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Donne in medicina:una nuova sfida per la sanità del futuro Roma, 15 dicembre 2012 Isabella Mastrobuono Direttore Sanitario Aziendale Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata [email protected] 1 ASL 424.902 Strutture di ricovero e cura pubbliche 562.760 Di cui Aziende ospedaliere 165.431 Di cui ospedali a gestione diretta presidio di ASl 251.979 Di cui aziende ospedaliero-universitarie e policlinici 80.495 Di cui aziende ospedaliere integrate con SSN 18.697 Di cui aziende ospedaliere integrate con Università 55.812 Di cui policlinici universitari privati 5.986 Di cui strutture equiparate 89.548 D cui IRCCS 41.082 Di cui ospedali classificati 17.054 Di cui istituti di cura privati qualificati presidio di ASL 6.049 Di cui enti di ricerca 680 Case di cura e centri di riabilitazione privati accreditati (stime) 102.212 Case di cura e centri privati non accreditati (stime) 14.502 RSA ed ex ospedali psichiatrici (stime) 13.735 Aziende aderenti associazioni elettromedicali 16.000 Enti dell’SSN (Min.salute, assessorati, ISS, Aifa, Ispel, etc.) 6.043 Medici e pediatri di base 54.149 Farmacie 62.354 Industria farmaceutica 75.730 Di cui ricrca farmaceutica 6.230 Volontari nei presidi residenziali 23.059 Cooperative sociali che svolgono attività finalizzate a offerta di servizi sociosanitari ed educativi 221.013 STIMA totale occupati in sanità 1.576.469 (6,7% dei 23.292.000 lavoratori italiani) Fonte: Ceis 2011 Totale medici 376.265 (36,7%) Donne in Sanità pubblica Dati 2007 Il 33% sono medici Nel SSN la presenza femminile è la maggioranza, pari al 60% di cui Il 73% è personale infermieristico - 9.638 direttori di struttura complessa , di cui 1.184 sono donne, pari al - 941direttori generali di aziende sanitarie, di cui 132 sono donne, pari 12% al 14% - 18 mila dirigenti di struttura semplice, di cui 4.900 sono donne, pari al 27,2% La parità dei sessi si registra nella dirigenza sanitaria non medica (farmacisti, biologi, chimici, psicologi, dirigenti amministrativi), su 20 mila dirigenti 11 mila sono donne. Fonte: Ufficio di statistica del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali – settore Salute Conto annuale della Ragioneria dello Stato anni 2005/2007 4 Età del personale che opera nel SSN Dall’indagine emerge che il 7% dei camici bianchi e il 6% dei dirigenti e personale non hanno un lavoro stabile Il 75% dei primari sono over 55 e di questi il 66,67% sono donne Conto annuale 2010 della Ragioneria Generale dello Stato Spesa sanitaria – Benchmark Indicatori * Germania Francia Italia Spagna Regno Unito Popolazione 81.751.602 65.048.412 60.626.442 46.152.926 62.498.612 2.570.800 1.996.583 1.580.220 1.073.383 1.746.962 PIL pro-capite 31.446 30.694 26.065 23.257 27.952 Anziani over 65 anni (% della popolazione) 20,6% 16,7% 20,3% 17,1% 16,7% 298.213 231.604 140.060 103.045 171.202 Spesa sanitaria pro-capite (Dollari PPP) 4.338 3.974 2.964 3.076 3.379 Spesa sanitaria pubblica pro-capite (Dollari PPP) 3.332 3.060 2.342 2.264 2.811 Spesa sanitaria totale (% PIL) 11,6% 11,6% 8,9% 9,6% 9,8% Spesa sanitaria pubblica (% PIL) 8,9% 8,9% 7,1% 7,1% 8,2% Spesa sanitaria privata (% PIL) 2,7% 2,7% 1,8% 2,5% 1,6% PIL Spesa sanitaria totale (milioni Euro) *Dati riferiti al 2011 o all’ultimo anno disponibile. Public expenditure on health, /capita, US$ purchasing power parity Italy vs. ... ($ PPP) Italy vs. ... (%) 2010 2010 2010 GDP real growth 2010-2017 Public expenditure on health, /capita, US$ purchasing power parity 2017 Italy vs. ... PPP) ($ 2017 Italy vs. ... (%) 2017 France 3061 -702 -22,9% 11,4% 3410 -1001 -29,4% Germany 3331 -972 -29,2% 10,7% 3687 -1278 -34,7% Italy 2359 0 0,0% 2,1% 2409 0 0,0% Spain 2265 94 4,1% 5,5% 2389 19 0,8% United Kingdom 2819 -460 -16,3% 15,1% 3244 -835 -25,7% Total expenditure on health, /capita, US$ purchasing power parity Italy vs. ... ($ PPP) Italy vs. ... (%) GDP real growth 2010-2017 Total expenditure on health, /capita, US$ purchasing power parity Italy vs. ... ($ PPP) Italy vs. ... (%) 2010 2010 2010 2017 2017 2017 France 3974 -1010 -25,4% 11,4% 4428 -1401 -31,6% Germany 4338 -1374 -31,7% 10,7% 4801 -1774 -37,0% Italy 2964 0 0,0% 2,1% 3027 0 0,0% Spain 3076 -112 -3,6% 5,5% 3245 -218 -6,7% United Kingdom 3433 -469 -13,7% 15,1% 3950 -923 -23,4% Legge 135 del 7 agosto 2012 Conversione in legge del decreto legge 95 del 6 luglio 2012 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica ad invarianza dei servizi ai cittadini” Art. 15 Razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria La riduzione del finanziamento pubblico; Il mantenimento del blocco del turn over del personale del SSN; La riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri accreditati (pubblici e privati) ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e lungodegenza post acuzie, riduzione che dovrà avvenire nel settore pubblico, per una quota non inferiore al 50% del totale dei posti letto, esclusivamente attraverso la soppressione delle unità operative complesse il trasferimento dei 108 DRG inappropriati medici e chirurgici dal regime di ricovero a quello ambulatoriale; La riduzione del 5% fino a dicembre 2012 degli importi e delle connesse prestazioni delle forniture per beni e servizi in essere di aziende ed enti del servizio sanitario nazionale, che sale, secondo la legge di stabilità al 10% dal 2013 per tutta la durata dei contratti, e per i dispositivi medici al 4% nel 2013 e 3,9% nel 2014, con la possibilità per le pubbliche amministrazioni di rinegoziare i contratti ai prezzi unitari previsti dalla legge (2% secondo recente indagine FIASO); La riduzione dell’importo e dei rispettivi volumi d’acquisto delle prestazioni da soggetti privati accreditati per un valore dello 0,5% nel 2012, dell’1% nel 2013 e del 2% nel 2014, alla quale aggiungere la revisione delle tariffe massime da riconoscere alle strutture stesse; La prosecuzione dei Piani di rientro delle regioni in difficoltà per un altro triennio come già previsto dalla legge 122/2010, potendo le stesse applicare l’ aumento dell’Irpef oltre i livelli massimi; La riduzione del tetto della farmaceutica territoriale al 13,1% nel 2012 e all’11,5% dal 2013 con ripiani a carico delle regioni e delle imprese farmaceutiche in caso di sfondamento, mentre si eleva al 3,25 la spesa ospedaliera. 8 Tagli al settore sanitario 2012 - 2015 (valori in milioni di euro) Norme di riferimento 2012 Patto salute 2010 - 2012 € Legge 122/2010 - Art. 9 2015 2012-2015 € 466,00 € 466,00 € 1.864,00 € 1.132,00 € 1.132,00 € 1.132,00 € 1.132,00 € 4.528,00 Legge 122/2010 - Art. 11 € 600,00 € 600,00 € 600,00 € 600,00 € 2.400,00 Legge 11/2011 - Ticket € 834,00 € 834,00 € 834,00 € 834,00 € 3.336,00 € - € 2.500,00 € 5.450,00 € 5.450,00 € 13.400,00 D.L. 95/2012 € 900,00 € 1.800,00 € 2.000,00 € 2.100,00 € 6.800,00 Tagli DDl stabilità 2013 € - € € 1.000,00 € 1.000,00 € 2.600,00 Totale tagli € 3.932,00 € 2014 466,00 Legge 11/2011 - Tagli spesa 466,00 2013 600,00 € 7.932,00 € 11.482,00 € 11.582,00 € 34.928,00 Standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera in attuazione dell’articolo 1, comma 169, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e dell’articolo 15, comma 13, lettera c) della legge 7 agosto 2012 n.135 (spending review) La riduzione del fabbisogno di posti letto deriva sia dal percorso di appropriatezza che prevede una conversione di ricoveri ordinari in day hospital e prestazioni territoriali e di day hospital in territoriali, sia dal calcolo dei posti letto normalizzati nel caso di scarso utilizzo dei posti letto esistenti. Il numero di strutture complesse ospedaliere risultanti è anche “perfettamente” compatibile con l’orientamento del ministero della salute (17,5 pl per struttura complessa previsto dal Comitato LEA, e lo declina per singola disciplina). Inoltre, l’introduzione di soglie di volumi minime comporterà un’ulteriore riduzione, in particolare per le strutture complesse delle discipline chirurgiche, che nelle regioni in Piano di rientro si aggira sul 25% mentre nelle restanti regioni su circa il 10%. Per l’area medica la riduzione è minore ma significativa per la cardiologia. Su un totale di 231.707 posti letto presenti debbono essere ridotti 7.389 posti letto. 10 Numero di unità operative anno 2009 N. 19.305 unità operative complesse di cui 12.567 ospedaliere e 5.738 non ospedaliere 35.075 unità operative semplici di cui 19.942 ospedaliere e 15.793 non ospedaliere. La riduzione interessa 2.923 strutture complesse e 14.230 strutture semplici Comitato Lea marzo 2012 11 SPECIALITA’ CLINICHE E DISCIPLINE CHIRURGICHE 1. Cardiochirurgia pediatrica 2. Cardiochirurgia 3. Chirurgia generale 4. Chirurgia maxillo facciale 5. Chirurgia pediatrica 6. Chirurgica plastica 7. Chirurgia toracica 8. Chirurgia vascolare 9. Neurochirurgia 10. Neurochirurgia pediatrica 11. Oculistica 12. Ortopedia e traumatologia 13. Ostetricia e ginecologia 14. Otorinolaringoiatria 15. Urologia 16. Urologia pediatrica 17. Day Surgery Forecasted Percent Increases in Number of Procedures and Work by Specialty 2010 Specialty 2020 No. Procedures Performed Work RVUs No. Procedures Performed Work RVUs Cardiothoracic surgery 18% 19% 41% 42% General surgery Neurosurgery Ophtalmology Orthopedic surgery Otolaryngology Urology 13% 14% 15% 13% 6% 14% 13% 15% 15% 13% 8% 15% 28% 27% 47% 25% 14% 33% 31% 28% 47% 28% 14% 35% D. Etzioni, J. Liy, M. A. Maggard, C. Y Ko, The aging population and its impact on the surgery workforce Annals of surgery , Volume 238, N. 2, August 2003 13 Le liste di attesa in regime di ricovero Le liste di attesa in regime di ricovero interessano quasi esclusivamente l’area delle discipline chirurgiche, in particolare, l’urologia. In Inghilterra, ad esempio, su 800.000 pazienti in attesa di ricovero ben 136.000 sono di chirurgia generale, 200.114 di ortopedia, 67.000 di ginecologia (tot. int. chir. 5.500.000). Percentuali simili si registrano per la maggior parte dei Paesi interessati dal fenomeno, come dimostra il documento dell’OECD del 2003 relativo a 12 Paesi dal titolo: “Tackling excessive waiting times for elective surgery: a comparison of policies in twelve ECD ountries”. In Italia non sono note le liste di attesa e neppure lo stato di funzionamento delle sale operatorie!!!!!! 14 Iscritti per specializzazione 1995-2012 Specializzazione 1995 2012 686 -1.64% Chirurgia generale 15.892 -2.33% Chirurgia toracica 1.515 -186% 922 -1.13% Oftalmologia 6.570 -1.16% Ortopedia e traumatologia 8.511 -2.34% Otorinolaringoiatria 6.356 -1.45% Urologia 4.611 -3.08% Cardiochirurgia Neurochirurgia Prospettive di sviluppo della Day Surgery: evoluzione della domanda e dell’offerta negli USA 96 milioni di interventi e procedure invasive 189 Ospedali e 398 Ambulatory Surgical Centers (ASC) 42,7 (40%) Inpatient 178 interventi/1000 ab. fino a 465-503 /1000 ab. in pz. 65-74 aa. 53,3 (60%) Outpatient 30.7 (57,2%) H 22,6 (42,8%) ASC National Survey of Ambulatory Surgery; US Department of Health and Human Services. Centers for Disease control and prevention. National Center for Health Statistics, 2006. 16 USA: se trasferissimo i 53,3 milioni di interventi chirurgici e procedure che attualmente si effettuano in regime di ambulatory surgery in regime di ricovero ordinario ne risulterebbero circa 162.000 posti letto per acuti (al 90% di tasso di occupazione), aggiuntivi rispetto agli oltre 830.000 esistenti, per un totale di circa 1.000.000 di posti letto, pari a circa il 3,5 posti per mille abitanti. ITALIA: qualora la maggior parte delle procedure chirurgiche confluenti nei 42 DRG di tipologia chirurgica a rischio di inappropriatezza in regime di ricovero, che oggi ammontano in totale a 1.992.963 ricoveri di cui in D.S. n. 1.181.350 (SDO 2009) per un totale di giornate di degenza n. 3.832.520, fossero trasferiti in regime ambulatoriale si potrebbero ridurre i posti letto di 11.000 unità circa (considerando un tasso di occupazione del 90%). Gli attuali 255.274 posti letto per acuti (di cui 7.969 dedicati alla day surgery) diventerebbero 244.274 con un indice posti letto per mille abitanti inferiore al 4 per mille. Fonte: La chirurgia ambulatoriale in Italia:definizione e modelli organizzativi Mastrobuono I., Antonelli M. Organizzazione sanitaria 2011; n.2 Aprile-Settembre 2011 POPOLAZIONE ULTRASESSANTACINQUENNE IN ITALIA (ANNI 2001-2026 E 2026-2051 – VALORI ASSOLUTI E PERCENTUALI) Regioni Valori assoluti (in m igliaia) Increm ento assoluto m edio annuo (in m igliaia) Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino A.A. Veneto Friuli V.G. Liguria Emilia Rom. Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia 2001 843 21 1.544 151 779 240 381 845 744 178 303 864 244 64 764 601 105 323 793 246 10.033 2001-2026 2026-2051 2001-2026 2026-2051 12,6 5,3 1,5 0,5 0,5 0,3 2,3 0,8 37,5 22,3 2,4 0,9 4,1 3,3 2,7 1,3 19,1 13,1 2,4 1,0 3,6 1,8 1,5 0,5 2,3 0,4 0,6 0,1 12,5 10,6 1,5 0,9 9,4 6,2 1,3 0,6 2,3 2,0 1,3 0,8 4,6 4,0 1,5 0,9 19,4 10,6 2,2 0,8 3,8 3,1 1,6 0,9 0,8 0,5 1,2 0,6 19,4 13,8 2,5 1,1 14,3 8,1 2,4 0,8 1,4 1,0 1,4 0,7 5,5 3,1 1,7 0,7 12,5 6,8 1,6 0,6 6,6 2,7 2,7 0,7 192,3 118,8 1,9 0,8 2026* 1.157 33 2.482 254 1.256 330 439 1.158 978 236 419 1.348 340 83 1.249 959 141 461 1.105 412 14.840 2051* 1.290 40 3.039 337 1.584 374 448 1.423 1.132 286 518 1.612 417 96 1.594 1.162 165 538 1.274 480 17.809 * Stime Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Istat (Censimento della popolazione 2001). Pubblicato su ASI, 17.6.2004, n. 25. Tasso % di increm ento m edio annuo 19 19 Confronto previsioni sul numero di non autosufficienti Fonte 2010 2020 2030 2040 2050 Var.% 20102050 Isvap [2001] 2.731.419 3.267.421 3.870.998 4.493.114 4.932.164 80.6% Beltrametti [2006] 1.740.000 2.150.000 2.540.000 2.920.000 3.200.000 83.9% Pure ageing, increase in formal care, unit cost 2.494.000 2.880.000 3.286.000 3.859.000 4.272.000 71.3% Constant disability 2.290.000 2.319.000 2.362.000 2.531.000 2.698.000 17.8% AWG Refence 2.392.000 2.600.000 2.824.000 3.195.000 3.485.000 45.7% Scenari ECP-WGA Nell’indagine si rileva che nel nostro Paese, in una famiglia su dieci vi è un componente affetto da disabilità. Solo il 20,9% delle famiglie riceve una qualche forma di assistenza domiciliare erogata dallo Stato ed il 12.5% si avvale di servizi privati. 20 20 Posti letto dedicati alla Long-Term Care negli istituti e negli ospedali, per 1.000 abitanti con età pari o superiore ai 65 anni - 2009 Istituti Ospedali 90 81.7 80 74.8 72.5 71.9 70 69.3 68.5 67.8 62.9 61.7 60.9 60 57.7 56.7 55.1 54.2 50 51.2 50.3 49.5 48.8 47.8 42.6 42.3 40.5 40 37.4 34.7 32.1 31.1 30 19.8 20 17.5 Italia Polonia Spagna Israele Corea Giappone Austria Estonia Stati Uniti Repubblica Ceca Lussemburgo OECD (19) Germania Danimarca Repubblica Slovacca Gran Bretagna Ungheria Australia Nuova Zelanda Irlanda Norvegia Svizzera Paesi Bassi Islanda Belgio Francia Svezia 0 Finlandia 10 190 191 Norvegia 170 180 Danimarca Assistenza domiciliare in Europa (assisiti a domicilio su 1.000 pazienti di età superiore ai 65 anni), 2005 140 120 80 87 96 Islanda Inghilterra Paesi Bassi Svezia Germania Repubblica Ceca Francia Italia 24 Fonte: Rielaborazione The European House-Ambrosetti su dati Ministero della Salute e Società Italiana gerentologia e geriatria, 2012 Legge 14 settembre 2011 n.148 Conversione in legge del decreto legge 13 agosto 2011, n.138 recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo - Tagli agli enti locali per 6 miliardi nel 2012 e 3,2 miliardi nel 2013. Sommati alle misure precedenti gli enti locali avranno 6,5 miliardi in meno nel 2012, 9 nel 2013 e 11,4 nel 2014 - Riforma dell’assistenza (assegni di invalidità, pensioni di reversibilità) che dovrà portare ad un taglio della spesa di 4 miliardi nel 2012, 12 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014. Se la riforma non dovesse raggiungere questo obiettivo, scatterà un taglio lineare di tutte le agevolazioni fiscali. 23 Stima dell’impatto finanziario per promuovere l’assistenza primaria E’ stata condotta una stima per la creazione sul territorio nazionale di 1.447 UCCP (unità di cure primarie) con 25 medici di medicina generale operanti h24, 7 gg. su 7, con una dimensione di 25.000 abitanti (25 medici per mille assistiti ciascuno). La spesa per la medicina generale salirebbe da 4,8 miliardi di euro (stima 2005) a 6,4 miliardi di euro con un aumento del 24,8%. (Gruppo Gisap. L’assistenza primaria in Italia 2009) E.Guzzanti 24 Breakdown spesa privata pro-capite in alcuni Paesi OECD (in $ PPP), 2009 ANOMALIA ITALIANA 424 587 77 193 168 617 616 Out of pocket Spagna Italia Germania Francia 291 Mediata 364 Regno Unito 552 La scomposizione della spesa privata sanitaria rivela come in Italia vi sia un forte squilibrio fra pagamenti out-of -pocket e pagamenti mediati da fondi e polizze assicurative. Fonte: elaborazione The European House-Ambrosetti su OECD Health data 2012 Casse, Fondi e Società di mutuo soccorso “Organizzazioni prevalentemente private, variamente denominate, che raccolgono, su base volontaria, risparmio dei singoli cittadini o di gruppi di cittadini o risparmio di tipo contrattuale a livello nazionale, regionale o locale, per fornire prestazioni sanitarie e sociosanitarie che integrano quelle assicurate dal Servizio sanitario Nazionale e dal Sistema di protezione sociale, per finalità non orientate al profitto”. Mastrobuono I, Guzzanti E., Cicchetti A., Mazzeo M.C. II finanziamento delle attività e delle prestazioni sanitarie. Il ruolo delle forme integrative di assistenza. Roma:Il Pensiero Scientifico Editore, 1999 Modificata maggio 2012 26 STATO ATTUALE anni iscritti 1998 2003 657.962 980.865 2004 2007 2008 3.570.000 5.983.000 6.396.700 assistiti fonti indagine 1.436.208 2.179.363 Mastrobuono Pfizer 4.900.000 10.341.210 10.341.210 Università di Padova Labate-Tardiola Labate L’anagrafe dei fondi istituita presso il Ministero della salute nel 2010 ha rilevato 293 fondi a fine 2011, di cui 254 con attestato per accedere alle agevolazioni fiscali previste dalla normativa: dichiarate 3,300.000 adesioni. L’83% dei 293 fondi iscritti ha esclusivo fine assistenziale, il 17% è costituito da fondi DOC. L’11% è costituito da fondi aperti, l’89% da fondi chiusi categoriali. Il numero degli iscritti è stato dichiarato solo dal 69% dei fondi (201 in tutto) per un totale di 3.367.000 persone su una stima di 5 milioni di aderenti. Mancano all’appello 23 fondi recenti. 27 Le proposte di meridiano sanità 2012 Rivisitare i LEA in funzione delle priorità dei pazienti e secondo i principi della medicina basate sulle evidenze scientifiche, secondo le logiche di Health Technology Assessment Accelerare il processo di deospedalizzazione già avviato, attraverso: l’erogazione di prestazioni sanitarie nei setting assistenziali più adeguati, nuove forme di organizzazione dei servizi, riconversione dei posti letto per acuti in eccesso Proseguire nel riordino delle cure primarie secondo le migliori pratiche già implementate in alcune regioni e le linee guida della Legge Balduzzi Favorire lo sviluppo di una rete nazionale di strutture di eccellenza nella ricerca e assistenza ospedaliera Garantire la sostenibilità del sistema sanitario negli anni futuri definendo, in modo coordinato e controllato dal SSN, le prestazioni da coprire attraverso forme di sanità integrativa, in coerenza con i fabbisogni socio-sanitari emergenti 28 Dalla politica del contenimento dei costi all’etica del razionamento e della lotta agli sprechi La politica del contenimento dei costi può a lungo andare iniqua e rappresentare una barriera all’accesso alle cure soprattutto dei pazienti più fragili. Quando le risorse finanziarie diminuiscono non è contraddittorio introdurre una etica del razionamento e la politica deve scegliere quali servizi e quali prestazioni sanitarie non possono essere più garantite, esplicitando i principi ed i criteri attraverso i quali ciò deve avvenire piuttosto che ricorrendo al razionamento implicito, non sempre equo e giusto. Accanto all’etica del razionamento esplicito che spetta inequivocabilmente alla politica c’è un’etica della lotta agli sprechi (da non confondere con le frodi che incidono per il 10% sui costi della sanità e si verificano sporadicamente mentre l’invecchiamento e le nuove tecnologie incidono sui costi in modo costante e continuo), sprechi da combattere con la maggiore responsabilizzazione dei medici verso la scelta delle terapie più appropriate che siano in grado davvero di dare risultati a lungo termine. Insomma è tempo di passare dal contenimento dei costi all'etica del razionamento e della riduzione degli sprechi. Howard Brody, M.D. The New England Journal of Medicine 2012, 366, 1949-51 29 Decreto Ministeriale Sanità 13 settembre 1988: Determinazione degli standards del personale ospedaliero. Art 2 Indirizzi organizzativi, comma 1, punto c La riorganizzazione dei presidi ospedalieri deve essere colta come l’occasione per far compiere un deciso passo in avanti al processo delle aggregazioni funzionali di tipo dipartimentale, deve servire ad incrementare l’integrazione multidisciplinare nelle attività assistenziali e consentire l’utilizzazione in comune di attrezzature di tecnologie avanzate e del personale tecnico ad esse preposto.Inoltre, l’organizzazione per aree omogenee, come prevista dalla legge 595 del 1985, e la sperimentazione dei dipartimenti possono agevolare un uso più flessibile delle disponibilità di ricovero e del personale di assistenza sanitaria ed accrescere l’attitudine del personale al lavoro di gruppo. CONCETTO DI DIPARTIMENTO Il Dipartimento è costituito dalla federazione di unità operative che mantengono la loro autonomia, indipendenza e responsabilità, così come quella di ciascuno dei membri che le costituiscono, ma che riconoscono la loro interdipendenza adottando un comune codice di comportamento clinico-assistenziale, didattico e di ricerca, dai profondi risvolti etici, medico-legali ed economici. Per far entrare questo modello nella realtà italiana occorre, intanto, dare effettiva attuazione ai dipartimenti e, quindi, dotarsi degli strumenti su cui fondare la critica che conduce all’apprendimento per un confronto tra come i problemi sono stati affrontati e risolti rispetto ad un modello ideale di riferimento. Questi strumenti possono oggi essere costituiti dalle linee guida e dai percorsi diagnosticoterapeutici, così che è l’intero gruppo assistenziale, e non solamente i medici, che definisce le procedure ritenute le più adeguate per il paziente che appartiene ad una certa categoria diagnostica, nei riguardi del quale si pianifica l’intero percorso assistenziale da seguire. I corsi di aggiornamento e le lezioni formali avranno sempre un ruolo rilevante, ma il modello della “learning organisation” è il proprio luogo di lavoro dove saranno stati attivati gli strumenti per seguire un vero percorso di apprendimento, fatto di problemi da risolvere, di difficoltà da superare, anche sul piano organizzativo e gestionale e di reciproche valutazioni di comportamenti umani e professionali. Fonte: Guzzanti E. La formazione continua. Organizzazione Sanitaria 2000;1:7-16. Governo clinico È la responsabilità assunta dagli appartenenti alle professioni sanitarie, sia negli ospedali che nell’assistenza primaria territoriale, al fine di garantire: il continuo miglioramento delle attività clinico-assistenziali, organizzative e gestionali; la pratica dell’audit clinico, periodico e formalizzato, per la verifica delle attività svolte, dei risultati ottenuti, e delle eventuali misure da adottare per l’adeguamento del gruppo, o dei singoli componenti, alle migliori prassi, professionali e comportamentali; l’identificazione delle possibili cause di rischi clinici e di eventi avversi, per evitarne il verificarsi e le relative conseguenze, e per renderli evidenti e rimediabili ove si manifestassero; Fonte: Guzzanti E., Governo clinico. Forum Sanità Futura, Cernobbio 5 Aprile 2004. Guzzanti E., Governo Clinico: dal Consiglio dei sanitari della riforma ospedaliera italiana del 1968 fino alle strategie di Tony Blair per l’NHS. Il Sole 24 Ore Sanità 11-17 maggio 2004, 10-11 Governo clinico (segue) 1. la formazione continua “attiva”, multidisciplinare e interprofessionale, cosicché l’ECM sia fondata sulle modalità, la qualità e i risultati delle attività e delle prestazioni effettuate, poste a confronto con i paradigmi di riferimento ritenuti migliori; l’adozione di linee guida e di percorsi assistenziali integrati, concordati e appropriati rispetto alle singole circostanze, che favoriscano la comunicazione e la reciproca collaborazione tra gli ospedali e l’assistenza primaria territoriale, per: evitare i ricoveri ordinari non necessari; limitare la durata delle degenze necessarie; collaborare nella utilizzazione del D.H e della D.S, concordare le modalità clinico-assistenziali e organizzative della dimissione protetta; il rispetto e il sostegno alla persona assistita e ai familiari, per consentire loro di partecipare alle scelte clinico-assistenziali da adottare nei singoli casi con la consapevolezza dei problemi, delle possibili soluzioni e dei risultati prevedibili. Fonte: Guzzanti E., Governo clinico. Forum Sanità Futura, Cernobbio 5 Aprile 2004. Guzzanti E., Governo Clinico: dal Consiglio dei sanitari della riforma ospedaliera italiana del 1968 fino alle strategie di Tony Blair per l’NHS. Il Sole 24 Ore Sanità 11-17maggio 2004, 10-11 "Dagli occhi delle donne deriva la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo." (W. Shakespeare) 35