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Corso di Studi in Infermieristica
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE DIPARTIMENTO DI SCIENZE MEDICHE E BIOLOGICHE Corso di Studi in Infermieristica Tesi di Laurea STUDIO OSSERVAZIONALE SULL’IMPATTO DEI DISTURBI DEL SONNO NEL PAZIENTE ONCO-EMATOLOGICO Relatore: Laureando: Dott.ssa Bin Alessandra Pasqua Riccardo Correlatori: Dott.ssa Casetta Anica Dott.ssa De Appollonia Emanuela Dott.ssa Comuzzi Chiara _____________________________________________ ANNO ACCADEMICO 2012 / 2013 INDICE ABSTRACT pag 3 INTRODUZIONE pag 4 CAPITOLO 1: I DISTURBI DEL SONNO pag 5 1.1 Definizione di insonnia pag 5 1.1.1 Le caratteristiche dell’insonnia pag 5 1.1.2Gli altri disturbi del sonno pag 7 1.2 La qualità di vita in presenza di insonnia pag 10 1.3 Insonnia e patologia oncologica pag 12 CAPITOLO 2: QUALITA’ DI VITA IN ONCOLOGIA pag 16 2.1 Qualità di via del paziente oncologico pag 16 2.2 La misurazione della qualità di vita in oncologia pag 17 2.3 L’indice di Karnofsky ed ECOG pag 19 2.4 Indici di misurazione della qualità di vita pag 23 CAPITOLO 3: VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELL’INSONNIA pag 27 3.1 L’accertamento del disturbo pag 27 3.2 Le scale di misurazione della qualità del sonno pag 28 3.3 L’Indice di qualità del sonno di Pittsburgh pag 33 3.4 Interventi infermieristici pag 35 3.5 Interventi farmacologici e non farmacologici pag 38 CAPITOLO 4: REVISIONE DELLA LETTERATURA pag 42 1 CAPITOLO 5: LO STUDIO pag 48 5.1 Obiettivi pag 48 5.2 Disegno dello studio pag 48 5.3 Materiali e metodi pag 49 5.3.1 Criteri di inclusione pag 49 5.3.2 Criteri di esclusione pag 49 5.3.3 Strumenti pag 49 5.3.4 Procedura di raccolta dei dati pag 50 5.3.5 Analisi dei dati pag 50 CAPITOLO 6: RISULTATI pag 52 6.1 Il campione pag 52 6.2 Analisi della qualità del sonno nel campione pag 56 6.3 Strategie attuate dai pazienti pag 60 6.3 Correlazioni statistiche tra le variabili pag 61 CAPITOLO 7: DISCUSSIONE pag 67 CAPITOLO 8: CONCLUSIONI pag 69 8.1 Limiti dello studio pag 70 8.2 Implicazioni per la pratica clinica pag 70 BIBLIOGRAFIA pag 72 ALLEGATI pag 75 2 ABSTRACT BACKGROUND. I disturbi del sonno hanno un’incidenza rilevante in ambito oncologico e si sommano ai problemi che detengono il potenziale per minare la qualità di vita dei pazienti. OBIETTIVI. Rilevare l’incidenza dei disturbi del sonno e in particolare dell’insonnia, nei pazienti onco-ematologici; determinare le strategie utilizzate in modo autonomo dai pazienti per far fronte a tali disturbi e far emergere le possibili correlazioni tra la qualità del sonno dei pazienti ed altre variabili. METODI. I pazienti sono stati reclutati presso i Day Hospital Oncologico ed Ematologico dell’A.O.U S. Maria della Misericordia di Udine, a cui sono stati somministrati dei questionari, quali l’indice di qualità del sonno di Pittsburgh (PSQI), il questionario di autovalutazione sulla qualità di vita Functional Assesment of Cancer Therapy General (FACT-G) ed un questionario creato ad hoc per determinare quali siano le strategie utilizzate dai pazienti per fare fronte al problema dell’insonnia. RISULTATI. Sono stati reclutati tra le due strutture, 183 pazienti e dallo studio è emerso come la percentuale che presentava una qualità del sonno alterata (PSQI>5) è risultata essere del 49%. Sono emerse delle correlazioni statisticamente significative (p<0,05) tra la qualità del sonno del campione e il performance status (p=0,0246) misurato con la karnofsky scale, il genere (p=0,0043) e il tipo di reparto di provenienza del paziente(p=0,0304). Non è stata riscontrata invece correlazione con la qualità di vita rilevata nel campione. CONCLUSIONI. Con questo studio si è potuto dimostrare l’effettiva incidenza dei disturbi del sonno in ambito onco-ematologico, indice della necessità di una considerazione più approfondita del problema. Importante è l’approccio multidisciplinare e l’applicazione dal punto di vista infermieristico di interventi appropriati tra quelli proposti dalla letteratura: cognitivo-comportamentali, complementari, di educazione/informazione e di esercizio fisico. PAROLE CHIAVE. Disturbi del sonno, malattia oncologica, qualità di vita, paziente adulto, chemioterapia. 3 INTRODUZIONE Il sonno, e nello specifico una buona qualità del sonno, rappresenta uno dei componenti fondamentali per definire una buona qualità di vita per una persona, al fine di mantenere un benessere fisico, sociale, emotivo e funzionale. L’insorgenza di disturbi del sonno, in letteratura, è spesso associata alla presenza di diverse comorbilità, tra di esse è indicata anche la patologia oncologica. Il paziente oncologico, infatti è nella maggior parte dei casi sottoposto ad una grande quantità di stress, sia esso fisico o psichico, derivante dall’impatto psicologico che la malattia ha sulla persona, e dal lungo e difficile percorso dei trattamenti, come la chemioterapia o la chirurgia, a cui esso è sottoposto. La ragione che mi ha spinto a condurre questo studio, è la volontà di approfondire e comprendere in che misura questo problema sia presente nel paziente onco ematologico, oltre a comprendere come questo abbia un impatto sulla qualità di vita di tale tipologia di pazienti. Il sonno rappresenta una delle principali fonti di recupero dell’ energia nella persona, ed è nel paziente onco ematologico, già di per se spesso provato dalla malattia, che la mancanza di sonno potrebbe andare a ridurre la quantità di energie a disposizione della persona, non permettendogli di riacquisire il benessere che un buon livello di qualità di vita richiederebbe. Un ulteriore intento è quello di sensibilizzare gli operatori sanitari rispetto a un problema che molto spesso viene trascurato o sottostimato rispetto alla patologia principale e che altrettanto frequentemente non viene riferito agli operatori da parte del paziente, ritardandone la diagnosi e il trattamento. 4 CAPITOLO 1 I DISTURBI DEL SONNO 1.1 L’INSONNIA L'insonnia è il disturbo del sonno più diffuso nella popolazione generale, ed è comunemente presente nelle pratiche mediche. L'insonnia è definita come la percezione soggettiva di difficoltà rispetto all'inizio, alla durata, al consolidamento del sonno, con conseguente diminuzione della sua qualità, che si verifica nonostante un'adeguata opportunità di riposo, e che si traduce in una qualche forma di compromissione diurna. L'insonnia si può presentare con una serie di disturbi ed eziologie specifiche, rendendo la sua valutazione e gestione un problema complesso. Se non diversamente indicato, "insonnia" si riferisce all’insonnia cronica, che è presente per almeno un mese, altrimenti si parla di insonnia acuta o transitoria, che può durare per giorni o settimane. L'insonnia si verifica in persone di tutte le etnie ed età, ed e 'stato osservato in tutte le culture e paesi. La reale prevalenza dell’insonnia varia secondo la rigorosità della definizione utilizzata (Schutte-Rodin et al. 2008). 1.1.1 CARATTERISTICHE DELL’INSONNIA I sintomi dell’insonnia si riscontrano tra circa il 33% e il 50% della popolazione adulta; i sintomi dell’insonnia associati a distress o indebolimento (cioè, disordine generale dell’insonnia) sono presenti in una fascia compresa tra il 10% e il 15% dei casi, mentre l’insonnia associata a disturbi specifici affligge tra il 5% e il 10% dei casi (Schutte-Rodin et al. 2008). Fattori di rischio coerenti per l'insonnia includono l'aumento dell'età, il sesso femminile, la presenza di comorbilità (mediche, psichiatriche, e l’abuso di sostanze), il lavoro a turno, ed eventualmente la disoccupazione e gli status socio-economici inferiori. 5 I pazienti con comorbilità mediche e psichiatriche sono particolarmente rischio, mentre nei disturbi psichiatrici e di dolore cronico si arriva a tassi di insonnia che raggiungono il 50% e al 75% (Schutte-Rodin et al. 2008). I principali disturbi caratteristici dell’insonnia riguardano la difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, sonno non ristoratore o di scarsa qualità con variabili individuali legati alle loro modalità di insorgenza, alla loro durata, frequenza, decorso, perpetuazione delle cause scatenanti, tipo di trattamenti presenti e passati e la loro efficacia. Le condizioni antecedenti al riposo che sono coinvolte nell’insorgenza di tali disturbi riguardano le attività svolte prima di coricarsi, le condizioni ambientali del luogo di riposo, e lo stato fisico e mentale presenti nel periodo antecedente il coricamento. I pazienti con insonnia potrebbero aver sviluppato dei comportamenti che portano alla conseguenza non intenzionale di perpetuare i loro problemi legati al sonno. Essi includono il trascorrere una maggior quantità di tempo a letto al fine di cercare di addormentarsi, oppure svolgere attività incompatibili con il sonno in camera da letto come parlare al telefono, guardare la televisione, usare il computer, fare esercizio fisico e mangiare. Alcuni pazienti sviluppano ansia rispetto al momento antecedente al coricamento, immaginando anticipatamente di trascorrere una notte insonne. Risulta inoltre importante analizzare l’ambiente dedicato al riposo per capire se vi siano elementi quali luci, rumori, una temperatura troppo alta o troppo bassa, o la presenza di un partner di letto che possano fungere da fonti di disturbo per una adeguata qualità del sonno. Importanti elementi per la valutazione delle caratteristiche del disturbo sono la determinazione del tempo necessario per addormentarsi, il numero dei risvegli notturni, la loro entità, la durata del sonno, e il numero di riposi diurni. Problemi comuni rispetto all’insonnia sono: una latenza del sonno media >30 minuti, risvegli notturni con una durate complessiva >30 minuti, una durata del sonno inferiore alle 6,5 ore per notte. Una corretta identificazione delle caratteristiche dei disturbi del sonno è necessaria al fine di distinguere l’insonnia da una quantità di sonno ridotta a causa di comportamenti inadeguati. Importante è anche l’identificazione di segni, sintomi e comportamenti notturni relativi a disturbi respiratori inducenti problemi del sonno (tosse, russamento, 6 gasping), movimenti inducenti problemi del sonno (calci, sindrome delle gambe senza riposo), parasonnie (comportamenti o vocalizzazioni), comorbilità internistiche e neurologiche (malattia da reflusso gastro esofageo, cardiopalmo, epilessia, emicranie), e altre sensazioni fisiche ed emozioni associate come dolore, irrequietezza, ansia, frustrazione, e tristezza. Anche le attività diurne e le loro caratteristiche, possono essere incluse nelle potenziali cause di disturbi del sonno come la frequenza ed entità riposi diurni, il tipo di lavoro svolto, lo stile di vita sedentario, l’esposizione alla luce, e l’esercizio fisico, i viaggi (in particolare quelli con cambio di fuso orario), ed eventuali disfunzioni come una bassa qualità della vita, alterazioni dell’umore e disfunzioni cognitive. (Schutte-Rodin et al. 2008) 1.1.2 GLI ALTRI DISTURBI DEL SONNO I disturbi del ritmo sonno veglia includono comunemente sintomi di alterazione apparente o reale del sonno notturno, con conseguente compromissione diurna (Berger et al., 2005). Disordini respiratori correlati al sonno I disturbi respiratori collegati al sonno sono una causa significativa di morbilità per via dell’iper sonnolenza, del deterioramento cognitivo, del sonno non ristoratore e di altri sintomi. Potenziali conseguenze includono incidenti correlati alla sonnolenza e malattie cardiovascolari. Nel più comune disturbo ostruttivo dell’apnea notturna, le apnee e le ipopnee sono correlate ad un collasso intermittente delle vie aeree superiori. Nell’apnea notturna centrale e nella respirazione di Cheyne-Stokes associata a scompenso cardiaco congestizio, il crescere e il calare della respirazione è causato da un output motorio respiratorio instabile. L’ipoventilazione cronica correlata al sonno può verificarsi nell’obesità grave, nei disordini neuromuscolari che interessano la muscolatura respiratoria e nei pazienti con malformazioni toraciche o patologie polmonari 7 La diagnosi di questi disturbi è indicata da sintomi tipici e confermata da uno studio del sonno. Le opzioni terapeutiche includono varie forme di ventilazione a pressione positiva attraverso la via nasale o maschera facciale, dispositivi orali removibili che aumentano il lume delle vie aeree superiori, e in alcuni casi la chirurgia (Kohler M. et al, 2003). Ipersonnie di origine centrale L’ipersonnia è un sintomo frequente nella pratica clinica. La manifestazione cardinale è un’inappropriata sonnolenza diurna, comune a tutti i tipi di ipersonnie. Le ipersonnie di origine centrale, sono una rara causa di eccessiva sonnolenza diurna, molto più rari rispetto all’ ipersonnia correlata ad altre patologie, come i disturbi respiratori nel sonno. La narcolessia, con o senza cataplessia, rimane la più ben studiata delle ipersonnie primarie. Anche se riconosciute più di un secolo fa, fino alla fine del 20° secolo le principali innovazioni non hanno portato ad una migliore comprensione della malattia, con la speranza di terapie più specifiche in futuro. L’ipersonnia idiopatica fa anch’essa parte delle ipersonnie primarie. Anche se difficile da diagnosticare, alcune peculiarità spiccano per aiutarci differenziarla dalla narcolessia più comunemente vista. Gli interventi diagnostici e terapeutici più efficaci sono attualmente in fase di sviluppo (Frenette E. et al, 2009). Disordini del ritmo circadiano I disturbi del ritmo circadiano del sonno si verificano quando gli individui tentano di dormire nel momento circadiano sbagliato. Il disallineamento tra il sistema di temporizzazione circadiano interno e l' ambiente esterno è tipicamente dovuta sia ad una alterazione del funzionamento del sistema di temporizzazione circadiano (es, disturbo delle fasi di sonno ritardato o inoltrato) o a cambiamenti dell'ambiente esterno (ad esempio, jet lag). Tuttavia, la presentazione clinica della maggior parte dei disturbi del ritmo circadiano è influenzata da una combinazione di fattori fisiologici, comportamentali e ambientali. Questi disturbi portano a insonnia e sonnolenza diurna, con compromissione in aree importanti del funzionamento e della 8 qualità della vita. Gli attuali trattamenti, come l'esposizione programmata alla luce e l’uso di melatonina esogena, servono principalmente per allineare i tempi dei ritmi circadiani o aumentare la forza del segnale circadiano. Anche se questi trattamenti sono efficaci, il loro uso nella pratica clinica è stata limitata dalla disponibilità di adeguati strumenti diagnostici e studi clinici controllati randomizzati su larga scala. I rapidi progressi nella comprensione della base molecolare, cellulare e fisiologica di regolazione circadiana e la fisiopatologia di questi disturbi porterà a trattamenti più mirati ed efficaci (Reid K.J. et al, 2009). Parasonnie Le parasonnie sono fenomeni comportamentali o esperienziali, sgradevoli o indesiderati che si verificano prevalentemente o esclusivamente durante il sonno. Inizialmente si pensava che questi fenomeni fossero un evento unitario, spesso associato ai disturbi psichiatrici. Recenti analisi cliniche e poligrafiche hanno rivelato che essi sono, infatti, il risultato di un gran numero di condizioni molto diverse, molte delle quali diagnosticabili e curabili. In realtà, la maggior parte non sono manifestazione di disturbi psichiatrici, e sono molto più diffuse di quanto precedentemente sospettato. Questi includono disturbi del risveglio, disturbo del comportamento del sonno REM, convulsioni notturne, e la sindrome delle gambe senza riposo. La maggior parte delle parasonnie sono facilmente diagnosticabili e curabili (Mahowald M.W. et al, 2000) Disordini motori correlati al sonno Possono verificarsi diversi disturbi del movimento durante il riposo notturno interrompendo il sonno. Una parte di questi disturbi è caratterizzata da movimenti relativamente semplici, non intenzionali e solitamente stereotipati. L'ultima versione della classificazione internazionale dei disturbi del sonno comprende queste condizioni cliniche (ad esempio la sindrome delle gambe senza riposo, disturbi del movimento periodico degli arti, crampi alle gambe legati al sonno, bruxismo legati al sonno e jactato capitis nocturna) sotto la categoria denominata “disturbi del movimento sonno-correlati”. Inoltre, i movimenti apparentemente fisiologici (ad 9 esempio attivazione alternata dei muscoli delle gambe ed eccessive mioclonie frammentarie ipniche) possono mostrare una elevata frequenza e gravità compromettendo la qualità del sonno. Valutazioni cliniche e, in casi specifici, neurofisiologiche sono necessarie per rilevare la presenza di movimenti notturni. I pazienti che manifestano una scarsa durata del sonno a causa di questi movimenti anomali dovrebbero essere sottoposti a terapie non farmacologiche o farmacologiche (Merlino G. et al, 2012). 1.2 LA QUALITA’ DI VITA IN PRESENZA DI INSONNIA La definizione di qualità di vita (Quality of life o QoL) è variata nel corso del tempo, tra i ricercatori di diversa provenienza ed in relazione a diverse impostazioni di ricerca. Può essere definita come un termine vasto e globale legato alla valutazione soggettiva del paziente della vita nel suo complesso o correlato al divario tra le sue aspettative e le sue realizzazioni. D’altra parte, potrebbe essere invece definito come un costrutto multidimensionale più specifico correlato ad aspetti influenzati dall’assistenza sanitaria. Quest’ultimo è spesso definito come salute correlata alla qualità di vita (Heath related quality of life o HRQoL) (Bjordal k, 2004). Solo negli ultimi due decenni la medicina ha incominciato a prendere coscienza che, da sola, non è in grado di determinare la qualità della vita, ma può soltanto aiutare gli individui a raggiungere uno stato di salute tale da consentire loro di coltivare l’arte della vita, ciascuno alla propria maniera. È così che, idealmente, ha rispolverato gli insegnamenti di Seneca ed ha incominciato a prendere in considerazione, come elemento di giudizio dell’efficacia della sua azione, la valutazione della Qualità della Vita o, con il termine inglese ormai generalmente usato, Quality of Life - QoL. Il primo modello, proposto da Lehman, è quello basato sulla soddisfazione ed il benessere, secondo il quale la QoL è costituita da tre componenti, le caratteristiche personali, le condizioni di vita in diversi settori dell’esistenza e la soddisfazione per le condizioni di vita in questi diversi settori. Il limite di questo modello è rappresentato dal fatto che, mancando dei parametri di riferimento in base ai quali determinare quali siano i reali bisogni, le richieste e le 10 necessità nel contesto di una determinata popolazione, il grado di "soddisfazione" può essere in rapporto, non solo alla reale corrispondenza tra ciò che il soggetto desidera e ciò che ottiene in una determinata area, ma anche all’importanza che il settore (o i settori) di vita considerato/i ha/hanno per il soggetto, al punto che la sua soddisfazione è variamente influenzata (o non lo è affatto) dalla realizzazione o meno in tale/i settore/i o, addirittura, al fatto che il soggetto abbia adattato le sue richieste ed i suoi desideri a ciò che l’ambiente gli offre (o che egli percepisce che l’ambiente gli offra) e che quindi la soddisfazione sia, in realtà, una rassegnazione. Fra le definizioni della QoL basate su questo modello, possiamo citare quella di Hørnquist: "il grado di soddisfazione dei bisogni nelle aree delle necessità fisiche, psicologiche, sociali, occupazionali, materiali e strutturali, o quella di Oleson:"la soddisfazione o la felicità di vivere in quegli aspetti della vita che sono importanti per il soggetto" o, ancora, quella di Ferrans:"il senso di benessere di una persona che deriva dalla soddisfazione o dall’insoddisfazione per settori della vita che sono importanti per lui" (Conti L, 2000). Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la qualità di vita è intesa come la percezione che un individuo ha della propria vita, nel contesto della cultura in cui vive, integrando personali obiettivi, aspettative e preoccupazioni, benessere e disagio. Questo contesto concettuale si traduce nel grado di soddisfazione riferito dai pazienti rispetto alla loro salute, status sociale, professionale, e altri aspetti della vita. La qualità di vita può rappresentare un punto di vista più oggettivo, per evidenziare le conseguenze dell’insonnia. Essa permette di comprendere il significativo impatto che questo disturbo può avere sulla vita quotidiana delle persone che ne sono affette (Adib-Hajbaghery M. et al, 2012). I sintomi causati dall’insonnia detengono il potenziale per affliggere significativamente l’abilità del paziente di mantenere un senso di benessere e la percezione di una soddisfazione personale rispetto alla salute, al proprio livello occupazionale, sociale e funzionale. L’insonnia ha un largo impatto sull’abilità individuale di mantenere buone performances fisiche e lavorative, determinando fenomeni come la riduzione della produttività lavorativa, frequente assenteismo, riduzione del livello cognitivo e dell’umore, e incrementata morbilità per disturbi fisici e psicologici, accompagnati 11 da un maggiore onere sanitario dovuto alla cronicità della malattia e costi diretti e indiretti per la società. L’insonnia può inoltre essere predittiva per un futuro sviluppo di disturbi psichiatrici (Waguih W. Et al, 2012). Una scarsa qualità del sonno può diminuire i sentimenti della persona, i pensieri, e la motivazione. I sintomi fisici e cognitivi delle persone con scarsa qualità del sonno sono la stanchezza, perdita di concentrazione, bassa soglia del dolore, ansia e nervosismo, pensieri irrazionali, allucinazioni, perdita di appetito, costipazione, e di essere più incline agli incidenti. E 'anche noto che i problemi di sonno causano tensione, ritardo nella guarigione delle ferite, aumento del dolore e difficoltà nell'eseguire attività quotidiane (Adib-Hajbaghery M. et al, 2012). 1.3 INSONNIA E PATOLOGIA ONCOLOGICA I pazienti affetti da cancro e i loro caregiver spesso sperimentano disturbi del ritmo sonno-veglia, e in particolare l’insonnia. Tuttavia, questo sintomo pervasivo e angosciante è ampiamente ignorato. L’insonnia è il disturbo più comune negli adulti sani e nei pazienti oncologici (Berger A.M, 2009). La prevalenza di problemi del sonno è molto più alta nei pazienti con tumore rispetto alla popolazione generale, essi sonno sono segnalati nel 30% -87% dei pazienti affetti da cancro. Tra i problemi del sonno riportati durante la chemioterapia, alcune delle lamentele più comuni sono frequenti risvegli notturni (49% -56%), incapacità di addormentarsi entro 30 minuti (50% -73%). Inoltre, dopo la diagnosi di cancro e prima di iniziare la chemioterapia, i pazienti lamentano scarsa qualità del sonno e una serie di problemi di sonno, quindi, fino a due terzi dei pazienti in relazione alla chemioterapia presentano un sonno alterato. I problemi del sonno, la difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, scarsa qualità del sonno, e/o breve durata del sonno sono tra gli effetti indesiderati più frequentemente riportati derivanti dal trattamento del cancro. Questi problemi del sonno sono considerati sintomi dell’insonnia, e quando parecchi problemi legati al sonno si co-verificano e sono gravi, essi sono raggruppati nella definizione di insonnia. Se un paziente non soddisfa i criteri per la sindrome 12 dell’insonnia, ma ha un’interruzione del sonno, gli sono comunque attribuiti sintomi dell’insonnia. I pazienti soddisfano i criteri per la sindrome di insonnia se hanno difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o se si svegliano prima di quanto destinato almeno tre volte a settimana per più di 30 minuti. Il disturbo merita un’ attenzione clinica se dura più di 1 mese. Tuttavia, nei pazienti oncologici sottoposti a trattamento, disturbi del sonno di durata più breve potrebbero comunque meritare attenzione clinica. I sintomi dell’insonnia e la sindrome di insonnia sono i problemi del sonno più diffusi tra i malati di cancro (Palesh O.G. et al, 2012) L’insonnia è un problema significativo, in quanto evidenze hanno confermato che, negli adulti, essa è associata con altri sintomi, inclusa fatigue, e a un decremento della qualità di vita (QOL) nei giorni immediatamente antecedenti il trattamento e in quelli che lo seguono. Nel primo anno che segue la diagnosi di cancro in un adulto, la concomitanza di dolore, fatigue, e insonnia è stata associata con un incremento del rischio di morte, perdita del follow up, e aumento della segnalazione di altri sintomi. Stanno aumentando le evidenze in merito a come l’alterata fisiologia direttamente correlata ai processi biologici derivanti dal cancro, possa giocare un ruolo importante nell’interruzione del sonno, dei ritmi circadiani, e del processo di regolazione dell’asse ipotalamo ipofisi surrene. Allo stesso modo, l’interruzione dell'asse ipotalamo ipofisi surrene e dei ritmi circadiani possono causare disturbi del sonno e un aumento del rischio di cancro. Modelli di attività del ritmo circadiano, ormoni e citochine hanno guidato gli studi, mostrando la presenza dell’interruzione dei ritmi in pazienti con tumori e con disturbi del ritmo sonno-veglia e gruppi di sintomi che comprendono affaticamento, perdita di appetito, depressione e dolore. Lo studio rivela che il rischio di sviluppare il cancro è aumentato nei turnisti: il lavoro a turno incide sui ritmi circadiani, sui livelli di melatonina e sugli ormoni riproduttivi (Berger A.M, 2009). Sebbene la chemioterapia sia un trattamento altamente efficace per molte forme di cancro, provoca molteplici effetti collaterali, tra cui la perdita di capelli, nausea, cardiotossicità, dolore, neutropenia, depressione, ansia, disfunzione cognitiva e affaticamento. 13 Tra questi ultimi vi è anche l’insonnia che può iniziare prima del trattamento del cancro, continuare durante il trattamento stesso e persistere per anni dopo il suo completamento. Sebbene la prevalenza di disturbi del sonno varia tra gli studi a causa delle differenze nelle popolazioni studiate, per stadio della malattia, definizione dei disturbi del sonno e modalità di valutazione, la maggior parte degli studi riportano che dal 30% al 50% dei pazienti con nuova diagnosi di cancro presenta disturbi del sonno. Alcuni dati mostrano che i disturbi del sonno e riduzione delle ore di sonno, sono associati con la funzionalità immunitaria alterata come misurato da un aumento della produzione di interleuchina-6 (IL-6), del fattore di necrosi tumorale, e della proteina C-reattiva. Diversi studi hanno rilevato che l'insonnia interrompe il funzionamento del sistema immunitario in misura maggiore rispetto alla depressione, quindi questo aumento non può essere spiegato con la depressione concomitante. Ad oggi, le conseguenze di insonnia nei pazienti con cancro e sopravvissuti non sono stati interamente esaminati, tuttavia, la ricerca recente suggerisce che i disturbi del sonno e/o le alterazioni circadiane potrebbero essere negativamente legate alla morbilità cardiaca, al funzionamento del sistema immunitario, alla presenza di citochine cancro-stimolanti, e alla morbilità psichiatrica (Palesh O.G. et al, 2009). Secondo il National Cancer Institute americano, gli effetti collaterali che potrebbero influenzare il ritmo sonno veglia, sono i seguenti: • dolore • ansia • sudorazioni notturne/ vampate di calore • disturbi gastrointestinali ( es. incontinenza, diarrea, costipazione o nausea) • disturbi genito-urinari (incontinenza, ritenzione, irritazione genito-urinaria) • disturbi respiratori • fatigue 14 Un uso continuo dei seguenti farmaci comunemente usati nel trattamento del cancro può causare insonnia: • sedativi e ipnotici • agenti chemio terapeutici antiblastici (specialmente antimetaboliti) • anticonvulsivanti • adenocroticotropi • inibitori delle monoammino ossidasi • metildopa • propranololo • atenololo • alcool • farmaci tiroidei In aggiunta, l’interruzione dell’assunzione delle seguenti sostanze può causare insonnia: • depressori del sistema nervoso centrale (es., barbiturici, oppioidi, glutetimide, e antistaminici sedativi) • benzodiazepine • psicofarmaci maggiori • antidepressivi triciclici e inibitori delle monoaminossidasi • droghe illecite (es., marijuana, cocaina e oppioidi) Gli ipnotici possono interferire con la fase REM (rapid eye movement) del sonno, con conseguente aumento di irritabilità, apatia, e alterazione dello stato mentale. Una brusca interruzione degli ipnotici e dei sedativi può portare a sintomi come nervosismo, crisi epilettiche e REM rebound. Il REM rebound è stato definito come un incremento marcato del sonno REM con aumentata frequenza e intensità dei sogni, inclusi gli incubi. L’aumentato risveglio delle funzioni fisiologiche che avviene durante l’effetto REM rebound può essere dannoso per i pazienti con ulcera peptica o storia di problemi cardiovascolari. 15 CAPITOLO 2 LA QUALITA’ DI VITA IN ONCOLOGIA 2.1 LA QUALITA’ DI VITA DEL PAZIENTE ONCOLOGICO Nonostante il numero totale di pazienti con cancro continui ad aumentare in tutto il mondo, nuove terapie hanno prolungato i tassi di sopravvivenza a 5 anni in modo sostanziale. Con un maggior numero di pazienti diagnosticati e un miglioramento della sopravvivenza, i problemi correlati alla qualità della vita (QoL) sono diventati sempre più importanti. Le considerazioni riguardo alla qualità di vita sono fondamentali sia per la valutazione di nuovi regimi terapeutici che per lo sviluppo di strategie globali di gestione della malattia. Un basso livello di QoL può influenzare negativamente la volontà del paziente di continuare con successo il trattamento e completarlo (Carelle N. et al, 2002). Nel 1948, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute non solo come assenza di malattia o infermità, ma anche come la presenza di benessere fisico, mentale e sociale. Pertanto, la qualità della vita correlata alla salute è un concetto riferito all’effetto di una malattia e della sua terapia sul benessere fisico, psicologico e sociale di un paziente, come percepita dal paziente stesso. La qualità di vita collegata al livello di salute (Heath Related Quality of Life o HRQoL) è usata come sinonimo dello stato di salute percepito da un individuo, con l'obiettivo principale di valutare quando una malattia o condizione cronica e suoi sintomi iniziano a interferire con la vita quotidiana di un individuo (Roila F. et al, 2001). La misurazione del HRQoL è stato ampiamente utilizzato per valutare clinicamente nei pazienti sottoposti a chemioterapia, con lo scopo di misurare gli effetti collaterali indotti dalla chemioterapia. L’HRQoL è stato uno dei modi migliori per valutare la tolleranza del paziente agli effetti collaterali della tossicità su cellule tumorali e gli impatti positivi e negativi sulla qualità della vita dei pazienti sottoposti a chemioterapia (Andrade V. et al,2013). 16 Naturalmente, la qualità della vita è influenzata da molti fattori diversi da quelli relativi alla salute, compresa la sicurezza economica, la libertà, la soddisfazione sul lavoro, stato dell'ambiente, ecc; questi aspetti spesso non hanno nulla a che fare con la salute o la medicina. Pertanto, i clinici quando si concentrano sulla qualità della vita correlata alla salute dovrebbero considerare che, per i pazienti molto malati, quasi ogni aspetto della vita può essere considerata come correlata alla salute. Quattro fattori contribuiscono maggiormente all'impatto globale della malattia e del suo trattamento sulla qualità di vita dei pazienti: la funzione fisica e occupazionale (forza, energia, capacità di portare avanti le normali attività previste), lo stato psicologico (depressione, ansia, paura, benessere), l'interazione sociale (con i familiari, con gli amici) e le sensazioni somatiche (sintomi causati della malattia o dalla tossicità del trattamento) (Roila F. et al, 2001). 2.2 LA MISURAZIONE DELLA QUALITÀ DI VITA IN ONCOLOGIA In primo luogo, le misurazioni standard non determinano gli effetti del cancro o del suo trattamento sulle dimensioni emotive, spirituali e sociali della vita dei pazienti. La descrizione di come due trattamenti a confronto influenzano la qualità di vita e la sopravvivenza globale è importante per scegliere il trattamento migliore, infatti: - un trattamento può essere preferito se migliora la qualità della vita anche se la sopravvivenza non è superiore a quella conferita dal trattamento comparabile - un trattamento può essere insoddisfacente e dovrebbe non essere utilizzato nella pratica clinica in cui la qualità della vita peggiora o rimane simile a quella sotto il trattamento comparabile senza vantaggi in termini di sopravvivenza Tuttavia, ci sono due situazioni in cui l'esito è difficile da interpretare: - se il trattamento induce una minore possibilità di sopravvivenza, ma la qualità della vita migliora - se la qualità della vita è peggiore, ma le probabilità di sopravvivenza sono migliorate dal trattamento 17 Naturalmente, se il miglioramento della sopravvivenza è ampio e la durata della scarsa qualità di vita è breve, la scelta può non essere troppo difficile. In queste due situazioni, si può fare una scelta di: - descrivere ai pazienti in uno scenario dettagliato gli effetti positivi e negativi sulla qualità della vita e la sopravvivenza di ogni trattamento, al fine di ottenere una scelta fatta congiuntamente dai pazienti con il medico - ricorrere a misure che combinano la qualità con la quantità della vita, come QALY (Quality-Adjusted Life Years) e Q-TWIST (Tempo di qualità rettificato senza sintomi e tossicità). Entrambe queste misure sono ottenute moltiplicando la durata della sopravvivenza (efficacia del trattamento) per il punteggio di utilità (qualità di vita percepita dal paziente) La valutazione della qualità della vita può essere importante per l'analisi costi-utilità di nuovi farmaci o combinazioni di trattamento. La scelta tra le diverse opzioni curative deve anche prendere in considerazione il loro costo, in quanto è estremamente importante per il controllo della spesa sanitaria, in presenza di risorse scarse o assegnate in modo non appropriato. Gli studi sulla qualità della vita non sono delle semplici estensioni delle scale di tossicità. Queste ultime misurano solo la tossicità massima osservata in un paziente, ma non prendono in considerazione la durata della tossicità, mentre gli strumenti di qualità della vita prendono questo punto in considerazione. Inoltre, c'è meno effetto sulla qualità della vita da parte della tossicità acuta che quella cronica o ritardata. Per esempio, i pazienti con neuropatia debilitante spesso hanno una scarsa qualità di vita, nonostante un buon controllo del loro cancro. Confrontando una chemioterapia continua rispetto ad una di tipo intermittente, su pazienti con carcinoma mammario metastatico, inaspettatamente è emerso che le pazienti in chemioterapia continua hanno avuto una migliore qualità della vita e sono anche sopravvissuti più a lungo, anche se non tutti gli studiosi concordano con questa affermazione. Gli strumenti di misura della qualità della vita possono fornire informazioni prognostiche indipendente da altri fattori (tra cui performance status) sulla popolazione studiata. Ciò è stato dimostrato in pazienti con cancro della mammella, 18 del polmone, gastrointestinale e melanoma e se tali dati risultassero ulteriormente confermati, la qualità di vita dovrebbe essere misurata prioritariamente in tutti i pazienti, e sarebbe possibile quindi utilizzarla come fattore di stratificazione negli studi clinici randomizzati (Roila F. et al, 2001). 2.3 L’INDICE DI KARNOFSKY ED ECOG I punteggi di performance (performance status o PS) sono ampiamente utilizzati nella pratica oncologica perché correlano con la durata di sopravvivenza del paziente e con la risposta al trattamento, così come con la loro qualità di vita e con la presenza di comorbilità. Questo sistema di misurazione è utilizzato come criterio decisionale per definire l’idoneità fisica dei pazienti che devono essere sottoposti a un trattamento e/o a studi clinici. Diversi studi hanno misurato l' accuratezza e l'affidabilità di entrambi i punteggi Karnofsky (KPS) ed ECOG. Per valutarne la precisione, è stato dimostrato come il KPS dei malati di cancro in stadi avanzati, correli bene con la longevità del paziente. Confrontando i punteggi del KPS e dell’ECOG PS in 536 pazienti con cancro in fase avanzata ed è stato scoperto che il test di ECOG era migliore del punteggio di Karnofsky per predire la prognosi del paziente (S0rensen J.B. et al, 1993). Altri studi hanno combinato il performance status con altre variabili (ad es marcatori biologici) per definire un metodo più specifico di determinare una prognosi. Ora ci sono oltre 150 tipi di marker che possono essere usati per predire la prognosi per i pazienti con cancro polmonare, ma il PS è ancora il principale (o il solo) punteggio prognostico comunemente usato. Il performance status è quindi un accertamento del reale livello funzionale e della capacità di cura di sè dei pazienti. È stato più volte dimostrato come il performance status sia un importante fattore prognostico per la sopravvivenza in molte forme maggiori di cancro. Di conseguenza, il performance status deve essere preso in considerazione nella pianificazione e nella valutazione dei trial clinici nel trattamento del cancro. È stato inoltre proposto che il performance status fosse usato come parte dell’accertamento della qualità di vita dei pazienti (SØrensen J.B. et al, 1993). 19 David A. Karnofsy e i suoi colleghi descrissero il primo indice di performance (Performance status o PS) nel 1948. Esso fu introdotto per condurre un accertamento dei pazienti in trattamento chemioterapico con mostarda nitrogenata per carcinoma primario polmonare. Ad ogni paziente veniva dato un punteggio in una scala lineare tra lo 0 (morte) e 100 (normalmente attivo), riassumendo la loro capacità di compiere attività quotidiane, e il livello di assistenza che essi richiedevano per compierle. Questo sistema di attribuzione di punteggio fu conseguentemente usato in tutta la pratica oncologica, ed ha rappresentato una guida numerica di riferimento sullo stato di salute generale del paziente (Blagden S.P. et al, 2003). Tabella n° 1: Karnofsky performance status 20 Tabella n° 2: metodo di attribuzione del punteggio per il Karnosky performance status 21 Nel 1960, la Eastern Co-operative Oncology Group (ECOG) ha introdotto una scala di misurazione più semplice: il 'performance status ECOG', simile alla scala Karnofsky performance status (KPS), con solo cinque punti. Questo è adesso definito il punteggio ECOG /WHO (Oken et al, 1982) Generalmente è stato provato come i due indici siano intercambiabili, anche se tuttavia l’indice di ECOG è spesso preferito per la sua semplicità d’uso (Blagden S.P. et al, 2003). Tabella n. 2: ECOG performance status 22 2.3 INDICI DI MISURAZIONE DELLA QUALITA’ DI VITA IN ONCOLOGIA Anche se ogni individuo ha di solito una comprensione intuitiva di ciò che la qualità della vita significa per se stesso, non esiste una definizione generale e unica di QoL che sia considerata univoca. Si deve pertanto oggettivamente constatare che la QoL non può essere validamente misurata, perché essa assume significati diversi per ogni individuo. Questo è vero soprattutto per l’inconsueta situazione di vita delle persone che hanno affrontato una diagnosi di cancro, evento spesso molto provante dal punto di visita psicologico. Invece di cercare di elaborare una definizione analitica, il termine qualità della vita è stato introdotto nella ricerca clinica per mezzo di un cosiddetto costrutto operativo, riconoscendo che la vita di un individuo e la sua corrispondente qualità non possono essere quantificati in modo oggettivo. Invece, e piuttosto pragmaticamente, la qualità di vita del paziente può essere valutata sulla base delle misure ottenute da un insieme di dimensioni sensibilmente determinabili. I principali punti di accordo tra i ricercatori che si sono occupati di qualità della vita su questo costrutto si possono riassumere con le dichiarazioni. La qualità della vita è: 1. comprendente di importanti elementi multidimensionali del benessere emozionale, sociale e fisico del paziente 2. soggettiva, basandosi principalmente sui giudizi propri del paziente giudizi 3. non statica e soggetta a cambiamenti nel corso della vita di un paziente Un esempio importante di un questionario per l’accertamento della qualità di vita proposto per i trials clinici sul cancro da Maguire e Selby (1989) è la Rotterdam symptom checklist. Questo questionario di auto accertamento contiene 30 items, e chiede ai pazienti quali siano le loro esperienze in particolari aspetti del benessere nell’ultima settimana. Le risposte a ogni item vanno a costituire una scala di valutazione ordinale da quattro punti, costituita da risposte variabili dal “per niente” al “molto”. 23 Le domande correlate possono essere riassunte in due grandi punteggi parziali che rappresentano il benessere fisico e psicologico del paziente. Tabella n° 3: Rotterdam Symptom Checklist Gli autori sostengono che è possibile estendere la RSCL con necessari elementi aggiuntivi, in particolare per l'area sottorappresentata di benessere sociale. Gli studi sono in corso per investigare l'applicabilità del RSCL in un ambiente longitudinale internazionale. Una versione italiana del RSCL è già stato convalidato e si è dimostrato utile nella ricerca clinica. Un altro importante strumento utilizzato in questo tipo di misurazione è stato sviluppato da parte dell'organizzazione europea per la ricerca sul trattamento del cancro. Il loro questionario di autovalutazione si basa su un approccio modulare comprendente sempre un questionario di base (Quality of Life Questionnaire –Core o QLQ-C30) contenente elementi relativi ad aspetti generali di benessere che si ritengono validi per una vasta gamma di pazienti con diversi tipi di cancro. Il QLQ-C30 comprende cinque scale funzionali (fisico, di ruolo, cognitivo, emotivo e sociale), tre scale di riferimento generale (stanchezza, dolore e nausea/vomito), 24 diverse misure sintomo singolo elemento, una salute globale e uno globale della qualità di item-vita. Tabella n° 4: QLQ-C30 score Il punteggio di ogni articolo è su entrambi una scala a due o quattro punti utilizzando categorie verbalizzato (Olschewski M. et al, 1994). 25 Tra gli strumenti di misura della qualità della vita per i malati di cancro l’European Organization for Research and Treatment of Cancer Quality of Life QuestionnaireC30 (EORTC QLQ-C30) e il Functional Assessment of Cancer Therapy-General (FACT-G) sono probabilmente il più comunemente utilizzati. Quest'ultimo strumento, il FACT-G, può essere visto come la controparte degli Stati Uniti, dello strumento EORTC. E 'stato ampiamente utilizzato in Nord America e, con molte traduzioni in lingua straniera disponibili, ha anche trovato il suo posto in studi europei e di tutto il mondo. Entrambi gli strumenti aderiscono a un concetto simile, vale a dire una configurazione modulare con un questionario generico in combinazione con i moduli specifici di malattia, ad esempio, per l'utilizzo con il cancro al seno, leucemia, o pazienti sottoposti a trapianto di midollo. In entrambi i casi, la parte generica dello strumento (EORTC QLQ-C30, FACT-G) è costituito da diverse sottoscale per domini di vita specifici, etichettati in modo simile: funzionalità fisica (EORTC QLQ-C30) e fisica Benessere (FACT-G), funzionamento sociale (EORTC QLQ-C30) e sociale / benessere familiare (FACT-G), e così via. Solo una minoranza delle sottoscale non hanno un tale omologo dell'altro strumento (Kemmler G. et al, 1999). 26 CAPITOLO 3 VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELL’INSONNIA 3.1 L’ACCERTAMENTO DEL DISTURBO Di seguito sono riportate le procedure necessarie affinché possa compiersi un adeguato accertamento dell’insonnia, fase indispensabile nel processo di trattamento del disturbo (Schutte-Rodin S. et al, 2008): 1) dettagliata anamnesi medica, psichiatrica, del sonno, e dell’eventuale uso di sostanze 2) accertamento tramite l’uso di strumenti come i questionari auto valutativi, checklist dei sintomi, testi di screening psicologici, e colloqui con il partner. 3) valutazione psicologica e dello stato 4) test polisonnografici, se indicati 5) actigrafie 6) altri test laboratoristici se vi è il sospetto della presenza di comorbilità associate Dal punto di vista della gestione infermieristica un accertamento completo della qualità del sonno può esser condotto basandosi su questi nove parametri (Page M.S. et al, 2006): 1) tempo di sonno totale, mentre si è a letto: numero di minuti di sonno, mentre a letto 2) latenza del sonno: numero di minuti che intercorrono tra quando una persona si sdraia a letto e quando in realtà si addormenta 3) numero di risvegli notturni: numero di risvegli durante la notte 4) tempo trascorso da sveglio dopo l’inizio del sonno: numero di minuti o percentuale del tempo trascorso da svegli dopo l’inizio del sonno durante il periodo di tempo dedicato al riposo 5) numero dei riposi diurni: numero totale di minuti di sonno durante il giorno; potrebbero essere intenzionali o non intenzionali 27 6) eccessiva sonnolenza diurna: episodi di addormentamento di breve durata solitamente durante situazioni in cui la persona è inattiva anche per brevi periodi; un’eccessiva sonnolenza diurna può risultare da una deprivazione acuta o cronica del sonno o da altre cause fisiopatologiche 7) qualità del sonno auto percepita: percezioni multidimensionali rispetto alla durata e alla profondità del sonno e sentimenti di ristorazione al risveglio; essi sono accertamenti soggettivi sulla sufficienza del proprio sonno per compiere le proprie attività diurne 8) ritmo circadiano: fenomeno biocomportamentale associato alle variazioni di luce, ormonali, all’alimentazione e/o alle attività sociali che si ripetono ogni 24 9) efficienza del sonno: indice calcolato dividendo il numero di minuti di sonno per il totale dei minuti trascorsi a letto, moltiplicando successivamente per 10 3.2LE SCALE DI VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ SONNO La crescente prevalenza di segnalazioni relative alla scarsa qualità del sonno, correlata all’aumentare dell'età, ha portato allo sviluppo di metodi di misurazione della qualità del sonno di un paziente e dei suoi cambiamenti derivanti dalla malattia o da un trattamento. Gli studi polisonnografici (PSG) valutano gli aspetti quantitativi del sonno di un paziente e forniscono misure affidabili di latenza al sonno consolidata, il tempo totale di sonno, l'efficienza del sonno, la frammentazione del sonno e la sua architettura. Tuttavia, le variabili degli studi polisonnografici non tengono in considerazione la stima soggettiva che i pazienti hanno riguardo alla loro qualità del sonno. Questa mancanza di correlazione tra queste utili misurazioni oggettive e soggettive è una quantificazione essenziale quando si misura la qualità del sonno nei pazienti con insonnia. Sulla base dei dati attualmente disponibili e recensioni critiche della letteratura scientifica, diversi gruppi di esperti hanno raccomandato che gli studi polisonnografici PSG non dovrebbero essere utilizzati di routine nella diagnosi di insonnia primaria. 28 Di conseguenza, sono stati progettati strumenti (diari del sonno e questionari sul sonno) per accertare la qualità del sonno del paziente in termini di percezione, sintomi o funzione emotiva , e rispetto alle attività di vita quotidiana. Per rendere i dati comparabili in tutti gli studi clinici, i pazienti sono invitati a compilare scale in tempi diversi, per produrre dati in serie simili a quella utilizzati per le misurazioni fisiche, e la differenza tra i due punti nel tempo è considerata come rappresentazione del cambiamento (Zisapel N. et al, 2006). Di seguito sono elencate le scale di valutazione dei disturbi del sonno più comunemente utilizzate nella pratica clinica (Conti L, 2000). Stanford Sleepiness Scale — SSS La SSS è una delle prime scale per la valutazione dei disturbi del sonno (della sonnolenza, in questo caso) essendo stata messa a punto da Hoddes e collaboratori nel 1972. È una scala di autovalutazione composta da un unico item che indaga sul livello di sonnolenza del soggetto in quel momento; la risposta è articolata su 7 livelli che vanno dalla completa vigilanza alla grave sonnolenza: 1= Si sente attivo e vitale, vigile, ben sveglio 2= Funziona ad un livello elevato, ma non al massimo; riesce a concentrarsi 3= Rilassato, sveglio, non pienamente vigile, responsivo 4= Un po’ confuso, non al massimo, abbattuto 5=Confusione, incomincia a perdere interesse nel rimanere sveglio, rallentato 6 = Sonnolenza, preferisce stare sdraiato, combatte con il sonno, ubriaco (dal sonno) 7 = Quasi in stato sognante, il sonno incomincia subito, ha perso la battaglia per rimanere sveglio È uno strumento semplice che viene generalmente usato per valutare i cambiamenti della sonnolenza nel breve periodo. Date le sue caratteristiche, mancano dei valori normativi ed è anche difficile valutarne l’affidabilità e la validità; fra l’altro anche la correlazione fra la SSS e la MSLT non è particolarmente elevata, forse perché i parametri di valutazione soggettivi della sonnolenza sono diversi da quelli obbiettivi. Il suo impiego è probabilmente più utile in ambito sperimentale che clinico. 29 Leeds Sleep Evaluation Questionnaire — SEQ Il SEQ è uno strumento messo a punto nel 1980 da Parrott e Hindmarch specificamente per la valutazione degli effetti sul sonno degli psicofarmaci in generale e di quelli ipnotico sedativi in particolare. È uno strumento di autovalutazione che utilizza la tecnica analogico visuale: ad ogni domanda corrisponde un segmento orizzontale di 100 mm ai cui estremi sono collocate le due condizioni estreme relative all’aspetto indagato (ad esempio, vigile/non vigile), ed il soggetto deve esprimere la sua condizione attuale rispetto a questi due estremi facendo una lineetta verticale nella posizione che a suo avviso meglio corrisponde alla sua realtà. Se il soggetto non ha notato alcuna modificazione, la lineetta sarà posta a metà del segmento e si scosterà in una direzione o nell’altra tanto più quanto maggiore è la modificazione avvertita. Il SEQ esplora 10 aspetti del sonno: • addormentamento (getting to sleep - GTS): "Come giudica l’addormentarsi dopo aver preso il farmaco rispetto all’addormentarsi normale, cioè senza farmaco? 1. Più difficile del solito/più facile del solito 2. Più lento del solito/più rapido del solito 3. Sente meno sonnolenza del solito/sente maggiore sonnolenza del solito • qualità del sonno (quality of sleep - QOS): "Come giudica la qualità del sonno usando il farmaco rispetto al sonno senza farmaco (o usando quello suo abituale)? 4. Più agitato del solito/ più tranquillo del solito 5. Periodi di insonnia più numerosi del solito/periodi di insonnia meno numerosi del solito • risveglio dal sonno (awakening from sleep - AFS): "Come è stato il suo risveglio dopo il farmaco rispetto al suo tipo di risveglio abituale? 6. Più difficile del solito/più facile del solito 7. Ha richiesto più tempo del solito/ha richiesto meno tempo del solito • comportamento dopo il risveglio (behaviour following wakefulness - BFW):"Come si è sentito al risveglio?" 8. Stanco/sveglio "Come si sente adesso?" 9. Stanco/sveglio "Com’era il suo senso dell’equilibrio e la coordinazione quando si è alzato?" 10. Più instabile del solito/meno instabile del solito. Lo strumento si è dimostrato capace di fornire, con un ragionevole grado di affidabilità e validità, importanti informazioni sui cambiamenti soggettivi del sonno e del risveglio in rapporto all’assunzione o meno di farmaci. Pochi sono i dati psicometrici disponibili, dai quali, tuttavia, si ricava che la SEQ mostra una discreta 30 correlazione tra il miglioramento soggettivo registrato dalla scala ed alcune misure obbiettive del sonno rilevabili all’EEG. L’autovalutazione del sonno si è dimostrata utile per la valutazione non solo dell’efficacia di farmaci sedativo-ipnotici ma anche dell’eventuale effetto sul sonno di psicofarmaci che non hanno uno specifico effetto ipnotico. Sleep Disorders Questionnaire — SDQ L’SDQ è uno strumento di autovalutazione per la diagnosi di alcuni disturbi del sonno e per valutare la loro entità negli ultimi sei mesi. Può essere utilizzato come strumento di screening rapido per individuare problemi primari o secondari del sonno. È composto da 176 item dei quali, 143 indagano la frequenza e la gravità dei disturbi del sonno e l’insonnia negli ultimi sei mesi, 4 riguardano solo le donne indagando il sonno durante la gravidanza e la menopausa, 5 riguardano gli uomini e si riferiscono alla disfunzione erettile, 23 esplorano soltanto le caratteristiche demografiche del soggetto e l’ultimo item, "massa corporea", è valutato dall’investigatore. Gli item sono valutati su una scala a 5 punti, da 1 = mai (in completo disaccordo) a 5 = sempre (completamente d’accordo). Gli item si articolano in 7 sottoscale, le prime quattro sono quelle originali, primarie, Narcolessia, Apnea da sonno, Disturbo da movimenti periodici degli arti e Disturbi psichiatrici del sonno (che comprendono i disturbi ansiosi e disforici primari che interferiscono con il sonno), le ultime tre sono state inserite in un secondo tempo e sono la Sindrome da fatica cronica, il DPTS e la risposta globale di validità. L’Autore ritiene che l’SDQ, per essere considerato valido, dovrebbe avere un punteggio totale compreso fra 193 e 527. Le scale primarie distinguono i soggetti con apnea da sonno, narcolessia, movimenti periodici degli arti e disturbi psichiatrici del sonno in accordo sia con il giudizio clinico che con i dati polisonnografici e con l’MSLT, il che non implica, naturalmente, che il questionario possa rimpiazzare la polisonnografia. 31 Epworth Sleepiness Scale — ESS La ESS è stata messa a punto allo scopo di misurare il livello generale di sonnolenza diurna, come strumento rapido ed economico di screening per identificare coloro che hanno problemi diurni di sonnolenza da approfondire, eventualmente, con il MSLT. È una scala di autovalutazione di 8 item che prendono in considerazione varie situazioni della vita quotidiana che sappiamo avere un diverso effetto soporifero, per ognuna delle quali il soggetto deve stabilire in che misura tendano a farlo appisolare o addormentare. Ogni item è valutato su di una scala a 4 punti, da 0 = non mi appisolerei mai, a 3 = alta probabilità di appisolarsi. Le proprietà psicometriche dello strumento sono risultate assai buone, compresa una discreta sensibilità al cambiamento per effetto del trattamento. Sleep/Wake Activity Inventory — SWAI Lo SWAI (Rosenthal et al., 1993) è stato concepito come una breve scala multidimensionale di autovalutazione per la misurazione della sonnolenza diurna e dei disturbi soggettivi del sonno. La scala, nella sua versione originale, è composta da 59 item, ma da questa sono stati derivati i 12 item che comprendono le subscale Excessive Daytime Sleepiness EDS (9 item), che fornisce tutte le informazioni utili circa la sonnolenza, e Nocturnal Sleep-NS (3 item), che prende in considerazione quasi esclusivamente l’addormentamento trascurando gli altri parametri qualitativi e quantitativi del sonno notturno. Gli altri item, che non vengono presi in considerazione in questa sede, prendono in considerazione la sofferenza psichica, la desiderabilità sociale, il livello di energia, la capacità di rilassarsi. Gli item sono valutati su una scala a 9 punti (da 1 = sempre a 9 = mai); per la maggior parte degli item i punteggi più bassi indicano una maggiore compromissione, per altri sono invece i punteggi più elevati ad indicare la maggiore compromissione. La SWAI si è dimostrata valida, affidabile e sensibile al cambiamento. 32 Un altro modo di valutare gli aspetti di sonno è l’uso di un scala di votazione categorica associata all’uso dei diari del sonno. Questi strumenti sono semplici, facili da usare anche in medicina generale, permettendo ripetuti ed accurati campionamento della qualità del sonno con una maggiore affidabilità della misura, del grado di gravità. Tali scale sono comunemente usati nella pratica medica e nei trials clinici ed è generalmente accettato che ogni cambiamento notato dal paziente su tali scale è di rilevanza clinica definita. Hanno il vantaggio di poter rapidamente riassumere eventi che si verificano su un lungo periodo di tempo (3-4 settimane), ma sono allo stesso tempo incline a distorsioni che inevitabilmente introdotti nel collasso e distillazione descrizioni. I ricordi sono spesso incompleti o selettivi. Gli insonni hanno una naturale tendenza a concentrarsi sulle esperienze peggiori e forse per amplificare la loro importanza. Si potrebbe anche sostenere che la più ampia gamma di possibili punteggi VAS potrebbe portare a una maggiore variabilità nella risposta, e potrebbero quindi comportare ridotta sensibilità per determinare gli effetti del trattamento (Zisapel N. et al, 2006). 3.3 L’INDICE DI QUALITA’ DEL SONNO DI PITTSBURGH Il PSQI (Pittsburg Sleep Quality Index) è una scala di autovalutazione che è stata messa appunto per: 1) fornire una misura affidabile, valida e standardizzata della qualità del sonno 2) discriminare fra buoni e cattivi dormitori 3) fornire un elenco di facile impiego per i soggetti e di facile interpretazione, per il clinico e il ricercatore 4) fornire una valutazione rapida, clinicamente utile, dei diversi tipi di problemi che possono compromettere la qualità del sonno Gli item che fanno parte dell’indice, sono stati ricavati dall’esperienza clinica con pazienti affetti da disturbi del sonno, da una rassegna della letteratura su precedenti questionari per lo studio del sonno e dall’impiego clinico dello strumento sul campo per 18 mesi. 33 Lo strumento prende in considerazione l’ultimo mese e si colloca perciò fra gli strumenti che prendono in considerazione la notte precedente (e che forniscono ottime informazioni sulla presenza e sulle caratteristiche di specifici problemi), e quelli che prendono in considerazione tempi più lunghi (un anno o più) che possono dare un quadro generale dei problemi del sonno, ma non sono adatti ad evidenziare problemi attuali. Prendendo in considerazione il mese, si possono distinguere i problemi transitori da quelli persistenti. La scala è composta da 19 item valutati dal soggetto stesso e 5 ai quali deve rispondere il compagno di letto o di stanza (e che non entrano comunque nel punteggio totale, ma servono solo come informazione clinica). I 19 item sono raggruppati in 7 item compositi, valutati su una scala da 0 a 3, che sommati danno il punteggio globale del PSQI, che può andare da 0 a 21, indicando i punteggi più elevati una maggiore compromissione del sonno (un punteggio superiore a 5 è considerato indicativo di presenza di disturbi del sonno). Questi 7 item compositi rappresentano la qualità soggettiva del sonno, la latenza di sonno, la durata del sonno, l’efficacia abituale del sonno, i disturbi del sonno, l’uso di farmaci ipnotici ed i disturbi durante il giorno. Il PQSI ha delle buone caratteristiche psicometriche tanto che si può dire che gli autori hanno messo effettivamente a punto una misura affidabile, valida e standardizzata della qualità del sonno. È in grado, in fase di screening, di identificare i “buoni” dai “cattivi” dormitori, e di individuare gli specifici disturbi del sonno dei soggetti; tuttavia non ci si può affidare soltanto a questo strumento per una diagnosi accurata dei disturbi del sonno (Conti L, 2000). 34 3.4 INTERVENTI INFERMIERISTICI Terapie cognitivo comportamentali Anche in campo infermieristico è possibile applicare alcune delle tecniche terapeutiche cognitivo comportamentali, esse si attuano per mezzo di un cambiamento delle convinzioni, processi o attitudini errate rispetto alla propria abilità di addormentarsi, restare addormentati, dormire abbastanza, e sulle proprie attività diurne. È importante istruire i pazienti all’uso delle seguenti tecniche del controllo degli stimoli e della restrizione del sonno: • andare a letto solo quando ci si sente veramente stanchi e approssimativamente alla stessa ora ogni sera • uscire dal letto e andare in un’altra stanza qualora non ci si riesca ad addormentare; si deve fare ritorno a letto solo quando ci si sente di nuovo stanchi • utilizzare la camera da letto solo per riposare e per le attività sessuali • cercare di svegliarsi alla stessa ora ogni giorno • evitare di riposare durante il giorno. Se necessario, limitare comunque i riposi diurni a 30-45 minuti Le tecniche per una buona igiene del sonno includono comportamenti fini a promuovere un buon riposo e un funzionamento ottimale nel giorno successivo. • utilizzare una tecnica di rilassamento preferita entro le due ore precedenti a quando si è deciso di andare a dormire, come fare un bagno o una doccia caldi, leggere, ascoltare musica leggera, chattare, ecc • evitare il consumo di caffeina durante la sera; cenare tre ore prima di coricarsi; evitare di andare a letto affamati • cambiare il proprio materasso almeno ogni 10-12 anni, e i cuscini più frequentemente; mantenere la camera da letto fresca e utilizzare coperte leggere; evitare di guardare la televisione a letto, ecc 35 Terapie complementari Le terapie complementari includono la terapia espressiva, la scrittura espressiva, il training autogeno, massaggi, rilassamento muscolare, riduzione dello stress con tecniche di Mindfulness, e lo yoga; esse possono essere attuate per mezzo dei seguenti interventi infermieristici, incoraggiando i pazienti a: • ridurre lo stress selezionando tecniche rilassanti che si adattano a loro, inclusi i massaggi, il rilassamento muscolare individuale, la meditazione, l’uso di tecniche di Mindfulness, lo yoga, e il training autogeno • tenere un diario nel quale possano documentare i loro pensieri più profondi e i loro sentimenti rispetto alla loro malattia e al trattamento • diminuire lo stress concentrandosi sui singoli muscoli del corpo in modo progressivo, dall’alto verso il basso • utilizzare la respirazione controllata, concentrando l’attenzione sulle sensazioni del respiro, incluso il ritmo e l’alzarsi e l’abbassarsi del torace • indicare l’eventuale necessità di rivolgersi al medico Educazione/informazione Rispetto a quanto concerne l’educazione circa questo tipo di disturbi, dal punto di vista infermieristico, si può agire in questo modo: • fornire ai pazienti informazioni rispetto alle specifiche del trattamento e agli effetti collaterali attesi, inclusi quelli relativi ai disturbi del ritmo sonno veglia. • ripetere queste informazioni durante il percorso del trattamento • fornire al paziente informazioni di base rispetto all’igiene del sonno (terapia cognitivo comportamentale) Uno studio randomizzato controllato ha rilevato come un video informativo abbia aumentato i buoni risultati rispetto alla gestione del sonno nei pazienti sottoposti a irradiamento per neoplasie della prostata. Un altro studio RCT nel quale erano usati delle registrazioni audio per l’informazione nelle donne in trattamento chemioterapico per il cancro al seno, non ha mostrato invece dei cambiamenti nel disturbo. 36 Esercizio o fisico Gli interventi infermieristici includono anche alcune indicazioni rispetto all’attività fisica, attuabili per mezzo dei seguenti interventi: • escludere metastasi ossee o controindicazioni allo svolgimento di esercizio fisico • far compiere ai pazienti moderato esercizio fisico (esempio, 20-30 minuti di camminata veloce dalle 4 alle 5 volte per settimana) almeno tre ore prima di coricarsi • incoraggiare i pazienti a compiere allenamenti di forza e resistenza Due studi semi RCT hanno dimostrato un miglioramento nella qualità del sonno facendo compiere esercizi aerobici, uno alle pazienti con cancro del seno, mentre il secondo a pazienti con varie tipologie di tumore. Un terzo sulla correlazione tra esercizio fisico e sonno nei pazienti con mieloma multiplo è risultato in conclusivo (Page M.S. et al, 2006). 37 3.3 INTERVENTI FARMACOLOGICI E NON FARMACOLOGICI La gestione e il trattamento dell’insonnia è un processo complesso che può richiedere diversi approcci per il suo trattamento, di seguito sono elencati quelli attualmente più comunemente in uso: 1) stabilire obiettivi individuali legati al trattamento: • dormire entro 30’ • dorme almeno 6 ore • si sveglia al massimo due volte (e si riaddormenta entro 30’) • al risveglio dice di sentirsi riposato • dimostra meno segni di carenza di sonno • conosce e descrive i fattori che prevengono o inibiscono il sonno • conosce e descrive le tecniche di rilassamento che inducono il sonno 2) terapie psicologiche e comportamentali (terapia del controllo degli stimoli o terapia del rilassamento, terapia della restrizione del sonno con o senza terapia del rilassamento) 3) terapia multidisciplinare 4) aderenza a regole per una buona igiene del sonno 5) altere terapie (esempio biofeedback therapy) 6) trattamento ipnotico a breve termine con terapia cognitivo comportamentale 7) terapia con benzodiazepine a breve-medio termine 8) sedazione con antidepressivi 9) altri agenti sedativi come antiepilettici o antipsicotici sedativi 10) educazione del paziente 11) follow-up a intervalli regolari 38 OUTCOMES/OBIETTIVI DEI TRATTAMENTI Rispetto al tipo di terapia, gli obiettivi primari del trattamento sono due: • migliorare la qualità e la quantità del sonno • limitare le disfunzioni diurne correlate all’insonnia Altri specifici indicatori di risultato per la qualità del sonno, generalmente includono la rilevazione del “wake after sleep onset” (WASO), ovvero del tempo trascorso da svegli dopo che si ha iniziato ad addormentarsi e prima del risveglio definitivo; la misurazione dello “sleep onset latency” (SOL), ovvero il tempo necessario a completare la transizione tra lo stato di veglia e il sonno; il monitoraggio del numero dei risvegli notturni, la misurazione del tempo effettivamente dormito (o efficienza del sonno), la formazione di una associazione chiara e positiva tra il letto e il sonno; e il miglioramento del distress psicologico correlato al sonno. un diario del sonno dovrebbe essere tenuto prima e durante il trattamento attivo,e in caso di ricaduta o rivalutazione nel lungo termine (ogni 6 mesi). In aggiunta alla rivalutazione clinica, la somministrazione ripetuta di questionari ed altri strumenti utili a sondare la qualità del sonno, può essere utile nell’accertamento dei risultati e nella guida per ulteriori trattamenti. Indipendentemente dal tipo di terapia, una rivalutazione clinica dovrebbe essere preferibilmente fatta settimanalmente e/o mensilmente fino a quando l’insonnia non appare stabile o risolta, e successivamente dovrebbe essere condotta almeno ogni 6 mesi, in quanto il tasso di ricaduta dell’insonnia è elevato. Quando un trattamento, singolo o in associazione, risulta inefficace, altre terapie comportamentali, i trattamenti farmacologici, le terapie combinate, e nuovi accertamenti fini ad evidenziare comorbilità occulte dovrebbero essere considerate. 39 TERAPIE PSICOLOGICO- COMPORTAMENTALI Gli interventi psicologico comportamentali sono efficaci e raccomandati nel trattamento dell’insonnia cronica primaria e secondaria: essi sono efficaci su adulti di tutte le età, inclusi gli anziani, e i consumatori di sedativi a lungo termine. Questi trattamenti dovrebbero essere utilizzati come interventi iniziali quando appropriato e quando le condizioni lo permettono e dovrebbero includere almeno un intervento comportamentale, come la terapia del controllo degli stimoli o terapia di rilassamento o la combinazione della terapia cognitiva, della terapia del controllo degli stimoli, la terapia della restrizione del sonno, con o senza terapia del rilassamento, altrimenti nota come terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia. La terapia multidisciplinare è efficace e raccomandata nel trattamento dell’insonnia cronica; invece altre terapie alternative comuni includono la restrizione del sonno e la terapia con biofeedback. Nonostante tutti i pazienti con insonnia cronica dovrebbero aderire a delle regole rispetto a una buona igiene del sonno, non c’è evidenza sufficiente per indicare che la sola igiene del sonno sia efficace come trattamento, essa dovrebbe essere combinata con altre terapie. Quando un iniziale terapia psicologica/comportamentale risulta inefficace, dovrebbero essere considerate altre terapie psicologico comportamentali, o una combinazione di esse, oppure altri trattamenti combinati. TRATTAMENTI FARMACOLOGICI Un trattamento con ipnotici a breve termine dovrebbe essere integrato alle terapie cognitivo comportamentali, quando possibile. Quando si utilizza la terapia farmacologica, la scelta di un farmaco specifico, dovrebbe essere indirizzata da: lo schema dei sintomi, gli obiettivi del trattamento, la risposta ai trattamenti passati, le preferenze del paziente, i costi, la disponibilità di altri trattamenti, la presenza di comorbilità, controindicazioni, le interazioni con la terapia attuale e gli effetti collaterali 40 Per i pazienti con insonnia primaria, quando il trattamento farmacologico è utilizzato da solo o in combinazione con altri tipi di terapia, la sequenza generale raccomandata dei farmaci da utilizzare è: • benzodiazepine a durata medio-breve • sedativi antidepressivi, specialmente se usati in combinazione con il trattamento di ansia o depressione • combinazione di benzodiazepine e antidepressivi sedativi • altri tipi di sedativi: anti epilettici, antipsicotici • antistaminici o analgesici, come anche le sostanze erboristiche (come valeriana e melatonina) non sono raccomandate nel trattamento dell’insonnia cronica in quanto mancano di efficaci e dati comprovativi sicuri I vecchi farmaci usati per l’insonnia includevano i barbiturici. Le seguenti linee guida si applicano come prescrizione a tutti i trattamenti finalizzati alla gestione dell’insonnia cronica (Schutte-Rodin et al. 2008). Il trattamento farmacologico dovrebbe essere accompagnato dall’educazione del paziente riguardo: le aspettative e gli obiettivi del trattamento, l’uso in sicurezza dei farmaci, potenziali effetti collaterali e interazioni, altre modalità di trattamento (terapia cognitivo comportamentale), possibilità di aumento del dosaggio, rebound dell’insonnia. I pazienti dovrebbero essere seguiti a intervalli regolari, settimanalmente, nel periodo iniziale del trattamento quando possibile, per accertare l’efficacia del trattamento, i possibili effetti collaterali, e la necessità di protrarre il trattamento e ci si dovrebbe sforzare affinché venga usato il più basso dosaggio efficace del farmaco e di ridurre la terapia quando le condizioni lo permettono. La riduzione e l’interruzione del trattamento sono rese più semplici dalla’associazione di una terapia cognitivo comportamentale, mentre la terapia cronica con ipnotici può essere indicata per un uso a lungo termine nei casi di insonnia cronica refrattaria. 41 CAPITOLO 4 REVISIONE DELLA LETTERATURA La revisione della letteratura si è focalizzata sulla ricerca di studi e revisioni che avessero preso in considerazione le correlazioni presenti tra i disturbi del sonno, ed in particolare dell’insonnia, e il paziente oncologico. Sono stati inoltre presi in considerazione gli studi e le revisioni che valutavano l’impatto dei disturbi del sonno sulla qualità della vita della persona e quelli che indagavano quali fossero le principali problematiche che affliggono la qualità di vita del paziente oncologico, così da poter avere un quadro completo di come l’insonnia possa andare ad incidere su quest’ultimo. La revisione della letteratura è stata condotta dal mese di maggio 2013 al mese di novembre 2013, utilizzando le banche dati Pubmed, Chinal e Cochrane e prendendo in considerazione tutti gli studi presenti in lingua inglese, pubblicate dall’anno 1993 all’anno 2013. I Mesh terms utilizzati sono stati i seguenti: Insomnia Sleep initiation and manteinment disorders neoplasms quality of life assesment Dall’analisi sono emersi diversi studi che trattano il problema dell’insonnia nel paziente onco-ematologico, la maggior parte di essi concordava su come tale problematica andasse ad incidere principalmente sulla qualità di vita dei pazienti e che quindi deve essere prioritariamente tutelata, nonostante sia emerso che la valutazione soggettiva è l’unica attendibile. Tali studi concordavano anche sulla necessità della conduzione di ulteriori approfondimenti sul problema e sull’efficacia dei trattamenti per l’insonnia in ambito oncologico. Di seguito vengono analizzati i principali articoli emersi dalla ricerca in letteratura, inerenti l’argomento trattato. 42 Tabella n.° 5: revisione della letteratura TITOLO AUTORE Update on the State of Ann M. the Science: Sleep- Berger ANNO TIPO DI STUDIO 2009 Revisione 2009 Studio Wake Disturbances in Adult Patients With Cancer Prevalence, Demographics, and Psychological Associations of Sleep Disruption in Patients With Cancer: University of Rochester Cancer Center–Community Clinical Oncology Program Oxana G. Palesh, Joseph A. Roscoe, Karen M. Mustian, Thomas Roth, Jose´e Savard, Sonia AncoliIsrael, Charles Heckler, Jason KEYWORDS CONTENUTO Adult, Cognitive Therapy, Humans, Neoplasms (complications), Neoplasms (nursing), Oncologic Nursing, Sleep Disorders, Circadian Rhythm (complications), Sleep Disorders, Circadian Rhythm (nursing), Sleep Disorders, Circadian Rhythm (therapy) In questo studio è stata posta una maggiore attenzione sulla valutazione dell’incidenza e sulla percezione di questo fenomeno in ambito oncologico. L'evidenza suggerisce che la fisiologia alterata connessa con il processo del cancro possa avere un ruolo di primo piano nell’interrompere il sonno, i ritmi circadiani, e i processi regolatori dell’asse ipotalamo-ipofisisurrene. Valide e affidabili misurazioni oggettive e soggettive per lo screening e la valutazione disturbi sonno-veglia sono state sviluppate per l'uso in ambito clinico e di ricerca. I Disturbi del sonno sono prevalenti nei pazienti con cancro e nei sopravvissuti, ma la loro incidenza in queste popolazioni deve ancora essere determinata da studi su larga scala. Un totale di 823 pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia (età media, 58 anni; 597 pazienti di sesso femminile) ha riferito delle difficoltà del sonno in uno studio prospettico. Le proporzioni di pazienti con cancro in questo campione riferenti sintomi dell’insonnia e soddisfacenti i criteri diagnostici per la sindrome dell’insonnia durante la chemioterapia sono circa Age Factors, Aged, Prospettico Antineoplastic Agents (adverse effects), Continental Population Groups, Female, Humans, Male, Middle Aged, Neoplasms (complications), Neoplasms (drug therapy), Prevalence, Sex Factors, Sleep Initiation and Maintenance Disorders (epidemiology), Sleep 43 Initiation and Maintenance Disorders (ethnology) Q. Purnell, Michelle C. Janelsins, and Gary R. Morrow Quality Of Life As A Roila F, Primary End Point In Cortesi E. Oncology 2001 Revisione Clinical Trials as Topic, Data Collection (methods), Humans, Neoplasms (psychology), Neoplasms (therapy), Outcome Assessment (Health Care) (methods), Quality of Life, Questionnaires, Risk Assessment 44 tre volte superiore rispetto alle proporzioni riportate nella popolazione generale. I disturbi dell'insonnia persistono per tutto il secondo ciclo di chemioterapia per la maggior parte dei pazienti con cancro in questo studio. L'insonnia è prevalentemente sottodiagnosticata, poco controllata e poco studiata tra i pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia. Negli studi clinici oncologici, gli endpoint standard comprendono i tassi di risposta, sopravvivenza libera da progressione e globale, tossicità. Questi criteri di valutazione non misurano come il cancro e il suo trattamento influenzano la qualità della vita dei pazienti affetti da cancro. Insieme con la sopravvivenza, la qualità della vita è il punto di arrivo principale degli studi clinici comparativi. La sua valutazione è in grado di fornire a medici e pazienti informazioni importanti a contribuire a identificare un trattamento migliore. Questionari specifici per il cancro con le forme per tipi specifici tumorali sono stati sviluppati e hanno dimostrato di essere più sensibili ai cambiamenti di questionari generici. La valutazione della QOL prima dell'inizio del trattamento può essere un importante fattore prognostico, anche indipendente dal performance status. Prevalence, Putative Mechanisms, And Current Management Of Sleep Problems During Chemotherapy For Cancer Palesh O.G, Peppone L, Innominato P.F, Janelsins M, Jeong M, Sprod L, Savard J, Rotatoi M, Kesler S, Telli M, Mustian K. 2012 Revisione Cancer, chemotherapy, circadian rhythm, cognitive behavioral therapy, intervention, sleep Changing Patient Carelle N, 2002 Studio di quality of life, Perceptions of the Piotto E, Side Effects of Cancer Bellanger A, Coorte chemotherapy, side effects, 45 La valutazione dei benefici clinici presenta gravi lacune e la rilevanza clinica di tale valutazione deve essere interpretato con cautela. I problemi del sonno sono altamente prevalenti nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia. Questo articolo esamina le prove esistenti sulla eziologia, sintomi associati, e la gestione dei disturbi del sonno correlati al trattamento chemioterapico durante il cancro. Si discutono anche le limitazioni e i problemi metodologici della ricerca attuale. La letteratura suggerisce che problemi del sonno soggettivamente ed oggettivamente misurati sono i più alti durante la fase di chemioterapia dei trattamenti contro il cancro. Un meccanismo possibilmente coinvolto descritto qui include l'aumento delle citochine pro-infiammatorie circolanti e la presenza di un ritmo circadiano alterato possibilmente associata allo sviluppo e al mantenimento di alterazioni del sonno nei pazienti con tumore durante la chemioterapia. Sono, inoltre, discussi diversi approcci per la gestione di problemi del sonno durante la chemioterapia. Cento pazienti frequentanti il Dipartimento ambulatoriale di Oncologia Medica di Salpetrie `Hospital Group re la Pitié' sono stati interpellati tra l’agosto 1998 e il febbraio 2000 da Chemotherapy Germanaud J, fatigue, asthenia. intervistatori addestrati che erano a conoscenza del tipo di trattamento dei pazienti. I pazienti hanno identificato tutti gli effetti collaterali associati con il loro trattamento utilizzando un set di 45 carte descriventi effetti collaterali fisici (Gruppo A) e un set di 27 carte associate ad effetti collaterali non fisici (Gruppo B), ed i pazienti hanno elencato questi effetti collaterali secondo gravità. Le prime 5 carte di ogni gruppo sono state poi combinate, e le seguenti 10 carte sono state ordinate nuovamente per gravità, indipendentemente per ogni gruppo. I risultati sono stati analizzati per l'intera coorte e per sottogruppi demografici, sociali e clinici. Behavior Therapy, Benchmarking, Complementary Therapies, Evidence-Based Medicine, Exercise Therapy, Humans, Incidence, Mass Screening (organization & administration), Neoplasms (complications), Nurse's Role, Nursing Assessment (organization & administration), Nursing Process, Oncologic Nursing Questo articolo presenta informazioni su disturbi del sonno-veglia che si verificano in pazienti con cancro e formula raccomandazioni per gli interventi evidence-based per migliorare il sonno per i pazienti con cancro. I disturbi del ritmo sonno-veglia si verificano nel 30-75 % delle persone con cancro e hanno un impatto negativo su altri sintomi e sulla qualità della vita. Anche se non esistono interventi che attualmente ricevono i più alti gradi di raccomandazioni per l'attuazione in pratica, diversi interventi non farmacologici dimostrano effetti positivi nel Thuillier A, Khayat D. Putting Evidence Into Page M.S, Practice: Evidence- Berger A.M, Based Interventions Johnson L.B. for Sleep-Wake Disturbances 2006 Revisione 46 (organization & administration), Outcome Assessment (Health Care), Patient Education as Topic, Practice Guidelines as Topic, Prevalence, Prognosis, Research Design, Risk Factors, Severity of Illness Index, Sleep Disorders (diagnosis), Sleep Disorders (epidemiology), Sleep Disorders (etiology), Sleep Disorders (therapy) 47 favorire il sonno di alta qualità e un funzionamento diurno ottimale. Gli Infermieri di oncologia possono effettuare degli screening per i disturbi del ritmo sonno-veglia e suggerire interventi su misura. Quattro categorie di interventi promettenti sono la terapia cognitivocomportamentale, le terapie complementari, psicoeducazione e informazioni, e l'esercizio fisico. CAPITOLO 5 LO STUDIO 5.1 OBIETTIVI Gli obiettivi dello studio sono stati suddivisi in primari e secondari. PRIMARI: • individuare l’incidenza dei disturbi del ritmo sonno-veglia nei pazienti in trattamento chemioterapico con patologia oncologica ed ematologica, confrontando i dati con quelli riportati dalla letteratura. • indagare le strategie che i pazienti mettono in atto autonomamente per fare fronte a questo problema e la fonte per mezzo di cui essi sono venuti a conoscenza di tali strategie. SECONDARI: • analizzare l’impatto dell’insonnia sulla qualità della vita del paziente, confrontando i dati ottenuti con quelli clinici e della letteratura. • confrontare i risultati dello studio per evidenziare eventuali differenze tra i due gruppi di pazienti. 5.2 DISEGNO DELLO STUDIO E’ stato adottato uno studio di tipo osservazionale – prospettico. 48 5.3 MATERIALI E METODI La raccolta dei dati è stata effettuata dal mese di luglio 2013 al mese di ottobre 2013, presso le strutture di Day Hospital Oncologico e del Day Hospital della Clinica Ematologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine Santa Maria della Misericordia. I pazienti sono stati reclutati secondo i criteri sotto riportati. 5.3.1 CRITERI DI INCLUSIONE • • • maggiore età comprensione della lingua italiana (lettura e scrittura) rilascio del consenso alla partecipazione allo studio e al trattamento dei dati personali 5.3.2 CRITERI DI ESCLUSIONE • • • presenza di alterazioni del sonno antecedenti alla diagnosi e all’inizio del trattamento presenza di uno o più disturbi psichiatrici concomitanti presenza di deterioramento cognitivo 5.3.3 STRUMENTI Per la raccolta dei dati sono state utilizzate le seguenti scale di valutazione: • indice di qualità del sonno di Pittsburgh (Pittsburgh Sleep Quality Index o PSQI), nella traduzione italiana, considerato ad oggi lo standard nella rilevazione dei disturbi del sonno auto percepiti. (Schutte-Rodin S. et al, 2008) (Allegato N. 1) • scala FACT-G (Functional Assesment of Cancer Therapy General), specifica per il paziente oncologico, che permette di indagare la qualità di vita in relazione al benessere fisico, sociale, emotivo e funzionale (Allegato n. 2) 49 Inoltre è stato predisposto un questionario aggiuntivo costruito ad hoc comprensivo di alcune domande finalizzate ad indagare le strategie che i pazienti mettono in atto per fare fronte ai problemi collegati al sonno (Allegato n. 3). 5.3.4 PROCEDURA DI RACCOLTA DATI Per la raccolta dei dati, in entrambe le strutture, i pazienti sono stati reclutati durante il periodo di attesa antecedente alla visita medica di controllo, o durante la somministrazione della chemioterapia. È stato illustrato lo studio ai pazienti e sono state inoltre fornite indicazioni rispetto alle modalità di compilazione del questionario. È stata, inoltre, chiesta loro un’autorizzazione scritta alla partecipazione allo studio, consistente nella sottoscrizione di un modello di consenso. 5.3.5 ANALISI DEI DATI I dati sono inizialmente stati inseriti nel programma “Microsoft Excel 2007”, successivamente è sono state analizzate, tramite il programma “SAS Business Analytics and Business Intelligence Software” le possibili correlazioni esistenti tra i dati utilizzando l’indice di correlazione dei Spearman, il test non parametrico di Wicoxon-Mann Whitney, per valutare la differenza tra le distribuzioni della variabile in studio in 2 gruppi, ed infine il test non parametrico di Kruskall-Wallis, che valuta la differenza tra le distribuzioni della variabile in studio in più di 2 gruppi. Sono state eseguite delle correlazioni tra le variabili che sono state rilevate per ogni paziente. In particolare è stata analizzata la correlazione presenta tra i punteggi del PSQI ottenuti, con le altre variabili. È stato utilizzato il test di Spearman per evidenziare le eventuali correlazioni tra i punteggi PSQI e le variabili continue, ovvero: età, punteggio ottenuto nel questionario FACT-G, e punteggio del performance status Karnofsky. Sono stati considerati come statisticamente significativi i p-value, ottenute per ogni correlazioni, che si fossero attestati al di sotto del valore di 0,05. 50 Successivamente tramite il test non parametrico di Wicoxon-Mann Whitney, utile a valutare la differenza tra le distribuzioni della variabile in studio in 2 gruppi, si sono analizzate le possibili correlazioni tra il punteggio del PSQI e le variabili: genere, reparto di appartenenza del paziente (oncologia o ematologia). Anche in questo caso sono state considerate staticamente significative le correlazioni tra variabili aventi p value <0,05. In fine è stato utilizzato il test non parametrico di Kruskall-Wallis, utile a valutare la differenza tra le distribuzioni della variabile in studio in più di 2 gruppi, per analizzare le correlazioni tre le variabili: performance status ECOG, sede della neoplasia, durata del trattamento e stadiazione sempre mettendole in relazione con il punteggio ottenuto nel PSQI. 51 CAPITOLO 6 RISULTATI 6.1 IL CAMPIONE Lo studio ha coinvolto n° 196 di pazienti, di essi sono risultati idonei ai criteri di inclusione n°183 pazienti (94%). Come illustrato nella tabella n.°6, i pazienti coinvolti provenivano per il 67 % dal Day Hospital Oncologico (n.° 124 persone), mentre il restante 32 % è stato reclutato presso il Day Hospital della Clinica Ematologica (n.° 59 persone) Tabella n.° 6: Distribuzione del campione nelle due strutture 140 120 100 80 Oncologia 60 Ematologia 40 20 0 Pazienti Nella tabella n.° 7 è illustrata la distribuzione in relazione alle variabili di genere ed età: il campione infatti era composto da n.° 81 persone di sesso maschile (45%) e da n.° 102 persone di sesso femminile (55%), con un’età media di 58 anni ed un range di età compreso tra i 24 e i 91 anni. 52 Tabella n.° 7: Distribuzione delle caratteristiche di genere ed età nel campione PAZIENTI (n=183) GENERE ONCOLOGIA EMATOLOGIA TOTALE % Maschi 41 40 81 44 Femmine 83 19 102 56 Totale 124 59 183 100 ETA’ ONCOLOGIA EMATOLOGIA TOTALE % 20-39 anni 8 10 18 10 40-59 anni 43 25 68 37 60-79 anni 64 22 86 47 ≥ 80 anni 9 2 11 6 Totale 124 59 183 100 Mediana 60 Moda 58 Media 59 Range 24-91 Come riportato in tabella n.°8 dei pazienti reclutati presso il Day Hospital oncologico, il 38% presentava una neoplasia con localizzazione alla mammella, il 13% con localizzazione all’apparato genito-urinario, il 14% con localizzazione polmonare, il 31% con localizzazione all’apparato gastro-enterico, mentre il 4% aveva una neoplasia con localizzazione in altra sede. 53 Tabella n.° 8: Distribuzione della localizzazione delle neoplasie nel campione di pazienti oncologici (n=124) LOCALIZZAZIONE FREQUENZA % Mammella 47 38 Gastro-intestinale 38 31 Polmone 18 14 Genito-urinario 16 13 Altra sede 5 4 Totale 124 100 NEOPLASIA I pazienti reclutati presso il Day Hospital della Clinica Ematologica presentavano per il 44% una diagnosi di leucemia, per il 44% linfoma, il 7 % mieloma, mentre il 5 % altra patologia ematologica, come rappresentato nella tabella successiva. Tabella n.°9: Distribuzione della tipologia delle neoplasia nel campione dei pazienti ematologici (n=59) TIPOLOGIA DI FREQUENZA % Leucemia 26 44 Linfoma 26 44 Mieloma 4 7 Altro 3 5 Totale 59 100 NEOPLASIA 54 Tabella n.° 10: distribuzione delle stadiazioni delle neoplasie nel campione studiato STADIAZIONE ONCOLOGIA EMATOLOGIA TOTALE % I 8 1 9 5 II 31 16 47 26 III 31 19 50 27 IV 54 22 76 42 TOTALE 124 59 183 100 Tabella n.°11: Distribuzione indici di Karnofsky ed ECOG nei pazienti delle due strutture INDICE DI KARNOFSKY 100% 90% 80% 70% <70% TOTALE INDICE ECOG 0 1 2 3 4 5 TOTALE ONCOLOGIA EMATOLOGIA TOTALE % 34 45 23 17 5 124 20 26 11 1 1 59 54 71 34 18 6 183 30 39 18 10 3 100 ONCOLOGIA EMATOLOGIA TOTALE % 79 40 5 0 0 0 124 24 32 3 0 0 0 59 103 72 8 0 0 0 183 57 39 4 0 0 0 100 È stata inoltre rilevata la durata del trattamento a cui i pazienti sono stati sottoposti, e come riportato nella tabella n.°12, è stata suddivisa in breve termine (<3 mesi), medio temine (tra i 3 e i 6 mesi) e trattamento a lungo termine (>6 mesi). 55 Tabella n.°12: Distribuzione della durata del trattamento nel campione DURATA DEL TRATTAMENTO <3 MESI 3-6 MESI >6 MESI TOTALE ONCOLOGIA EMATOLOGIA TOTALE % 37 35 52 124 6 32 21 59 43 67 73 183 23 37 40 100 6.2 ANALISI DELLA QUALITA’ DEL SONNO NEL CAMPIONE Nella seguente tabella n°13 si può osservare quali siano le distribuzioni dei punteggi della scala PSQI nel campione. Tabella n°13: distribuzione punteggi PSQI nel campione PUNTEGGIO PSQI ONCOLOGIA EMATOLOGIA TOTALE <=5 63 31 94 6-10 30 19 49 >=11 31 9 40 MEDIA 7 6 7 MEDIANA 5 5,5 5 MODA 5 4 5 RANGE 0-17 Tabella n°14: distribuzione delle abitudini legate al sonno Domanda A1: Durante l’ultimo mese, a che ora è andato a coricarsi solitamente? Oncologia Ematologia Totale Media 22:30 21 21:45 Moda 23 23 23 56 Mediana 23 24 23:30 DOMANDA A2: Durante l’ultimo mese, quanto tempo (in minuti) ha impiegato mediamente ad addormentarsi ogni notte? Media Moda Mediana Oncologia 29 10 25 Ematologia 26 30 18 Totale 27,5 10 20 DOMANDA A3: Durante l’ultimo mese, a che ora si è alzato solitamente al mattino? Media Moda Mediana Oncologia 7 7 7 Ematologia 6:30 7 7 Totale 6:45 7 7 DOMANDA A4: Durante l’ultimo mese, quante ore di sonno effettivo ha dormito mediamente ogni notte? (Le ore di sonno effettivo potrebbero essere differenti da quelle trascorse a letto) Media Moda Mediana Oncologia 7,2 7 7 Ematologia 6 8 6,5 Totale 6,8 8 7 Analizzando l’efficienza abituale del sonno (calcolata dividendo le ore di sonno effettive per quelle trascorse a letto, e moltiplicando per cento), si evince come essa sia del 85% nei pazienti provenienti dal Day Hospital Oncologico, del 63% nei pazienti provenienti dal Day Hospital Ematologico, e del 78% nel campione considerato nel suo insieme. Tabella n°15: distribuzione delle cause che, secondo la valutazione soggettiva dei pazienti, hanno contribuito ad alterare la qualità del sonno Mai <1vlt alla settimana ½ vlt alla settimana >3 vlt alla settimana 26% 23% 23% 28% 14% 16% Necessità di fare uso del bagno 10% 13% 23% 54% Difficoltà respiratorie 84% 7% 6% 2% Tosse o russare rumorosi 80% 10% 8% 2% Freddo eccessivo 73% 11% 12% 4% Impossibilità ad addormentarsi entro 30 minuti dall’essersi coricato Risvegli nel mezzo della notte o al mattino presto 57 17% 53% Caldo eccessivo 56% 16% 18% 10% Incubi 73% 15% 10% 2% Presenza di dolore 62% 13% 13% 12% Altre ragioni 47% 33% 21% 4% Tra le cause indicate come “altre ragioni” le principali erano definite dai pazienti come: ansia e preoccupazione rispetto al proprio futuro. In tabella n°16 sono evidenziate le esperienza abituali del campione rispetto all’assunzione di farmaci ipnotici, la sonnolenza diurna, l’entusiasmo diurno e la qualità del sonno auto percepita rispetto all’ultimo mese Tabella n°16: analisi distribuzione risultati del PSQI Durante l’ultimo mese, quanto spesso ha assunto farmaci (prescritto o ottenuti in altri modi) per riuscire a dormire? ONCOLOGIA EMATOLOGIA Durante l’ultimo mese, quanto spesso ha avuto problemi a rimanere sveglio durante la guida, i pasti e le attività sociali? ONCOLOGIA EMATOLOGIA Durante l’ultimo mese, in che misura ha rappresentato un problema avere abbastanza entusiasmo per fare ciò che doveva fare? ONCOLOGIA EMATOLOGIA Rispetto all’ultimo mese, come giudicherebbe la sua qualità globale del sonno? ONCOLOGIA EMATOLOGIA Mai durante l’ultimo mese Meno di 1 volta per settimana 1 o 2 volte alla settimana 3 o più volte alla settimana 81 48 8 3 10 2 25 6 Mai durante l’ultimo mese Meno di 1 volta per settimana 1o2 volte alla settimana 3 o più volte alla settimana 63 52 14 3 41 2 6 2 Nessun problema 43 24 Molto buona 35 16 58 Solo un lieve problema 54 24 Un problema medio 24 9 Abbastanza Abbastanza buona scadente 51 30 28 10 Un grande problema 3 2 Molto scadente 9 3 Tabella n°17: analisi risultati dei punteggi FACT-G Punteggi FACT-G Oncologia Media 66 Moda 59 Mediana 65 ±DS 12,40 RANGE 41-100 Ematologia 62 55 60,5 14,49 34-101 6.3 STRATEGIE ATTUATE DAI PAZIENTI Tabella n°18: distribuzione delle strategie usate dai pazienti per conciliare il sonno STRATEGIE UTILIZZATE N % Attività distrattive: tv, lettura, musica 22 12 Riposo pomeridiano o in una altro periodo della giornata il giorno seguente 15 8 Passeggiate brevi per la casa 8 4 8 4 8 4 7 4 4 3 Attesa passiva del sonno 3 2 Bere latte 3 2 Accorgimenti alimentari, evitare carni e latticini a cena 2 1 Preghiera 2 1 Tecniche di rilassamento: training autogeno, rilassamento basato sul controllo del respiro uso di terapia a base di sonniferi/antidolorifici Uso di tisane calde a base di biancospino e camomilla prima di coricarsi Concentrazione del pensiero su qualcosa di rilassante 59 FREQUENZA MEDIA DI UTILIZZO Al bisogno FONTE DI CONOSCENZA DELLA TECNICA Esperienza personale Al bisogno Esperienza personale Al bisogno Esperienza personale ¾ Corsi frequentati privatamente volte/settimana 2/3 volte/settimana Ogni sera Al bisogno Al bisogno Ogni sera ¾ Medico Riviste/TV Esperienza personale Esperienza personale Consiglio di amici Riviste/TV volte/settimana Ogni sera Esperienza personale Esperienza personale 0,5 Nei giorni successivi al verificarsi dell’insonnia Al bisogno 1 0,5 Al bisogno Riviste/TV Rimedi omeopatici 1 0,5 Al bisogno Consiglio di amici Nessuna strategia 8 4 - - Nessuna risposta 89 49 - - Totale 183 100 Aumento carico di lavoro nei giorni seguenti all'insonnia 1 0,5 Concentrazione sul respiro 1 Uso di gel rinfrescante per le gambe 60 Riviste/TV 6.4 CORRELAZIONI STATISTICHE TRA LE VARIABILI Prendendo in considerazioni le correlazioni tra le variabili continue ottenute tramite il test statistico di Spearman, vi è una correlazione statisticamente significativa tra le variabili del Punteggio del PSQI e il punteggio del performance status Karnofsky (p=0,0246). Al contrario, non vi è invece una correlazione statisticamente significativa (p<0,05), tra le variabili età (p=0,1359), punteggio del questionario FACT-G (p=0,2672) e punteggio ottenuto nel PSQI. Tabella n°19: coefficienti di correlazioni calcolati tramite il test di Spearman Coefficienti di correlazione di Spearman Prob > |r| con H0: Rho=0 Numero osservazioni P_PITTSBURGH P_KARNOFSKY 1.00000 -0.16609 0.0246 183 1.00000 P_PITTSBURGH 183 -0.16609 0.0246 183 P_KARNOFSKY 183 P_PITTSBURGH ETÀ 1.00000 0.11065 0.1359 183 P_PITTSBURGH 183 0.11065 0.1359 183 1.00000 P_PITTSBURGH P_FACTG 1.00000 -0.12803 0.2672 77 ETA’ P_PITTSBURGH 183 -0.12803 0.2672 77 P_FACTG 61 183 1.00000 77 Analizzando le variabili studiate tramite il test non parametrico di Wicoxon-Mann Whitney, si evince come vi sia una effettiva differenza statisticamente significativa tra le distribuzioni delle variabili punteggio PSQI e GENERE (p=0,0043). Questo vale anche per le variabili punteggio PSQI e distribuzione nei due reparti del campione (oncologia ed ematologia), in quanto dall’analisi risulta un p=0,0304. Tabella n°20: analisi delle correlazioni tra le variabili Genere e punteggio PSQI Score di Wilcoxon (somme per ranghi) per la variabile P_PITTSBURGH classificata dalla variabile sesso Somma degli Atteso Dev std Score GENERE N score con H0 con H0 medio M 81 6318.0 7320.0 350.903958 78.975000 F 102 10335.0 9333.0 350.903958 101.323529 Sono stati utilizzati score medi per i legami. Test a due campioni di Wilcoxon Statistica 6318.000 0 Approssimazione normale Z -2.8541 Pr unilaterale < Z 0.0022 Pr bilaterale > |Z| 0.0043 Tabella n°21: analisi delle correlazioni tra le variabili reparto e punteggio PSQI Score di Wilcoxon (somme per ranghi) per la variabile P_PITTSBURGH classificata dalla variabile reparto Somma degli Atteso Dev std Score reparto N score con H0 con H0 medio oncologia 124 12130.0 11408.0 333.187843 97.822581 ematologia 59 4706.0 5428.0 333.187843 79.762712 Sono stati utilizzati score medi per i legami. 62 Test a due campioni di Wilcoxon Statistica 4706.000 0 Approssimazione normale Z Pr unilaterale < Z Pr bilaterale > |Z| -2.1654 0.0152 0.0304 Osservando l’analisi delle variabili analizzate con i test non parametrici di WicoxonMann Whitney e di Kruskall-Wallis, non vi è differenza statisticamente significativa tra le distribuzioni delle variabili nella correlazioni tra punteggio PSQI e durata del trattamento (p=0,4837), stadiazione (p=0,6349), sede delle neoplasie (oncologia p=0,2718, ematologia p=0,1794) e punteggio ECOG (p=0,1673). Tabella n°22: analisi delle correlazioni tra le variabili punteggio PSQI e durata del trattamento Score di Wilcoxon (somme per ranghi) per la variabile P_PITTSBURGH classificata dalla variabile DURATA__TRATTAMENTO Somma degli N score DURATA__TRATTAMENTO Atteso con H0 Dev std con H0 Score medio 1 43 4252.50 3956.0 302.239028 98.895349 3 73 6779.50 6716.0 349.068027 92.869863 2 67 5804.00 6164.0 343.414552 86.626866 Sono stati utilizzati score medi per i legami. Test di Kruskal-Wallis 1.4527 Chi-quadrato 2 DF Pr > Chi-quadrato 63 0.4837 Tabella n°23: correlazione tra punteggio PSQI e stadi azione della neoplasia Score di Wilcoxon (somme per ranghi) per la variabile P_PITTSBURGH classificata dalla variabile STADIAZIONE STADIAZIONE Somma degli N score Atteso con H0 Dev std con H0 Score medio 3 49 4384.50 4483.50 313.601382 89.479592 2 47 3989.00 4300.50 309.435346 84.872340 4 77 7351.50 7045.50 349.296408 95.474026 1 9 928.00 823.50 153.284561 103.111111 Sono stati utilizzati score medi per i legami. Test di Kruskal-Wallis 1.7091 Chi-quadrato 3 DF Pr > Chi-quadrato 0.6349 Tabella n°24: Correlazione tra punteggio PSQI e tipo di neoplasia ematologica Score di Wilcoxon (somme per ranghi) per la variabile P_PITTSBURGH classificata dalla variabile SEDE_NEOPLASIA SEDE_NEOPLASIA Somma degli N score Atteso con H0 Dev std con H0 Score medio 1 47 3092.00 2937.50 192.345092 65.787234 2 38 2218.50 2375.00 182.779650 58.381579 3 18 1087.50 1125.00 139.661275 60.416667 4 16 869.50 1000.00 97.182049 54.305555 5 5 482.50 312.50 77.991146 96.500000 Sono stati utilizzati score medi per i legami. 64 Test di Kruskal-Wallis 6.3712 Chi-quadrato 5 DF Pr > Chi-quadrato 0.2718 Tabella n°25: correlazione tra punteggio PSQI e tipo di neoplasia ematologica Score di Wilcoxon (somme per ranghi) per la variabile P_PITTSBURGH classificata dalla variabile SEDE_NEOPLASIA SEDE_NEOPLASIA Somma degli N score Atteso con H0 Dev std con H0 Score medio 1 26 826.00 780.0 65.206510 31.769231 2 26 747.00 780.0 65.206510 28.730769 3 4 159.50 120.0 33.018600 39.875000 4 3 37.50 90.0 28.853729 12.500000 Sono stati utilizzati score medi per i legami. Test di Kruskal-Wallis 4.8980 Chi-quadrato 3 DF Pr > Chi-quadrato 65 0.1794 Tabella n°26: correlazioni tra punteggio PSQI e performance status ECOG Score di Wilcoxon (somme per ranghi) per la variabile P_PITTSBURGH classificata dalla variabile P_ECOG P_ECOG Somma degli score N Atteso con H0 Dev std con H0 Score medio 1 72 6900.50 6624.0 348.241108 95.840278 0 103 8973.00 9476.0 353.602970 87.116505 2 8 962.50 736.0 145.752602 120.312500 Sono stati utilizzati score medi per i legami. Test di Kruskal-Wallis 3.5763 Chi-quadrato 2 DF Pr > Chi-quadrato 66 0.1673 CAPITOLO 7 DISCUSSIONE Per misurare la qualità del sonno si è deciso di utilizzare uno strumento come il PSQI, un indice che indaga la qualità del sonno nel medio periodo (analizza il mese antecedente la somministrazione) e si colloca quindi a metà strada tra gli strumenti di misurazione a lungo termine (retrospettivi anche ad anni) e quelli a breve termine (la sera prima), questo ha consentito di farsi un’idea abbastanza completa su quella che potesse essere la qualità del sonno del campione analizzato. L’analisi ha infatti evidenziato come ben il 49% dei pazienti abbia raggiunto punteggi superiori a 5, considerato come cut-off per la determinazione della presenza di un’alterazione del sonno e che addirittura il 22% di essi abbia conseguito un punteggio superiore a 10. Tali punteggi sono comunque in linea con quelli riportati dalla letteratura in quanto nella popolazione oncologica essi vanno da un range dal 30 all’80%, tuttavia il confronto risulta difficile vista la non uniformità degli strumenti utilizzati dagli studi per la misurazione della presenza del disturbo. In relazione alle correlazioni esistenti tra le variabili analizzate, si può affermare che siano effettivamente emersi alcuni risultati statisticamente significativi. Vi è infatti una correlazione statisticamente significativa tra il punteggio del PSQI e il punteggio del Karnofrsy performance status (p=0,0246); non è possibile determinare in questo studio quale dei due indici sia influenzato dall’altro, è tuttavia possibile supporre che a una buona performance del paziente sia collegata anche una buona qualità del sonno e viceversa. Vi è inoltre una correlazione statisticamente significativa tra il punteggio PSQI e il genere del campione (p=0,0043), si può pertanto affermare che il genere influenzi effettivamente la qualità del sonno dei pazienti. È infatti riportato in letteratura, come questo tipo di disturbi sia riscontrato con maggiore frequenza nei soggetti di sesso femminile, come confermato anche in questo studio. Un’altra correlazione statisticamente significativa nello studio è quella tra punteggio PSQI e reparto di provenienza (p=0,0304) dei pazienti del campione. 67 Si può quindi intuire come una diversa tipologia di neoplasia possa influire realmente sulla qualità del sonno, anche se non vi è una conferma effettiva di questo fenomeno nella letteratura, sia per i pochi studi condotti in tale argomento specifico, sia per la non uniformità di strumenti utilizzati per tale misurazione. Tale disturbo è misurato nello studio come più presente nella porzione del campione proveniente dal Day Hospital oncologico: si può ipotizzare che il tipo di neoplasie e di trattamenti diversi, possano incidere sul livello del dolore, anche se la percentuale dei pazienti che ha riferito come causa di alterazione del sonno il dolore è solo lievemente più alta (33%) dei pazienti del Day Hospital ematologico (30%). Non vi è invece una correlazione statisticamente significativa tra il punteggio PSQI e il punteggio FACT-G (p=0,1673), questo sta ad indicare che almeno per il campione preso ad oggetto non vi è una correlazione sostanziale tra la qualità del sonno dei pazienti e la qualità della vita auto percepiti. Tuttavia non è possibile affermare con certezza questa correlazione in quanto è stata esternata dai pazienti la difficoltà a rispondere con certezza al questionario FACT-G, espressa come una difficoltà oggettiva a stimare le proprie percezioni attuali rispetto alle problematiche su cui il questionario richiedeva di interrogarsi. 68 CAPITOLO 8 CONCLUSIONI L’obiettivo primario dello studio consisteva nell’individuare in che percentuale fossero presenti i disturbi del sonno nel campione studiato: si può affermare che è stata identificata un’incidenza in linea con quella riportata dalla letteratura, considerando come i valori superiori a 5 siano da considerare indicativi della presenza di un disturbo della qualità del sonno; oltre tale valore, più il punteggio si avvicina a 21 più è grave l’entità del disturbo e più ne risente la qualità del sonno. L’obiettivo secondario era quello di individuare la presenza di correlazioni tra l’indice di qualità del sonno (PSQI) e le altre caratteristiche del campione, ovvero età genere, punteggio ottenuto nei performance status di Karnofski ed ECOG, reparto di provenienza (Day Hospital Oncologico o Ematologico), tipo di neoplasia, stadi azione e durata del trattamento, per determinare se tali caratteristiche influenzassero o fossero a loro volta influenzate dalla qualità del sonno. Come esposto nella discussione dei risultati sono effettivamente state riscontrate delle correlazioni statisticamente significative tra il punteggio PSQI e le variabili genere, punteggio del Karnofsy performance status e reparto di provenienza. Rispetto al terzo obiettivo, che era quello di valutare quali fossero le strategie messe in atto autonomamente dai pazienti per fare fronte a tale disturbo mediante un questionario specifico creato ad hoc, è stato possibile stilare un elenco di tali interventi. Essi includevano soluzioni diametralmente opposte e molto variegate che includevano strategie alimentari, distrattive, di rilassamento, esercizi fisici ed uso di sostanze erboristiche ed alternative. 8.1 LIMITI DELLO STUDIO Alcuni bias che potrebbero essere sopraggiunti nello studio possono essere costituiti dalla ristrettezza numerica del campione analizzato: sarebbe infatti necessario uno studio che prendesse in considerazione un maggior numero di soggetti per rendere i risultati di quest’ultimo più attendibili. Inoltre risulta difficile affermare con certezza che i disturbi del sonno siano effettivamente collegati alle neoplasie e ai trattamenti oncologici, visti sia la grande 69 varietà di caratteristiche che sono comprese in campo oncologico, oltre al fatto che l’insorgenza di tali disturbi può essere indotta da moltissime variabili individuali, specifiche per ogni paziente. È stato inoltre difficile reperire in letteratura argomenti che trattassero di questo problema nel campo specifico dell’oncologia e gli studi stessi affermano che tale problema è ancora in fase di definizione e necessita di maggiori approfondimenti. Dal punto di vista strettamente relativo alla somministrazione dei questionari, veniva spesso riferita dai pazienti la difficoltà ad effettuare una stima effettiva della loro qualità del sonno e della loro qualità di vita nell’ultimo mese, essendo quest’ultimo variato spesso e a causa di fattori specifici in quel periodo di tempo. Inoltre sarebbe risultato utile suddividere ulteriormente il campione in base alle sue caratteristiche, come ad esempio una classificazione in base alla fase del percorso diagnostico terapeutico in cui si trovavano i pazienti, o in base alla tipologia di trattamento, per evidenziare l’eventuale influenza di tali caratteristiche sulla presenza di tali disturbi. 8.2 IMPLICAZIONI PER LA PRATICA CLINICA Lo studio condotto può essere utile alla pratica clinica per sensibilizzare tutto il personale sanitario che assiste i pazienti oncologici, su di un problema di così larga incidenza, che spesso viene sottostimato o neanche preso in considerazione. Questo può accadere sia per una sottostima del problema da parte del paziente che può preferire di non riferirlo ai curanti, sia per una sottostima da parte dei clinici, spesso più focalizzati sul trattamento specifico per la patologia principale o su effetti collaterali che minano maggiormente la qualità di vita del paziente. Sarebbe utile l’introduzione di uno strumento di accertamento rapido e funzionale che possa essere in grado di stimare l’eventuale presenza del problema da parte degli infermieri in modo da arrivare ad una tempestiva diagnosi e ad un trattamento precoce, onde evitare il protrarsi del disturbo. Importante è anche una valutazione multidisciplinare che comprenda oltre alla figura dell’infermiere, il medico e lo psicologo, essendo essi in grado di accertare il problema e di proporre gli interventi competenti al proprio campo d’azione professionale. Dal punto di vista infermieristico sarebbe importante anche provvedere all’ attuazione di interventi sia di tipo comportamentale che educativo, basati sull’esercizio fisico ed eventualmente applicando anche terapie complementari, dopo 70 aver accertato la loro possibile applicazione sul paziente e la loro disponibilità nel praticarli. Questi trattamenti inoltre potrebbero essere utili, assieme ad una valutazione medica, anche a scopo preventivo nei pazienti che iniziano a lamentare disturbi legati all’interruzione del ritmo sonno veglia, al fine di evitarne una cronicizzazione e correggere tempestivamente le abitudini scorrette legate al sonno presenti o che si potrebbero venire a creare. 71 BIBLIOGRAFIA 1. SCHUTTE-RODIN S, BROCH L, BUYSSE D, DORSEY C, SATEIA M. “Clinical Guideline for the Evaluation and Management of Chronic Insomnia in Adults” Journal of Clinical Sleep Medicine. 4(5), 504-407 (2008). 2. BERGER A.M. “Update on the State of the Science: Sleep-Wake Disturbances in Adult Patients With Cancer” Oncology Nursing Forum. 36(4), 176-165 (2009). 3. KOHLER M, BLOCH K.E. “Sleep-related breathing disorders” schweizer archiv für neurologie und psychiatrie. 154, 302–9 (2003). 4. FRENETTE E, KUSHIDA C.A. “Primary Hypersomnias of Central Origin” Seminars in Neurology. 29(4), 354-67 (2009). 5. REID K.J, PHYLLIS C. 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National Cancer Institute in the National Institutes of Health (Available at:http://www.cancer.gov/cancertopics/pdq/supportivecare/sleepdisorders/He althProfessional/page1/AllPages#2 Accessed date: 15/10/’13). 15. CARELLE N, PIOTTO E, BELLANGER A, GERMANAUD J, THUILLIER A, KHAYAT D. “Changing Patient Perceptions of the Side Effects of Cancer Chemotherapy” American Cancer Society. 95(1), 163-155 (2002). 16. ROILA F, CORTESI E. “Quality of life as a primary end point in oncology” Annals of Oncology. 12(3), 3-S (2001). 73 17. ANDRADE V, SAWADA N. O, BARICHELLO E. “Quality of life in hematologic oncology patients undergoing chemotherapy” Revista da Escola de Enfermagem da U S P . Journal of São Paulo University School of Nursing. 47(2), 350-6 (2013). 18. S0RENSEN J.B, KLEE M, PALSHOF T, HANSEN H.H. “Performance status assessment in cancer patients. An inter-observer variability study” British Journal of Cancer. 67, 773-775 (1993). 19. 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PAGE M.S, BERGER A.M, JOHNSON L.B. “Putting Evidence Into Practice: Evidence-Based Interventions for Sleep-Wake Disturbances” Clinical Journal of Oncology Nursing. 10(6), 753-767 (2006). 74 ALLEGATI 75 ALLEGATO N° 1 Udine, li ………. Gentile Utente, mi chiamo Riccardo Pasqua e sono uno studente, iscritto al 3° anno accademico del Corso di laurea in Infermieristica, con sede a Udine. Per elaborare la tesi di laurea dal titolo “Studio osservazionale sull’impatto dei disturbi del sonno nel paziente onco-ematologico”, ho la necessità di effettuare una raccolta dati, con alcune semplici domande, relative alla sua esperienza. Le chiedo cortesemente se potesse dedicarmi alcuni minuti per rispondere a tali domande riportate nei questionari. A garanzia del rispetto dell’art.26 del D.Lgs 196/2003 (Garanzie per i dati sensibili), si assicura che i dati rilevati saranno oggetto di trattamento solo con il Suo consenso nell’osservanza della suddetta legge. La ringrazio per l’attenzione dedicatami. Cordiali saluti Firma dello studente _____________________ ____________________________________________________________________ CONSENSO ALLA PARTECIPAZIONE ALLA RACCOLTA DATI Io sottoscritto (Nome e Cognome) _________________________acconsento a partecipare alla raccolta dati finalizzata alla tesi di laurea compilando il questionario propostomi. Firma _______________________________ CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Io sottoscritto (Nome e Cognome)……………………………..dichiaro di aver ricevuto le informazioni di cui all’art. 13 del D.Lgs 196/2003, in particolare riguardo ai diritti a me riconosciuti dalla legge ex art. / del D.Lgs 196/2003, acconsento al trattamento dei miei dati con le finalità e per le finalità indicate nell’informativa stessa,comunque strettamente connesse e strumentali alla stesura della tesi dal titolo“Studio osservazionale sull’impatto dei disturbi del sonno nel paziente oncoematologico”. Firma ____________________________ 76 ALLEGATO N.°2 n.° identificativo: ____ Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI) Istruzioni: Le seguenti domande sono relative alle sue abitudini riguardo al sonno rispetto all’ultimo mese solamente. Le sue risposte dovrebbero essere più accurate possibili per la maggior parte dei giorni e delle notti del mese passato. Cortesemente risponda a tutte le domande: 1. Durante l’ultimo mese, a che ora è andato a coricarsi solitamente? ____________________________________________________________ 2. Durante l’ultimo mese, quanto tempo (in minuti) ha impiegato mediamente ad addormentarsi ogni notte? _______________________________________ 3. Durante l’ultimo mese, a che ora si è alzato solitamente al mattino? ____________________________________________________________ 4.Durante l’ultimo mese, quante ore di sonno effettivo ha dormito mediamente ogni notte? (Le ore di sonno effettivo potrebbero essere differenti da quelle trascorse a letto) ______________________________________________________ 5. Durante l’ultimo mese, quanto spesso ha avuto problemi del sonno, perche: Mai durante l’ultimo mese a. Non riusciva ad addormentarsi entro 30 minuti dall’essersi coricato b. Si è svegliato nel mezzo della notte o al mattino presto c. Ha dovuto fare uso del bagno d. Non ha potuto respirare correttamente e. Ha tossito o russato rumorosamente f. Ha avvertito troppo freddo 77 Meno di 1 volta per settimana 1 o 2 volte alla settimana 3 o più volte alla settimana g. Ha avvertito troppo caldo h. Ha fatto brutti sogni i. Ha avuto dolore j. Altre ragioni (le descriva cortesemente): Mai durante l’ultimo mese Meno di 1 volta per settimana 1 o 2 volte alla settimana 3 o più volte alla settimana Solo un lieve problema Un problema medio Un grande problema Molto buona Abbastanz a buona Abbastanz a scadente Molto scadente Nè l’una né l’altra cosa Il partner dorme in un’altra stanza Il partner dorma nella stessa stanza ma in un altro letto Il partner dorme nello stesso letto Mai Meno di 1 1 o 2 volte 3 o più 6. Durante l’ultimo mese, quanto spesso ha assunto farmaci (prescritto o ottenuti in altri modi) per riuscire a dormire? 7. Durante l’ultimo mese, quanto spesso ha avuto problemi a rimanere sveglio durante la guida, i pasti e le attività sociali? Nessun problema 8. Durante l’ultimo mese, in che misura ha rappresentato un problema avere abbastanza entusiasmo per fare ciò che doveva fare? 9. Rispetto all’ultimo mese, come giudicherebbe la sua qualità globale del sonno? 10. Ha un partner di letto o condividete la camera da letto con qualcuno? Se ha un partner di letto o compagno 78 di stanza, chiedetegli quanto spesso nel mese passato avete presentato: durante l’ultimo mese a. Un forte russamento b. Lunghe pause respiratorie durante il sonno c. Movimenti o scosse delle gambe durante il sonno d. Episodi di confusione o disorientamento durante il sonno e. Altre irrequietezze durante il sonno, si prega di descrivere: 79 volta per settimana alla settimana volte alla settimana ALLEGATO N.° 3 Qualora non abbia riscontrato disturbi del sonno non è necessaria la compilazione dei seguenti questionari aggiuntivi, la ringrazio 1) Quali sono le strategie che usa normalmente per far fronte al problema dell’insonnia? 2) Qual è la frequenza con cui mette in atto tali strategie? 3) Quali di queste strategie ritiene che siano le più efficaci secondo la sua opinione? 4) Dove ha imparato tali strategie? Per mezzo di chi/cosa ne è venuto a conoscenza? 80 ALLEGATO N.° 4 FACT-G Sotto vi sono delle affermazioni che altre persone con il suo problema hanno dichiarato essere importanti. Cortesemente cerchi o marchi un numero per ogni linea per indicare la sua risposta in riferimento ai 7 giorni scorsi. Per niente BENESSERE FISICO Un po’ Abbas tanza Un bel po’ Molto GP1 Ho una mancanza di energia ................................ 0 1 2 3 4 GP2 Ho nausea................................................................0 1 2 3 4 GP3 A causa della mia condizione fisica, ho dei problemi a soddisfare i bisogni della mia 0 famiglia ................................................................ 1 2 3 4 GP4 Provo dolore................................................................ 0 1 2 3 4 GP5 Sono infastidito dagli effetti collaterali del 0 trattamento ................................................................ 1 2 3 4 GP6 Mi sento malato ................................................................ 0 1 2 3 4 GP7 Sono obbligato a passare del tempo a letto ................................ 0 1 2 3 4 Un po’ Abbastanza Un bel po’ Molto BENESSERE SOCIALE/FAMILIARE Per niente GS1 Mi sento vicino ai miei amici ................................ 0 1 2 3 4 GS2 Ricevo sostegno emotive dalla mia 0 famiglia ................................................................ 1 2 3 4 GS3 Ricevo supporto dai miei amici ................................ 0 1 2 3 4 81 GS4 La mia famiglia ha accettato la mia 0 malattia ................................................................ GS5 Sono soddisfatto della comunicazione rispetto alla mia malattia con la mia 0 famiglia ................................................................ GS6 Q1 1 2 3 4 1 2 3 4 Mi sento vicino al mio partner (o alla persona che mi da maggiore supporto) ................................ 0 1 2 3 4 2 3 4 2 3 4 indipendentemente dal vostro attuale livello di attività sessuale,si prega di rispondere alla seguente domanda. Se si preferisce non rispondere alla seguente domanda, si prega di contrassegnare la casella e andare alla sezione successiva. 0 1 GS7 Sono soddisfatto della mia vita sessuale................................ 0 1 Cortesemente cerchi o marchi un numero per ogni linea per indicare la vostra risposta in riferimento ai 7 giorni scorsi. Per niente BENESSERE EMOTIVO Un po’ Abbastanza Un bel po’ Molto GE1 Mi sento triste ................................................................ 0 1 2 3 4 GE2 Sono soddisfatto di come sto affrontando 0 1 la mia malattia ................................................................ 2 3 4 GE3 Sto perdendo speranza nella lotta contro 0 1 la mia malattia ................................................................ 2 3 4 GE4 Mi sento nervoso ................................................................ 0 1 2 3 4 GE5 Ho paura di morire ................................................................ 0 1 2 3 4 GE6 Ho paura che le mie condizioni peggiorino ................................ 0 1 2 3 4 82 BENESSERE FUNZIONALE Per niente Un po’ Abbastanza Un bel po’ Molto GF1 Sono in grado di lavorare (inclusi i lavori 0 di casa) ................................................................ 1 2 3 4 GF2 Il mio lavoro (inclusi I lavori di casa) è 0 appagante ................................................................ 1 2 3 4 GF3 Sono in grado di godermi la vita ................................ 0 1 2 3 4 GF4 Ho accettato la mia malattia ................................0 1 2 3 4 Dormo bene ................................................................ 0 1 2 3 4 2 3 4 2 3 4 GF5 GF6 Mi sto godendo le cose che solitamente 0 1 faccio per divertirmi ................................................................ GF7 Sono soddisfatto della mia attuale 0 qualità di vita ................................................................ 83 1