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La rivista del benessere globale Fascino, simpatia e
Periodico bimestrale numero 4 - anno 5 Luglio - Agosto 2013
La rivista del benessere globale
Fascino, simpatia e professionalità
Salute
Benessere
Cultura
Società
Ambiente
Fashion
Design
Sport
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Sommario
IN COPERTINA
Luca Capuano
ECCELLENZE ITALIANE
Pier Antonio Bacci
L’INTERVISTA
Dott. Nilo Arcudi
SALUTE, BELLEZZA E BENESSERE
Birra
Essere belli
Adolescenza e alcool
La Radiocavitazione
Ragù vegano
CULTURA E SOCIETÀ
Ricordare Carlo Gesualdo
La metamorfosi del C.O.N.I:
Prestigioso incarico per Luigi Bertini
Il caso del Ministro
Bellezza e benessere tra i gioielli d'Italia
Alla scoperta di Monte Acuto
Castello di Spessa
SPETTACOLO E INTRATTENIMENTO
Casting e provini
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SPAZIO APERTO
DIRITTO E TUTELA DEL CITTADINO
L'associazione in partecipazione
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TURISMO
A sorpresa Winnipeg
Tel Aviv Museum of Art
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AMBIENTE ED ECOSOSTENIBILITÀ
Elif Bilgin e le bucce di banana
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DESIGN
Dalle spa al beach style
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MODA
Occhiali da hot summer
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SPORT
Intervista al coach Fabio Bovari
Il Perugia Calcio negli anni...
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38
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56
HI TECH
Sicurezza? Un'app che riconosce il tuo volto 70
EVENTI
55° Biennale di Venezia
Creatures Studios
REDAZIONALI PUBBLICITARI
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78
Eutonia pag. 22
Farmacia Le Fornaci pag. 14
Ju-Jitsu Massimo Bistocchi pag. 60
Officina Ortopedica Semidoro - Villa Cecilia pag. 68
TM
Wealth Planet magazine
6
54
Wealth Planet magazine
1
Editoriale
Direttore
Editoriale
Direttore
Responsabile
G.Laura
Ascione
Massimo
Poggioni
Week end in … sbornia
Mai così tanti i giovani sedotti dall’alcool, soprattutto negli under
18 si registra un record in questa cattiva abitudine: quattro
bicchieri e mezzo i maschi, inaspettatamente sei le femmine.
Aumentano di pari passo i “policonsumatori”, coloro cioè che
in una sola serata bevono birra, whisky, gin e tequila, senza
disdegnare il vino, che torna di moda nello sballo del sabato sera,
scelto soprattutto dalle giovanissime.
Personalmente ritengo
che
sia
inutile
e
sbagliato
criminalizzare
proibire o
ma
credo
sia
piuttosto
importante la funzione di informare, aumentando la
consapevolezza sull’importanza di questo tema ed invitare tutti ad
una maggiore responsabilità personale.
Ricordando che l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) classifica l’alcol fra le droghe, giuridicamente legale, ma
comunque una sostanza molto tossica per la cellula epatica, più di
molte droghe illegali, ed è causa di una dipendenza il cui grado
è superiore rispetto alle droghe più conosciute. Come tutte le droghe anche l’alcol ha un potere psicoattivo, è
in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello, la sua
assunzione protratta nel tempo induce assuefazione e può nel tempo
instaurarsi un legame specifico che condiziona negativamente lo
stile di vita della persona che ne fa uso, mettendone a rischio la
salute fisica, psichica e il rapporto famiglia-società.
Periodico bimestrale Iscr. Trib. di Montepulciano n. 321 13/05/2009
GECOM S.p.A.
Via Avv. Fulvio Croce, 14 - 52100 Arezzo - Tel. 0575 411166 - www.gecom.biz
Direttore Responsabile
Massimo Poggioni
Direttore Editoriale
G. Laura Ascione
Resp. Comunicazione
Francesco Patiti
Per la pubblicità
Roma e Lazio
Angelo Mangione
+39 340 8215137
Edito da
Wealth Planet Perugia
Presidente Massimo Patiti
Coord. Sez. Cult. Scien. Ed.le
Avv. Maria Siniscalco
Stampa Tipografia Pontefelcino
[email protected]
Si ringraziano tutti i collaboratori
Wealth Planet magazine
3
In copertina
a cura di G. Laura Ascione
In copertina
Luca Capuano nasce il 7 Marzo 1977
a Napoli, ha un carattere solare e un
animo sincero e leale. All'età di 23 anni
si trasferisce a Roma e inizia la sua
formazione artistica, debuttando poco
dopo come attore prima in teatro, poi
al cinema ed in televisione. Dal 2008
al 2012 si trasferisce a Torino per
interpretare uno dei primi personaggi,
Adriano Riva, che lo renderanno celebre
al pubblico del piccolo schermo. Oggi
vive a Roma.
4
Wealth Planet magazine
Nascere in una città come Napoli quanto ha influenzato
la tua crescita sia come uomo che come attore?
Napoli ti forgia e ti fortifica sicuramente più di una città
tranquilla e semplice. A me è andata bene perché sono
cresciuto in un ambiente che mi ha dato tanto come persona
e anche artisticamente. Napoli è in grande fermento artistico,
lo è sempre stata e lo è ancora. L'influenza familiare è
sicuramente importante, ma determinante è stato saper
scegliere le amicizie giuste e avere una personalità forte e
determinata nel voler restare una persona vera e pulita.
Quanto sei legato alla tua città e alla tua famiglia di
origine?
Così tanto che mio figlio Matteo, nonostante vivessi a Torino,
ho deciso di farlo nascere a Napoli, stessa cosa con il
secondogenito Leonardo. Oltretutto ho una famiglia numerosa
e la fortuna di avere con me i miei nonni e questo mi porta
a tornare ogni volta che mi è possibile, proprio perché sento
questo grande legame con tutto ciò che ho creato a Napoli,
anche se professionalmente sono cresciuto lontano da Lei.
Purtroppo l'unica grande e importante amicizia che ho è a
Torino, ma non riesco mai a portarla via con me nei luoghi
dove vado a vivere.
Essere un sex symbol ti ha mai penalizzato?
Sex symbol per me è un parolone. Sono contro queste
etichette, anche se non posso negare che la bella presenza
mi abbia aiutato nella vita, ma credo che valga un po' per
tutti. Sono convinto che il bello e basta non serva a nulla,
parlo anche per me, se non è accompagnata dalla capacità
di sapersi porre verso gli altri con educazione e intelligenza.
Nel lavoro non credo sia un limite, anzi lo spero, non vorrei
che mi precludesse degli spazi per entrare nel mondo del
grande schermo. Una provocazione la mia dato che grande
desiderio sarebbe poter veder lavorare attori nuovi di grande
bravura e professionalità uscendo così da questo circolo
vizioso legato anche alla presentazione di progetti che
vengono presi in considerazione solo se gli interpreti sono
volti già noti al grande pubblico.
Bellezza e benessere, quali sono le tue priorità?
Benessere, perché è quello che ti porta alla bellezza, e non
è un luogo comune. Per me benessere è una bella corsa in
montagna proprio come oggi, è fare sport, stare a contatto
con l'acqua che ritengo il mio elemento e chi nasce vicino al
mare mi può capire, pasteggiare con gli amici, poter giocare
con i miei figli.
A breve ti rivedremo nella fiction, Le tre rose di Eva 2.
Una gran bella sfida, legata anche alla crisi che stiamo
attraversando. Facciamo parte di un sistema produttivo che
vuole garantire lavoro alle maestranza e si impegna ad
abbattere i costi girando quattordici puntate in soli tre mesi
e mezzo, il che può sembrare una follia. Con questa nuova
serie andremo ad occupare una fascia molto impegnativa
con un prodotto di qualità lavorato da grandi professionisti
che in tempi così stretti di lavorazione sono riusciti a dare il
meglio di se grazie al grande aiuto degli sceneggiatori che
non hanno mai perso di vista il personaggio, rendendo la
fiction scorrevole, senza scene di passaggio o momenti di
relax, tenendo sempre viva l'attenzione.
La passione che contraddistingue il tuo personaggio,
Edoardo Monforte, nelle "Le tre rose di Eva" è anche parte
integrante anche della tua personalità?
La grande passione nel bene e nel male, fa parte dello spirito
napoletano, fatta anche di estremi. Sicuramente ho portato
anche del mio nel personaggio di Edoardo, certo non arrivo
a fare ciò che ha fatto o farà Lui che sperimenta l'amore
in tutta la sua vastità. Lo vedremo pronto a sacrificare la
propria vita ma allo stesso tempo anche disposto ad uccidere
per amore, sempre con Aurora suo angelo e demone. Non
mancheranno colpi di scena e inseguimenti da cardiopalmo.
Ci saranno molti casi da risolvere, svariati intrecci e l'ingresso
di nuovi personaggi. Questa volta Edoardo, sempre perno
della storia, si mostra, forse, il meno egoista dei personaggi,
dimostra di conoscere perfettamente l'animo umano anche
se questa capacità gli da la destrezza di saper sempre dove
colpire. Nella vita non sono così, anche riconoscendomi la
capacità di essere un buon osservatore.
Lavorare sul set è un esperienza che aiuta anche nella
vita?
Penso che sia la vita un esperienza che ti aiuta sul set che
comunque ti insegna ad esplorare altre caratteriste umane,
perché devi entrare nel personaggio, capire e in quel momento
essere Lui. Spesso nella vita, per deformazione professionale,
ci capita quasi di sdoppiarci ed osservarci anche in momenti
in cui si soffre e piange. Avviene inconsciamente e ti scopri ad
osservarti mentre vivi un emozione per poi poterla riportare
sul set. Lì poi diventa importante lasciarsi andare, anche se
qualche volta ci si aiuta con mezzi tecnici, fondamentale è
provare tu stesso quell'emozione in modo tale da riuscire a
coinvolgere nella storia il pubblico che ti segue. 
Wealth Planet magazine
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E I
ccellenze
E I
taliane
ccellenze
Pier Antonio Bacci
Direttore Scientifico nella Nuova Fiera di Roma
per il Roma International Estetica.
Pier Antonio Bacci vive ad Arezzo.
Specialista in Malattie Vascolari e Chirurgia.
Già Professore a contratto di Chirurgia Estetica
nell’Università di Siena, è docente di Medicina Estetica
nell’Università di Barcellona, Pavia, Siena e Parma.
Membro della Società Italiana di Chirurgia Plastica.
Flebologo esperto ed opinion leader nella chirurgia estetica
mini invasiva del volto e del corpo.
taliane
“io amo la vecchiaia perché si
finisce di essere qualcosa per
divenire qualcuno”
Bellezza è Libertà
Il ruolo dell’estetica nella società che cambia
Cosa intende per Bellezza?
Nella sua scala dei valori, Platone mette la bellezza al
secondo posto, fra la salute e la fortuna. Una bellezza
che molti filosofi hanno cercato di definire, ma che sfugge
continuamente per non farsi limitare entro il confine di
una frase. Il filoso scozzese David Hume la considera
un’esperienza personale che sta negli occhi di chi guarda,
il poeta-musicista brasiliano Vinicius de Moraes, si scusa
con i brutti, “poiché la bellezza è fondamentale, un dono
divino”, mentre Ugo Foscolo la considera emozione fonte
di armonia. Anche per me la bellezza è proporzione ed
emozione, che occorre vivere e percepire, senza cercare di
darle una definizione.
Oggi è però importante essere belli?
Certamente essere belli è quasi diventato un lusso
necessario e talvolta il sentirsi belli è più importante del
sentirsi bene. Ciascuno ha il diritto/dovere di proteggere
la propria salute e trovare il proprio bello, perché anche la
vanità, quando non significa mito, ma cura del corpo, sa
stimolare quell’entusiasmo utile per dare agli altri il meglio
di noi stessi.
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Wealth Planet magazine
E’ quindi giusto ricorrere al chirurgo estetico?
Aumentare il volume del seno, correggere un inestetico
naso o migliorare il contorno delle labbra per ricercare una
parte di bellezza con il bisturi non è peccato, anzi spesso
favorisce equilibrio e sorriso.
La ricerca della bellezza ha sempre rappresentato il tentativo
atavico di armonizzare l’ego con il mondo esteriore,
la musica e l’arte ne sono le maggiori testimonianze, e
quando apparire ed essere lavorano in sinergia, certamente
i traguardi diventano infiniti. I trattamenti cosiddetti estetici
rappresentano quasi sempre veri momenti di medicina
preventiva, dato che gli inestetismi sono spesso iniziali
alterazioni di future patologie, basta pensare alla cellulite,
ai capillari o alle rughe. E’ solo l’eccesso che deve essere
combattutto.
Per il quarto anno ha ricevuto l’incarico di direttore
scientifico per il Roma International Estetica alla
Fiera di Roma, qual è il suo obiettivo?
Se opportunamente formata, anche l’estetista può diventare
una sentinella dello stato di salute dei cittadini, in una vera
sinergia con gli operatori sanitari. L’attuale società si sta
trasformando e sempre più occorre avere cura del corpo
e fare prevenzione. Non solo, pensiamo ai problemi delle
donne che hanno avuto tumori al seno.
Ciascuna di loro deve tornare a vivere con la sua femminilità,
per questo occorre lavorare con la stessa professionalità
sia nella fase preventiva che nel momento chirurgico o in
quello riabilitativo-estetico.
La persona umana sempre deve stare al centro ed anche
eventi scientifici o fieristici possono divenire importanti
momenti d’incontro e di formazione.
ringiovanire il volto e dare armonia ai glutei, ma nei casi
più avanzati c’è sempre la chirurgia plastica tradizionale.
Quindi nessuno vuole più invecchiare?
Per rallentare la via dell’invecchiamento oggi si può fare
molto, ma il passare degli anni è vissuto sempre con ansia,
anche se Coco Chanel afferma: “io amo la vecchiaia
perché si finisce di essere qualcosa per divenire qualcuno”,
sono belle parole che ricordano a tutti che la vita è bella
anche quando è sera. 
Lei è considerato pioniere nella chirurgia estetica
mini invasiva con i fili di sostegno, di cosa si
tratta?
Con questo termine s’intende la possibilità di riposizionare
i tessuti evitando lunghe cicatrici, scollamenti tessutali ed
effetti collaterali importanti.
Si usano piccolissime incisioni e minuscoli fili chirurgici
che hanno delle spine che sorreggono i tessuti e che sono
introdotti con un semplice ago.
E’ una strategia nata circa 15 anni fa e che oggi si è evoluta
e diffusa nel mondo con ottimi risultati, soprattutto per
Wealth Planet magazine
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L’intervista
Intervista al Vicesindaco
Dott. Nilo Arcudi
La bellezza ed il benessere della città di Perugia al
centro dell'impegno del Vicesindaco
a cura di Mirina Hoxha
Nell’ottica del benessere del bambino, dell’adulto e
dell’anziano, quali sono state le iniziative promosse da
parte del Comune in questa prima parte 2013 e quante
verranno promosse nella seconda metà dell’anno?
Per quanto riguarda la gestione degli anziani con particolare
riferimento a quelli che purtroppo stanno male: c’è un
progetto del Comune che riguarda la costruzione di nuove
strutture o altre iniziative per far fronte alla difficile gestione
a cui moltissime famiglie vanno incontro tutti i giorni?
L’Amministrazione comunale, da anni, ha attivato una solida
e articolata rete di servizi a beneficio di bambini, anziani
e famiglie. Una rete strutturata che funziona tutto l’anno e
che va dall’assistenza nelle scuole al bambino disabile,
alla protezione sociale e tutela dei bambini, all’assistenza
agli anziani (uno dei progetti è la consegna dei pasti a
tariffe agevolate direttamente a casa). Il Comune di Perugia,
nonostante i tagli ai trasferimenti agli enti locali, le ristrette
risorse economiche ha deciso di non arretrare sui servizi
che sono un fiore all’occhiello di questa città. La scelta è
stata quella di mantenere l’attuale livello di offerta della rete
dei servizi sociali e socio-sanitari esistenti, introducendo
dove possibile alcune innovazioni. Tra queste, il progetto
P.I.U.M.A contro gli abusi sui minorenni; il protocollo d’intesa
fra Amministrazione comunale e Caritas diocesana, alleate
per contrastare le difficoltà economiche indotte dalla crisi,
per coordinare e rendere più efficienti e mirati gli interventi
finora messi in campo, per fare fronte comune a salvaguardia
della coesione sociale e in particolare a tutela delle fasce
di popolazione più a rischio di povertà ed emarginazione;
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Wealth Planet magazine
e ancora, l’attuazione di misure regionali per la famiglia e
progetti europei in tema di politiche giovanili.
Per quanto riguarda la bellezza ed il benessere della città:
Nella rivalutazione del centro storico c’è un progetto che
riguarda lo storico “mercato coperto”?
Il Mercato coperto deve tornare a svolgere una funzione
strategica per il centro storico, deve prevedere al suo interno
un mix di funzioni e il progetto che l’Amministrazione
comunale aveva approvato andava proprio in questa
direzione. Purtroppo, il mutato scenario economico,
nazionale e mondiale, non ha consentito che la progettazione
venisse portata avanti dai privati. Al momento, sono in corso
verifiche e confronti con nuovi soggetti che potrebbero
essere interessati al progetto di rilancio di questa parte di
città.
Cosa consiglia a chi guardando indietro, anche di pochi
anni, vede Perugia un oasi felice e invece oggi, ogni mattina
deve fare i conti con una sorta di bollettino di guerra?
Ogni epoca, ogni periodo storico ha avuto i suoi momenti
felici e quelli negativi. Oggi, certamente stiamo vivendo
una fase complessa, difficile, sotto tutti i profili: economica,
occupazionale, sociale, politica, persino di valori. Perugia,
in questo quadro negativo, ha cercato di mantenere un
punto fermo: la coesione sociale. Ha attuato politiche di
aggregazione, di rilancio dei quartieri, di rivitalizzazione
della città. Ha continuato a investire e i cantieri aperti ne
sono un esempio. Penso a Via Fabretti, un’opera articolata,
attesa da decenni, che questa Amministrazione ha voluto
realizzare e su cui sono state investite risorse per circa 700
mila euro, metà delle quali a carico delle istituzioni, il restante
delle società concessionarie; alla rotatoria di Madonna
Alta, per 260 mila euro; il sottopasso di San Martino in
Campo per 70.000 euro; la rotatoria di Via Adriatica a
Ponte San Giovani per oltre 1 milione di euro. Sono alcuni
esempi di come il Comune di Perugia, nonostante i tagli del
governo, il Patto di Stabilità, la esiguità di risorse, abbia
continuato a investire, in una visione dinamica, e non
statica, della città. Questo per dire che fermarsi a guardare
il passato senza una prospettiva futura serve a ben poco.
Perugia conserva quella sua capacità di valorizzare la sua
parte più antica, le sue tradizioni, la sua identità, la sua
storia, in una ottica moderna e innovativa. In un delicato
equilibrio fra passato, presente e futuro. Questa città era
altro da quella che viviamo oggi. Indubbiamente. Ma lo
è, come lo sono tutte le altre città d’Italia, d’Europa, del
mondo. Con un distinguo: l’identità e l’essenza di questa
città aperta, accogliente, internazionale, vocata alla pace
non sono mutate, anzi, semmai rafforzate.
Il punto: la criminalità. E’ un fatto di Perugia, ma non
esclusivo. Chiaramente, i problemi esistono, li stiamo
affrontando con una serie di misure. Prima di tutto, li
abbiamo denunciati apertamente, abbiano coinvolto lo
Stato e abbiamo fatto passi fondamentali per combattere
e contrastare droga, prostituzione e tutto ciò che questi
fenomeni portano con sè. Dallo Stato abbiamo ottenuto
l’attenzione necessaria a cambiare rotta. Un passaggio
chiave è stato la presenza del Ministro Cancellieri a Perugia
che ha determinato due benefici immediati: una presenza
vistosa e stabile delle forze dell’ordine in centro; l’arrivo
del Reparto prevenzione crimini. Ma c’è un terzo elemento,
frutto di quell’impegno istituzionale che abbiamo profuso
per contrastare la criminalità a Perugia, che è l’apertura del
presidio di Via Bartolo.
Da parte nostra, continueremo a pretendere sicurezza dallo
Stato e proseguiremo nella strategia, che si è dimostrata
vincente, di valorizzazione delle risorse di Perugia, di
quelle energie positive che unite alle strategie del Comune
possono determinare il cambiamento. Mi riferisco al mondo
del sociale e della cultura, delle associazioni dei residenti.
Abbiamo istituito anche un gruppo di lavoro specifico
per la zona della stazione, da me coordinato, nell’ottica
di garantire risposte anche a questa parte, problematica,
di città. Una attenta e coordinata azione di recupero e
riqualificazione in cui i temi della sicurezza, dei servizi, del
decoro urbano, della vita culturale, della socialità, saranno
affrontati in modo organico e coordinato.
Per quanto riguarda il benessere “intellettuale”, Perugia si
è candidata come capitale della cultura per il 2019, Lei
considera la cultura un capitale sul quale continuare ad
investire?
La cultura è un capitale su cui investire sempre, è il motore
di sviluppo per eccellenza, crea economia, civiltà, crescita.
Perugia, nell’attivare la candidatura ha, di fatto, iniziato
un percorso che va oltre l’obiettivo finale. Un percorso
che rompe i confini comunali, che abbandona la logica
del campanilismo per dare vita a un progetto Umbria, di
promozione unitaria di tutto il territorio e di cooperazione
fra enti e istituzioni diverse e mondo del privato.
Vorremmo un suo consiglio e un augurio per l’inizio di questo
nuovo anno per quanto riguarda la nostra rivista, la nostra
squadra di Pallavolo Femminile che milita nel Campionato
Nazionale di Serie B1 e la collaborazione culturale con il
Perugia Calcio sempre nell’ottica della promozione della
bellezza e del benessere nei vari ambiti dello sport.
Lo sport, assieme alla cultura, concorre alla crescita della
città. L’attività sportiva, intesa non solo sotto il profilo fisico,
di allenamento, è palestra di vita e veicolo di educazione,
di trasmissione di quei valori sani su cui poggiano
benessere e senso civico. L’avere, poi, squadre che militano
nella parte alta delle classifiche non può che riempirci di
orgoglio, segno che Perugia è competitiva e capace di
raggiungere risultati straordinari, grazie alla combinazione
di una serie di fattori: società sportive che si impegnano
per garantire l’attività, atleti che con grande professionalità,
determinazione e sacrificio conseguono risultati importanti
e strutture pubbliche idonee e adeguate alla pratica
sportiva (più di 100 quelle comunali messe a disposizione
della comunità). L’Amministrazione comunale sostiene, da
sempre lo sport, quello sano e in tutte le sue forme. Non
c’è uno sport minore e uno più nobile, ma tutti, allo stesso
modo, fanno di Perugia la città dello sport e concorrono a
proiettare Perugia nel mondo. A Wealth Planet l’augurio di
continuare a cogliere l’essenza della vita e di questa città,
di scorgere i punti di forza, le risorse, il patrimonio che
Perugia conserva e tramanda da secoli. 
Wealth Planet magazine
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Salute, Bellezza e Benessere
Birra
a cura della Dott.ssa Maria Luisa Bacosi
Università degli Studi di Perugia
Biologo Nutrizionista
Gusto, forza, passione
Chi tra di noi ha superato i cinquanta, ricorderà sicuramente
la bionda tedesca Solvi Stubing che sussurrava al pubblico di
Carosello: “Chiamami Peroni sarò la tua birra”; o quello che
diceva Renzo Arbore a una modella nella storica pubblicità
di AssoBirra, circa trent’anni fa:”Un bicchiere di birra ha così
poche calorie che lascia il peso che trova”.
La storia della birra, come quella del vino, si perde nella
notte dei tempi. Forse i più immaginano che la birra sia un
prodotto di origine nordica, in contrapposizione al vino che
invece appartiene alla civiltà mediterranea. Invece la birra è
probabilmente la prima bevanda inventata dall’uomo con la
“domesticazione” dei cereali. Antichi manoscritti riportano come
già nell’antico Egitto, zona di abbondanza di orzo e grano,
venisse prodotta una bevanda a base di orzo fermentato,
chiamata zygita. La bevanda che veniva prodotta allora era
probabilmente assai diversa da quella che noi oggi chiamiamo
birra: questa è infatti aromatizzata prevalentemente con il
luppolo, mentre allora si utilizzavano essenze più caratteristiche
delle regioni mediorientali, come spezie (chiodi di garofano,
cannella, pepe) o frutti (fichi, datteri). Inoltre, la mancanza di
filtrazione, di selezione del lievito e del controllo del processo
fermentativo, faceva della birra di allora una bevanda meno
effervescente e più soggetta ad alterazioni di quanto non sia
adesso. Gli Egizi attribuivano l’invenzione della birra al dio Rie;
su alcuni testi è riportato di lattanti svezzati con miscele a base
di birra chiara, acqua, miele, farina e orzo.
Ai bambini più grandi, durante una cerimonia di iniziazione,
veniva regalata una piccola anfora contenente birra che li
avrebbe accompagnati fino alla sepoltura. Sempre gli Egizi
usavano detergere il corpo dei defunti con la birra, prima della
preparazione della mummia; e la regina Cleopatra prima
di suicidarsi versò per sé e per la dea Anubi una birra molto
concentrata e preziosa, chiamata sà, che veniva usata solo nelle
cerimonie religiose o riservata al faraone. La produzione della
birra passò poi alle civiltà greche e romane, che però la tennero
al secondo posto rispetto alla produzione di vino, favorendone
comunque la diffusione in Europa centrale, dove trovò terreno
assai fertile per il suo sviluppo. Bisognerà aspettare il Medio Evo
per l’introduzione del luppolo, epoca in cui la birra ha iniziato
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Wealth Planet magazine
il suo lungo viaggio occidentale, dai monasteri dove venivano
conservate le ricette, fino ai pub e ai ristoranti stellati.
Speziata, profumata, bionda o scura, leggera per l’estate
o robusta per l’inverno, questa bevanda socializzante sta
registrando nel nostro paese un sensibile e costante trend di
crescita, grazie soprattutto alle garanzie di qualità rigorosamente
artigianale. E questo è dimostrato come nel contesto di tagli
alla spesa imposti dalla crisi, la birra è dopo l’acqua minerale
la regina incontrastata della tavola degli italiani e bevanda
“democratica” per il suo prezzo contenuto. Anche se la
tradizione vinaria mantiene ancora il primo posto, i sommelier,
che qualche decina di anni fa sarebbero inorriditi di fronte ad un
abbinamento cibo e birra, oggi la accostano a piatti sofisticati
in contrapposizione al vino.
La birra viene sostanzialmente ricavata dall’infusione
di cereali in acqua e dalla successiva fermentazione di
questo infuso. Il lievito, che trasforma gli zuccheri in alcol e
anidride carbonica, è il vero protagonista della produzione
della birra.
Un bicchiere di birra ha meno calorie di un succo di frutta;
contiene vitamina B6, magnesio e potassio. Inoltre nei
soggetti con diabete, la birra consumata ai pasti, grazie
alla scarsa quantità di zuccheri in essa contenuti, non
influisce nell’innalzamento critico dei livelli di insulina.
Chi pensa che la birra sia sinonimo di omoni barbuti che
tracannano boccali di birra, sbaglia notevolmente: le ultime
ricerche di mercato evidenziano che in Italia chi beve birra
è donna, giovane, attenta alla linea e che tiene sempre
il conto delle calorie. Apprezzata dalle signore durante
i pranzi e le cene fuori casa è sinonimo di convivialità,
abbinata a antipasti, primi piatti freschi e leggeri, pizza
o un semplice panino. La preferita è la classica leggera e
“chiara” meno strutturata e meno alcolica.
E’ dissetante, povera di alcol, costituita per oltre il 90%
di acqua e prodotta con ingredienti che ne fanno una
bevanda sana ed equilibrata. Ma attenzione: l’importante
è non cedere agli eccessi. Beviamo birra, ma in modo

consapevole, in armonia con i limiti del buon senso. e-mail [email protected]
Salute, Bellezza e Benessere
Essere belli
un pass-partou per la società moderna?
a cura della Dott.ssa Barbara Bertocci
Psicologa, Psicoterapeuta, Vice Presidente
Associazione per i Diritti degli Anziani
(A.D.A.)
La bellezza è l’insieme delle qualità percepite tramite i cinque
sensi, che suscitano sensazioni piacevoli che attribuiamo a
concetti, oggetti, animali o persone nell’universo osservato.
Il concetto della bellezza, assieme a quello dell’apparire e
della visibilità caratterizza fortemente il tempo storico che
stiamo vivendo. L’attrattività diventa un fattore importante
nelle relazioni con gli altri, nel lavoro, nella scuola (gli
insegnanti potrebbero dedicare più attenzione agli alunni
attraenti rispetto a quelli considerati meno affascinanti) e
nella politica (l’essere belli aiuta a catturare consensi politici).
Da studi risulta inoltre che a parità di mansione lavorativa,
i belli guadagnano di più. Prima degli anni Sessanta
regnava l’idea: “non è bello ciò che bello ma è bello ciò
che piace”. Affermazioni di questo tipo venivano rafforzate
da altre come: “la bellezza è negli occhi di chi guarda”.
Tali modi di dire, in fondo, risultavano tranquillizzanti in
quanto ci rassicuravano sulla nostra razionalità e sulla
nostra immunità dalle ingannevoli apparenze. Peccato
che queste frasi non corrispondano affatto ai risultati della
ricerca psicologica. In realtà gli studi hanno dimostrato che
a determinare la bellezza estetica intervengono due fattori:
quelli estrinseci, legati al contesto storico culturale e quelli
intrinseci, universali, indipendenti dalla cultura.
E’ sui secondi che la psicologia della bellezza fonda il suo
interesse. Quando si parla di fattori intrinseci, ci si riferisce
ad esempio alla statura, alla conformazione dei denti, alla
grandezza della pupilla, al colore dell’iride, alla presenza
di occhiali, all’assenza o alla presenza di barba, alle
proporzioni del volto, alla forma degli occhi, alla presenza
e posizionamento di nei. Per rendersi conto di quanto
l’attrattività giochi un ruolo chiave è sufficiente pensare a
quei casi in cui essa risulta deficitaria. Una sfigurazione
del volto in seguito ad un incidente o in seguito ad una
malattia dermatologica può minare a fondo l’autostima
e compromettere l’opportunità di avere buoni rapporti
interpersonali, di trovare un partner o un lavoro. Da varie
ricerche di psicologia sociale svolte negli anni ’90 risulta
infatti che le persone fisicamente attraenti, rispetto a quelle
giudicate “meno belle”, indipendentemente dalla fascia
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Wealth Planet magazine
di età, dal sesso e dal gruppo culturale d’appartenenza,
ricevono maggior aiuto dagli altri, sono valutate in maniera
più favorevole sul lavoro e hanno più probabilità di essere
soddisfatte nella vita relazionale. Inoltre, queste sono spesso
giudicate come più energiche, più intelligenti, più padrone
di sé, più socievoli, più competenti, più buone, più gentili e
più persuasive. Ciò avviene probabilmente a causa di una
profezia che si auto avvera: poiché queste persone sono
trattate in maniera più favorevole e poiché molti cercano la
loro compagnia, le persone attraenti tendono a diventare
più sicure di sé e ad avere migliori abilità sociali. Non vi è
però alcun dato che dimostri che le nostre aspettative elevate
inducono le persone attraenti a diventare più intelligenti ed
oneste! Gli psicologi chiamano questo fenomeno “effetto
alone”: una singola caratteristica, come l’avvenenza di una
persona, viene ad influenzare, appunto come un alone,
altre sue caratteristiche e la nostra impressione risulta
falsata. Una notevole bellezza, comunque, può portare
con sé alcuni aspetti negativi. Per esempio, una persona
attraente alla quale venga detto:<<la tua relazione è stata
una meraviglia>> potrebbe chiedersi:<<Devo attribuire
questo complimento alla mia relazione o al mio aspetto?>>.
Questo genere di ambiguità nell’attribuzione può indurre le
persone attraenti a pensare che la fonte del loro successo
sia la loro bellezza, anziché le loro capacità intellettuali o
di altro tipo. Inoltre, la bellezza non è una salda base per
il successo, perché inevitabilmente sfiorisce. Ecco allora che
molte persone ricorrono a percorsi più o meno invasivi per
modificare il proprio aspetto fisico. Ognuno di noi dedica
parte della giornata alla cura del proprio aspetto fisico, allo
scopo di renderlo più gradevole e questo è molto giusto
sia perché mostrarsi agli altri in modo curato e gradevole
è anche un modo per dire che ci prendiamo cura di noi
stessi e ci “vogliamo bene”, sia perché i vestiti, il trucco,
la pettinatura, cioè tutti quegli elementi che fanno parte
del nostro look, sono un mezzo che utilizziamo anche per
comunicare con gli altri. Pertanto, avviene soventemente che
al cambiamento dell’aspetto esteriore può corrispondere
una rielaborazione della propria immagine. Pensiamo così
alle donne e ai loro nuovi look quando attraversano grandi
cambiamenti. Per esempio capita spesso che una donna
dopo il matrimonio o dopo la nascita di un figlio tagli i
capelli, oppure cambi anche il colore. Ciò che si tende a
modificare è la parte non coerente alle nostre aspettative,
ma quando si oltrepassa un certo livello probabilmente c’è
qualcosa che non va. Per questo, il confronto con un esperto,
quale per esempio uno psicologo, potrebbe essere il modo
corretto per evitare gravi conseguenze sulla propria salute
psico-fisica. Concludendo, se oltre al contenitore si curasse
il contenuto, la ricerca verso la “perfezione” troverebbe una

meta più vicina a noi. Bibliografia: Marco Costa, Leonardo Corazza, (2006), Psicologia della
Bellezza, Giunti, Firenze Nicoletta Cavazza, Augusto Palmonari (2003),
Una nuova bellezza: studi sull’effetto persuasivo di una fonte che aderisce
a un modello socialmente desiderabile, Giornale Italiano di Psicologia,
10, pp. 389-410
G
m
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s
p
a
i
l
i
n
c
o
i
f
fol
f
i
r
È una pianta tropicale della
tradizione africana, “scoperta” solo
in anni recenti dall’erboristeria e
dalla fitoterapia occidentale.
La Griffonia ha come habitat
principale l’Africa centrale e
occidentale, in modo specifico la
Costa d’Avorio ed il Ghana, dove
si trova soprattutto nelle macchie, di
a cura
solito accanto a cumuli di tane di
del Dott. Giulio Lattanzi
Macroterme, una specie di termite
Farmacista, nutrizionista
che riesce a sopravvivere come
parassita in pianura, nei boschi,
anche nelle vegetazioni poco sviluppate e nelle fattorie locali.
I semi di questa pianta contengono notevoli quantità di 5-HTP
(5-idrossitriptofano), precursore diretto della serotonina.
La serotonina è uno dei principali neurotrasmettitori del
sistema nervoso ed è coinvolta nella regolazione del tono
dell’umore, del senso di fame, del sonno (la serotonina è
infatti, a sua volta, il precursore della melatonina) e di altre
importanti funzioni.
La Griffonia è un arbusto legnoso di ragguardevoli dimensioni,
che cresce nelle regioni umide dell’Africa centro-occidentale.
Produce semi dal tegumento di colore rosso scuro, o grigio
scuro nerastro, secondo il grado di maturazione. Mediante
ia
l’assunzione di griffonia è quindi possibile apportare il
precursore 5-HTP dall’esterno e incrementare i livelli di
serotonina nell’organismo.
Il risultato dell’assunzione di 5-HTP è un rapido effetto
(documentato da svariate ricerche internazionali e
dall’entusiasmo di molti consumatori) di riequilibrio
di depressioni lievi e moderate, di facilitazione del
sonno e di contenimento dell’ansia e della fame nervosa
in particolare, della bramosia nei confronti dei carboidrati.
La Griffonia simplicifolia è una fonte naturale di 5HTP
(idrossitriptofano), un acido amminico che riesce a migliorare
l’assorbimento di triptofano, un diretto precursore della
serotonina. È già stato usato in precedenza, in aggiunta alle
cure mediche, per curare la depressione e la fibromialgia;
inoltre, è comunemente utilizzata per eliminare l’insonnia,
l’emicrania e nelle diete che prevedono la perdita di peso.
È stato dimostrato che riduce sensibilmente il dolore e
l’ansia provocate dalla fibromialgia e gli ultimi studi condotti
su soggetti che soffrono di leggere depressione offrono
risultati confortanti. Da segnalare il fatto che dosi più alte
di idrossitriptofano hanno la capacità di ridurre l’appetito e
promuovere la perdita di peso, quindi l’idrossitriptofano viene
commercializzato come un integratore per aumentare l’umore,
ridurre l’ansia e le vampate di calore, combattere l’obesità e
migliorare la qualità del sonno. Alcune persone lo assumono
anche per contrastare il disturbo da deficit di attenzione. Il
nostro corpo comunque produce già di suo il triptofano.
Questo è un aminoacido essenziale, il che significa che deve
essere ottenuto per via alimentare. Ciò avviene perché il corpo
umano riesce a convertire l’idrossitriptofano in corrispondenza
dello stato d’animo, poiché influisce sulla regolazione della
serotonina, per cui i principi attivi derivati dai semi di Griffonia
simplicifolia hanno lo scopo di aumentare i livelli di serotonina
nel cervello.
I dosaggi standard e le modalità di assunzione di 5-HTP vanno
da 50 a 100 milligrammi per 1-3 volte al giorno, preferibilmente
prima dei pasti, benché in qualche caso gli effetti siano molto
rapidi, in genere sono necessarie alcune settimane perché i
miglioramenti si consolidino.
Reperibile in farmacia sotto varie forma, compresse, estratto
secco, opercoli e tintura madre a diverse concentrazioni.
La griffonia può essere serenamente assunta al posto di un
ancor più noto rimedio naturale per i disturbi dell’umore,
l’iperico (Hypericum perforatum), spesso temuto per le sue
possibili interazioni con i farmaci eventualmente assunti
in contemporanea: la griffonia non ha invece effetti sul
metabolismo dei medicinali.
La griffonia può essere anche assunta insieme all’iperico e ad
altre erbe che agiscono sulla sfera nervosa (rodiola, schisandra,
passiflora ecc.), soluzione infatti scelta da molte aziende nella
formulazione di prodotti naturali per il benessere psico emotivo.
L’interesse verso questa pianta in Europa è relativamente
recente, ed è conseguenza dell’accelerazione che la ricerca
in campo fitoterapico ha subito, in seguito ad un inconveniente
verificatosi alla fine degli anni ‘80; la Griffonia è ricca di
triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina, un
neurotrasmettitore coinvolto nel miglioramento dell’umore,
della qualità del sonno, del ciclo sonno-veglia, del controllo
della soglia del dolore, della termoregolazione corporea.
Negli anni ‘80, come dicevamo, si iniziò a utilizzare il
triptofano sintetico come antidepressivo e contro l’insonnia, ma
negli USA si verificarono casi di gravi reazioni all’uso di questo
aminoacido di sintesi, per cui esso fu vietato dall’FDA (Food and
Drug Administration). Si scoprì in seguito che i problemi erano
stati causati da sostanze estranee contaminanti contenute in
una fornitura di triptofano di sintesi, ma la proibizione all’uso
di integratori a base di triptofano sintetico rimase. Questo
spinse la ricerca a trovare fonti naturali di questo aminoacido,
alternative ai prodotti di sintesi, e fu così che si scoprirono le
virtù della Griffonia, una pianta tropicale appartenente alla
medicina tradizionale africana, che entrò di prepotenza a far
parte del bagaglio della moderna fitoterapia occidentale. Oggi sappiamo che la Griffonia è ricca di 5-Hidrossitriptofano
(5-HTP), un aminoacido essenziale precursore diretto della
serotonina, un importante neurotrasmettitore del sistema
nervoso, implicato in particolare nella regolazione dell’umore,
del senso di fame e del sonno: ricordiamo che la serotonina è a
sua volta un precursore della melatonina, la cui concentrazione
è determinante per la fisiologia del sonno e per la regolazione
del ciclo sonno-veglia. 
Per dilettarci in cucina, vi consiglio un modo veloce, semplice
e gustoso per assaporare il nostro prezioso fitoterapico con
dell’ottimo zafferano:
Risotto zafferano e griffonia
Ingredienti per 4 persone: 350gr di riso Arborio, 1 litro di
brodo, uno scalogno, 150 gr di parmigiano, 65 gr. di burro
salato, un bicchiere vino bianco, peperoncino, una busta di
zafferano, 10 gr estratto secco di griffonia.
Preparazione: dopo aver tritato finemente la cipolla, fatela
soffriggere in metà burro già sciolto, a fiamma bassa, in
modo che non bruci. Unite il riso e fatelo tostare fino a
quando non avrà assorbito il burro. Fate sfumare con il
vino bianco e bagnate poi con il brodo, aggiungendolo
poco alla volta, fino al termine della cottura. A metà cottura
sciogliete lo zafferano e tutto l’estratto secco di griffonia in
un bicchiere di brodo e versatelo sul riso, mescolando bene.
Una volta terminata la cottura, mantecate il riso con il burro
rimanente e con il Grana Padano grattuggiato, togliendo la
pentola dal fuoco. Lasciate riposare qualche minuto prima
di servire, aggiungete del peperoncino in polvere a pioggia
secondo gradimento.© 
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Salute, Bellezza e Benessere
Salute, Bellezza e Benessere
La tossicodipendenza rappresenta
una delle drammaticità più critiche
in tema di adolescenza. L’esperienza
iniziale con sostanze voluttuarie è
tipica dell’adolescente con le inevitabili
negative conseguenze.
Nel passaggio verso l’età adulta è
comune la prova nei confronti di alcool,
tabacco o marijuana, rappresentanti,
purtroppo spesso, un passaggio verso
sostanze più palesemente pericolose.
Le conseguenze possono essere pesanti
e talora tragiche.
Ne deriva nell’arco dei 15-24 anni
un tasso di mortalità particolarmente
elevato, di gran lunga superiore a
quello delle minori età.
Questo problema s’inserisce nelle
caratteristiche
comportamentali
di
questa fase della vita. Malgrado le
diffuse informazioni sui possibili effetti
dannosi di certe sostanze, resta una
base biologica che impone la tendenza
ad affrontare situazioni di rischio.
E’ una peculiarità di questa età che non
trova un chiaro fondamento biologico.
Essa appare legata al sistema di
trasmissione neurologica basato sulla
dopamina. Dal punto di vista finalistico
si potrebbe attribuirle un valore
positivo, poiché favorisce esperienze
nuove con il relativo insegnamento
che ne può derivare, partecipando
alla costruzione dello sviluppo della
personalità attraverso la realizzazione
della consapevolezza della propria
potenzialità ed al tempo stesso della
relativa vulnerabilità.
L’abuso di sostanze potenzialmente
tossiche
deriverebbe
quindi
da
inibizione
favorita
un’insufficiente
dalla ridotta efficienza del sistema
dopaminergico in associazione con
processi endocrini legati all’asse
ipotalamo-ipofisi-surrenalico.
Per quanto riguarda l’alcool, il suo
uso è di solito sperimentato in età
adolescenziale e in questa fase della
vita l’abuso anche in misura esasperata
è un evento diffuso.
Esso rappresenta l’oggetto più diretto di
esposizione a rischi di tossicità. Inserito
comunemente
nell’uso
quotidiano
anche in campo alimentare, assume
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Wealth Planet magazine
adolescenziale, per quanto concerne
modi, quantità di assunzione di alcool
e dipendenza. Sebbene per l’opinione
corrente l’alcolismo nei giovani sia
stato in passato ritenuto un problema
prevalente in altri stati europei, specie
del Nord Europa, da qualche tempo
le cronache richiamano l’attenzione
sul fatto che anche nel nostro Paese
questa forma di tossicodipendenza si
sta diffondendo in misura preoccupante
fra i nostri adolescenti.
Adolescenza...
a cura del Prof. Adriano Falorni - Pediatra
il ruolo di un comune componente
della tavola, riducendone il senso di
pericolo anche per i bambini e gli
adolescenti. E’ inevitabile pertanto che
il suo impiego in età adolescenziale
trovi ampia diffusione, di gran lunga
superiore a quella che sarebbe logico
aspettarsi anche in rapporto ai limiti di
età stabiliti per legge nella distribuzione
delle bevande alcoliche. Si tratta di un
fenomeno che richiede molta attenzione
data la preoccupante influenza negativa
sullo stato di salute dei giovani.
Le conseguenze sul piano fisico sono
serie, derivanti sia dall’intossicazione
acuta sia dalla cronicità, con
dipendenza, patologia epatica, e così
via. Accanto agli effetti tossici diretti,
fino al coma etilico, quelli più gravi si
presentano in genere nelle alterazioni
comportamentali, a loro volta prevalenti
alla base degli eventi più gravi fino
al decesso. Ne sono causa frequente
la pericolosa guida di auto, atti
delinquenziali con omicidi, violenze
sessuali e suicidi. In campo scolastico
ne derivano scarsi risultati e ridotta
frequenza alle lezioni. Sebbene i dati
statistici del passato avessero messo in
evidenza nell’adolescente un’incidenza
relativamente
ridotta
d’alcolismo,
segnato soprattutto da sindromi
importanti di astinenza, gli studi più
recenti tendono a documentarne in
maniera sempre più decisa la diffusione
dell’uso e gli effetti negativi a distanza.
Si ritiene, fra l’altro, che l’alcool, oltre che
produrre danni persistenti nel cervello
ancora immaturo, sia responsabile di
influire su processi fondamentali, di
carattere cognitivo o relativi all’emotività
e ai rapporti interpersonali e sociali.
Tali effetti trovano una documentazione
in segni di alterazione del tracciato
elettroencefalografico. Anche questo
aspetto è collegato con il sistema
dopaminergico, che mostra peculiarità
di sesso, avendo le ragazze una più
facile disponibilità alla dipendenza.
Differenze fra maschi e femmine nel
modo di assumere alcolici si rendono
evidenti fin dallo sviluppo puberale e
appaiono più definite al termine dell’età
adolescenziale.
Si ritiene che anche in questo diverso
comportamento entrino in gioco
ormoni di origine sessuale e legati alla
reattività allo stress. Essi sarebbero alla
base delle differenze fra i due sessi,
più evidenti al termine dello sviluppo
Gli studi epidemiologici al riguardo
sono stati finora limitatati per età.
Un’indagine recente condotta sugli
scolari della terza media inferiore
dalla Società Italiana di Medicina
dell’Adolescenza in collaborazione con
il Laboratorio Scientifico Osservatorio
sui Giovani e l’Alcool, i risultati della
quale sono pubblicati nella rivista
ufficiale della Società (Tucci e coll.
2013), ha portato in evidenza dati
allarmanti.
Una percentuale elevata di soggetti
in età sui 12-13 anni avrebbe, infatti,
riferito di avere già sperimentato almeno
un episodio di ubriacatura. L’incidenza
è apparsa abbastanza uniforme su
tutto il territorio nazionale con valori
oscillanti dal 23 ad oltre il 25%.
Un aspetto assai indicativo delle origini
del fenomeno deriva dall’osservazione
dell’elevata frequenza della prima
esperienza in ambito familiare e della
scarsa conoscenza del problema,
indicante nella nostra popolazione un
atteggiamento culturale diffuso di bassa
sensibilità al problema.
Tutto ciò indica la necessità, da parte
degli organismi deputati all’educazione
dei giovani ed al controllo dei loro
comportamenti,
di
un
impegno
maggiore sull’educazione fin dalla
tenera età, teso ad effettuare un valido
processo formativo per prevenire le
conseguenze derivanti dai rapporti con
certe sostanze. 
Wealth Planet magazine
17
La Radiocavitazione
Dott. De Fazio
La tecnologia medica
che ha dell’incredibile
I pazienti oggi sono più interessati che mai al trattamento
dei primi segni di invecchiamento e del grasso indesiderato.
Donne e uomini sono alla ricerca di procedure più veloci
e meno invasive con poco o nessun tempo di inattività, in
grado di ridurre le rughe e migliorare la loro figura.
La nuova procedura è un dispositivo approvato dalla
FDA, che offre una soluzione non chirurgica mediante
radiofrequenza mono polare (RF) e ultrasuoni ad alta
frequenza (US) per la riduzione di adiposità localizzate e
cellulite e per il rassodamento e il ringiovanimento della
pelle danneggiata dal sole o dal tempo su qualsiasi area
del viso e del corpo.
La procedura utilizza le onde radio e gli ultrasuoni per
riscaldare in modo sicuro e indolore la pelle e il tessuto
sottocutaneo. L’associazione di energia termica ed energia
meccanica determina il restringimento delle cellule adipose
aumentandone l’attività metabolica e allo stesso tempo
rafforza la rete di collagene migliorando la lassità strutturale
della pelle.
La radio cavitazione utilizzata dal Dott. De Fazio, combina
l’energia RF e US con un sistema di raffreddamento cutaneo
per trattare tutte le zone del corpo nella massima sicurezza.
Mentre avviene il riscaldamento del derma e del tessuto
sottocutaneo, i pazienti non avvertono sensazioni spiacevoli
perché un termometro digitale integrato nel sistema fornisce
in tempo reale il monitoraggio costante della temperatura
cutanea, in modo da garantire un trattamento confortevole.
18
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Quali aree rispondono meglio alla terapia ?
Le zone più frequentemente trattate con la terapia negli
uomini sono fianchi, petto, addome, viso e collo.
Nelle donne comprendono: viso, collo, décolleté, braccia,
torace, cosce, fianchi, seno, glutei, addome e ginocchia.
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Quanti trattamenti sono necessari?
Il numero di trattamenti dipende dalla condizione e dalla
zona da trattare, nonché dai risultati desiderati.
Durante il consulto si consiglia il numero e la frequenza dei
trattamenti che sono raccomandati per ottenere il risultato
ottimale.
I risultati del trattamento sono graduali e la terapia può
durare da 1 a 3 mesi per un totale di 4-6 sedute.
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ogni tipo di problema.
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Che cosa posso aspettarmi dopo il trattamento?
In seguito alla terapia si può notare qualche lieve rossore nella
zona di trattamento. Questo di solito scompare in poche ore.
Si possono riprendere le normali attività immediatamente.
Ai pazienti viene anche chiesto di aumentare l’assunzione
di acqua e di impegnarsi in una leggera attività fisica come
camminare per massimizzare i risultati estetici.
Il trattamento è comunque una procedura ambulatoriale e
richiede 15-30 minuti a seconda della dimensione della
zona.
Perché scegliere tale metodica rispetto ad altre procedure?
No tempi di inattività,
No dolore per via del monitoraggio termico, riscaldamento
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Perugia - Farmacia Fontivegge, piazzale Vittorio Veneto (di fronte alla
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Farmacia Bolli, via Martiri dei lager n.48
Ponte San Giovanni - Farmacia Morganti, via Manzoni Alessandro 215/0
Gubbio - Farmacia Cardinali, Frazione Casamorcia (Gubbio)
Umbertide - Farmacia comunale di Umbertide, Piazza Giacomo Matteotti 1
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Sviluppa calore endogeno, creando ondate di caldo e freddo tali
da sviluppare una ginnastica vascolare. La sua azione permette un
ripristino della circolazione linfatica e capillare, migliora la diuresi e
la tonicità cutanea e riduce il volume degli adipociti.
Salute, Bellezza e Benessere
Ragù
vegano
Ingredienti per 4 persone:
60 g. di olio extra vergine d’oliva
una cipolla
un gambo di sedano
una carota
200 g di seitan
una scatola di polpa di pomodoro
(se preferite una bottiglia di polpa di pomodoro)
sale
origano (facoltativo)
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Wealth Planet magazine
Per iniziare mettete l’olio in una pentola
o meglio ancora nel robot da cucina
(…se avete quello che cuoce gli ingredienti),
unite la cipolla tritata, la carota e il sedano,
fate rosolare 3 minuti.
Frullate il seitan e unitelo al soffritto per un altro minuto.
Unite la polpa e salate, o aggiungete 2 dadi.
Aggiungete l’origano e-o basilico e fate cuocere senza
coperchio per 25/30 minuti.
Voilà! Preparate la pasta (meglio spaghetti) e conditela
con questo sughetto, facile, economico e buonissimo!! 
Cultura e Società
Etruria La Collina
Catering e Banqueting
Organizzazione matrimoni ed eventi
Il Menu Tipico
Aperitivo con
Prosecco, Analcolico, Cocktail di Frutta fresca, Sangria,
Stuzzichini caldi e freddi della casa
Buffet di antipasti con Angolo Cantina ed etichette regionali
Angolo dei formaggi
Tavola dei Formaggi con marmellate agrodolci in abbinamento
Parmigiano,
Treccia di Mozzarella di Bufala con salsa ai mirtilli
Angolo dei salumi
Tavola dei Salumi tipici Umbri con panini caldi,
Prosciutto tagliato in bellavista
Selezione di Formaggi con marmellate Agrodolce
Trancio di Bufala ai Lamponi
Angolo del freddo
Bresaola in carpaccio con ananas e noci
Lombetto marinato con sedano e pecorino
Insalata di farro con pachini, mais e asparagi
Finger Food di Orzo Perlato e gamberetti
Umbricelli Tipici con ragù di faraona
Cappellacci Assisani con pachini, basilico e ricotta salata
Stinco Tipico Umbro con demi - glace di cottura
Flan di spinaci
Patate Argent
Torta nuziale da concordare
Buffet di dolci
Tortino al Cioccolato caldo,
Bavarese alla frutta con salsa all arancia
Composta di Frutta fresca
Meringhe con panna e cioccolato
Vino bianco e rosso da scegliere
Spumante dolce e secco per brindare
Minerale, Caffè, carrello dei distillati
Ricordare Carlo Gesualdo
Nelle splendide sale con vista su Perugia oppure nelle migliori location
Umbre Etruria La Collina Banqueting e Catering organizza matrimoni,
ricevimenti ed eventi per tutte le occasioni.
Dispone di sale da 50, 100 e 200 coperti con parco estivo adatto a magnifici
aperitivi scenografici.
La location è ideale per qualsiasi cerimonia che richieda eleganza e qualità
totale.
La cura per i dettagli, per le decorazioni e gli allestimenti garantisce di
poter coniugare ottima cucina e una location da sogno.
A disposizione degli ospiti buffet floreali o con richiami arabeggianti,
portate servite su quadri a specchio e vassoi d’argento. Catering a domicilio
e noleggio attrezzature.
Presente anche un ottimo servizio di catering a domicilio in strutture
ubicate tutte intorno alle colline umbre convenzionate tra cui scegliere
quella più adatta alle singole esigenze.
Si fornisce servizio di noleggio attrezzature complete e personale
altamente qualificato per rendere indimenticabile ogni occasione.
a cura di Lina Lo Giudice Sergi
Presidente Accademia Italiana di Poesia, Sociologa, Psicologa sociale, Direttore generale del Ministero della Pubblica Istruzione,
Giurista, Provveditore agli studi e Rettore dell'Università di Castel S.Angelo dell'UNLA
Il 2013 pare essere diventato l’anno della musica: Verdi e Wagner sono stati ricordati, nel duecentesimo
anniversario della nascita, con manifestazioni di ogni genere in tutti i paesi del mondo. Ma, dei 400 anni dalla morte
di Carlo Gesualdo, principe di Venosa e di Conza, nessuna notizia. Eppure, nel comune di Gesualdo, in provincia
di Avellino, nella prima settimana di settembre, Roberto De Simone, Vittorio Sgarbi, Mimmo Paladino, Remo Girone
e tanti altri importanti artisti ed intellettuali, ricorderanno il principe Gesualdo, morto nel suo castello l’8 settembre
del 1613. Carlo Gesualdo, nipote, non solo del cardinale Gesualdo, ma anche del più celebre cardinale Borromeo,
poi santo Carlo Borromeo, fu un grande musicista e il più innovatore nel campo del madrigale. Amico di Torquato
Tasso, che visse a lungo alla sua corte, sposò, in seconde nozze, Eleonora d’Este, nipote del duca Alfonso II d’Este,
a Ferrara, dove i maggiori artisti del tempo, contribuivano al fasto e alla raffinatezza del ducato, divenuto uno dei
centri culturali più importanti d’Europa. Il principe Gesualdo scrisse sei libri di madrigali, oltre musica devozionale
e cortigiana. Ma viene ricordato dai grandi musicisti contemporanei, primo fra tutti, Stravinski, fino a Battiato, per
il suo cromatismo, presente nella sua ultima produzione musicale, che, a mio avviso, ricorda, a noi, uomini del XXI
secolo, una volontà espressionistica di rappresentare il suo mondo interiore, nell’arco teso della sua fantasmagorica
creatività. 
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Cultura e Società
Le metamorfosi del C.O.N.I.
a cura del Prof. Luigi Bertini - Università degli Studi di Perugia - Scienze Motorie e Sportive
Il Comitato Internazionale Olimpico (C.I.O.) fu fondato dal barone Pierre De Coubertin nel corso del “Congrès International
Athlétique de Paris”, in programma dal 16 al 23 giugno 1894 alla Sorbona.
Al congresso presero parte una decina di membri del comitato promotore e 78 delegati in rappresentanza di 37 organismi
sportivi, in massima parte francesi. Gli stranieri, provenienti da otto paesi, non furono più di una ventina.
Tra loro figurava il trentaquattrenne conte napoletano Ferdinando Lucchesi Palli, un diplomatico che si trovava a Parigi come
viceconsole del Regno e che divenne il primo membro italiano del C.I.O., anche se non restò in carica più di tre mesi: tanto
bastò, tuttavia, a fare dell’Italia uno dei paesi fondatori dell’organismo internazionale. Nell’aprile del 1896 quando si aprirono
28
Wealth Planet magazine
Cultura e Società
ad Atene i primi Giochi Olimpici dell’era moderna, nessun
italiano rispose all’appello del C.I.O.
Gli atleti italiani fecero la loro apparizione in una
manifestazione internazionale solo nel 1906, in occasione
dei Giochi Olimpici intermedi, detti anche del decennale, che
si svolsero sempre ad Atene. Per un’organica partecipazione
ai Giochi venne costituito un apposito Comitato temporaneo
che prese il nome di “Comitato Italiano per le Olimpiadi
Internazionali”. Iniziative analoghe, in assenza di un vero
e proprio organismo permanente, vennero assunte nel
1907 e nel 1912, rispettivamente per i giochi di Londra
e di Stoccolma. Il 9 e 10 giugno 1914, in una riunione di
delegati delle Federazioni sportive allora esistenti, vennero
gettate le basi del Comitato Nazionale Olimpico.
Si trattava infatti di un ente indipendente dal Governo,
in grado di coordinare tutto lo sport italiano lasciando
piena autonomia alle singole Federazioni sportive.
Nella primavera del 1915 il C.I.O. accolse la domanda
d’adesione del nuovo organismo, ma il 24 maggio dello
stesso anno l’Italia dichiarava guerra all’Austria e lo sport
si dovette fermare per anni. Infatti, anche le Olimpiadi del
1916 non furono effettuate e vennero riprese nel 1920 ad
Anversa (Belgio), dove l’Italia presentò una rappresentativa
di atleti piuttosto numerosa, ma impreparata, che comunque
riuscì ad ottenere anche ottimi successi: Nedo Nadi e Ugo
Frigerio figurarono tra i protagonisti dello sport mondiale.
Con l’avvento del Fascismo il movimento sportivo italiano
subì un profondo cambiamento, poiché il governo di
Mussolini nel 1927 decise di accentrare nel CONI tutte le
Federazioni sportive, che in un primo tempo conservarono
la propria sede, per essere poi tutte quante trasferite a
Roma. Il CONI veniva ad assumere, oltre ai compiti relativi
alla preparazione olimpica, quello di “Federazione delle
Federazioni Sportive”; quindi si aveva un’amministrazione
unica dell’attività sportiva, anche se le varie Federazioni
avevano bilanci autonomi.
Nel 1934, con regio decreto, fu riconosciuto al CONI, la
personalità giuridica di diritto pubblico, e furono ad esso
affidati i compiti di tutela, disciplina e organizzazione dello
sport italiano, oltre che di preparazione alle Olimpiadi.
Nel 1942, la legge n° 426 confermava al CONI l’incarico
di organizzare e potenziare lo sport italiano e di indirizzarlo
verso il perfezionamento atletico, con particolare riguardo
al miglioramento fisico e morale della razza (art. 2).1
Nel giugno del 1944, dopo la caduta del Fascismo e
l’ingresso in Roma delle truppe alleate, i partiti del Comitato
di Liberazione Nazionale si divisero gli enti di varia natura
istituiti dal regime: il Comitato Olimpico spettò al Partito
Socialista, che in mancanza di candidature più autorevoli
affidò al giovane avvocato Giulio Onesti l’incarico di
provvedere allo scioglimento dell’ente e di conservarne
i beni. Egli si trovò ad agire in una situazione difficile e
disperata sotto tutti gli aspetti: il CONI stava sopravvivendo
in sistemazioni di fortuna; l’organizzazione periferica si
1
art 2 Legge n° 426 del 16.2.1942
era frantumata e gli impianti per buona parte erano andati
distrutti; inoltre i larghissimi contributi con il quale il governo
fascista aveva finanziato lo sport erano improvvisamente
venuti a mancare. Senza tralasciare che la classe politica
era ripiombata nel tradizionale disprezzo per lo sport,
giudicato fenomeno secondario e frettolosamente etichettato
come “creatura” del regime.2 E’ in questa atmosfera di
smobilitazione che Onesti maturò la decisione di conservare
e anzi di rafforzare le prerogative del Comitato Olimpico,
per salvare lo sport italiano dal collasso. "Giunsi presto alla
convinzione che non avrei obbedito all’ordine di liquidare
l’ente (...) affermai che le persone oneste e capaci sarebbero
dovute rimanere al loro posto..."3
Accadde quindi l’esatto contrario: nel 1946 Onesti divenne
presidente del CONI (e lo fu poi fino al 1977) e iniziò
l’opera di consolidamento di quello che è oggi l’organismo
portante dello sport italiano, anche se il “trasformismo”
della classe dirigente di allora, condizionò pesantemente
per anni tutto l’ambiente. Il grande merito dell’Avv. Onesti è
stato quello di aver riorganizzato la struttura sportiva italiana
e restituito, attraverso il gettito del concorso pronostici del
Totocalcio, i mezzi finanziari per svilupparla.
Una tappa fondamentale per il rilancio dell’idea olimpica,
fu l’organizzazione che il CONI ottenne dei Giochi Olimpici
invernali di Cortina nel 1956 e di quelli estivi di Roma del
1960. Negli anni sessanta lo sport, seguendo lo sviluppo
economico del paese, cominciò a diventare un grande
fenomeno di massa.
Le Federazioni Sportive riunite nel CONI, salite a 39,
si impegnarono in una grande opera di proselitismo e
diffusione. 
2
3
F.Fabrizio, Storia dello Sport In Italia, Firenze, Guaraldi, 1977, pp. 124-125
G.Onesti, Relazione sulle vicende del CONI, in F.Fabrizio, op. cit., p. 125
Wealth Planet magazine
29
Cultura e Società
Prestigioso incarico per
Luigi Bertini
E’ stato nominato Coordinatore Tecnico Nazionale
del settore SITTING VOLLEYBALL
Il nostro collaboratore Luigi Bertini è stato nominato dal
Consiglio Federale della Federazione Italiana Pallavolo,
nell’ultima riunione del 20 Luglio u.s., Coordinatore Tecnico
Nazionale del Settore Sitting volleyball, che è la
pallavolo per disabili fisici, molto diffusa in tutto il mondo,
ma che in Italia solo da pochi anni ha iniziato a svilupparsi
in alcune realtà sportive sensibili verso il coinvolgimento e
l’inclusione dei diversamente abili.
Questa nomina era nell’aria da tempo, oltre che per i
trascorsi pallavolistici del prof. Bertini come allenatore
di successo, anche per la sua esperienza didattica
universitaria maturata anche nel mondo dello sport dei
disabili e suggellata dal libro “Attività Sportive Adattate” e
da numerosi articoli pubblicati in passato sull’argomento,
anche in questa rivista.
La Federazione Italiana Pallavolo, che è entrata a far parte
della famiglia del Comitato Italiano Paralimpico (C.I.P.)
il 15 maggio scorso, ha iniziato ad organizzare questo
nuovo settore affidando proprio al docente perugino
questo prestigioso incarico. In pratica si è iniziato dalla
parte organizzativa individuando per ogni regione i
Dirigenti Referenti per il Sitting Volley, che dovranno creare
30
Wealth Planet magazine
le sinergie tra le Società sportive e i Comitati regionali della
FIPAV e del CIP. Seguirà la componente formativa che
attraverso uno o più maxi corsi, dovrà specializzare i Docenti
Nazionali che opereranno sul territorio, gli Allenatori, gli
Arbitri e i Dirigenti di Società.
In seguito verrà istituito il settore tecnico con tutte le
iniziative per reclutare atleti disabili e con minima disabilità,
supportando le associazioni sportive e favorendo le
collaborazioni plurisocietarie se necessario e lavorando in
macroaree di sviluppo una volta individuati atleti interessanti
da inserire in Rappresentative, facilitandone in questo modo
la logistica e i trasporti.
Infine il settore agonistico, che sarà attuato molto presto,
con l’organizzazione di Tornei e Campionati a più livelli, di
cui sono allo studio le modalità.
Quindi un bel percorso da intraprendere che inizierà a
farsi subito interessante con il “viaggio-studio” in Polonia
(ad Elblag, vicino a Danzica) dal 16 al 22 Settembre
per seguire i Campionati Europei Maschili e Femminili e
per prendere contatti con i tecnici più accreditati, come i
campioni paralimpici della Bosnia. 
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Cultura e Società
Cultura e Società
a cura di Juan Carlos Gallici
Docente e giornalista, nato in Argentina,
laurea a Còrdoba e Roma, specializzazione
a Viterbo
Il caso del Ministro
La calura di questa estate 2013 ha elargito agli italiani
numerosi spunti di straordinaria riflessione circa la
politica, l’economia, il lavoro, la giustizia, la società, il
governo e tanti altri da non sapere quale scegliere per
le nostre conversazioni distensive. Tra tanti spunti mi ha
particolarmente colpito il caso creato dalla cooptazione
nel governo da parte del PD del Ministro per la coesione
sociale. Mi sono soffermato sulla vicenda di questo ministro
e la cronaca che lo circonda.
Superate le brutali scenate e scellerati appellativi rivoltigli
nei primi momenti che meritano in ogni caso la più totale
e incondizionata disapprovazione e condanna come
espressione di una cultura sempre più povera e depressa
nell’Italia di oggi, ora nella calma della quotidianità, il
problema (perché comunque di problema si tratta), si presta
ad analisi diverse. All’uopo ne scelgo due scenari diversi:
uno storico-sociale e l’altro politico-sociale.
Nel primo scenario buona parte della Nazione Italia
dimostra di avere scarsa memoria della lunga vicenda della
propria emigrazione durata quasi un secolo tra ‘800 e ‘900.
Sono pure io un emigrato dal mio paese, l’Argentina, e
contestualmente immigrato in Italia, Paese di origine di tutta
la mia famiglia e oggi il mio Paese. Ma fra i due estremi,
emigrare e immigrare ne corre una infinità di circostanze
opposte e contrastanti che solo chi le ha “sperimentate” ne
può parlare con la saggezza dell’esperienza da una parte
e con la comprensione umana e cristiana di chi è stato
costretto a morire alla propria storia per rinascere in un' altra
terra ad un’altra storia lontana nel tempo e nello spazio che
32
Wealth Planet magazine
inevitabilmente lo sentirà come corpo estraneo, scomodo,
non affidabile, di identità indefinita, con il marchio del
dubbio perenne, quindi pericoloso. Questa realtà non la si
conosce, la si esperimenta. Provare per credere.
E’ uno di quei percorsi vitali che non si conoscono mai fino
in fondo se non con l'esperienza dei fatti, fatti che forniscono
al migrante quel bagaglio di “concetti sperimentali” che
gli daranno quello che si chiama “consapevolezza del
cambiamento” che porta all’integrazione nel nuovo e
diverso contesto sociale attraverso scelte consapevoli in
ogni settore della vita personale e sociale.
Il nostro Ministro ha certamente avuto occasione e tempo
per effettuare questo percorso, dal momento che è
approdato in Italia da quasi due decenni, dove si è anche
felicemente laureato. Se questa è senz’altro una nota
positiva e a lui molto favore nella diatriba, rende certamente
più pesanti le sue limitazioni e i suoi errori in quanto meno
comprensibili e accettabili in chi “rappresenta la Nazione
senza vincolo di mandato” (Costituzione Italiana art. 67)
in funzioni istituzionali che presuppongono un solido
bagaglio culturale specifico correlato alle sue funzioni,
nella fattispecie manifestamente assente. E altrettanto
manifesta è la tendenza del ministro, se non la necessità, di
esprimersi con schemi mentali della sua cultura originaria
non avendo ancora assimilato quelli della sua nuova Patria.
Sotto questo aspetto, se comunque biasimevoli sono il
dissenso e le invettive della rozza gente anche di buona
cultura, è pure legittima la loro insofferenza per quello che
appare una manifesta forzatura della storia e tradizione
storica del nostro Paese, per di più perpetrata dietro le
sicure trincee del potere. Ciò porta alla logica conclusione
di non ravvisare alcuna necessità professionale di mandare
al governo un personaggio più folkloristico che utile, che
inevitabilmente finirà per essere pedina di occulti registi
della grande politica. E ciò senza contare che, per compiti
di quella natura, nel Paese non mancano professionisti
nostrani lungamente allenati alla gestione professionale di
quel tipo di impegni e dell’annesso potere. E’ vero (e giusto)
che la maggioranza dei cittadini nel giudicare il caso abbia
applicato categorie di appartenenza politica anziché
storiche per cui, nella sciagurata realtà di cooptazione e
non di elezione da parte del popolo sovrano, la maggior
parte abbia ritenuto giusta la scelta fatta dal proprio partito
di mandare al Parlamento e al governo, non un ministro,
ma un “simbolo”, un segnale a milioni di congeneri che
inevitabilmente vedranno nel nuovo personaggio l’inizio
di una possibile riscossa, come lo stesso ministro ebbe a
dichiarare nella sua prima apparizione in pubblico circa
l’introduzione del diritto dello “ius soli” (leggasi “solis”) per
le attuali e future generazioni di immigrati.
La democrazia è bella quando la libertà vale per tutti nelle
medesime circostanze. Quindi se è accettabile che un
outsider si esprima liberamente in termini così netti circa
un problema che investe la Nazione tutta e tuttora assai
controverso, dovrebbe pure esserlo anche circa il diritto
di critica a tali insipienti esternazioni che sanno più di
propaganda partitica che di governo. Molti cittadini, anche
illustri, non vedono e non approvano la presenza del Ministro
nella compagine di governo per manifesta incompetenza,
per evidente strumentalità di un personaggio, tutto sommato
innocente, sprovveduto, con dosi massicce di naturale
ambizioni in un “paese straniero”, venuto dalle nebbie del
pianeta Africa. Ad una fortuna simile, credo non ci sia uomo
o donna al mondo capace di rinunciare.
Quindi tutto un gioco? Evidentemente sì e no. Un gioco non
nuovo nella nostra politica facilitato da leggi fuori legge,
palesemente strumentali quanto disastrose con buona parte
del popolo sovrano che trova sul suo cammino disposizioni
di legge che non nascono da un Parlamento rappresentativo
ma dalle segreterie dei partiti, veri registi della vita degli
italiani. E’ così che sono nati lungo gli ultimi cinque secoli i
meccanismi di “mentalizzazione” che oggi informano tutte
le democrazie moderne. Ed è presto detto: per esempio,
la nostra Costituzione, nel suo Primo articolo dice che il
popolo è sì sovrano, ma che tale sovranità va esercitata
“nelle forme e nel limite della Costituzione”. Nel resto degli
articoli ogni diritto, disposizione, concessione, divieto
previsto dalla Costituzione viene applicato secondo Leggi
ad hoc. La conseguenza finale è che ogni diritto “anteriore
alla Costituzione viene regolato e dosato da leggi emanate
all’interno del Palazzo e spesso mirando più alla sicurezza,
comodità e vantaggi della P.A. che al bene dei cittadini.
Al riguardo ne abbiamo esempi in abbondanza. Quindi
questo gioco di legalità spesso porta agli opposti, alla
negazione della fonte stessa della democrazia. Poiché
questo meccanismo è necessario (non c’è altro modo di
normare un Paese) e necessitante, (non ci sono eccezioni
né scappatoie) i gruppi di potere economico e politico
hanno imparato bene che, per ottenere certi risultati l’unica
via possibile è mettere le mani sulla capacità legislativa o
comunque normativa dello Stato. E’ un gioco borderline
della democrazia. Ma non è un gioco perché avviene una
manipolazione esecrabile della fede popolare e dei diritti
della maggioranza.
La cosa viene da lontano. E’ un malcostume maturato in secoli
e secoli nei paesi oggi conosciuti come il primo mondo. Nel
secondo e terzo mondo il meccanismo di cui parliamo è
ancora in auge e in piena salute e dai quali abbiamo avuto
nel secolo scorso, atroci ed illuminanti esempi. La risposta
sta nel secondo scenario quello politico sociale. Come già
detto, la cosa viene da lontano. E’ un meccanismo spontaneo
in tutti i popoli e in tutte le latitudini. Si tratta della certezza
vantata da frange della cultura islamica che pretendono di
dominare la potente Europa con i loro meccanismi e le loro
leggi. Così hanno fatto i Greci che, conquistati militarmente
dai romani, riuscirono a imporre la cultura greca nel cuore
della potenza imperiale romana. E così pure gli ebrei che
da piccolo popolo conquistato da tutti con gli eserciti, riuscì
pacificamente a imporsi a Roma e in tutte le nuove nazioni
che dall’impero Romano ebbero origine fino ai nostri giorni.
Tutto sommato, il meccanismo è semplice. Corruzione
intelligente e organizzata con ogni garanzia circa la sua
efficacia. Una volta conquistato il potere, specificatamente
quello politico e culturale, l’influenza esercitata sul potere
politico è incalzante anche se rispettoso delle leggi. Rispetto
che è il grimaldello “per bene” con cui si passa di conquista
in conquista di nuove leggi favorevoli a questa o quell’altra
finalità politica o sociale, a questa o quella classe di
abitanti. Per lunghi secoli se trattò di solo “privilegi”.
Già nel sedicesimo secolo Machiavelli come dimostra il suo
Wealth Planet magazine
33
Cultura e Società
“Il Principe” (1515) se ne era accorto.
Il Concilio di Trento (1545-63), mise in moto un'evoluzione
lenta del concetto giuridico della disposizione del potere
che, con l’avvento dell’Assolutismo (1600) prima e con
l’Illuminismo poi (‘600-‘700) con la nascita delle nuove
democrazie, la Legge diventò “erga omnes” per tutti i
cittadini senza eccezioni. In questo contesto, fu facile dare
crismi di legge a disposizioni che provenivano da svariati
gruppi di potere a favore dei propri interessi. Nel secolo
XIX le magistrature divennero organismi autonomi da ogni
potere con la speranzosa finalità di indipendenza da ogni
potere politico, laico o religioso. Non passò molto tempo
senza che le influenze delle alte sfere del potere politico,
economico e delle caste nobiliari facessero breccia nella
presunta monolitica integrità dei magistrati. Questo sistema
delle parti, inclusa quella sociale. Questa è stata la tattica
perseguita da almeno quarant’anni dal partito della sinistra.
Dalle brutte esperienze dell’autunno caldo (1968-73) e delle
brigate rosse (1973-81), è passato attraverso epurazioni al
suo interno, fino ad ottenere un prestigio di partito serio,
responsabile, trasparente, per cui ben difficilmente farà
proposte rischiose, ma farà richieste convincenti. Per colmo
di fortuna la Corte Costituzionale dichiara il diritto di ogni
magistrato di aderire a qualsiasi partito politico (1974).
In questo contesto avviene l’inserimento del nostro ministro
nella compagine governativa. Mossa apparentemente
innocua. Ma da grande impatto propagandistico.
Il partito di sinistra, in tutte le quattro nomenclature che
ha avuto in questi ultimi decenni, ha sempre coltivato il
comparto migranti. Non perché sia andato a Lampedusa
facilitò normative non necessarie ma sì convenienti e
opportune per qualcuno che portò la magistratura e con
essa la legge ad essere in balia dei poteri forti di turno.
Classici sono a questo punto i tribunali sovietici, cinesi e dei
regimi comunisti del XX secolo ai quali la storia moderna
addebita circa quaranta milioni di condanne capitali. E non
dimentichiamo i regimi totalitari, dal nazismo a tutti i regimi
militari del secolo scorso che, tra desaparecidos, condanne
senza difesa, epurazioni e vendette trasversali annovera
all’incirca venti milioni di vittime.
Il sistema è ampiamente collaudato. Dato ché i magistrati
rare volte erano eletti bensì cooptati, tutto stava nel
raggiungere la qualifica da amici degli amici in seno
alle corti del tempo e ai parlamenti. Poi il tempo e le
frequentazioni costruivano l’amicizia la quale consentiva di
lavare eventuali macchie residue e di crearsi una verginità
democratica, collaudata e senza ombre. Il prestigio che ne
consegue è la miglior moneta per piazzare qualsivoglia
richiesta abbia una parvenza di beneficio per qualcuna
a garantire assistenza e serietà alle operazioni umanitarie,
bensì perché ha impiegato non pochi risorse per organizzare
e coltivare gli ormai milioni di immigrati di origine africana
che, ovviamente sono sempre pronti a ricambiare il servizio.
Va detto che nulla di illecito trovo in questa azzeccata
mossa politica. Molte delle conquiste popolari degli ultimi
cinquant’anni rispondono a questa logica. Leggi come
quella sulla famiglia, sull’aborto, sulla scuola, sul lavoro,
sulle Università, sul sindacato e tante altre sono nate e andate
avanti per l’appeal di una sinistra immacolata che le ha
patrocinate. Ma non va taciuto l’anomalo straripamento nel
caso del ministro, nel questionabile uso della “res pubblica”
come piazzare un segno pubblicitario nel Governo, una
propria bandiera nel Parlamento, le più sacre Istituzioni
della Repubblica. Vittime di questa vicenda sono il ministro
per la coesione sociale e il nostro sistema democratico.
Manca una legge che elimini queste anomalie. 
34
Wealth Planet magazine
B
Cultura e Società
ellezza e Benessere
tra i gioielli d’Italia
a cura di Mirina Hoxha
“Lake Trasimeno, a jewel in the heart of Italy.”
“Il Lago Trasimeno un Gioiello nel cuore dell’Italia.”
“E’ uno smeraldo incastonato in un anello” ha affermato
Luca Parmitano, l’austronauta italiano che ha voluto con un
post in rete far conoscere al mondo intero la bellezza del
Mare dell’Umbria.
La sua superficie di 128 km² lo ha consacrato quarto, subito
dopo il lago di Como, fra i laghi italiani.
Il lago Trasimeno è passato nella storia anche per la
disastrosa sconfitta del 217 a.c da parte di Annibale a
danno delle truppe romane guidate dal console Gaio
Flaminio.
La bellezza del territorio umbro, abbinata ad uno dei
laghi più belli d’Italia, è stata un’unione più che felice; il
lago ogni anno accoglie numerosi turisti non solo da varie
parti d’Italia ma anche dall’estero: Germania, Olanda e
Inghilterra. Non sono da meno le qualità benefiche che il
lago apporta, una fra tutte la sua aria che viene considerata
un ottimo rimedio naturale per quanto riguarda la cura per
la depressione.
Ma il Trasimeno rappresenta solo uno dei tantissimi gioielli
presenti nel territorio umbro e Italiano.
Per secoli Roma, al pari di moltissime altre città, gioielli
d’Italia, è stata considerata, non solo per il suo potere, ma
anche per la sua grande ricchezza di pensiero e cultura,
presente in costruzioni, in monumenti, in ogni testo antico,
36
Wealth Planet magazine
ecc. nonché per le bellezze naturali.
Il bel paese, con tutti i propri gioielli, c’è ancora con tutta la
sua storia e la sua memoria in tutta la sua Bellezza e fonte
inesauribile di Benessere.
Un post su facebook è servito per far ricordare a molti la
bellezza che si ha davanti aprendo la porta di casa oppure
facendo pochi chilometri. Per far riscoprire la bellezza
dell’intero paese bisognerebbe postare almeno un centinaia
di migliaia di immagini e forse non basterebbero.
L’Italia che possiede ben 49 siti patrimonio
dell’umanità (l’ultimo sito ad entrare nel 2013 è stato il
sito seriale “Ville e giardini Medicei in Toscana”) si potrebbe
salvare facendo pesare e far continuare a parlare il
mondo di tutte le sue bellezze, creando in tal modo un
ponte culturale-scientifico-filosofico fra passato e presente in
grado di mostrare tutto lo splendore dei propri gioielli ed i
propri inesplorati significati.
Tra tanti gioielli incastonati nelle disarmonie quotidiane,
tra invane bellezze e falsi benessere, non possiamo che
augurarci che si avveri quanto suggerito da Dostoevskij
ovvero che il mondo possa essere salvato dalla bellezza e
noi aggiungiamo anche di quella dei nostri gioielli. 
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Cultura e Società
Cultura e Società
ALLA SCOPERTA DI
Monte Acuto
a cura di Alessandro Minestrini
Ogni umbertidese porta nel proprio cuore l’immagine
del proprio monte, Monte Acuto, che, dall’alto dei suoi
926 metri, domina la nostra vallata rendendo l’idea di
proteggerla e che, in epoche passate, ha dato sfogo a perle
di saggezza popolare che ancora oggi vengono utilizzate
dalle nuove generazioni. Un massiccio verde, con in cima
la riconoscibilissima croce, portata dagli umbertidesi nel
1926. Da non dimenticare che Monte Acuto è anche un
importante centro archeologico, visto che sulla sua superficie
sono stati ritrovati reperti storici riconducibili al popolo degli
umbri. L’altro monte umbertidese è Monte Corona, luogo
fortemente mistico, con la presenza di due chiese importanti
per il nostro territorio. A valle troviamo l’Abbazia in stile
romanico di San Salvatore, costruita nel 1008, divisa in
due parti, in basso la meravigliosa cripta, in alto la chiesa
maggiore. L’Abbazia di San Salvatore, dal 2008, anno del
suo primo millennio, è stata elevata, da Papa Benedetto
XVI, a Basilica minore. In cima al monte è presente un altro
luogo religioso, l’Eremo di Montecorona, costruito nel XVI
secolo e abitato da monaci camaldolesi e coronesi.
L’8 luglio scorso, il Comune di Umbertide e la Regione
Umbria, hanno presentato il progetto che ha reso possibile
ampliare il Sito di Interesse Comunitario (Sic) della Valle del
Torrente Nese, allargandolo a Monte Acuto, Monte Corona,
Valcinella e Monte Saldo, per un totale di 36 kilometri
quadrati. Il programma di riqualificazione, compito delegato
all’Agenzia forestale, è stato attuato grazie all’intervento
della Regione Umbria, che lo ha inserito all’interno della
rete “Natura 2000”, ed ha fatto sì che venisse erogato un
finanziamento di 400mila euro, garantito dal Programma
attuativo regionale del Fondo di sviluppo e coesione 20072013. Infatti nel 2011, il Comune di Umbertide, tramite la
delibera n. 74 del 28 settembre, ha richiesto alla Regione
Umbria di ampliare l’area Sic della Valle del Torrente Nese
38
Wealth Planet magazine
e il 16 aprile 2012, tramite la delibera n. 404, la Giunta
regionale ha avvitato la procedura per l’estensione di tale
area per le zone di Monte Acuto e di Monte Corona.
Grazie a questo progetto sarà possibile estendere un’ampia
rete sentieristica che potrà essere usufruita sia dai turisti che
dalla popolazione umbertidese. Il progetto, come spiegato
in una nota del Comune di Umbertide, sarà svolto con
metodi che avranno la priorità di salvaguardare l’ambiente
e il territorio, rispettando i luoghi interessati e gli interventi
saranno mirati per non alterare la flora e la fauna del luogo.
Vediamo più da vicino quali saranno i siti interessati
dall’ampliamento della zona. Come si evince dalle notizie
riportate sul sito internet del Comune di Umbertide, i
luoghi d’interesse coinvolti nell’ampliamento dell’area Sic
saranno sia i luoghi d’interesse storico e religioso come le
fortificazioni costruite in epoca medievale, sia castelli che
i borghi fortificati come quelli di Polgeto, Santa Giuliana,
Monestevole e Galera, l’Abbazia di San Salvatore,
l’eremo di Monte Corona e altre chiese presenti sul
territorio interessato. Infine altri siti d’interesse che saranno
salvaguardati dal progetto di ampliamento sono la viabilità,
risalente ad epoca romana e medievale, e l’area boschiva
di Montecorona, luogo di grande interesse botanico.
Ma il circondario di Monte Acuto e di Monte Corona non è
famoso solo per l’interesse naturalistico e storico- religioso,
ma è importante pure in campo geologico, poiché al suo
interno vi sono quattro cave. Due di queste cave sono
ancora in funzione, ma la loro concessione sta per finire,
mentre altre due sono totalmente dismesse.
All’interno del progetto vi è l’intenzione di usarle come
campo di studio per analizzare le caratteristiche geologiche
e geomorfologiche del territorio. Dopo aver illustrato i
siti che saranno interessati dall’ampliamento dell’area
Sic, vediamo quali sono gli obiettivi di questo progetto.
In primo luogo, come si apprende sempre dal sito del
Comune, vi è l’intenzione di rendere pienamente godibile
l’area, accrescendo e migliorando il suo utilizzo al fine di
migliorare la qualità del territorio e per far sì che possa
essere adatto a tutti coloro che ne vogliano usufruire,
incentivando il rapporto fra la popolazione e l’ambiente.
Per questo viene proposta un’ampia gamma di possibilità
garantendo così il coinvolgimento di tutte le fasce della
popolazione. Uno degli obiettivi del progetto, è quello di
costruire percorsi naturalistici a tema. Vi sarà un sentiero a
scopo didattico che potranno essere usufruiti dagli studenti
e dai giovani, un altro sentiero invece sarà riguarderà
sia l’ambito storico-religioso che quello geologico e
archeologico. Un altro sentiero sarà invece rivolto alla
madri che accompagneranno i propri figli in passeggino,
agli anziani, ai diversamente abili e ai bambini. Infine un
percorso svolgerà una funzione prettamente formativa che
conterrà al suo interno le caratteristiche principali dell’intera
area. Sempre all’interno di questa rete di sentieri, saranno
immesse delle bacheche informative, al cui interno saranno
presenti varie informazioni mirate alla percorrenza di ogni
sentiero, come la lunghezza, il dislivello e il tempo previsto
per completarlo. Inoltre saranno presenti delle area di
sosta e torrette per il “bird watching”. Una caratteristica
fondamentale dei sentieri progettati è che tutti potranno
essere usati anche in bicicletta e saranno dotati di punti per
la manutenzione di queste ultime. Inoltre, sarà anche presa
in considerazione l’ipotesi di costruire nei luoghi interessati,
un’area pic- nic e un’altra adibita a campeggio.
Anche il centro Mola Casanova sarà coinvolto in questo
progetto, poiché sarà il centro di documentazione dell’area
protetta dove chi vorrà usufruire dei luoghi sovra elencati,
potrà qui reperire tutte le informazioni relative ad essa. 
Wealth Planet magazine
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Cultura e Società
Cultura e Società
C
astello di Spessa
a cura della Redazione Fitness Chic
Adagiato su una dolce collina friulana nel cuore del Collio,
si trova il Castello di Spessa, immerso nel verde di un
magnifico parco con un percorso di golf a 18 buche.
E’ la meta ideale ideale per vivere momenti culturali,
momenti di relax e momenti di attività sportiva.
Emblema di tradizione e nobiltà, il Castello, pur se lontano
dall’originale impostazione a causa delle successive
ricostruzioni, diffonde echi di storia che rievocano i fasti di un
tempo. Sorto alla fine del 1220 su una torre di avvistamento
costruita ed utilizzata dai Romani e successivamente dai
Longobardi, per secoli fu dimora della nobiltà friulana:
fin dal Cinquecento illustri famiglie si avvicendarono nella
proprietà di Spessa; prima i Dorimbergo, poi i Rassauer e
la famiglia Della Torre Valsassina che, vantando addirittura
una discendenza da Carlo Magno, ne rimase proprietaria
per più di 300 anni. Fu proprio l’allora Conte Luigi Torriani
ad accogliere nel 1773 Giacomo Casanova.
Nel corso dei secoli vi hanno soggiornato insigni personalità
come il famoso librettista di Mozart, Lorenzo Da Ponte,
il Maresciallo Cadorna ed Emanuele Filiberto d’Aosta.
L’aspetto attuale del Castello di Spessa è frutto della
ricostruzione avvenuta nel 1881 ad opera dell’architetto
triestino Ruggero Berlam, allievo di Camillo Boito.
Non si trattò di un restauro ma di una vera e propria
ricostruzione condotta secondo i canoni architettonici
e artistici del XIX secolo. Gli elementi che permangono
dell’originaria struttura del XIII secolo sono alcune mura e
40
Wealth Planet magazine
le suggestive cantine scavate nella roccia. Nello splendido
scenario del parco del Castello di Spessa (realizzato dal
Barone triestino Demetrio Economo di San Selff) e terre
annesse, trova posto un magico percorso di golf a 18
buche, a firma del noto architetto Giacomo Cabrini.
Il tracciato è caratterizzato da diversi panorami che si
differenziano anche nella struttura di modellazione dei
fairway in modo da dare l´impressione di giocare in tre
campi diversi. Un´altra particolarità è la totale differenza
di una buca dall´altra. Attrezzature: training center, putting
green, chipping green, driving range illuminato con 25
postazioni, pro-shop, sacche carrelli e cart a noleggio, club
house, bar, ristorante, spogliatoi.
Il Castello di Spessa a Capriva del Friuli è indissolubilmente
legato alla figura affascinante di Giacomo Casanova,
amante, avventuriero ma anche intellettuale poliedrico e
cosmopolita che ha scritto 43 opere, traducendo Omero e
inventando diverse forme letterarie. Casanova non fu solo
un atleta “del sesso” come descritto nel fim di Fellini, ma
atleta esperto nell’arte della scherma, come si evince dalla
frequentazione della Angelo’s School of Arms a Carlisle
House (Soho, Londra). Nel 1772 Giacomo Casanova si
trovava a Trieste perchè era in attesa del pemesso da parte
degli Inquisitori per ritornare a Venezia. Qui conobbe il
Conte Luigi Torriano, l’allora proprietario del Castello di
Spessa, durante una rappresentazione di una commedia
francese tenutasi in casa del Barone di Königsbrunn.
Il Conte lo invitò a passare qualche settimana nella sua
casa di campagna in Spessa, durante l’autunno.
Casanova accettò l’invito e, all’inizio di settembre 1773,
arrivò a Spessa e vi rimase per circa due mesi.
Durante il soggiorno a Spessa, l’illustre veneziano, dedicò
un numero di pagine della Storia della mia vita (Storia della
mia vita), le sue ben note memorie dove racconta delle
proprietà del Conte, dei grandi vigneti intorno al Castello e
della produzione di “un ottimo vino”.
La tranquillità della vita di campagna gli permise di
dedicarsi ai suoi studi ed agli scritti, realizzando la Istoria
delle turbolenze della Polonia (Storia del problema in
Polonia). Anche a Spessa non tradì la Sua fama di seduttore.
Sgualda, una giovane vedova al servizio del Conte, entrò
nelle grazie del corteggiatore illustre.
E’ descritta da Casanova come: “in amore è mite come un
agnello, qualcosa questo è abbastanza raro in contadini
friulani“. Incontri clandestini nella camera di Casanova e nelle
cantine del Castello segnaro la sua permanenza a Spessa,
finchè un giorno la giovane venne sorpresa dal Conte uscire
dalla camera dell’ospite. Il nobil’uomo padrone del maniero,
in passato sempre da lei rifiutato, reagì bastonandola.
La reazione di Casanova fù immediata: ancora vestito con
la sua camicia da notte saltò sul dorso Torriani, lo afferrò
per la gola fino a che non quasi strangolato, e con lo stesso
bastone che pochi istanti prima il Conte aveva usato per
battere Sgualda, cominciò a colpirlo, costringendolo a
fuggire. L’episodio idusse Casanova a lasciare il Castello,
nonostante le suppliche del Conte di rimanere.
Ancora oggi nelle antiche cantine è possibile rivivere le
atmosfere dei tempi e delle gesta di Casanova.
Il Castello di Spessa è tappa del suggestivo percorso
cicloturistico “Giro del Collio” di 28 km (Capriva - Castello
di Spessa - Cormòns - Brazzano - San Rocco - Monte Quarin Subida - Russiz superiore -Capriva), attività sportivo-culturale
che coinvolge turisti provenienti da tutto il mondo.
Collio è la splendida area geografica collinare tra Italia e
Slovenia che si estende tra il fiume Isonzo ed il suo affluente di
destra, fiume Iudrio; è conosciuta nel mondo per l’eccellente
produzione vitivinicola, dal 1968 Denominazione d’Origine
Controllata, ma anche per lo splendido paesaggio che offre
ai suoi spettatori. Verdi colline coperte da filari di viti che
in primavera si popolano con i colori dei ciliegi in fiore,
le sagome delle case sparse e dei bianchi borghi raccolti
attorno ad aguzzi campanili sono lo spettacolo che si
mostra agli escursionisti in bicicletta e mountain bike.
Gli ospiti di Castello di Spessa avranno a loro disposizione
biciclette per poter ammirare le bellezze naturali della zona
seguendo l’andamento sinuoso del fiume Isonzo, fino alle
sue sorgenti, in Slovenia. 
Wealth Planet magazine
41
Spettacolo e Intrattenimento
Casting
e provini
Casting attrice/cantante per musical Compagnia
della Rancia: AAA cercasi Cenerentola - Milano
Si cerca una giovane ragazza con i seguenti requisiti:
- età scenica 18 - 24 anni,
- dalla bellezza pulita e solare.
- Attrice/Cantante di talento, in grado di combinare comicità
ed eleganza;
- soprano o mezzosoprano dalla voce limpida che sappia
esprimere sfumature comiche e naturale charme;
- è richiesta attitudine alla danza.
La commedia musicale è scritta da Saverio Marconi e
Stefano D’Orazio, regia di Saverio Marconi e Marco
Iacomelli, scene di Gabriele Moreschi, musiche originali di
Stefano Cenc e coreografie di Gillian Bruce.Nel cast Paolo
Ruffini e Manuel Frattini.
Per partecipare all’audizione è necessario prenotarsi
inviando una e-mail a: [email protected]
Le audizioni si svolgerano il 24 settembre 2013 alle ore
9.30 presso il Teatro della Luna di Milano.
Le selezioni si svolgeranno in: Milano 
Casting ballerino o ex-ballerino per ruolo in film
di Natale della Filmauro
La Filmauro srl cerca un ballerino o ex ballerino per ruolo di
controfigura nel film di Natale.
In particolare si cerca un candidato con i seguenti requisiti:
altezza 162 cm, taglia 52, età scenica dai 30 ai 60 anni
Nel film sarà la controfigura di uno degli attori.
Per partecipare alle selezioni inviare foto e curriculum,
specificando altezza e taglia esatta, all’indirizzo e-mail:
[email protected]
Nel link per maggiori informazioni segnaliamo l’annuncio
completo sul sito dello IALS. 
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Premio Nazionale di
Fotografia: Io Racconto
Narrativa,
Poesia
e
Riparte “Io Racconto”, il Premio Nazionale di Narrativa
(Racconti Brevi), Poesia e Fotografia. Il Premio Nazionale
IoRacconto è riservato agli esordienti e ai giovani. Le opere inviate dovranno essere inedite e libere da
diritti per consentirne la pubblicazione nelle varie antologie
di sezione del Premio.
L’iscrizione è gratuita.
Saranno presenti la sezione senior e la sezione junior.
E’ la data di nascita che determina se si partecipa alla
sezione junior, infatti questa è dedicata ai minori di 18 anni.
Saranno premiati il primo, il secondo e il terzo classificato
di ogni sezione.
Date importanti
Inizio iscrizioni: 4 giugno 2013
Fine Iscrizioni: 15 settembre 2013
Grande Festa di IoRacconto: dal 22 al 24 novembre 2013
Annuncio valido fino a: Domenica, 15 Settembre, 2013 
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Spazio aperto - Diritto e Tutela del Cittadino
a cura dell’Avvocato Pier Paolo Poggioni
Esperto in Diritto di Impresa, Docente Universitario
L’ASSOCIAZIONE
IN PARTECIPAZIONE
Il contratto di associazione in partecipazione trova la sua
disciplina nell’art. 2549 c.c.
Scopo dell’istituto è la creazione di una collaborazione
tra più soggetti per l’esercizio di un’attività economica a
scopo di lucro evitando la costituzione di un nuovo soggetto
giuridico o la costituzione di un patrimonio autonomo, posto
che i mezzi dell’attività restano di proprietà dell’associante.
Dall’esame della giurisprudenza prevalente in materia si
rileva come l’istituto in questione assume contorni che lo
rendono contiguo ad altre fattispecie quali il contratto di
società ed il contratto di lavoro subordinato.
Secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione,
ai fini della distinzione fra il contratto di associazione in
partecipazione e quello di lavoro subordinato, è necessario
che il giudice di merito accerti che l’associato che conferisca
attività lavorativa non sia sottoposto ad un vincolo di
dipendenza che comporti l’assoggettamento al potere
organizzativo, direttivo e disciplinare dell’imprenditore; che
la prestazione sia contenuta entro i limiti del conferimento
dovuto, senza assumere i caratteri della collaborazione ex
art. 2094 c.c. e che sia ravvisabile la compartecipazione al
rischio di impresa.
In tale contesto viene, pertanto, rimesso al prudente
apprezzamento del giudice, attraverso un accertamento
delle caratteristiche del rapporto contrattuale che si vuole
puntuale e concreto, la identificazione degli elementi tipici
della subordinazione, qualificati essenzialmente dalla
sottoposizione al potere direttivo, organizzativo e gerarchico
del datore di lavoro, ritenendosi, invece, compatibile con lo
schema dell’associazione, e, quindi, non dirimente rispetto
al problema qualificatorio, la possibilità per l’associante di
impartire istruzioni e direttive
Alla luce di quanto precede, con riferimento ai tratti
tipizzanti dell’associazione in partecipazione, viene ritenuto
che la causa di tale contratto è ravvisabile, in definitiva,
44
Wealth Planet magazine
nello scambio fra un determinato apporto dell’associato
all’impresa dell’associante ed il vantaggio economico che
l’associante si impegna corrispondere al primo.
Si assume anche, in giurisprudenza, che non rivestono
carattere qualificante nè la partecipazione alle perdite (in
quanto ove anche tale partecipazione sia esclusa non vien
meno la condivisione del rischio di impresa, sia pure nelle
forme della mancata remunerazione del lavoro svolto), nè
la commisurazione della partecipazione del lavoratore
associato al ricavo dell’impresa, anzichè agli utili netti
(dal momento che l’art. 2553 c.c. consente alle parti di
determinare la misura di partecipazione dell’associato agli
utili), nè la mancanza di un effettivo controllo sulla gestione
dell’impresa (giacchè la legge prevede il diritto dell’associato
al controllo e al rendiconto annuale di gestione, ma lascia
libero lo stesso di esercitare o meno tali poteri).
Se il contratto di associazione in partecipazione stipulato
per un periodo di tempo determinato non può essere sciolto
anticipatamente a iniziativa unilaterale di una parte la quale,
così facendo, si renderebbe inadempiente al contratto, ma
solo risolto per inadempimento dell’una o dell’altra parte.
L’associazione in partecipazione ha, quale elemento causale
indefettibile di distinzione dal rapporto di collaborazione
libero-professionale, il sinallagma tra partecipazione al
rischio d’impresa gestita dall’associante e conferimento
dell’apporto lavorativo dell’associato. Ne consegue che
l’associato il cui apporto consista in una prestazione
lavorativa deve partecipare sia agli utili che alle perdite, non
essendo ammissibile un contratto di mera cointeressenza
agli utili di un’impresa senza partecipazione alle perdite.
Gli effetti retroattivi della risoluzione non operano, nei
contratti a esecuzione continuata o periodica, per le
prestazioni già eseguite; in tale ottica, devono qualificarsi
contratti ad esecuzione continuata o periodica solo quelli
che fanno sorgere obbligazioni di durata per entrambe le
parti, e cioè quelli in cui l’intera esecuzione del contratto
avvenga attraverso coppie di prestazioni da realizzarsi
contestualmente nel tempo.
Fra di essi non può farsi rientrare il contratto di associazione
in partecipazione con cui l’associante attribuisce
all’associato, contro il corrispettivo di un determinato
apporto, una partecipazione agli utili della sua impresa o
di uno o più affari. A differenza del contratto di società, lo
stesso è un negozio bilaterale che crea un singolo rapporto
fra l’associato e l’associante: senza che vi sia un vero scopo
comune nè un patrimonio dell’associazione che non assurge
neppure ad organismo, essendo l’apporto dell’associato
- non paragonabile ad un conferimento - una dazione o
prestazione unitaria (di natura patrimoniale o tecnica) in
cambio di una controprestazione pur essa unitariamente
considerata consistente nella partecipazione agli utili ed
eventualmente alle perdite. 
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Winnipeg è una delizia sorprendente. A partire dalla sua ubicazione in mezzo alle pianure del Manitoba, Canada. È una
città piuttosto colta oltre ad avere un’economia che si sta diversificando, facendo registrare una crescita non velocissima ma
costante e continua. Una visita alla città potrebbe cominciare dal Manitoba Legislative Building un edificio governativo in stile
neoclassico, nei cui giardini e sulla cui cupola vi sono due statue simbolo per la città: la prima è quella di Luis Riel, leader
delle lotte dei nativi canadesi; la seconda, emblema dello spirito della città, la statua del Golden Boy che rappresenta l’eterna
giovinezza e lo spirito d’impresa. La più grande e completa collezione di cultura Inuit, una delle culture native, è conservata nel
suggestivo Winnipeg Art Gallery a forma di nave. Il punto in cui si incontrano i fiumi Assiniboine River e il Red River costituisce
un luogo di particolare interesse. Oltre ad un meraviglioso
parco voluto dall’organizzazione Parks Canada qui è
stato creato un agglomerato di negozi, ristoranti e locali
all’interno di edifici storici ristrutturati. Sempre qui sorge
il Forks National Historic Site, sulle sponde del fiume; è
un modo per ripercorrere e scoprire la storia della zona
attraverso mostre e spettacoli. Ciò che colpisce del Canada
è come, nonostante una storia relativamente giovane, le
iniziative e i luoghi per valorizzare la cultura e le tradizioni,
siano particolarmente curati.
Anche senza avere una grande passione per i treni, merita
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una visita il Winnipeg Railway Museum all’interno della bellissima Union Station che,
tra le altre cose, fu progettata dagli stessi architetti che costruirono la spettacolare
Grand Central Station di New York.
Il quartiere più vivace di Winnipeg è, senza dubbio l’Exchange District, con la sua
popolazione di artisti, alternativi e modaioli che si distribuiscono tra i numerosi
locali, ristoranti e gallerie d’arte della zona che è stata dichiarata National Historic
Site. E in questo quartiere si trova anche il Manitoba Museum che, organizzando
tour e “viaggi nel tempo” raccoglie e racconta in modo completo la storia della città
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e di tutto il Manitoba. Ma sono sicuramente le gallerie d’arte a farla da padrone in
questo quartiere, tra cui spicca la Graffiti Gallery, spazio espositivo e creativo per
i graffittari della città che hanno così hanno la possibilità di trasformare in arte la
loro attività.
A Winnipeg si trova anche la più vecchia comunità francese del Canada fuori dal
Quebec. Siamo nel quartiere di St Boniface, quartiere ricco di storia e di luoghi che
raccontano un passato che, comunque, ha lasciato tracce non trascurabili in città.
Qui si trovano i resti della St Boniface Basilica, una volta immensa, prima che un
incendio la distruggesse nel 1968. Accanto alla basilica, all’interno di un convento
dell’800, si trova il St Boniface Museum che racconta la nascita del quartiere e
ripercorre la storia dei métis e delle loro lotte. 
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Il Tel Aviv Museum of Art è il museo principale di Israele di arte moderna e contemporanea e sede di una delle più grandi
collezioni al mondo di arte israeliana. Dal momento della sua fondazione nel 1932, il Museo è servito come uno dei principali
poli culturali di Tel Aviv, la visualizzazione di un vivace mix di collezioni permanenti e mostre temporanee in una vasta gamma
di settori - pittura, scultura, stampe e disegni, fotografia, video, architettura e progettazione. Ogni anno, il Tel Aviv Museum of
Art accoglie più di 500.000 visitatori, offrendo loro oltre venti mostre annuali israeliane e internazionali d’arte. La biblioteca
d’arte completamente computerizzato e il suo Centro di Documentazione per l’Arte in Israele servono oltre 15.000 studenti,
studiosi e curatori di ogni anno. 
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Elif Bilgin
e le bucce di banana
a cura di L.A.
La plastica esiste da milioni di anni. Si tratta infatti di un
polimero ossia configurazione di molecole di carbonio e
idrogeno, che si legano tra di loro formando delle catene:
la tela del ragno è un polimero, così come il collagene di
cui sono fatte tra l’altro le nostre unghie.
Dalla ricerca di un sostituto per la gommalacca, nacque
la prima plastica industriale, la bachelite. L’industria
chimica cominciò allora ad utilizzare una risorsa nuova
e abbondante, come il petrolio grezzo, combinandolo
con altre sostanze per dare origine ad una lunga serie di
composti, come il famoso PVC, che in breve hanno invaso il
mondo, trasformandolo in modo radicale.
I danni di questa proliferazione, ormai evidenti, hanno fatto
si che da alcuni anni la ricerca scientifica sta dando spazio
all’idea di produrre la plastica utilizzando materie
naturali, come si faceva un tempo.
Una 16enne turca, Elif Bilgin, ha da poco vinto
il prestigioso Science in Action Prize della Scientific
American per aver inventato il modo di creare plastica
dalle bucce di banana. Appartenente ad una lunga serie
di giovanissimi inventori Elif Bilgin, è convinta che la
sua bioplastica sia un tassello importante nel processo di
cambiamento globale. La sua invenzione servirà tra l’altro
a coprire essenzialmente i cavi elettrici, proprio come la
bachelite ad inizio del secolo scorso.
Il lato affascinante di questa notizia è oltre alla capacità
di creare risorse tecnologiche modernissime a partire da
scarti naturali, come le bucce di banana, quanta sia
l’ingegnosità e l’idealismo pratico di una nuova generazione
di inventori sensibili al benessere dell’ambiente, che fa
ben sperare in un cambiamento epocale. 
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Wealth Planet magazine
Spazio aperto - Design
2013 è sempre più “eco-friendly”, ossia uno stile dal
look naturale sia per quanto riguarda i colori, i pavimenti,
i mobili e le tecnologie per un minor consumo di acqua e
di energia.
La doccia è un elemento sempre più importante ed oggi si
presenta per lo più come una semplice scatola di vetro, con
finiture in metallo spesso quasi invisibili, che va a sostituire
definitivamente il classico, ormai quasi scomparso, piatto
doccia. Ma fondamentale è anche l’illuminazione: una
giusta illuminazione d’atmosfera, di colori caldi o freddi,
può essere infatti molto suggestiva e darci sensazioni uniche.
Una tendenza molto apprezzata è quella di arredare e
decorare il bagno con un look vivace e frizzante, denominato
“beach style”, ossia stile da spiaggia. Nel beach style le
pareti devono avere i colori naturali dell’estate e del mare,
con tonalità calde come ad esempio un giallo sabbia o
fredde come il blu o il verde. Ma saranno i dettagli e la
nostra cretività a fare la differenza. Dal semplice colore
vivace degli asciugamani, ad una nostra fotografia mentre
siamo al mare, ad un vaso trasparente pieno di sabbia e
conchiglie. Un tocco finale lo possiamo dare aggiungendo
ad esempio una piccola pianta esotica e, per i più assetati
di sensazioni uniche, immaginate una zona-doccia costituita
da una parete in vetro con all’interno un intreccio di canne
di bambù che filtreranno la luce proveniente dalla finestra
del vostro bagno… avremo così estate e natura sempre a
portata di bagno! 
Dalle spa al beach style...
a cura di Manuele Morgantini - Interior designer
A chi non è mai capitato, dopo una lunga giornata di
lavoro, di tornare a casa con la voglia di un bel bagno
caldo per smorzare lo stress accumulato? Niente di più
vero! E’ dimostrato infatti che un bagno rilassante porta
notevoli benefici al nostro corpo e alla nostra mente.
Non a caso negli ultimi anni arredare il bagno ha assunto
un’importanza maggiore di quanto non ne aveva in passato
ed il classico bagno sta diventando sempre più un luogo in
cui rigenerarsi e poter cercare un po' di benessere dalla
vita frenetica di tutti i giorni; il bagno contemporaneo non
può quindi che assumere sempre più le sembianze di una
home spa, ossia una piccola spa domestica sempre a
disposizione in casa nostra.
Spa è l’acronimo del detto romano “Salus per Aquam”,
ossia “salute attraverso l’acqua”, e nasce negli Stati Uniti
dall’idea di riproporre, in chiave moderna, l’antica usanza
romana delle terme pubbliche dotate di ogni tipo di comfort.
Elemento centrale di una home spa è sicuramente la vasca
idromassaggio da cui possiamo ottenere non solo i
54
Wealth Planet magazine
benefici derivanti dall’acqua (idroterapia), ma anche quelli
dell’illuminazione (cromoterapia), delle essenze profumate
(aromaterapia), e della diffusione sonora (suonoterapia).
Sauna e bagno turco sono due elementi fondamentali
per completare la nostra home spa, ed in entrambi i casi
oggi possiamo trovare prodotti pratici, facili da installare e
con una vasta gamma di rivestimenti tra cui trovare quello di
nostro gradimento. Ma avere un bagno che ci dia sensazioni
piacevoli e rilassanti è possibile anche semplicemente
arredandolo con uno stile consono e non trascurando la
nostra fantasia ed i nostri gusti personali. A tale scopo
il bagno in stile “minimal chic” rimane ancora molto
apprezzato soprattutto per le sue linee e forme geometriche
pulite ed essenziali anche se, la tendenza di oggi, lo vede
orientarsi sempre più verso colori caldi anziché sull’ormai
già affermato “total white” dove il colore bianco la
fa da padrone. Ma non dobbiamo dimenticare che negli
ultimi anni l’interior design è sempre più attento a fattori
importanti come la sostenibilità, ed anche il bagno del
...ecco come vivere il vostro bagno!
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Gli occhiali da sole sono accessori indispensabili sia per la protezione degli occhi, sia per avere un ulteriore dettaglio
cool a personalizzare il proprio look. Tra i trend indiscutibili di quest'anno spicca fortemente quello che da spazio alle
montature vintage, dunque, ricalcano le vecchie linee, un ritorno al vecchio stile, classico e irresistibile. Fondamentalmente
intramontabili torneranno i modelli aviator, dei veri e propri evergreen del mondo dell’eyewear, e le montature sono prive di
fronzoli, di dettagli troppo vistosi e importanti. E se da una parte assistiamo a un netto e forte ritorno delle montature d’epoca,
dall’altra ritroviamo nuovi modelli, specchiati colorati e spiritosi. 
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La perugina
Laura Boco
Sul podio ai World Games di Cali
Si sono concluse le due giornate di gare di Ju-Jitsu
ai World Games di Cali – Colombia, prestigiosa
manifestazione sportiva alla quale partecipano tutte le
discipline che aspirano al riconoscimento di sport Olimpico
da parte del C.I.O.
La nona edizione dei World Games ha visto in lizza i
migliori atleti del ranking mondiale (in totale 4.000) delle
circa 40 discipline sportive, in rappresentanza di circa 120
nazioni.
L’Italia del Ju-Jitsu, che nella scorsa edizione di Taipei si era
aggiudicata un solo argento, ha migliorato il suo bottino
conquistando due medaglie: una d’argento e una
di bronzo.
Protagonisti principali sono risultati gli emiliani (Campioni
d’Europa 2013) Sara Paganini e Michele Vallieri
(Duo System Mix) medaglia d’argento contro la coppia
tedesca attuale Campione del Mondo, perdendo di misura
(98,5 a 99,0).
Peccato, un’occasione mancata in quanto la stessa coppia
aveva superato gli avversari tedeschi due mesi fa proprio in
terra germanica, però il valore espresso dalle due coppie
ci fa rivivere dei momenti ben noti nel mondo dei grandi
dualismi sportivi.
La perugina Laura Boco, Capitano Azzurro del Team
58
Wealth Planet magazine
Senior ed atleta pluridecorata recante i colori sociali del
“Club La Dolce Arte” di S. Martino in Campo, alla giovane
età di trent’anni è riuscita ancora a stupire!
Nove incontri in due giornate di gara:
cinque match nel Ne-Waza (simile al Brasilian Ju-Jitsu),
di cui tre vinti consecutivamente, la portano direttamente al
podio con la medaglia di bronzo;
altri quattro match nello stile Fighting System le garantivano
la finalina per il terzo posto che non coglieva per una
“sfumatura arbitrale”.
Grande il quarto posto di Laura.
I World Games di Cali non hanno regalato alla perugina
Jessica Scricciolo un posto nel podio.
L’atleta perugina che si è fermata al 5° posto dovrà meditare
a lungo sull’accaduto, riconsiderando che la Campionessa
Europea Junior in carica si è trovata lanciata nel mondo
degli atleti “adulti” ed essere fra le prime sei atlete del
Mondo all’età di 19 anni, e questo può soltanto provocare
delle sane ed attese reazioni.
Sfortunato anche il palermitano Giovanni Vitale (Fighting
System 69kg), che, dopo aver vinto per Full-Ippon il suo
primo incontro, è stato fermato dal medico per frattura ad
una costola, finendo quinto, non certo per demerito.
La soddisfazione nel Team Italia è stata condivisa dal
Presidente A.I.J.J. M° Dario Quenza con il D.T. M°
Paolo Palma (Tecnico-Coach) e con il M° Igor Lanzoni,
vice Direttore Generale in rappresentanza del D.G. M°
Bistocchi che ha seguito le performance degli Azzurri con
tutto lo Staff da “Casa Italia”. 
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Wealth Planet magazine
59
Spazio aperto - Sport
Spazio aperto - Sport
alchimie che non sempre altrove si trovano. Tutto ciò grazie
non solo alla capacità e al buon senso delle “veterane”,
che personalmente ringrazio, ma anche alla capacità di
tutto staff tecnico che sapientemente gestisce e comprende
la realtà sportiva nonchè gli stati d’animo dello spogliatoio
legati ai vari eventi e situazioni che si verificano nel corso
della stagione.
Nel mondo della pallavolo si dice che Lei sia un
allenatore-manager un binomio molto amato
dagli inglesi...il suo pensiero..
Intervista al coach
Fabio Bovari
Allenatore della Wealth Planet Pallavolo Perugia,
denominata Gecom Security dal nome del main
sponsor, che milita nel campionato nazionale di serie B1
di pallavolo femminile
a cura di Mirina Hoxha
Di per se credo non voglia dire nulla, credo che l’allenatore
debba saper riconoscere tecnicamente le potenzialità e le
attitudini delle atlete che gli vengono proposte e non, avere
una visione in toto del campionato che deve affrontare,
conoscere il tessuto sociale dove va ad operare, conoscere
e condividere gli obiettivi societari sapendo trasmettere
motivazioni ed entusiasmo alle persone coinvolte nei vari
processi societari.
Naturalmente cercando di essere leale e sportivamente
preparato rispetto al compito che gli viene proposto oltre
naturalmente riuscire a gestire il proprio staff tecnico e le
atlete scelte e messe a disposizione.
Il suo sogno nel cassetto...
Mister Bovari, Lei è partito dal mondo della
pallavolo da giovanissimo per poi diventare
allenatore, fino ad arrivare alla Serie B1 nazionale,
l’anno scorso ha sfiorato per pochissimo il grande
salto in serie A, quest’anno tutti si aspettano un
altro campionato di vertice....
Tutto perfettamente corretto quello che lei riporta in
questa domanda a partire dai miei inizi fino ad arrivare
alla magnifica stagione del 2012-13 quando, al di la di
ogni più rosea aspettativa, con una squadra costruita con
diverse pedine giovani e con un giusto numero di atlete
di esperienza si è arrivati a sfiorare il sogno della serie
A lambito e assaporato fino all’ultima giornata. Il tutto
è ancora più bello e ci ha reso ancora più orgogliosi in
quanto i risultati conseguiti sono stati quelli di una squadra
non creata per vincere ma per far divertire e divertirsi. Le
aspettative per la prossima stagione da quanto si sente in
giro da tifosi, media, più o meno esperti del settore, sono
molto alte. In risposta si è cercato di conservare per quanto
concerne la squadra uno zoccolo duro inserendo giocatori
giovani e di prospettiva, al contrario di molte altre squadre
del nostro girone che si sono rafforzate con nomi altisonanti
e di profilo, ma questo non significa che cederemo il passo
60
Wealth Planet magazine
a team blasonati ma anzi cercheremo, come nella stagione
precedente, di farci spazio ed onore cercando naturalmente
di fare meglio della stagione passata. Rimaniamo
consapevoli delle nostre potenzialità e di quelle dei nostri
avversari in attesa che il campo sancisca i risultati...
Una squadra compatta dove militano già da anni
giocatrici di ottimo livello tecnico e giocatrici molto
giovani, i nuovi innesti sicuramente si inseriranno
bene in un gruppo già affiatato e collaudato....
Le scelte societarie, che naturalmente condivido, ci hanno
portato tecnicamente a guardare al futuro cercando sempre
nel territorio italiano giovani talenti o atlete in fiore. Ogni
anno hanno fatto parte della squadra da un minimo di 2 ad
un massimo di 5 giocatori giovani.
Si è continuamente e costantemente cercato di abbassare
l’età media della squadra: nella prossima stagione al
palleggio avremo una 22-enne ed una 20-enne e delle
quattro senior utilizzabili oltre i trent’anni noi ne avremo
solo due. Nonostante avvicendamenti e nuovi inserimenti
una forza ormai consolidata della Wealth Planet - Gecom
Security e’ sicuramente il gruppo che ogni anno si
perfeziona e si amalgama magicamente creando quelle
Il mio sogno...forse meglio desiderio è quello di continuare
a migliorarmi tecnicamente ed umanamente, non solo
per me stesso, in modo tale da riuscire a trasmettere
entusiasmo e voglia a tutti gli amanti di questo splendido
sport riuscendo così a diffondere una disciplina sportiva che
possa conseguire importanti risultati sia in campo ma anche
sul sociale.
Nella sua carriera si è sempre contraddistinto per
la voglia di vincere ma anche per la sua carica
agonistica e motivazionale, pensa che la pallavolo
a Perugia possa arrivare ai magici livelli di qualche
anno fa’ grazie alla Gecom Security?
Credo che ognuno di noi cerchi di dare il massimo quando
soprattutto opera nella propria città natale.
Si cerca sempre di dare e di fare il meglio per i propri
colori, si spera e ci si auspica di portare il volley perugino
dove merita.
Resta ancora un sogno ambizioso raggiungere, anche se
pur minimamente, ciò che è stato fatto dal volley perugino
qualche anno fa.
Nel mondo della pallavolo come forse in tutti gli
ambiti sportivi c’è una crisi evidente nelle società
sportive... pensa che progetti di collaborazione veri
e concreti possano sconfiggere questo problema?
Dipende molto dalla capacità dei presidenti delle singole
società, dalla visione degli stessi sul sistema che li circonda
e dalle diverse realtà societarie.
Personalmente credo che possa essere una strada percorribile
per creare meno frazionamenti quindi, meno dispersioni e
forse più qualità in più ambiti.
Quanto sono importanti nella sua vita Bellezza e
Benessere...
Bellezza e benessere sono un connubio vincente in ogni
ambito; credo che siano auspicabili e di interesse per
l’intera collettività. I latini dicevano: mens sana in corpore
sano!
Da quest’anno Wealth Planet Magazine sarà
distribuito anche nelle tribune del Curi... e se
a maggio giugno 2014 tutte e due le squadre si
trovassero a festeggiare insieme una meravigliosa
promozione?
Il mio più grosso in bocca al lupo alle due realtà sportive
perugine, così lontane ma così vicine, e, vorrei chiudere
senza ulteriori proseliti con un Forza Perugia Gimooooo!!!
Ciao a tutti. 
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Il Perugia calcio negli anni...
a cura di Mirina Hoxha
Nel 1905 dalla collaborazione tra la società di ginnastica
Libertas e l’US Braccio Fortebraccio nasce l’Associazione
Calcio Perugia.
Nei primissimi anni gli allenamenti si svolgono in Piazza
d’Armi (Piazza Partigiani) che solo dopo la prima guerra
mondiale vedrà la costruzione di una tribuna in legno per
gli spettatori. Solo nel 1937 sarà costruito il vecchio storico
Santa Giuliana.
Il Perugia partecipa a campionati sportivi universitari e a
tornei interregionali fino alla stagione 1932-33 stagione
nella quale raggiunge per la prima volta nella sua storia
la Serie B e, tra alti e bassi, tra cui il ritorno ai campionati
regionali, le attività calcistiche vengono cessate a causa
della II guerra mondiale.
La ripresa delle attività calcistiche registra il ritorno del
Perugia in serie B con l’allenatore Mario Malatesta e il
prolifico attaccante Alberto Galassi (35 reti nella stagione
1945/46). In serie B il Perugia rimane solo per 2 stagioni
per poi retrocedere fino alle serie regionali.
Nel 1966-67 assume le redini del Perugia il Presidente
Lino Spagnoli, che già dal 1950 aveva fondato un vivaio
giovanile denominato “il Grifo” che rappresenterà le basi
per una crescita importante del Perugia calcio.
Lino Spagnoli, noto imprenditore perugino, riesce a riportare
64
Wealth Planet magazine
il Perugia in Serie B con l’allenatore Guido Mazzetti ed il
livello della squadra si stabilizza con buoni campionati fino
alla stagione 1974-75 che registra l’arrivo dell’imprenditore
pugliese Franco D’Attoma che assume la presidenza, Ilario
Castagner diventa il nuovo allenatore dei grifoni.
La stagione parte sotto i migliori auspici e sebbene l’obiettivo
iniziale fosse solo la salvezza la squadra di Castagner si
attesta subito al vertice della classifica grazie ad un gioco
brillante e moderno, da molti definito all’olandese.
Alla fine del campionato, il Perugia è promosso in Serie A
con tre punti di vantaggio sul Como e quattro sul Verona.
Un’intera città esulta e festeggia il Perugia in serie A.
E’ l’inizio di un sogno...
E’ la squadra di Renato Curi e Franco Vannini ma anche
degli indimenticabili Marconcini, Nappi, Raffaeli, Petraz,
Frosio, Picella, Scarpa, Sollier, Pellizzaro.
Viene costruito a Pian di Massiano, un’area verde di
Perugia, lo Stadio Comunale di Perugia, 40 mila posti, una
chicca per la città.
Sulle ali dell’entusiasmo di una società, di una squadra,
di un’intera città il Perugia riesce a raggiungere ottimi
piazzamenti anche in serie A.
Viene definito il Perugia dei miracoli.
Una squadra in grado di battere squadre blasonate come il
Torino e la Juventus.
Storico il 16 maggio 1976, ultima giornata di campionato,
in uno stadio con oltre 40 mila persone, una rete di Curi
sotto la Curva Nord, al volo, su cross di Novellino dalla
fascia destra, sancisce la vittoria del Perugia sulla Juventus
per 1-0.
Campionato 1977-1978, sesto turno di campionato - 30
ottobre 1977 - Perugia – Juventus.
Il Pian di Massiano è pieno all’inverosimile, malgrado una
giornata di pioggia intensa. E’ da pochissimi minuti che è
iniziato il secondo tempo, il tempo è davvero inclemente,
la pioggia si abbatte su Pian di Massiano, Renato Curi, 23
anni, al 5’ del secondo tempo si accascia improvvisamente
a terra colpito da un arresto cardiaco. Lo stadio intero
ammutolisce, i tamburi della storica curva nord si fermano.
I funerali saranno celebrati proprio dentro lo Stadio che sarà
intitolato allo storico calciatore del Perugia Renato Curi.
Ma il Perugia dei Miracoli sotto la guida di D’Attoma
Presidente e Silvano Ramaccioni Direttore Sportivo, Ilario
Castagner – Allenatore – vuole ancora stupire l’Italia intera.
Nel campionato 1978-79, il Perugia è la prima squadra
a terminare il campionato di Serie A senza perdere una
partita restando in lotta per lo scudetto con il Milan fino
alle ultime giornate. Il Perugia dei Miracoli del Mister Ilario
Castagner vantava i seguenti giocatori:
Portieri: Nello Malizia, Marcello Grassi;
Difensori: Michele Nappi; Antonio Ceccarini; Pierluigi
Frosio (capitano); Mauro Della Martira; Luciano Zecchini.
Centrocampisti: Paolo Dal Fiume; Cesare Butti; Franco
Vannini; Giorgio Redeghieri; Mario Goretti.
Attaccanti: Gianfranco Casarsa; Salvatore Bagni; Walter
Speggiorin; Marco Cacciatori.
Dopo un’estate caldissima di calcio-mercato che porta a
Perugia addirittura il fuoriclasse italiano Paolo Rossi sembra
che il Perugia voglia bissare i successi dell’anno precedente
rinforzandosi e magari puntare allo scudetto. Ma la beffa
è in agguato e l’1 marzo 1980 scoppia lo scandalo del
calcio scommesse che coinvolse lo stesso Paolo Rossi e i
giocatori perugini Della Martira e Zecchini che verranno
squalificati. Il Perugia termina il campionato solo in decima
posizione e nel campionato successivo causa per l’appunto il
calcio-scommesse inizierà il campionato con una
penalizzazione di 5 punti. E’ l’anno della retrocessione in
Serie B.
E sebbene nella stagione 1984-85, il Perugia manca il
ritorno in A di un solo punto, stabilisce i record del minor
numero di sconfitte in una stagione (una sola sconfitta) e
Wealth Planet magazine
65
Spazio aperto - Sport
in Lega Pro e vincendo inoltre la Coppa Italia di Serie D.
Nel Perugia dopo la vittoria del campionato di serie D,
entrano a farne parte due importanti figure imprenditoriali:
Massimiliano Santopadre vicepresidente e Giovanni Moneti,
che da gennaio 2012 assume l’incarico di amministratore
unico. Viene nominato direttore generale Luigi Agnolin.
Dopo la vittoria del campionato, il Perugia approda alla
Prima Divisione (stagione 2012-2013) e Massimiliano
Santopadre è nominato amministratore unico e al suo fianco
Giovanni Moneti è il socio di maggioranza.
La stagione è brillante ed esaltante e termina con un
altrettanto brillante secondo posto che permette ai grifoni di
Mister Camplone di disputare i play off.
Malgrado la netta superiorità dimostrata nell’arco della
stagione il Perugia perde la gara di andata a Pisa 2-1 e
nella gara di ritorno al cospetto di oltre 15 mila persone
non riesce ad andare oltre il 2-2 sebbene sotto di un gol
il primo tempo nella seconda frazione riesce a ribaltare
il risultato ma una mera disattenzione difensiva regala il
pareggio ed il superamento del turno al Pisa.
Per la B tutto rinviato alla stagione 2013-14 sperando che
Santopadre faccia il miracolo e riporti il Perugia e Perugia
alla storia che si meritano. 
del maggior numero di pareggi (ben 26 su 38 incontri), un
secondo scandalo di calcio-scommesse travolge il Perugia e lo trascina in una doppia retrocessione…si riparte dalla
serie C2.
Il Perugia viene rilevato nel 1991 da Luciano Gaucci,
imprenditore romano che sin da subito dichiara di voler
portare Perugia ai massimi livelli. Acquisti importanti come
Giuseppe Dossena, campione del mondo nel 1982, fanno la
differenza e nel 1991-92 la squadra sfiora la promozione
in Serie B, ottenuta poi nel 1993; ma Gaucci è accusato di
corruzione arbitrale, e la CAF rispedisce il Perugia in Serie
C, e squalifica il Presidente per tre anni. Nel 1993-94, il
Perugia vince nettamente il campionato e viene promosso in
Serie B e solo dopo due anni, nella stagione 1995-96, la
squadra di Giovanni Galeone ritorna in Serie A. Dove però
la squadra guidata da Nevio Scala retrocede all’ultima
giornata. Ma Gaucci richiama a Perugia l’allenatore dei
miracoli, Ilario Castagner che riporta il Perugia in Serie
A.
Anni di serie A meravigliosi dove si mettono in luce
a Perugia calciatori che poi faranno la fortuna di grandi
club nazionali, internazionali e della nazionale italiana:
il croato Milan Rapaic e il giapponese Hidetoshi Nakata,
Mirko Pieri, Fabio Grosso, Fabio Liverani, Davide Baiocco,
Marco Di Loreto, il brasiliano Zé Maria, Zisis Vryzas, Marco
Materazzi, Fabio Liverani, Fabrizio Miccoli.
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Wealth Planet magazine
Sfiora la finale di Coppa Italia (dopo aver superato anche
la Juventus), e la quarta stagione di serie A sotto la guida
di Cosmi si apre con la vittoria della Coppa Intertoto sui
tedeschi del Wolfsburg, che qualifica la squadra in Coppa
UEFA. Il Perugia viene eliminato al terzo turno dal PSV
Eindhoven. Ma al termine di campionato il Perugia scende
nuovamente in Serie B. concludendosi in tal modo l’era
Cosmi e ben presto anche l’era Gaucci.
Nell’anno del centenario nonostante il quarto posto e la
qualificazione alla finale play-off per la promozione in Serie
A (poi persa contro il Torino), il Perugia viene escluso dal
successivo campionato di Serie B dalla giustizia sportiva
per problemi economici. Grazie al Lodo Petrucci, riesce
almeno a iscriversi al campionato di C1 con un nuovo
gruppo societario capeggiato da Vincenzo Silvestrini.
Al termine della stagione 2007-08 la proprietà Silvestrini
decide di lasciare consegnando il timone all’imprenditore
perugino Leonardo Covarelli, ex presidente del Pisa
Calcio. Ma i problemi finanziari attanagliano ancora
il Perugia ed il Tribunale di Perugia accoglie l’istanza di
fallimento presentata da alcuni creditori. Il 12 luglio 2010
nasce l’A.S.D. Perugia Calcio, con a capo l’imprenditore
petrolifero cannarese Roberto Damaschi. La squadra viene
iscritta al campionato di serie D, dove vince il campionato
con tre giornate d’anticipo tornando così tra i professionisti
Organigramma
Amministratore Unico - Massimiliano Santopadre
Direttore Generale - Mauro Lucarini
Direttore Sportivo - Roberto Goretti
Direttore Area Scouting - Marcello Pizzimenti
Segretario generale - Ilvano Ercoli
Team Manager - Simone Rubeca
Ufficio Stampa - Roberto Renga, Rossana Fella,
Giusi De Angelis
Amministrazione
Responsabile - Sandro Paiano
Staff Studio Paiano - Chiara Cinelli, Alessia Pelosi
Marketing
Responsabile marketing - Marco Santoboni
Responsabile commerciale - Stefano Politelli
Studio Legale - Avv. Prof. Carlo Calvieri, Avv. Gianluca
Calvieri
STAFF Addetto biglietteria - Tiziana Barbetti
Addetto Rapporti tifosi - Monica Landi
Magazzinieri - Gino Bettucci, Fausto Maccarelli
Custode Stadio “Curi” - Sergio Militi
Gestione Campi - Alberto Tomassini, Leonardo Tomassini
Manutenzione stadio - Archiplan - Lemmi
Delegato alla sicurezza - Fabio Castellani
Vice delegato alla sicurezza - Michele Diosono
foto:©roberto settonce - www.settoncephotoagency.com
è vietato ogni tipo di riproduzione senza l'autorizzazione scritta dell'autore
Wealth Planet magazine
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Sicurezza?
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potranno dormire sonni tranqulli con FaceLock, l’app che
consente di bloccare il telefonino utilizzando la fisionomia
del legittimo proprietario.
Questa semplice applicazione protegge il cellulare da occhi
indiscreti, attraverso un sistema di riconoscimento facciale.
Per non consentire l’accesso è sufficiente caricare l’immagine
del proprio volto e farla corrispondere alla sagoma presente
sullo schermo, salvare la traccia e ripetere il procedimento
più volte per consentire al sistema di memorizzare i tuoi
tratti. Una volta conclusa l’operazione, lo smartphone
sarà ufficialmente protetto, e potrà essere sbloccato solo
attraverso il riconoscimento da parte del sistema del viso
memorizzato.
Qualora l’operazione non vada a buon fine, impedendo
di riprendere legittimamente possesso del telefonino, si
può scegliere di impostare una password o un codice. Il
programma è disponibile sulla rete in due versioni, una
gratuita e una a pagamento che costa 2,40 euro con
svariate funzioni in più. 
70
Wealth Planet magazine
Spazio aperto - Eventi
STUDIO AZZURRO - LA GENESI
conoscenza, ha segnato una Biennale aperta, invitante,
meno didascalica del solito, più internazionale che mai con
i numerosissimi paesi espositori provenienti da ogni parte
del globo. Una Biennale, per fortuna, non globalizzata né
globalizzante, una esposizione che coinvolge l’essere nella
sua individualità proponendone una condivisione che ne
rispetti la centralità e l’originalità; una Biennale non alla
ricerca della bellezza ma incontro a ciò che può essere
visto come tale. Non una lista il cui fascino inebria a priori
Umberto Eco e noi, ma la cui aridità cozzerebbe con la
fantastica e poliedrica paradossale concretezza dell’arte.
55°
Biennale di Venezia
a cura di Francesco Patiti
L’abbiamo detto mille volte, il benessere senza la fruizione
di arte e cultura non è tale.
Il nostro viaggio nella 55° Esposizione Internazionale
d’Arte della Biennale di Venezia, terrà conto di questo,
significando che tralasceremo le valutazioni tecniche per
dare spazio alle emozioni, alle sensazioni, ai sentimenti.
Ci consoliamo nel dire che, o siamo geni o incompetenti,
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Wealth Planet magazine
la maggior parte delle critiche rivolte dalla “nomenclatura”
dell’arte, vieppiù mossa da interessi economici e di mercato,
non ci vedono concordi anzi, ciò che non è piaciuto a loro,
a noi ci ha emozionato davvero tanto.
“Il Palazzo Enciclpedico”, il museo immaginario di Auriti
che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità,
il percorso nella ricerca e nella archiviazione della
ALTHMER- FIGURE PLASTICHE
Noi ci abbiamo visto questo e nel percorrere i padiglioni
delle nazioni e le sale dell’arsenale abbiamo trovato quasi
sempre questa atmosfera di cosciente partecipazione
dei visitatori la cui compenetrazione con l’arte
proposta/esposta diventa verbo performativo! Fare, diremmo
FAR(t)E. La fatica che comporta visitare, partecipare alla
Biennale richiede un buon allenamento fisico e quindi la
possibilità di mantenere lucidità emotiva e cerebrale.
Per fare questo non terremo conto dei percorsi o dei luoghi
ma diciamo subito che la folgorazione più grande l’abbiamo
avuta dalla esposizione della Santa Sede (giova ricordare
la polemica innescata dalla partecipazione del Vaticano,
per la prima volta, alla Biennale) e da Israele.
Molto religiosa la prima, imperniata su una Genesi la
cui Ortodossia è stata aspramente criticata; come se ci si
aspettasse dalla sede della religione cattolica il festival del
laicismo o del materialismo storico. Israele incanta con un
percorso straordinario di artisti che partendo dal sottosuolo
della Palestina raggiungono il Padiglione Israele attraverso
un buco nel pavimento e, occupata la sede, si ripropongono
tra suoni immagini e sculture in creta dando voce e vita ad
un intimo che si riconcilia con il mondo. Un dentro e fuori
dallo spazio, un dentro e fuori dalla realtà, un dentro e fuori
da se stessi. Bellissimo.
Ancora emozionante l’artista Finlandese Alvar Aalto Antti
Laitinen, che ricostruisce alberi da tronchi di legno sezionati
altrove o video (in vero, datato) nel quale con fatica
costruisce la sua personale isola. Facile da capire perchè
SONIA FALCOME - CAMPOM DE COLOR
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73
WIN BOTHA- LIBRI SCOLPITI
interpreta il desiderio di ognuno di noi e la fatica del vivere.
Poco rassicuranti ma assolutamente suggestive le 80 figure
a grandezza naturale con corpi meccanici e volti e mani
realizzati da calchi in gesso di modelli veneziani, ricoperti
da plastica inanimata che li rende, di contro, anime,
realizzati dal polacco Pawel Althamer allestiti nella sala 9
dell’Arsenale; “Rendersi conto che il corpo è solo un veicolo
dell’anima è una conquista importante!” Siamo d’accordo
con Althamer e non solo per la filosofia che guida questa
pubblicazione!
Poco avvincenti i video, questa forma di espressione che
sempre più caratterizza l’arte contemporanea, in questa
circostanza ci è parsa poco partecipativa alle vicissitudini
della conoscenza enciclopedica, forse spesso, troppo
intimisti. Su tutti il video del polacco Artur Zmijewski che
riprende ciechi impegnati a dipingere con le mani e l’occhio
della strumentazione elettronica chirurgica “Da Vinci”
(che è anche il titolo dell’opera) che penetra nel corpo per
osservarlo, studiarlo e curarlo di Yuri Ancrani.
Emozionanti le sculture dell’artista cinese Shinichi Sawada,
affetto da una grave forma di autismo, parla a stento
ma si esprime meravigliosamente con le sue sculture in
cui prendono forma immagini di draghi, mostri o esseri
soprannaturali coperti da punte minacciose che propongono
un complesso rapporto del mondo incomprensibile della
sindrome autistica con quello che lo circonda.
Grande effetto crea Kimsooja con l’entrata nell’opera
che si può gustare nel padiglione Koreano; il riflesso e la
luce preparano al “sequestro” di 60 secondi in una sala
perfettamente buia e sorda in cui le facoltà sensoriali
si spengono per lasciare spazio alle suggestioni o al
riconciliarsi con la propria mente.
MARIA LASSING- AUTORITRATTO
Segnaliamo inoltre gli artisti dell’America Latina con i
Murales venezuelani, biglietto da visita di un popolo, o il
Campo de Color di Sonia Falcone composto da piramidi
coloratissime di tutte le spezie che danno vita, profumo,
colore e sapore ad un’opera semplice ma allo stesso tempo
efficace, significativa e brillantemente intuitiva nel rendere
fruibile una quarta dimensione quasi sempre dimenticata.
Davvero belli i libri scolpiti, nel padiglione Sudafrica
all’Arsenale, da Wim Botha, che danno vita a figure
umane, lavorando sulla inquietudine della conservazione
della conoscenza libri che accolgono ma che possono dar
vita a esseri da essi dipendenti.
Ancora provocatorio ma spunto di grande riflessione
l’autoritratto di Maria Lassing nell’atto, nuda, di uccidere
ed uccidersi.
Abbastanza delusi dai paesi dell’Europa “storica” eccezion
fatta per la Francia che sostanzia un vice-versa (titolo della
esposizione del padiglione Italia) con la Germania con cui
AI WEIWEI- LA TORRE
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* 0#
AURITI - PALAZZO ENCICLOPEDICO
MURALES VENEZUELA
si scambia la storica dirimpettaia sede, che presenta un
trittico di video del concerto per mano sinistra eseguito in
dissonanza. La Germania presenta la torre di Ai Weiwei
composta dall’intreccio di 886 sgabelli, elemento di
vita quotidiana della Cina pre-rivoluzione culturale che
quest’ultima ha reso cimeli sull’altare della modernizzazione.
Nel padiglione cinese un’aria di grande innovazione e
senso del “grande” la trasfigurazione del colosso non solo
economico. Ci ha ricordato il paradosso dei cinesi che
comprano a Venezia i souvenir di Venezia rigorosamente
prodotti in Cina!
In un video riprodotto da un piccolo monitor (ai più sfugge)
si riporta la performances di modelli che danno vita alle
figure di un bassorilievo gigantesco e lunghissimo in creta
dal quale all’improvviso escono sorprendendo non tanto
per l’azione in se, quanto per l’idea che ogni opera d’arte
è viva.
Ci preme segnalare il padiglione delle Maldive in cui la
preoccupazione per il futuro del pianeta e le conseguenze
di uno tzunami ecologico rappresentano l’espressione di
una arte ed un dialogo “condizionati”.
Dulcis (ma non troppo) in fundo il Padiglione Italia. Poche
le occasioni di emozione e le sensazioni di coinvolgimento
proposte dagli artisti nella mostra “Vice versa” che come
dice il curatore, Pietromarchi, rappresenta un viaggio ideale
nell’arte italiana di oggi.
Al di là delle descrizioni di ciascuno dei sette ambienti in cui
gli artisti “dialogano” tra di loro, segnaliamo la bellissima
monumentale “opera viva”, Ossido Ferrico di Francesca
Grelli, in cui il suono della goccia d’acqua che insiste su
una enorme lastra di ferro, nella dicotomia suono/silenzio,
si intreccia con i vocalizzi di una performer, relazione tra
suono e materia, che lascia ampia spazio interpretativo e
significativo al visitatore.
L’Arte non ha senso senza la condizione prioritaria della
sua fruibilità. Inutile formare artisti con la previsione che
il proprio talento venga relegato in magazzini o depositi.
La funzione delle esposizioni, quella di Venezia è
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GIRELLI- OSSIDO FERRICO
sicuramente una delle più importanti del mondo, hanno
anche questa funzione.
Mentre scriviamo un’importante opera dell’Accademia delle
Belle Arti di Perugia, durante un trasloco per un prestito, è
stata gravemente danneggiata. Un prezzo alto da pagare
ma incluso nel rischio che comporta il mettere a disposizione
di tutti le opere che sempre più, a causa della mancanza di
fondi, restano incartate e indisponibili.
Non ci sembra scollegato anche il fatto che a Venezia
per godere dell’Arte bisogna pagare il prezzo di servizi
igienici pessimi, di prezzi esorbitanti per ogni tipo di ristoro
e l’assoluta impossibilità di acquistare cataloghi e libri a
costi accessibili. Non è accettabile invece, sopportare
transatlantici giganteschi che passano in Laguna per
accontentare un pubblico alieno da ogni interesse per l’arte
e la cutura.
In chiusura sarebbe un delitto non indicare che nello stesso
periodo nella città dei Dogi, il Palazzo Ducale ospita
un’importantissima bellissima ed emozionante raccolta
di opere di Manet, non facente parte del circuito della
Biennale, che deve essere assolutamente vista.
Noi ovviamente l’abbiamo fatto. Ma questa è un’altra
storia. 
[email protected]
Info: L’edizione di questo 2013 che ha preso il nome da una della opere,
il Palazzo Enciclopedico, è partita dal 1° giugno e rimarrà aperta sino
al 24 novembre.
Le esposizioni, Giardini ed Arsenale, saranno aperte tutti i giorni, dalle
10 alle 18, ed è possibile acquistare i biglietti anche online.
I biglietti singoli sono validi per un solo ingresso in ciascuna sede espositiva
(Giardini e Arsenale) anche in giorni non consecutivi.
SUSA S.p.A.
via Jury Gagarin, 39 - 06036 Ellera (PG)
Tel. 075 518421 - Fax 075 5178400
www.susa.it - www.susatrasporti.eu - [email protected]
Spazio aperto - Eventi
Creatures Studios
Emozioni dal cinema
Mostra permanente di creazioni e scenografie del cinema
a cura di F.G.
Questa Mostra unica nel suo genere, dedicata ai visitatori
di tutte le età, consente al pubblico di visionare manufatti,
sculture, creazioni e scenografie originali nel campo del
cinema e dello spettacolo per far comprendere quale grande
lavoro si nasconda dietro la realizzazione di un film per far
sognare uno spettatore sempre più attento ai “tecnicismi”,
alle abilità ed ai virtuosismi di questa nobile arte.
Questa colossale esposizione, unica nel suo genere in Europa,
si sviluppa in una superficie interamente allestita di 3.000
metri quadrati, ha richiesto un notevole sforzo produttivo ed
artistico, e questo proprio per la grandezza, le caratteristiche
e le varietà delle tematizzazioni cinematografiche in esso
contenute. Sono stati necessari 13 TIR – grandi trasporti per il trasferimento di tutti i materiali ed almeno due anni di
lavoro per la preparazione del suo imponente allestimento,
frutto di 30 anni di attività nel campo cinematografico.
Sin dalle sue origini il Cinema ha affascinato il pubblico
attraverso invenzioni e suggestioni sempre diverse, e nel
mondo che cambia, queste straordinarie opere restano
come conferma della ineguagliabile creatività dell’uomo,
spesso visibili solo nelle celebri pellicole cinematografiche
anche se oggi più ampiamente diffuse da nuovi media.
Pochi hanno avuto infatti la fortuna di osservare da vicino
le sorprendenti ricostruzioni scenografiche di Cinecittà
ed Hollywood nell’epoca d’oro del Cinema.Tutte queste
prodigiose ricostruzioni risultavano vere e non solo nella
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Wealth Planet magazine
pellicola cinematografica: persino le architetture e le mura
rappresentate, viste da vicino, sembravano aver realmente
vissuto ed essersi consumate dal tempo. Così le scenografie
presentate nella mostra, dimostrano l’abilità del Cinema a
riprodurre il “vero” e lo svelano al pubblico in tutta la sua
particolare e monumentale bellezza: nella nostra collezione
figurano inoltre importanti materiali scenici originali dei
films Colossal americani: le grandi Sfingi di “Cleopatra”
della Twentieth Century Fox, con Elizabeth Taylor, Richard
Burton, Rex Harrison (per il tema dell’Antico Egitto) ed i
meravigliosi bracieri de “Il Gladiatore” di Ridley Scott, con
Russell Crowe, Connie Nielsen, Oliver Reeed, elementi tratti
da “Spartacus”, dalla serie americana “Rome”, (per il tema
di Roma Imperiale), “Scontro tra titani“ecc.. che vengono a
rappresentare così il Cinema Internazionale.
Questa esposizione anche per l’organizzazione di visite
guidate per privati o gruppi scolastici è l’ideale opportunità
dove è possibile ammirare queste straordinarie opere
dal vero, la mostra godrà di una particolare, ampia
ed elegante sezione di lettura, distribuita lungo tutto il
percorso, una documentazione fotografica ed illustrazioni
che insieme sviluppano un’interessante area culturale
e di approfondimenti sul tema, di gradevole e facile
consultazione, grazie a descrizioni con foto e riferimenti
artistici / cinematografici / scientifici. 
Visione naturale
di benessere.
Coltivazioni Biologiche, Cultura e Tradizione, Ricerca e Innovazione, Trasformazione e Produzione
L’EVOLUZIONE DELLA FITOTERAPIA
www.aboca.com
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