...

Diapositiva 1 - Collegio Gallio

by user

on
Category: Documents
24

views

Report

Comments

Transcript

Diapositiva 1 - Collegio Gallio
COMO,
la nostra città
Classe V
Collegio Gallio - Como
Il lago
Il territorio
Preistoria e
Neolitico
La Como
preromana
La Como
romana
Como
Nome città
Un simbolo
Como
Porta torre
Milano
Il duomo
Monza
Autodromo
Pavia
Ponte
Cremona
Il torrazzo
Sondrio
Vigne
Varese
Campanile
Mantova
Palazzo ducale
Crema
Duomo del 600
Brescia
Vittoria alata
Magenta
Ossario
Lodi
Pannerone
Bergamo
Torre dei venti
Lecco
Campanile di san Nicolò
La Lombardia
Le montagne
I nomi delle Alpi della Lombardia derivano tutti dalle
popolazioni che, al tempo dei Romani, vivevano tra queste
montagne. Le Alpi Le pontine prendono il nome dalla
popolazione ligure dei Leponzi stanziata in questa zona e poi
sottomessa dall'Imperatore Augusto. Le Alpi
Retiche dai Reti, popolazione di origine etrusca rifugiatasi
nelle Alpi Centrali durante l'invasione celtica.
I laghi
• Il lago di Garda di origine glaciale, è il più grande
d'Italia con una superficie di 370 km². È profondo 346
m e ha una lunghezza di 51,6 km.
• Il lago Maggiore ha una superficie di 212 km²,
un'estensione di 50 km, una larghezza che va dai 2 ai 4,5
km ed una profondità massima è di 372
• Il lago di Como caratterizzato da una forma a Y
rovesciata, con la punta di Bellagio che segna la
separazione in due rami. Completamente scavato nella
cerchia prealpina, il lago si snoda per 46 km, ha una
larghezza massima di 4,3 km e una superficie
di 146 km².
I fiumi
• L'Adda (313 km) è il fiume più lungo che scorre
interamente in Lombardia. Nasce in Val Alpisella e
dopo aver attraversato l'intera Valtellina s'immette nel
lago di Como, riuscendone dal ramo di Lecco per
affluire nel Po nei pressi di Castelnuovo Bocca
d'Adda
• L'Oglio (280 km), che dopo aver attraversato la Val
Camonica s'immette nel lago d'Iseo..
• Il Ticino (248 km) che nasce in Svizzera, è imissario ed
emissario del Lago Maggiore
Le pianure
• La pianura lombarda occupa ben il 47,1% della superficie
totale della regione ed è parte della Pianura padana che si
estende dal Piemonte alla Romagna dalle Alpi agli
Appennini. La pianura lombarda può essere suddivisa
geologicamente in due parti: l'alta e la bassa. L'alta pianura
è caratterizzata da materiali grossolani, molto permeabili,
di origine alluvionale e presenta grossi solchi originati dai
fiumi che scendono dalle montagne.
COMO
Situata sul ramo occidentale del lago è vicinissima
al confine con la svizzera, è una città ricca di
monumenti soprattutto di epoca romanica, oltre ad
essere un importante centro turistico.
Il duomo è un gioiello dello stile rinascimentale
lombardo; in esso sono conservate le statue di due
grandi scrittori vissuti quasi 2.000 anni fa, Plinio il
vecchio e Plinio il giovane, entrambi grandi
naturalisti.
Un capolavoro dell’arte Romanica è la Basilica di
San. Abbondio: all’interno sono particolarmente
interessanti gli affreschi trecenteschi che raffigurano
la vita di Gesù.
Di fronte al lago sorge un particolare edificio di
stile neoclassico: il Tempio Voltiano costruito nel
1927 per ricordare il primo centenario dalla morte
di Alessandro Volta, grande fisico, inventore
della pila.
Como è considerata la città dei”maestri
comacini”,così venivano chiamati i grandi della
scuola di architetti famosi in tutta Europa per le
loro splendide opere.
Ma Como è incantevole soprattutto per la vista
che offre il lago: il modo migliore per ammirarlo
è salire con la funicolare sul Monte di Brunate
che sovrasta la città.
Como è diventata famosa anche grazie all’industria
della seta, un tempo fiorentissima in questi
luoghi (dal 1510).
La città di Como oggi conta circa 85.704 abitanti.
Sorge a 207 metri sopra il livello del mare.
» La bandiera di Como è una croce bianca in campo
rosso (araldicalmente parlando, di rosso alla croce
d'argento). È una bandiera comune a molte città
ghibelline dell'alta Italia, ma le sue origini vanno
ricercate nell'antichissima blutfahne (lett. "bandiera di
sangue"), una bandiera di identica foggia usata da
sempre dagli imperatori romano-germanici sui campi di
battaglia.
Feste
La festa di Sant'Abbondio
Quella di Sant'Abbondio è la festa patronale di
Como, che si celebra il 31 agosto nella chiesa
omonima. La tradizionale fiera ha luogo nei pressi
della basilica ed è animata da iniziative come la
degustazione dei piatti tipici, la vendita dei
prodotti artigianali e la mostra zootecnica, con
l’esposizione di decine di animali come mucche,
tori e vitelli provenienti dagli allevamenti della
provincia. All'inizio la fiera era una semplice
festa contadina che usava benedire le mucche;
questa tradizione è ancora oggi mantenuta.
Il Santissimo Crocifisso
Antichissima è la venerazione del Crocifisso,
collegata alla processione del Venerdì Santo e
all’anello del miracolo. Durante la Processione
del 1529, il Crocifisso spezzò le catene che il
governatore spagnolo aveva eretto per timore di
un'imboscata da parte dei francesi. Il Crocifisso
viene esposto alla venerazione dei fedeli tutti gli
anni dal martedì Santo fino al venerdì Santo
nella chiesa che era dedicata a S. Pietro da
Morone (Papa Celestino V) e oggi è dedicata
proprio al Ss. Crocifisso e baciata da migliaia di
fedeli. Fuori, lungo le mura del centro storico, ha
luogo il mercato delle bancarelle, che dal giovedì
prima di Pasqua anima la città con circa 160
ambulanti provenienti da tutta Italia coi prodotti
più originali.
La Sagra di San Giovanni Battista
La celebrazione di San Giovanni Battista vede la
rievocazione delle guerre medievali lariane,
combattute sul lago nel 1169 e che videro l'esercito
comasco opposto alla roccaforte dell'Isola
Comacina. Ogni anno, il sabato sera più vicino al
24 giugno, ha luogo l'incendio dell'isola sotto
forma di uno spettacolo pirotecnico. La flotta
della navigazione, con orchestra e ballo a bordo,
salpa da Como alla volta dell'isola caricando
migliaia di passeggeri. La sfilata dei battelli
rievocherebbe l'arrivo dell'esercito comasco e della
sua flotta.
IL LAGO DI COMO
Zeno e Gianma
L’origine geologica del Lago di Como, come quella di molti
laghi subalpini italiani, è glaciale.
Il lago si è formato nella cavità scavata dal ghiacciaio, il
cui lento passaggio è testimoniato dalle rocce che
portano ancora i segni dell’erosione.
È il terzo lago italiano per estensione dopo quello di
Garda e il lago Maggiore.
La sua forma è una
(ipsilon) rovesciata ed il
suo sviluppo perimetrale è di Km 180.
La profondità massima registrata nei laghi italiani è
di 414 metri tra Argegno e Nesso; il livello medio
sul mare e di 199 metri.
• Il lago è interamente circondato da montagne, la
cui cima più alta è il monte Legnone si trova sopra
Colico.
• L’unica isola del lago è l’Isola Comacina.
Preistoria
Neolitico
Anna e Alice
Eneolitico
COMO NELLA PREISTORIA
• La comparsa dell’uomo avvenne nell’età
della pietra scheggiata o nel paleolitico
• I primi villaggi sorsero sui pendii della
catena prealpina che comprende: il colle
Baradello, il santo Eutichio e il monte
Croce che insieme formano la “Spina Verde”
(oggi loelità di: Breccia – Prestino- San
Fermo)
Nell’età del bronzo e del ferro ci fu una
maggiore espansione dei villaggi (lo
testimoniano gli oggetti in bronzo e in ferro
che sono stati ritrovati)
Gli abitanti di Como commerciavano con altri
popoli dando i propri prodotti (pelli –
animali – lana) e ricevendo in cambio
(baratto) oggetti in metallo: vasi – monili
(anelli-bracciali-collane-orecchini)
Icomaschi della preistoria si dedicavano:
- agricoltura (semina raccolta)
- pastorizia (pecore – capre – mucche)
– tessitura (lavorazione della lana)
IL NEOLITICO
• Con il neolitico appaiono nell’ area
padana-alpina le prime comunità ,i primi
villaggi di agricoltura e allevamento che
introducono la lavorazione della ceramica.
Si diffondono le popolazioni che vengono
dal mare.
• Aumentano gli scambi e i commerci a
grande distanza.
• Durante questo periodo l’ uomo cominciò
a formare i primi villaggi,questo grazie
anche al cambiamento del modo di
procurarsi il cibo: da semplice cacciatore,
egli gradualmente diventò allevatore e
agricoltore. L’inizio dell’ agricoltura diede
alle donne un ruolo preminente
nell’organizzazione sociale ed economica,
tanto che si potrebbe parlare di una
situazione di matriarcato.
• Oltre all’allevamento (suini, pecore, capre
e bovini) continuò ad essere praticata la
caccia e la pesca. Il ritrovamento di
macine di pietra testimonia che i neolitici
ricavavano farina da cereali, legumi,
piselli, lenticchie e dalle ghiande. Dagli
scavi sono stati reperiti anche semi di
mele e pere.
• Il rinvenimento di numerosi pesi da telaio
fa pensare che fiorente dovesse essere la
produzione tessile (fibre vegetali: lino e
ortica; fibre animali: lana).
Nel Neolitico ci sono state anche tante altre
scoperte tra cui: la ruota, l’argilla e la
lavorazione della terracotta.
L’ENEOLITICO
• Si sviluppano i villaggi palafitticoli sulle
sponde dei laghi alpini. Alla fine
dell’eneolitico l’attività agricola raggiunge
alti livelli: invenzione dell’aratro,
documentata delle raffigurazioni rupestri
sui massi incisi della Valcamonica e di
altre regioni alpine.
• Per motivi di sicurezza i primi villaggi
vennero costruiti sui laghi poco profondi e
sostenuti mediante palafitte. Il più notevole
insediamento neolitico che ci riguarda è
quello dell’Isolino del Lago di Varese. Si
tratta di una vera e propria isola artificiale
formata da palafitte costruite una sopra
l’altra per quasi mille anni.
• Altre palafitte sono state ritrovate nel Lago
di Monate, nei laghi della Brianza, e alla
Lagozza, presso Gallarate. Da
quest’ultima località è tratto il nome per
indicare una fase del Neolitico finale, la
così detta “cultura di Lagozza”(2800 a.C).
GLI ABITANTI DELLA
COMO PREROMANA
(GOLASECCHIANI)
MARCI E LODO
Conoscevano la scrittura, un sapere riservato a pochi esperti.
Era utilizzata in ambito magico e rituale, non nella vita
quotidiana.
Le iscrizioni trovate utilizzano un alfabeto chiamato Lepazio o
anche di Lugano,derivante da quello etrusco arcaico con
adattamenti alla lingua locale(quella delle genti
golasecchiane.)
Essi parlavano una lingua celtica pregallica.
L’ invasione gallica della Pianura Padana è avvenuta nel
388a.c.
Come si nutrivano e come cacciavano:
Gli antichi comaschi si nutrivano di radici, frutti, bacche che
crescevano spontaneamente e anche di animali cacciati o
pescati.
La caccia avveniva in vari modi: con la rete, con i cani, con le
trappole, con il lazzo e con le armi.
Possiamo immaginare tutto questo per mezzo dei ritrovamenti.
1. Al Museo di Como ci sono delle armi che servivano per
uccidere gli animali.
2. Alcune incisioni rupestri della Val Camonica illustrano
scene di caccia.
Probabilmente gli antichi Comaschi pescavano nelle acque dei
fiumi Cosia, Val Duce, fiume aperto del lago e della palude
(nella zona della Como odierna.)
Allevamento – Agricoltura
Al museo Civico sono esposti alcuni semi trovati nelle
tombe e una macina a mano.
Questi reperti e alcune incisioni rupestri che ci
mostrano l’aratro ci fanno capire che gli uomini di
quel tempo erano agricoltori avanzati.
La macina era composta da 2 pietre: una era piatta e
di forma allungata; l’altra era rotonda e serviva per
schiacciare i semi.
Gli antichi comaschi non coltivavano solo piante che
servivano per nutrirsi, ma anche piante che davano
fibre tessili.
Tutto questo lo possiamo capire dai ritrovamenti di
alcuni pezzi di stoffa.
Sulle incisioni della Val Camonica sono raffigurati buoi,
galline, cani e un gregge: questo ci dimostra che gli
uomini di quel periodo allevavano diversi animali.
Lavoro e commercio
L’arte di lavorare
Dai ritrovamenti di monili, spille, anelli, ciondoli vari nelle
tombe della Cà Morta possiamo dedurre che i Comaschi
preromani erano bravi a lavorare il bronzo e, inseguito il
ferro.
I Comaschi usavano i metalli anche per costruire armi o
attrezzi per il lavoro dei campi e per l’allevamento, o
utensili per la casa, come possiamo vedere al museo.
Armi di bronzo di una tomba di un guerriero.
Fibule di vario tipo (capille)
Prezioso servizio da toilette in
argento levigato o in oro
Al museo ci sono vasi, ciotole, bicchieri e
altri utensili fatti in ceramica(o terracotta)
quindi possiamo dedurre che i comaschi
sapevano lavorare anche la ceramica.
Sappiamo che i Comaschi preromani
commerciavano con popoli vicini e
lontani: ci sono infatti al museo (ritrovati
sempre nelle tombe) vasi greci, etruschi
e veneti.
Religione e culto dei morti
La maggior parte delle tombe degli antichi
comaschi è stata trovata alla Cà MORTA, una
zona situata tra Rebbio, Brescia e Grandate: il
nome stesso della zona indica la funzione che
aveva per gli antichi.
Gli antichi comaschi usavano cremare, ciò è
bruciare, i loro morti; le ceneri venivano
messe in vasi di terracotta chiamate “urne
cinerarie”
Le tombe ritrovate sono “a pezzetto”: una
fossa nel terreno rivestito di pietra.
All’ interno venivano messe le urne cinerarie
e alcuni oggetti che, secondo gli antichi
abitanti del luogo potevano servire nell’
altra vita
Se il morto era un guerriero, con lui
venivano sepolte le sue armi spezzate
perché, dopo la morte, non si doveva
usare violenza. Sono stati ritrovati dei
gioielli primitivi
La civiltà Comacina
Julia e Benedetta
Dal diario di classe
Lunedì mattina io e la mia classe siamo
andati a visitare il Duomo di Como.
Siamo partiti dalla nostra scuola e
passando dalla città abbiamo raggiunto la
Cattedrale .
Ci ha esortati alla prima postazione presso
la quale vi era una guida che ci avrebbe
spiegato la storia appartenente ai nuovi
reperti.
Con le diverse guide abbiamo percorso le
diverse tappe.
È stato tutto molto interessante ma la tappa
che mi ha incuriosita di più è stata la porta
Romana.
Secondo una leggenda tanto tempo fa Como
fu allagata e l’acqua raggiunse la rana
posizionata sulla porta Romana.
Le invasioni galliche
All’ inizio del lV sec. A.C. si sgretola la rete di
scambi tra Mediterraneo e il mondo transalpino
che aveva contribuito alla prosperità di Como .
L ‘ instabilità politica culmina con l ‘invasione di
gruppi di Celti , chiamati Galli dagli storici
Romani . La discesa segna l’inizio della seconda
età del ferro, che si chiude con la conquista
Romana . La cultura di Golasecca va esaurendosi
nell’ area orientale, mentre continua indisturbata
dalle invasioni nel Canton Ticino .
La civiltà Comacina e gli Etruschi
• Verso la fine del sesto secolo A. C. Gli
Etruschi scesi nella valle padana si
spinsero a nord del Po . Non raggiunsero la
Spina Verde ma favorirono gli scambi
commerciali . Grande importanza ebbero le
innovazioni tecniche come il TORNIO
VELOCE A PEDALE , L’ALFABETO e la
STELE DI PRESTINO .
Usi e costumi
Como e Roma
Primo contatto
Origini di Novum Comum
Le mura
Nel loro grande desiderio di espansione, i
Romani salirono al nord, guidati dal
console Claudio Marcello, per combattere
contro i Celti. Il primo contatto che gli
abitanti dell’antica Como ebbero con
Roma fu proprio questa battaglia
avvenuta nel 196 a.C. vicino al centro
principale della Spina Verde, cioè
“Comum Oppidum”. La battaglia fu
tremenda: più di quarantamila caduti.
L’Oppidum venne espugnato e le 28 piccole
borgate sparse sulle colline si arresero al
console Claudio Marcello che, tornato a
Roma con un ricco bottino d’oro e di carri,
fu portato in trionfo.
La conseguenza della Battaglia
• Roma fu generosa con i vinti:
concesse loro una pace a
miti condizioni che
lasciavano ampia libertà ai
Comensi.
• Come per altri popoli vinti, i
Romani strinsero con i
Comensi un “trattato di
amicizia” che incoraggiò gli
scambi commerciali tra
Italia settentrionale e
centrale e mise la nostra
cittadina sotto la protezione
dei potenti eserciti di Roma.
L’attacco dei Reti
Intorno all’anno 90 a.C. un nuovo drammatico avvenimento sconvolse
la vita tranquilla dei Comensi: i Reti, una popolazione bellicosa
che abitava sui monti a nord del Lario, devastarono e distrussero
quasi totalmente Comum Oppidum facendone fuggire gli abitanti.
Allora, per il “trattato di amicizia” stipulato, Roma venne in
aiuto dei Comensi con un esercito guidato dal console Pompeo
Strabone: i Reti furono distrutti e la città fu ricostruita.
Como ricostruita e ripopolata
Intorno all’ anno 77 a.C. ci fu la prima
immigrazione dei coloni romani a Como,
circa 3000 uomini con le loro famiglie. Questi
si stabilirono nella convalle nei pressi di via
Coloniale, San Martino, San Rocco e Borgo
Vico, perché erano i punti migliori della zona
e continuarono a bonificare la palude
deviando i corsi dei tre fiumi: Cosia, Fiume
Aperto e Valduce, alzandone gli argini.
Perché Cesare fondò una colonia proprio a
Como?
Motivi politici: per formare una base di uomini
fedeli e pronti al suo comando.
Motivi strategici: per proteggere la pianura in
caso di invasioni di popoli provenienti dal nord.
Motivi economici: perché il territorio era famoso
per l’allevamento dei suini e per la lavorazione
del ferro.
Motivi affettivi: perché Cesare era affezionato al
luogo ed agli abitanti.
Le origini di Novum Comum
Lavinia e Ginevra
La fondazione di Novum Comum
• Alla fondazione della nuova città parteciparono
anche alcune centinaia di coloni di origine greche.
• A questi per la loro abilità di navigatori fu
affidato il compito di iniziare il commercio sul
Lario e la coltivazione delle vite e dell’ulivo
sulle sue rive.
• Dopo che furono deviati i fiumi si asciugò la
pianura con tronchi messi piani sul terreno; infine,
terminati i lavori di bonifica della palude,
nasceva splendida la nuova città che i coloni
chiamarono Novum Comum per distinguerla dal
vecchio Oppidum.
Il futuro
Secondo le antiche usanze gli àuguri, cioè gli
indovini,osservavano il volo degli uccelli per poi
esprimere il loro parere sull’opportunità della
fondazione, quindi gli aruspici, cioè i sarcedoti
che predicevano il futuro esaminando le viscere
delle vittime sacrificate agli dei, analizzavano le
viscere di un animale di terra ,di acqua e di cielo
per poter essere certi della salubrità del luogo
scelto.
L’ uso Etrusco
• Poi secondo l’uso Etrusco, venne
tracciato dal fondatore il “solco
originario”, cioè la linea di confine,
secondo un rito ben preciso per avere
assicurata la protezione degli dei –
• Furono quindi innalzate solide mura.
Il viaggiatore
• I viaggiatori che giungevano a Como e
potevano trovare alloggio in una mansio
(albergo) costruito in una delle strade di
accesso alla città, di collegamento verso la
via Regina. L’ ingresso, che si apriva
direttamente sulla strada , era protetto da
una tettoia.
La cucina
• La cucina era l’ ambiente della locanda .
Sul focolare in terracotta era posata la
graticola in ferro . Carne e prosciutti,
secondo il romano Varrone, erano la
specialità di Como. Il cibo veniva servito in
recipienti in terracotta nella vicina sala da
pranzo, vero locale conviviale per musica,
danze e gioco dei dadi .
L’alimentazione dei Romani
• DOLCI: I Romani non avevano nè lo
zucchero nè la cioccolata, usavano solo
miele sia per cibi dolci che salati.
• Avevano moltissimi tipi di marmellate: non
avendo lo zucchero, facevano cuocere a
lungo la frutta.
• Ai romani piacevano molto i dolci con tutti
tipi di frutta: miele, fragoline,noci,pesche e
lamponi.
LE MURA DI NOVUM
COMUM
Zeno e Gianma
Le mura circondavano la città su tutti i quattro lati
per un perimetro di 2190 m, in un rettangolo di
circa 445 m per 605 m.
Per tre di questi lati, le mura di Cesare sono state
individuate dagli storici con sicurezza; molti dubbi,
invece, esistono per il quarto lato, quello verso il
lago.
Nella cinta muraria si aprivano quattro porte collocate alle
estremità delle due strade principali, il CARDO (oggi via
Indipendenza ) ed il DECUMANUS (oggi via Cantù, via
Bonanomi, via Tatti, via Vitami ).
Le strade principali si incontravano al centro della città, dove
ora c’è il ristorante Piazzolo, e dove prima forse c’era il
Foro.
Le strade erano larghe tre metri e mezzo.
Come avveniva in tutte le città fondate dai romani, altre vie
più piccole, che si incrociavano tutte ad angolo retto,
formando una rete che divideva le insulae, cioè spazi
quadrati per le abitazioni e gli orti.
Fly UP