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Bullismo - Alteritas
Una tassonomia dei comportamenti problematici Livello 1. Il ragazzo iperattivo - Ha difficoltà a tollerare ed accettare divieti o limiti - Mostra segni fisiologici di rabbia - Formula verbalizzazioni aggressive, spesso autodirette Livello 2. Il ragazzo indisciplinato - Rifiuta di seguire regole o prescrizioni - Mostra aggressività verbale diretta verso altri Livello 3. Il ragazzo oppositivo - Mostra frequentemente segni di rabbia intensa - Formula minacce verbale dirette verso altri - Può danneggiare piccoli oggetti senza valore e, spesso, involontariamente Livello 4. Il ragazzo aggressivo - Minaccia verbalmente gli altri - Danneggia volontariamente e gravemente oggetti di valore - Può provocare lievi danni fisici ad altri, in maniera non intenzionale Livello 5. Il ragazzo violento - Compie gravi atti aggressivi contro altri Il termine bullismo deriva dalla parola inglese “bullying”, viene definito come un’oppressione, ripetuta e psicologica continuata nel perpetuata da una persona o fisica, tempo, o da un gruppo di persone più potente nei confronti di un ‘altra percepita come più debole. Attaccare un coetaneo con coltellini o altri oggetti pericolosi, fare minacce pesanti, procurare ferite fisiche gravi, commettere furti di oggetti molto costosi, compiere molestie o abusi sessuali. Tali comportamenti sono veri e propri reati!!! I comportamenti cosiddetti “quasi aggressivi” : - I giochi turbolenti e le lotte o le prese in giro tra maschi non sono atti prevaricatori in quanto esiste tra loro una parità di forza. Il bullismo, in fondo, è solo “una ragazzata”. Il bullismo fa parte della crescita. Chi subisce le prepotenze dovrebbe imparare a difendersi. Il bullismo è un fenomeno proprio delle zone più povere e degradate. Il bullismo deriva dalla competizione per ottenere buoni voti a scuola. Il bullo ha una bassa autostima e al di là delle apparenze è ansioso e insicuro. Intenzionalità: lo scopo del bullo è dominare un’altra persona offendendola e causandole danni. Persistenza nel tempo: gli episodi sono ripetuti nel tempo e si verificano con elevata frequenza Asimmetria: disuguaglianza di forza e di potere, uno prevarica sempre e l’altro subisce. Diretto fisico: consiste nel picchiare, prendere a calci e pugni, spingere, dare pizzicotti, graffiare, mordere, tirare i capelli, appropriarsi o rovinare gli oggetti degli altri. ESEMPIO: Stefano è un bambino di 9 anni che frequenta la 3° elementare. Esile di corporatura, ha un carattere timido e riservato. Quasi tutti i giorni durante la ricreazione, Stefano viene avvicinato e spintonato da due o tre bambini più grandi che frequentano la 5 °, i quali regolarmente lo costringono con la forza a dare loro la merenda. Stefano non riesce a difendersi e si vergogna a parlare di questi episodi. Diretto verbale: consiste nel minacciare, insultare, offendere, prendere in giro, esprimere pensieri razzisti, estorcere denaro o beni materiali. Arshad è un ragazzino pakistano di 12 anni. Inserito da poche settimane in seconda media, nella scuola del paese in cui si appena trasferito insieme ai genitori. Parole pronunciate in modo scorretto, a causa della scarsa conoscenza della lingua italiana, suscitano spesso l’ilarità dell’intera classe, istigata dall’atteggiamento provocatorio di un compagno che si rivolge ad Arshad dicendo: “Ma come parli? Non sai parlare!”. Gli insegnanti si accorgono che anche durante i momenti di gioco il ragazzino viene preso in giro. Indiretto: consiste nel provocare un danno psicologico attraverso l’esclusione dal gruppo dei coetanei, l’isolamento, l’uso ripetuto di smorfie e gesti volgari, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima, il danneggiamento dei rapporti di amicizia. ESEMPIO Elena è una bambina di 10 anni che frequenta la 5° elementare. Da qualche tempo un gruppetto di compagne diffonde pettegolezzi sul suo conto e sostiene che non si vesta alla moda, per allontanarla da Sofia, l’unica sua amica all’interno della classe. In seguito a ciò, Elena è spesso sola ed esclusa dal gruppo anche nei momenti di gioco. Il bullismo è un fenomeno che riguarda sia i maschi che le femmine. Le prepotenze dei maschi sono rivolte nei confronti sia dei maschi che delle femmine. Le prepotenze delle femmine prevalentemente indirette (psicologiche) si rivolgono prevalentemente verso altre femmine. I soggetti implicati sono bambini e adolescenti in una fascia di età compresa tra i 7-8 e i 14-16 anni. I contesti in cui avvengono con maggior frequenza sono gli ambienti scolastici: le aule, i corridoi, il cortile, i bagni e in genere i luoghi isolati. I bulli e le vittime fanno parte della stessa classe. A volte le persecuzioni possono avvenire anche durante il tragitto casa-scuola e viceversa. I bulli (Dominanti o Gregari) Le vittime (Passive o Provocatrici) Gli spettatori CHI SONO I BULLI Tre sfondi emotivi dei bulli: Bullo aggressivo Bullo ansioso (più problemi, anche aggressivo, e provoca altri bulli) Bullo passivo (bulli per proteggersi ed appartenere al gruppo; dominati, non molto aggressivi, empatici, colpa dopo l’azione) CHI SONO I BULLI Aggressività per conquistare il potere I compagni di solito non li trovano simpatici e preferiscono starne alla larga I bulli si distinguono per mancanza di empatia, insensibilità per i sentimenti degli altri, che li rende incapaci di relazioni positive CHI SONO I BULLI Hanno un atteggiamento positivo verso la violenza Sono spesso caratterizzati da impulsività e da un forte bisogno di dominare gli altri Sono generalmente bambini sicuri di sé, raramente sfiorati da dubbi sul loro valore CHI SONO I BULLI Spesso da piccoli, a 2 anni, epoca del no sono stati lasciati in balia della loro aggressività, senza contenimento né per l’impulso né per l’ansia che genera Forte bisogno di potere e di dominio, per cui sembrano godere nel controllare e nel sottomettere gli altri Forma di condotta antisociale, che si caratterizza per la mancanza di rispetto delle regole •è un soggetto più forte fisicamente della media; • ha un forte bisogno di potere; • è impulsivo e irascibile. • ha difficoltà nel rispettare le regole; • assume comportamenti aggressivi verso tutti; • approva la violenza per ottenere vantaggi e prestigio; • non è capace di immedesimarsi nei panni dell’altro e non è altruista; • non prova sensi di colpa, si giustifica sempre e non si assume mai la responsabilità delle proprie azioni; • ha un’autostima elevata; • non soffre di ansia o insicurezza; • il suo rendimento scolastico è basso e tende ad abbandonare la scuola; • è abile nello sport e nei giochi; • gode di una buona popolarità soprattutto tra i più piccoli per la sua maggiore forza fisica. • aiuta e sostiene il bullo dominante; • si aggrega ad altri formando un piccolo gruppo; • non prende l’iniziativa di dare il via alle prepotenze; • spesso è un soggetto ansioso e insicuro; • ha un rendimento scolastico basso; • non è molto popolare; • crede che così facendo venga anche lui considerato un vincente acquistando popolarità; • può provare senso di colpa immedesimandosi nei panni della vittima. CARATTERISTICHE GENERALI DELLA POSSIBILE VITTIMA sono fisicamente più deboli dei loro coetanei (ciò si riferisce in particolare ai maschi); manifestano particolari preoccupazioni riguardo al proprio corpo: hanno paura di essere feriti o di farsi male; sono fisicamente incapaci nelle attività di gioco, sportive e di lotta; hanno uno scarso coor- dinamento corporeo (+ i maschi); sono cauti, sensibili, tranquilli, riservati, passivi, sottomessi e timidi; piangono facilmente; CARATTERISTICHE GENERALI DELLA POSSIBILE VITTIMA sono ansiosi, insicuri, infelici ed abbattuti e hanno un'opinione negativa di se stessi (scarsa autostima). In un certo senso, segnalano agli altri che essi sono individui senza valore e inadeguati e che non reagirebbero se venissero attaccati ed insultati, condizione questa che li rende dei facili bersagli; CARATTERISTICHE GENERALI DELLA POSSIBILE VITTIMA hanno difficoltà ad affermare se stessi nel gruppo dei coetanei, fisicamente, verbalmente e in altri modi; sono abitualmente non ag- gressivi; non prendono in giro e non provocano; spesso si rapportano meglio agli adulti (genitori, insegnanti) che ai coetanei; il loro rendimento scolastico è vario nella scuola elementare, ma, generalmente peggiora nella scuola media. • è un soggetto più debole dei coetanei; • • • • • • • • è ansioso e insicuro; è sensibile, prudente, tranquillo, fragile, timoroso; ha una bassa autostima; tende ad isolarsi, incapace di difendersi e bisognoso di protezione. è contrario ad ogni tipo di violenza; ha rendimento scolastico non brillante; è poco abile nello sport e nel gioco; nega l’esistenza del problema, perché tende a colpevolizzarsi e per questo non riesce a confidarsi con nessuno. • Combina modelli reattivi di tipo ansioso e aggressivo. Laddove, nel gruppo classe, è presente una vittima provocatrice, è più probabile che molti studenti, o addirittura l'intera classe, vengano coinvolti nell'azione offensiva. E’ un soggetto che provoca gli attacchi degli altri, fino a ricorrere alla forza. • è generalmente un maschio; • è irrequieto, iperattivo, impulsivo; • talvolta è goffo e immaturo; • ha problemi di concentrazione; • è ansioso e insicuro e ha una bassa autostima; • è preoccupato per la propria incolumità fisica. possono essere caratterizzate da un "temperamento bollente", per cui tendono a ricorrere alla forza o a controbattere, anche se in modo poco efficace, quando sono attaccate o insultate; possono essere iperattive, inquiete, scarsamente concentrate ed offensive e creare tensione; possono essere goffe e immature ed aver acquisito abitudini irritanti; Sono tutti coloro che assistono. Possono favorire o frenare le azioni del bullo. La maggioranza silenziosa è composta da coloro che assistono senza intervenire o denunciare il fenomeno. Sostenitore del bullo Agisce in modo da rinforzare il comportamento del bullo (per es. incitandolo, ridendo o anche solo rimanendo a guardare) Prende le parti della vittima Difensore difendendola, consolandola o della vittima cercando di interrompere le prepotenze Maggioranza silenziosa Davanti alle prepotenze non fa nulla e cerca di rimanere al di fuori della situazione L’escalation del bullismo Il bullo 1. Osservare Si guarda intorno 2. Testare Compie piccoli atti aggressivi 3. Iniziare Inizia il bullismo di gruppo 4. Aggravare 5. Stabilizzare Estende il bullismo e de-umanizza la vittima Sviluppa condotte antisociali La vittima Lo spettatore È ignara. Si mostra non aggressiva e isolata Mostra segni di non essere una vittima facile Non sa gestire la situazione e mostra imbarazzo Osserva in modo passivo Subisce sperando che finisca presto Perde autostima e si colpevolizza Si isola e si esprime con sintomi psicofisici e comportamentali Ha paura o diviene complice Considera il bullismo inevitabile. Biasima la vittima Diviene sospettoso e pauroso. L’atteggiamento negativo del Bullo, tende a radicarsi negli anni e diventare parte integrante della propria personalità. La vittima, a lungo andare, diventerà sempre più insicura ed ansiosa fino al punto di cadere in depressione. LA RABBIA La rabbia è un sentimento che ogni individuo prova e deve provare: come tutte le condizioni emotive è positiva ed è possibile esprimerla senza violenza, senza danneggiare se stessi o il prossimo. la rabbia repressa, invece, può diventare esplosiva e dannosa in quanto può trasformarsi in violenza e/o sopruso verso l’altro. A breve termine A lungo termine • Basso rendimento • Ripetute bocciature e scolastico abbandono scolastico • Disturbi della condotta per • Comportamenti devianti e incapacità di rispettare le antisociali: crimini, furti, regole atti di vandalismo, abuso • Difficoltà relazionali di sostanze • Violenza in famiglia e aggressività sul lavoro A breve termine • Sintomi fisici: mal di pancia, mal di stomaco, mal di testa (soprattutto alla mattina prima di andare a scuola) • Sintomi psicologici: disturbi del sonno, incubi, attacchi d’ansia • Problemi di concentrazione e di apprendimento, calo del rendimento scolastico • Riluttanza nell’andare a scuola, disinvestimento nelle attività scolastiche • Svalutazione della propria identità, scarsa autostima A lungo termine • Psicopatologie • Depressione • Comportamenti autodistruttivi/autolesivi • Abbandono scolastico • A livello personale: insicurezza, ansia, bassa autostima, problemi nell’ adattamento socio-affettivo. • A livello sociale: ritiro, solitudine, relazioni sociali povere Come si riconosce la vittima: Torna da scuola con vestiti stracciati o sgualciti e con libri o oggetti rovinati; Ha spesso lividi, ferite, tagli e graffi; Non porta a casa compagni di classe o coetanei; Non ha nessun amico per il tempo libero; Non viene invitato a feste; Ha paura di andare a scuola la mattina e per questo il più delle volte percorre il tragitto più lungo; E’ inappetente, soffre di disturbi allo stomaco e di mal di testa; Dorme male e fa brutti sogni; Ha frequenti sbalzi d’umore: sembra infelice, triste e depresso e spesso manifesta irritazione e scatti d’ira; Chiede o ruba denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli) I segnali critici della VITTIMA Da parte del genitore mostra segni di ansia e sintomi fisici presenta una regressione a fenomeni tipici di età precedenti lamenta problemi nel sonno e nell’appetito compie strani percorsi per arrivare alla propria scuola torna a casa continuamente con oggetti rovinati o ferite perde il denaro e ne chiede in continuazione non partecipa mai ad alcuna situazione sociale presenta degli improvvisi ed ingiustificati scoppi di rabbia non riesce a concentrarsi sui compiti e evita di rispondere o diviene aggressivo compie atti per lui inconsueti I segnali critici della Vittima Da parte dell’insegnante viene di continuo schernito dai compagni rimane solo, soprattutto in situazioni sociali nessuno vuole con sé il soggetto non interviene mai in discussioni in classe peggiora il suo rendimento scolastico; tende a rimanere vicino all’insegnante anche nei momenti di gioco o a ricreazione. Come si riconosce il bullo • Prende in giro ripetutamente e in modo pesante; • Rimprovera; • Intimidisce; • Minaccia; • Tira calci, pugni, spinge; • Danneggia cose. La multifattorialità del fenomeno del bullismo Difficoltà ed isolamento genitoriale Mancata gestione attiva del gruppo da parte degli insegnanti Carenza di training abilitativi a scuola e in altri contesti educativi Mancata supervisione da parte dei genitori e carenza di modelli di socializzazione alternativa Difficoltà temperamentali Rifiuto da parte del gruppo dei coetanei Isolamento sociale e mancato sviluppo di abilità interpersonali Inserimento in gruppi devianti e training su condotte aggressive STRATEGIE PREVENTIVE E PROGETTI DI INTERVENTO Migliorare l’ambiente Perlustrare i luoghi a rischio Scoprire chi è spesso coinvolto in situazioni di bullismo Attenzione agli alunni solitari Parlare con gli alunni coinvolti (anche durante la ricreazione) Alleanza con i genitori STRATEGIE “Attive” - richiedere l’aiuto di un adulto; - esprimere verbale la apertamente a disapprovazione livello per i comportamenti prevaricatori, dicendo esplicitamente al bullo di smetterla; - cercare di aiutare la vittima a sottrarsi alla situazione; - sollecitare i compagni a non appoggiare i bulli. STRATEGIE “PASSIVE” • Rifiutare di prendere parte alla situazione • Esprimere a livello non verbale il rifiuto di prendere parte alle prepotenze • Aprire il proprio gruppo alla vittima COME RIDURRE IL BULLISMO ? FAVORIRE: un ambiente sicuro in cui possano crescere imparando a fronteggiare e gestire la complessità e le difficoltà della vita, un contesto educativo che li protegge da eventi traumatici perchè troppo difficili da affrontare per la loro età o per le caratteristiche di personalità di ognuno COME AIUTARE LA VITTIMA fare affermazioni assertive; resistere al raggiro o alle minacce; come rispondere agli insulti; abbandonare una situazione di bullismo; ottenere l'appoggio degli astanti; accrescere l’autostima; rimanere calmi in situazioni stressanti. COME RISOLVERE I CONFLITTI ED EVITARE LE AGGRESSIONI Calma Chiedere spiegazioni Ascoltare prima di concludere bene Evitare il sarcasmo e le critiche dirette Etichettare il comportamento ma non il bambino COME AIUTARE IL BULLO mantenere la calma senza minimizzare l’accaduto perché l’intervento non sia una reazione evitare il “processo in diretta” e l’”esecuzione sommaria” che assume il significato della vendetta piuttosto che un interveneto educativo ragionato. cercare di capire che cosa li disturba; chiedere se a loro volta essi sono o sono stati vittime di bulli: scoprire se sono consapevoli delle conseguenze delle loro azioni cercare di migliorare il loro comportamento anche attraverso rinforzi positivi ai comportamenti e alle azioni adeguate COME AIUTARE IL BULLO 2 raccogliere informazioni grazie alla collaborazione dei genitori del bullo; portare avanti interventi di counselling insegnare il rispetto per se stessi e per gli altri; insegnare ad esprimere in modo appropriato l'aggressività; insegnare fin dalle prime classi ad essere responsabili delle proprie azioni. 1) CONOSCERLO sapere di cosa stiamo parlando dare il giusto valore ai comportamenti prepotenti conoscere la situazione ambientale di cui ci stiamo occupando attraverso indagini per rilevarne la diffusione portando allo scoperto le situazioni nascoste 2) CREARE UN CLIMA SICURO IN CUI SI POSSA "RACCONTARE" stimolare e favorire lo sviluppo della cultura del "raccontare" in cui l'adulto aiuta i ragazzi a dire ciò che accade con chiarezza sviluppare e mantenere un atteggiamento il meno punitivo e colpevolizzante possibile, in cui il bullismo diventa un problema da risolvere tutti insieme, in cui il gruppo e la classe diventano i soggetti principali del cambiamento 3) INTERVENIRE NEI SINGOLI EPISODI di fronte ad un evidente episodio di prepotenza bisogna intervenire subito per fermare l'aggressione successivamente cercare di capire cosa è successo e quali sono le cause trovare le soluzioni per risolvere i conflitti che soggiacciono 4) SUPPORTARE LE VITTIME spesso le vittime delle prepotenze sono alunni o alunne isolate, con pochi amici, a volte possono sembrare persone poco simpatiche: in ogni caso nelle situazioni di bullismo la vittima è la persona che ha più bisogno di aiuto immediato. Solo quando le prepotenze finiscono si possono far presenti alla vittima le sue difficoltà relazionali ed aiutarla a risolverle 5) AIUTARE I PREPOTENTI anche i bambini o i ragazzi/e che agiscono con prepotenza sono persone da aiutare perché utilizzano modalità inadeguate per affrontare i conflitti sociali o alcune difficoltà personali "fermare" e "aiutare" possono sembrare due atteggiamenti contrastanti, ma la soluzione del bullismo richiede una loro conciliazione IL METODO DELL’INTERESSE CONDIVISO Chiacchierate individuali con ogni alunno coinvolto (7-10 minuti) Colloqui successivi con ogni alunno (3 minuti ciascuno) Incontro di gruppo (30’) COSA DEVE FARE LA SCUOLA La scuola deve chiaramente gridare NO AL BULLISMO. La scuola si deve impegnare in prima persona a sconfiggere il bullismo. La scuola deve riprendere l’autorità investitagli dalla società all’educazione non solo scolastica ma anche caratteriale e sociale del ragazzo che vi partecipa. La scuola deve poter creare le aspirazioni del ragazzo senza false stanchezze, deve saper educare alla voglia dell’apprendimento. Certo non è facile ma il bullismo e la violenza in genere si combattono rimanendo uniti in tutti i fronti e soprattutto senza sottovalutare il problema, perchè il problema è di livello sociale e non solo generazionale. COSA DEVE FARE LA SCUOLA -2 Tutti nella scuola devono essere uniti nella lotta al bullismo, dagli insegnanti ai bidelli, dal preside agli stessi alunni. D’altronde gli stessi insegnanti, come si è visto, possono essere a loro volta vittime del bullismo e allora voi insegnanti, iniziate a parlarne nelle classi, fatte capire agli studenti quanto gravi gli episodi di bullismo siano, potete organizzare persino delle rappresentazioni teatrali sulla lotta al Bullismo e in ogni modo PARLATENE, PARLATENE, PARLATENE! Organizzate questionari, incontri, riunioni, parlate del problema, non tenetelo nascosto, fate in modo che la scuola diventi nuovamente la culla della cultura! RUOLO DELLA SCUOLA essere chiara, onesta e diretta, evitando il ricorso all'umilia al sarcasmo, all'aggressione, alla minaccia o alla manipolazione; essere immediata, con possibili interventi di richiamo a termine; comportare la documentazione di quello che è successo, di chi è stato coinvolto e del tipo di intervento adottato; coinvolgere la famiglia sin dallo stadio iniziale; fornire opportunità agli alunni di discutere tra loro i possibili modi di risolvere il problema IL RUOLO DELLA SCUOLA Il bullismo è un problema serio e frequente e sia la scuola che le organizzazioni giovanili devono affrontare il problema in maniera attiva. Il problema va affrontato dalla più giovane età e tenuto regolarmente sotto controllo in modo tale che ognuno possa capire il problema senza sottovalutarlo o inquadrarlo come uno scherzo tra ragazzi. IL RUOLO DELLA SCUOLA Se c’è stata una lamentela da parte di un genitore o se si notano atteggiamenti di bullismo tra ragazzi, è bene organizzare una riunione del corpo insegnante sull’argomento con l’obiettivo di risolvere il problema o comunque di affrontarlo subito. Si possono fare delle schede su cos’è il bullismo, sulle azioni che concretizzano comportamenti da bullo, sui sentimenti di isolamento e insicurezza che si insinuano nella vittima del bullismo e sui sentimenti e sulle azioni dell’oppressore e quindi sulle varie soluzioni che possano servire a fermare il bullismo. IL RUOLO DELLA SCUOLA L’abuso nascosto Ricordate che spesso la vittima del bullismo tende a nascondere l’atto di inciviltà che ha subito per paura di future rappresaglie e per sentimenti di estrema insicurezza. IL RUOLO DELLA SCUOLA La scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli studenti devono essere incoraggiati a denunciare episodi di bullismo per un pronto intervento di autorità. In tal senso è molto importante la fiducia che i ragazzi devono avere nelle istituzioni, ricordate la fiducia deve essere meritata. Genitori e istituzioni sono chiamati per primi alla responsabilità che il loro ruolo comporta. I ragazzi chiedono di essere gratificati, ma anche puniti se è necessario. Un comportamento giustamente punito tutela tutti forti, deboli, bulli e non. I ragazzi chiedono agli adulti di essere adulti responsabili, anche quando questo li danneggia. Un adulto responsabile e coerente, ecco cosa chiedono. COSA DEVONO FARE I GENITORI È importante che ascoltiate il ragazzo, sia esso vittima degli atti di Bullismo che colui che perpetua il Bullismo. Per la vittima è importante capirne gli stati d’animo; è importante farne crescere l’autostima; è importante ascoltarlo, sempre; è importante soprattutto renderlo indipendente. COSA DEVONO FARE I GENITORI Per i genitori di coloro che perpetuano il bullismo continua ad essere importante capire gli stati d’animo del ragazzo, ed è importante fargli capire il valore della compassione, il valore dell’autorità scolastica, il valore delle regole, e soprattutto il valore del rispetto della vita altrui. Non assecondate vostro figlio solo per il timore di non ammettere che esiste un problema, parlatene in privato con vostro figlio, ascoltate i suoi malesseri per renderlo felice. COSA DEVONO FARE I GENITORI Non scoppiate contro chi accusa vostro/a figlia/o aggredendolo/a fisicamente o virtualmente, fornireste un esempio che rinforza le stesse modalità violente utilizzate da vostro/a figlio/a. Non aggredite verbalmente vostro/a figlio/a con epiteti svalutativi e denigranti, sentendosi minacciato/a reagirà chiudendosi in sé stesso/a o attaccandovi o provocandovi. Non punite fisicamente vostra/o figlia/o, aumenterà solo la sua rabbia e la/o allontanerà da voi. COSA DEVONO FARE I GENITORI Prendete la situazione seriamente senza sminuirla, ma riconoscetene importanza e gravità Provare a parlare con le persone vicine ai figli (parenti, amici, insegnanti) che possano fornire pareri diversi rispetto alla relazione con vostro figlio che potrebbero essere utili per farvi capire i motivi del comportamento. Chiedete consiglio e cercate aiuto da esperti se capite che la situazione è complessa. COSA DEVONO FARE I GENITORI Parlate con vostra/o figlia/o cercando di avere un atteggiamento accogliente e di non giudizio, sentirà che siete disposti a capirlo e ad aiutarlo. Proponete un modello genitoriale che scoraggi la violenza e valorizzi la capacità di dialogo, confronto e tolleranza verso gli altri. In questo modo vostra/o figlia/o potrà prendere esempio da quello che vede a casa e riproporre modalità relazionali simili perché ne valuta la positività su se stesso e sugli altri Telefono Azzurro 1.96.96 Utenza gratuita 24 ore su 24, attiva su tutto il territorio nazionale. A disposizione di tutti fino ai 14 anni per parlare con un consulente del proprio disagio. Emergenza Infanzia Utenza di emergenza 114 gratuita attiva 24 ore su 24 per chi intende segnalare un pericolo immediato psico-fisica adolescenti. per di l’incolumità bambini ed 199.15.15.15 Utenza telefonica alla quale possono rivolgersi indistintamente le vittime, i testimoni, gli autori di atti di bullismo di età maggiore degli anni 14. Anche i genitori e gli insegnanti a conoscenza di qualche fenomeno o semplicemente a titolo informativo. Nel caso in cui le vittime sviluppino reazioni di disagio particolarmente acute e persistenti, occorre rivolgersi ad uno specialista in: • Pediatria • Neuropsichiatria Infantile • Servizio di Età Evolutiva • Consultorio Giovani Consultorio Familiare Centri per bambini e adolescenti Psicologo presente nel contesto scolastico UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE Sportello di ascolto del disagio scolatico e del bullismo (Dott.ssa Tiberio, dott.ssa Guadagnini)