchi d’ansia
• Problemi di concentrazione e di
apprendimento, calo del
rendimento scolastico
• Riluttanza nell’andare a scuola,
disinvestimento nelle attività
scolastiche
• Svalutazione della propria
identità, scarsa autostima
A lungo termine
• Psicopatologie
• Depressione
• Comportamenti
autodistruttivi/autolesivi
• Abbandono scolastico
• A livello personale:
 insicurezza, ansia,
 bassa autostima,
 problemi nell’ adattamento
socio-affettivo.
• A livello sociale:
 ritiro,
 solitudine,
 relazioni sociali povere
Come si riconosce la vittima:










Torna da scuola con vestiti stracciati o sgualciti e con libri o oggetti
rovinati;
Ha spesso lividi, ferite, tagli e graffi;
Non porta a casa compagni di classe o coetanei;
Non ha nessun amico per il tempo libero;
Non viene invitato a feste;
Ha paura di andare a scuola la mattina e per questo il più delle volte
percorre il tragitto più lungo;
E’ inappetente, soffre di disturbi allo stomaco e di mal di testa;
Dorme male e fa brutti sogni;
Ha frequenti sbalzi d’umore: sembra infelice, triste e depresso e
spesso manifesta irritazione e scatti d’ira;
Chiede o ruba denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli)
I segnali critici della VITTIMA
Da parte del genitore











mostra segni di ansia e sintomi fisici
presenta una regressione a fenomeni tipici di età precedenti
lamenta problemi nel sonno e nell’appetito
compie strani percorsi per arrivare alla propria scuola
torna a casa continuamente con oggetti rovinati o ferite
perde il denaro e ne chiede in continuazione
non partecipa mai ad alcuna situazione sociale
presenta degli improvvisi ed ingiustificati scoppi di rabbia
non riesce a concentrarsi sui compiti e
evita di rispondere o diviene aggressivo
compie atti per lui inconsueti
I segnali critici della Vittima
Da parte dell’insegnante
 viene di continuo schernito dai compagni
 rimane solo, soprattutto in situazioni sociali
 nessuno vuole con sé il soggetto
 non interviene mai in discussioni in classe
 peggiora il suo rendimento scolastico;
 tende a rimanere vicino all’insegnante anche
nei momenti di gioco o a ricreazione.
Come si riconosce il bullo
• Prende in giro ripetutamente e in modo pesante;
• Rimprovera;
• Intimidisce;
• Minaccia;
• Tira calci, pugni, spinge;
• Danneggia cose.
La multifattorialità del fenomeno del bullismo
Difficoltà ed isolamento
genitoriale
Mancata gestione
attiva del gruppo da
parte degli insegnanti
Carenza di training
abilitativi a scuola e in
altri contesti educativi
Mancata supervisione da
parte dei genitori e
carenza di modelli di
socializzazione alternativa
Difficoltà temperamentali
Rifiuto da parte del gruppo dei
coetanei
Isolamento sociale e mancato
sviluppo di abilità
interpersonali
Inserimento in gruppi devianti
e training su condotte
aggressive
STRATEGIE PREVENTIVE E PROGETTI DI
INTERVENTO
 Migliorare
l’ambiente
 Perlustrare i luoghi a rischio
 Scoprire chi è spesso coinvolto in
situazioni di bullismo
 Attenzione agli alunni solitari
 Parlare con gli alunni coinvolti (anche
durante la ricreazione)
 Alleanza con i genitori
STRATEGIE “Attive”
- richiedere l’aiuto di un adulto;
- esprimere
verbale
la
apertamente
a
disapprovazione
livello
per
i
comportamenti prevaricatori, dicendo
esplicitamente al bullo di smetterla;
- cercare di aiutare la vittima a sottrarsi
alla situazione;
- sollecitare i compagni a non appoggiare
i bulli.
STRATEGIE “PASSIVE”
• Rifiutare di prendere parte alla
situazione
• Esprimere a livello non verbale il
rifiuto
di
prendere
parte
alle
prepotenze
• Aprire il proprio gruppo alla vittima
COME RIDURRE IL BULLISMO ?
FAVORIRE:
un ambiente sicuro in cui possano crescere
imparando a fronteggiare e gestire la
complessità e le difficoltà della vita,
 un contesto educativo che li protegge da
eventi traumatici perchè troppo difficili da
affrontare per la loro età o per le caratteristiche
di personalità di ognuno

COME AIUTARE LA VITTIMA
fare affermazioni assertive;
 resistere al raggiro o alle minacce;
 come rispondere agli insulti;
 abbandonare una situazione di bullismo;
 ottenere l'appoggio degli astanti;
 accrescere l’autostima;
 rimanere calmi in situazioni stressanti.

COME RISOLVERE I CONFLITTI ED EVITARE
LE AGGRESSIONI
 Calma
 Chiedere spiegazioni
 Ascoltare
prima di concludere
bene
 Evitare il sarcasmo e le critiche dirette
 Etichettare il comportamento ma non il
bambino
COME AIUTARE IL BULLO
mantenere la calma senza minimizzare l’accaduto
perché l’intervento non sia una reazione
 evitare il “processo in diretta” e l’”esecuzione
sommaria” che assume il significato della vendetta
piuttosto che un interveneto educativo ragionato.
 cercare di capire che cosa li disturba;
 chiedere se a loro volta essi sono o sono stati
vittime di bulli: scoprire se sono consapevoli delle
conseguenze delle loro azioni cercare di migliorare
il loro comportamento anche attraverso rinforzi
positivi ai comportamenti e alle azioni adeguate

COME AIUTARE IL BULLO 2
raccogliere informazioni grazie alla
collaborazione dei genitori del bullo;
 portare avanti interventi di counselling
 insegnare il rispetto per se stessi e per gli altri;
 insegnare ad esprimere in modo appropriato
l'aggressività;
 insegnare fin dalle prime classi ad essere
responsabili delle proprie azioni.

1) CONOSCERLO
sapere di cosa stiamo parlando
 dare il giusto valore ai comportamenti
prepotenti
 conoscere la situazione ambientale di cui ci
stiamo occupando
 attraverso indagini per rilevarne la
diffusione
 portando allo scoperto le situazioni nascoste

2) CREARE UN CLIMA SICURO IN CUI SI
POSSA "RACCONTARE"
stimolare e favorire lo sviluppo della cultura
del "raccontare" in cui l'adulto aiuta i ragazzi
a dire ciò che accade con chiarezza
 sviluppare e mantenere un atteggiamento il
meno punitivo e colpevolizzante possibile, in
cui il bullismo diventa un problema da
risolvere tutti insieme, in cui il gruppo e la
classe diventano i soggetti principali del
cambiamento

3) INTERVENIRE NEI SINGOLI EPISODI
 di
fronte ad un evidente episodio di
prepotenza bisogna intervenire subito
per fermare l'aggressione
 successivamente cercare di capire cosa è
successo e quali sono le cause
 trovare le soluzioni per risolvere i
conflitti che soggiacciono
4) SUPPORTARE LE VITTIME

spesso le vittime delle prepotenze sono alunni
o alunne isolate, con pochi amici, a volte
possono sembrare persone poco simpatiche: in
ogni caso nelle situazioni di bullismo la
vittima è la persona che ha più bisogno di
aiuto immediato. Solo quando le prepotenze
finiscono si possono far presenti alla vittima le
sue difficoltà relazionali ed aiutarla a risolverle
5) AIUTARE I PREPOTENTI
anche i bambini o i ragazzi/e che agiscono
con prepotenza sono persone da aiutare
perché utilizzano modalità inadeguate per
affrontare i conflitti sociali o alcune
difficoltà personali
 "fermare" e "aiutare" possono sembrare due
atteggiamenti contrastanti, ma la soluzione
del bullismo richiede una loro conciliazione

IL METODO DELL’INTERESSE
CONDIVISO
 Chiacchierate
individuali con ogni
alunno coinvolto (7-10 minuti)
 Colloqui successivi con ogni
alunno (3 minuti ciascuno)
 Incontro di gruppo (30’)
COSA DEVE FARE LA SCUOLA



La scuola deve chiaramente gridare NO AL BULLISMO. La
scuola si deve impegnare in prima persona a sconfiggere il
bullismo.
La scuola deve riprendere l’autorità investitagli dalla società
all’educazione non solo scolastica ma anche caratteriale e
sociale del ragazzo che vi partecipa.
La scuola deve poter creare le aspirazioni del ragazzo senza
false stanchezze, deve saper educare alla voglia
dell’apprendimento. Certo non è facile ma il bullismo e la
violenza in genere si combattono rimanendo uniti in tutti i
fronti e soprattutto senza sottovalutare il problema, perchè il
problema è di livello sociale e non solo generazionale.
COSA DEVE FARE LA SCUOLA -2


Tutti nella scuola devono essere uniti nella lotta al bullismo,
dagli insegnanti ai bidelli, dal preside agli stessi alunni.
D’altronde gli stessi insegnanti, come si è visto, possono essere
a loro volta vittime del bullismo e allora voi insegnanti,
iniziate a parlarne nelle classi, fatte capire agli studenti quanto
gravi gli episodi di bullismo siano, potete organizzare persino
delle rappresentazioni teatrali sulla lotta al Bullismo e in ogni
modo PARLATENE, PARLATENE, PARLATENE!
Organizzate questionari, incontri, riunioni, parlate del
problema, non tenetelo nascosto, fate in modo che la scuola
diventi nuovamente la culla della cultura!
RUOLO DELLA SCUOLA





essere chiara, onesta e diretta, evitando il ricorso
all'umilia al sarcasmo, all'aggressione, alla
minaccia o alla manipolazione;
essere immediata, con possibili interventi di
richiamo a termine;
comportare la documentazione di quello che è
successo, di chi è stato coinvolto e del tipo di
intervento adottato;
coinvolgere la famiglia sin dallo stadio iniziale;
fornire opportunità agli alunni di discutere tra loro i
possibili modi di risolvere il problema
IL RUOLO DELLA SCUOLA

Il bullismo è un problema serio e frequente e
sia la scuola che le organizzazioni giovanili
devono affrontare il problema in maniera
attiva.

Il problema va affrontato dalla più giovane età
e tenuto regolarmente sotto controllo in modo
tale che ognuno possa capire il problema senza
sottovalutarlo o inquadrarlo come uno scherzo
tra ragazzi.
IL RUOLO DELLA SCUOLA


Se c’è stata una lamentela da parte di un genitore o
se si notano atteggiamenti di bullismo tra ragazzi, è
bene organizzare una riunione del corpo
insegnante sull’argomento con l’obiettivo di
risolvere il problema o comunque di affrontarlo
subito.
Si possono fare delle schede su cos’è il bullismo,
sulle azioni che concretizzano comportamenti da
bullo, sui sentimenti di isolamento e insicurezza
che si insinuano nella vittima del bullismo e sui
sentimenti e sulle azioni dell’oppressore e quindi
sulle varie soluzioni che possano servire a fermare il
bullismo.
IL RUOLO DELLA SCUOLA
L’abuso nascosto

Ricordate che spesso la vittima del bullismo
tende a nascondere l’atto di inciviltà che ha
subito per paura di future rappresaglie e per
sentimenti di estrema insicurezza.
IL RUOLO DELLA SCUOLA


La scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli studenti
devono essere incoraggiati a denunciare episodi di bullismo
per un pronto intervento di autorità. In tal senso è molto
importante la fiducia che i ragazzi devono avere nelle
istituzioni, ricordate la fiducia deve essere meritata. Genitori e
istituzioni sono chiamati per primi alla responsabilità che il
loro ruolo comporta.
I ragazzi chiedono di essere gratificati, ma anche puniti se è
necessario. Un comportamento giustamente punito tutela
tutti forti, deboli, bulli e non. I ragazzi chiedono agli adulti di
essere adulti responsabili, anche quando questo li danneggia.
Un adulto responsabile e coerente, ecco cosa chiedono.
COSA DEVONO FARE I GENITORI
È
importante che ascoltiate il ragazzo, sia
esso vittima degli atti di Bullismo che colui
che perpetua il Bullismo.
 Per la vittima è importante capirne gli stati
d’animo; è importante farne crescere
l’autostima; è importante ascoltarlo,
sempre; è importante soprattutto renderlo
indipendente.
COSA DEVONO FARE I GENITORI
Per i genitori di coloro che perpetuano il bullismo
continua ad essere importante capire gli stati
d’animo del ragazzo, ed è importante fargli capire
il valore della compassione, il valore dell’autorità
scolastica, il valore delle regole, e soprattutto il
valore del rispetto della vita altrui.
 Non assecondate vostro figlio solo per il timore
di non ammettere che esiste un problema,
parlatene in privato con vostro figlio, ascoltate i
suoi malesseri per renderlo felice.

COSA DEVONO FARE I GENITORI
Non scoppiate contro chi accusa vostro/a figlia/o
aggredendolo/a fisicamente o virtualmente,
fornireste un esempio che rinforza le stesse modalità
violente utilizzate da vostro/a figlio/a.
 Non aggredite verbalmente vostro/a figlio/a con
epiteti svalutativi e denigranti, sentendosi
minacciato/a reagirà chiudendosi in sé stesso/a o
attaccandovi o provocandovi.
 Non punite fisicamente vostra/o figlia/o, aumenterà
solo la sua rabbia e la/o allontanerà da voi.

COSA DEVONO FARE I GENITORI
Prendete la situazione seriamente senza
sminuirla, ma riconoscetene importanza e gravità
 Provare a parlare con le persone vicine ai figli
(parenti, amici, insegnanti) che possano fornire
pareri diversi rispetto alla relazione con vostro
figlio che potrebbero essere utili per farvi capire i
motivi del comportamento.
 Chiedete consiglio e cercate aiuto da esperti se
capite che la situazione è complessa.

COSA DEVONO FARE I GENITORI

Parlate con vostra/o figlia/o cercando di avere un
atteggiamento accogliente e di non giudizio,
sentirà che siete disposti a capirlo e ad aiutarlo.

Proponete un modello genitoriale che scoraggi la
violenza e valorizzi la capacità di dialogo,
confronto e tolleranza verso gli altri. In questo
modo vostra/o figlia/o potrà prendere esempio
da quello che vede a casa e riproporre modalità
relazionali simili perché ne valuta la positività su
se stesso e sugli altri
Telefono Azzurro 1.96.96
Utenza gratuita 24 ore su 24, attiva
su tutto il territorio nazionale.
A disposizione di tutti fino ai 14
anni per parlare con un consulente
del proprio disagio.
Emergenza Infanzia
Utenza
di
emergenza
114
gratuita
attiva 24 ore su 24 per chi
intende segnalare un pericolo
immediato
psico-fisica
adolescenti.
per
di
l’incolumità
bambini
ed
199.15.15.15
Utenza
telefonica
alla
quale
possono rivolgersi indistintamente
le vittime, i testimoni, gli autori di
atti di bullismo di età maggiore
degli anni 14. Anche i genitori e gli
insegnanti a conoscenza di qualche
fenomeno o semplicemente a titolo
informativo.

Nel caso in cui le vittime sviluppino reazioni
di disagio particolarmente acute e
persistenti, occorre rivolgersi ad uno
specialista in:
• Pediatria
• Neuropsichiatria Infantile
• Servizio di Età Evolutiva
• Consultorio Giovani




Consultorio Familiare
Centri per bambini e adolescenti
Psicologo presente nel contesto
scolastico
UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE
Sportello di ascolto del disagio scolatico
e del bullismo
(Dott.ssa Tiberio, dott.ssa Guadagnini)
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