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Anche se l`Eroe-viaggiatore per antonomasia è Ulisse

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Anche se l`Eroe-viaggiatore per antonomasia è Ulisse
L'Eroe-Viaggiatore
Scritto da Administrator
Anche se l’Eroe-viaggiatore per antonomasia è Ulisse, non sempre il viaggio del protagonista
comporterà la sua Odissea per tornare a Itaca. Un viaggio pieno di oppositori forti e titanici,
come Polifemo, o subdoli, come la maga Circe. A seconda del tema della narrazione, il viaggio
dell’Eroe potrà essere anche solo un percorso interiore. Il Nemico, non sarà sempre un violento
antagonista, come nelle storie d’azione, bensì una debolezza dell'animo che ostacola la
crescita del personaggio. Va detto che proprio nella complessità del personaggio di Ulisse, alle
prese sia con gli antagonisti che incontra nel suo viaggio, sia con i fantasmi del suo animo, sta
la straordinaria grandezza del poema omerico.
Si è già chiarito che ci sono storie intime e dolorose in cui il Nemico non è altro che un aspetto
della personalità del protagonista stesso, un suo incubo ricorrente, una psicosi, e il viaggio non
è altro che una metafora del percorso interiore necessario per sconfiggere il lato oscuro che
giace dentro ciascuno di noi.
Esistono Eroi buoni ed Eroi cattivi, Eroi tragici destinati a finire male ed anti-Eroi, quelli che si
ritrovano - loro malgrado – costretti a indossare i panni dell’Eroe, mentre la loro indole li
spingerebbe altrove. Come esempio, c’è il “classico” anti-eroe dei film americani, ex-poliziotto
dimesso dal servizio, ora investigatore privato, ubriacone e inaffidabile, ma che riesce a
condurre in porto un’indagine difficile.
Qualunque sia la natura del nostro Eroe, la tipologia del viaggio che dovrà affrontare nel corso
della narrazione, costellato di ostacoli e nemici che tenteranno di impedirgli di raggiungere il suo
obiettivo, può essere schematizzata in un "percorso standard" composto da vari passi, ognuno
dei quali condurrà avanti l'Eroe nel suo viaggio.
La metafora del protagonista-eroe ha generato diversi saggi, tra i quali il più celebre è “Il viaggio
dell’Eroe” di Chris Vogler (Dino Audino editore, 1992), a sua volta ispirato alle teorie del Mito di
Joseph Campbell.
Attenzione:
Nei prossimi capitoli troverete paradigmi che identificano un “percorso standard” del visggio
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dell’Eroe. Non usate però meccanicamente paradigmi preconfezionati: i “modelli” per scrivere
una storia, se usati in modo meccanico e con poca inventiva, generano storie uguali, fatte con
lo stampino, scialbe e prevedibili.
Lo stesso libro di Vogler, nonostante le avvertenze dell’Autore, introducendo un modello
narrativo in undici passi, ha generato una sequenza di film – soprattutto d’azione – in cui la
rispondenza al modello è precisa e verificabile. Il migliore utilizzo del mito, invece, sta nel trarne
ispirazioni, indicazioni, non strumenti meccanici che difficilmente possono generare buone
storie.
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