Quelli della Trincea dei Razzi - Centro Internazionale Del Fumetto
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Quelli della Trincea dei Razzi - Centro Internazionale Del Fumetto
Quelli della Trincea dei Razzi Produzione multimediale realizzata da Figli d'Arte Medas e Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari per la sesta edizione del Festival Internazionale Nues Fumetti e Cartoni nel Mediterraneo – Nuvole dal fronte. Testo tratto dal racconto drammatico di Giuseppe Dessì " La trincea". Drammaturgia di Gianluca Medas Musica di Filippo Medas Disegni di Gildo Atzori, tratti dal fumetto “Dimonios – La leggenda della Brigata Sassari” Voce recitante: Gianluca Medas Montaggio immagini: Laura Congiu Archivio fotografico di Antonio Ariu Durata: 40 m. Scheda Recitazione e musica, fumetto e fotografia si uniscono in questa produzione multimediale, che intende rievocare “l’audacia e eroica fermezza” (Boll. Uff., 12 agosto 1916) del 151° e 152° Reggimento Fanteria dell’Esercito, durante la Prima Guerra Mondiale. In particolare sul Carso, il 14 novembre 1915, il III Battaglione del 152° della Brigata Sassari comandato dal maggiore Dessì-Fulgheri conquistò i trinceramenti detti “dei Razzi”, dando prova delle “forti virtù di quell’intrepida gente sarda” (Boll. Uff., 9 giugno 1920) che hanno contribuito a creare la leggenda della Brigata Sassari. “Quelli della Trincea dei Razzi” racconta un episodio specifico della Grande Guerra, esplicativo però di ciò che significò per i giovani sardi abbandonare, in molti casi per la prima volta, la loro terra natia, l’isola, insieme limite e protezione, e combattere in nome dell’Italia. La voce di Gianluca Medas ci trasporta nel mezzo della battaglia, grazie all’adattamento drammatico di “La trincea”, soggetto televisivo -lo sceneggiato omonimo andò in onda sulla Rai nel 1961, con la regia di Vittorio Cottafavi- firmato dallo scrittore Giuseppe Dessì, il cui padre combatté proprio la battaglia della Trincea dei Razzi. Dalla storia non emergono solo l’eroismo e l’audacia dei “dimonios” nelle azioni di guerra, ma anche il grande rapporto umano tra il maggiore ed i suoi soldati, che "sanno uccidere e sanno morire", lo spirito di sacrificio e di appartenenza ad un popolo, che da sardo si sta trasformando in italiano. Il racconto gode delle suggestioni di un montaggio che alterna fotografie d’epoca dei fanti della Brigata Sassari ai disegni di Gildo Atzori tratti dal fumetto “Dimonios”, con la sceneggiatura di Bepi Vigna. Le musiche originali di Filippo Medas, insieme al montaggio di Laura Congiu, conferiscono ritmo alla narrazione, sottolineando i momenti chiave della vicenda. La contaminazione tra linguaggi artistici, con le immagini a fumetti che rendono vivido e dinamico il racconto, è particolarmente congeniale ad attirare un pubblico giovane, per il quale occasioni come il Centenario della Grande Guerra e della nascita della Brigata Sassari devono necessariamente assumere un significato che non sia meramente didascalico. Evocare l’epopea dei giovani sardi che combatterono nelle trincee tra il 1915 e il 1918 attraverso un media familiare per i ragazzi d’oggi, appare come una sfida, volta a fare del momento delle celebrazioni, troppo spesso subìto, un occasione di partecipazione e comprensione verso l’esperienza di vita di ragazzi semplici, magari coetanei del pubblico di riferimento, vissuti un secolo prima in tempo di guerra.