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slide2 - counseling nutrizionale

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slide2 - counseling nutrizionale
Counseling: alcune definizioni
“Qualità e abilità necessarie a qualsiasi professionista in
campo sanitario per dare aiuto al consultante
indipendentemente dal tipo di problema della persona e dalla
specializzazione del sanitario. Si tratta sostanzialmente della
capacità di rendere possibile la comunicazione nella relazione
d’aiuto”
(Davis e Fallowfield, 1991)
1
“Nella medicina il piano della relazione operatore-persona che
chiede aiuto, svolge un ruolo ineliminabile e l’abilità di
comunicazione del sanitario rappresenta un aspetto determinante
della sua competenza clinica”
(Gadamer, 1994)
“…l’operatore, prestando la necessaria attenzione e usando la sua
esperienza pratica e le sue nozioni teoriche, può aiutare la persona
a vedere con occhi nuovi se stesso e, sulla base di questa nuova
comprensione, può fare uno sforzo cosciente per correggere alcuni
suoi modi automatici di comportamento e di pensiero”
(Michel ed Enid Balint, 1961)
2
“Più di una volta, insieme a mio fratello e ad altri medici sono
andato a casa di qualche malato che non voleva bere la
medicina…mentre il medico non riusciva a persuaderlo ci riuscii
io, con nessun’altra arte se non la retorica”
(Platone, Gorgia, 76, IV, 456-457)
“Il paziente è come un vaso di Pandora, chissà cosa potrebbe
succedere una volta rimosso il coperchio!”
(Medico Interrvistato)
3
“Chi pone domande ottiene risposte, ma nient’altro, il saper
ascoltare è la vera arte della medicina” (M. Balint)
“Udire è un atto fisiologico, ascoltare è un
atto psicologico”
(R. Barthes)
Ostacoli all’ascolto attivo:
•Fretta
•Interruzioni
•Partenza sbagliata nel dialogo
•Sentimenti del sanitario: paura,
preoccupazioni, distrazione, noia,
rabbia…
4
“Un buon colloquio non coincide né con una predica, né con un
semplice asettico consiglio. Ha a che fare con l’educazione, cioè con
quella forma di comunicazione in grado di dare forma diversa al
quadro di riferimento cognitivo di un’altra persona. Per questo non
può essere soltanto una tecnica (che è possibile apprendere), ma deve
applicarsi all’interno di una relazione (che è necessario sapere e
volere strutturare)”.
(Balint M., 1968)
“I consigli sono raramente bene accetti e coloro che più li
richiedono, sono sempre quelli che meno li gradiscono”
(Bettelheim B., 1978)
5
“Il counseling è un processo relazionale che coinvolge
un operatore (sanitario, scolastico, sociale) e una
persona che sente il bisogno di essere aiutata a risolvere
un problema o a prendere una decisione; l’intervento si
fonda sull’ascolto, il supporto, e su principi peculiari ed
è caratterizzato dall’utilizzo da parte dell’operatore di
qualità personali, di conoscenze specifiche, nonché di
abilità e strategie comunicative e relazionali
finalizzate all’attivazione e alla riorganizzazione delle
risorse personali dell’individuo al fine di rendere
possibili scelte e cambiamenti in situazioni percepite
come difficili dalla persona stessa, nel pieno rispetto dei
suoi valori e delle sue capacità di autodeterminazione.”
(Amadori et al., 2002)
6
“Tipo di scambio comunicativo fra un sanitario e un
utente, caratterizzato da un’istanza di cambiamento…
Parliamo di counseling ogni volta che il sanitario
volutamente e consapevolmente, sceglie di intervenire
nel processo di decisione del suo utente per
promuovere un cambiamento, con l’obiettivo di un
maggior benessere per il paziente stesso… Fare del
counseling è entrare strategicamente nei meccanismi
decisionali del paziente, aiutarlo a trovare il suo modo
per cambiare”
(Bert e Quadrino, 1989)
7
“In una relazione di counseling si pone in essere un
processo di conoscenza e di apprendimento, attraverso il
quale risulta possibile per la persona riorganizzare,
rimuovere o modificare gli ostacoli cognitivi, emotivi e
affettivi che limitano un percorso autonomo di
progettazione e di affrontamento di un problema sia esso
personale o professionale.”
(Ruffini, Sarchielli, 2001)
8
Il colloquio motivazionale è una tecnica di counselling, quindi un
insieme di strategie, strumenti e principi guida per condurre
professionalmente il colloquio nella relazione d’aiuto, e ha la finalità
guidare la persona alla modificazione di un proprio uno stile di vita
problematico e non salutare. Lo stile di vita è problematico quando
mette gravemente a repentaglio la salute fisica, il raggiungimento
delle comuni mete psicologiche, la piena disponibilità delle energie
psicologiche e l’elaborazione dei valori e delle immagini guida per il
conseguimento delle priorità esistenziali. Il colloquio motivazionale
viene applicato nell'ambito dell'educazione alla salute, nelle
situazioni in cui la persona ha difficoltà a riconoscere gli effetti
negativi del suo comportamento sullo stato psico-fisico, nella
comunicazione front office con l’utente, nell’ambito del trattamento
degli stili di vita centrati sulla dipendenza (disturbi del
comportamento alimentare, codipendenza, gioco d’azzardo,
dipendenza da sostanze, ecc.).
9
Il colloquio motivazionale è particolarmente indicato per
trattare e instaurare una relazione terapeutica con pazienti
che hanno un elevato grado di ambivalenza circa il
comportamento problematico/patologico che li caratterizza,
che presentano difficoltà a riconoscere la gravità del loro
problema, i rischi e le conseguenze connessi, e che,
conseguentemente, sono poco motivati a seguire un
trattamento e si mostrano refrattari a consigli e a tentativi di
persuasione volti a indirizzarli verso stili di vita più sani.
Questa somma di condizioni caratterizza particolarmente le
persone dedite a stili di vita “piacevoli/pericolosi” (condotte di
vita genericamente pericolose, uso di sostanze psicoattive,
disturbi del comportamento alimentare, rifiuto di terapie per
patologie croniche quali diabete, nefropatie, ecc.).
10
Il colloquio motivazionale può essere utilizzato:
·
in ambito strettamente sanitario: in questo senso è a) una tecnica
finalizzata a curare o a portare ad un trattamento, b) è rivolto a persone
caratterizzate da una patologia in corso nella quale il cambiamento dello
stile di vita si rivela lo strumento irrinunciabile per fare regredire la
malattia o per controllarla (dipendenza da sostanze psicoattive, diabete,
cardiopatie, nefropatie, ecc.), c) è indicato quando la bassaintensità
dellamotivazione a comportamenti più sani è l’ostacolo principale alla
riuscita del trattamento;
·
in ambito di prevenzione: in questo senso può essere utilizzato con
soggetti sani e su argomenti relativi alla salute, in quelle situazioni in cui
bassa intensità della motivazione e scarsa consapevolezza del problema
sono un ostacolo all’assunzione di comportamenti protettivi e salutari nella
popolazione;
·
in ambito nettamente extra-sanitario, in questo senso può essere
rivolta, ed esempio, al personale “di sportello” che ha contatto, magari
logorante, con il pubblico, dove situazioni di conflittualità o di
incomprensione reciproca dei bisogni e dei punti di vista creano disagi e
fallimento dei compiti comunicativi e di istituto. Oppure può essere rivolto,
in ambito educativo, agli studenti, per migliorare la motivazione allo
studio, e agli insegnanti, per facilitare la comprensione dei giovani poco
propensi ad applicarsi nelle attività scolastiche.
11
Il colloquio motivazionale è utilizzabile dalle professioni impegnate
nella cura e nell’aiuto professionale, che usano l’attenzione alla
relazione col paziente come strumento di cura, che devono tenere
conto della qualità della relazione col paziente in quanto elemento
strategico, per favorire il cambiamento e guidare verso l’accettazione
di un trattamento.
12
Modello disease centred e doctor centred medicine
Malattia intesa come deviazione dalla norma di variabili
biologiche, somatiche, misurabili
Separazione tra mente e corpo, attenzione ai processi di
causa - effetto
La malattia è diversa dal malato ed è uguale in ogni malato
I protagonisti della consultazione clinica sono la disease e il
sanitario. Il paziente risulta una figura ausiliaria ed è trattato
come ricettore passivo delle decisioni prese dall’esperto.
13
Modello patient centred medicine
Attenzione posta sia alla disease che alla illness
Malattia intesa come alterazione a livello
biologico, psicologico, individuale, sociale. Tutte
queste variabili entrano nel lavoro clinico.
Visita medica caratterizzata da una complementarità delle
competenze del paziente (esperto di illness) e del sanitario
(esperto di disease)
La relazione viene riconosciuta come processo che ha come
protagonista il malato e che si sviluppa da un punto di vista
temporale
Trasformazione del flusso comunicativo:integrazione agenda
paziente/sanitario
14
AGENDA DEL PAZIENTE
Ciò che il paziente porta con sé (vissuto, idee…) nella
consultazione, implica la necessità di una comunicazione, è
relazionale. Vissuto del paz. “esternalizzabile” al sanitario
L’agenda è costituita da:
• i sentimenti del pz
• le idee e rappresentazioni del pz. riguardo a ciò che non va
• le aspettative e i desideri riguardo a ciò che dovrebbe essere
fatto
• il contesto familiare, sociale e lavorativo
15
Prompts (suggerimenti) e Cues (indizi): segnali nella
comunicazione del paziente relativi alla sua agenda,
importanti nella raccolta delle informazioni
• termini su cui il paziente modifica (accentua) il tono di
voce
• argomenti introdotti dal paziente e svincolati dal contesto
specifico
• temi reiterati e riproposti durante e alla fine della visita
• argomenti presentati al di fuori del contesto di cui si parla
Il sanitario deve possedere: questioning skills
(capacità di chiedere) active listening skills (capacità
di ascoltare
16
KORPER/CORPO FISICO
Corpo inteso come organismo, come oggetto (somma
di apparati e funzioni). Corpo fisico, descritto dalla
scienza, visto nel suo isolamento dal mondo che gli
appartiene.
Il Korper non rivela il pz., non lo rappresenta in pieno,
non lo esprime.
La medicina chiede di oggettivare ciò che oggettivabile
non è, cioè l’essere umano.
17
LEIB/CORPO VIVENTE
Corporeità vissuta, coincidenza tra corpo
ed esistenza. Il corpo sono io.
“Essere malato significa distogliere la mia intenzionalità dal
mondo, prima io vivevo per il mondo, mi trovo
improvvisamente a vivere per il mio corpo.”
18
Curare
Natura passionale: avere delle cure, delle attenzioni
Natura cognitiva: pensare a qualcuno
Azione: essere pronti a fare qualcosa per qualcuno
To cure cura in senso biologico, trattamento
To care presa in carico del paziente nella sua globalità,
prendersi cura
19
Lo scopo di una relazione di Counseling è quello
di offrire ai clienti “l’opportunità di esplorare,
scoprire e rendere chiari i propri schemi di
pensiero e di azione, per crescere nelle
competenze di coping (fronteggiamento delle
difficoltà) e di autodeterminazione, anche
rispetto alla soluzione di alcuni problemi. Tutto
questo per aumentare la qualità della vita
migliorando l’uso delle proprie risorse e
soddisfacendo al meglio le proprie esigenze, i
propri bisogni e desideri”
(Giusti, Mattachini, Merli, Montanari, 1993)
20
Questioning Skills (Capacità di chiedere)
Informazioni da paz. al san.
Domanda chiusa: prevede una risposta specifica (Quanto ha
di febbre?). Eccesso di domande chiuse, high control style
Domande chiuse multiple: più domande chiuse che
riguardano un solo argomento (Ha avuto capogiri? Ha
notato se aveva fatto colazione prima?
Domande aperte: indagano un range di informazioni (Come
mai è così preoccupato? – Diretta) (Mi dica di più di questo
dolore – Indiretta)
Trigger questions (domande stimolo): Da dove vogliamo
partire?
21
Checking Skills (capacità di controllare, verificare)
Comunicazione dal san. al paz.
Parafrasi: ripetizione di un concetto altrui con parole
leggermente diverse, riproposizione di un unica
informazione
Ricapitolazioni, riassunti: riproposizione sintetica di
molteplici dati espressi dal paz. “mi lasci vedere un
attimo se ho capito bene”
22
Reflections Skills (capacità di riflettere)
Comunicazione dal san. al paz. prevalentemente sulla
illness
Interventi di riflessione: riflessione e comprensione
delle difficoltà e dei sentimenti del pz.
“E’ comprensibile che Lei abbia difficoltà a…”
(legittimazione)
“Vorrei che lavorassimo insieme per trovare il modo
migliore per…” (espressioni empatiche)
23
Tecnica di continuazione: brevi frasi del sanitario che
sollecitano il paziente a parlare. Vada avanti… Mmmh…C’è
altro che vuole dirmi?
Tecnica di eco: ripetizione in forma interrogativa di un
termine utilizzato dal paziente che cattura l’attenzione del
sanitario.
24
L’antropologia
Studia e rileva le cognizioni (logos), interpretazioni e
valutazioni (ethos), le emozioni (pathos), le modalità
comportamentali (methodos), degli individui a livello sociale
Cultura,insieme di
Valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli, segni, modelli di
conoscenza, di comportamento, di valutazione della realtà che
l’individuo apprende nella dinamica inculturativa nelle diverse
fasi del ciclo della vita (infanzia, adolescenza, età adulta).
25
COMPORTAMENTO FRUTTO DI:
Esigenze e bisogni
vitali, fisici ed emotivi
Disponibilità di risorse
per rispondere a queste
esigenze
Modalità personali di
utilizzo di queste risorse
Reazioni degli altri a
queste modalità
Conoscenze,
atteggiamenti e
convinzioni
26
Determinanti predisponenti:
Ambiente
conoscenze
(condizione del vivere)
credenze
valori
atteggiamenti
auto-efficacia
Comportamento
specifico di salute
percezione
Determinanti rinforzanti:
famiglia
Determinanti abilitanti:
disponibilità di risorse per la salute
accessibilità risorse
leggi impegno istituzioni
skill correlati alla salute
gruppo dei pari
insegnanti
datori di lavoro
operatori sanitari
politici
governanti
27
Determinanti predisponenti
Precedono l’assunzione di un comportamento e
forniscono l’impulso iniziale e la motivazione che
sottostanno l’assunzione di un comportamento
Includono: conoscenze, credenze, valori, atteggiamenti
e il senso di autoefficacia, hanno attinenza con la
motivazione di un singolo individuo o di un gruppo ad
agire
Includono le dimensioni cognitive ed affettive
del conoscere, sentire, credere, valutare e
dell’aver fiducia in sè
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Determinanti abilitanti
Facilitano e sostengono la motivazione che realizza
l’assunzione di un comportamento
Includono: la disponibilità e l’accessibilità di risorse
utili alla gestione della salute di una persona o di una
comunità
Includono anche le nuove competenze e abilità delle
quali una persona o una comunità necessitano per
mettere in pratica il cambiamento di un comportamento
29
Determinanti rinforzanti
Contribuiscono e sono di incentivo al persistere e
ripetersi di un determinato comportamento
Includono il giudizio (positivo o negativo) di un
determinato comportamento, il supporto sociale,
l’influenza dei pari, i feed-back dei promotori di
interventi di educazione alla salute
Includono anche le conseguenze fisiche di un
determinato comportamento (mi sento bene o male
dopo l’attività fisica)
30
Elaborazione delle informazioni,
processo non-automatico che si svolge in fasi successive:
Ricevere l’informazione (numero limitato d’informazioni,
dosare la quantità)
Capire: attenzione e percezione selettiva
Ricordare: attribuzione di significato a quanto è stato ascoltato e
valutazione
Accettare l’informazione e cambiare atteggiamenti: elaborazioni
cognitive sulle conseguenze del cambiamento
Cambiare comportamenti: scegliere i comportamenti più idonei
ad un’efficace interazione con l’ambiente
31
Ricordiamo che:
• Molto spesso le persone non desiderano consigli.
Vogliono essere ascoltate e comprese.
• E’ raro che le persone accettino consigli, specialmente
quando pensano che non siano i consigli giusti.
• Se il consiglio si rivela sbagliato, la persona che lo ha
accettato potrà abdicare alla responsabilità personale: dopo
tutto non era stata un’idea sua.
• E’ necessario che i pazienti sentano che le loro abilità ed
esperienze siano ritenute e trattate come valide.
• Dare consigli è un sistema di comunicazione a una sola via.
Nel counseling il paziente deve essere coinvolto attivamente
nell’intero processo.
32
Dinamica del
colloquio:
Insieme dei fenomeni che si producono durante
lo svolgimento del colloquio, nonché le leggi
psicologiche che li determinano. Ogni
colloquio d’aiuto ha una sua propria dinamica
e delle interazioni.
33
Le abilità di counseling richiedono:
• Interesse per il paziente e i suoi problemi
• Le capacità di comprendere e di usare il linguaggio del
paziente
• La capacità di riflettere i contenuti espressi dal paziente
• La comprensione del perché il paziente faccia esperienza
di certe difficoltà
• Uso dell’ascolto attivo (comprendere la struttura interna
di riferimento del paziente).
• Periodico parafrasare e riassumere gli elementi essenziali
delle interazioni
34
• Uso sensibile e tempestivo delle domande
• Autocontrollo e pazienza per permettere al paziente
di procedere con il proprio ritmo
• Capacità di identificarsi con il paziente senza farsi
travolgere emotivamente dai suoi problemi
• Capacità di usare la comunicazione non verbale in
maniera adeguata per incoraggiare il paziente a parlare
• Capacità di rendere il paziente fiducioso nella sua
possibilità e capacità di trovare e applicare la giusta
soluzione ai suoi problemi
35
“Il counselor può indicare le opzioni di cui il cliente dispone
e aiutarlo a seguire quella che sceglierà. Il counselor può
aiutare il cliente a esaminare dettagliatamente le situazioni e i
comportamenti che si sono rivelati problematici e trovare un
punto piccolo ma cruciale da cui sia possibile originare
qualche cambiamento. Qualunque approccio usi il counselor
… lo scopo fondamentale è l’autonomia del cliente: che
possa fare le sue scelte, prendere le sue decisioni e porle in
essere”
(British Association for
Counseling, 1990)
36
Ascoltare attivamente se stessi e i pazienti
Sapere aprire e chiudere un colloquio
Formulare domande appropriate
Stabilire un rapporto di fiducia
Ripetere parole e passaggi chiave
Identificare le discrepanze
Dare informazioni
Monitorare e valutare i
progressi
Parafrasare e
riassumere
ABILITA’ DEL
COUNSELOR
Dare feedback
Identificare punti di forza
Condividere obiettivi
Identificare i temi ricorrenti
Sapere tollerare il silenzio
Stabilire chiari confini emozionali
Mettere in risalto le incoerenze
Incoraggiare le persone a parlare
Utilizzare la comunicazione verbale e non
verbale in maniera efficace e consapevole
Capacità di sentire e comunicare empatia
37
Setting
E’ il luogo fisico in cui si svolge
l’incontro, ma anche l’insieme delle
impressioni che produce nel
paziente e nel medico e, per
funzionare al meglio, necessita di:
• Privacy
• Comfort
• Assenza di interruzioni
• Tempo adeguato per il colloquio
38
Raccogliere informazioni
• Scoprire “l’agenda” del paziente
• Mettere il paziente a proprio agio
• Ascoltare attivamente
• Parlare il linguaggio del paziente, evitando il linguaggio tecnico
• Fare domande
• Incoraggiare il paziente a parlare
• Riformulare le affermazioni importanti fatte dal paziente
• Spiegare perché si fa una domanda
• Usare il silenzio
39
Facilitare il passaggio d’informazioni
•Informazioni una alla volta, essenziali,
importanti, mirate, vere, provate, chiare,
prioritarie, utilizzabili sottolineandone
l’importanza
•Incoraggiare l’utente a fare
domande o a riepilogare quanto
detto dal sanitario con parole
sue
•Parole e frasi brevi evitando il linguaggio
scientifico oppure “tradurlo”
•Ripetere i messaggi più
importanti e se necessario
scriverli
•Schema delle informazioni che verranno
fornite, segnalando l’inizio di ogni nuova
informazione
•Enfasi e ripetizione delle informazioni
chiave
•Prescrizioni: comprensibili, accettabili,
specifiche, dettagliate, concrete, condivise
•Usare materiale per far comprendere
meglio
•Non fornire ulteriori dati fino
a quando non si è verificata la
comprensione di quelli
precedenti
•Usare frasi simili a quelle
usate dall’utente nella
descrizione del problema
40
Le domande devono essere
Neutre, non devono contenere giudizi di valore
Chiuse se richiedono una risposta specifica, aperte se
bisogna sondare più argomenti o bisogna migliorare la
comprensione di ciò che il paziente pensa
Volte a verificare la comprensione di ciò che il medico ha detto
Chiare, non eccessivamente tecniche
41
L’operatore deve chiedersi
La domanda aiuterà il paziente ad esplorare ulteriormente la sua
situazione?
Ho dato tempo al paziente per rispondere alle domande
che gli ho posto?
Perché voglio una risposta alla domanda che sto facendo?
Ho fatto troppe domande durante l’incontro?
E’ troppo presto per formulare questa domanda?
42
Tipi di domande
Domande chiuse
Domande aperte
Domande con il
“perché?”:
richiedono una secca risposta, non sollecitano
riflessione ed elaborazione, richiedono informazioni
specifiche, non invitano al dialogo, mitigano l’ansia del
medico
offrono l’opportunità ai pazienti di ampliare le risposte, di
chiarire a se stessi e al medico aree significative di
preoccupazione e al medico danno l’opportunità di
registrare molte informazioni sulla situazione del paziente
problematiche nel colloquio, suonano talvolta come
un’accusa, innescano meccanismi di difesa nei pazienti
Domande allusive e
retoriche
inducono la risposta, sottintendono
l’opinione di chi pone la domanda
Domande multiple
confondono l’interlocutore, ultima domanda è quella
alla quale viene data una risposta
43
Dare risalto ai punti salienti
emersi dal dialogo
Costruire un
collegamento tra un
argomento e l’altro
alla fine di un
incontro o all’inizio
di quello successivo
Rilevare le incoerenze
emerse nel discorso
Dare ordine
agli eventi
Il riassunto
serve a:
Far capire al paziente che
il sanitario ha ascoltato ciò
che è stato detto
Offrire al paziente la possibilità di
aggiungere cose che non hanno
avuto la necessaria attenzione
Selezionare i problemi
e dare la priorità ad
uno di essi
Migliorare il grado di
autocoscienza del paziente
44
Riassumere in modo accurato richiede:
Comprendere accuratamente quel che è stato detto
Selezionare gli elementi e i temi chiave
Riflettere tali elementi e temi in modo chiaro ed empatico
45
MODELLI CULTURALI DI SALUTE
“Organicista”
·
Linguaggio d’organo
·
Separazione corpo/psiche
·
Dimensione individuale salute/malattia
“Funzionalista”
·
Malattia = interruzione del proprio ruolo sociale
·
Separazione corpo/psiche
·
Dimensione individuale salute/malattia
“Efficientista”
·
Salute = prerequisito del piacere
·
Malattia = devalorizzazione di se stessi
·
Dimensione sociale salute/malattia
46
Riformulazione-Riflessione-Parafrasi
Interventi comunicativi dell’operatore che
consistono nel ridire con altre parole e in
maniera concisa e chiara, ciò che l’altro ha
appena detto, ottenendo l’accordo da parte del
paziente. Vanno usati alla fine di un “periodo”,
per riprendere idee emerse, riformulandole in
modo che la persona possa riconoscerle.
La riformulazione suppone che la persona sia in grado di
riconoscere “il riflesso” di ciò che sta dicendo.
47
EMPATIA: sapersi calare dentro (EN) nel punto di
vista (PATHEIN) di qualcun altro. Entrare nella
situazione dell’altro.
L’empatia può essere sviluppata solo a partire
dall’acquisizione per il sanitario del modello patient center
48
Lo scopo di una relazione di Counseling è quello
di offrire ai clienti “l’opportunità di esplorare,
scoprire e rendere chiari i propri schemi di
pensiero e di azione, per crescere nelle
competenze di coping (fronteggiamento delle
difficoltà) e di autodeterminazione, anche
rispetto alla soluzione di alcuni problemi. Tutto
questo per aumentare la qualità della vita
migliorando l’uso delle proprie risorse e
soddisfacendo al meglio le proprie esigenze, i
propri bisogni e desideri. ”
(Giusti, Mattachini, Merli, Montanari, 1993)
49
“Non dobbiamo pretendere di capire il mondo solo con
l’intelligenza: lo conosciamo, nella stessa misura,
attraverso il sentimento. Quindi il giudizio
dell’intelligenza è, nel migliore dei casi, soltanto metà
della verità.”
(Carl Gustav Jung)
50
“L’interesse per la malattia è sempre e soltanto
un’altra espressione dell’interesse per la vita”
(Thomas Mann)
51
“Il segreto della cura del paziente è il
prendersi cura del paziente”
(Francis W. Peabody, 1927)
52
“Il corpo pensa, parla, comunica, spesso senza che
nulla appaia in quella parte di pensiero
denominata coscienza.
Un corpo che è inscindibilmente biologico e
simbolico, che costruisce se stesso nell’incontro con
gli oggetti e con gli altri corpi tramite diversi
ambiti di sensorialità.
(Mustacchi G., 2001)
53
“L’operatore deve partire dalla propria corporeità, dal
rapporto di comprensione e fiducia nei confronti del
pensiero del proprio corpo, delle proprie emozioni,
all’interno del quale si sviluppano la relazione e l’incontro
professionale.”
(Zannini L., 2004)
54
“Ambientalista”
Ambiente e comportamenti come fonte di salute/malattia
Unità corpo/psiche
Eziologia della malattia nel sociale
“Salutista”
Salute = valore di riferimento assoluto
Legame corpo/psiche
Dimensione fisica scarsamente percepita
Salute = armonia, equilibrio, pace interiore…
55
Dove si collocano l’educazione del paziente e il
counseling?
Si collocano nell’ambito di un modello di salute
globale, che orienta la pratica medica sull’utente e
considera l'educazione come un processo centrato su
chi apprende e che privilegia l’autonomia e la libertà
di scelta del soggetto, che richiede ai sanitari di
ricercare un rapporto di mutua partecipazione e di
collaborazione con l’utente, che implica
un'organizzazione dei servizi ispirata all'integrazione,
alla coordinazione e alla flessibilità.
56
Problem Solving
(Egan, 1990)
a) Esplorare e chiarificare i problemi presenti
b) Sviluppare una nuova comprensione (insight),
considerare gli scopi e gli obiettivi
c) Concepire e attuare piani d’azione, muovendosi
verso le finalità desiderate
57
ANALIZZARE IL PROBLEMA
• Creazione del legame, dell’alleanza tra
sanitario e utente
• C’è un problema?
• Il problema posto dall’utente
• Il problema rilevato dal sanitario (e che
l’utente non vede)
• Il problema rilevato dal sanitario (e che
l’utente nasconde)
58
Separare la persona dal problema:
“anche se le cose vanno male, non sei tu che ad essere
sbagliato”
(no “blaming the victim”)
• Definire il problema in termini di
comportamento: “quando…non riesco a…”
• Analizzare le soluzioni tentate alla ricerca dei
motivi di insuccesso
59
TROVARE NUOVE SOLUZIONI
Rimotivare all’azione (trovare nuove e valide ragioni per
risolvere il problema)
• Esaminare e discutere le nuove e possibili
soluzioni, annotando i vantaggi e gli svantaggi di
ognuna di esse.
• Identificare la soluzione migliore o una
combinazione di varie soluzioni, elencarne le
conseguenze temute.
• Allearsi per il cambiamento.
60
Realizzare piani d’azione
• Stabilire obiettivi specifici, semplici, misurabili,
raggiungibili
• Proporre risultati che ricompensino
• Utilizzare strumenti di controllo (diario,
scheda…)
• Effettuare una valutazione progressiva e
costante
61
Health Behavior
"quegli attributi personali come convinzioni,
aspettative, valori, percezioni e altri elementi
cognitivi;
caratteristiche
di
personalità,
comprendendo in esse stati e tratti affettivi ed
emotivi; modelli di comportamento osservabili,
azioni e abitudini che hanno a che fare col
mantenimento, miglioramento, ripristino della
salute...questi attributi personali sono influenzati
da, e d'altro canto riflettono, processi e strutture
familiari, fattori sociali e legati al gruppo dei pari,
nonché determinanti sociali, istituzionali e
culturali" (Ghochman, 1998)
62
Sick-role behavior
"il complesso delle azioni intraprese da
persone effettivamente malate, diagnosticate
tali. Questa categoria di comportamenti
comprende, tra l’altro, l’accettazione del
regime terapeutico proposto (compliance),
la limitazione delle attività individuali,
familiari e delle responsabilità sociali, il
comportamento connesso al ricovero o alla
riabilitazione"
63
Self-efficacy (Autoefficacia)
"La convinzione che una persona ha di poter mettere in pratica
con successo il comportamento richiesto per produrre risultati
attesi e desiderati"
che dipende da:
l'influenza sociale
il mio medico, la mia mamma, il mio capo mi dicono che ce la farò
il modellamento o apprendimento vicario
vedo che uno come me ce la fa e sento che ce la farò anche io
le esperienze passate in merito al comportamento in oggetto o a
comportamenti analoghi
già una volta sono riuscito a...
lo stato psicofisico momentaneo
oggi mi sento un leone...o uno straccio...
64
Locus of control
"c'è una relazione tra le convinzioni di un
individuo circa la propria capacità di esercitare
un controllo diretto sugli eventi che gli
occorrono (locus of control interno) o,
viceversa, circa la dipendenza degli eventi
dalle azioni altrui o dalla sorte (locus of
control esterno) e il suo comportamento
rispetto a quelle stesse situazioni"
(Rotter, 1975)
65
Comportamento problematico
L’utente lo percepisce come problema?
gli "serve" per far fronte a qualche situazione?
lo percepisce come legato alla sua salute?
la sua salute costituisce la sua preoccupazione primaria, in generale, o in questo momento
particolare?
forse nel suo orizzonte di vita esistono cose e mete più importanti, a cui conviene ancorare la
necessità del cambiamento (dimagrire per essere più bello anziché più sano)?
L’utente avverte davvero la necessità di cambiare?
in che stato emotivo si trova?
a cosa attribuisce la causa della difficoltà di intraprendere o modificare un certo
comportamento?
il comportamento indesiderato è automatico?
il comportamento desiderato è considerato troppo difficile da raggiungere?
ha una qualche valenza negativa?
genera sentimenti negativi?
L’utente sente di non farcela?
sente che non dipende da lui?
66
Tre nozioni distinte di malattia
Disease (medicina):
Concezione bio-medica della malattia. Alterazione
oggettivamente attestabile della realtà biofisica
della persona. Modello esplicativo scientifico.
Netta separazione tra soma/psiche/cultura.
Sickness (società):
Ruolo sociale del malato. Reazione alla malattia
e organizzazione della cura da parte del contesto
sociale. Costruzione sociale della malattia.
Illness (individuo):
Esperienza soggettiva dell’essere malato.
Significato polisemantico: cognizioni, emozioni,
valutazioni, rappresentazioni individuali
67
Fasi dell’accettazione della
malattia
• Shock iniziale
• Negazione
• Ribellione
• Mercanteggiamento/Contrattazione
• Tristezza
• Accettazione-Adattamento
68
Fattori che influiscono sull’accettazione della malattia
• Tipo di patologia
• Rappresentazioni culturali della patologia
• Struttura di personalità
• Cultura, status e ruolo sociale
• Atteggiamento dei congiunti e relazione con loro
• Relazioni con il medico e con la struttura sanitaria
69
La malattia cronica implica per il malato:
• Perdita del senso d’integrità
• Sensazione d’incertezza
• Modificazione dell’immagine di sé e degli altri rispetto
a se stesso
• Cambiamenti del ruolo familiare e sociale precedente
alla comparsa della malattia
• Mutamenti nello stato delle prestazioni professionali e
familiari
• Costante e consapevole partecipazione alle cure
• Continua attenzione allo stile e ambiente di vita
70
Conseguenze psichiche sulla persona per l’insorgere
della malattia:
• Regressione a comportamenti infantili
• Riduzione degli interessi
• Egocentrismo
• Dipendenza dagli altri
• Comparsa del pensiero magico
• Complicità del malato con la sua malattia
• Sottrazione alle relazioni frustranti
• Introversione
• Fuga nell’immaginario
71
Educazione del paziente
“Processo che procede a tappe, integrato nel
programma di cure e che comprende un insieme di
attività organizzate e di sensibilizzazione,
informazione, apprendimento, aiuto psicologico e
sociale riguardante la malattia, le cure e destinato
ad aiutare il paziente e la sua famiglia a
comprendere la malattia e i suoi trattamenti,
collaborare alla cura, farsi carico del proprio stato
di salute e favorire il ritorno alle attività normali.”
(DECCACHE A., LAVENDHOMME E., 1989)
72
Modelli di base del rapporto medico-paziente secondo Hollender
MEDICO
1. Attività
PAZIENTE
Passività
SITUAZIONE
Urgenza-coma
Agitazioneoperazione
Malattie acute
2. Direzione Collaborazione (appendicite, malattie
febbrili)
3. Partecipazione reciproca
Malattie croniche
riabilitazioni
post-operatorie o
post- traumatiche
PROTOTIPO
Relazione
madre-lattante
Relazione
genitori-bambini
Relazione
adulto-adulto
Schneider P. B., Psicologia Medica
73
La malattia cronica di un congiunto può
indurre nei familiari:
•Ansia e timore per le sorti del congiunto e anche di se stessi
•Sensi di colpa
•Sottostima della portata della malattia
•Enfatizzazione della malattia
•Sordità nei confronti delle esigenze del malato
•Diagnosi affrettata di inutilità della vita del paziente
•Rifiuto del malato e aggressività nei suoi confronti
•Aggressività verso il medico (capro espiatorio)
74
Assumendo l’ottica del paziente
Obiettivi:
• aumentare le conoscenze sulla malattia e la sua
terapia
• sviluppare le capacità di gestire nella massima
autonomia la propria salute
• favorire il processo di accettazione della malattia
• acquisire capacità per gestire eventuali episodi critici
• accettare la compliance al regime terapeutico
75
Assumendo l’ottica del sanitario
Obiettivi:
• promuovere la compliance al regime terapeutico
• prevenire riacutizzazioni e complicazioni ulteriori
• evitare che le riacutizzazioni abbiano esito infausto
• ridurre il numero di ricoveri e delle giornate di degenza
• ridurre la spesa per farmaci, degenze e visite specialistiche
76
Compliance
Definizione classica: “il grado in cui il comportamento di una
persona (assunzione di farmaci, osservanza di diete,
cambiamenti nello stile di vita) coincide con le
raccomandazioni del medico”
(Haynes, 1979)
Assunti di tale definizione:
•Il trattamento prescritto è il migliore
•La prescrizione è stata trasmessa in modo inequivocabile
•Il paziente è tenuto all’obbedienza
•Implica un giudizio negativo sulla mancata osservanza
77
Adherence to treatment-Concordance
“Coinvolgimento attivo e collaborativo del paziente a cui
si chiede di partecipare alla pianificazione e
all’attuazione del trattamento elaborando un consenso
basato sull’accordo”
(Meyers e Midence,1998)
Assunti di tale definizione:
•Ruolo attivo del paziente nella gestione della malattia e
terapia
•Alleanza medico-paziente come base per l’aderenza
•La non aderenza viene interpretata come inefficacia della
comunicazione medico-paziente
78
Fattori che influenzano la compliance
Intriseci al paziente
•Gravità dei sintomi
•Livello culturale
•Tratti di personalità
•Stato psichico legato alla malattia
•Conoscenze acquisite sulla malattia
•Pregiudizi sulla inefficacia del farmaco
79
Fattori che influenzano la compliance
Estrinseci al paziente
•Durata della terapia, sua
complessità ed interferenza con
lo stile di vita
•L’assenza di sintomi
•Mezzo di cura e le sue
rappresentazioni
•Relazione medico-paziente
•Quantità e frequenza di
assunzione di farmaci
•Prescrizione di più farmaci
insieme
•Manifestazione tardiva
dell’azione benefica del
farmaco
•Effetti collaterali del farmaco
•Qualità e quantità di
informazioni che al paziente
viene data sul protocollo
•Influenza dell’ambiente sociale
(norme collettive, aiuto della
famiglia, rete di sostegno sociale)
•Le caratteristiche del setting
clinico (ospedale, domicilio…)
80
Giovane e brillante ragazza recita:
“Oh, no, l’influenza!…Sono tre
giorni lavorativi in meno, due
partite a tennis perse, tre
appuntamenti saltati, due cene
rimandate…”
(Stigmatizzazione di angosce
fondamentali del nostro tempo)
81
Risultati di un’ indagine
73% delle parole pronunciate negli incontri sono proferite
dal medico
di cui:
• 47% domande rivolte alle madri
• 27% prescrizioni o consigli
• 23% constatazioni sullo stato di salute del
bambino
• 3%
risposte a domande delle madri
cit. da L. Boltanski, Puericultura e morale di classe,
Firenze, Guaraldi, 1972, p.93
82
"La ricchezza non è tutto, ma è
molto meglio della salute. Dopo
tutto, non si può andare dal
macellaio e dire “non prendo mai il
raffreddore, mi incarti del filetto,
per favore” (Woody Allen)
83
“La malattia diventa essere malati, si trasforma in evento
e riceve significato solo all’interno di una biografia”
Von Weizsacher V.
84
“Il paziente entra, si siede, parla. Il medico lo ascolta,
lo visita, pronuncia una diagnosi, prescrive
accertamenti diagnostici e/o un medicamento.
Lo schema è questo. Ma ciò che rende la professione
medica insostituibile è qualcosa che trascende questo
schema. Sempre. In tutti i casi.”
Bensaid N.
85
“… non si può osservare un’onda senza tener conto degli aspetti
complessi che concorrono a formarla e di quelli altrettanto
complessi a cui essa dà luogo. Questi aspetti variano
continuamente, per cui un’onda è sempre diversa da un’altra
onda; ma è anche vero che ogni onda è uguale a un’altra onda,
insomma ci sono delle forme e delle sequenze che si ripetono,
sia pur distribuite irregolarmente nello spazio e nel tempo”
(I. Calvino, Palomar 1983)
“Quelli che s’innamoran di pratica senza scienza, son come ‘l
nocchiere, ch’entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha
certezza dove si vada”
(Leonardo Da Vinci “Scritti”)
86
“Tutte le scienze, comprese quelle fisiche e biologiche, sono
sociali, ma non si deve dimenticare che tutto ciò che è
antroposociale ha un’origine, un radicamento e una
componente biofisica”
(E. Morin,1982)
“Tutte le parti dell’organismo formano un cerchio.
Perciò ogni parte è sia il principio, sia la fine”
(Ippocrate, Trattato sul decoro)
87
“…il termine salute nella storia del linguaggio rinvia al latino
salus, salvus, al greco…sos e olos fino ad una radice comune
skr e al sanscrito sarvah che connota un significato di intero,
intatto, tutto.
Con la parola salute il linguaggio ci affida dunque un orizzonte
di interezza e totalità.”
(Greppi A., 1985)
“Ogni concetto può venire osservato come un punto, il quale,
come il punto di vista di un osservatore, ha il suo orizzonte,
costituito da una moltitudine di cose, che in base a tale
punto possono venire rappresentate, e per così dire,
abbracciate con lo sguardo"
(I. Kant)
88
“La conoscenza è un processo costruttivo i cui risultati sono mediati
dalle strutture interpretative che si attivano nell’osservatore e il
modo in cui noi vediamo un oggetto dipende largamente dal contesto
in cui è inserito”
(Asch, Gestalt Theorie,1949)
“Nessuna mente è libera dagli effetti del
condizionamento precedente che viene costruito
attraverso le rappresentazioni sociali, il linguaggio, e la
cultura che le sono proprie…Noi pensiamo per mezzo di
una lingua, organizziamo il nostro sapere e il nostro
sentire in base a ciò che abbiamo interiorizzato, senza
essere consapevoli di tale condizionamento.”
(Geertz C.)
89
“Il mondo non racchiude alcuna informazione, il mondo è come
è. E’ l’osservatore che determina il significato di un oggetto,
dandogli un senso con la sua interpretazione. Questa
costruzione di significato è sempre socialmente costruita.”
(Heinz von Foerster, “La verità è l’invenzione di un bugiardo.
Colloqui per scettici.” ,1997)
“L’osservazione, deve essere utilizzata non come imposizione di
significato da parte dell’osservatore, bensì come una scoperta
di significati che gli individui in un contesto conferiscono alle
loro azioni…La situazione da osservare si presenta come un
testo che chi osserva si sforza di leggere sopra le spalle di colui
al quale appartiene”
(Geertz C.)
90
L’antropologia
Studia e rileva le cognizioni (logos), interpretazioni e
valutazioni (ethos), le emozioni (pathos), le modalità
comportamentali (methodos), degli individui a livello sociale
Cultura,insieme di
Valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli, segni, modelli di
conoscenza, di comportamento, di valutazione della realtà che
l’individuo apprende nella dinamica inculturativa nelle diverse
fasi del ciclo della vita (infanzia, adolescenza, età adulta).
91
Cultura,insieme di
Valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli, segni, modelli di
conoscenza, di comportamento, di valutazione della realtà che
l’individuo apprende nella dinamica inculturativa nelle diverse fasi
del ciclo della vita (infanzia, adolescenza, età adulta).
“Le rappresentazioni sociali sono quelle idee costruite nel vivo
dell’interazione e della comunicazione quotidiana (quindi sociali
sia a livello della loro fabbricazione che della loro
condivisione), che divengono degli elementi cognitivi essenziali
nella determinazione del senso comune e della stessa realtà
sociale.”
(Moscovici,1989)
92
Cosa l’antropologo osserva dei fenomeni di salute/malattia?
Concezioni eziologiche e terapeutiche della malattia
Universo di: segni, simboli, riti, valori, linguaggi
Analisi della cultura organizzativa del mondo sanitario
Rappresentazioni sociali della salute/malattia (loro formazione,
stabilità, agenzie promotrici…)
Sistemi medici delle varie società e schemi
interpretativi da essi applicati
Concezioni e uso del corpo
Atteggiamenti e
comportamenti nella
salute/malattia nei vari
eventi della vita
Medicine alternative,
tradizionali,
Comunicazione e relazioni
tra l’utente e il sanitario
93
La conoscenza della realtà è “observer dependent” e genera:
• Gli strumenti utilizzati per generare
conoscenza
• Schemi interpretativi che applica ai dati
• Organizzazione dei dati in un quadro
unitario
• Scelta del livello semantico
• L’oggetto di osservazione
“Punteggiatura” della realtà
Strutture dialogiche con l’oggetto
dell’osservazione
Osservazione dell’osservatore
Reazioni dell’oggetto all’osservatore
“Campo di emozioni e resistenze”
nell’osservatore
• Cosa si guarda di questo oggetto
• Gli scopi dell’osservazione
• Modalità di stare nell’osservazione
“Organizzare i dati in un modo o nell’altro crea quelle che possono
essere definite realtà differenti” (Watzlawick)
94
Due anime della medicina:
scientifico-positivistica e
quella psico-antropologica
Mito dell’efficienza
fisica e della
produttività
Cura e prevenzione non
più affidata solo alla
medicina
Cronicità come
elemento patomorfico
dominante
Dilatazione dell’area
dei fenomeni
avvertita e
interpretata come
sintomi
Tecnologizzazione della
medicina, distanziamento
dalla realtà psicologica e
antropologica della
persona malata
95
Nell’attività educativa è fondamentale comprendere
La “ragnatela di significati”, le rappresentazioni sociali, l’universo
simbolico-culturale dei formandi ed essere consapevoli delle proprie
proiezioni culturali.
I soggetti dell’attività educativa sono persone che hanno cognizioni,
atteggiamenti, comportamenti che influenzano la decodifica dei
messaggi dei sanitari.
Ognuno percepisce la sua “visione del mondo”come naturale e non è
consapevole della lettura parziale e culturalmente orientata e
connotata dei fenomeni.
96
Ciò che apprendiamo a contatto con esperienze sempre più
numerose e varie ed in contesti relazionali sempre più
vasti, contribuisce a strutturare la personalità individuale
e il sentimento di appartenenza a determinati gruppi
sociali di cui si condividono scopi, valori, comportamenti
Lo scopo di un educatore non è quello di insegnare qualche
cosa a chi gli sta di fronte, bensì quello di ricercare con lui
i modi per trasformare la realtà in cui entrambi vivono.
Paulo Freire
97
“Ognuno di noi costruisce e ricostruisce se stesso ciclicamente:
le esperienze possono indurci a cambiamenti nel modo in cui
costruiamo noi stessi, gli altri o i ricordi stessi…si possono così
determinare nuovi linguaggi con i quali affrontiamo le esperienze
stesse e l’azione.Il processo è evidentemente circolare; non
esiste un punto di partenza definito ed un punto d’arrivo, poiché
ogni tappa è contemporaneamente “causa” ed “effetto” del
nostro divenire”.
(Amovilli Luca,1994)
“Le cose vere nella vita, non si studiano né
s’imparano, ma s’incontrano”
(Oscar Wilde)
98
Elaborazione delle informazioni,
processo non-automatico che si svolge in fasi successive:
Ricevere l’informazione (numero limitato d’informazioni,
dosare la quantità)
Capire: attenzione e percezione selettiva
Ricordare: attribuzione di significato a quanto è stato ascoltato e
valutazione
Accettare l’informazione e cambiare atteggiamenti: elaborazioni
cognitive sulle conseguenze del cambiamento
Cambiare comportamenti: scegliere i comportamenti più idonei
ad un’efficace interazione con l’ambiente
99
“Non c’è dubbio che la parola “apprendimento”
denoti un cambiamento di qualche tipo; dire quale
tipo di cambiamento è una faccenda delicata”
(G. Bateson, 1972)
Linus:
“Ho insegnato a Snoopy a fischiare”
Lucy:
“Ma Snoopy non sa fischiare”
Linus:
“Ho detto che gli ho insegnato, non che lui abbia imparato”
100
Apprendimento
Esperienza globale, che coinvolge le sfere cognitiva, affettiva e motoria
della persona, che si struttura nel rapporto con l’ambiente fisico, culturale,
sociale e relazionale in cui la persona è inserita. Processo che può essere
favorito, sollecitato, sostenuto, ma che non può essere determinato
meccanicamente in modo del tutto prevedibile.
“L’apprendimento sorge in una situazione in cui non conosciamo
ancora, o siamo incapaci di ottenere ciò a cui aspiriamo…ciò
implica incertezza, frustrazione, delusione: si tratta di
un’esperienza dolorosa, se lo è troppo rispetto a ciò che può
essere tollerato, allora si cerca di evitarla…le ansie che assalgono
colui che impara sono: paura di confusione di fronte ad esperienze
non ancora classificate, impotenza di fronte al non sapere, paura
dell’inadeguatezza e del giudizio altrui.”
“L’esperienza emotiva nei processi di apprendimento” Salzberger I. et al., 1987
101
Setting dell’apprendimento: cornice spaziale-temporale e
simbolica (spazio fisico e simbolico) in cui si situa l’agire
formativo.
Il setting ha regole, codici, vincoli, possibilità proprie.
Il setting è un contenitore dell’esperienza formativa.
E’ come un teatro, dove gli attori vivono un’esperienza simile alla
realtà, ma che non è la realtà
Il setting offre la possibilità di innescare processi di
apprendimento non minaccianti e di consentire un
processo di apprendimento trasferibile poi nella vita
quotidiana
102
Nell’esperienza formativa si è chiamati a:
Mettere in gioco se stessi
Mettere in gioco i propri processi cognitivi
Mettere in gioco le proprie dinamiche affettive
Mettere in gioco le proprie attribuzioni di
valore rispetto all’oggetto intenzionale (ciò che
accomuna tutti gli attori che partecipano ad un
setting) e alle modalità di apprendimento
103
Lo scopo di un educatore non è quello di insegnare
qualche cosa a chi gli sta di fronte, bensì quello di
ricercare con lui i modi per trasformare la realtà in
cui entrambi vivono.
Paulo Freire
“Ognuno di noi costruisce e ricostruisce se stesso ciclicamente: le esperienze
possono indurci a cambiamenti nel modo in cui costruiamo noi stessi, gli altri o i
ricordi stessi…si possono così determinare nuovi linguaggi con i quali
affrontiamo le esperienze stesse e l’azione.Il processo è evidentemente circolare;
non esiste un punto di partenza definito ed un punto d’arrivo, poiché ogni tappa è
contemporaneamente “causa” ed “effetto” del nostro divenire”.
(Amovilli Luca,1994)
“Le cose vere nella vita, non si studiano
né s’imparano, ma s’incontrano”
(Oscar Wilde)
104
Sé imperativo:
Schema di sé:
“Struttura di conoscenza
capace di organizzare e
direzionare l’elaborazione
dell’informazione riguardanti
il sé.Insieme dei sentimenti
che definiscono ciò che
ciascuno di noi ritiene di
essere.”
ciò che si ritiene di dover
essere o fare sulla base
delle norme sociali e degli
altri significativi
Sé effettivo:
rappresentazione degli
attributi che si ritiene di
possedere
Sé ideale:
insieme di caratteristiche
che, idealmente, si
desidererebbe possedere
(Markus, 1982)
Sé possibile:
rappresentazione di ciò
che si può, si vorrebbe o si
teme di diventare
105
Il sé si realizza
contemporaneamente
come:
Me materiale:
Me sociale:
Me spirituale:
Conoscitore (l’IO)
Oggetto di conoscenza (il ME)
conoscenze possedute sul proprio corpo e degli
spazi confinanti (casa, vestiti…)
immagini molteplici di me stesso
possedute dagli altri
conoscenze dell’individuo rispetto ai
suoi tratti di personalità, disposizioni,
atteggiamenti, motivazioni, interessi
Nell’osservazione il soggetto osservante e l’oggetto osservato usano questi
schemi del sé e sovente operano un processo chiamato autopresentazione:
“processo mediante il quale le persone manipolano la loro immagine e il loro
comportamento in modo da creare specifiche impressioni nei loro interlocutori”
(Moscovici, 1989)
106
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