L`impiego di unità odorimetriche negli interventi di - Edico
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L`impiego di unità odorimetriche negli interventi di - Edico
L'impiego di unità odorimetriche negli interventi di vigilanza Applicazioni pratiche Federica Forti – ARPA Sezione Provinciale di Bologna – Servizio Territoriale - Distretto Urbano Odori • L’odore è la forma più antica di inquinamento dell'aria. • Ancor oggi costituisce uno degli aspetti di più difficile risoluzione sia per carenza di specifiche normative sia per problemi tecnici connessi con la individuazione e quantificazione dell’odore/ sostanza maleodorante Un odore può essere caratterizzato in base a tre aspetti: concentrazione, intensità, tono edonico (gradevolezza/sgradevolezza). Intensità di odore Tono edonico dell'odore impercettibile nessun fastidio appena percettibile fastidio molto leggero debole fastidio leggero distinto fastidio distinto forte fastidio serio molto forte fastidio molto serio intollerabilmente forte fastidio intollerabilmente serio In generale i composti odorosi possono essere raggruppati in diversi modi • • • • per struttura (semplici differenze strutturali possono comportare cambiamenti qualitativi e quantitativi delle proprietà dell’odorante), per la grandezza dell’anello (come nel caso dei composti macrociclici) per famiglie di composti (composti azotati, solforati, insaturi, ossigenati, alogenati) per gruppi funzionali (aldeidico -CHO, carbonilico -CO, carbossilico -COOH, amminico -NH2, idrossilico -OH, solfidrilico -SH). GRUPPO DI COMPOSTI COMPOSTO SENSAZIONE OLFATTIVA FORMULA CHIMICA Composti solforati Idrogeno solforato Metilmercaptano Etilmercaptano Dimetilsolfuro Dimetildisolfuro Dietilsolfuro Solfuro di carbonio Solfuro di difenile Uova marce Cavolo in decomposizione Cavolo in decomposizione Vegetali in decomposizione Vegetali in decomposizione Vegetali in decomposizione Dolciastro, pungente Gomma bruciata H2S CH3SH CH3CH2SH (CH3)2S (CH3)2S2 (CH3CH2)2S CS2 (C6H5)2S Composti azotati Ammoniaca Metilammina Dimetilammina Trimetilammina Scatolo Piridina Indolo Pungente Pesce Pesce Pesce Fecale nauseabondo Disgustoso Fecale nauseabondo NH3 CH3NH2 (CH3)2NH (CH3)3N C9H9N C5H5N C8H7N Acidi organici Acetico Butirrico Aceto Busso rancido CH3COOH CH3(CH2)COOH Aldeidi Butirrica Isovalerianica Acroleina Pungente, rancido Mela Pungente, penetrante CH3(CH2)2CHO CH3(CH2)3CHO CH2=CHCHO Criticità: individuare la sorgente Un odore può essere sfuggente, inafferabile in quanto: • è spesso legato ad eventi occasionali, non riproducibili, come perdite da serbatoi, sversamenti accidentali (poche gocce di acrilato di etile sono avvertibili a qualche chilometro di distanza), fughe di gas o vapori, fuori servizio • dipende da condizioni di processo che non si ripetono sempre nello stesso modo sia in dipendenza dall'uso di particolari materie prime, additivi o reagenti, che a causa della regolazione di fattori come temperatura e pressione sono in grado di provocare la formazione di nuove molecole odorigene Criticità: basse soglie olfattive • La maggior parte delle molecole capaci di produrre un odore sono in genere caratterizzate da una soglia olfattiva molto bassa, ossia l'odore viene percepito bene anche a concentrazioni in aria del tutto trascurabili o addirittura non misurabili (Es tipico : Ammine e mercaptani, responsabili dell'odore di putrefazione hanno soglie di identificazione che, vanno da 0,1-10 ppm dei primi agli 0,00001-0,1 ppm dei secondi mentre gli strumenti al massimo arrivano a 1ppm) • nessuna apparecchiatura è ancora in grado di raggiungere l'estrema specializzazione dei tratti superiori del nostro naso sia nell‘ avvertire che nel riconoscere gli odori. • INTENSITA’ ODORE NON E’ PROPORZIONALE ALLA CONCENTRAZIONE: problemi per l’abbattimento Criticità: diffusione odori a grande distanze • La presenza di un odore è spesso subdola perché non è chiara la sua provenienza; si avverte nell'aria per periodi e condizioni del tutto variabili, senza che se ne possa stabilire la natura. • Mentre un profumo è raramente percebile a distanze maggiori di qualche metro dalla sorgente anche ad elevate concentrazioni, molecole come ammine e mercaptani, responsabili dell'odore di putrefazione, si avvertono a centinaia o migliaia di metri. • La difficoltà maggiore sta infatti nella diffusione di odori anche a notevoli distanze, tali da non permettere una correlazione con qualche possibile fonte conosciuta. • Inoltre esistono effetti sinergici e di mascheramento per cui la concentrazione di odore di una miscela di composti non è affatto data dalla somma algebrica delle concentrazioni dei singoli elementi, ma da relazioni ancora poco note Criticità: riconoscimento olfattivo dell’odore • Alcuni odori sono facilmente riconoscibili in quanto richiamano sensazioni già provate, (es l’odore di bruciato, di fogna, di metano - che come tale è inodore ma per questo viene aggiunto di tetraidrotiofene) e quindi indirizzano ed orientano l'accertamento; • altri odori invece se avvertiti per la prima volta sono descritti in analogia a odori conosciuti, ma in termini del tutto soggettivi, quindi diversi l'uno dall'altro. • In entrambi i casi è indispensabile una conferma delle caratteristiche odorigene descritte. Criticità: Riconoscimento analitico dell’odore Le analisi per la determinazione della natura ed entità delle specie chimiche che compongono l'odore sono molto difficili in quanto : • è necessario raccogliere una determinata quantità d'aria che, viste la bassissime concentrazioni in gioco, richiede una particolare specializzazione dei mezzi di prelievo. • È possibile che non si rintracci alcuna metodica analitica specifica per quel inquinante • è possibile non sia disponibile uno standard di riferimento per la/e sostanza/e da indagare: mancando una concentrazione nota di confronto, non si può risalire a quella ignota. Tutte queste difficoltà, spesso presenti, non fanno altro che allungare i tempi di risposta delle strutture tecniche coinvolte (Arpa). Criticità tecnica: difficoltà impiantistica ad abbattere gli odori • La relazione che c’è tra intensità dell'odore e la concentrazione della sostanza non è proporzionale; (se si interviene con un dimezzamento della concentrazione, l'intensità si riduce solo del 10%) • Questo spiega anche i motivi per cui una soluzione efficace sotto il profilo tecnico per i normali composti volatili non lo è per quelli che sono anche odorigeni. • Ma prima ancora di arrivare a definire le misure di intervento è necessario indagare le caratteristiche della sorgente emissiva. Criticità: assenza di regolamentazione legislativa • La normativa sulla qualità dell’aria ha individuato per alcuni inquinanti atmosferici valori limite di concentrazione in atmosfera e valori obiettivo ben precisi • La legislazione nazionale italiana non ha definito norme specifiche e valori di riferimento in materia di emissioni di odori ; attualmente, le emissioni odorigene, intese come miscele atte a provocare molestia olfattiva, non sono sottoposte al rispetto di alcun valore limite Testo Unico Ambientale e odori • Il Dlgs 152 all’art.268 definisce l' inquinamento atmosferico: "ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta alla introduzione nella stessa di una o più sostanze o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente oppure da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell’ambiente". • Sebbene presente nei principi, l'alterazione delle normali condizioni di salubrità dell'aria provocata da emissioni odorigene non ha avuto una coerente attenzione da parte del legislatore. • Le limitazioni introdotte attraverso il Dlgs 152/2006 e smi alle emissioni contenenti sostanze organiche volatili, suddivise in classi, non tengono conto delle caratteristiche odorigene, ma utilizzano il criterio di pericolosità basato sul profilo tossicologico. (Es stirene, che costituisce causa di molestie olfattive in molti contesti abitati (da produzione od utilizzazione di resine poliestere c.d. vetroresine), presente in classe III DELLA TABELLA A1 allegato I alla parte II del decreto, può essere emesso fino a concentrazioni di 150 mg/Nmc nonostante la soglia olfattiva sia di circa 1000 volte inferiore. Approccio sanitario : industria insalubre • Per l’adozione di provvedimenti l ‘approccio a volte seguito rimane quello individuato con il Testo unico delle Leggi Sanitarie approvato con il Regio Decreto del 1934 il quale, agli artt.216 e 217, stabilisce che, se una nuova attività di produzione beni e servizi rientra in un elenco emanato dal Ministero della Sanità, aggiornato con periodicità decennale, allora è inquadrabile come insalubre e in virtù di questa classificazione può essere ammessa solo se isolata nelle campagne e tenuta lontana dalle abitazioni (I classe) o comunque solo se adotta speciali cautele per il vicinato (II classe). • • • Nonostante gli evidenti limiti di queste indicazioni invocare l'insalubrità di una determinata produzione continua ad essere una scelta efficace perché l'autorità sanitaria, il Sindaco, possa porre un limite alla emissione di odori La forza dell'articolato sta tutta nella SUA INDETERMINATEZZA (DELEGA IN BIANCO) e quindi nella notevole discrezionalità che conferisce al Sindaco il potere di imporre misure più restrittive, c.d. extra legem, rispetto alle disposizioni vigenti, in modo da far cessare l’odore l'impianto normativo presenta tuttavia UNA DEBOLEZZA STRUTTURALE dal momento che per poterne applicare i presupposti è necessario motivare adeguatamente l'atto amministrativo, di fatto un'ordinanza, cioè indicare concretamente le prove dell'asserita insalubrità, pena l'annullamento avanti al tribunale amministrativo. Dal momento che si tratta di odori, molto percettibili all'olfatto, ma assai meno rilevabili agli strumenti di misura, la concretezza della prova, unitamente alla dimostrazione di un qualsiasi effetto sanitario, spesso e frequentemente non sono presenti. Documenti tecnici di riferimento Gli unici documenti tecnici di riferimento per gli odori sono : • Delibera della Giunta Regionale LOMBARDIA 16 aprile 2003 n. 7/12764 – “Linee guida relative alla costruzione e all’esercizio degli impianti di produzione di compost”, recante disciplina degli impianti di compostaggio dei rifiuti, con la quale la regione Lombardia ha fissato criteri relativi alle emissioni odorigene; • UNI EN 13725:2004 – “Qualità dell'aria - Determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica”. Per quanto riguarda la determinazione della quantità di odore, nel 2004 l’UNI ha recepito, con la UNI EN 13725-2004, la norma EN 13725-2003. L’adozione di tale norma riveste carattere di particolare importanza perché introduce una serie di definizioni relative all’odore e alla sua misurazione, prima assenti nella nostra normativa, nonché un metodo di misurazione dell’odore. Questa norma individua i criteri e i valori per la misurazione delle emissioni odorigene e le modalità di selezione del panel di rinoanalisti la Regione Lombardia ha predisposto nel Dicembre 2009 il documento “Linee guida per la caratterizzazione e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno”, utilizzato anche in altre regioni italiane per sopperire alla mancanza di una direttiva nazionale atta a normare questo fenomeno. • Misura della concentrazione di odore La misura della concentrazione di un odore può essere effettuata mediante: • determinazioni di tipo analitico, attraverso l’impiego della spettrometria di massa o l’individuazione di sostanze indicatrici; il metodo tuttavia non quantifica quelle molecole caratterizzate da una soglia olfattiva molto bassa per le quali l'odore viene bene percepito anche a concentrazioni in aria al di sotto del limite di rilevabilità strumentale • naso elettronico, il quale si basa sull’interazione tra appositi sensori e le molecole volatili; questo metodo molto complesso determina solo alcune molecole • olfattometria: si basa sulla percezione olfattiva di un gruppo di persone (panel test ) che valutano gli odori loro presentati. Olfattometria • Delle 3 metodiche l’olfattometria è quella che fornisce le informazioni tecnicamente più utili Utilizza una metodologia di esecuzione delle analisi ed interpretazione dei risultati standardizzata, già in uso in Germania dagli anni 90 e si basa sulla norma europea UNI EN 13725:2004 • Si tratta di una metodica di tipo sensoriale che valuta l’effetto della miscela odorosa utilizzando il naso umano come sensore. Si basa sull'uso di un gruppo di persone, opportunamente selezionate e addestrate (rinoanalisti), chiamato panel. Al panel viene fatto annusare il campione di gas odoroso, opportunamente diluito con aria inodore secondo rapporti definiti, così che ogni campione è presentato al panel seguendo una serie di diluizioni decrescenti in modo tale da identificarne la soglia percepita Tale misura ha principalmente l’obiettivo di determinare la concentrazione di odoranti non noti con l’aiuto dell’olfatto umano come sensore. Il panel identifica cosi la cosiddetta "soglia di odore“ Contrariamente all’analisi chimica quella olfattometrica non fornisce l’identificazione di una sostanza o di un gruppo di sostanze ma le “unità di odore” della miscela gassosa. In tale modo è dunque possibile “numerizzare” una sensazione creando così un metodo per misurare la reale molestia olfattiva (comunque del tutto soggettiva). Tramite l’elaborazione delle risposte del panel è possibile arrivare al numero di diluizioni necessarie affinché l’odore venga percepito e, di qui, si giunge al numero di unità di odore al metro cubo del campione in esame. • • • • L’ impiatto odorigeno viene generalmente misurato a partire dai dati di concentrazione espressa in 1 OUE/m3 Unità odorimetriche o olfattometriche al metro cubo Che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché il 50% degli esaminatori non avverta più l’odore del campione analizzato (UNI EN 13725:2004) l’unità odorimetrica (o olfattometrica) è per definizione la concentrazione di odore alla soglia di percezione Rinoanalista : una professione del futuro • Data la soggettività delle misure e la variabilità interindividuale delle stesse, la stima delle UO viene formulata utilizzando per le misure un gruppo di almeno 8 soggetti. • Di questi soggetti ne viene valutata la capacità olfattive individuali (integrità funzionale dell’apparato olfattorio e acuità olfattiva) mediante l’uso di test di valutazione ("smell-test" e "sniff test"). • La selezione viene effettuata utilizzando un odorante di riferimento: il nbutanolo, del quale si conosce la concentrazione corrispondente alla soglia di percezione: 123 mg di n-butanolo evaporati in 1 m3 di aria in condizioni standard (t=20°C; p=101.3 kPa) producono una concentrazione di 0.040 mmol/mol, che viene definita come 1 EROM = European Reference Odour Mass, valore di riferimento adottato come Unità di Odore Europea = OUE. • Per essere selezionato come rino-analista, il soggetto, cui viene presentato n-butanolo a una definita concentrazione, deve fornire risposte che cadono, in media, entro un certo intervallo di valori, e che si discostino poco le une dalle altre (bassa deviazione standard). Come si applica tutto ciò ai siti produttivi fonte di disturbo e lamentele???? • Associare alle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera, oltre che dei limiti di concentrazione, anche dei limiti che ne caratterizzino l’impatto odorigeno, in particolare nei casi in cui le sostanze odorigene emesse da attività antropiche possono limitare fortemente l’utilizzo del territorio; • A seguito dell’analisi dell’impatto odorigeno e della caratterizzazione delle emissioni odorigene, è possibile valutarne il loro confinamento ed eventuale trattamento mediante idonei sistemi di depurazione, nonché il monitoraggio ad interventi eseguiti Le sostanze che sono all’origine della diffusione degli odori nelle aree circostanti ad un sito produttivo sono in genere costituite prodotti gassosi di natura inorganica o da composti organici particolarmente volatili Tipo di attività Possibili sostanze maleodoranti emesse Depuratori idrogeno solforato, ammoniaca, metilmercaptano, metano, ecc Compostaggi etanolo, cadaverina, putrescina, ammoniaca, idrogeno solforato, metilmercaptano Industrie alimentari alcoli, aldeidi, chetoni, acidi organici, esteri Essiccamento letame – impianti biomassa ammoniaca, idrogeno solforato, mercaptani, ecc Lavorazione bitumi – conglomerati bituminosi Aldeidi (acroleina), idrogeno solforato, idrocarburi policiclici aromatici (antracene), miscugli di acidi grassi esterificati a catena lunga Attività di ARPA sulla problematica odori e qualità dell’aria in quartiere Navile Descrizione della problematica segnalata – individuazione della sorgente • Odori acri e di forte intensità, persistenti nelle ore notturne e in estate • Prevalente l’odore di bitume • Nell’area oggetto della segnalazione sono insediati da anni: – Impianto di produzione emulsioni bituminose e bitumi modificati – Impianti di produzione di conglomerati bituminosi – Aeroporto di Bologna Attività di ARPA sulla problematica odori e qualità dell’aria segnalata • Campagna di monitoraggio qualità dell’aria 2009 e 2010 • Attività di vigilanza e controllo • valutazione progetti per abbattimento emissioni • Partecipazione alla CdS per la definizione dei contenuti tecnici dell’atto di autorizzazione • Studio modellistico sulle emissioni odorigene Campagna invernale di monitoraggio 2009 (20 nov- 17 dic 2009) • • Postazione A: in zona industriale, corrispondente all’area di massima ricaduta degli inquinanti emessi, situata in prossimità del perimetro aziendale (Via del Traghetto n. 5); • • Postazione B: in prossimità della zona Noce, area residenziale in cui sono presenti segnalazioni di disturbo da parte della popolazione (piazza pedonale Noce, dietro capolinea autobus); • • Postazione C: in area urbana non direttamente influenzata dalla emissione dell’area industriale Noce, ma caratterizzata dalla presenza delle altre sorgenti tipiche di emissione urbana ed equidistante dal sistema tangenziale – autostrada (giardino della Scuola elementare Croce Coperta – zona Corticella). • Inoltre è stata integrata solo per la misura di alcuni parametri una postazione, denominata Postazione D, in Via del Traghetto di fronte all’ingresso della Ditta Coop Costruzioni. Campagna di monitoraggio 2009 Parametri rilevati • PM10 • Idrocarburi Policiclici Aromatici sul particolato • Aldeidi • Sostanze Organiche Volatili • H2S • parametri meteo Campagna di monitoraggio 2009- Aldeidi Aldeidi : valori medi rilevati 5.00 4.50 4.00 3.50 µg/m3 3.00 Post A Novembre-Dicembre 2007 e 2008 Postazioni Bologna 2.50 2.00 Post B Post A 1.50 Post B Novembre-Dicembre 2007 e 2008 Postazioni Bologna 1.00 0.50 0.00 FORMALDEIDE ACETALDEIDE Postazione A Valli Zabban 2.56 1.40 Postazione B Noce 1.55 1.12 Strada Maggiore/ V.lo Posterla 2.20 1.10 V.Vizzani 1.35 0.84 Campagna di monitoraggio 2009- Acroleina Acroleina - Concentrazioni dal 22/11/2009 al 24/11/2009 200 180 160 Soglia olfattiva bassa : 52,5 µg/m3 Postazione B 143.18 140 µg/m3 120 Postazione A 100 86.75 80 60 40 20 11.28 0 22-23/11 (ore 19-7) 23-24/11 (ore 19-7) 24/11 (ore 7-19) Campagna di monitoraggio 2009- H2S Acido Solfidrico • n° 4 siti di misura: postazione A, B, C e D • n. 16 campioni settimanali • Tutti i valori sono risultati inferiori al limite di rilevabilità del metodo analitico: < 0,03 µg/m3 Seconda Campagna di monitoraggio • • • È Periodo 30 giugno-6 Agosto 2010 Stesse postazioni Stessi parametri + aldeidi anche nel punto C stato confermato l’andamento rilevato con la prima campagna Nuova autorizzazione • La ditta identificata quale maggiore fonte di disturbo olfattivo richiede una modifica alle emissioni in atmosfera: nell’ambito di tale procedimento amministrativo, si richiedono una serie di migliorie agli impianti al fine di aspirare, convogliare e trattare il più possibile tutte le fasi di lavorazione che utilizzano sostanza ad elevato impatto odorigeno; • La nuova configurazione impiantistica è caratterizzata da un ricircolo dei fumi in caldaia allo scopo di abbattere le emissioni odorigene provenienti dall'impianto (oltre ad altri presidi di abbattimento delle emissioni) attraverso il meccanismo della combustione. L'autorizzazione prevede inoltre l'attivazione di un percorso per la conversione dell'impianto da olio combustibile BTZ a metano. • dopo un lungo percorso istruttorio, viene rilasciata la nuova autorizzazione alle emissioni in atmosfera della ditta considerata Nuova autorizzazione alle emissioni in atmosfera – caratteristiche Tre punti di emissione in atmosfera: PUNTO EMISSIONE E0 – centrale termica K1 • Fase del ciclo produttivo: caldaia per riscaldamento ad olio combustibile BTZ (S< 0.3%) denominata K1, di potenzialità pari a 1,16 MW e utilizzata a supporto degli impianti per lo start up; è previsto un utilizzo di questa caldaia circa una volta a settimana per 8 h/giorno • Fissati valori limite per i seguenti parametri: Materiale particellare, Ossidi di azoto, Ossidi di Zolfo PUNTO EMISSIONE E1 – torre scrubber – aspirazione linea 4 • Fase del ciclo produttivo: aspirazioni del tino per la preparazione della soluzione acquosa delle emulsioni bituminose e aspirazione fumi emessi durante il carico degli automezzi (abbattimento ad umido in torre di lavaggio con acqua ossigenata) • Fissati valori limite per i seguenti parametri: Materiale particellare, Ossidi di azoto, Ossidi di Zolfo, IPA, Aldeidi, Acido Cloridrico, Idrogeno solforato SOV (come C-tot) PUNTO EMISSIONE E2– centrale termica K3 – aspirazione linee 1, 2, 3 • Fase del ciclo produttivo: aspirazioni provenienti dai serbatoi Deposito industriale, serbatoi Deposito commerciale, fusori (temp. 180°C) - (aspirazione linee 1, 2, 3) che verranno convogliati nella nuova centrale termica denominata K3. La caldaia, al fine di garantire l’abbattimento costante degli inquinanti, dovrà rimanere in funzione 24 h. • Fissati valori limite per i seguenti parametri: Materiale particellare, Ossidi di azoto, Ossidi di Zolfo, Acido Cloridrico, Idrogeno solforato, SOV (come C-tot), IPA Per i punti di emissione E1 ed E2 è stato individuato un valore di riferimento conoscitivo da rispettare di 5000 OU/m3 (concentrazione di odore) Nuova autorizzazione PRESCRIZIONI • Riconversione da olio combustibile BTZ a metano entro 1 anno dal rilascio della nuova autorizzazione in accordo con le prescrizioni di cui all’art. 7.2 delle Norme di Attuazione del Piano di Gestione della Qualità dell’Aria della Provincia di Bologna (uso di combustibile a basso impatto ambientale); • controllo e registrazione in continuo della temperatura delle camere di combustione di entrambe le caldaie ai fini del controllo di efficacia di abbattimento degli effluenti gassosi provenienti da ciclo produttivo; • Individuazione del limite conoscitivo di 5000 UO/m3 in corrispondenza dei due punti di emissione sulla base degli studi modellistici; • Monitoraggio a cadenza bimestrale delle emissioni odorigene mediante olfattometria dinamica nelle condizioni di massimo funzionamento dell’impianto, con rilevazioni anche in orario nottuno; • Valutazione della situazione ed individuazione limite prescrittivo, in termini di concentrazione di odore alle emissioni, entro un anno dalla data di rilascio dell’autorizzazione. Studio modellistico sulle emissioni odorigene della ditta Per l’individuazione del limite odorigeno conoscitivo (5000 UO/m3) è stato effettuato uno studio modellistico, mediante l’utilizzo di due modelli di dispersione in atmosfera: • Lapmod modello 3D lagrangiano a particelle • ADMS-Urban modello gaussiano avanzato, utilizzato presso tutti i nodi Arpa Emilia – Romagna L’elaborazione dei risultati delle simulazioni ha permesso di valutare l’impatto olfattivo sul territorio in termini di valori di concentrazione di picco di odore al suolo superati per il 2% di ore all’anno (98° percentile). Valori di soglia considerati 3 Valore soglia (ouE/m ) Distanza dallo stabilimento (m) 4 < 200 3 200 ÷ 500 2 > 500 Valori soglia delle concentrazioni orarie di picco di odore al 98° percentile su base annuale proposti nelle Linee Guida regione Lombardia. Impatto olfattivo situazione impiantistica prima della nuova autorizzazione Impatto olfattivo situazione impiantistica prima della nuova autorizzazione Punti recettori Valore calcolato con Lapmod (ouE/m3) A B C Meteo D 77 1.1 0.1 1.3 2 Valore calcolato con ADMS – Urban (ouE/m3) 182 22 2 44 74 Valore soglia (ouE/m3) Distanza dal camino E1 (m) 4 2 2 3 3 90 761 3157 475 307 Impatto olfattivo situazione impiantistica futura con valori in emissione pari a 5000 UO/m3 da entrambi i camini Impatto olfattivo situazione impiantistica futura con valori in emissione pari a 5000 UO/m3 da entrambi i camini Punti recettori A B C Meteo D Valore calcolato con ADMS – Urban (ouE/m3) 3.3 0.6 0.1 1.0 1.3 Valore calcolato con Lapmod (ouE/m3) Valore soglia (ouE/m3) Distanza dal camino E1 (m) Distanza dal camino E2 (m) 2 0.0 0.0 0.1 0.2 4 2 2 3 3 90 761 3157 475 307 110 775 3158 493 313 Cosa è successo dopo il rilascio della nuova autorizzazione? • Agosto Settembre 2010: ARPA esegue ulteriori sopralluoghi a seguito di segnalazioni di cittadini proponendo alcuni accorgimenti tecnici/gestionali agli impianti • Dicembre 2010 - Marzo 2011 : a seguito degli autocontrolli per la messa a regime l’azienda manifesta l’intenzione di presentare un progetto ulteriore per il trattamento delle emissioni al fine di rispettare i limiti imposti dalla autorizzazione in essere per NOx e Polveri (introduzione diretta del combustibile in fiamma con iniezione di urea in caldaia + filtri a maniche per abbattimento polveri fino ad arrivo del metano) • La provincia richiede ad Arpa una verifica urgente dei limiti massimi di concentrazione autorizzati per tutti i punti autorizzati; Arpa esegue un sopralluogo in cui si riscontra che l’impianto era fermo e che l’accessibilità al punto di emissione E0 deve essere migliorata; Settembre 2011: ARPA effettua controlli alle emissioni E1 ed E2 rilevando il rispetto dei limiti per i parametri determinati ( NO2, SO2, CO, SOV) L’Azienda invia esiti dei controlli odorimetrici ai camini che mostrano il rispetto del limite previsto di 5000 OU/m3 • • …. e gli esponenti? • A detta degli esponenti, la situazione è notevolmente migliorata, soprattutto di notte… anche se non risolta. • Si tratta di un primo passo verso la risoluzione di una problematica apparentemente irrisolvibile • Va valutato comunque la complessità del contesto in cui l’azienda in questione è insediata caratterizzata da realtà residenziali commiste ad attività produttive eterogenee (non ultimo l’aeroporto in prossimità della ditta stessa) CONCLUSIONI Sicuramente, poiché le problematica degli odori è sempre più ricorrente, occorrerà modificare l’approccio alla valutazione delle emissioni in atmosfera provenienti da impianti produttivi in questo senso, attraverso una valutazione integrata delle stesse in termini di concentrazione degli inquinanti e di odore. (es. progetto regolamento odori Comune di Bologna) GRAZIE PER L’ATTENZIONE Federica Forti ARPA Emilia-Romagna Servizio Territoriale – distretto Urbano Bologna [email protected]