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Lo Stilnovo

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Lo Stilnovo
Lo Stilnovo
L’amore come esperienza spirituale
L’amore come esperienza spirituale
La denominazione di “Dolce stil novo” trae origine da un passo dantesco del Purgatorio
L’interlocutore di Dante è Bonagiunta Orbicciani da Lucca, poeta guittoniano
«...Ma dì s'i' veggio qui colui che fore
trasse le nove rime, cominciando
Donne ch'avete intelletto d'amore.»
E io a lui: I'mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando.»
«O frate, issa vegg'io», diss'elli, «il nodo
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne
di qua dal dolce stil novo ch'i' odo!...
Io veggio ben come le vostre penne
di retro al dittator sen vanno strette,
che de le nostre certo non avvenne;
e qual più a gradire oltre si mette,
non vede più da l'uno a l'altro stilo»;
e, quasi contentato, si tacette.
(Purgatorio, XXIV, 49-57)
Lo Stilnovo
Dante ha piena coscienza di avere rinnovato
radicalmente la lirica amorosa a partire dalla
Vita nuova (XIX capitolo)
La prima rivendicazione dantesca è quella
della sincerità, ma non si tratta solo di una
professione di realismo, come
si evince dal richiamo a un testo mistico,
l’Epistula ad Severinum de caritate
Parla in modo adeguato della carità solo
colui che costruisce il suo discorso
secondo quello che il cuore detta dentro
(Epistula, I, i, 12-13)
L’amore come esperienza spirituale
La denominazione di “Dolce stil novo” trae origine da un passo dantesco del Purgatorio
L’interlocutore di Dante è Bonagiunta Orbicciani da Lucca, poeta guittoniano
«...Ma dì s'i' veggio qui colui che fore
trasse le nove rime, cominciando
Donne ch'avete intelletto d'amore.»
E io a lui: I'mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando.»
«O frate, issa vegg'io», diss'elli, «il nodo
che 'l Notaro e Guittone e me ritenne
di qua dal dolce stil novo ch'i' odo!...
Io veggio ben come le vostre penne
di retro al dittator sen vanno strette,
che de le nostre certo non avvenne;
e qual più a gradire oltre si mette,
non vede più da l'uno a l'altro stilo»;
e, quasi contentato, si tacette.
(Purgatorio, XXIV, 49-57)
Lo Stilnovo
L’aggettivo «dolce» è un termine chiave,
perché allude alla caritas, definita dai mistici
dulcis amor
La differenza fra i due indirizzi poetici
è esclusivamente nello stile, non nell’oggetto
Ancora un richiamo alla sincerità e alla
profondità spirituale dello Stilnovo
Il «Dolce stil novo»
Il «Dolce stil novo»
In senso tecnico significa
“di contenuto mistico”
Il «Dolce stil novo»
In senso tecnico significa “di
grande spessore intellettuale”
Lo Stilnovo
Il «Dolce stil novo»
Allude alla comprensione profonda di cosa sia l’amore, che avviene sia
per esperienza, sia per disposizione di spirito
Donne ch'avete intelletto d'amore,
i' vo' con voi de la mia donna dire,
non perch'io creda sua laude finire,
ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico che pensando il suo valore,
Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s'io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente.
E io non vo' parlar sì altamente,
ch'io divenisse per temenza vile;
ma tratterò del suo stato gentile
a rispetto di lei leggeramente,
donne e donzelle amorose, con vui,
ché non è cosa da parlarne altrui.
(Dante, Vita nuova, xix, vv. 1-14)
Lo Stilnovo
La lode della donna è, nello Stilnovo, svincolata da ogni aspettativa di
ricompensa. Nella precedente lirica amorosa, invece, il poeta sperava di
avere qualcosa in cambio, sia pure un saluto o un sorriso.
È la virtù della donna: la bellezza e il desiderio fisico sono spiritualizzati,
al punto che l’amore terreno sfuma in quello divino
È un concetto simile a quello espresso in Purgatorio, xxiv, 52-54: la
sincerità della parola poetica può smuovere gli animi dei lettori
Dichiarazione di stile: Dante non adotterà uno stile ermetico come quello
di Cavalcanti, perché inadatto alla materia e troppo ambizioso
È la “nobiltà” d’animo della donna, desiderabile non solo come oggetto
fisico, ma anche come virtù astratta
Allo stile “difficile” si contrappone quello “leggero”, che corrisponde alla
“dolcezza” del nuovo modo di poetare professato da Dante
La scelta del pubblico femminile, ovviamente fittizia, segnala l’esigenza
che, parallelamente alla svolta stilistica, si modifichi anche
l’atteggiamento dei lettori, chiamati a condividere l’esperienza del poeta
Le novità
1. La sincerità della parola poetica,
frutto dell’esperienza
Io voglio del ver la mia donna laudare
(G. Guinizzelli)
2. L’indipendenza della poesia da circostanze
contingenti e la sua origine interiore
Amor mi spira, noto, e a quel modo
ch'e' ditta dentro vo significando
(Dante, Purgatorio, XXIV, 53-54)
3. La natura «gentile» e «onesta» della donna,
in grado di nobilitare il poeta
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta
(Dante, Vita nuova, XXVI, 5-7)
4. Il carattere estatico della visione della donna
e la sua assimilazione alla grazia divina
Non fu sì alta già la mente nostra
e non si pose ’n noi tanta salute,
che propiamente n’aviàn canoscenza
(G. Cavalcanti)
Lo Stilnovo
Il contesto
Le due “capitali” della poesia stilnovistica sono Firenze e Bologna, già centri di diffusione della lirica siciliana
1210 ca. – 1260 ca.
Iacopo da Lentini
1210
1235 ca. – 1276
Guido Guinizzelli
1220
1230
1240
1258 ca. – 1300
Guido Cavalcanti
1250
1265-1321
Dante
1260
poesia siculo-toscana
Guido Cavalcanti
Dante Alighieri
Dino Frescobaldi
Cino da Pistoia
Lapo Gianni
Lo Stilnovo
Firenze
1270
1295
Vita nuova
1280
Stilnovo
Guido Guinizzelli
Bologna
1295
I protagonisti / Guido Guinizzelli
Guido
Guinizelli
Poi che di riguardar pasciuto fui,
tutto m’offersi pronto al suo servigio
con l’affermar che fa credere altrui.
Ed elli a me: "Tu lasci tal vestigio,
per quel ch’i’ odo, in me, e tanto chiaro,
che Letè nol può tòrre né far bigio.
Ma se le tue parole or ver giuraro,
dimmi che è cagion per che dimostri
nel dire e nel guardar d’avermi caro".
E io a lui: "Li dolci detti vostri,
che, quanto durerà l’uso moderno,
faranno cari ancora i loro incostri”.
Dante manifesta venerazione
per il precursore dello Stilnovo
Guido Guinizzelli (1235 ca. – 1276)
Lo Stilnovo
"O frate", disse, "questi ch’io ti cerno
Arnaut Daniel
col dito", e additò un spirto innanzi,
"fu miglior fabbro del parlar materno.
il poeta
Versi d’amore e prose di romanzi
artigiano
soverchiò tutti; e lascia dir li stolti
Giraut de
che quel di Lemosì credon ch’avanzi.
Bornelh
A voce più ch’al ver drizzan li volti,
e così ferman sua oppinïone
prima ch’arte o ragion per lor s’ascolti.
Così fer molti antichi di Guittone,
di grido in grido pur lui dando pregio,
Gli
fin che l’ha vinto il ver con più persone.
stilnovisti
(Dante, Purgatorio, xxvi, 103-114)
I protagonisti / Guido Guinizzelli
È considerato dagli stilnovisti stessi il padre della nuova maniera poetica, perché ne fissa i tópoi
1. La lode alla donna e la descrizione attraverso similitudini della sua bellezza
Io voglio del ver la mia donna laudare
ed assembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella dïana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio
Guido Guinizzelli (1235 ca. – 1276)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Guinizzelli
È considerato dagli stilnovisti stessi il padre della nuova maniera poetica, perché ne fissa i tópoi
1. La lode alla donna e la descrizione attraverso similitudini della sua bellezza
2. Le virtù (“gentilezza”) dell’amata e dell’amante
Al cor gentil rempaira sempre amore
come l’ausello in selva a la verdura;
né fe’ amor anti che gentil core,
né gentil core anti ch’amor, natura:
ch’adesso con’ fu ’l sole,
sì tosto lo splendore fu lucente,
né fu davanti ’l sole;
e prende amore in gentilezza loco
così propïamente
come calore in clarità di foco.
Guido Guinizzelli (1235 ca. – 1276)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Guinizzelli
È considerato dagli stilnovisti stessi il padre della nuova maniera poetica, perché ne fissa i tópoi
1. La lode alla donna e la descrizione attraverso similitudini della sua bellezza
2. Le virtù (“gentilezza”) dell’amata e dell’amante
3. La figura della donna-angelo
Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
sïando l’alma mia a lui davanti.
«Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti
e desti in vano amor Me per semblanti:
ch’a Me conven le laude
e a la reina del regname degno,
per cui cessa onne fraude».
Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
che fosse del Tuo regno;
non me fu fallo, s’in lei posi amanza».
Guido Guinizzelli (1235 ca. – 1276)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Guinizzelli
È considerato dagli stilnovisti stessi il padre della nuova maniera poetica, perché ne fissa i tópoi
1. La lode alla donna e la descrizione attraverso similitudini della sua bellezza
2. Le virtù (“gentilezza”) dell’amata e dell’amante
3. La figura della donna-angelo
4. L’angoscia amorosa
Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo
che fate quando v’encontro, m’ancide;
Amor m’assale e già non ha reguardo
s’elli face peccato over merzede,
ché per mezzo lo cor me lanciò un dardo
ched oltre ’n parte lo taglia e divide;
parlar non posso, ché ’n pene io ardo,
sì come quelli che sua morte vede.
Guido Guinizzelli (1235 ca. – 1276)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Guinizzelli
È considerato dagli stilnovisti stessi il padre della nuova maniera poetica, perché ne fissa i tópoi
1. La lode alla donna e la descrizione attraverso similitudini della sua bellezza
2. Le virtù (“gentilezza”) dell’amata e dell’amante
3. La figura della donna-angelo
4. L’angoscia amorosa
5. L’apparizione salutifera della donna
Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ’l de nostra fé se non la crede;
e no•lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’om pò mal pensar fin che la vede.
Guido Guinizzelli (1235 ca. – 1276)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Cavalcanti
Cavalcanti
de’ Cavalcanti
L’amicizia di
Dante con
Guido
appartiene al
passato
Allor surse a la vista scoperchiata
un’ombra, lungo questa, infino al mento:
credo che s’era in ginocchie levata.
Dintorno mi guardò, come talento
avesse di veder s’altri era meco;
e poi che ’l sospecciar fu tutto spento,
piangendo disse: "Se per questo cieco
carcere vai per altezza d’ingegno,
mio figlio ov’è? e perché non è teco?".
E io a lui: "Da me stesso non vegno:
colui ch’attende là, per qui mi mena
forse cui Guido vostro ebbe a disdegno".
Allusione al valore allegorico di
Virgilio: tramite verso Beatrice
Guido Cavalcanti (1258 ca. – 1300)
Lo Stilnovo
Le sue parole e ’l modo de la pena
m’avean di costui già letto il nome;
però fu la risposta così piena.
Di sùbito drizzato gridò: "Come?
dicesti "elli ebbe"? non viv’elli ancora?
non fiere li occhi suoi lo dolce lume?".
Quando s’accorse d’alcuna dimora
ch’io facëa dinanzi a la risposta,
supin ricadde e più non parve fora.
(Dante, Inferno, X, 52-72)
Guido
Cavalcanti
era morto
proprio nel
1300
I protagonisti / Guido Cavalcanti
Offre un’originale reinterpretazione dei temi e delle forme stilnovistiche
1. Concezione aristocratica della poesia e selezione del pubblico
Ed a presente – conoscente – chero,
perch’io no spero – ch’om di basso core
a tal ragione porti canoscenza
Guido Cavalcanti (1258 ca. – 1300)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Cavalcanti
Offre un’originale reinterpretazione dei temi e delle forme stilnovistiche
1. Concezione aristocratica della poesia e selezione del pubblico
2. Tentativo di spiegare “scientificamente” l’amore
ché senza – natural dimostramento
non ho talento – di voler provare
là dove posa, e chi lo fa creare,
e qual sia sua vertute e sua potenza,
l’essenza – poi e ciascun suo movimento,
e ’l piacimento – che ’l fa dire amare,
e s’omo per veder lo pò mostrare.
Guido Cavalcanti (1258 ca. – 1300)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Cavalcanti
Offre un’originale reinterpretazione dei temi e delle forme stilnovistiche
1. Concezione aristocratica della poesia e selezione del pubblico
2. Tentativo di spiegare “scientificamente” l’amore
3. Influsso dell’aristotelismo radicale (averroismo)
Vèn da veduta forma che s’intende,
che prende – nel possibile intelletto,
come in subietto, – loco e dimoranza.
In quella parte mai non ha possanza
perché da qualitate non descende:
resplende – in sé perpetüal effetto;
non ha diletto – ma consideranza;
sì che non pote largir simiglianza.
Guido Cavalcanti (1258 ca. – 1300)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Cavalcanti
Offre un’originale reinterpretazione dei temi e delle forme stilnovistiche
1. Concezione aristocratica della poesia e selezione del pubblico
2. Tentativo di spiegare “scientificamente” l’amore
3. Influsso dell’aristotelismo radicale (averroismo)
4. Teoria della natura sensibile dell’amore
Elle con gli occhi lor si volser tanto
che vider come ’l cor era ferito
e come un spiritel nato di pianto
era per mezzo de lo colpo uscito.
Guido Cavalcanti (1258 ca. – 1300)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Guido Cavalcanti
Offre un’originale reinterpretazione dei temi e delle forme stilnovistiche
1. Concezione aristocratica della poesia e selezione del pubblico
2. Tentativo di spiegare “scientificamente” l’amore
3. Influsso dell’aristotelismo radicale (averroismo)
4. Teoria della natura sensibile dell’amore
5. Visione pessimistica e amore angoscioso
Allor m’aparve di sicur la Morte,
acompagnata di quelli martiri
che soglion consumare altru’ piangendo.
Guido Cavalcanti (1258 ca. – 1300)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Cino da Pistoia
Dante
stesso
In effetti ciascuna delle tre parti presenta a sua difesa gran copia di testimonianze. La
lingua d’oil adduce il fatto che, per il suo carattere più facile e piacevole, le appartiene tutto
ciò che è stato ideato in prosa volgare o ridotto in tale forma, come appunto la
compilazione comprendente la Bibbia e i fatti dei Troiani e dei Romani, le bellissime
avventure di re Artù e parecchie altre storie e opere dottrinali. L’altra, ossia la lingua d’oc,
presenta a proprio favore questa circostanza: essa per prima, come linguaggio più perfetto
e dolce, fu impiegata in poesia da eloquenti scrittori volgari, quali Peire d’Alvernha e gli altri
maestri più antichi. La terza, quella degli Italiani, attesta invece la propria superiorità in
base a due prerogative: primo, perché sono suoi amici e ministri coloro che più dolcemente
e sottilmente hanno composto poesie in volgare, come per esempio Cino da Pistoia e il suo
amico; secondo, perché essi mostrano di poggiare più degli altri sulla «gramatica», che è
lingua universale — il che, per chi lo esamina razionalmente, appare un argomento
fortissimo.
(Dante, De vulgari eloquentia, I, x)
Cino da Pistoia (1270 ca. – 1336 ca.)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Cino da Pistoia
Si segnala soprattutto per l’ampiezza della produzione, per lo più legata alla figura di Selvaggia
1. Inclinazione al sentimentale e al patetico
La dolce vista e 'l bel guardo soave
de' più begli occhi che lucesser mai,
c'ho perduto, mi fa parer sì grave
la vita mia, ch'i' vo traendo guai;
e 'nvece di pensier' leggiadri e gai
ch'aver solea d'Amore,
porto disir' nel core
che son nati di morte
per la partenza, sì me ne duol forte.
Cino da Pistoia (1270 ca. – 1336 ca.)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Cino da Pistoia
Si segnala soprattutto per l’ampiezza della produzione, per lo più legata alla figura di Selvaggia
1. Inclinazione al sentimentale e al patetico
2. Anticipazione di alcuni aspetti del petrarchismo
Tendenza introspettiva e all’analisi psicologica
Meco si sta chi dí et notte m’affanna,
poi che del suo piacer mi fe’ gir grave
la dolce vista e ’l bel guardo soave.
(F. Petrarca, Rvf, 70, vv. 38-40)
Cino da Pistoia (1270 ca. – 1336 ca.)
Lo Stilnovo
Citazione dell’incipit di una
canzone di Cino da Pistoia
I protagonisti / Cino da Pistoia
Si segnala soprattutto per l’ampiezza della produzione, per lo più legata alla figura di Selvaggia
1. Inclinazione al sentimentale e al patetico
2. Anticipazione di alcuni aspetti del petrarchismo
3. Ampliamento tematico dello Stilnovo attraverso prestiti dalla poesia precedente (anche comico-realistica)
Tutto che altrui aggrada me disgrada,
ed emmi a noia e ’n dispiacere il mondo.
Or dunque che ti piace? I’ ti rispondo:
Quando l’un l’altro spessamente agghiada.
E piacemi veder colpi di spada
altrui nel viso, e nave andare a fondo;
e piacerebbemi un Neron secondo,
e ch’ogni bella donna fosse lada.
Molto mi spiace allegrezza e sollazzo,
e la malinconia m’aggrada forte;
e tutto dì vorrei seguire un pazzo;
e far mi piaceria di pianto corte,
e tutti quelli ammazzar ch’io ammazzo
nel fier pensier là dov’io trovo morte.
Cino da Pistoia (1270 ca. – 1336 ca.)
Lo Stilnovo
I protagonisti / Dante Alighieri
Cimabue
Oh vana gloria de l'umane posse!
com' poco verde in su la cima dura,
se non è giunta da l'etati grosse!
Credette Cimabue ne la pittura
tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,
sì che la fama di colui è scura.
Così ha tolto l’uno a l’altro Guido
la gloria de la lingua; e forse è nato
chi l’uno e l’altro caccerà del nido.
(Dante, Purgatorio, XI, vv. 91-99)
Giotto
Dante Alighieri (1265-1321)
Lo Stilnovo
Siamo nel cerchio dei superbi; parla
Oderisi da Gubbio, un miniatore della
seconda metà del Duecento
Guido Guinizelli, anticipatore dello
Stilnovo, e Guido Cavalcanti, massimo
esponente del “movimento”
Siamo al v. 99: doppio nove,
nella numerologia medievale
“doppio miracolo”
I protagonisti / Dante Alighieri
Dante è poeta stilnovistico fino alla Vita nuova, quando compie la cosiddetta “svolta della loda”
1. Rifiuto del lamento e scelta della lode
2. Gratuità della lode senza aspettativa di ricambio
3. Completa trasfigurazione allegorica di Beatrice
4. Rifiuto del poetare ermetico di Cavalcanti e scelta di uno stile “leggero”
5. Morendo, Beatrice diventa realmente angelo e mediatrice per il paradiso
Madonna è disiata in sommo cielo:
or voi di sua virtù farvi savere.
Dico, qual vuol gentil donna parere
vada con lei, che quando va per via,
gitta nei cor villani Amore un gelo,
per che onne lor pensero agghiaccia e pere;
e qual soffrisse di starla a vedere
diverria nobil cosa, o si morria.
E quando trova alcun che degno sia
di veder lei, quei prova sua vertute,
ché li avvien, ciò che li dona, in salute,
e sì l’umilia, ch’ogni offesa oblia.
(Dante, Vita nuova, XIX, vv. 29-40)
Dante Alighieri (1265-1321)
Lo Stilnovo
I temi
Siculo-toscani
Stilnovisti
Petrarca
• Donna-signora, da cui l’amante dipende
come un vassallo
• Donna-angelo, che si fa tramite tra il
mondo terreno e quello celeste
• Donna individualizzata, che si confonde
con l’aspirazione alla gloria (Laura/lauro)
• Amore estatico di tipo cavalleresco
• Amore spiritualizzato in senso religioso
• Amore come «errore»
• Poesia come lamento
• Poesia di lode alla donna
• Poesia di analisi introspettiva
• Rapporto donna-amante di tipo estaticocontemplativo
• Donna e amante interagiscono: la prima
esercita sul secondo il suo potere
• L’esperienza d’amore è raccontata “narrativamente” nel suo svolgersi
• Indeterminatezza della figura femminile
• Identificazione e al contempo allegorizzazione della donna
• Sostituzione, in Laura, dell’allegoria con
il simbolo
• Stilizzazione e formularità, al fine di
esaltare il sistema di valori cortesi
• Misticismo e continuo slittamento tra piano di realtà e riflessione etico-religiosa
• Realismo e presenza della dimensione
temporale (Laura invecchia)
Lo Stilnovo
Lo stile
Non esiste un unico “stile” di riferimento per tutti gli stilnovisti, ma è possibile cogliere almeno due indirizzi
Dante attraversa entrambi gli stili
per superarli con la Commedia
Stile “ermetico”
Stile “leggero”
• Lessico della filosofia aristotelica e
delle scienze naturali
• Lessico rarefatto della tradizione
amorosa
• Gran numero di tecnicismi
• Uso di termini-contenitore
• Periodi lunghi e contorti, con frequenti inversioni
• Periodi più brevi, con frequenti parallelismi sintattici
• Concezione aristocratica della poesia
e ricerca di un pubblico colto, cioè di
persone edotte di filosofia
• Poesia come sfogo e richiamo a un
pubblico femminile, cioè di persone
che abbiano «intelletto d’amore»
Elementi comuni:
• Tendenza alla sintesi attraverso il meccanismo della polisemia
• Forme metriche della tradizione (soprattutto sonetto e canzone)
• Uso di un ridotto numero di parole-chiave, altamente significative
Lo Stilnovo
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