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Storia delle tecniche fotografiche ed elementi per il loro

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Storia delle tecniche fotografiche ed elementi per il loro
Storia delle tecniche fotografiche
ed elementi per il loro
riconoscimento
dal 1839 ad oggi
La fotografia: immagine o oggetto?
Schematicamente la fotografia è costituita da:
• supporto;
• strato di legante e emulsione tra il supporto e
l’immagine;
• immagine chimica finale.
Analisi e strumenti per l’identificazione
delle tecniche fotografiche
Metodi e strumenti d’indagine
• Esame visuale della fotografia (grado di incidenza
dell’illuminazione, 45° o 180° sulla superficie);
• esame visuale attraverso strumenti ottici (lente
d’ingrandimento, microscopio, ecc. almeno 30 x);
• esame stratigrafico;
• esame chimico (per esperti).
La fotografia: il supporto
Il supporto può essere di varia natura:
• carta;
• metallo (rame, ferro, ecc.);
• vetro;
• pellicola flessibile (nitrato di cellulosa, acetato
di cellulosa, diacetato di cellulosa, triacetato di
cellulosa, poliestere, ecc.)
• ecc.
Fotografia a toni continui e a
mezzitoni
• Immagine a tono continuo;
• struttura della carta:
• 1 strato:carta salata, cianotipo,
platinotipo;
• 2 strati: albumina,
procedimento al carbone;
• 3 strati: gelatina ad annerimento
diretto, collodio ad annerimento
diretto, gelatina sviluppo
chimico
• Immagine ottenuta con un
retino;
• struttura della carta: 1 o più
strati;
• caratteristiche della superficie:
lucida od opaca.
• Processi:
• mezzitoni;
• fotoincisione;
• collotipo;
• ecc.
La fotografia: legante. 1
Lo strato di legante tra il supporto e l’immagine ha
diverse funzioni, la più importante è quella di rendere più
sensibile alla azione della luce i sali di metallo in esso
disciolto per migliorare la qualità dell’immagine.
Sono stati utilizzati:
• albumina (dal 1855 al 1895);
• collodio (dal 1851 al 1880);
• gelatina (dal 1871 ad oggi) (emulsione);
• gomma arabica (dal 1930 ad oggi);
• ecc.
La fotografia: legante e emulsione. 2
Nel legante sono disciolti i sali di un metallo sensibile alla
luce;
l’associazione del tipo di un legante con un metallo, a
volte combinato con il supporto, determina il procedimento
fotografico;
i sali di metallo sensibili all’azione della luce sono:
• argento; platino; ferro.
Vi sono procedimenti, invece, che impiegano:
• pigmenti (minerali: carbone, terre colorate, ecc.)
• coloranti organici (anilina, ecc.).
Legante e emulsione
• Legante: sostanza trasparente che trattiene
in sospensione le particelle che formano
l’immagine, “legando” l’immagine al
supporto;
• Emulsione: gelatina, stesa sulla pellicola o
sulla carta fotografica, in cui sono disciolti
fini sali d’argento sensibili all’azione della
luce.
Emulsione
• L’emulsione è costituita da uno strato sensibile alla luce
che ricopre le lastre, le carte fotografiche e le pellicole;
• sostanze particolarmente sensibili alla luce: cloruro,
bromuro e ioduro d’argento= alogenuri dell’argento
• AgN03+ KCl= AgCl+ KN03 (nitrato d’argento + cloruro
di potassio =cloruro d’argento+nitrato di potassio)
• gli alogenuri d’ag. con l’addizione della gelatina
aumentano notevolmente la loro sensibilità alla luce;
• la quantità di uno di questi elementi composti rispetto agli
altri determina la qualità dell’emulsione e le caratteristiche
di una pellicola o di una carta
Emulsione: annerimento diretto
Silver Printig-out Paper (P.O.P.)
• Formula base: AgN03+ KCl= AgCl+ KN03
• (nitrato d’argento + cloruro di potassio =cloruro
d’argento+nitrato di potassio)
• la diversa quantità di nitrato d’argento e cloruro di potassio
presente determinano due tipi di emulsione completamente
diverse:
• se la quantità di nitrato d’argento è maggiore si otterrà una
emulsione ad annerimento diretto;
• esposta direttamente alla fonte luminosa, infatti, forma
l’immagine e non ha bisogno di un’agente di sviluppo;
• l’immagine assume un tono bruno rossiccio
Annerimento diretto
Emulsione: a sviluppo
Silver Developing-Out Paper (D.O.P.)
• Se la quantità di cloruro di potassio è
superiore si otterrà una emulsione più
complessa che necessità di sviluppo per
rivelare l’immagine;
• esistono differenze sensibili tra le varie
emulsioni a sviluppo, le quali dipendono dal
particolare alogenuro d’argento impiegato
A sviluppo
Tipi di emulsione
tipi di emulsione
annerimento diretto
a sviluppo
carta sensibile
negativo
AgCl:lenta, contatto (cloruro)
AgCl-AgBr:media rapidità ingrandimento (cloro-bromuro)
AgBr: rapida, ingrandimento (bromuro)
AgBr: negativo lento
Ag+AgI: negativo rapido
Positivi fotografici
Annerimento diretto
La luce modifica la struttura molecolare dei
sali di metallo producendo direttamente
l’immagine senza l’utilizzo di sviluppo
chimico;
•
•
•
•
•
carta salata (argento);
albumina (argento);
cianotipo (ferro);
platinotipo (platino);
stampe al collodio-cloruro e alla
gelatina collodio-cloruro
(argento).
A sviluppo
La struttura molecolare dell’argento è a
filamenti e ha necessità di agente chimico
per sviluppare l’immagine latente;
• gelatina al cloro-bromuro
d’argento;
• gelatina al bromuro d’argento.
Schema dei processi fotografici
Annerimento diretto
• formazione dell’immagine
visibile per l’esposizione
prolungata alla luce solare;
• lavaggio per rimuovere
l’eccesso di nitrato d’argento;
• viraggio (oro, selenio, ecc.);
• fissaggio;
• lavaggio;
• asciugatura
A sviluppo
• breve esposizione alla luce per
la formazione dell’immagine
“latente”;
• sviluppo chimico;
• arresto dell’azione di sviluppo
con una soluzione chimica;
• fissaggio;
• lavaggio finale;
• asciugatura
Procedimenti metallici e non metallici
• Composti metallici
sensibili alla luce:
• argento;
• platino;
• ferro.
• Composti non
metallici:
• pigmenti minerali
(carbone e terre) che
associati a sostanze
organiche (gelatina e
gomma) in presenza di
bicromato si rendono
insolubili dopo
l’esposizione alla luce.
Dagherrotipo
• Inventato da Louis-Jacques-Mandè Daguerre nel
1837, scoperta annunciata nel 1839, fu utilizzato sino al 1865.
• Caratteristiche: supporto in lastra di rame argentata;
• esposta ai vapori di mercurio che si combinano con l’argento
predisponendola per l’esposizione nella camera ottica. Una volta
impressionata veniva trattata con vapori di mercurio combinandosi con
lo ioduro d’argento formatosi sulla lastra;
• fissaggio: in cloruro di sodio:
• Immagine a specchio (positivo e negativo);
• copia unica;
• formati: lastra intera (21,5x16,5) al 1/16 di lastra
• confezionato in cofanetti, cornici in legno, ecc.
• colorazione manuale
Passe-partout
• Generalmente in ottone, superficie
opacizzata e lavorata;
• forme:ottagonale ed ellittica dal 1840-1850
ca.
• ovale: dal 1845 ca.
• altre forme più raffinate e complesse dal
1850 ca. al 1860 ca.
Custodie
• Dal 1839 al 1860 ca.: cuoio in Inghilterra e USA;
• dal 1840 ca. in poi cornici in legno sagomate;
• dal 1850 in poi diverse manifatture fabbricarono
astucci e cornici per dagherrotipi e ambrotipi;
• dal 1845 ca. impreziositi da motivi floreali e arricchiti con
velluti e decori in oro
Marchio di fabbrica
• Il numero denota la qualità della lastra
dagherrotipica: 40 indica 1/40 dello spessore della
lastra di rame è composto da una sottilissima
lamina d’argento e 39/40 di rame
Montaggio
Formati delle lastre
•
•
•
•
Lastra intera (full plate)
215x165 mm
Mezza lastra intera(full / half plate) 180x140 mm
Mezza lastra (half-plate)
160x120 mm
Quarto di mezza lastra (quarter /half plate)
130x100 mm
• Quarto di lastra (quarter-plate)
105x80 mm
• Sesto di lastra (sixth-plate)
80x70 mm
• Nono di lastra (ninth-plate)
70x55 mm
Ambrotipo
• Procedimento messo a punto nel 1854 da J.A.Cutting, basandosi sull’
invenzione di Frederick Scott Archer del collodio umido (1851), fu
utilizzato sino al 1865 ca.
• Caratteristiche: immagine negativa ottenuta con il collodio in cui
veniva disciolto nitrato d’argento. Il collodio, sbiancato con cloruro di
mercurio, permetteva di vedere l’immagine negativa anche in positivo
se la lastra veniva posta su un panno nero o verniciata, sul verso, di
nero;
• azione chimica: acido pirogallico;
• supporto: vetro;
• copia unica
• confezione in cofanetto di guttaperca, cornice, gioielli, ecc.
Ferrotipo
• Inventato dal fotografo francese A.Martin nel
1853 e perfezionato da H.Smith nel 1856 fu
utilizzato sino al 1880ca.
• Caratteristiche: immagine negativa ottenuta con
nitrato d’argento disciolto nel collodio;
• azione chimica: acido pirogallico;
• supporto: sottile lastra in ferro laccata di nero;
• copia unica;
• confezione: astucci, cornici, album, bottoni, ecc.
Ferrotipo
Calotipo e carta salata
• Inventato da William Henry Fox Talbot nel 1841 fu utilizzato sino al
1862. Primi esperimenti condotti nel 1833.
• Caratteristiche: positivo ottenuto sensibilizzando un foglio di carta
imbibita in un bagno di cloruro di sodio e sensibilizzata con nitrato
d’argento. La combinazione dava origine al cloruro d’argento sensibile
alla luce;
• azione chimica o sviluppo, fissaggio, viraggio. Immagine brunorossastra;
• supporto: carta;
• dal positivo si ottiene il negativo e da questo un numero illimitato di
copie positive;
• struttura: 1 strato.
Calotipo cerato
• Inventato da L.-D. Blanquart-Evrard nel 1844 e
perfezionato da Gustave Le Gray nel 1851 e
utilizzato sino al 1860 ca. permetteva di avere
maggiore ricchezza di dettagli e una più ampia
gamma di toni;
• caratteristiche: nitrato d’argento su carta salata;
• azione chimica o sviluppo: acido pirogallico;
• supporto: carta cerata.
Cianotipo
• Procedimento inventato da J.Herschel nel
1842.
• Utilizza sali di ferro sensibili alla luce.
• Caratteristiche: l’immagine fotografica è
di colore blu per la tipica colorazione che
assumono i sali di ferro;
• supporto: carta;
• struttura: 1 strato.
Negativo al collodio umido
• Inventato da Frederick Scott Archer nel 1851 fu
utilizzato sino al 1860 ca.
• Caratteristiche: veniva utilizzato il collodio
umido trattati con ioduro o bromuro di potassio e
combinato con una soluzione di nitrato d’argento;
• veniva esposto il negativo ancora umido per non
far perdere la sensibilità all’emulsione;
• sviluppo: acido pirogallico;
• supporto: vetro;
• dal negativo: stampe positive all’albumina.
Albumina
• La carta all’albumina fu inventata da L.-D. BlanquartEvrard nel 1850 e fu utilizzata sino al 1910 ca..
• Caratteristiche: foglio di carta sensibilizzato con un
legante formato dal bianco dell’uovo (albume) in cui
veniva disciolto cloruro di sodio;
• in seguito la carta veniva sensibilizzata con nitrato d’argeto
per ottenere positivi da negativi al collodio umido;
• azione chimica: acido pirogallico, fissaggio e viraggio;
• suporto: carta;
• struttura: 2 strati.
Formati
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Mignonette
60x35 mm
Pochet
75x37 mm
Carte de visite104x62 mm
Touriste
108x67 mm
Victoria o Margherita 126x80 mm
Album
165x110 mm
Gabinetto Americano 177x86 mm
Salon o Cabinet
250x175 mm
Boudoir
220x133 mm
Family
290x230 mm
Dal 1854
Dal 1854 al 1860 ca.
Dal 1870 ca.
Dal 1860 ca.
Dal 1870 ca. al 1900 ca.
Negativo alla gelatina
• Inventato da Richard Maddox nel 1871 viene
utilizzato ancor oggi in versioni differenti su
supporti differenti;
• Caratteristiche: nella gelatina viene disciolto, in
sospensione, bromuro d’argento o cloruro
d’argento (emulsione);
• sviluppo: metolo idrochinone;
• supporto: vetro.
Negativi su supporto plastico
• Pellicola di nitrato di cellulosa (1889-1940
circa). Sul bordo portano la dicitura:
“nitrate”;
• pellicole di acetato di cellulosa (1934 ad
oggi). Sul bordo portano la dicitura:
“safety”;
• pellicole di poliestere (dal 1955 ad oggi);
sul bordo portano la dicitura: “estar”.
Platinotipo
• Procedimento inventato da W.Willis nel 1873
sfrutta la sensibilità dei sali di platino alla luce;
• Caratteristiche: rinforzo con ossalato di potassio
o di ferro combinato con sali di platino formava
una immagine dai toni neutri;
• la tonalità dell’immagine è grigio intenso tipica
della colorazione dei sali di platino;
• supporto: carta;
• struttura: 1 strato.
Positivi al collodio cloruro (celloidina)1860-1910 ca.
ad annerimento diretto
Carte fotografiche per ottenere positivi fotografici
prodotte industrialmente a partire dal 1880 e
utilizzate sino al 1910 ca. da negativi alla gelatina;
Annerimento diretto;
Caratteristiche: la tonalità è di colore bruno
rossastro e di buona definizione;
supporto: carta;
struttura: 3 strati
Gelatina - cloruro d’argento (aristotipo) 1880-1910 ca.
ad annerimento diretto o carte al citrato
• Gelatina ad annerimento diretto con emulsione al
cloruro d’argento stabilizzato dalla presenza di
acido citrico;
• supporto: carta;
• immagine: toni neutri;
• strati: 3
• difficilmente distinguibile dalle celloidine
• il termine aristotipo venne scelto per designare
entrambe.
Positivi al cloruro o al cloro-bromuro
d’argento
• Emulsione meno sensibile e più facile da
trattare, anche nella semi oscurità
agevolando il lavoro degli amatori;
• denominate gaslight;
• strati: 3
Positivo alla gelatina al bromuro
d’argento su carta baritata a sviluppo
• Prodotte industrialmente a partire dal 1874 sono
tutt'oggi, modificate, utilizzate. Si affermarono, però,
sul mercato soltanto nel 1886 per problemi legati
alla produzione industriale della carta.
• Caratteristiche: tonalità molto ricca nella gamma
dei grigi e dei neri grazie alla differente struttura
molecolare dell’argento;
• Supporto: carta baritata o politenata;
• Struttura: 3 strati.
Positivo alla gelatina bromuro
d’argento su carta politenata
• Dal 1970 sono state immesse sul mercato carte
fotografiche che presentano caratteristiche assai
diverse dalle carte baritate;
• per accelerare i tempi di trattamento (sviluppo,
fissaggio e lavaggio) lo strato di barite è sostituito
da uno strato di polietilene;
• carte in bianco e nero e a colori
Tecnica fotomeccanica
Collotipo
• Messo a punto nel 1870 sulle esperienze di
A.Poitevin ha come partenza un negativo
fotografico che messo a contatto con una matrice
spalmata con la gelatina bicromatata permette di
ottenere stampe con inchiostro tipografico;
• Caratteristiche: l’immagine è formata da un
reticolo visibile anche ad occhio nudo;
• Supporto: negativo su vetro, matrice di lastra di
vetro; positivo: carta.
Procedimento di stampa al carbone
• Dal 1856 ad oggi;
• nel 1859 Alphonse-Louise Poitevin mise a punto il
procedimento sfruttando la proprietà di alcuni bicromati
alcalini, rendeva insolubili la gelatina, la gomma arabica o
l’albumina a seguito dell’esposizione della luce;
• supporto: carta;
• pigmenti: carbone, terre colorate, ecc.
• nel 1864 J.W.Swan migliora il procedimento e
commercializza le carte pronte all’uso
Mezzitoni
Tecnica fotomeccanica
• Procedimento inventato da Stephen Horgan nel
1880 per ottenere, da una immagine negativa
fotografica, un positivo a stampa tipografica.
• Caratteristiche: i toni non sono continui. Anche a
occhio nudo è visibile il retino che distribuisce
equamente l’inchiostro nelle luci alte e basse;
• Supporto: carta. Altissime tirature.
Sensibilità dei procedimenti fotografici
• Incisione con bitume di giudea
• Dagherrotipo
1827
• Talbotipo o carta salata
• Collodio umido
1841
6 ore
1839
• Collodio con bromuro d’argento 1864
(P.O.P.)
• Gelatina al bromuro d’argento
1878
(P.O.P.)
• Gelatina al bromuro d’argento
1900
(D.O.P.)
30 minuti
3 minuti
1851
10 secondi
15 secondi
1-1/200 secondo
1/1000 secondo
Strumenti guida: timeline
Timeline of Photography, George Eastman House
International Museum of Photography
[http://www.eastman.org/timeline/timeline.htm];
National Museum of Photography, Film & Television
[http://www.nmsi.ac.uk/nmpft/collections/index.html];
Processes,styles and movements in photography
[http:www.kbnet.co.uk/rleggat/photo/proces1.htm];
Histories of photography
[http://www.finearts.yourku.ca/rwickens/photosites.html
Timeline dei maggiori procedimenti
fotografici
1840 1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980
1839-1855 Dagherrotipo
1840-55 Carta salata
1855-95 Albumina
1895-1905 Collodio e gelatina ad
annerimento diretto
1905 - ... Gelatina a sviluppo
1960 - ...
Colori
cromogenici
Bibliografia
REILLY, J.M. (1986), Care and Identification 19th Century
Photographic Prints, Kodak, Rochester, publ. G-2S;;
REILLY, J.M. (1993), IPI Storage Guide for Acetate Film,
Image Permanence Istitute, Rochester, NY;
REILLY, J.M. (1998),Storage Guide for Color Photographic
Materials, The University of The State of New York, NY
SCARAMELLA, L. (1999), Fotografia. Storia e
riconoscimento dei procedimenti fotografici, De Luca,
Roma.
BERSELLI, S.-GASPARINI,L. (2000) ,L’archivio
Fotigrafico, Zanichelli, Bologna.
La conservazione
Gli ambienti
Condizioni microclimatiche degli ambienti
(magazzini, depositi temporanei, sala mostre,
ecc.);
I fattori ambientali, per la conservazione delle
collezioni fotografiche, sono i più insidiosi oltre
che da quello del loro cattivo utilizzo (handling);
Umidità;
Temperatura;
Inquinamento atmosferico.
Umidità
• Influenza la struttura fisica e chimica dei diversi
materiali che costituiscono la fotografia; sostanze
di origine animale o vegetale, ad esempio, sono
costituite il larga misura d’acqua (albumina,
collodio, gelatina, ecc.);
• Ogni immagine fotografica è costituita da diversi
materiali e a strati; ognuno di questi reagisce
differentemente alle condizioni ambientali;
• danni alla struttura (es.: distacco della gelatina dal
supporto, ecc.) e danni biologici (muffe, ecc.)
Umidità assoluta e umidità relativa
• L’umidità assoluta: quantità di grammi di vapore
acqueo contenuta in un metro cubo d’aria;
• Umidità relativa: si esprime in % e corrisponde al
rapporto tra la quantità di vapore acqueo presente
in un dato volume d’aria e la quantità massima di
vapore che l’acqua potrebbe contenere;
• UR 100%: significa che l’aria ha assorbito il
massimo d’acqua e si definisce satura.
Umidità relativa e temperatura
• La temperatura ha una diretta incidenza
sull’umidità relativa;
• es.:10 g/m3 con alta C° è un ambiente asciutto;
• la stessa quantità di vapor acqueo in -C° può
tradursi in un ambiente altamente umido da creare
condensa;
• La temperatura determina la quantità di vapor
acqueo che l’aria può contenere.
Danni causati da ambienti troppo
umidi (60%)
• Sviluppo di muffe;
• Deterioramento chimico (ossidazione
dell’argento);
• Rigonfiamento della gelatina (igroscopica);
• Ingiallimento dell’albumina.
Danni causati da ambienti troppo
asciutti (-30%)
• Deformazione e fragilità (differenza di
reazione tra i materiali costituiti da diverse
percentuali d’acqua e che determinano la
struttura della fotografia, reagiscono
differentemente alla percentuale di UR%).
Inquinamento
• Filtraggio dell’aria: polveri (particelle
solide);
• gas (gas di scarico delle automobili,
riscaldamento, fumi di lavorazione
industriale, ecc.);
• la polvere può causare danni meccanici: es.:
graffi sui negativi; muffe (può contenere
spore), ecc.
Manutenzione
• Spolveratura periodica delle scatole e dei locali;
• trattamento anti-polvere delle pareti e del
pavimento;
• in fase di riordino dei fondi o in fase di precatalogazione è necessario spolverare gli originali
utilizzando guanti, pennelli sempre puliti e
utilizzando una cappa aspirante nei casi
particolari.
Condizioni ambientali ottimali
• Necessità dei valori ambientali controllabili;
• Parametri:
• Gli standard prevedevano: 18-21 c°/ 30-50% UR;
• attualmente si preferisce modificare le condizioni
ambientali a seconda delle caratteristiche dei
singoli fondi.
La scelta dei parametri ambientali
• Essa è legata al tipo di politica di conservazione
che s’intende perseguire;
• durata di conservazione (breve e lungo termine);
• significa conoscere in modo approfondito le
collezioni (valore di unicità, storico, procedimento
tecnico raro, soggetto, autore, ecc.);
• Da ciò si possono determinare alcuni dei parametri
di conservazione.
Priorità d’intervento e soluzioni
• Terminata l’analisi sulle collezioni e stabilite le priorità si
applicano i parametri conservativi più idonei considerando
le seguenti priorità:
• importanza del controllo dell’umidità (valori ideali: 30%40%);
• limitazione degli sbalzi climatici: mantenimento costante
dei valori adottati (4 punti +/-);
• basse temperature solo se controllate: i materiali così
conservati richiedono particolari procedure di
consultazione e di utilizzo.
Criteri
• opere originali: stampe e negativi originali antichi e
moderni eseguiti dall’autore o dal suo stampatore;
• opere originali preziose: pochi esemplari (antichi e
moderni);
• opere instabili: di natura instabili e soggette a
deperimento precoce(antichi e moderni): procedimenti a
colori, al collodio, pellicole al nitrato e acetato di cellulosa;
• copie di lavoro: duplicati utilizzati per documentazione o
editoria, materiali impiegati per l’utilizzo corrente.
Livelli di umidità relativa e temperatura consigliati per gli
archivi fotografici
Livelli di umidità relativa e temperatura consigliati per gli archivi fotografici
Archiviazione a breve termine
U.R %
T °C max
Stampe
20%-50%
Stampe B/N
Stampe colore (pro. cromogenici)
25°
Negativi in pellicola
Negativi in acetato B/N
25°
20%-50%
Negativi in poliestere B/N
Negativi colore
Lastre in vetro
20%-50%
25°
Archiviazione a lungo termine
U.R%
T °C max
30%-50%
30%-40%
30%-50%
18°
2°
-3°
20%-30%
20%-40%
20%-50%
20%-30%
20%-30%
20%-40%
20%-50%
30%-40%
7°
5°
2°
21°
2°
- 3°
-10°
18°
Archiviazione a breve termine- Previsione di stabilità dei materiali per un arco di tempo di dieci anni.
Archiviazione a lungo termine- Previsione di stabilità dei materiali per un arco di tempo
indeterminato.
A parità di temperatura i materiali a colori conservati in un ambiente con il
60% di UR sbiadiscono due volte di più dei materiali conservati al 40% di
UR
(asse x: alterazione colore; y umidità relativa)
60
50
40
30
20
10
0
10
20
30
40
50
60
Conservazione a basse temperature
• L’instabilità cronica di alcuni procedimenti, quali quelli a
colori cromogeni, pongono come unica soluzione
l’archiviazione a basse temperature, infatti la loro
instabilità è legata alla natura dei coloranti organici che
formano l’immagine e alla chimica del colore;
• non potendo operare sulla struttura chimica si agisce
esteriormente, sugli ambienti;
• il colore ha soppiantato il bianco e nero;
• le temperature a O c° oppure a -O c° rallentano il degrado
dei materiali a colori.
Tempi di acclimatazione consigliati per
diversi tipi di contenitori di fotografie
•
•
•
•
•
Tipo di contenitore
da -18° a 24° C
da 2° a 24° C
Scatola da 36 dia color 60 minuti
45 minuti
Singola dia o neg. in striscia
8 min
5 min
6 strisce di neg. 35 mm 20 minuti
15 minuti
Dieci stampe su carta in
scatola
90 minuti
60 minuti
• Cento stampe su carta in scatola 5 h
3h
• In: W.Henry, The permanence and Care of Color Photographs, 1993,
p.715
Materiali fotografici a colori particolarmente
instabili
• Stampe a colori
•
Ektacolor (37 RC e 74 RC) precedenti il 1984
•
Fujicolor precedenti il 1984
•
Agfacolor precedenti il 1984
•
Konica Kolor precedenti il 1984
•
Kodak Ektachrome precedenti il 1991
•
Ektachrome Prestige
Negativi a colori
• Negativi a colori
•
Ektacolor
•
Vericolor II
•
Kodacolor X
•
Kodacolor II
•
Fuijcolor II
•
Fuijicolor HR precedenti il 1986
•
KonicaColor SR precedenti il 1987
•
Agfacolor XR e XRS precedenti il 1989
•
3M ScotchColor precedenti il 1992
Diapositive a colori
• Diapositive a colori
• Ektachrome Process E-1, E-2, E-3, E-4
•
Ansco
•
GAF
•
Agfachrome precedenti il 1989
•
3M Scotch
•
W.Henry, The permanence and Care of Color Photographs, 1993, p.658 e 664.
Ambienti
Misurazione e monitoraggio
delle condizioni ambientali
Impianti di climatizzazione
Arredi
Termometro
Igrometro
Psicometro (o termoigrometro)
Termoigrografo
Riscaldamento
Condizionatori d'aria
Filtraggio aria
Celle frigorifere
non composti da:
legno, compensato, multistrato
masonite, plastiche espanse,
laminati plastici, formica
Contenitori per la conservazione
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proteggere da:
polvere;
luce;
dalle sostanze inquinanti;
garantire rigidità all'opera;
facilitare la consultazione;
minimizzare la manipolazione;
minimizzare gli sfregamenti.
Materiali a diretto contatto con le
fotografie (buste, scatole, ecc.)
Caratteristiche delle carte e dei cartoni da utilizzare come contenitori per l’archiviazione di
documenti fotografici
(Normativa ISO 10214)
Carta posta a diretto contatto con fotografie B/N e colore (buste)
· cotone sbiancato al solfito
· fibre kraft con alfa-cellulosa +87%
· no fibre lignificate
· no particelle metalliche
· no cere
· no plastificanti
· pH compreso tra 7,2 - 9,5 (solo per B/N)
· riserva alcalina 2% di carbonato di calcio (solo per B/N)
· pH compreso tra 7 - 7,5 (solo per colore)
· minimo di additivi (neutri o alcalini)
· no carte pergamino
Carta posta non a diretto contatto con le fotografie (scatole)
· pH compreso tra 7,2 e 9,5
· riserva alcalina 2% di carbonato di calcio
Materie plastiche consigliate come contenitori per
l’archiviazione di documenti fotografici
(Normativa ISO 10214)
·polietilene tereftalato (poliestere non
ricoperto);
·polipropilene;
·polietilene.
Photographic Activity Test (PAT)
• American National Standard Institute –
ANSI IT9.16
• Controllo della reattività dei materiali per la
conservazione
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