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cap03_new_proprietà - Università del Salento

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cap03_new_proprietà - Università del Salento
Proprietà dei solidi
Proprietà dei materiali
• I materiali si possono caratterizzare sulla base di diverse classi
di proprietà
• Le proprietà del materiale dipendono da parametri esterni
(temperatura, pressione), che dal tipo di materiale, dalla sua
purezza, dalla tecnologia di lavorazione
– Meccaniche: modulo, resistenza, duttilità, tenacità, durezza, fatica,
creep…….
– Trasporto di materia: diffusività….
– Chimiche di superficie: ossidazione, corrosione…..
– Termiche: calore specifico, coefficiente di dilatazione, conducibilità
termica…..
– Ottiche: assorbimento, riflessione……
Proprietà meccaniche
• Gran parte dei componenti in esercizio sono soggetti a forze di
vario genere
• L’effetto delle forze è di indurre delle deformazioni nei
materiali
• Le relazioni tra carichi applicati e deformazioni determinano il
comportamento meccanico di un materiale
• La determinazione delle distribuzioni degli sforzi e delle
deformazioni derivanti da carichi esterni applicati permette di
dimensionare le parti in fase di progettazione
Tipologia di prova
• Le proprietà meccaniche vengono determinate in prove di
laboratorio
• Le prove meccaniche si differenziano in base a :
– Natura della sollecitazione applicata. Il carico applicato può essere di:
•
•
•
•
•
Trazione
Flessione
Compressione
Taglio
Torsione
– Distribuzione temporale della sollecitazione applicata
•
•
•
•
Prove dinamiche: Istantanea
Prove statiche: Continua
Prove periodiche: Alternata
Prove per scorrimento viscoso: Costante
– Temperatura di prova
Tempo di applicazione del carico
Prove
dinamiche
Prove periodiche
Prove per scorrimento
viscoso
carico
Ore-giorni
0.01-1 s
Prove statiche
Pochi minuti
millisecondi
tempo
Trazione e compressione
• Trazione: sollecitazione normale, lo sforzo agisce in direzione
ortogonale al piano sollecitato
• Tirante (trazione, sforzo normale positivo)
• Colonna (compressione, sforzo normale negativo)
L  L  L0
trazione  L  0
compressio ne  L  0
L0
L
Sforzo e deformazione
• Applicando una forza F,
ciascuna sezione sopporta la
stessa forza F
• Si definisce lo sforzo  (MPa)
• L’allungamento dipende non
solo
dalla
sollecitazione
(sforzo) ma anche dalla
lunghezza iniziale
• Si definisce la deformazione ,
indipendente dalla lunghezza
iniziale
F

A0
L
L

L0
Taglio
• Taglio: sollecitazione parallela, lo sforzo agisce in direzione
parallela al piano sollecitato
• Albero motore
w
L0
F

A0
w

L0
Prove di trazione
• Sono le prove più comunemente utilizzate per determinare le
proprietà meccaniche quali modulo elastico, resistenza,
allungamento a rottura, tenacità
• Si applica una deformazione controllata ad un provino a osso di
cane (una traversa è fissa, l’altra mobile)
• Si misura la risposta del campione in termini di forza
Schema meccanico della
prova
F
F
1
F
1
F
2
2
F
F
• Alla forza applicata verso l’altro
corrisponde una volta verso il
basso (no accelerazione)
• Tagliando il provino su una
sezione, dal lato della parte 1
agisce una forza F
• Analogamente, dal lato 2 agisce
una forza F per cui su ogni sezione
agisce la stessa forza F
Apparecchiatura di prova
La traversa mobile
viene fatta spostare a
velocità costante vt
lungo l’asse verticale
La
variazione
di
lunghezza del provino
è:
L  vt t
E la cella di carico
misura
la
forza
necessaria ad imporre
l’allungamento
Colonne
Traversa mobile
Cella di carico
Provino
Traversa fissa
Sistema attuatore
LVDT
afferraggi
Geometria del provino
• Si risale allo sforzo e alla deformazione dai parametri misurati
dalla macchina:
– Allungamento del provino
– Forza del provino

F
[ MPa ]
A0

L L  L0

[mm / mm]
L0
L0
LT
A0
L0
LC
• Il materiale si oppone ad una certa
deformazione imposta dall’esterno con
uno sforzo
• Si ricava un diagramma -
• Deformazione elastica:
– Deformazione reversibile indotta da uno
sforzo esterno agente sul materiale
– Quando la forza agente viene annullata, si
azzera anche la deformazione
– Per molti materiali nel tratto elastico esiste
una proporzionalità diretta tra  ed 
Sforzo (MPa)
Tratto elastico
Deformazione (mm/mm)
Modulo elastico
• Se sussiste proporzionalità tra  ed :
  E
Legge di Hooke
• E Modulo di Young (o modulo elastico)
• Definisce la rigidezza di un materiale
(legata alla forza di legame)
• Nel caso più generale in cui è più
difficile individuare un tratto lineare

E  lim
 o 
• Tangente alla curva - nell’origine
[ E ]  GPa, MPa( N / mm2 )
Valori del modulo di
Young (MPa)
Gomma
7
Legno
14000
cemento
17000
Osso
20000
Vetro
70000
Piombo
16000
Alluminio
74000
rame
120000
Acciaio
200000
Tungsteno
400000
Diamante
1200000
Rappresentazione grafica
• Il modulo è dato dalla pendenza della retta nel campo elastico
 e A sin  
E

 tg  
 e A cos 

600
acciaio E=200 GPa
alluminio E=70 GPa
A
e

 (MPa)
400
200
0
0.000
e

0.001
0.002
0.003
 (mm/mm)
0.004
0.005
Moduli elastici di materiali
Ceramici
Metalli
1000
400
100
•Tungsteno
•Molibdeno
•Acciaio, Ni
•Platino
•Leghe di rame
•SiC
•Al2O3
•SiN
•Fibre di carbonio
•CFRE (// alle fibre)
•Si
•Alluminio, Mg
•Vetro
•Stagno
•Cemento
•Fibre aramidiche
•AFRE (// alle fibre)
•Fibre di vetro
•GFRE (// alle fibre)
•GFRE (┴ alle fibre)
10
•Grafite
4
1
0.4
0.2
•Compositi
•Diamante
40
E(GPa)
Polimeri
•PET
•PS
•PC
•PP
•HDPE
•PTFE
•LDPE
•CFRE (┴ alle fibre)
•AFRE (┴ alle fibre)
•Matrice epossidica
Compositi:
matrice
epossidica con
60% di fibre
monoassiali
Modulo di Poisson
z
• Prova
di
trazione
contrazione trasversale
• Coefficiente (o modulo) di
Poisson
x 
y 
z 
Lx  L0, x
L0, x
 
L0,x
L0,y
0
L0, y
L0, z
L0,z
0
Ly  L0, y
Lz  L0, z
x
z
0
 laterale
 longitudinale

x
y
x

 z
 z
Lz
Ly
Lx
y
y
Modulo di Poisson
• Volume di un pezzo di materiale durante prova di trazione:
V  Lx * Ly * Lz  L0, x 1   x * L0, y 1   y * L0, z 1   z 
V  L0, x L0, y L0, z 1   x   y   z 
• Se durante una prova di trazione il volume si mantiene
costante:
V  V0   x   y   z  0  1  2  0    0.5
• Se invece (come avviene sempre) il volume subisce un
aumento:
V  V0   x   y   z  0  1  2  0    0.5
Mappe modulo-densità
ceramici
Modulo di Young, E (GPa)
1000
100
compositi
materiali
naturali
10
1
0.1
metalli
polimeri
schiume
0.01
elastomeri
1E-3
1E-4
10
100
1000
10000
3
density (Kg/m )
Mappe modulo-costo
Modulo di Young, E (GPa)
1000
100
ceramici
avanzati
ceramici
tradizionali
metalli
compositi
10
materiali
1 naturali
0.1
0.01
0.01
polimeri
schiume
elastomeri
0.1
1
10
100
costo relativo per unità di volume
Energia e forza di legame
• Nella formazione di un legame, esiste una
componente della forza attrattiva. Nel caso
F
del legame ionico:
Z1Z 2e 2
Fatt 
0
2
40 a
• Z1=-Z2 numero di elettroni rimossi o
aggiunti durante la formazione degli ioni,
e carica dell’elettrone, a distanza degli
ioni, 0 permittività del vuoto
• La forza repulsiva invece vale (n<1):
Frep
a
nb
 n 1  0
a
• La forza risultante è:
2
Z1Z 2 e
nb
Fris 
 n 1
2
40 a
a
Forza attrattiva (<0)
Forza repulsiva (>0)
Risultante
Energia e forza di legame
• Alla distanza di legame a0:
Fris  0 
a
1 n
0
F
Z1 Z 2 e 2

40 nb
a
a0
Modulo elastico e struttura
• La
deformazione
elastica
è
diretta
conseguenza
dell’allungamento dei legami atomici
• Il modulo elastico E dipende dalla capacità dei legami atomici
di deformarsi
• Più è alta la rigidezza del legame, maggiore è la rigidezza del
materiale
F
Bassa rigidezza di
legame
rigidezza del legame
 F 
S 

 a  a  a0
a0
 F 
 
 a  a0
a
Elevata rigidezza di
legame
Allungamento dei legami
• Energia di legame E [J/mole]: energia richiesta per separare
completamente gli atomi che formano la struttura
• Presi due atomi, si assimila il loro legame ad una molla
• L’allungamento della molla di una quantità  richiede una forza F
a0
F
F F

a 
S  tan  
S
a=a0+

a
Modulo e rigidezza di legame
• S [N/m] rigidezza di legame
a0

F
S




a02
S
S
2
    E 
 F  a0  S 
a0
a0
a0


 

a0
a0
Tipo di
legame
materiale
Rigidezza
di legame
(N/m)
Modulo di
Young (GPa)
Covalente
Diamante
50-180
200-1000
Metallico
Acciaio
15-75
60-300
Ionico
Cloruro di sodio 8-24
32-96
Idrogeno
Polietilene
3-6
2-12
Wan der
Waals
Cera
0.5-1
1-4
Materiali polimerici
• Domina il contributo del legame più debole
a0
Molla forte (S1)
Legame covalente
Molla debole (S2)
Legame secondario
F



 1 S
 1 1  F  S2 

1
      1







F

tot
1
2
 S1 S 2  S 2  S1 
  F
 2 S 2
F
1
S tot 

 tot 1  S 2 
  1
S 2  S1 
S

S2
4

  2  1  1  Stot  S 2
S1 100  S1 
Modulo di taglio
• Analogamente al modulo di Young si calcola, nelle prove di
torsione (sollecitazione di taglio) il modulo di taglio G

G

z

s
Angolo di
torsione
(s/L)
Mt
z
L
Fragilità e duttilità
• Raggiunto
il
limite
della
deformazione
elastica
(snervamento), un materiale si
può comportare in due modi:

A
– Il campione si rompe
– Il
campione
continua
a
deformarsi, e la deformazione
resta anche dopo che la forza
agente viene annullata
• I due tipi di comportamento
definiscono la fragilità e la
duttilità di un campione
• Fragilità e duttilità dipendono
anche dalla temperatura
B
O
p

OA: Tratto elastico
OB: tratto plastico (solo per
materiali duttili)
p: deformazione plastica
permanente
Materiali fragili
• Nei materiali fragili, l’impossibilità degli atomi di scorrere provoca la rottura
catastrofica del materiale quando la forza applicata supera la forza di legame
• Il materiale quindi si rompe in campo elastico
• Il materiale non è in grado di essere deformato in maniera plastica
• I materiali fragili resistono molto meglio a compressione, dal momento che
la compressione tende a chiudere il difetto, e non ad ampliarlo

R è la resistenza a trazione
R
Fragile (rottura)
O

Materiali duttili
• Il limite del tratto elastico definisce la
resistenza snervamento, Y
• In un materiale duttile lo sforzo cresce fino a
raggiungere un valore massimo
• Il valore massimo dello sforzo è la resistenza
a trazione, R
• I materiali duttili presentano comportamento
simile a trazione e a compressione
• Sopra lo snervamento, l’andamento non è più
lineare
Sforzo critico
di taglio

B
R
Y
O
A

Resistenza allo snervamento-polimeri
• Nei polimeri, lo snervamento è legato al flusso delle molecole
L0
L>L0 allungamento
A<A0
strizione
A0
L>L0 allungamento
A<A0
strizione
L>L0 allungamento
A<A0
strizione
Resistenza allo snervamento-polimeri
• Applicando una forza, la catena si orienta nella direzione della
forza per effetto della rotazione dei legami
Polimero in
configurazione
random 
Rotazione dei legami
Resistenze
• Un materiale fragile non va incontro a snervamento,
• Si rompe prima di snervarsi
 R  Y
• Invece un materiale duttile si snerva prima di rompersi
 R  Y
• Questa è una possibile definizione alternativa per i concetti di fragilità e
duttilità
Resistenze allo snervamento
Metalli
Polimeri
2000
•Acciaio 4140 temprato
1000
•Ti W
400
•Cu
•Acciaio 4140 ricotto
•Acciaio 1020 lavorato a
freddo
•Al 6061 invecchiato
200
y (Mpa)
• Nei
ceramici
e
compositi, è difficile
misurare la resistenza aa
snervamento
• Nei ceramici, la rottura
a trazione avviene prima
che il materiale si snervi
• Anche nei compositi, la
rottura
delle
fibre
avviene prima che la
matrice si snervi
100
•Al 6061 ricotto
40
•PC
•PET
•PVC
•PP
•HDPE
20
•LDPE
•Stagno
10
Resistenze a trazione
Metalli
Ceramici
Polimeri
•Compositi
R (MPa)
5000
2000
•Acciaio 4140 temprato
1000
•W
•Ti
•Acciaio 4140 ricotto
200
100
•AFRE (// alle fibre)
•GFRE (// alle fibre)
•CFRE (// alle fibre)
•Diamante
•SiC
•Al2O3
•Acciaio 1020 lavorato a freddo
•Al 6061 invecchiato
•Al 6061 ricotto
•Si
•Vetro
•Cemento
•PA 6,6
•PC
•PVC
•HDPE
20
10
1
•Grafite
•LDPE
•GFRE (┴ alle fibre)
•CFRE (┴ alle fibre)
•AFRE (┴ alle fibre)
Compositi:
matrice
epossidica con
60% di fibre
monoassiali
Mappe resistenza-densità
10000
ceramici avanzati
Resistenza (MPa)
1000
compositi
100
polimeri
ceramici metalli
tradizionali
10
1
elastomeri
schiume
0.1
100
1000
3
density (Kg/m )
10000
Comportamento post-snervamento

metalli
Resistenza a
trazione r
Polimeri Tg<T
(rotazione dei legami)

Resistenza a
trazione r
Resistenza a
snervamento
y
Allungamento
a rottura r

Allungamento
a rottura r

Resistenza a
trazione r
Allungamento
a rottura r
Polimeri Tg>T (no
rotazione legami),
ceramici


Deformazione a rottura
• Ad un valore di allungamento del
provino, si verifica la rottura
R 
LR  L0
* 100
L0
• Se non ci sono significativi
fenomeni di strizione: A*L=cost
R 
A0  AR
* 100
A0

B
R
Y
O
A
R 
Attenzione: definizioni
• Il modulo è definito dalla pendenza della curva
• La resistenza (a snervamento o a trazione) è definita da un
particolare valore dello sforzo
• La duttilità (allungamento a rottura) è definito da un valore di
deformazione.
Il materiale A è più
rigido,
ma
meno
resistente (e meno
duttile)

B
A
Il materiale A è più
rigido, più resistente,
ma meno duttile

Il materiale A è più
rigido, più resistente,
più duttile

A
A
B
B



Sforzo e deformazione reale
• Per motivi pratici, si utilizzano sforzo e deformazione
ingegneristici, riferiti rispetto alla sezione ed alla lunghezza
iniziale
i 
F
A0
l
i 
l0
• Lo sforzo reale è

T 
A
F F A0

 i 0
A A0 A
A
T,T
i,i
A  A0   T   i
 A  A0
 L  0   i  0




i
 T
• La deformazione reale è
l
l 
 l  l 
dl
dl
  ln 1   i 
d T    T    ln  r   ln  0
l
l
l
l
 0
 0 
l0
T   i
T  i  i  0
O

Sforzo reale e deformazione reale
• È possibile applicare anche delle formula approssimate
• Se il volume del campione non cambia:
Al  A0l0
T  i
l  l
l
 i 0
  i 1   i 
l0
l0

O

Strizione
• In seguito alla strizione, si
verifica la riduzione della
sezione del provino in alcune
zone localizzate
• L’allungamento non è più
omogeneo (uniforme su tutta la
lunghezza)

R
Y
0
Allungamento
distribuito
Strizione

Strizione
σR
σy
Sforzo (MPa)
Si<SSmin<SS2<SS1<SSU<S0
Deformazione (mm/mm)
SSmin
SU
SS1
SS2
SSmin
SSmin
SSmin
SSmin
SU
SU
SU
SU
SU
SU
Si
Effetto della strizione sulle curve
2
1
 F  T 1A1

 F  T 2A2
 F  A
i1 0

A1  A2  A0  T 1 T 2 i1
Resilienza (tenacità)
R
R
0
2
2
• Area di un triangolo!!!
Q   FdL
0
Q
W

A0 L0
LR

0

R
F dl
   i d i
A0 L0 0
Elevato modulo e
resistenza, bassa duttilità,
bassa tenacità
Sforzo (MPa)
• Capacità di un materiale di
assorbire energia prima di
rompersi
• Energia
fornita
al
materiale per romperlo E
• Energia per unità di
volume W
• Solo nei materiali fragili,
la rottura avviene in
campo elastico
 i  E i 0   i   R

 2  R R
W  E  d  E

LR
Modulo, resistenza e
duttilità medi, alta tenacità
Elevata duttilità, bassi modulo e
resistenza, bassa tenacità
Deformazione (mm/mm)
Problematiche prove di trazione
• In una prova di trazione, la rottura
deve avvenire lontano dagli
afferraggi
• Sugli afferraggi, agisce non solo la
trazione, ma anche la compressione
dovuta alla forza di serraggio
• Per questo motivo il provino ha la
forma ad «osso di cane»
• Per un materiale fragile, anche
utilizzando provini ad osso di cane
la probabilità che la rottura avvenga
in corrispondenza degli afferraggi è
molto alta
Provino
duttile,
rottura al
centro, prova
significativa
Provino fragile,
rottura vicino
all’afferraggio,
prova non
significativa
Prove di flessione
• Per i materiali fragili si preferisce calcolare le proprietà meccaniche
attraverso prove di flessione
• Nella prova a flessione l’assenza di ammorsaggi permette di
ottenere risultati più significativi
• Viceversa, la prova di flessione è poco adatta ai materiali duttili (il
provino non si rompe!!!!!)
Provino fragile,
rottura per piccole
deformazioni,
prova significativa
Provino duttile, il
provino non si rompe
(slitta sugli appoggi),
prova non significativa
Prove di flessione
x
• In una prova di flessione lo
sforzo e la deformazione
non sono più uniformi su
tutta la lunghezza
• I parametri misurati sono
la forza e la freccia al
centro
(abbassamento
rispetto alla posizione
iniziale)
• Se la traversa mobile si
sposta in basso con una
velocità vt, la freccia in
mezzeria v è:
v  vt t
Traversa mobile
L/2
L/2
Support span L
Traversa fissa
    x, z 
   z 
z
Trave appoggiata
x
x
z
h
L
F
b
L
h
3L

z  ,x     
F
2
v 
2
2
2bh
L  6h

 z    2 v
2 L

Diagramma delle tensioni
• In ogni sezione (per ogni valore
di z) lo sforzo medio è nullo
• Sforzo
di
trazione
e
compressione si bilanciano
• Lo sforzo è nullo per l’asse di
simmetria x=0
• Lo sforzo massimo si ha nella
sezione di mezzeria (z=L/2)
• In corrispondenza della sezione
di mezzeria
x
h

Confronto materiali fragili-duttili
• Materiale
composito
fragile. Influenza della
temperatura
• Miscela di materiale molto
duttile (LLDPE) e materiale
meno duttile (HDPE).
15
300
12
(MPa)
200
150
100
50
0
0.00
Twintex (PP+E-glass)
30°C
70°C
110°C
0.01
0.02
0.03
(mm/mm)
sforzo (MPa)
250
9
6
3
0
0.0
L L D PE
i o e o t
n w n l h
e
s y y
a
i
l
r
t
e
y
n
e
0.2
0.4
0.6
0.8
deformazione(mm/mm)
Proprietà elastomeri
60
Deformazione dei legami trasversali
50
Sforzo (MPa)
• Il comportamento di
elastomeri è diverso
• La presenza di punti
di
reticolazione
modifica
profondamente
il
comportamento
a
trazione
• Non esiste il tratto
lineare
40
30
20
Allungamento delle catene

 o 
10
E  lim
1
2
3
4
Deformazione (mm/mm)
5
Utilizzo delle caratteristiche meccaniche nella
progettazione
• Le proprietà meccaniche determinate in prove da laboratorio
vengono utilizzate nella progettazione di componenti.
• Durante la sua vita utile un componente deve:
– 1) resistere alla sollecitazione applicata (non si deve rompere o
deformare in maniera permanente). Progettazione a resistenza. Questo è
un requisito sempre presente
– 2) non deformarsi eccessivamente a seguito sollecitazione applicata.
Progettazione a rigidezza. Questo è un requisito non sempre presente
• In più a volte è richiesto che il suo volume, o la sua massa,
siano inferiori di un certo valore massimo
Progettazione a rigidezza
• Si richiede che l’allungamento (prove di trazione) o la freccia
massima (prove di flessione) siano inferiori ad un certo valore,
ritenuto critico per il componente
L  LMAX
v  vMAX
2
F




A0

FL0
L
F
L


E
 A0 
 
L0
A0
L0
EL

  E


FL0
L  Lmax  A0  A0 min 
ELmax
A0 (mm )
Progettazione a rigidezza- tirante
40
35
30
25
20
15
10
5
0
F=500 N
L0=3000 mm
3
E=210*10 MPa
A0,MIN
LMAX
0
1
1.0
4
0.8
0.6
E=210*10 MPa
3
3
=8000 Kg/m =8E-6 Kg/mm
2
FL0

ELmax
M (Kg)
3
FL0
 AMIN L0 
ELmax
M MIN  VMIN
3
F=500 N
L0=3000 mm
2
VMIN
2
L (mm)
0.4
MMIN
0.2
LMAX
0.0
0
1
2
3
L (mm)
4
Progettazione a rigidezza- trave flessa
v  vmax  h  hmin
15
F=50 N
L0=600 mm
12
h (mm)
3FL




2bh 2

vh
3FL
vh
FL3

3
 E6 2  h 
  6 2 
2
L
2bh
L
4bEv

  E


b=30 mm
3
E=210*10 MPa
9
hMIN
6
3
FL3
3
4bEvMAX
0
vMAX
0
1
2.0
1.6
M MIN  VMIN  L
Fb2
4 EvMAX
2
3
M (Kg)
FL
4bEvMAX
4
F=50 N
L0=600 mm
b=30 mm
3
E=210*10 MPa
3
3
=8000 Kg/m =8E-6 Kg/mm
3
VMIN  LbhMIN  Lb3
2
3
v (mm)
1.2
MMIN
0.8
0.4
0.0
vMAX
0
1
2
3
v (mm)
4
Progettazione a rigidezza- trave flessa a
sezione quadrata (b=h)
15
v  vmax  h  hmin  4
12
3
E=210*10 MPa
h (mm)
3FL




2h 3

vh
3FL
vh
FL3

4
  6 2  3  E 6 2  h 
L
2h
L
4 Ev

  E


F=50 N
L0=600 mm
9
hMIN
6
vMAX
3
0
0
1
3
FL
4 EvMAX
0.5
2
3
v (mm)
4
F=50 N
L0=400 mm
0.4
VMIN  LhMIN  L 2
2
M MIN   2
5
FL
4 EvMAX
3
FL
4 EvMAX
M (Kg)
3
E=210*10 MPa
3
3
=8000 Kg/m =8E-6 Kg/mm
0.3
0.2
MMIN
0.1
0.0
0
vMAX
1
2
3
v (mm)
4
Esempio 1-tirante
FL0
ELmax
• Cavo in trazione
A0 
Forza agente
500 N
Lunghezza
3m
Allungamento
massimo
1 cm
Modulo
210 GPa
densità
8000 Kg/m3
• Attenzione!!!!!
• Tutte le grandezze devono essere
omogenee
• Consiglio: scrivere sempre le
unità di misura delle grandezze
Sezione minima
?
Sbagliato: A0 min 
corretto:
A0 min 
FL0
500 * 3

 7.5 cosa????????
ELmax 200 *1
FL0

ELmax
500N * 3000mm
 0.75 mm 2
 N 
210 *103 
*10mm
2
 mm 
Tirante-Confronto tra materiali
Forza agente
Lunghezza
500 N
acciaio
3m
A
Allungamento 1 cm
massimo
acciaio
PE
Modulo
200 GPa
1 GPa
densità
8000
Kg/m3
900
Kg/m3
Sezione
minima
?
?
A0 
FL0
ELmax
PE
A0 
500N * 3000[mm]
 0.75mm2
3
2
200 *10 N / mm *10[mm]


500N * 3000mm
 150 mm 2
 N 
1*103 
*10mm
2
mm


Materiale più performante
Minore volume (sempre!!!!)
Tirante- peso
• Il peso minimo del cavo in acciaio
M MIN  VMIN  AMIN L  8
g
g
2
*
0
.
75
mm
*
3
m

0
.
008
* 0.75 mm 2 * 3000mm  18 g
3
3
cm
mm
• Peso del cavo in PE
M  0.0009
g
*150 mm 2 * 3000mm  405 g
3
mm
Trave appoggiata-confronto tra materiali
h  hmin  3
3
FL
4bEvMAX
acciaio

h
3

50N * 3000^3 mm
 11.9mm
 N 
4 * 200mm* 200000
* 5mm
2
 mm 
3
PE


50N * 3000^3 mm3
h
 69.6mm
3
 N 
4 * 200mm*1000
* 5mm
2
 mm 
Forza agente
50 N
Lunghezza
3m
Larghezza sezione
20 cm
Freccia massima
0.5 cm
acciaio
PE
Modulo
200 GPa
1 Gpa
densità
8000
Kg/m3
900 Kg/m3
Spessore minimo
?
Materiale più performante
Minore volume (sempre!!!!)
Trave appoggiata-peso
M MIN  8
Forza agente
50 N
Lunghezza
3m
Larghezza sezione
20 cm
Freccia massima
0.5 cm
acciaio
PE
Modulo
200 GPa
1 Gpa
densità
8000
Kg/m3
900 Kg/m3
Spessore minimo
acciaio
g
*1.19cm* 20cm* 300cm  57.12 Kg
3
cm
PE
M MIN  0.9
g
* 6.96cm* 20cm* 300cm  37.58Kg
cm3
?
Effetto delle proprietà
M MIN , A 
• Trazione:
– Materiale più performante e più pesante, A
– Materiale meno performante e più leggero B
M MIN , A EB  A

E

1 A  A
M MIN ,B E A  B
 B EB
M MIN ,B 
 A FL0 2
E A Lmax
 B FL0 2
EB Lmax
M MIN , A   A 2
FL5
4 E AvMAX
M MIN ,B   B 2
FL5
4 EB vMAX
• Flessione quadrata
1/ 2
M MIN , A  A  E B 



M MIN ,B  B  E A 
1/ 2
1
 A  EA 


 B  EB 
M MIN , A   A L
2
• Flessione a larghezza fissa
1/ 3
M MIN , A  A  EB 



M MIN ,B  B  E A 
1/ 3
1
 A  EA 


 B  EB 
M MIN ,B   B L
2
3
Fb2
4 E AvMAX
3
Fb2
4 EB vMAX
Progetto rigidezza/peso-Tirante
• In questo caso la rigidezza non è l’unico criterio di
progettazione
• Il peso del componente deve essere limitato ad un valore
massimo MMAX

FL2
FL2
M  
 M MAX
ELmax  

ELmax
M  M
MAX

 m2 
FL2

 M max LMAX  s 2 
E
 m2 
E Pa 
 MT  2 
 Kg / m3
s 


Progetto rigidezza/peso-trave a sezione
quadrata

FL5
M  
FL5
 M max
4 EvMAX  

4 EvMAX

M  M max
E1/ 2
1


M max
FL5
4vmax
 m5 / 2 
E 1 / 2 Pa 
 MQ 
3
1/ 2 
 Kg / m
 sKg 


Progetto rigidezza/peso- trave a larghezza
fissa

Fb 2
2
M  L 3
Fb 2
2
 M max
4 EvMAX  L 3

4 EvMAX

M  M max
E1/ 3
L2


M max
3
Fb2
4vMAX
 m8 / 3 
E 1 / 3 Pa 
 M L  2/3 2/3 
3
 Kg / m
 s Kg 


E 1/ n

trazione n  1
flessione a sezione quadrata n  2
flessione a larghezza fissa n  3
 Mi
1
* log E   log    log M i 
n
log E   n log    n log M i 
1/3
E /=ML=10
1/2
E /=MQ=315
Modulo di Young, E (GPa)
1000
E/=MT=1E7
100
10
metalli
ceramici
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
1
0.1
1
0.01
2
1E-3
1E-4
10
3
100
1000
10000
3
density (Kg/m )
Scelta del materiale-trazione
• Quando i requisiti di progetto diventano più stringenti (aumenta
MT) allora diventa più conveniente utilizzare materiali più
performanti, anche se più pesanti
MT=5E7
1000
Modulo di Young, E (GPa)
 m2 
MT  2 
s 
MT=6E6
100
MT=1E6
10
metalli
ceramici
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
1
0.1
0.01
1E-3
1E-4
10
100
1000
10000
3
density (Kg/m )
Scelta del materiale-flessione
• Quando i requisiti di progetto diventano più stringenti (aumenta
MF) allora diventa più conveniente utilizzare materiali meno
performanti, ma più leggeri
 m8 / 3 
M L  2/3 2/3 
 s Kg 
ML=4.5
ML=1
Modulo di Young, E (GPa)
1000
ML=0.2
100
10
metalli
ceramici
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
1
0.1
0.01
1E-3
1E-4
10
100
1000
10000
3
density (Kg/m )
Scelta del materiale-flessione quadrata
 m5 / 2 
MQ 
1/ 2 
sKg


MQ=200 MQ=55
MQ=15
Modulo di Young, E (GPa)
1000
100
10
metalli
ceramici
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
1
0.1
0.01
1E-3
1E-4
10
100
1000
10000
3
density (Kg/m )
Progettare a snervamento (resistenza)
• In questo caso è necessario che il componente:
– non si rompa (materiale fragile)
– Non si deformi in maniera permanente (materiale duttile)
• Per effetto della forza applicata
• Quindi è necessario che:
   r per un materiale fragile
   y per un materiale duttile
• Per tenere conto di possibili oscillazioni della sollecitazione, e
fare in modo che il componente sia sollecitato al limite, si
introduce un fattore di sicurezza (CS) ed uno sforzo ammissibile
   amm 
   amm 
r
CS
y
CS
per un materiale fragile
per un materiale duttile
Progettare a snervamento (resistenza)
• Tirante

F
F
  amm  A0  A0 MIN 
A0
 amm
M MIN  LA0 MIN  L
F
 amm
• Trave a larghezza fissa
3FL
3FL




h

h

amm
MIN
2bh 2
2b amm
M MIN  Lbhmin
3FL
3FL3b
 Lb

2b amm
2 amm
• Trave a sezione quadrata
3FL
3FL
  3   amm  h  hMI N  3
2h
2 amm
M MIN  Lhmin
2
 3FL5 / 2 

  3 
 2 amm 
2
Peso dei componenti
• Tirante
A

M

FL
 MIN , A 
M MIN , A  A  amm,B
 A  amm, A
amm, A



1



M



 amm,B
B
MIN , B
B
amm, A
B
 M MIN ,B 
FL

 amm,B
• Trave a larghezza fissa

3FL3b
 M MIN , A   A
1/ 2
2

amm, A

 A   amm, A 

M

M



MIN , A
MIN , B
 B   amm, A 
3FL3b

 M MIN ,B   B 2
amm, B

• Trave a sezione quadrata

M
3
MIN , A   A




 M MIN ,B   B 3

 3FL 


 2

 amm, A 
2
 3FL5 / 2 


 2

amm
,
B


2
5/ 2
 M MIN , A  M MIN ,B
 A   amm, A 


 B   amm,B 
2/3
Progettare a peso/snervamento-tirante
F

L
F
M  
 amm  
L  M max

 amm
M  M
max

 amm
FL


M max
Progettare a peso/snervamento- trave a
larghezza fissa

3FL3b
M  
3FL3b
 M max
2 amm  

2 amm

M  M max
 amm1/ 2
1


M max
3FL3b
2
Progettare a peso/snervamento- trave a
sezione quadrata
2

5/ 2
2/3


3
FL
5/ 2
M   3 
 3FL 

 2

  M MAX



 amm 
 2 amm 

M  M MAX
 amm2 / 3


1
M MAX
 3FL5 / 2 


2


2/3
Progettare a peso/snervamento
 m2 
 amm
FL

 RT  2 

M max
s 
 amm2 / 3


1
M MAX
 3FL5 / 2 


2


 amm1 / 2
1


M max
 amm1/ n
 RI

2/3
 m4 / 3 
 RQ  1 / 3 4 / 3 
 Kg s 
 m5 / 2 
3FL3b
 RL  1 / 2 
2
 Kg s 
trazione n  1
flessione a sezione quadrata n  3 / 2
flessione a larghezza fissa n  2
Progettare a peso/snervamento
metalli
3/2
2

/=RQ=22E3

/

=R
=330
amm
amm
L
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
amm/=RT=1E8
compositi
polimeri
elastomeri
schiume
10000
Resistenza (MPa)
1000
100
10
1
0.1
100
1
1.5
2
1000
3
density (Kg/m )
10000
Progettare a peso/snervamento
100
RT=3E8
RT=5E7
10
1
0.1
100
1000
3
density (Kg/m )
 m2 
RT  2 
s 
10000
1000
10000
1000
100
100
metalli
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
compositi
polimeri
elastomeri
schiume
RQ=2E3
1
1000
3
density (Kg/m )
RL=330 RL=150
RL=50
1
1000
3
density (Kg/m )
RQ=42E3 RQ=22E3
10
10
 m5 / 2 0.1
RL  1 / 2 100
 Kg s 
metalli
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
compositi
polimeri
elastomeri
schiume
0.1
100
10000
Resistenza (MPa)
Resistenza (MPa)
1000
RT=8E8
Resistenza (MPa)
10000
metalli
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
compositi
polimeri
elastomeri
schiume
10000
10000
 m4 / 3 
RQ  1 / 3 4 / 3 
 Kg s 
Progetto rigidezza/costo
• Il costo massimo del componente è fissato, CMAX
• Nelle formule viste precedentemente, si sostituisce il peso per
unità di volume (densità, Kg/m3) con il costo per unità di
volume (€/m3), cU
E1/ 2
1

CU
Cmax
E
FL2

CU Cmax Lmax
 Kg m 2 
E
 CT 
2 
CU
 $ s 
E1/ 3
L2

CU
Cmax
tirante
 Kg1 / 3 m8 / 3 
E1/ 3
 CL 
2/3 
CU
 $ s 
3
Fb2
4vmax
Trave a larghezza
fissa
FL5
4 Evmax
 Kg1 / 2 m5 / 2 
E1/ 2
 CQ 

CU
$
s


Trave a sezione
quadrata
Progetto rigidezza/costo
• Il costo massimo del componente è fissato, CMAX
• Nelle formule viste precedentemente, si sostituisce il peso per
unità di volume (densità, Kg/m3) con il costo per unità di
volume (€/m3), cU
CL=1E3 CQ=3E4
Modulo di Young, E (GPa)
1000
CT=1E9
100
10
1
0.1
0.01
0.01
metalli
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
0.1
1
10
100
costo relativo per unità di volume
Progetto rigidezza/costo
CT=1E11
1000
100
10
1
0.1
0.01
0.01
CQ=1E5
metalli
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
0.1
1
10
100
costo relativo per unità di volume
10
1
0.1
0.01
0.01
CL=1E3
metalli
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
0.1
1
10
100
costo relativo per unità di volume
CL=1E2
1000
 Kg
CL 
 $
1/ 3
m 
s 2 / 3 
8/3
100
1
0.1
0.01
0.01
Q
100
CL=1E4
10
 Kg1 / 2 m5 / 2 
CQ 

$
s


C =1E4
1000
CT=1E9
Modulo di Young, E (GPa)
Modulo di Young, E (GPa)
CQ=8E5
CT=1E10
Modulo di Young, E (GPa)
 Kg m 
CT 
2 
 $ s 
2
metalli
ceramici avanzati
ceramici tradizionali
compositi
polimeri
materiali naturali
elastomeri
schiume
0.1
1
10
100
costo relativo per unità di volume
Prove di durezza
• La durezza è una misura della resistenza di un materiale alla
deformazione plastica localizzata
• Per determinare la durezza si usa un penetratore (fatto di un
materiale molto più duro del materiale da testare)
• Dall’area o l’impronta del penetratore sulla superficie del
materiale se ne determina la durezza
• Durezza e resistenza a trazione sono confrontabili (dipendono
entrambe dalla deformabilità plastica)
• Le prove di durezza sono di diversi tipi:
–
–
–
–
Brinell
Vickers
Knoop
Rockwell
• I risultati ottenuti seguendo le diverse procedure non possono
essere confrontati
Prova Brinell (UNI 560-75)
• La prova consiste nel far penetrare nel pezzo in esame una sfera
di acciaio molto duro di diametro "D" mediante applicazione di
un carico "F", e nel misurare il diametro "d" dell'impronta
lasciata dal penetratore sulla superficie del pezzo, dopo avere
tolto il penetratore. I valori normali di F e di D sono
• F = 29400 N (=3000 kgf)
F
• D = 10 mm
HB 
0.102 * 2 * F

D D  D 2  d 2

2
d
D
Prova Vickers (UNI 1955-75)
• Il penetratore è costituito da una piramide retta, a base quadrata,
di diamante, con l'angolo al vertice (angolo fra due facce
opposte) di 136°
• La prova si svolge applicando un carico di 294 N ( = 30 kgf) per
10-15 s
HV  0.189
F
d2
F
136°
d
Prove di impatto
• Nelle prove di impatto un provino viene portato a rottura sotto
l’urto di una massa in caduta libera pendolare
• Le prove di impatto permettono di ricavare la tenacità (energia
assorbita a frattura) di un materiale
• La prova di impatto, in cui la forza è applicata a velocità
elevatissime, accentua il carattere fragile di un materiale
• Le prove sono condotte seguendo due tipologie di prova:
– Charpy
– Izod
• Le prove vengono anche condotte in presenza di intaglio per
determinare la sensibilità dal materiale
• Il comportamento del materiale dipende dalla temperatura
Prove Izod e Charpy
Goniometro
•
La resistenza si può calcolare per
unità di lunghezza ( in corrispondenza
dell’intaglio) o di area (superficie del
campione all’intaglio)
W0  Mh0  ML1  cos  0 
W0  W1
R



W

Mh

ML
1

cos

bh
1
1
 1
Asse di
rotazione
basamento
martello
Appoggio del
provino
b
Charpy
1
b
Izod
M
0
L
M
h
Fatica
• Comportamento meccanico di materiali soggetti a cicli di carico
al di sotto del limite di rottura
• E’ la causa più importante di cedimento nei metalli
• Resistenza a fatica: livello di carico a cui il materiale cede ad un
certo numero di cicli
• Per un acciaio il limite di resistenza a fatica per N= (Limite di
fatica) si ottiene al 40-50% della resistenza a trazione
Prove di fatica
Sforzo (MPa)
• Vengono eseguite su uno strumento, detto macchina di Moore
(flessione rotante)
• Nel caso in cui lo sforzo medio sia nullo (-f<< f) si
determina per ogni valore di f il numero di cicli Nf perché il
provino si rompa
• La tensione è quella nel punto più sollecitato (la tensione media
sulla sezione è nulla)
8
6
4
f
m
2
0

   m   f sen
-f
-2
-4
-6
-8
0
0.2
3 FL
2 bh 2
0.4
0.6
Tempo (s)
0.8
1
2
t
T
Curva di Wohler
300
3
250
2.6
Log (f)
Sforzo (MPa)
• Riportando il numero lo sforzo in funzione del numero di cicli
si determina la curva di fatica
• La resistenza a fatica va calcolata in corrispondenza di un certo
numero di cicli (f(Nf))
• Campo di resistenza quasi statica (Nf<103): la f raggiunge
valori prossimi a quelli della resistenza a rottura
• Limite di fatica: è il tratto orizzontale, anche per N il
materiale non si rompe (generalmente per f<0.4-0.6 r)
200
150
100
2.2
1.8
 f  AN bf
Log 
1.4
50
1
0 1
2
3 4
5 6
Nf*106
7 8
9 10
0
1
2
3
4
Log(Nf)
5
6
7
f
  Log  A  bLog N 
f
Parametri importanti
• I principali fattori che influenzano la vita a fatica sono i
seguenti:
– Fattori legati all'applicazione del carico
• entità della tensione alternata,
• presenza di una tensione media,
• tipo di sollecitazione (normale-tangenziale, sollecitazione mono/bi/triassiale),
• gradiente della tensione
•
•
•
•
caratteristiche meccaniche,
temperatura,
corrosione,
tensioni residue
– Fattori legati alla geometria dell'elemento
• forma,
• dimensioni,
• finitura superficiale
Sforzo (MPa)
– Fattori legati alla resistenza e allo stato del materiale
8
6
4
f
m
2
0
-f
-2
-4
-6
-8
0
0.2
0.4
0.6
Tempo (s)
0.8
1
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