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Indicazioni per il curricolo

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Indicazioni per il curricolo
IL FIL ROUGE DELLA
CONTINUITA’
“L’ITINERARIO SCOLASTICO DAI TRE AI QUATTORDICI ANNI,
PUR ABBRACCIANDO TRE TIPOLOGIE DI SCUOLA
CARATTERIZZATE CIASCUNA DA UNA SPECIFICA IDENTITÀ
EDUCATIVA E PROFESSIONALE, È PROGRESSIVO E
CONTINUO.”
Le ‘Indicazioni’ rappresentano
il punto di riferimento
nazionale per l’elaborazione
del curricolo a livello locale.
Sono un testo ‘aperto’, che
chiede di essere interpretato
da ogni singola comunità
scolastica
Il curricolo va costruito nella scuola, non viene emanato dal
centro per essere applicato;
tale costruzione deve permettere l’accordo tra istanza centrale,
normativa e unitaria, ed istanza locale, pragmatica e flessibile;
la costruzione del curricolo implica una considerazione della
scuola come luogo di ricerca, in rapporto dialettico con le istanze
provenienti dalla comunità scientifica, le istanze provenienti dalla
comunità sociale e quelle etiche, che caratterizzano l'orizzonte
dei valori condivisi rappresentati sia a livello centrale sia a livello
locale;
la problematica curricolare è il terreno su cui si muove
l’innovazione educativa
Documento della
Commissione nazionale per le nuove Indicazioni: La scuola del curricolo,
pubblicato a cura del Ministero della P.I., Roma-Maggio 2007, p. 23.
RIFERIMENTI CURRICOLARI
RIFERIMENTI
AUTOREVOLI
Parole chiave
Approcci
metodologici
DEWEY
Se faccio capisco
Laboratoriale
BRUNER
Se scopro capisco
Euristico
DON MILANI
‘I care’
Collaborativo
GIUNTI
Discipline strumento
del pensiero
La scuola centro di
ricerca
DELORS
I quattro pilastri
dell’educazione
Focalizzato sulle
competenze
MORIN
Complessità
Interdisciplinare
OCSE
Competenza
Autenticità
LA VOCE DELL’EUROPA
MEMORANDUM DI LISBONA :
- formazione permanente per tutti;
- cittadinanza consapevole e costruttiva (attiva);
- qualificazione della formazione e certificazione e
riconoscimento di titoli acquisiti;
- orientamento scolastico.
LIBRO BIANCO 1995 :
- sviluppo di una cultura generale per tutti;
- innalzamento della qualificazione della formazione
specialistica.
RAPPORTO DELLA COMMISSIONE THÈLOT:
- tutti devono essere messi in condizione di acquisire
una base di conoscenze e competenze, non solo i
talenti;
- garantire equità nella crescita personale degli alunni;
- la scuola garanzia di coesione sociale.
LE SCUOLE DEL 21° SECOLO:
“Le sfide che si presentano ai sistemi di istruzione possono essere riassunte
nei termini della comunicazione della Commissione del 2006 sulla promozione
dell’efficienza e dell’equità nei sistemi di insegnamento. È opportuno garantire
che i sistemi siano allo stesso tempo efficienti nel produrre livelli di eccellenza
elevati ed equi nell’elevare il livello generale delle conoscenze. In tale ambito
alcune delle sfide più importante più significative per il benessere degli
individui e per il bene della società si riferiscono alla qualità dell’istruzione e
della formazione iniziali, a partire dall’istruzione precoce e prescolastica” (Le
scuole per il 21° secolo, 2007).
I FILI ROSSI
L’idea di scuola
 L’idea di competenza
 L’idea di disciplina
 L’idea di apprendimento
 L’idea di valutazione

L’IDEA DI SCUOLA: LA PROSPETTIVA

“Ogni persona di trova nella necessità di
riorganizzare e reinventare i propri saperi, le
proprie competenze e, perfino, il proprio stesso
lavoro. Le tecniche e le competenze diventano
obsolete nel volgere di pochi anni. Per questo
l’obiettivo della scuola non può essere quello di
inseguire lo sviluppo delle singole tecniche e
competenze; piuttosto, è quello di formare
saldamente ogni persona sul piano cognitivo e
culturale, affinché possa affrontare positivamente
l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e
professionali, presenti e futuri.”
L’IDEA DI SCUOLA: I PILASTRI PEDAGOGICI

La persona che apprende

Una nuova cittadinanza

Il valore dell’inclusione

La dimensione della comunità
L’IDEA DI COMPETENZA
“Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale,
spetta all’autonomia didattica delle comunità
personali progettare percorsi per la promozione, la
rilevazione e la valutazione delle competenze.
Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno
studente mobilita e orchestra le proprie risorse –
conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni- per
affrontare efficacemente le situazioni che la realtà
quotidianamente propone, in relazione alle proprie
potenzialità e attitudini”.
L’IDEA DI COMPETENZA : COMPONENTI
Conoscenze concettuali
o dichiarative
Abilità o
conoscenze procedurali
Disposizioni
interne stabili
Sia le conoscenze dichiarative
(sapere che: fatti, concetti e teorie),
sia le conoscenze procedurali
(saper come, essere abile),
sia le disposizioni stabili
(atteggiamenti, significati, valori)
vanno acquisiti in maniera
significativa, durevole e fruibile
L’IDEA DI DISCIPLINA
“Fin dalla scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e nella scuola
secondaria di primo grado l’attività didattica è orientata alla qualità
dell’apprendimento di ciascun alunno e non ad una sequenza lineare, e
necessariamente incompleta, di contenuti disciplinari.”
“I docenti, in stretta collaborazione, promuovono attività significative nelle
quali gli strumenti e i metodi caratteristici delle discipline si confrontano e si
intrecciano tra loro, evitando trattazioni di argomenti distanti
dall’esperienza e frammentati in nozioni da memorizzare”
L’IDEA DI DISCIPLINA: LE COMPONENTI
sintassi
oggetto formale
disciplina
sostanza
CENTRO DI ARGOMENTO
Un argomento
o tema da cui
prendono il via
le attività
Modello centrifugo
CENTRO DI ARGOMENTO
Lingua italiana: tema
“Il lavoro dei miei genitori”
Geografia:
I settori economici
Inglese: Words and Work
Il lavoro
Ed musicale:
“I canti del lavoro”
Matematica:
“Che cosa vuoi fare
da grande?”
facciamo un grafico
Scienze: muscoli, leve
e lavoro muscolare
Arte e Immagine:
“Il seminatore” di Maillet
Storia: “Le classi sociali in Egitto”
Modello centrifugo
PROSPETTIVA INTERDISCIPLINARE
Disciplna
b
Disciplina
c
Disciplina
a
problema
Modello centripeto
PROSPETTIVA INTERDISCIPLINARE
Disciplina
b
Disciplina
Disciplina
c
a
Una nuova ondata di
immigrati a LampedusaPerché?
Da cosa fuggono?
Perché proprio qui? Che
cosa cercano? Che cosa
sognano?
Modello centripeto
L’IDEA DI DISCIPLINA: LA ‘MATERIA’ ( O ‘SOSTANZA’)





Che cosa è rilevante insegnare?
Perché, tra innumerevoli temi, scegliere
proprio questi e non altri?
Quale è la successione ottimale?
Che ruolo ha l’esperienza dell’alunno nella
mia progettazione?
Come condurre le esperienze di
apprendimento?
L’IDEA DI APPRENDIMENTO
Significatività
Cognitiva
Significatività
Disciplinare
APPRENDIMENTO
SIGNIFICATIVO
Significatività
Affettiva
Significatività
Socio-culturale
L’idea di apprendimento
<< La conoscenza umana, tutta la
conoscenza umana,
è nata da uno stupore iniziale (…)
che prima ha incatenato l’attenzione
e poi ha messo in moto le energie
intellettuali:
dall’emozione, alla curiosità, alla
problematizzazione,
all’indagine
Sarebbe una scuola impossibile quella
che si servisse dello stupore degli alunni
per avviarli a pensare, che facesse
nascere le discipline dal processo
naturale di una curiosità che spinge ad
ulteriori approfondimenti? >>
(A. Giunti)
L’IDEA DI APPRENDIMENTO: I CRITERI PRESCRITTIVI
Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli
alunni
 Attuare interventi adeguati nei riguardi delle
diversità
 Favorire l’esplorazione e la scoperta
 Incoraggiare l’apprendimento collaborativo
 Promuovere la consapevolezza del proprio modo di
apprendere
 Realizzare percorsi in forma di laboratorio

RIPENSARE IL CURRICOLO
Dalla didattica trasmissiva alla didattica euristica
e collaborativa (metodi)
Dalla frammentazione
delle
discipline alla
ricomposizione
del sapere (contenuti)
Dalla trasmissione delle conoscenze
allo sviluppo delle competenze (finalità)
COMPONENTI
FONDAMENTALI
INDICAZIONI PER IL POF E CURRICOLO
CURRICOLO
DELLA SCUOLA
VISIONE
PERSONA
CITTADINANZA
COMUNITA’
Quale scuola
vogliamo essere?
MODELLO
DIDATTICO
APPRENDIMENTO
Esplorativo
Collaborativo
Riflessivo
Autentico
In che modo
garantiamo la
coerenza fra i valori e
le pratiche
didattiche?
PERCORSO
DIDATTICO
Articolazione delle
Unità di
apprendimento
Come progettiamo
realizziamo e
valutiamo i percorsi
didattici?
QUALCHE DOMANDA PER COMINCIARE:
E LA SCUOLA ITALIANA?
E LA SCUOLA DOVE IO OPERO?
La cultura pedagogica diffusa, non quella
dichiarata, ma quella praticata, quanto è
coerente con le Indicazioni per il curricolo?
Come vengono intesi gli insegnamenti? Come
discipline o come materie?
Rispetto al ‘paradigma dell’apprendimento’ come
si caratterizzano le pratiche didattiche
utilizzate?
Che cosa si valuta? Come si valuta?
La meravigliosa storia dell'elefante
Un tempo antico in un paese dell'Arabia regnava il califfo Omar, ricco e benvoluto
perché era saggio. Era di larghe vedute e non si arrestava all'apparenza delle cose.
Prima di esprimere dei giudizi si sforzava sempre di comprendere le relazioni e i legami
che ci sono tra i fatti anche se a prima vista potevano apparire isolati e diversi.
Egli era perciò rattristato per la grettezza di spirito dei suoi ministri che non vedevano
più in là del loro naso.
"Va in giro per il mio regno" disse un giorno il califfo ad un servo fidato "e trova, se ti
riesce, tutti gli uomini sfortunati dalla nascita che non hanno mai potuto vedere e che
non hanno mai sentito parlare degli elefanti".
Il servo fedele eseguì l'ordine e dopo qualche tempo ritornò con alcuni ciechi fin dalla
nascita. Essi erano cresciuti sperduti in piccoli villaggi tra le montagne perciò degli
elefanti non avevano mai sentito parlare e non ne supponevano nemmeno l'esistenza.
Il califfo fece un gran ricevimento con tutti i suoi ministri e alla fine del banchetto fece
entrare un grosso elefante da una porta di bronzo e i ciechi da un'altra porta più
piccola.
"Mi sapreste dire che cosa è un elefante?" Chiese il califfo ai ciechi.
"No, mai sentita questa parola", risposero i ciechi.
"Ebbene, davanti a voi c'è un elefante: toccatelo, cercate di comprendere di che cosa
si tratta. Colui che darà la risposta esatta riceverà in premio 100 monete d'oro".
I ciechi si affollarono intorno all'animale e cominciarono a toccarlo con attenzione
soffermandosi sulle sensazioni che ricevevano. Un cieco stava lisciando da cima a
fondo una zampa, la pelle dura e rugosa gli sembrava pietra e la forma era di un lungo
e grosso cilindro.
"L'elefante è una colonna!" esclamò soddisfatto.
"No, è una tromba!" disse il cieco che aveva toccato solo la proboscide.
"Niente affatto, è una corda!" esclamò il cieco che aveva toccato la coda.
"Ma no, è un grosso ventaglio" ribatté chi aveva toccato l'orecchio.
"Vi sbagliate tutti: è un grosso pallone gonfiato!" Urlò il cieco che aveva toccato la pancia.
Tra loro c'era il più grande scompiglio e disaccordo perché ciascuno, pur toccando soltanto una parte credeva di conoscere l'intero elefante.
Il califfo, soddisfatto, si rivolse ai suoi ministri:
"Chi non si sforza di avere della realtà una visione più ampia possibile, ma si accontenta degli aspetti separati e parziali senza metterli in
relazione tra loro, si comporta come questi ciechi.
Egli potrà conoscere a fondo tutte le righe della zampa dell'elefante, ma non vedrà mai l'animale intero, anzi, non saprà mai che esiste un
siffatto animale".
BIBLIOGRAFIA

· Caldin R., Casarotto G., Zanotto M., Pratiche ordinarie di didattica inclusiva: gli otto
passi per crescere, in
"Difficoltà di apprendimento", ott. 2011, vol.17.1

· Calvani A., Fini A., Ranieri A.. La competenza digitale nella scuola, Erickson, Trento,
2010

· Campana G., Le nuove indicazioni nazionali per il Curricolo 2012: per la scuola
dell'infanzia e il Primo Ciclo di Istruzione, Edises, Napoli, 2013.

· Castoldi M., Curricolo per competenze, Carocci, Roma, 2013.

· Castoldi M., Valutare a scuola. Dagli apprendimenti alla valutazione di sistema,
Carocci, Roma, 2012.

· COORDINAMENTO NAZIONALE PER LE POLITICHE DELL'INFANZIA E DELLA SUA
SCUOLA, Contributo su Indicazioni nazionali e inclusività, novembre 2013.

· Fiorin I., Castoldi M., Previtali D., Dalle indicazioni al curricolo scolastico, Ed. La
Scuola, Brescia, 2013.

· Gallo Moles L., Indicazioni nazionali per il curricolo: progettare, valutare, certificare
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· Mariani E., Indicazioni nazionali e ambienti di apprendimento: prove tecniche di
leadership educativa, La Scuola, Brescia, 2012.

· Pescatore C. Provare per credere! : eserciziario-laboratorio di scienze : verifica delle
competenze sul modello Invalsi dal primo al terzo anno della scuola secondaria di
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scuola, Napoli, 2012.

· Puggioni M., Guida didattica Passaparola: itinerari d'apprendimento mensili
secondo le ultime indicazioni nazionali del novembre 2012, Edizioni del borgo,
Casalecchio del Reno, 2013.
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