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Donne in medicina:una nuova
sfida per la sanità del futuro
Roma, 15 dicembre 2012
Isabella Mastrobuono
Direttore Sanitario Aziendale
Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata
[email protected]
1
ASL
424.902
Strutture di ricovero e cura pubbliche
562.760
Di cui Aziende ospedaliere
165.431
Di cui ospedali a gestione diretta presidio di ASl
251.979
Di cui aziende ospedaliero-universitarie e policlinici
80.495
Di cui aziende ospedaliere integrate con SSN
18.697
Di cui aziende ospedaliere integrate con Università
55.812
Di cui policlinici universitari privati
5.986
Di cui strutture equiparate
89.548
D cui IRCCS
41.082
Di cui ospedali classificati
17.054
Di cui istituti di cura privati qualificati presidio di ASL
6.049
Di cui enti di ricerca
680
Case di cura e centri di riabilitazione privati accreditati (stime)
102.212
Case di cura e centri privati non accreditati (stime)
14.502
RSA ed ex ospedali psichiatrici (stime)
13.735
Aziende aderenti associazioni elettromedicali
16.000
Enti dell’SSN (Min.salute, assessorati, ISS, Aifa, Ispel, etc.)
6.043
Medici e pediatri di base
54.149
Farmacie
62.354
Industria farmaceutica
75.730
Di cui ricrca farmaceutica
6.230
Volontari nei presidi residenziali
23.059
Cooperative sociali che svolgono attività finalizzate a offerta di
servizi sociosanitari ed educativi
221.013
STIMA totale occupati in sanità
1.576.469 (6,7% dei 23.292.000 lavoratori italiani)
Fonte: Ceis 2011
Totale medici 376.265 (36,7%)
Donne in Sanità pubblica
Dati 2007
Il 33% sono medici
Nel SSN la presenza femminile è
la maggioranza, pari al 60% di cui
Il 73% è personale
infermieristico
- 9.638 direttori di struttura complessa ,
di cui 1.184 sono donne, pari al
- 941direttori generali di aziende sanitarie, di cui 132 sono donne, pari
12%
al 14%
- 18 mila dirigenti di struttura semplice, di cui 4.900 sono donne, pari al 27,2%
La parità dei sessi si registra nella dirigenza sanitaria non medica (farmacisti, biologi,
chimici, psicologi, dirigenti amministrativi), su 20 mila dirigenti 11 mila sono donne.
Fonte: Ufficio di statistica del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali – settore Salute
Conto annuale della Ragioneria dello Stato anni 2005/2007
4
Età del personale che opera nel SSN

Dall’indagine emerge che il 7% dei camici
bianchi e il 6% dei dirigenti e personale non
hanno un lavoro stabile

Il 75% dei primari sono over 55 e di questi il
66,67% sono donne
Conto annuale 2010 della Ragioneria Generale dello Stato
Spesa sanitaria – Benchmark
Indicatori *
Germania
Francia
Italia
Spagna
Regno Unito
Popolazione
81.751.602
65.048.412
60.626.442
46.152.926
62.498.612
2.570.800
1.996.583
1.580.220
1.073.383
1.746.962
PIL pro-capite
31.446
30.694
26.065
23.257
27.952
Anziani over 65 anni (% della popolazione)
20,6%
16,7%
20,3%
17,1%
16,7%
298.213
231.604
140.060
103.045
171.202
Spesa sanitaria pro-capite (Dollari PPP)
4.338
3.974
2.964
3.076
3.379
Spesa sanitaria pubblica pro-capite (Dollari PPP)
3.332
3.060
2.342
2.264
2.811
Spesa sanitaria totale (% PIL)
11,6%
11,6%
8,9%
9,6%
9,8%
Spesa sanitaria pubblica (% PIL)
8,9%
8,9%
7,1%
7,1%
8,2%
Spesa sanitaria privata (% PIL)
2,7%
2,7%
1,8%
2,5%
1,6%
PIL
Spesa sanitaria totale (milioni Euro)
*Dati riferiti al 2011 o all’ultimo anno disponibile.
Public
expenditure on
health, /capita,
US$ purchasing
power parity
Italy vs. ...
($ PPP)
Italy vs. ...
(%)
2010
2010
2010
GDP real growth
2010-2017
Public expenditure
on health, /capita,
US$ purchasing
power parity
2017
Italy vs. ...
PPP)
($
2017
Italy vs. ... (%)
2017
France
3061
-702
-22,9%
11,4%
3410
-1001
-29,4%
Germany
3331
-972
-29,2%
10,7%
3687
-1278
-34,7%
Italy
2359
0
0,0%
2,1%
2409
0
0,0%
Spain
2265
94
4,1%
5,5%
2389
19
0,8%
United
Kingdom
2819
-460
-16,3%
15,1%
3244
-835
-25,7%
Total
expenditure on
health, /capita,
US$ purchasing
power parity
Italy vs. ...
($ PPP)
Italy vs. ...
(%)
GDP real growth
2010-2017
Total expenditure
on health, /capita,
US$ purchasing
power parity
Italy vs. ... ($
PPP)
Italy vs. ... (%)
2010
2010
2010
2017
2017
2017
France
3974
-1010
-25,4%
11,4%
4428
-1401
-31,6%
Germany
4338
-1374
-31,7%
10,7%
4801
-1774
-37,0%
Italy
2964
0
0,0%
2,1%
3027
0
0,0%
Spain
3076
-112
-3,6%
5,5%
3245
-218
-6,7%
United
Kingdom
3433
-469
-13,7%
15,1%
3950
-923
-23,4%
Legge 135 del 7 agosto 2012
Conversione in legge del decreto legge 95 del 6 luglio 2012
“Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica ad invarianza dei servizi ai cittadini”
Art. 15 Razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria







La riduzione del finanziamento pubblico;
Il mantenimento del blocco del turn over del personale del SSN;
La riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri accreditati (pubblici e privati) ad un livello non
superiore a 3,7 posti letto per mille, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la
riabilitazione e lungodegenza post acuzie, riduzione che dovrà avvenire nel settore pubblico, per una
quota non inferiore al 50% del totale dei posti letto, esclusivamente attraverso la soppressione delle
unità operative complesse il trasferimento dei 108 DRG inappropriati medici e chirurgici dal regime
di ricovero a quello ambulatoriale;
La riduzione del 5% fino a dicembre 2012 degli importi e delle connesse prestazioni delle
forniture per beni e servizi in essere di aziende ed enti del servizio sanitario nazionale, che sale,
secondo la legge di stabilità al 10% dal 2013 per tutta la durata dei contratti, e per i
dispositivi medici al 4% nel 2013 e 3,9% nel 2014, con la possibilità per le pubbliche
amministrazioni di rinegoziare i contratti ai prezzi unitari previsti dalla legge (2% secondo
recente indagine FIASO);
La riduzione dell’importo e dei rispettivi volumi d’acquisto delle prestazioni da soggetti privati
accreditati per un valore dello 0,5% nel 2012, dell’1% nel 2013 e del 2% nel 2014, alla quale
aggiungere la revisione delle tariffe massime da riconoscere alle strutture stesse;
La prosecuzione dei Piani di rientro delle regioni in difficoltà per un altro triennio come già previsto
dalla legge 122/2010, potendo le stesse applicare l’ aumento dell’Irpef oltre i livelli massimi;
La riduzione del tetto della farmaceutica territoriale al 13,1% nel 2012 e all’11,5% dal 2013 con
ripiani a carico delle regioni e delle imprese farmaceutiche in caso di sfondamento, mentre si eleva
al 3,25 la spesa ospedaliera.
8
Tagli al settore sanitario 2012 - 2015 (valori in milioni di euro)
Norme di riferimento
2012
Patto salute 2010 - 2012
€
Legge 122/2010 - Art. 9
2015
2012-2015
€
466,00
€
466,00
€
1.864,00
€ 1.132,00
€ 1.132,00
€
1.132,00
€
1.132,00
€
4.528,00
Legge 122/2010 - Art. 11
€
600,00
€
600,00
€
600,00
€
600,00
€
2.400,00
Legge 11/2011 - Ticket
€
834,00
€
834,00
€
834,00
€
834,00
€
3.336,00
€
-
€ 2.500,00
€
5.450,00
€
5.450,00
€ 13.400,00
D.L. 95/2012
€
900,00
€ 1.800,00
€
2.000,00
€
2.100,00
€
6.800,00
Tagli DDl stabilità 2013
€
-
€
€
1.000,00
€
1.000,00
€
2.600,00
Totale tagli
€ 3.932,00
€
2014
466,00
Legge 11/2011 - Tagli spesa
466,00
2013
600,00
€ 7.932,00
€ 11.482,00
€ 11.582,00
€ 34.928,00
Standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza
ospedaliera in attuazione dell’articolo 1, comma 169, della legge 30 dicembre
2004, n. 311 e dell’articolo 15, comma 13, lettera c) della legge 7 agosto 2012
n.135 (spending review)

La riduzione del fabbisogno di posti letto deriva sia dal percorso di appropriatezza
che prevede una conversione di ricoveri ordinari in day hospital e prestazioni
territoriali e di day hospital in territoriali, sia dal calcolo dei posti letto normalizzati nel
caso di scarso utilizzo dei posti letto esistenti. Il numero di strutture complesse
ospedaliere risultanti è anche “perfettamente” compatibile con l’orientamento del
ministero della salute (17,5 pl per struttura complessa previsto dal Comitato LEA, e lo
declina per singola disciplina).

Inoltre, l’introduzione di soglie di volumi minime comporterà un’ulteriore riduzione, in
particolare per le strutture complesse delle discipline chirurgiche, che nelle regioni in
Piano di rientro si aggira sul 25% mentre nelle restanti regioni su circa il 10%. Per
l’area medica la riduzione è minore ma significativa per la cardiologia.

Su un totale di 231.707 posti letto presenti debbono essere ridotti 7.389 posti
letto.
10
Numero di unità operative anno 2009

N. 19.305 unità operative complesse di cui
12.567 ospedaliere e 5.738 non ospedaliere

35.075 unità operative semplici di cui 19.942
ospedaliere e 15.793 non ospedaliere.

La riduzione interessa 2.923 strutture complesse
e 14.230 strutture semplici
Comitato Lea marzo 2012
11
SPECIALITA’ CLINICHE E DISCIPLINE CHIRURGICHE
1. Cardiochirurgia pediatrica
2. Cardiochirurgia
3. Chirurgia generale
4. Chirurgia maxillo facciale
5. Chirurgia pediatrica
6. Chirurgica plastica
7. Chirurgia toracica
8. Chirurgia vascolare
9. Neurochirurgia
10. Neurochirurgia pediatrica
11. Oculistica
12. Ortopedia e traumatologia
13. Ostetricia e ginecologia
14. Otorinolaringoiatria
15. Urologia
16. Urologia pediatrica
17. Day Surgery
Forecasted Percent Increases in Number of Procedures and Work
by Specialty
2010
Specialty
2020
No. Procedures
Performed
Work RVUs
No. Procedures
Performed
Work RVUs
Cardiothoracic surgery
18%
19%
41%
42%
General surgery
Neurosurgery
Ophtalmology
Orthopedic surgery
Otolaryngology
Urology
13%
14%
15%
13%
6%
14%
13%
15%
15%
13%
8%
15%
28%
27%
47%
25%
14%
33%
31%
28%
47%
28%
14%
35%
D. Etzioni, J. Liy, M. A. Maggard, C. Y Ko, The aging population and its impact on the surgery workforce
Annals of surgery , Volume 238, N. 2, August 2003
13
Le liste di attesa in regime di ricovero
Le liste di attesa in regime di ricovero interessano quasi
esclusivamente l’area delle discipline chirurgiche, in particolare,
l’urologia.
In Inghilterra, ad esempio, su 800.000 pazienti in attesa di
ricovero ben 136.000 sono di chirurgia generale, 200.114 di
ortopedia, 67.000 di ginecologia (tot. int. chir. 5.500.000).
Percentuali simili si registrano per la maggior parte dei Paesi
interessati dal fenomeno, come dimostra il documento
dell’OECD del 2003 relativo a 12 Paesi dal titolo: “Tackling
excessive waiting times for elective surgery: a comparison of
policies in twelve ECD ountries”.
In Italia non sono note le liste di attesa e neppure lo stato di
funzionamento delle sale operatorie!!!!!!
14
Iscritti per specializzazione 1995-2012
Specializzazione
1995
2012
686
-1.64%
Chirurgia generale
15.892
-2.33%
Chirurgia toracica
1.515
-186%
922
-1.13%
Oftalmologia
6.570
-1.16%
Ortopedia e traumatologia
8.511
-2.34%
Otorinolaringoiatria
6.356
-1.45%
Urologia
4.611
-3.08%
Cardiochirurgia
Neurochirurgia
Prospettive di sviluppo della Day Surgery:
evoluzione della domanda e dell’offerta
negli USA
96 milioni di interventi e procedure invasive
189 Ospedali e 398 Ambulatory Surgical Centers (ASC)
42,7 (40%)
Inpatient
178 interventi/1000 ab.
fino a 465-503 /1000 ab.
in pz. 65-74 aa.
53,3 (60%)
Outpatient
30.7 (57,2%)
H
22,6 (42,8%)
ASC
National Survey of Ambulatory Surgery; US Department of Health and Human Services.
Centers for Disease control and prevention. National Center for Health Statistics, 2006.
16
USA: se trasferissimo i 53,3 milioni di interventi chirurgici e
procedure che attualmente si effettuano in regime di ambulatory
surgery in regime di ricovero ordinario ne risulterebbero circa
162.000 posti letto per acuti (al 90% di tasso di occupazione),
aggiuntivi rispetto agli oltre 830.000 esistenti, per un totale di circa
1.000.000 di posti letto, pari a circa il 3,5 posti per mille abitanti.
ITALIA: qualora la maggior parte delle procedure chirurgiche
confluenti nei 42 DRG di tipologia chirurgica a rischio di
inappropriatezza in regime di ricovero, che oggi ammontano in
totale a 1.992.963 ricoveri di cui in D.S. n. 1.181.350 (SDO 2009)
per un totale di giornate di degenza n. 3.832.520, fossero trasferiti
in regime ambulatoriale si potrebbero ridurre i posti letto di
11.000 unità circa (considerando un tasso di occupazione del
90%). Gli attuali 255.274 posti letto per acuti (di cui 7.969 dedicati
alla day surgery) diventerebbero 244.274 con un indice posti letto
per mille abitanti inferiore al 4 per mille.
Fonte:
La chirurgia ambulatoriale in Italia:definizione e modelli organizzativi
Mastrobuono I., Antonelli M.
Organizzazione sanitaria 2011; n.2 Aprile-Settembre 2011
POPOLAZIONE ULTRASESSANTACINQUENNE IN ITALIA
(ANNI 2001-2026 E 2026-2051 – VALORI ASSOLUTI E PERCENTUALI)
Regioni
Valori assoluti (in m igliaia)
Increm ento assoluto
m edio annuo (in
m igliaia)
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
Emilia Rom.
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia
2001
843
21
1.544
151
779
240
381
845
744
178
303
864
244
64
764
601
105
323
793
246
10.033
2001-2026 2026-2051 2001-2026 2026-2051
12,6
5,3
1,5
0,5
0,5
0,3
2,3
0,8
37,5
22,3
2,4
0,9
4,1
3,3
2,7
1,3
19,1
13,1
2,4
1,0
3,6
1,8
1,5
0,5
2,3
0,4
0,6
0,1
12,5
10,6
1,5
0,9
9,4
6,2
1,3
0,6
2,3
2,0
1,3
0,8
4,6
4,0
1,5
0,9
19,4
10,6
2,2
0,8
3,8
3,1
1,6
0,9
0,8
0,5
1,2
0,6
19,4
13,8
2,5
1,1
14,3
8,1
2,4
0,8
1,4
1,0
1,4
0,7
5,5
3,1
1,7
0,7
12,5
6,8
1,6
0,6
6,6
2,7
2,7
0,7
192,3
118,8
1,9
0,8
2026*
1.157
33
2.482
254
1.256
330
439
1.158
978
236
419
1.348
340
83
1.249
959
141
461
1.105
412
14.840
2051*
1.290
40
3.039
337
1.584
374
448
1.423
1.132
286
518
1.612
417
96
1.594
1.162
165
538
1.274
480
17.809
* Stime
Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Istat (Censimento della popolazione 2001).
Pubblicato su ASI, 17.6.2004, n. 25.
Tasso % di
increm ento m edio
annuo
19
19
Confronto previsioni sul numero di non autosufficienti
Fonte
2010
2020
2030
2040
2050
Var.% 20102050
Isvap [2001]
2.731.419
3.267.421
3.870.998
4.493.114
4.932.164
80.6%
Beltrametti [2006]
1.740.000
2.150.000
2.540.000
2.920.000
3.200.000
83.9%
Pure ageing, increase
in formal care, unit
cost
2.494.000
2.880.000
3.286.000
3.859.000
4.272.000
71.3%
Constant disability
2.290.000
2.319.000
2.362.000
2.531.000
2.698.000
17.8%
AWG Refence
2.392.000
2.600.000
2.824.000
3.195.000
3.485.000
45.7%
Scenari ECP-WGA
Nell’indagine si rileva che nel nostro Paese, in una famiglia su dieci vi è un componente affetto da disabilità. Solo il
20,9% delle famiglie riceve una qualche forma di assistenza domiciliare erogata dallo Stato ed il 12.5% si avvale di
servizi privati.
20
20
Posti letto dedicati alla Long-Term Care negli
istituti e negli ospedali, per 1.000 abitanti con
età pari o superiore ai 65 anni - 2009
Istituti
Ospedali
90
81.7
80
74.8
72.5 71.9
70
69.3 68.5 67.8
62.9 61.7
60.9
60
57.7 56.7
55.1 54.2
50
51.2 50.3 49.5
48.8 47.8
42.6 42.3
40.5
40
37.4
34.7
32.1 31.1
30
19.8
20
17.5
Italia
Polonia
Spagna
Israele
Corea
Giappone
Austria
Estonia
Stati Uniti
Repubblica Ceca
Lussemburgo
OECD (19)
Germania
Danimarca
Repubblica
Slovacca
Gran Bretagna
Ungheria
Australia
Nuova Zelanda
Irlanda
Norvegia
Svizzera
Paesi Bassi
Islanda
Belgio
Francia
Svezia
0
Finlandia
10
190
191
Norvegia
170
180
Danimarca
Assistenza domiciliare in Europa
(assisiti a domicilio su 1.000 pazienti di età
superiore ai 65 anni), 2005
140
120
80
87
96
Islanda
Inghilterra
Paesi Bassi
Svezia
Germania
Repubblica Ceca
Francia
Italia
24
Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati
Ministero della Salute e Società Italiana gerentologia e geriatria, 2012
Legge 14 settembre 2011 n.148
Conversione in legge del decreto legge 13 agosto 2011,
n.138 recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione
finanziaria e per lo sviluppo
-
Tagli agli enti locali per 6 miliardi nel 2012 e 3,2 miliardi nel 2013.
Sommati alle misure precedenti gli enti locali avranno 6,5 miliardi in
meno nel 2012, 9 nel 2013 e 11,4 nel 2014
-
Riforma dell’assistenza (assegni di invalidità, pensioni di reversibilità)
che dovrà portare ad un taglio della spesa di 4 miliardi nel 2012, 12
miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014. Se la riforma non dovesse
raggiungere questo obiettivo, scatterà un taglio lineare di tutte le
agevolazioni fiscali.
23
Stima dell’impatto finanziario per promuovere
l’assistenza primaria
E’ stata condotta una stima per la creazione sul territorio nazionale
di 1.447 UCCP (unità di cure primarie) con 25 medici di medicina
generale operanti h24, 7 gg. su 7, con una dimensione di 25.000
abitanti (25 medici per mille assistiti ciascuno). La spesa per la
medicina generale salirebbe da 4,8 miliardi di euro (stima 2005) a
6,4 miliardi di euro con un aumento del 24,8%.
(Gruppo Gisap. L’assistenza primaria in Italia 2009) E.Guzzanti
24
Breakdown spesa privata pro-capite
in alcuni Paesi OECD (in $ PPP), 2009
ANOMALIA
ITALIANA
424
587
77
193
168
617
616
Out of pocket
Spagna
Italia
Germania
Francia
291
Mediata
364
Regno Unito
552
La scomposizione della spesa privata sanitaria rivela come in Italia vi sia un forte squilibrio fra pagamenti
out-of -pocket e pagamenti mediati da fondi e polizze assicurative.
Fonte: elaborazione The European House-Ambrosetti su OECD Health data 2012
Casse, Fondi e Società di mutuo soccorso
“Organizzazioni prevalentemente private, variamente
denominate, che raccolgono, su base volontaria, risparmio
dei singoli cittadini o di gruppi di cittadini o risparmio di
tipo contrattuale a livello nazionale, regionale o locale, per fornire
prestazioni sanitarie e sociosanitarie che
integrano quelle assicurate dal Servizio sanitario
Nazionale e dal Sistema di protezione sociale, per finalità
non orientate al profitto”.
Mastrobuono I, Guzzanti E., Cicchetti A., Mazzeo M.C. II finanziamento delle attività e delle prestazioni sanitarie. Il ruolo delle
forme integrative di assistenza. Roma:Il Pensiero Scientifico Editore, 1999
Modificata maggio 2012
26
STATO ATTUALE
anni
iscritti
1998
2003
657.962
980.865
2004
2007
2008
3.570.000
5.983.000
6.396.700
assistiti
fonti indagine
1.436.208
2.179.363
Mastrobuono
Pfizer
4.900.000
10.341.210
10.341.210
Università di Padova
Labate-Tardiola
Labate
L’anagrafe dei fondi istituita presso il Ministero della salute nel 2010 ha rilevato
293 fondi a fine 2011, di cui 254 con attestato per accedere alle agevolazioni fiscali
previste dalla normativa: dichiarate 3,300.000 adesioni. L’83% dei 293 fondi iscritti
ha esclusivo fine assistenziale, il 17% è costituito da fondi DOC. L’11% è costituito
da fondi aperti, l’89% da fondi chiusi categoriali. Il numero degli iscritti è stato
dichiarato solo dal 69% dei fondi (201 in tutto) per un totale di 3.367.000 persone
su una stima di 5 milioni di aderenti. Mancano all’appello 23 fondi recenti.
27
Le proposte di meridiano sanità 2012

Rivisitare i LEA in funzione delle priorità dei pazienti e secondo i principi della
medicina basate sulle evidenze scientifiche, secondo le logiche di Health Technology
Assessment

Accelerare il processo di deospedalizzazione già avviato, attraverso: l’erogazione di
prestazioni sanitarie nei setting assistenziali più adeguati, nuove forme di
organizzazione dei servizi, riconversione dei posti letto per acuti in eccesso

Proseguire nel riordino delle cure primarie secondo le migliori pratiche già
implementate in alcune regioni e le linee guida della Legge Balduzzi

Favorire lo sviluppo di una rete nazionale di strutture di eccellenza nella ricerca e
assistenza ospedaliera

Garantire la sostenibilità del sistema sanitario negli anni futuri definendo, in modo
coordinato e controllato dal SSN, le prestazioni da coprire attraverso forme di sanità
integrativa, in coerenza con i fabbisogni socio-sanitari emergenti
28
Dalla politica del contenimento dei costi all’etica del
razionamento e della lotta agli sprechi
La politica del contenimento dei costi può a lungo andare iniqua e rappresentare
una barriera all’accesso alle cure soprattutto dei pazienti più fragili. Quando le
risorse finanziarie diminuiscono non è contraddittorio introdurre una etica del
razionamento e la politica deve scegliere quali servizi e quali prestazioni sanitarie
non possono essere più garantite, esplicitando i principi ed i criteri attraverso i
quali ciò deve avvenire piuttosto che ricorrendo al razionamento implicito, non
sempre equo e giusto. Accanto all’etica del razionamento esplicito che spetta
inequivocabilmente alla politica c’è un’etica della lotta agli sprechi (da non
confondere con le frodi che incidono per il 10% sui costi della sanità e si
verificano sporadicamente mentre l’invecchiamento e le nuove tecnologie
incidono sui costi in modo costante e continuo), sprechi da combattere con la
maggiore responsabilizzazione dei medici verso la scelta delle terapie più
appropriate che siano in grado davvero di dare risultati a lungo termine. Insomma
è tempo di passare dal contenimento dei costi all'etica del razionamento e
della riduzione degli sprechi.
Howard Brody, M.D. The New England Journal of Medicine 2012, 366, 1949-51
29
Decreto Ministeriale Sanità 13 settembre 1988:
Determinazione degli standards del personale ospedaliero.
Art 2 Indirizzi organizzativi, comma 1, punto c
La riorganizzazione dei presidi ospedalieri deve essere colta come
l’occasione per far compiere un deciso passo in avanti al processo delle
aggregazioni funzionali di tipo dipartimentale, deve servire ad
incrementare l’integrazione multidisciplinare nelle attività assistenziali e
consentire l’utilizzazione in comune di attrezzature di tecnologie avanzate
e del personale tecnico ad esse preposto.Inoltre, l’organizzazione per
aree omogenee, come prevista dalla legge 595 del 1985, e la
sperimentazione dei dipartimenti possono agevolare un uso più flessibile
delle disponibilità di ricovero e del personale di assistenza sanitaria ed
accrescere l’attitudine del personale al lavoro di gruppo.
CONCETTO DI DIPARTIMENTO
Il Dipartimento è costituito dalla federazione di unità operative che
mantengono la loro autonomia, indipendenza e responsabilità, così
come quella di ciascuno dei membri che le costituiscono, ma che
riconoscono la loro interdipendenza adottando un comune codice
di comportamento clinico-assistenziale, didattico e di ricerca, dai
profondi risvolti etici, medico-legali ed economici.
Per far entrare questo modello nella realtà italiana occorre, intanto, dare effettiva attuazione
ai dipartimenti e, quindi, dotarsi degli strumenti su cui fondare la critica che conduce
all’apprendimento per un confronto tra come i problemi sono stati affrontati e risolti rispetto
ad un modello ideale di riferimento.
Questi strumenti possono oggi essere costituiti dalle linee guida e dai percorsi diagnosticoterapeutici, così che è l’intero gruppo assistenziale, e non solamente i medici, che definisce
le procedure ritenute le più adeguate per il paziente che appartiene ad una certa categoria
diagnostica, nei riguardi del quale si pianifica l’intero percorso assistenziale da seguire.
I corsi di aggiornamento e le lezioni formali avranno sempre un ruolo rilevante, ma il modello
della “learning organisation” è il proprio luogo di lavoro dove saranno stati attivati gli
strumenti per seguire un vero percorso di apprendimento, fatto di problemi da risolvere, di
difficoltà da superare, anche sul piano organizzativo e gestionale e di reciproche valutazioni
di comportamenti umani e professionali.
Fonte: Guzzanti E. La formazione continua. Organizzazione Sanitaria 2000;1:7-16.
Governo clinico
È la responsabilità assunta dagli appartenenti alle professioni sanitarie, sia negli
ospedali che nell’assistenza primaria territoriale, al fine di garantire:
 il
continuo miglioramento delle attività clinico-assistenziali, organizzative e
gestionali;
 la
pratica dell’audit clinico, periodico e formalizzato, per la verifica delle attività
svolte, dei risultati ottenuti, e delle eventuali misure da adottare per l’adeguamento
del gruppo, o dei singoli componenti, alle migliori prassi, professionali e
comportamentali;
 l’identificazione
delle possibili cause di rischi clinici e di eventi avversi, per
evitarne il verificarsi e le relative conseguenze, e per renderli evidenti e rimediabili
ove si manifestassero;
Fonte:
Guzzanti E., Governo clinico. Forum Sanità Futura, Cernobbio 5 Aprile 2004.
Guzzanti E., Governo Clinico: dal Consiglio dei sanitari della riforma ospedaliera italiana del 1968 fino alle strategie di Tony Blair per l’NHS. Il Sole 24
Ore Sanità 11-17 maggio 2004, 10-11
Governo clinico (segue)


1.

la formazione continua “attiva”, multidisciplinare e interprofessionale,
cosicché l’ECM sia fondata sulle modalità, la qualità e i risultati delle
attività e delle prestazioni effettuate, poste a confronto con i paradigmi
di riferimento ritenuti migliori;
l’adozione di linee guida e di percorsi assistenziali integrati, concordati
e appropriati rispetto alle singole circostanze, che favoriscano la
comunicazione e la reciproca collaborazione tra gli ospedali e
l’assistenza primaria territoriale, per:
evitare i ricoveri ordinari non necessari; limitare la durata delle
degenze necessarie; collaborare nella utilizzazione del D.H e della
D.S, concordare le modalità clinico-assistenziali e organizzative della
dimissione protetta;
il rispetto e il sostegno alla persona assistita e ai familiari, per
consentire loro di partecipare alle scelte clinico-assistenziali da
adottare nei singoli casi con la consapevolezza dei problemi, delle
possibili soluzioni e dei risultati prevedibili.
Fonte:
Guzzanti E., Governo clinico. Forum Sanità Futura, Cernobbio 5 Aprile 2004.
Guzzanti E., Governo Clinico: dal Consiglio dei sanitari della riforma ospedaliera italiana del 1968 fino alle strategie di Tony Blair per l’NHS. Il Sole 24
Ore Sanità 11-17maggio 2004, 10-11
"Dagli occhi delle donne deriva la mia
dottrina: essi brillano ancora del vero
fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le
accademie, che mostrano, contengono
e nutrono il mondo."
(W. Shakespeare)
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