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teorie del se - saveriocantone net
Teorie del sè Rispetto all’intelligenza, al funzionamento della mente, alle diverse abilità psichiche esistono due tipi di teorie: quelle degli esperti, o esplicite quelle ingenue, implicite, che tutti hanno, basate sul senso comune e sulle nostre credenze 1 Come e in che misura le teorie ingenue del sé possono influenzare aspetti come - intelligenza - motivazione - personalità - sviluppo? 2 Queste teorie sono importanti perché possono influenzare gli obiettivi di apprendimento e una serie di aspetti: cognitivi emotivi comportamentali determinando la motivazione ad apprendere 3 Perché bambini, ragazzi e adulti con buone capacità non riescono a manifestare le loro abilità potenziali ma anzi arrivano a sviluppare stili di pensiero e di comportamento che portano a fenomeni di impotenza appresa o a veri e propri sintomi depressivi? 4 Il lavoro della Dweck è costituito intorno all’idea che le persone sviluppano convinzioni (meaning systems) in base alle quali: organizzano danno il loro mondo significato alle loro esperienze 5 Le convinzioni creano mondi psicologici differenti che inducono le persone a pensare, a sentire e ad agire diversamente nelle stesse situazioni 6 La teoria dell’intelligenza statica (o dell’entità) l’intelligenza è considerata come ”entità” che è dentro di noi e che noi non possiamo cambiare si crede di possedere una certa quantità di intelligenza e di non poter far niente per migliorarla è un sistema che richiede facili successi per essere mantenuto 7 Cosa fa sentire intelligenti gli studenti con una teoria dell’entità? Facili successi ottenuti con poca fatica e prestazioni superiori a quelle degli altri 8 La teoria dell’intelligenza incrementale l’intelligenza è considerata come qualcosa che è possibile accrescere attraverso l’apprendimento alcuni credono che l’intelligenza possa essere migliorata attraverso l’impegno ci si focalizza sull’idea che, attraverso l’impegno e la guida, si possano incrementare le proprie capacità intellettuali 9 Cosa fa sentire intelligenti gli studenti con una visione incrementale? Situazioni che li fanno sentire coinvolti e impegnati in compiti nuovi, in cui moltiplicare gli sforzi, e ampliare le proprie abilità e conoscenze 10 Quando l’insuccesso demotiva e quando motiva? modello di “impotenza appresa”: quando si sbaglia, la situazione diventa ingestibile e nulla può essere fatto per modificarla. Include tutte le reazioni che gli studenti mostrano quando si imbattono nell’insuccesso: denigrazione della propria intelligenza demotivazione stati d’animo negativi minor persistenza peggioramento della prestazione modello di “orientamento alla padronanza”: definisce una risposta fortemente motivata davanti all’insuccesso, perché gli studenti: rimangono concentrati sul proprio compito desiderano padroneggiare la situazione nonostante le difficoltà 11 Lo stile di impotenza appresa è caratterizzato da: disprezzo per la propria capacità e intelligenza a causa degli errori commessi denigrazione spontanea della propria intelligenza incapacità di utilizzare strategie successi già raggiunti oscurati dagli insuccessi atteggiamenti preoccupati e negativi man mano che aumentano le difficoltà Impossibilità a dedicarsi più a lungo e attentamente al compito Gravi elementi di preoccupazione inoltre sono: i ragazzi rinunciano troppo velocemente colpevolizzano le proprie capacità (non rinunciano in modo obiettivo al compito) precipitano in uno stato d’animo depresso e preoccupato 12 Un confronto di questo tipo con le difficoltà rende la risposta di impotenza una delle meno adattive, poiché non corrisponde ad una precisa valutazione della situazione, ma è una reazione all’insuccesso che comporta implicazioni negative per il Sé e indebolisce la capacità degli studenti di utilizzare la propria intelligenza in modo efficace 13 Stile orientato alla padronanza Come si comportano bambini e ragazzi orientati alla padronanza di fronte a un insuccesso? Si interrogano su come migliorare la propria prestazione, impegnandosi in: regole auto-motivanti auto-istruzioni o auto-monitoraggio finalizzati a facilitare la loro prestazione si mostrano ottimisti 14 Quali emozioni e atteggiamenti caratterizzano chi è orientato alla padronanza? Tendenza a mantenere con le prove più difficili lo stesso atteggiamento positivo Più contenti di lavorare con compiti difficili Come si comportano, in definitiva, questi alunni? Mantengono o incrementano la qualità delle strategie Non vedono nell’insuccesso una colpa 15 Come questi modelli possono influire realmente sull’apprendimento degli studenti a scuola? Gli alunni inclini allo stile di impotenza reagiscono in modo auto-dubitante e disarticolato, decidendo troppo presto di non essere bravi in una materia (“ritiro” delle proprie capacità), vivendo una situazione di svantaggio nella carriera scolastica, che può ostacolare l’apprendimento di nuove materie scolastiche 16 Obiettivi di apprendimento: obiettivi di prestazione o obiettivi di padronanza L’ipotesi della Dweck è che studenti orientati alla padronanza o all’impotenza abbiano obiettivi diversi, e che tali obiettivi contribuiscano a determinare risposte orientate alla padronanza o all’impotenza 17 Obiettivi di prestazione Cercano di ottenere giudizi positivi e vincenti sulle proprie capacità evitando quelli negativi Provano una forte preoccupazione rispetto al livello di intelligenza (vogliono sembrare capaci ed evitare che appaia il contrario) Pensano che riguardino la misurazione della capacità Concentrano l’attenzione sulla valutazione di se stessi attraverso la prestazione Di fronte all’insuccesso incolpano la loro intelligenza Dimostrano una risposta di impotenza 18 Obiettivi di padronanza Finalizzati ad incrementare le competenze Riflettono il desiderio di acquisire nuove capacità, padroneggiare nuovi compiti o capire cose nuove: è un desiderio di migliorare Conoscere in modo approfondito nuovi argomenti Sembrano favorire e sostenere una grande motivazione intrinseca l’interesse personale - in un compito L’attenzione si concentra sul cercare strategie di apprendimento (se le cose non vanno bene, non è una questione di intelligenza, ma di strategie) 19 In una situazione ottimale, gli studenti potrebbero/dovrebbero possedere entrambi gli obiettivi nello stesso tempo Dare però troppa importanza agli obiettivi legati alla prestazione rappresenta un potenziale pericolo! 1° perché un’eccessiva enfasi su questi obiettivi può eliminare il naturale desiderio (obiettivo) di padronanza (e portare quindi gli studenti a non approfittare delle occasioni per imparare) 2° perché una sopravalutazione degli obiettivi di prestazione può favorire risposte di impotenza 20 Quando gli studenti con obiettivi di prestazione sono più vulnerabili? Quando sono concentrati negativamente, quando dedicano tutta l’attenzione alla possibilità di sbagliare e al bisogno di evitare il fallimento 21 Ma perché alcuni studenti, fra i quali molti molto brillanti, sono così preoccupati del loro livello di capacità? 22 L’intelligenza è fissa o incrementale? L’ipotesi è che ciò che rende gli studenti ossessionati del livello di intelligenza è il modo particolare in cui immaginano la loro intelligenza (Bandura e Dweck, 1981) teorie incrementali: qualità dinamica che può essere sviluppata teorie dell’entità: entità intrinseca, concreta e immutabile Il credere nell’intelligenza flessibile sembra spingere verso obiettivi di padronanza Il credere nell’intelligenza fissa sembra orientare verso obiettivi di prestazione 23 Riprendendo la domanda sul perché alcuni studenti sono preoccupati di dimostrare la loro intelligenza, l’ipotesi di risposta è che una teoria entitaria dell’intelligenza possa rappresentare una spiegazione temono di sbagliare perché ogni compito cognitivo per loro rappresenta una misura della loro intelligenza, non solo in quel momento, ma anche in futuro mostrano risposte di impotenza o orientate alla padronanza risultano uguali per prestazione e per capacità finché non incontrano un insuccesso Per i sostenitori della teoria dell’entità, avere fiducia nel proprio livello di intelligenza non impedisce di esprimere risposte di impotenza di fronte alle difficoltà Gli studenti con una teoria incrementale dell’intelligenza non devono sentirsi particolarmente capaci per intraprendere con entusiasmo compiti impegnativi di apprendimento 24 L’atteggiamento degli entitari e degli incrementali nei confronti della scuola è per questo molto diverso Gli incrementali hanno uno stato d’animo favorevole mentre si impegnano ad affrontare richieste che aumentano in modo progressivo Gli entitari si dimostrano molto più ansiosi e preoccupati per il lavoro scolastico, comportandosi in un modo auto-sabotativo. Inoltre desiderano diminuire al minimo l’impegno nel lavoro scolastico. 25 L’impegno ha un significato diverso nelle due teorie dell’intelligenza Nel modello teorico dell’entità, l’impegno misura l’intelligenza e, in caso di insuccesso, indica scarsa intelligenza Nel modello teorico incrementale, è proprio l’impegno che attiva l’intelligenza delle persone e permette loro di utilizzarla nel migliore dei modi 26 Cosa significa per gli studenti affrontare un compito difficile? I compiti difficili richiedono un impegno elevato Ciò rappresenta un conflitto per gli entitari che perseguono un obiettivo di prestazione, perché desiderano dimostrare le loro alte capacità, considerano in modo diffidente un impegno consistente che denota automaticamente scarsa capacità Quando sono richieste maggiore concentrazione e massima capacità strategica, essi finiscono per rimuginare inutilmente sull’opportunità o no di impegnarsi, mettendo in atto un comportamento difensivo e utilizzando strategie di auto-sabotaggio 27