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Carracci
Ludovico, Agostino e Annibale Carracci e l’Accademia degli Incamminati Accademia degli Incamminati • 1582 circa: - Ludovico Carracci (Bologna, 1555-1619) - il cugino Agostino (Bologna 1557- Parma 1602) - il fratello di Agostino, Annibale (Bologna 1560 – Roma 1609) creazione della prima scuola privata di pittura del periodo moderno: Accademia del Naturale (rappresentazione dal vero), poi chiamata Accademia dei Desiderosi ed Accademia degli Incamminati. • Formazione dei pittori bolognesi Carracci influenzata da: Raffaello, Michelangelo, colorismo veneto, Correggio. • Materie di studio dell’Accademia: disegno e copia dal vero; lettere, filosofia, matematica, geometria, anatomia. Correggio, Assunzione di Maria, 1526-1530. Affresco circa 1093x1195 cm. Parma, cupola del duomo. - Antonio Allegri (1489 Corréggio – ivi 1534) Reggio Emilia. - Spazio prospettico che allude a una grande profondità; santi, angeli e Maria si stanno animatamente muovendo verso l’alto. Senso di vortice. Critica negativa (riconoscimento della grandezza di Correggio da parte di Tiziano). • Agostino Carracci: attività teorica nell’ Accademia, sostenitore dell’importanza dello studio della storia dell’arte e della filosofia per comprendere la classicità, a cui ispirarsi; a favore della fase di studio di un’opera, al fine di capire il messaggio che essa vuole esprimere anche in riferimento alle indicazioni del Concilio di Trento. • Ludovico: formazione eclettica, aiuto tecnico-pratico nella scuola; adesione ai dettami della Controriforma nella raffigurazione di figure religiose che dovevano “spirare pietà, modestia, santità, devozione”. • Annibale: il più conosciuto dei Carracci, contraddistinto da eccellenza nel disegno (Raffaello), tecnica pittorica raffinata, basata sui grandi maestri del ‘500, sui Veneti, sul Correggio. • Classicismo carraccesco: superamento degli artifici del Manierismo, riferimento alla tradizione classicista dei grandi artisti del Rinascimento, al colorismo dei Veneti, in particolare del Veronese (mitologia classica). Ludovico Carracci, Annunciazione, ca 1584. Olio su tela, 182,5x221 cm. Bologna. Pinacoteca Nazionale. Immagine tratta da: http://it.search.yahoo.com/search;_ylt=AgUGRAFA2_FnRIqqOUHmmuMbrK5_;_ylc=X1MDMjE0MjE1Mzc1NQRfcgMyBGZyA3lmcC10LTcwO QRuX2dwcwMwBG9yaWdpbgNpdC55YWhvby5jb20EcXVlcnkDImx1ZG92aWNvIGNhcnJhY2NpIisiYW5udW5jaWF6aW9uZSIEc2FvAzE?p=%22ludovico+carracci%22%2B%22annunciazione%22&toggle=1&cop=mss&ei=UTF-8&fr=yfp-t-709 Annibale Carracci, Figura femminile giacente, ca 1595-1604. Carboncino e sfumino su carta cerulea sbiadita, 31,40x48,80 cm. Firenze, Uffizi. • Disegno preparatorio per affreschi di Palazzo Farnese, ricerca del “bello ideale”, da cui si era allontanato il Manierismo; riferimento al Rinascimento fiorentino: forza propria delle figure michelangiolesche e classicità ispirata a Raffaello. • Bellori riteneva Annibale iniziatore della nuova pittura (Vite de’ pittori, scultori e architecti moderni (1672). (Guido Reni, seguace). Annibale Carracci, Il mangiafagioli, ca 1583-1584. Olio su tela, 57x68 cm. Roma, Galleria Colonna. Annibale Carracci, Il mangiafagioli, ca 1583-1584. Olio su tela, 57x68 cm. • Scena di genere: soggetti della vita quotidiana e popolare, genere non riferito a temi mitologici, sacri o storici; • miseria del contesto: tavola con cibo frugale, differenze con la ricchezza delle Cene fastosamente imbandite del Veronese (Ultima Cena, 1573); • attenzione incentrata nel personaggio, un popolano che mangia con voracità; prospettiva decentrata; • disegno incisivo, in antitesi all’accurato disegno del Manierismo; • tonalità terrose, che danno una sensazione di quotidianità; • realismo dato da: vestiti, cappello, espressione, gesti del mangiafagioli; • ricerca del vero, del “vivo” (Annibale), superamento del gusto manierista, scelta di soggetti popolari senza connotazioni allegoriche o caricaturali. Gustave Courbet, Lo spaccapietre, 1849. Olio su tela, 45x55 cm. Svizzera, Collezione privata. Annibale Carracci, Volta della Galleria di Palazzo Farnese, 1598-1600. Affresco, 600x1800 cm ca. Roma, Palazzo Farnese. Annibale Carracci, Volta della Galleria di Palazzo Farnese, 1598-1600. Affresco, 600x1800 cm ca. • Dal 1595 (a 35 anni): trasferimento di Annibale a Roma, dove poté ammirare gli affreschi in Vaticano di Michelangelo e Raffaello; • 1596-1597: decorazione del camerino (studio privato) di Palazzo Farnese a Roma per il cardinale Odoardo Farnese. Annibale Carracci, Volta della Galleria di Palazzo Farnese, 1598-1600. • 1598-1600: Decorazione della grande Galleria di Palazzo Farnese. Iconografia della Galleria: • nove riquadri che trattano il tema mitologico degli Amori degli dei, soggetto scelto forse dal Cardinale Odoardo Farnese (Le Metamorfosi di Ovidio); • simulazione di pitture incorniciate e appese sulla volta a botte; • tecnica di “quadratura”: finta architettura illusoria, ornata e sostenuta da statue (Atlanti) e medaglioni, propria del Barocco, che delimita i dipinti incorniciati; • riferimento agli effetti illusionistici delle cupole di Correggio a Parma. Annibale Carracci, particolare della Galleria di Palazzo Farnese, Roma, 1598-1600. • Cornici fittizie e architetture in trompe d’œil. Immagine estratta da: Palazzo Farnese, Dal Rinascimento all’Ambasciata di Francia, Catalogo della mostra, Giunti GAmm, 2010, p. 42. Correggio, Assunzione di Maria, 1526-1530. Affresco circa 1093x1195 cm. Parma, cupola del duomo. Annibale Carracci, Trionfo di Bacco e Arianna. Particolare della volta della Galleria di Palazzo Farnese, 1598-1600. [a] Il carro di Bacco è trainato da due tigri… [b] quello di Arianna da due arieti. [c] I due protagonisti sono contornati da satiri… [d] e menadi che danzano al ritmo di tamburelli, piatti e corni. [e] In testa alla carovana su un asino appare Sileno. [f] Tutt’intorno è uno svolazzare di putti e amorini variamente affaccendati. Annibale Carracci, Trionfo di Bacco e Arianna, Particolare della volta della Galleria di Palazzo Farnese, 1598-1600. • Affresco del Trionfo di Bacco e Arianna posto al centro della volta; • corteo nuziale di Bacco e Arianna (Arianna, figlia di Pasifae e Minosse re di Creta, dopo aver aiutato l’ateniese Teseo a uccidere il Minotauro e ad uscire dal labirinto fu lasciata da Teseo nell’isola di Nasso e venne trovata da Dioniso, Bacco); • celebrazione della forza, della bellezza, dell’amore a cui sottostanno sia uomini, sia divinità. Annibale Carracci, Trionfo di Bacco e Arianna, 1598-1600. • Rappresentazione di Bacco e Arianna circondati da satiri (demone con zampe equine o caprine, corpo umano, a volte orecchie pelose e coda, segno della fecondità della natura), tra i quali, a destra su un asino, il saggio Sileno, menadi danzanti (o baccante, seguace orgiastica del culto di Dioniso), putti, e amorini emblema di grazia e serenità; • equilibrio classico della composizione: numero e disposizione dei personaggi a sinistra e a destra; • senso barocco dell’illusione prospettica: quadri, volta-cielo; • non bellezza ideale, ma personaggi disegnati dal vero; • esecuzione di numerosi studi preparatori, con l’aiuto di Agostino. Immagine da:http://upload.wikimedia. org/wikipedia/commons/7 /73/BildOttavio_Leoni%2C_Carava ggio.jpg Caravaggio (Michelangelo Merisi, detto) (Milano 1571 – Porto Ercole, Grosseto 1610) “A Roma c’è un certo Michel Angelo da Caravaggio che fa cose meravigliose […] egli è uno di quelli che non fanno molto conto delle opere di alcun maestro, anzi loda apertamente neanche se stesso. …] Quando ha lavorato quindici giorni, si dà al bel tempo per un mese. Spada al fianco e un paggio dietro sé, si porta da un campo di gioco all’altro; sempre pronto a rissare e ad azzuffarsi; tanto che non è troppo comodo accompagnarsi con lui”. K.Van Mander, 1604 Stravaganze ed eccessi di carattere “sempre pronto ad attaccar briga e ad azzuffarsi, tanto che è raro che lo si possa frequentare” 1571 Michelangelo Merisi nato a Caravaggio (centro Bergamasco); formazione in ambito lombardo; colorismo veneto; 1592-1593 trasferimento a Roma, animata da pontefici controriformisti; 1593 probabile apprendistato per alcuni mesi nella bottega del pittore Cavalier d’Arpino manierista, autore di nature morte; 1595 accoglienza nel palazzo del cardinale Francesco Maria Del Monte, collezionista d’arte, per il quale dipinse molte opere, tra cui Testa di Medusa e Canestra di Frutta; 1599 ottenimento della sua prima commissione pubblica in San Luigi de’ Francesi, grazie al cardinal Del Monte. Caravaggio, San Matteo e l’angelo, 1601. • Prima versione distrutta nel 1945 durante il bombardamento di Berlino. • San Matteo: privo delle caratteristiche iconografiche dei santi, senza atteggiamenti devozionali, e avente invece l’aspetto di un contadino; Immagine da: G. Dorfles, C. Dalla Costa, G. Pieranti, Arte 2, Atlas, p. 408. • probabile sostituzione dell’opera da parte dello stesso Caravaggio. Caravaggio, San Matteo e l’angelo, 1602. Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma. “Il quadro … fu tolto via dai Preti con dire che quella figura non aveva decoro, né aspetto di santo, stando à sedere con le gambe incavalcate e co’ piedi rozzamente esposti al popolo”. G. P. Bellori, Vite de’pittori, scultori e architetti moderni, 1672 1600 Ottenimento della commissione per la cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo (modifiche nella Conversione di Paolo); 1606 esecuzione di Madonna dei Palafrenieri per San Pietro (rifiutata) e de La morte della Vergine (rifiutata e acquistata dal duca di Mantova). Condanna a morte per l’uccisione di un uomo (Ranuccio Tommasoni) a causa di una lite di gioco. Fuga da Roma e rifugio a Napoli; 1607 da Napoli spostamento a Malta, dove eseguì la Decollazione del Battista (ringraziamento verso l’Ordine dei Cavalieri di Malta, detto Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, per aver avuto il titolo di Cavaliere); dopo un’altra rissa fuga in Sicilia; “pittore maledetto” che girovaga per l’Italia; 1610 Opera David con la testa di Golia (paura della morte). Ottenimento della Grazia dal Papa, per interessamento dei Colonna, ma notizia giunta dopo la morte a Porto Ercole (Grosseto), per malaria. Recente riscoperta di Caravaggio grazie a Roberto Longhi. Caravaggio, Madonna di Palafrenieri, 1605. Olio su tela, 292x211 cm. Roma, Galleria Borghese. • Opera rifiutata e ritirata da papa Paolo V perché considerata priva di decoro, in quanto la Vergine era raffigurata come una contadina ed Anna aveva l’aspetto di una donna anziana. Da:http://it.wikipedia.org/wiki/File:Caravaggi oSerpent.jpg Principali avvenimenti della vita di Caravaggio • Formazione in area lombarda e veneta: attenzione per il colorismo veneto nella resa di luci e ombre; • ambiente lombardo connotato dalla diffusione delle idee controriformiste e dall’azione dei cardinali Carlo e Federico Borromeo (cugini), i quali promuovevano una rigorosa etica cristiana. • Federico Borromeo: cardinale arcivescovo di Milano, fondatore della Biblioteca Ambrosiana, che fece opere di abbellimento del duomo e favorì il ritorno della Chiesa agli ideali di fratellanza, castità, aiuto ai bisognosi, conducendo una vita modesta. “Introdusse la semplice imitazione della natura e della vita, al fine si teneva davanti agli occhi, nella sua camera, l’oggetto che intendeva raffigurare, finché fosse in grado di ricrearlo fedelmente nella sua opera: e per riuscire a esprimere in modo completo il rilievo e lo stacco naturale aveva cura di servirsi di locali a volta scuri o di altre stanze senza lume che ricevevano una piccola luce dall’alto, in modo che tale luce non venisse dispersa da altre sorgenti luminose e che le ombre risultassero più vigorose, al fine di ottenere un rilievo più forte” J.Von Sandrardt, L’Accademia Todesca della Architettura Scultura, Pittura, ante 1658. Metodo compositivo di Caravaggio “Un lume unito che venghi d’alto senza riflessi, come sarebbe in una stanza da una finestra con le pariete colorite di negro che così havendo i chiari e l’ombre molto chiare e molto oscure, vengono a dar rilievo alla pittura, ma però con modo non naturale né fatto, né pensato da altro secolo o pittori più antichi”. G. Mancini, Considerazioni sulla pittura, 1617 –1621. Metodo compositivo di Caravaggio “E s’inoltrò tanto egli in questo suo modo di operare, che non faceva mai uscire all’aperto del sole alcuna delle sue figure, ma trovò una maniera di campirle entro l’aria bruna di una camera rinchiusa, pigliando un lume alto che scendeva a piombo sopra la parte principale del corpo, e lasciando il rimanente in ombra a fine di recar forza con veemenza di chiaro e di oscuro”. G. P. Bellori, Vite de’pittori, scultori ed architetti moderni, 1672 (Studioso, collezionista, archeologo, pittore, poeta e trattatista d’arte). In sintesi Caravaggio, Canestra di frutta, 1597-1601. • Opera commissionata dal Cardinale del Monte e acquistata dal Cardinale Federico Borromeo; • tela di recupero (prassi dell’artista, in quegli anni); • osservazione e analisi del reale: non è presente l’idealizzazione, ma l’interesse per il quotidiano; • composizione studiata: cesto al centro, inscritto in una semicirconferenza, avente per diametro il lato maggiore del dipinto. In sintesi Caravaggio, Canestra di frutta, 1597-1601. • Difficoltà della resa prospettica frontale: canestra che sporge dal tavolo; sfondo luminoso, come un fondale dipinto; • provenienza della luce da più fonti; • realtà resa in modo crudo, senza abbellimenti: foglie e frutta non perfetti, foglie accartocciate, frutti intaccati; • adesione al ritratto dal vero, rifacendosi alla natura, “maestra”, e non ai classici (temi mitologici), a differenza dei Carracci; • senso di caducità e del sopraggiungere della morte.