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Problemi e “Parolacce”

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Problemi e “Parolacce”
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Interpretare, riflettere, valutare
Testi narrativi. Interpretare, riflettere, valutare
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Nucleo tematico di riferimento: Testo
Testi narrativi
Leggere,
interpretare
riflettere
valutare
Diario letterario
Racconto realistico
Racconto fantastico
Racconto horror
Racconto realistico
Verifica
Attività di recupero
Attività integrative
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Introduzione
Tematica:
Il percorso si pone in un rapporto di continuità didattica con i percorsi sulla comprensione dei testi narrativi,
proposti per le classi prime e seconde1 in una prospettiva di progressione: sviluppa e esercita rispetto agli
anni precedenti una più complessa competenza di lettura.
Infatti le attività proposte richiedono e sviluppano aspetti relativi soprattutto alla capacità di comprendere
globalmente il testo, di interpretarlo e valutarlo.
La metodologia prevede momenti di lavoro individuale, di gruppo e collettivo come nelle proposte di lavoro
precedenti. I colleghi che, nelle annualità precedenti, hanno utilizzato in classe i materiali proposti, hanno
restituito feedback molto positivi. La pratica di lettura e di riflessione individuale, alternata a momenti di
costruzione collettiva dei significati, la discussione delle interpretazioni si è dimostrata motivante per gli
studenti e efficace dal punto di vista dei risultati.
Finalità e obiettivi formativi:
Le attività sviluppano la capacità di comprensione e interpretazione del testo narrativo, con particolare
riguardo per
la ricostruzione del significato globale del testo, integrando più informazioni e formulando inferenze
complesse
lo sviluppo di un’interpretazione al di là della comprensione letterale anche attraverso un confronto con
l’esperienza personale
la capacità di riconoscere e esplicitare la relazione tra le reazioni del lettore e le scelte narrative
dell’autore.
Questi obiettivi fanno dunque riferimento ai seguenti aspetti illustrati nel Quadro di Riferimento INVALSI (28
febbraio 2011)2.
Aspetti della competenza di lettura a cu fanno riferimento le attività proposte
5a
Ricostruire il significato di una parte più o meno estesa del testo, integrando più informazioni e
concetti, anche formulando inferenze complesse
5b
Ricostruire il significato globale del testo, integrando più informazioni e concetti, anche
formulando inferenze complesse
6
7
Sviluppare un’interpretazione del testo, a partire dal suo contenuto e/o dalla sua forma,
andando al di là di una comprensione letterale.
Valutare il contenuto e/o la forma del testo alla luce delle conoscenze ed esperienze personali
(riflettendo sulla plausibilità delle informazioni, […], sulla efficacia comunicativa del testo, ecc.)
Il percorso di lavoro prevede momenti di riflessione metacognitiva (Ricorda e rifletti).
Indice
Descrizione del percorso didattico
Attività 1 – Punti di vista Indicazioni per il docente
Attività 1 – Punti di vista Scheda per lo studente
Attività 2 – M. Twain, Il diario di Adamo, il diario di Eva Indicazioni per il docente
Attività 2 – M. Twain, Il diario di Adamo, il diario di Eva Scheda per lo studente
Attività 3 – C. Lucarelli, Il silenzio dei musei Indicazioni per il docente
Attività 3 – C. Lucarelli, Il silenzio dei musei Scheda per lo studente
Attività 4 - I. Calvino, Lo zio acquatico Indicazioni per il docente
Attività 4- I. Calvino, Lo zio acquatico Scheda per lo studente
Verifica, attività di recupero, attività integrative Indicazioni per il docente
Verifica - F. Piccolo, Dal lato della strada Scheda per lo studente
Scheda per attività di recupero V. Cerami, Un amore grandissimo
Scheda per attività integrative R. Queneau, Esercizi di stile
1
Ravizza, G., Rovida, L. Comprendere testi narrativi. PQM 2010-2011; Comprendere e interpretare testi narrativi, PQM
2011-2012
2
INVALSI. Quadro di Riferimento della prova di italiano. Versione aggiornata il 28. 02. 2011, p.12.
2
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Descrizione del percorso didattico
Condizione, problema o stimolo da cui nasce l’attività
Il terzo anno della scuola secondaria di primo grado è per gli studenti un traguardo importante in
quanto conclude la scuola del primo ciclo. In questo anno gli studenti devono quindi arrivare a
possedere, relativamente all’età, una sicura competenza di lettura che coinvolga anche gli aspetti
più vicini a una lettura critica.
Come sostiene M.L. Altieri Biagi (Lavinio, 2005, p. 85) ”[...]se la lettura è lettura, e non semplice
decifrazione, succede qualche cosa nell’incontro fra il testo e la mente del lettore. È importante che
il lettore assuma consapevolezza delle tracce lasciate in lui da questa esperienza, passando da una
lettura intuitiva a una lettura che individui nel testo gli elementi che le hanno prodotte. Non esiterei
a definire questo tipo di ri-lettura una lettura critica.”
R. Luperini (Lavinio, 2005, pp.37,38) sottolinea l’aspetto formativo della lettura critica: “Il
momento propriamente ermeneutico è decisivo per la formazione dei giovani. Con esso gli allievi
imparano a dare senso ai testi e dunque alla vita. Approntando ipotesi di senso, confrontandole fra
loro, discutendone insieme, essi costruiscono con l’insegnante il significato dell’opera. Per questo
bisogna sostituire la vecchia formula – posta in circolo dalla cultura e della didattica dello
strutturalismo e ancora attiva nelle scuole sino a oggi – della “centralità del testo” con quello della
“centralità della lettura”. La formula “centralità del testo” implica un atteggiamento più passivo,
più oggettivo e descrittivo da parte dell’interprete: la “centralità della lettura” esalta invece il
momento della partecipazione interpretante, grazie al quale gli studenti diventano protagonisti
dell’insegnamento, il loro contributo essendo, sotto ogni riguardo, decisivo all’interno della logica
dialogica e della dialettica di domanda-risposta che lo caratterizza”.
Le valutazioni di sistema in ambito internazionale sottolineano, inoltre, l’ importanza di un
atteggiamento consapevole e costruttivo nei confronti della lettura, che è condizione indispensabile
per l’apprendimento per la vita (lifelong learning). Il Quadro di riferimento Pisa 2009, infatti,
sottolinea l’importanza degli aspetti motivazionali 3 accanto a quelli cognitivi e metacognitivi.
L’impegno personale (enganging with) è determinante per il raggiungimento dei propri obiettivi, lo
sviluppo delle potenzialità e la possibilità di essere parte attiva della società (OECD, 2010a:23)..
Come indicato nella introduzione le attività proposte nel percorso mirano soprattutto allo sviluppo
della capacità di
comprendere il testo nel suo insieme
interpretare
valutare.
Si tratta degli aspetti “più alti” del Quadro di riferimento INVALSI (2011); poiché la prova di
comprensione del testo all’interno dell’ Esame di stato verifica necessariamente anche gli altri
aspetti descritti nel QdR, le attività del percorso terranno conto anche di tutti gli altri aspetti,
comunque coinvolti nei processi inferenziali di comprensione.
I testi sono stati scelti in base a questi criteri fondamentali:
testi ricchi, coinvolgenti che si prestano ad essere interpretati e valutati
testi motivanti per studenti di questa età
testi appartenenti a generi diversi (testo breve con morale, diario letterario, horror, racconto
realistico, racconto fantastico.
testi d’autore (quasi esclusivamente italiani).
3 Già l’analisi dei risultati di PISA 2000 mostrava
che la correlazione che esiste tra rendimento e engagement
(atteggiamenti, interessi, pratiche) in lettura è maggiore di quella rilevata fra competenza in lettura e status
socioeconomico (INVALSI, 2011a).
3
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Prerequisiti richiesti ai ragazzi per svolgere l’attività
Avere avuto esperienze di lettura di sottogeneri letterari diversi (racconto verosimile, racconto
fantastico, ...;
comprendere il lessico del vocabolario di base
fare inferenze semplici e complesse
collegare e integrare informazioni contenute in varie parti del testo
crearsi delle attese durante la lettura e saperle modificare in itinere.
Strumenti forniti agli allievi
Agli allievi sono fornite 7 schede di lavoro (4 attività di base, 1 attività di verifica, 1 attività di
recupero e 1 per le attività integrative.
La prima attività prevede anche l’utilizzo di LIM in collegamento Internet.
Le quattro attività di base costituiscono un percorso organico e vanno svolte nella loro successione.
La verifica per il tipo di testo proposto, formato e numero dei quesiti rispecchia le caratteristiche
della prova INVALSI prevista all’interno dell’esame di stato conclusivo del primo ciclo.
Metodologia e organizzazione della classe
Le attività proposte sollecitano la lettura attiva dei testi, finalizzata alla elaborazione di
interpretazioni a partire dalla lettera del testo e valutazioni che colgano il legame tra scelte
dell’autore e effetti prodotti nel lettore.
Come negli anni precedenti la dimensione del confronto e della discussione collettiva rimane
fondamentale in un’ottica di apprendimento cooperativo e di co-costruzione del significato. Sono
tuttavia previsti momenti di riflessione individuale, anche scritta, in coerenza con la necessità di
mobilitare l’ ”impegno” individuale a misurarsi col testo e a saper verbalizzare in modo compiuto e
chiaro il proprio pensiero. Per questo sono proposte anche domande aperte accanto ai quesiti a
risposta chiusa.
I momenti di riflessione metacognitiva accompagnano tutte le fasi del lavoro.
Le attività comportano la successione di situazioni organizzative diverse.
Attività e tempi
Il percorso prevede un tempo complessivo minimo di 8/10 ore. Qui di seguito si indicano i tempi
minimi per lo svolgimento delle varie attività. L’indicazione dei tempi è orientativa, perché correlata
allo spazio che l’insegnante dedicherà al confronto e al dibattito.
Attività 1– Osservazione e lettura di immagini, attività su un testo breve, visione di un breve
filmato, (durata 1 ora);
attività 2 – lettura, comprensione, interpretazione e valutazione di un diario letterario (durata 1
ora e 30 minuti);
attività 3 – lettura, comprensione, interpretazione di un testo horror (durata 1 ora e 30 minuti
/2 ore);
attività 4 - lettura, comprensione, interpretazione di un testo fantastico (durata 1 ora e 30
minuti);
verifica – racconto realistico (durata 30 minuti);
attività per il recupero (durata 1 ora);
attività integrative (durata 1 ora).
Bibliografia per i docenti
Altieri Biagi, M.L., Creatività, parola ambigua. In Lavinio, C. (a cura di) Educazione
linguistica e educazione letteraria. F. Angeli, Milano 2005. pagg. 67 – 85
La creatività, come capacità di utilizzare originalmente le possibilità della lingua, implica una
conoscenza profonda della lingua stessa e delle forme della comunicazione. Diventare consapevoli
del variare degli effetti in rapporto alle scelte operate dall’autore è condizione necessaria per
passare dalla lettura intuitiva alla lettura critica.
4
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Conte, M.-E, Condizioni di coerenza. Ricerche di linguistica testuale, Edizioni dell’Orso,
Alessandria, 1999
L’autrice, fra i maggiori specialisti di linguistica testuale, indaga uno dei principi costitutivi del
testo. Il volume è un utile riferimento teorico per i docenti.
Grosser, H., Narrativa. Principato, Milano 1985
La lettura di un testo può realizzarsi a vari livelli, ma diventa un’ esperienza compiuta quando si è
in grado di cogliere anche le leggi interne (tecniche e strutture narrative). In particolare, il cap. III
Punto di vista (pagg.81 – 111), definisce la differenza tra voce e punto di vista; per descrivere i
problemi del punto di vista, adotta la classificazione proposta da Genette, che si fonda sul concetto
di focalizzazione.
Grossi, L., Serra, S., La comprensione della lettura. Processi e pratiche valutative.
Armando, Roma 2006
Nella prima parte vengono sintetizzate le teorie più significative che riguardano i processi di
comprensione della lettura e il modo in cui tali processi sono visti e descritti in alcuni documenti
internazionali. Nella seconda parte, dopo aver affrontato il problema delle pratiche valutative,
vengono avanzate alcune proposte operative di verifica della comprensione della lettura.
Levorato, M.C. Le emozioni della lettura. Il Mulino, Bologna 2000.
Il testo affronta il tema della lettura dei testi narrativi, intrecciando la componente cognitiva con
quella affettiva; indaga in particolare la natura dell’interpretazione in quanto meccanismo connesso
con la rappresentazione del sé.
Marello, C., (a cura di) Alla ricerca della parola nascosta. La Nuova Italia, Firenze 1989.
L’autrice è docente all’università di Torino, dove insegna Didattica delle lingue moderne e Didattica
dell’italiano come lingua straniera. Il volume fa parte della collana “Didattica viva” del GISCEL, che
ha la caratteristica di coniugare la ricerca teorica con l’educazione linguistica nella scuola.
Skytte, G., Capire un testo, che cosa vuol dire? Per una applicazione didattica di
riflessioni sui concetti di testo, genere e contesto. In Lavinio, C. (a cura di) Educazione
linguistica e educazione letteraria. F. Angeli, Milano 2005. pagg. 174 - 182
Capire un testo non è solo capire il contenuto linguistico, implica una svariata gamma di
conoscenze referenziali; le attenzioni che deve avere l’insegnante per sollecitare gli studenti ad una
lettura attiva.
Tornitore, T., Analisi del testo letterario, In Lavinio, C. (a cura di) Educazione linguistica
e educazione letteraria. F. Angeli, Milano 2005. pagg. 430 - 445
Il contributo propone una mappa per “i viaggi testuali” come utile strumento per l’analisi del testo.
Sitografia per i docenti
4
INVALSI
http://www.invalsi.it
Sul sito dell’INVALSI è possibile reperire il Quadro di Riferimento di Italiano (28 febbraio 2011), i
fascicoli di tutte le prove utilizzate dal SNV, la guida alla lettura delle prove e il Rapporto annuale
sull’andamento delle prove stesse. (Luglio 2012)
MEMORBALIA
http://www.memorbalia.it/poseidonpercorso3/scheda7lettura.htm
Nel sito di Mario Ambel si trova un’ampia presentazione di tutti gli aspetti connessi alla didattica
della lettura, alla comprensione e riscrittura di testi. (10 marzo 2012)
4
I siti ufficiali di Istituti come INVALSI e INDIRE sono costantemente aggiornati.
5
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Attività 1 – Punti di vista
Indicazioni per il docente
Tipologia: attività di osservazione di immagini fisse e di una sequenza cinematografica, lettura di
un racconto breve; condivisione delle risposte e confronto collettivo.
Obiettivi didattici:
Avvicinare gli studenti al concetto di punto di vista sia come prospettiva visiva, sia come
percezione e giudizio di una situazione
Collegare la propria esperienza personale con le sollecitazioni che vengono dalla attività
confrontare le proprie riflessioni e opinioni con quelle dei compagni, giustificarle e discuterle.
Tempo: 1ora.
Attività 1. Chi guarda chi
Si tratta di una attività molto semplice, legata a una situazione comune, l’obiettivo è quello di far
cogliere in modo concreto i concetti di osservatore esterno e osservatore interno e di punto di vista
variabile. L’insegnante può sollecitare i ragazzi a esporre la loro esperienza di “fotografi” .
Si consiglia di far svolgere questa attività e quelle che seguono a coppie, con successiva
discussione comune.
Chiavi di risposta (indicative)
1.1. Un paesaggio di montagna; fotografo; serenità/allegria
1.2. a. Il punto di vista del cane: Giochiamo?; i rami di un larice
b. il punto di vista della ragazza: alto; tese; attento; accetta il gioco/è pronto a giocare;
un prato
Attività 2. Che cosa cambia se si guarda da...
Questa attività si applica a un “oggetto” più astratto rispetto a quello della attività precedente e ha
lo scopo di fare riflettere sulle diverse prospettive da cui si può osservare e rappresentare
qualcosa. L’insegnante può collegare rapidamente questa attività al tema delle rappresentazioni
cartografiche e degli aspetti tecnici e culturali sottesi alle diverse realizzazioni e scelte. Si consiglia
di far numerare ciascuna immagine del globo terracqueo per avere un punto di riferimento
condiviso
Chiavi di risposta (indicative)
2.1. La prospettiva più familiare è quella visibile nel globo più grande
2.2. A partire dal globo in alto a sinistra (ed escludendo il globo più grande) i continenti in
posizione centrale sono rispettivamente: parte dell’Asia e Australia; due Americhe; parte dell’Asia e
Africa; parte di Europa, Africa e America del Sud; Asia e parte dell’Africa
2.3. A seconda della prospettiva può sembrare che la superficie occupata dalle terre emerse
prevalga su quella occupata dall’acqua e viceversa o che ci sia un rapporto di parità.
Attività 3. Chi giudica che cosa
Questa attività è centrata su un testo e introduce in modo divertente la considerazione che (come
verrà approfondito della Scheda 2) col termine punto di vista si può intendere non solo il punto di
osservazione ma anche, in senso più ampio, il diverso modo in cui un fatto può essere interpretato
e giudicato.
Chiavi di risposta
“per antilopi e zebre i documentari sui leoni erano i film del terrore; per i leoni, quelli su antilopi e
zebre erano “programmi aperitivi”; l’opposizione esiste perché i leoni sono carnivori che si cibano
anche si antilopi e zebre
6
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Attività 4. L’importanza del punto di vista
L’attività prevede la visione collettiva di una sequenza del film “L’attimo fuggente” di Peter Weir,
(USA, 1989, interpretato da Robin Williams) della durata di minuti 1:10; questa sequenza propone
il concetto di punto di vista a un livello alto, filosofico e esistenziale ma in modo così incisivo e
coinvolgente da poter essere colto anche da giovani studenti.
La sequenza è molto breve ma ricca e complessa. Si consiglia, perciò, di cominciare a mostrarla
due volte per una visione globale. Poi l’insegnante legge le domande presenti sulla scheda studente
per orientare l’attenzione nella giusta direzione, ripropone la sequenza e sollecita gli studenti a
svolgere le attività individualmente, mettendo poi in comune le risposte. L’insegnante può aprire il
confronto anche su aspetti non previsti dalle domande. L’indirizzo della sequenza è
http://www.youtube.com/watch?v=lyyVtohtgqE
Chiavi di risposta
4.1. L’insegnante sale sulla cattedra e invita gli studenti a fare altrettanto
4.2. Perché le cose vanno sempre viste da angolazioni diverse
4.3. Angolazione e prospettiva
7
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Scheda per lo studente
Cognome
Nome
Data
Attività 1 – Punti di vista
1.
Chi guarda chi?
Osserva le immagini e completa le scritte sottostanti.
1.1. La fotografia presenta una situazione della vita quotidiana che può essere così descritta:
una ragazza vuole fare giocare il suo cane lupo e attira la sua attenzione mostrandogli un
bastoncino. Sulla sfondo si vede ............................................................, illuminato dal sole.
Chi guarda questa scena?
Il punto di vista è quello di un osservatore esterno, un questo caso il ......................................
La scena comunica un senso di complicità tra i due “personaggi” e anche un senso di ................
...................................................................................................................................
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Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
1.2. I “personaggi” che fanno parte della scena si guardano a vicenda.
b. Il punto di vista della ragazza.
Dall’…................. guarda il suo cane.
Le orecchie ............................, lo sguardo
..........................fanno capire alla ragazza
che ...............................................................
Il cane è seduto su .........................................
a. Il punto di vista del cane.
Il cane, dal basso, guarda la padrona: che cosa potrà
capire dal suo gesto e dal suo atteggiamento?
............................................................................
Sullo sfondo, alle spalle della ragazza,
si vedono ...........................................................
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Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
2. Che cosa cambia se si guarda da ....
Osserva le immagini e completa le scritte sottostanti.
Le immagini sono rappresentazioni del globo terreste osservato da punti di vista diversi.
2.1.Quale è la prospettiva che ti è più familiare?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Osserva le altre immagini: che cosa cambia ...
2.2. ...per quanto riguarda la posizione dei continenti rappresentati?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
2.3 ...per quanto riguarda il rapporto fra terre emerse e acqua?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
10
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
3. Chi giudica che cosa?
Leggi questo racconto breve e svolgi le attività.
Teledipendenza
Allo zoo tutti gli animali, chiusi nelle gabbie, piangevano la libertà.
Camminavano incessantemente su e giù per la gabbia, annusavano ovunque cercando
un’apertura per fuggire, alcuni addirittura deperivano, perdevano il pelo e l’appetito e si
accovacciavano intristiti, senza più muoversi. Il direttore dello zoo ebbe un’idea. Che cosa
5
fece? Li liberò? No, fece installare in ogni gabbia una televisione che trasmetteva
programmi realizzati proprio per loro. Da quel momento la vita cambiò: tutti gli animali,
senza più lamentarsi, cominciarono a seguire le trasmissioni con interesse. Erano
documentari sulle savane, le giungle e i deserti da cui provenivano, e a tutti sembrava di
viverci di nuovo.
10
Naturalmente le trasmissioni avevano effetti diversi: per antilopi e zebre i documentari
sui leoni erano i film del terrore; per i leoni, quelli su antilopi e zebre erano “programmi
aperitivi”.
Insomma, tutti erano interessati ai programmi e trascorrevano la giornata davanti al
video.
15
Il direttore volle fare di più: ideò degli sceneggiati che ebbero un enorme successo. Si
intitolavano: “Come ingannare il cacciatore”, “Il giorno che mi mangiai il domatore”. E altri
ancora. Gli animali, sognando a occhi aperti, si immedesimarono nei protagonisti,
battevano le zampe, facevano il tifo.
Per perfezionare la sua idea, il direttore commissionò una nuova serie di telefilm dal titolo
20
“Come è bello vivere in gabbia”, nei quali si magnificava la bellezza della vita nello zoo, e
quanto faceva bene alla salute, alla sicurezza e alla libertà.
A vederli, gli animali si commuovevano addirittura: -Eh, sì – dicevano – siamo proprio
fortunati a vivere in gabbia…
(Marcello
Argilli
www.letturegiovani.it/Autori_Vari/Teledipendenza.htm,
visitato
il
01/06/2012).
3.1 Il punto di vista dei leoni rispetto a certi spettacoli è molto diverso da quello di
antilopi e zebre. Guardano lo stesso programma lo giudicano in modo opposto.
Con quali espressioni l’autore rende questa opposizione? Spiega perché questa
opposizione esiste.
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..........
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..........
11
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
4. L’importanza del punto di vista
Vedrai una sequenza dl film “L’attimo fuggente” di Peter Weir (1989), in cui l’insegnante invita i
suoi studenti a guardare il mondo da una prospettiva diversa. Dopo aver visto la sequenza svolgi le
attività proposte
4.1 Che cosa fa l’insegnante per rendere concreto il concetto di punto di vista?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
4.2 Perché secondo l’insegnante cambiare punto di vista è importante?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
4.3 Il professore usa due espressioni come sinonimo di “punto di vista”. Quali?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
4.4 Ti è piaciuta questa sequenza? Perché?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………
4.5 E tu, ogni tanto, provi a cambiare il tuo punto di vista?
pensato? Rispondi con degli esempi.
Lo trovi utile? O non ci hai mai
Il professore, a un certo punto dice: “Quando leggete non considerate solo l’autore, considerate
anche il vostro punto di vista”
Nelle attività che farai in questo percorso a volte ti verrà proprio chiesto di fare quello che il
professore suggerisce ai suoi studenti.
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Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Attività 2 – Il diario di Adamo, il diario di Eva
Indicazioni per il docente
Tipologia: attività di lettura, comprensione, interpretazione, valutazione individuale; condivisione
delle risposte e confronto collettivo.
Obiettivi didattici:
integrare e interpretare un testo letterario attraverso l’apporto e la riflessione individuale;
valutare il contenuto e la forma del testo alla luce delle conoscenze e esperienze personali
confrontare la propria interpretazione con quella dei compagni e giustificare le proprie posizioni.
Tempo: 1 ora e 30 minuti.
L’insegnante, prima di proporre la lettura del testo, richiama questi elementi di narratologia.
Il narratore è la voce che racconta i fatti.
Il narratore può essere esterno, se si tratta di qualcuno non presente nella storia, estraneo alla
vicenda narrata. Interno, se la voce narrante è quella di uno dei personaggi.
La voce narrante può cambiare all’interno di un medesimo testo.
Ne “Il diario di Adamo, il diario di Eva”, come del resto suggerisce il titolo, il narratore è
interno e è costituito da due personaggi diversi.
Il punto di vista è la prospettiva da cui la storia è narrata. Se la domanda “Chi è il narratore?”
equivale a “Chi parla nel racconto?”, la domanda “Qual è il punto di vista?” equivale a “Chi vede nel
racconto?”, in altre parole, “Qual è il personaggio il cui punto di vista orienta la prospettiva
narrativa?”.
Anche il punto di vista, come la voce, può essere fisso, variabile se nel racconto si alternano punti
di vista di diversi personaggi o multiplo, se il medesimo fatto viene presentato da punti di vista
differenti.
Come scrive H. Grosser (1985) “Si dovrà notare, però, che con il termine punto di vista, applicato
a un’opera narrativa, noi possiamo intendere, oltre al punto di osservazione dei fatti, anche il punto
di vista, in senso lato, in base al quale i fatti vengono interpretati o valutati. Se confrontiamo i
seguenti enunciati:
a) Paolo era un mascalzone
b) Giorgio affermava che Paolo era un mascalzone
dobbiamo osservare che la voce è la medesima in entrambi gli enunciati (quella del narratore) ma
il punto di vista, la responsabilità del giudizio dato su Paolo, no. Nel primo enunciato il giudizio va
attribuito direttamente al narratore (voce e punto di vista coincidono), nel secondo esso va
attribuito al personaggio (voce del narratore, punto di vista del personaggio).[...]”
Il testo proposto è un testo letterario, quindi adeguato al livello scolastico; la collocazione spaziotemporale è accattivante ed evocativa, la tematica (le differenze psicologiche uomo-donna) di
sicuro interesse per preadolescenti.
Si segnala un piccolo libro, molto noto, I. Mc Ewan, L’inventore di sogni, Einaudi, Torino, 1997, che
presenta una serie di racconti alcuni dei quali sono proprio focalizzati sul tema del cambiamento
del punto di vista, in particolare i racconti Il Piccolo e I grandi.
Le domande, qui e nelle schede successive, sono spesso domande aperte che, coerentemente con
gli obiettivi dichiarati, tendono a sollecitare risposte personali, interpretazioni e valutazioni.
In tutti i casi ciò che rende davvero significativo il lavoro è la giustificazione delle risposte, la
messa in comune il confronto e la discussione delle possibili interpretazioni.
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Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Aspetti della lettura secondo QdR INVALSI e chiavi di risposta
Quesiti
1
Aspetti della lettura
6
Chiavi di risposta
VERO: a, d, f, g, i
2
5a
a. ma ai quali non è indifferente lei
b. ella lo considerò un’acquisizione
c. Lei pensava che a trattarlo bene lo si sarebbe potuto rendere docile e sarebbe
stato un perfetto cucciolotto di casa.
3
5a
a. il sesso non era quello giusto e che non avevamo neppure una scala
b. ma si sbagliava; quando raggiunse il punto più ripido scoprì che era troppo
scivoloso e precipitò da basso e si sarebbe fatta male se non ci fossi stato io.
4
6
Perché non vuole restare sola
5
7
sono a dir poco deliziosi/ hanno indole dolcissima e modi di fare molto educati/
non tengono mai il broncio/ non ti fanno mai sentire di troppo/ ti sorridono e
dimenano felici la coda se ne hanno una/ son sempre disposti a giocare, a far
delle gite, oppure a seguirti qualsiasi cosa tu voglia proporre loro./Li considero
dei veri gentiluomini.
6
7
Libera
7
6
Per segnalare anche tipograficamente l’alternanza del narratore e del punto di
vista
8
5b
A. la differenza psicologica tra uomo e donna
9
6
C. un testo di fantasia in cui l’autore fa agire e parlare personaggi che
appartengono a una tradizione culturale diffusa
14
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Scheda per lo studente
Cognome
Nome
Data
Attività 2 – Il diario di Adamo, il diario di Eva
Dal Diario di Adamo
Venerdì
Forse non dovrei dimenticare che è giovanissima, nient’altro che una bambina, ed essere più
indulgente. Tutto la incuriosisce, la infiamma, Eva è fuoco vivo; per lei il mondo è un oggetto
affascinante, pieno di meraviglie.
5
– Se esiste qualcosa, sulla faccia della terra, per la quale lei non prova interesse, sono le cose
che piacciono a me. Ci sono animali ai quali io personalmente mi sento indifferente, ma ai quali
non è indifferente lei. Non è in grado di fare discriminazioni, le piacciono tutti, pensa che siano
dei tesori, uno per uno, ogni nuovo arrivato è il benvenuto.
Quando il brontosauro possente fece a grandi passi irruzione nella nostra
10
vita, ella lo
considerò un’acquisizione, io una calamità; e questo mi pare un bell’esempio dell’assenza di
armonia che domina le nostre reciproche visioni del mondo. Voleva addomesticarlo. Io volevo
farne un omaggio alla casa e traslocare. Lei pensava che a trattarlo bene lo si sarebbe potuto
rendere docile e sarebbe stato un perfetto cucciolotto di casa; io le dissi che un cucciolo alto sei
metri e lungo venticinque non sarebbe stato l’animale ideale da avere in giro, perché, anche
15
con le
intenzioni migliori e senza assolutamente voler far male a nessuno, il cucciolotto
avrebbe potuto accomodarsi sopra la casa e schiantarla, infatti chiunque, solo a guardarlo negli
occhi sarebbe stato in grado di capire che era un animale distratto.
Nonostante tutto, Eva s’era messa in testa di tenere quel mostro, e non c’era verso di farle
cambiare idea. Pensava che con il brontosauro avremmo potuto aprire una latteria e voleva che
20
l’aiutassi a mungerlo; ma io non volevo; era troppo rischioso, a parte il fatto che il sesso non
era quello giusto e che non avevamo neppure una scala. Poi le venne la voglia di salirgli in
groppa per ammirare il panorama. Come se fosse un albero abbattuto, la coda del brontosauro
si allungava sul terreno per dieci, quindici metri, così a Eva venne in mente che avrebbe potuto
arrampicarvisi sopra, ma si sbagliava; quando raggiunse il punto più ripido scoprì che era
25
troppo scivoloso e precipitò da basso e si sarebbe fatta male se non ci fossi stato io.
Eva pensava che se fossimo riusciti a domare il colosso e a farcelo amico, avremmo potuto
piazzarlo sul fiume e usarlo come se fosse un ponte. Scoprimmo che era già più che
addomesticato – almeno per quanto lo riguardava – ma tutte le volte che Eva riusciva a
piazzarlo nel punto giusto del fiume e ritornava a riva così da servirsi di lui per passare
30
dall’altra parte, il brontosauro usciva dall’acqua e la seguiva come se fosse stato un cucciolo
gigantesco. Come d’altra parte tutti gli altri animali. Lo fanno tutti con Eva.
15
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Venerdì
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Dal Diario di Eva
Dovevo assolutamente trovare compagnia – fa parte della mia natura, penso – così ho fatto
amicizia con gli animali. Sono a dir poco deliziosi, e poi hanno indole dolcissima e modi di fare
5
molto educati; non tengono mai il broncio, non ti fanno mai sentire di troppo, ti sorridono e
dimenano felici la coda se ne hanno una, son sempre disposti a giocare, a far delle gite, oppure
a seguirti qualsiasi cosa tu voglia proporre loro. Li considero dei veri gentiluomini. Per tutto
questo periodo ci siamo divertiti moltissimo e io non ho mai sentito la solitudine, mai. Io sola!
No, non si direbbe proprio. Ne ho sempre nugoli intorno – a volte fino a quattro o cinque acri -
10
non li si può neppure contare; e quando ci si mette in piedi, su una roccia in mezzo a loro e si
volge lo sguardo tutto intorno, su quella morbida distesa di pelliccia, il colore vivace, la
lucentezza, il riverbero del sole la fanno apparire così chiazzata e spruzzata di allegri riflessi,
così increspata in superficie dalle strisce del pelo che ti vien da pensare che si tratti di un lago,
solo che sai che non lo è; e una pioggia di uccelli socievoli e un turbinio violento di ali; e
15
quando il sole si posa su quelle superfici di ali in perenne movimento, ne sprigiona un incendio
di colori inimmaginabili, tale da accecarti del tutto.
Abbiamo fatto gite lunghissime, e sono stata nei posti più diversi, credo di aver visto il
mondo intero, quasi, quindi sono la prima viaggiatrice e anche l’unica. Quando siamo in
cammino, la vista è stupenda – non c’è nulla al mondo di così bello. Per starmene più comoda
20
salgo in groppa a una tigre oppure a un leopardo, sono morbidi ed hanno schiene arrotondate
che si adattano al mio corpo e poi sono animali tanto graziosi; per viaggi più lunghi o per
contemplare meglio il panorama uso l’elefante. Quando devo salirci lui mi solleva con la
proboscide ma riesco a scendere da sola; quando stiamo per accamparci si siede ed io gli
scivolo lungo la schiena.
25
Gli uccelli e gli animali vanno molto d’accordo, e non s’azzuffano su nulla. Parlano tutti e
parlano anche a me, ma deve essere la lingua d’un altro paese, perché io non riesco a capire
una sola parola di quello che dicono; ciononostante spesso, quando rispondo loro, mi
capiscono, soprattutto il cane e l’elefante.
(Twain M., Il diario di Eva. Feltrinelli, Milano 1983.)
16
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
1. Segna con una crocetta se le affermazioni che seguono sono vere o false.
VERO
FALSO
a
Chi narra usa la prima persona
b
Chi legge conosce solo il punto di vista di Eva
c
La vicenda è raccontata da un narratore “esterno”
d
A volte narra Eva
e
Chi narra usa la terza persona singolare
f
A volte narra Adamo
g
Chi narra è un personaggio interno alla vicenda
h
Chi legge conosce molti pensieri di Adamo e pochi pensieri di Eva
i
Chi legge viene a conoscere sia il punto di vista di Adamo, sia quello
di Eva
2. Compila la colonna di destra completando le frasi tratte dal testo.
Adamo giudica le cose così
Adamo sa che Eva giudica le stesse cose
in un altro modo
a. Ci sono animali ai quali io personalmente
mi sento indifferente
ma ai quali .............................................
b. Quando il brontosauro possente fece a
grandi passi irruzione nella nostra vita,... io
(lo considerai) una calamità
ella lo....................................................
c. io le dissi che un cucciolo alto sei metri e
lungo venticinque non sarebbe stato l’animale
ideale da avere in giro, perché, [...] il
cucciolotto avrebbe potuto accomodarsi sopra
la casa e schiantarla.
Lei pensava che.......................................
............................................................
............................................................
3. Pe quali motivi Adamo non è d’accordo con le cose che vuole fare Eva? Trascrivi dal
testo le frasi che lo spiegano.
Eva vuole
Adamo non è d’accordo perché
a. mungere il brontosauro e aprire una
latteria
……………………………………………………………………………….
b. arrampicarsi sul brontosauro risalendo la
coda
……………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………….
4. Perché Eva fa amicizia con tutti gli animali? Rispondi.
..........................................................................................................................................
17
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
5. Eva giudica molto bene tutti gli animali. Con quali delle sue affermazioni sei
d’accordo? Trascrivila e preparati a spiegare oralmente i motivi della tua scelta.
..........................................................................................................................................
6. Eva apprezza la bellezza e la varietà degli animali. Sottolinea nel testo le espressioni
con cui, secondo te, la bellezza degli animali è resa con più efficacia.
7. Secondo te, perché il testo è scritto con due caratteri tipografici diversi (corsivo,
tondo)?
..........................................................................................................................................
8. Il tema del testo è
□
□
□
□
A. la differenze psicologica tra uomo e donna
B. il diverso atteggiamento degli uomini e delle donne verso gli animali
C. la nostalgia del Paradiso Terreste
D. la bellezza del mondo all’inizio del tempo
8. Questo testo è
□
A. un diario, in cui una persona reale scrive dal suo punto di vista fatti, sentimenti,
giudizi
□
B. un testo in cui l’ autore usa la forma del diario letterario per dare voce al punto di vista
dei personaggi
□
C. un testo di fantasia in cui l’autore fa agire e parlare personaggi che appartengono a una
tradizione culturale diffusa
□
D. un testo di fantasia in cui l’autore fa agire e parlare personaggi che sono esclusivo frutto della sua
fantasia.
In un racconto il narratore è la voce che racconta i fatti. Può trattarsi di qualcuno che
non partecipa alla vicenda: in questo caso si parla di narratore esterno.
Può essere un personaggio che partecipa alla vicenda: in questo caso si parla di
narratore interno.
Il narratore può cambiare all’interno di un medesimo testo.
Nel brano che hai letto il narratore è interno e cambia: prima racconta Adamo, poi
racconta Eva.
Rispondere alla domanda “Chi parla nel racconto” ci aiuta a individuare il narratore.
Invece, rispondere alla domanda “Chi vede nel racconto?” ci aiuta a individuare il
punto di vista da cui fatti e situazioni sono visti e giudicati.
Anche il punto di vista, come la voce, può rimanere sempre lo stesso o cambiare.
Nel brano che hai letto non si alterna solo il narratore ma anche il punto di vista perché
le situazioni sono viste prima con gli occhi di Adamo e poi con quelli di Eva.
Attività 3 – Il silenzio dei musei
18
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Indicazioni per il docente
Tipologia: attività di lettura, comprensione, interpretazione, valutazione individuale; condivisione
delle risposte e confronto collettivo.
Obiettivi didattici:
crearsi aspettative, confermarle o modificarle in base allo sviluppo del testo
valutare il contenuto e la forma del testo anche alla luce della conoscenza delle caratteristiche
del sottogenere testuale
confrontare la propria interpretazione con quella dei compagni e giustificare le proprie posizioni.
Tempo: 1ora e 30 minuti.
Le attività che accompagnano questo testo sono centrate su queste “attenzioni” che portano in
primo piano l’aspetto del leggere come “gioco” tra testo e lettore. Le due citazioni che seguono
mettono a fuoco con efficacia questa dimensione: “Il processo dinamico dell’interpretazione non
procede linearmente per progressiva accumulazione di informazioni, ma può retroagire (feedback
ermeneutico) anche su anteriori interpretazioni di informazioni anteriori, e su anteriori inferenze”
(Conte M-E, 1999).
“Il lettore maturo riesce ad andare anche dal fondo al principio del testo per correggere le
integrazioni che, alla luce della parte finale del testo, si rivelano approssimative o errate; i nostri
giovani lettori restano invece “prigionieri” della propria interpretazione e non tornano indietro per
correggere[…]”(Marello C., 1989).
Per sollecitare in modo concreto gli studenti a essere lettori attivi e a diventare consapevoli della
dinamica del rapporto lettore – testo, la scheda per lo studente è proposta divisa in due parti.
L’insegnante consegnerà la prima parte e solo quando tutti gli studenti avranno risposto alla
seconda delle domande che intercalano il testo, consegnerà anche la seconda parte che contiene la
conclusione “a sorpresa” del racconto. Solo a conclusione della lettura gli studenti riceveranno la
parte con le attività.
Aspetti della lettura secondo QdR INVALSI e chiavi di risposta
Quesiti
1
Aspetti della lettura
6
Chiavi di risposta
Prima; interno; “Avete mai sentito il silenzio di un museo?”;
quadro; boia; uccidere le persone condannate a morte.
2
6
B. Per creare una atmosfera di attesa, di mistero e di suspense
3
7
Alla abitudine si scattare fotografie di nascosto malgrado il divieto
4
5b
c.; d.; e.; g.
5
3
ci sente: Io li sento tutti i rumori
ci vede: fu con quella che vidi il coltello
si muove: Mi mossi, silenzioso, nel buio
non ha peso: La pedana di legno che alzava il divano non scricchiolò
è visibile: mi vide
è grande e grosso: alto e imponente
non ha un vero corpo: non sparò perché non c’era niente su cui sparare.
6
5b
il boia dipinto esercita la funzione di giustiziere che è propria del personaggio.
7
6
C. horror
8
6
Libera
19
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Scheda per lo studente
Cognome
Nome
Data
Attività 3 – Il silenzio dei musei
5
Avete mai sentito il silenzio di un museo? Non quello dei cartelli appesi al muro, rotto
dallo scalpiccio, dai sussurri, dai colpi di tosse, dal ronzare delle macchine fotografiche
che si ricaricano di nascosto, ma quello vero, quello dell’orario di chiusura. Che non è
un silenzio vuoto, di cose che dormono, ma un silenzio vivo, di cose che si svegliano.
Avete mai sentito quanti rumori ci sono in un museo chiuso? Sono tanti, tutti diversi.
Io lo so, sto lì da tanti anni, dietro il tavolo del custode, e non ho niente da fare che
ascoltare, fissare il buio e ascoltare, dalle sei di sera alle otto di mattina.
Chi è il personaggio che racconta in prima persona? Rispondi e spiega il perché della
tua risposta.
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
10
15
20
25
30
35
40
Ci sono le cornici dei quadri, per esempio, o anche gli infissi delle bacheche o delle
finestre, che con la variazione di temperatura tirano e scricchiolano, con la r,
scrrricchiolano. Poi ci sono le tele, le tende e tutte le stoffe dei vestiti nelle teche e
quelle che ricoprono i mobili antichi, soprattutto i letti… quelle frusciano, con la f,
fffrusciano. E le molle, quelle dei divani che si tennndono, n. E l’impianto di sicurezza,
quando si accende periodicamente, s: sssibila.
Io li sento tutti i rumori, non ho nient’altro da fare… e li riconosco sempre.
Per questo quella c, così netta, così tronca, clic, la notai subito e mi fece alzare la
testa, a girare gli occhi nel buio. Sembrava un taglio, un taglio di forbici e infatti la
seconda volta lo sentii bene che non era proprio un clic, no, ma un tric. Come di
metallo su gomma che si allunga e forza finché non incontra la resistenza del rame.
Tric. E subito, il sibilo dell’impianto di sicurezza cessò di colpo.
Nel buio la luce improvvisa di una torcia elettrica e rumore di passi di gomma, cauti,
lenti. Scorreva veloce sui vetri delle bacheche, sulle pareti, sulle tele. Mi passò accanto,
senza toccarmi, e io attesi. Se non mi avevano visto non si erano accorti di me. Erano
due, pensai all’inizio, poi entrò anche il terzo, fermo sull’atrio, illuminato a metà dalla
luce esterna del cortile, e fu con quella che vidi la pistola. Gli altri, nel salone, erano
solo due sagome grigie che si muovevano curve sul nero, finché una non si fermò a
reggere la torcia e l’altra entrò nel cono di luce, e fu con quella che vidi il coltello.
Sentii il rumore di una tela tagliata. La tela che cede sotto la lama di un cutter fa un
rumore straziante per chi sa sentirlo. È come se ogni filo della fibra lanciasse un gemito
breve, da gola tagliata. Mi mossi, silenzioso, nel buio.
- C’è qualcuno… ho sentito un rumore
L’occhio luminoso della torca tagliò il buio fino alla scrivania, alla targhetta Custode, e
si fermò rotondo sullo schienale della sedia vuota.
- Che c’è?- chiese quello con la pistola.
La torcia si mosse, a passi attenti, di suola di gomma. Veniva verso la sala piccola,
con quello col coltello e la tela ripiegata su se stessa, arrotolata su un angolo ancora
attaccato alla cornice. La luce varcò la soglia, mi vide e si schiacciò per terra con un
ciack spesso, di vetro grosso.
Buio.
- Ma cosa fai?- La voce vibrava nella gola, di paura.
Un attimo e mi mossi ancora, oltre la soglia, di nuovo nel salone, dietro la corda di
canapa gialla che chiudeva il divano sul ballatoio. Nessun fruscio sulla striscia rossa del
tappeto. La pedana di legno che alzava il divano non scricchiolò.
20
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
45
50
55
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
- Guarda che se è uno scherzo… oh, giuro, se è uno scherzo, io…
Camminava lungo la corda, per indovinare la direzione. La sentivo vibrare sotto le sue
dita e forse, non so, ma forse tremava. Volevo un urlo, così lasciai che la mano si
avvicinasse, scorrendo sulla canapa, e quando la sentii vicina, sempre più vicina, non
mi allontanai.
Urlò, forte.
Quello con la pistola si piegò sulle ginocchia, stendendo le braccia nel buio.
La paura gli ghiacciò le gambe e la gola e il dito sul grilletto.
Non sparò perché non c’era niente cui sparare se non la sagoma sottile di una corda di
canapa che ondeggiava nel buio.
Quando riuscì a muovere la lingua fece uno schiocco contro il palato e un gorgoglio di
gola mentre si alzava strappando sulle ginocchia. Si voltò per scappare e quando si
voltò incontrò me.
Confermi la risposta che hai dato alla domanda precedente? Spiega il perché della tua
risposta.
…………………………………………………………………………………………………………………………………………
Chi è un boia?
…………………………………………………………………………………………………………………………………………
21
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
60
65
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
- Ci hanno provato anche stavolta… guarda qua, ci sono i fili dell’allarme tagliati.
- Glielo dico sempre, io, alla sovrintendenza… qua ci vuole un guardiano notturno, altro
che storie. Fortuna che non portano via mai niente.
Sono le nove e il museo ha perso di nuovo il suo silenzio. Tra i tanti rumori che mi
circondano quello che mi infastidisce di più è lo scatto isterico delle macchine fotografiche
che mi inquadrano di nascosto.
Sono uno dei quadri più fotografati, Il boia, alto e imponente, con le mani strette sulla
spada insanguinata.
Quello che mi stupisce è che con tanti turisti che mi fotografano, nessuno si sia ancora
accorto del mucchio di teste nella cesta alle mie spalle che si alza, ogni volta, un pochino di
più.
(tratto e adattato da Il silenzio dei musei in C. Lucarelli, Il lato sinistro del cuore,
Einaudi, Torino 2003.)
Questo finale ti ha stupito? Spiega il perché della tua risposta.
................................................................................................................................
................................................................................................................................
................................................................................................................................
22
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
1.Completa il testo che segue.
La vicenda è narrata in ………… persona da un personaggio …………………. al racconto. Il narratore si
rivolge direttamente a chi legge con frasi come questa: …………………………………………………………….
…………… Fino quasi alla fine del racconto chi legge può supporre che si tratti di un custode, invece
alla fine si scopre che si tratta di una figura ritratta in un ………………... La figura è quella di un
……………………., cioè di una persona che ha il compito di ……………………………………………………………….
2. Perché l’autore, all’inizio del testo, dedica molto spazio alla descrizione del “silenzio di
un museo”?
□
□
□
□
A. Per fare riflettere il lettore su qualcosa a cui forse non ha mai pensato
B. Per creare una atmosfera di attesa, di mistero e di suspense
C. Per invitare chi legge ad avere un atteggiamento più rispettoso durante le visite
D. Per suggerire che i musei si animano davvero solo dopo la chiusura
3. A quale cattiva abitudine dei turisti fa due volte riferimento il testo?
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
4. Solo alla fine del racconto il lettore scopre chi è davvero il personaggio che narra la
vicenda. Quali delle frasi seguenti, rilette alla luce di questa conoscenza sono indizi che
anticipano l’identità del personaggio? Lavora in coppia con un compagno e preparati a
spiegare il perché delle tue scelte.
a. Io lo so, sto lì da tanti anni, dietro il tavolo del custode… (riga 6)
b. Per questo quella c, così netta, così tronca clic, la notai subito e mi fece alzare la testa, a girare
gli occhi nel buio. (righe 15,16)
c. Se non mi avevano visto non si erano accorti di me. (riga 22)
d. È come se ogni filo della fibra lanciasse un gemito breve, da gola tagliata. (righe 28,29)
e. Nessun fruscio sulla striscia rossa del tappeto. La pedana di legno che alzava il divano non
scricchiolò. (righe 41,42)
f. … lasciai che la mano si avvicinasse, scorrendo sulla canapa, e quando la sentii vicina, sempre
più vicina, non mi allontanai. (righe 45-47)
g. Non sparò perché non c’era niente cui sparare. (riga 51)
23
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
5. Dal testo si capisce che Il boia, sia quando è una figura nel quadro, sia quando ne
esce, ha alcune caratteristiche. Ricopia dal testo una frase da cui si deducono le
caratteristiche elencate sotto.
Il boia
ci sente ...........................................................................................................................
ci vede ...........................................................................................................................
si muove ...........................................................................................................................
non ha peso ........................................................................................................................
è visibile ...........................................................................................................................
è grande e grosso ................................................................................................................
non ha un vero corpo .........................................................................................................
6. Perché, secondo te, il personaggio che narra la vicenda si comporta in questo modo?
Quali sentimenti e quali scopi guidano le sue azioni?
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
7. A quale genere appartiene il racconto che hai letto?
□
□
□
□
A. Giallo
B. Poliziesco
C. Horror
D. Fantasy
8. Fate ora le vostre ipotesi per rispondere a queste domande che nel testo non hanno
risposta. Confrontate le vostre interpretazioni.
-
Come mai il mattino dopo non vengono ritrovati i cadaveri?
Che fine ha fatto la tela tagliata?
24
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Attività 4 – Lo zio acquatico
Indicazioni per il docente
Tipologia: attività di lettura, comprensione, interpretazione, valutazione. Poiché il testo può
presentare sia per il livello letterario della scrittura sia per il tema che ha rimandi a una cultura
scientifica, può essere consigliabile far svolgere l’attività a coppie. È senz’altro utile mettere gli
studenti in una situazione di lavoro che favorisce la verbalizzazione per attivare e mettere in
comune conoscenze esterne al testo. Come sempre il lavoro a coppie sarà seguito dal confronto
comune.
Obiettivi didattici:
valutare il contenuto e il senso del testo anche alla luce della propria enciclopedia personale
prendere consapevolezza che due punti di visti anche molto diversi possono essere entrambi
giustificati da validi argomenti
Tempo: 1ora e 30 minuti.
Le attività proposte riprendono e sviluppano, a partire da un testo più impegnativo, gli stessi
aspetti della lettura già esercitati nelle attività precedenti, con particolare focalizzazione sul “punto
di vista”.
Aspetti della lettura secondo QdR INVALSI e chiavi di risposta
Quesiti
1
Aspetti della lettura
5b
Chiavi di risposta
VERO: b.; c.; e.
2
5b
Nell’acqua o sulla terraferma
3
5a
Potete pulirvici quelle verruche schifose che avete addosso, con le vostre blatte
puzzolenti!
4
5a
a. Me l’aspettavo che l’avreste capita, [...] ormai il gusto del sguazzare nel
secco ve lo siete tolto, è giunta l’ora che torniate a vivere come esseri normali.
b- Ma no, zio N’ba N’ba, cos’ha capito? Noi si voleva portarla a sta con noi, in un
bel praticello...
5
5a
- Questo delle verruche era un pregiudizio dei vecchi pesci è [...] il prozio lo
sapeva bene, però non rinunciava a imbastire i suoi discorsi di tutte le calunnie
e le prevenzioni in mezzo alle quali era cresciuto.
-Il prozio interloquiva anche in questioni lontane da lui [...]e dava ragione agli
uni o agli altri secondo criteri suoi, che erano sempre quelli acquatici
-Non c’era verso di fargli accettare per possibile una realtà diversa dalla sua.
6
7
B è plausibile perché gli studiosi dicono che, in una antica era geologica, ci fu il
passaggio delle forme di vita dall’acqua alla terraferma
7
6
A alla differenza di idee tra vecchi e giovani
25
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Scheda per lo studente
Cognome
Nome
Data
Attività 4 – Lo zio acquatico
Nel libro Le Cosmicomiche, Qfwfq, personaggio dal nome impronunciabile, non spiega mai chi è o come è
fatto. Si sa solo che lui c’era, che era lì dai tempi del “bing bang”, testimone di ogni grande avvenimento.
Ormai era chiaro che i tempi dell’acqua erano finiti, -ricordò il vecchio Qfwfq,- quelli che
si decidevano a fare il grande passo erano sempre in maggior numero, non c’era famiglia
che non avesse qualcuno dei suoi cari là all’asciutto, tutti raccontavano storie straordinarie
di quel che c’era da fare in terraferma, e chiamavano i parenti.
5
Ormai i pesci più giovani non li teneva più nessuno, sbattevano le pinne sulle rive di fango
per vedere se funzionavano da zampe, com’era riuscito ai più dotati. Ma proprio in quei
tempi s’accentuavano le differenze tra noi: c’era la famiglia che viveva in terra da più
generazioni, e i cui giovani ostentavano maniere che non erano nemmeno più da anfibi ma
giù quasi da rettile; e c’era chi si attardava ancora a fare il pesce.
10
La nostra famiglia, devo dire, nonni in testa, zampettava sulla spiaggia al completo. Non
fosse stato per l’ostinazione del prozio N’ba N’ga, i contatti col mondo acquatico sarebbero
stati perduti da un pezzo.
Sì, avevamo un prozio pesce. Dunque questo prozio abitava in certe acque basse e
15
limacciose, in quel braccio di laguna dov’erano nati tutti i nostri vecchi. Non si muoveva mai
di là; in qualsiasi stagione bastava spingerci sugli strati di vegetazione più molli fin che non
ci si sentiva sprofondare nel bagnato, e là sotto, vedevamo la colonna delle bollicine che lui
mandava su sbuffando, come fanno gli individui d’età.
-
20
Zio N’ba N’ga! Siamo venuti a trovarla! Ci aspettava? –
Gridavamo, sguazzando nell’acqua zampe e coda per richiamare la sua attenzione. – Le
abbiamo portato degli insetti nuovi che crescono da noi! Zio N’ba N’ga! Ne aveva mai viste
di blatte così grosse? Assaggi se le piacciono...
-
Potete pulirvici quelle verruche schifose che avete addosso, con le vostre blatte
puzzolenti! –
25
La risposta del prozio era sempre una frase di questo genere, o magari più villana ancora:
ci accoglieva così ogni volta, ma non ci facevamo caso perché sapevamo che dopo un po’
finiva per rabbonirsi, gradire i doni, e conversare in toni più garbati.
-
Ma che verruche, zio N’ba N’ga? Quando mai ci ha visto addosso una verruca?
Questo delle verruche era un pregiudizio dei vecchi pesci: che a noi, a vivere all’asciutto, ci
26
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
30
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
venissero tante verruche su tutto il corpo, trasudanti roba liquida; il che era vero sì, ma
solo per i rospi, che con noi non avevano nulla da spartire; al contrario, la nostra pelle era
liscia e sgusciante come nessun pesce l’aveva mai avuta; e il prozio lo sapeva bene, però
non rinunciava a imbastire i suoi discorsi di tutte le calunnie e le prevenzioni in mezzo alle
quali era cresciuto.
35
Andavamo a far visita allo prozio una volta all’anno, tutta la famiglia insieme. Il prozio
interloquiva anche in questioni lontane da lui chilometri e chilometri di terra secca, come la
spartizione delle zone per la caccia alle libellule, e dava ragione agli uni o agli altri secondo
criteri suoi, che erano sempre quelli acquatici. –Ma non lo sai che chi caccia sul fondo è
sempre in vantaggio su chi caccia a galla?
40
- Ma zio, veda, non è questione di galla o fondo: io sto al piede della collina e lui a mezza
costa...Le colline, ha presente, zio...
E lui: - Al piede degli scogli c’è sempre i gamberi migliori - Non c’era verso di fargli
accettare una realtà diversa dalla sua.
Tentativi di portarlo a terra con noi ne avevamo fatti parecchi, e continuavamo a farne –
45
Zio, alla bella età che ha, sapesse quanto ci dispiace lasciarla così sempre solo, in mezzo
all’umido...a noi, sa è venuta un’idea... – attaccavamo.
- Me l’aspettavo che l’avreste capita, - interrompeva il vecchio pesce, -ormai il gusto
sguazzare nel secco ve lo siete tolto, è giusto l’ora che torniate a vivere come esseri
normali. Qui c’è acqua per tutti, e quanto al mangiare, la stagione dei lombrichi non è mai
50
stata così buona. Potete buttarvi a bagno bell’e ora e non se ne parli più.
- Ma no, zio N’ba N’ga, cos’ha capito? Noi si voleva portarla a star con noi, in un bel
praticello...Vedrà che ci si trova bene, le scaviamo una fossetta umida, fresca: lei ci si rigira
come vuole tal quale a qui. E poi alla sua età il clima di terra è più indicato. Dunque, zio
N’ba N’ga, non si faccia più pregare, viene?
55
- No! – era la risposta secca del prozio, e con una nasata in acqua scompariva dalla nostra
vista.
(tratto e adattato da I. Calvino, Le cosmicomiche vecchie e nuove. Garzanti, Milano 1984.)
1. Segna se ciascuna delle affermazioni se seguono sono vere o false
VERO
a
Il narratore è esterno
b
c
d
e
Chi vede, parla e giudica è il vecchio Qfwfq
I verbi sono alla prima persona
I verbi sono alla terza persona
Il punto di vista della narrazione è interno
FALSO
27
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
2. Sintetizza in una domanda l’argomento su cui il narratore e lo zio N’ba N’ba
hanno opinioni diverse.
È meglio vivere...............................................................................................
3. Nella seconda parte del racconto (righe 11 – 56) la voce che narra presenta man
mano due punti di vista opposti. Trascrivi un esempio dal testo .
Narratore
Le abbiamo portato degli
nuovi che crescono da noi!
Zio N’ba N’ga
insetti
.................................................................
.................................................................
.................................................................
4. Avere due punti di vista diversi può dar luogo a fraintendimenti. Rispondi facendo
riferimento all’ ultima parte del racconto (righe 44 – 56)
a. Che cosa si aspetta lo zio che vede arrivare i nipoti dalla terraferma?
................................................................................................................................
................................................................................................................................
b. Quale è, invece, l’intenzione dei nipoti che vanno a far visita allo zio?
....................................................................................................................................
....................................................................................................................................
5. Chi parla, il narratore, esprime apertamente il suo giudizio sulle idee del vecchio zio.
Ti diamo una frase d’esempio. Trascrivi altri due o tre frasi in cui questo giudizio
è
detto esplicitamente. (righe 29- 43).
- “Non fosse stato per l’ostinazione del prozio N’ba N’ba, i contatti col mondo acquatico
sarebbero stati perduti da un pezzo” (righe 11-13).
- ..................................................................................................................................
....................................................................................................................................
28
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
- ..................................................................................................................................
....................................................................................................................................
- ..................................................................................................................................
....................................................................................................................................
6. La prima parte del testo (righe 1 - 9).
□ A è inverosimile, perché è solo una invenzione fantastica che serve a introdurre l’ambiente
e i personaggi
□ B è plausibile perché gli studiosi dicono che, in una antica era geologica, ci fu il passaggio
delle forme di vita dall’acqua alla terraferma
□ C è inverosimile perché ciò che dice l’autore che non ha riferimento a quanto ci dice la
scienza
□ D è plausibile perché può darsi che le cose siano andate proprio così
7. A quale tema, sempre attuale, rimanda il racconto?
□ A alla differenza di idee tra vecchi e giovani
□ B alla testardaggine dei vecchi
□ C alla presunzione dei giovani
□ D alla difficoltà di fare delle scelte
29
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Ricorda e rifletti
Quale dei racconti letti ti è piaciuto di più e perché?
……………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………
Ogni racconto che hai letto era seguito da un certo numero di domande.
Ti sembra che rispondere alle domande ti sia utile per cogliere aspetti
che da solo non vedresti e quindi ti sia utile per apprezzare meglio il
testo?
............................................................................................................
Su quali tipi di quesiti ti piace di più rispondere. Perché?
……………………………………………………………………………………………………………………………………
Quali quesiti, invece, ti sembrano noiosi e inutili?
……………………………………………………………………………………………………………………………………
Preferisci rispondere da solo cecando di “ascoltare” te stesso o preferisci
lavorare in coppia e “ragionare a voce alta” con un compagno?
……………………………………………………………………………………………………………………………………
Trovi interessanti e utili le discussioni in classe dopo la lettura? Incidono
sulle tue “reazioni al testo”?
……………………………………………………………………………………………………………………………………
Quali strategie usi per rispondere alle domande? Segna con una crocetta.
a.
b.
c.
d.
e.
Leggo il testo una volta e poi rispondo alle domande basandomi su quello che mi ricordo
Leggo una volta il testo e poi rispondo alle domande andando a volte a rileggere
Leggo prima le domande e poi leggo il testo
Rispondo alle domande saltando qua e là nel testo
Altro ......................................................................................................................................
30
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Verifica, attività di recupero, attività integrative
Indicazioni per il docente
1. Verifica. F. Piccolo, Dal lato della strada
Trattandosi di una verifica destinata a una classe terza si è ritenuto opportuno costruirla con
le caratteristiche tipiche delle prove Invalsi perché gli alunni prendano confidenza con il
formato del test che dovranno affrontare in sede di esame conclusivo del primo ciclo. La
verifica proposta è coerente con le prove Invalsi in particolare per quanto riguarda
il numero delle domande
il formato delle domande quasi tutte a risposta chiusa con scelta fra quattro
opzioni
la presenza di quesiti che coprono anche aspetti previsti dal Quadro di
Riferimento che non sono stati oggetto specifico del percorso proposto
(comprensione del lessico :quesiti 2, 7, 8, 11; individuazione di informazioni date
esplicitamente: quesiti 9, 10; riconoscimento di relazioni di coesione: quesito 6)
Aspetti della lettura secondo QdR INVALSI e chiavi di risposta
Quesiti
Aspetti della lettura
Chiavi di risposta
1
4
C. Quello che mi aveva detto
2
1
C. Negligenza
3
6
D. il punto di vista che il narratore attribuisce alla madre
4
5.a
C. Che la madre lo ami meno di quanto ama l’altro figlio
5
5.a
A. Perché prova rispetto e soggezione nei confronti della madre
6
4
B. Riprendere e sviluppare il discorso
7
1
C.
Fatti da un bambino piccolo
8
1
C.
Morte
9
2
quello che mi premeva di più era non tradire mia madre
10
2
come un eroe alla guerra pronto a sacrificarsi per la patria
11
1
D.
Problema di difficile soluzione
12
6
A.
con una riflessione scherzosa
13
7
C. Riflettono la gelosia che i fratelli maggiori spesso sentono per i minori
14
6
B. un racconto autobiografico scritto a distanza di tempo dai fatti
15
6
Vero: b.; c.; f.; g.
16
5.b
C.
17
5.b
VERO: a.; b.; d.; f.
i rapporti di protezione e responsabilità fra i membri di una famiglia
31
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
2. Attività di recupero Cerami V., Un amore grandissimo
Anche in questa attività di recupero sono stati inseriti, come nella verifica anche aspetti della
comprensione della lettura che non sono solo quelli oggetto specifico del percorso.
Aspetti della lettura secondo QdR INVALSI e chiavi di risposta
Quesiti
Aspetti della lettura
Chiavi di risposta
1
5b
C il cane di Teresa
2
5b
Libera
3
6
terza; esterno; Poldo
4
5a
B è una nuova conoscenza, non lo aveva mai visto
5
5b
Libera
6
1
Illimitato; incondizionato; grandissimo
7
1
Che coinvolge completamente chi lo prova
8
7
Libera
9
4
B.
10
6
A Un racconto verosimile
In quel preciso momento
3. Attività integrative – R. Queneau, Esercizi di stile
Aspetto soggettivo I
Il testo è stato riscritto variando il punto di vista della narrazione. Il narratore, questa volta interno, è il giovane con il
cappello.
L’ ordine della narrazione è cambiato: chi parla narra prima l’incontro con l’amico che critica il suo abbigliamento, poi
l’episodio avvenuto sull’autobus.
Altro aspetto soggettivo
Il testo è stato riscritto variando ancora il punto di vista. Il testo è scritto in prima persona, il
narratore è sempre interno ma è il vicino sull’autobus.
L’ ordine della narrazione è cambiato e un episodio è omesso, non è riferito: chi parla narra
soltanto quello che succede sull’autobus perché il narratore rimane sull’autobus, non può
assistere all’incontro del giovane col cappello con il suo amico.
Cambia anche la scelta delle parole, ad esempio il giovane con il cappello diventa un mocciosetto come pochi, un
monellaccio di venticinque o trent’anni mascalzoncello gaglioffo.
Ci sono espressioni figurate e ironiche come premere il pedale sui suoi fettoni e a ballargli il tip tap sugli allucini santi suoi!
Precisazioni
Questa volta il testo è scritto in terza persona e l’attenzione del narratore esterno è tutta
concentrata su aspetti quantitativi, particolari e misure ottenendo un effetto comico.
Commedia
Qui ciò che cambia è soprattutto la forma testuale: leggiamo il copione di un testo teatrale.
La sceneggiatura è divisa in atti, ciascuno dei quali è diviso in scene. Le parole in corsivo tra parentesi indicano luoghi,
tempi, azioni dei personaggi, caratteristiche fisiche, tono della voce.
Le parole in maiuscolo indicano i ruoli dei personaggi e i turni delle battute.
Anche gli spazi bianchi lasciati tra le righe scandiscono i tempi e i modi della vicenda.
32
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Scheda per lo studente
Cognome
Nome
Data
Verifica - Dal lato della strada
Quando ero piccolo, e andavo a scuola insieme a mio fratello, mia madre mi diceva di
tenerlo per mano, e questo mi sembrava giusto e anche responsabile. Quello che non capivo è
perché mi diceva sempre: “mi raccomando, quando passate per quella strada dove non c’è il
marciapiede, mettiti sempre tu dal lato della strada, dove passano le automobili”. Io lo facevo,
5
e lo facevo con diligenza, ma ero molto dispiaciuto. Per me significava: “io spero che nessuna
auto vi butti sotto, ma se proprio dovesse succedere, preferisco che muoia tu piuttosto che
lui”.
La cosa mi rendeva abbastanza agitato. Anche perché, ogni volta che le chiedevo un po’ più
di nutella nel panino, lei diceva che non era giusto, e che eravamo tutti uguali; e a quel punto
10
non ho mai avuto il coraggio di risponderle: “e allora se siamo tutti uguali, la mattina dal lato
della strada si mette chi capita, o facciamo una mattina per uno, così le possibilità di essere
investiti sono alla pari”. Confesso che ho più volte avuto la tentazione di lasciare lui, dal lato
della strada; ma mi mettevo una paura del diavolo, perché sono sicuro che se si fosse
spiaccicato sotto un’auto, le avrei prese di brutto, perché sarebbe stato evidente che avevo
15
lasciato lui dalla parte più pericolosa, disubbidendo. A dire la verità, avevo già preparato una
scusa: avrei detto con voce incredula che era stata colpa di un pazzo che con il motorino sveva
tentato di passa rasente il muro e aveva colpito in pieno mio fratello; questa spiegazione non
soltanto mi sembrava credibile, ma mi avrebbe pure consentito di fare a mia madre una
lezione morale, del tipo “in nessun luogo si può essere al sicuro quando il destino ha scelto,
20
nemmeno dalla parte del muro”.
Ora che lui si spiaccicasse mi importava sì, a fino a un certo punto, anche perché i miei
precoci calcoli economici mi suggerivano che, rimanendo l’offerta di nutella alla stessa quantità
e dimezzandosi la domanda con la dipartita di mio fratello, io avrei ricevuto chiari vantaggi,
raddoppiando il fatturato. Ma anche le leggi economiche hanno il loro freno morale, e allora,
25
nonostante il fatto che mentre pensavo queste cose con l’anca mi veniva da spingere
leggermente mio fratello verso il centro della strada, poi la smettevo subito pensando al
tradimento nei confronti di mia madre, alla punizione che avrei ricevuto facendo le dovute
proporzioni. E cioè se la pena per una parola sconcia era due sberle e due ore chiuso in
camera, figuriamoci quella per l’assassinio di mio fratello. E poi non avrei avuto più chi mi
30
passava la palla mentre giocavo giù nel parco.
La verità però è un’altra: quello che mi premeva di più era non tradire mia madre; credevo
33
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
molto in lei, nonostante preferisse che un parafango colpisse me piuttosto che mio fratello, e
andavo a scuola come un eroe alla guerra pronto a sacrificarsi per la patria. Non appena
svoltavamo l’angolo e scendevamo dal marciapiede, passavo mio fratello da una mano all’altra
35
e lo tenevo dalla parte del muro, mentre io, con la tristezza nel cuore, mi tenevo dal lato della
strada, e ogni volta che passava un’auto o una motocicletta chiudevo gli occhi e aspettavo che
il vento mi colpisse in pieno viso e ogni volta poi tiravo un sospiro di sollievo. Certi giorni mi
ponevo addirittura il dilemma se non fosse una disubbidienza anche quella di arrivare sano e
salvo a scuola, ma poi mi convincevo facilmente che esageravo, e mia madre aveva fatto solo
40
una lista di preferenze, e non voleva proprio ammazzarmi.
Me ne rendevo conto in maniera chiara quando uscivo con lei e, rifacendo lo stesso percorso,
mi teneva a riparo della strada con il suo corpo: faceva con me quello che aveva chiesto a me
di fare con mio fratello. A quel punto rivalutai la mia posizione, pensando che se si sacrificava
lei stessa, potevo farlo benissimo anch’io. Era un circolo: una volta protettore, una volta
45
protetto. Però quello che non riuscivo a sopportare era che alla fine del circolo c’era mio fratello
che non moriva mai perché non proteggeva nessuno, e all’inizio c’era, che so, mio nonno che
rischiava la vita tutti i momenti, proteggendo tutti, e finivo per credere che camminasse
sempre al centro della strada anche quando stava solo, non foss’ altro che per il sollievo di
sentirsi sollevato dall’incarico qualora un’auto l’avesse sollevato da terra.
(Piccolo, F. Storie di primogeniti e figli unici. Feltrinelli, Milano 1996.)
1. Il pronome “lo” alla riga 4 con quali parole potrebbe essere sostituito?
□
□
□
□
A. andavo a scuola insieme a mio fratello
B. stavo dalla parte del muro
C. quello che mi aveva detto
D. una cosa che mi dispiaceva
2. Quale delle parole elencate NON è sinonimo della parola “diligenza” (riga 5)?
□
□
□
□
A. Cura
B. Scrupolosità
C. Negligenza
D. Precisione
34
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
3. La frase “Io spero che nessuna auto vi butti sotto, ma se proprio dovesse succedere,
preferisco che muoia tu piuttosto che lui” esprime
□
□
□
□
A. il punto di vista che la madre attribuisce al bambino
B. il punto di vista del narratore
C. Il punto di vista della madre
D. il punto di vista che il narratore attribuisce alla madre
4. Il primo capoverso esprime un timore del bambino. Quale?
□
A. Che la madre non proverebbe dolore per la sua morte
□
B. Che la madre lo ami meno di quanto ama l’altro figlio
□
C. Che la madre non gli voglia bene
□
D. Che la madre non si fidi di lui
5.
Perché il bambino non ha il coraggio di rispondere alla madre come detto nelle
parole fra virgolette alle righe 10-12?
□
A. Perché prova rispetto e soggezione nei confronti della madre
□
B. Perché non è sicuro di avere ragione
□
Perché ha paura di essere punito
□
D. Perché pensa che la madre non capirebbe il suo ragionamento
6. La parola “Ora” con cui inizia il capoverso alla riga 21 ha la funzione di
□
A. Introdurre un pensiero contrasta con quanto detto prima
□
B. Riprendere e sviluppare il discorso
□
C. Dare una indicazione sul tempo in cui si svolgono i fatti narrati
□
D. Richiamare l’attenzione del lettore
35
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
7. L’aggettivo “precoci” (riga 22) in questo caso significa
□
□
□
□
A. Fatti senza conoscere i numeri
B. Fatti in modo impreciso
C. Fatti da un bambino piccolo
D. Fatti da un bambino egoista
8. La parola “dipartita” (riga 23) è sinonimo di
□
□
□
□
A. Partenza
B. Sparizione
C. Morte
D. Separazione
9. Qual è il motivo vero per cui il bambino continua a tenere il fratello dalla parte del
muro? Ricopia dal testo la frase che lo indica.
………………………………………………………………………………………………………………………………………………..
10. Nel capoverso che va dalla riga 31 alla riga 40 il narratore indica con una similitudine
il proprio stato d’animo. Trascrivila.
………………………………………………………………………………………………………………………………………………..
11. La parola “dilemma” (riga 38) significa
□
□
□
□
A. quesito inutile
B. interrogativo senza risposta
C. discorso complicato
D. problema di difficile soluzione
36
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
12. Il testo finisce (dalla riga 45 alla fine)
□
□
□
□
A. con una riflessione scherzosa
B. con una saggia conclusione
C. con una previsione per il futuro
D. con una sintesi dei fatti
13. I sentimenti e i pensieri del bambino nei confronti del fratello
□
□
□
□
A. rivelano una carattere egoista e poco affettuoso
B. corrispondono a un atteggiamento che non si verifica nella realtà
C. riflettono la gelosia che i fratelli maggiori spesso sentono per i minori
D. Nascono dalla incomprensione delle richieste degli adulti
14. Il testo è
□
A. una pagina di diario scritta all’epoca in cui i fatti si sono svolti
□
B. un racconto autobiografico scritto a distanza di tempo dai fatti
□
C. un racconto di fantasia che narra fatti che in realtà non sono accaduti
□
D. la ricostruzione di situazioni che un’altra persona ha raccontato a chi scrive
15. Segna con una crocetta se le affermazioni che seguono sono vere o false.
VERO
a
b
c
d
e
f
g
h
FALSO
La vicenda è raccontata da un narratore “esterno”
I fatti sono visti dal punto di vista del narratore
Chi narra usa la prima persona singolare
I fatti sono visti con una alternanza di diversi punti di vista
Chi narra usa la terza persona singolare
Il personaggio che narra è il protagonista
Chi narra è un personaggio interno alla vicenda
Chi legge conosce anche i pensieri di personaggi diversi dal
protagonista
37
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
16. Il tema del testo è costituito da
□
A. il desiderio di essere protetti dagli adulti della famiglia
□
B. il timore di non essere amati abbastanza dai genitori
□
C. i rapporti di protezione e responsabilità fra i membri di una famiglia
□
D. la difficoltà di rapporti che spesso si riscontrano fra i membri di una famiglia
17. Indica se le affermazioni che seguono sono vere o false
VERO
FALSO
a. Il testo affronta in modo “leggero” un tema serio
b. Nel testo prevalgono i pensieri e le riflessioni del protagonista
c. Nel testo ci sono alcuni dialoghi
d. Il bambino protagonista fa ragionamenti raffinati
e. Il testo contiene anche riflessioni che il narratore fa da adulto sulla
sua esperienza di bambino
f. L’autore ha voluto divertire il lettore
38
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Scheda per lo studente
Cognome
Nome
Data
Attività per il recupero – Un amore grandissimo
Faceva caldo. Un’ estate così spossante Poldo non l’aveva mai passata. In quattro e
quattr’otto chiamò Teresa e la convinse a uscire. Presero la macchina, una vecchia e
spiritosa carcassa, e puntarono verso il mare.
Per le strade non c’era nessuno, erano più o meno le tre del pomeriggio. Tutti e due
5
si lasciavano schiaffeggiare dal vento, gli occhi mezzi chiusi per paura dei moscerini che
andavano a schiacciarsi contro il parabrezza. Teresa, coperta appena da un abitino
albicocca, canterellava un motivetto un po’ stanco. Giunti in vista del mare
parcheggiarono l’auto davanti a una fila di negozi chiusi e assolati. Scesero e corsero
subito verso la spiaggia. Teresa lasciò scivolare il vestito e rimase in costume da bagno.
10
Fu la prima a gettarsi in acqua, Poldo non si fece pregare.
Giocarono per un’oretta buona in grande allegria. Lei cercava di sfuggirgli ma lui la
raggiungeva sempre. E i due si baciavano e si scambiavano scherzosi dispetti. Teresa,
appena cominciò a sentire la stanchezza, decise di tornare sulla spiaggia a prendere il
sole. Si sdraiò sull’abito inzuppandolo d’acqua marina, portò le mani dietro la nuca e
15
chiuse gli occhi per non farsi accecare dal cielo bianco. Poldo le si allungò accanto, pelle
contro pelle: pensava a quella ragazza meravigliosa verso la quale nutriva un
sentimento d’amore assoluto, totalizzante, privo di conflitti o di una qualsiasi tensione.
Quando Teresa era contenta, Poldo era contento. E quando Teresa, per motivi suoi,
intimi, indipendenti da lui, s’incupiva o voleva restare sola, lui sapeva mettersi in
20
disparte e aspettare che ritornasse la serenità. Non le chiedeva che tenerezze, ma solo
quando sentiva che lei era ben disposta alle effusioni.
Con lo stesso animo di chi ricorda uno struggente amore passato, Poldo pensava alla
straordinaria ragazza che gli stava accanto. Intanto chiuse gli occhi cadendo in un
sonno beato.
25
Lo risvegliò un grido di gabbiani: Teresa non c’era più. Si alzò e lentamente andò a
cercarla seguendo le orme di lei sulla spiaggia vergine e respirando la sua delicata scia
di profumo. La ragazza aveva raggiunto una infuocata cabina telefonica e stava
parlando con qualcuno. La vedeva sorridere teneramente, poi arrossire. Alla fine la vide
inviare, attraverso la cornetta, un bacino timido e turbato. Finita la telefonata, tutta
30
contenta, Teresa abbracciò e baciò Poldo in mezzo agli occhi e tornò felice a prendere il
sole.
39
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Più tardi, quando cielo e mare cominciarono a tingersi di un tiepido rosso, giunse un
bel giovane, simpatico e innamorato. Aveva lasciato la sua macchina accanto all’altra e
ora stringeva forte a sé la bellissima Teresa. Si spogliò anche lui e tutti e tre corsero a
35
gettarsi in acqua. Una festa ancora più divertente e scatenata di prima. Davanti a Poldo
i due innamorati si scambiavano baci, sparivano sott’acqua e riemergevano con vere e
proprie esplosioni di risate. Poldo preferì lasciarli soli e tornò, nuotando piano piano, a
riva.
Quando la luna venne a prendere il posto del sole in mezzo al cielo, Teresa e il
40
ragazzo sconosciuto si sdraiarono sulla sabbia ancora calda e Poldo, cullato dal
monotono suono delle onde, s’addormentò un’altra volta.
Era giunto il momento di andare a casa. Fu proprio Teresa a svegliarlo di colpo
tirandogli la coda.
- Sveglia, dormiglione, - strillò con un sorriso pieno di felicità. Poldo si liberò della
45
sabbia che gli era rimasta addosso scuotendo bene il pelo e, saltellando, precedette i
due verso le automobili.
Il giovane scomparve nella notte e Poldo saltò sulla macchina scoperta e si sedette
sul sedile posteriore. Durante il viaggio di ritorno Teresa stava zitta, tutta chiusa nei
suoi pensieri. Qualcosa diceva a Poldo che la ragazza era triste.
50
Infatti di lì a poco la sentì singhiozzare. Allora s’infilò tra i sedili e andò a sdraiarsi sul
tappetino accanto a Teresa. Lei subito lo accarezzò mentre sul viso bagnato di lacrime
fiorì appena un sorriso. Solo per un attimo, perché la ragazza, pur continuando a
lisciare con la mano la testa di Poldo, non riusciva a trattenere il pianto.
(tratto e adattato da V. Cerami, Un amore grandissimo in La gente, Einaudi, Torino
1993)
1. Chi è Poldo?
□
A. Un amico di Teresa
□
B. Il fratello di Teresa
□
C. Il cane di Teresa
□
D. Il fidanzato di Teresa
Sottolinea nel testo le parti che giustificano la tua scelta.
40
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
2. A partire da quale punto del testo hai cominciato a capire l’identità di Poldo?
All’inizio, chi avevi pensato che fosse? Rispondi completando
Ho cominciato a capire chi è Poldo dalla riga … dove è scritto che ..........................................
...................................................................................................................................
All’inizio avevo pensato che Poldo fosse .............................................................................
3. Cancella fra le due opzioni quella che ti sembra sbagliata.
Il testo è narrato in prima/terza persona. Il narratore è interno/esterno al racconto. La situazione è
vista dal punto di vista di Poldo/di Teresa.
4. Il giovane che arriva sulla spiaggia per Poldo è
□
A. una vecchia conoscenza della spiaggia
□
B. una nuova conoscenza, non lo aveva mai visto
□
C. uno dei soliti amici di Teresa
□
D. un estraneo che fa amicizia con Teresa
5. Perché, secondo te, la ragazza nel viaggio di ritorno piange?
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
6. L’amore di Poldo per Teresa viene definito “assoluto e totalizzante” (riga …). Quali
delle parole che seguono sono sinonimi di assoluto? Sottolineale
Illimitato, incondizionato, assurdo, grandissimo, ingiustificato
7. Come spiegheresti il significato dell’aggettivo totalizzante? Scrivi la tua spiegazione,
confrontala con quella dei compagni e del dizionario.
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
41
Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
8. In base alla tua esperienza ti sembra che i sentimenti che Poldo prova per Teresa
corrispondono a quelli che nella realtà un cane può provare per il padrone? Rispondi
oralmente facendo degli esempi.
9. La parola “Allora” nella frase “Allora s’infilò tra i sedili” (riga 50) significa
□
□
□
□
A. insomma
B. in quel preciso momento
C. dunque
D. un tempo
10. Questo testo è
□
□
□
□
A. Un racconto verosimile
B. Una favola moderna
C. Una pagina di diario
D. Un racconto di fantasia
42
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Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Scheda per lo studente
Cognome
Nome
Data
Attività integrative - Esercizi di stile
Tutti i testi che seguono sono il gioco di un autore. L’autore gioca a riscrivere una breve storia con
una serie di variazioni sul tema; qui ti presentiamo quelli relativi al punto di vista, alla scelta dei
dettagli e al tipo di testo (dal racconto alla scena teatrale).
Leggi i testi e svolgi, in coppia con un compagno, le attività proposte.
Testo base
Un giorno verso mezzogiorno sopra la piattaforma posteriore
di un autobus della linea S vidi un giovane dal collo troppo
lungo che portava un cappello circondato da un nastro. Egli
tosto apostrofò il suo vicino pretendendo che costui faceva
apposta a pestargli i piedi ad ogni fermata. Poi rapidamente
egli abbandonò la discussione per gettarsi su di un posto
libero.
Lo rividi qualche ora più tardi davanti alla Gare Saint-Lazare in
gran conversazione con un compagno che gli suggeriva di far
risalire un poco il bottone del suo soprabito.
(R. Queneau, Esercizi di stile, trad. di Eco U., Einaudi, Torino 2008.)
Il testo di partenza è scritto in prima persona. L’osservatore è un passeggero tra altri su un
autobus, assiste a una scena tra altri due viaggiatori e la racconta dal suo punto di vista, “esterno”
alla scena che descrive. Dopo due ore, il passeggero che aveva assistito alla scena ritrova, davanti
ad una stazione di Parigi, la stessa persona che aveva attirato la sua attenzione in autobus, intenta
a conversare con un amico.
I personaggi sono: l’osservatore, un giovane con il cappello, il suo vicino sull’autobus, un suo
amico davanti alla stazione di Saint-Lazare
Aspetto soggettivo I
Non ero proprio scontento del mio abbigliamento, oggi. Stavo inaugurando un cappello nuovo,
proprio grazioso, e un soprabito di cui pensavo tutto il bene possibile. Incontro X davanti alla
Gare Saint-Lazare che tenta di guastarmi la giornata provando a convincermi che il soprabito
è troppo sciancrato1 e che dovrei aggiungervi un bottone in più. Cara grazia che non ha avuto
il coraggio di prendersela col mio copricapo.
Non ne avevo proprio bisogno, perché poco prima ero stato strigliato da un villan rifatto che
ce la metteva tutta per brutalizzarmi ogni qual volta i passeggeri scendevano o salivano. E
questo in una di quelle immonde bagnarole che si riempiono di plebaglia proprio all’ora in cui
debbo umiliarmi a servirmene
1
Sciancrato: stretto in vita
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Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Il testo è stato riscritto variando il punto di vista della narrazione. Il narratore, questa volta
interno, è ...................................... L’ ordine della narrazione è cambiato: chi parla narra prima
l’episodio che riguarda........................................................................., poi l’episodio
avvenuto ...............................................................................................................
Altro aspetto soggettivo
C’era oggi sull’autobus, proprio accanto a me, sulla piattaforma, un mocciosetto come
pochi - e per fortuna, che son pochi, altrimenti un giorno o l’altro ne strozzo qualcuno. Ti dico,
un monellaccio di venticinque o trent’anni, e m’irritava non tanto per quel suo collo di tacchino
spiumato, quanto per la natura del nastro del cappello, ridotto a una cordicella color
singhiozzo di pesce. Il mascalzoncello gaglioffo!
Bene, c’era abbastanza gente a quell’ora, e ne ho approfittato: non appena la gente che
scendeva e saliva faceva un po’ di confusione, io tac, gli rifilavo il gomito tra le costolette. Ha
finito per darsela a gambe, il vigliacco, prima che mi decidessi a premere il pedale sui suoi
fettoni e a ballargli il tip tap sugli allucini santi suoi! E se reagiva gli avrei detto, tanto per
metterlo a disagio, che al suo soprabito troppo attillato mancava un bottoncino. Tiè!
Il testo è stato riscritto variando ancora il punto di vista. Il testo è scritto in ................. persona,
il narratore è sempre interno ma è ................................................................................... .
L’ ordine della narrazione è cambiato e un episodio è omesso, non è riferito: chi parla narra
soltanto ................................................. perché..............................................................
Cambia anche la scelta delle parole, ad esempio il giovane con il cappello diventa .....................
.............................................., ..................................................................................
..................................................................................................................................
Ci sono espressioni figurate e ironiche come
.................................................................................................................................
Precisazioni
Alle 12,17 in un autobus della linea S lungo 10 metri, largo 3, alto 3,5, a 3600 metri dal suo
capolinea, carico di 48 persone, un individuo umano di sesso maschile, 27 anni, 3 mesi e 8
giorni, alto m 1,62 e pesante 65 chilogrammi, con un cappello (in capo) alto 17 centimetri, la
calotta circondata da un nastro di 35 centimetri, interpella un uomo di 48 anni meno tre
giorni, altezza 1,68, peso 77 chilogrammi, a mezzo parole 14 la cui enunciazione dura 5
secondi, facenti allusione a spostamenti involontari di quest’ultimo, su di un arco di millimetri
15-20. Quindi il parlante si reca a sedere metri 2,10 più in là.
Centodiciotto minuti più tardi lo stesso parlante si trovava a 10 metri dalla Gare Saint-Lazare,
e passeggiava in lungo e in largo su di un tragitto di metri 30 con un amico di 28 anni, alto
1,70, 57 chilogrammi, che gli consigliava in 15 parole di spostare di centimetri 5 nella
direzione dello zenith un bottone d’osso di centimetri 3,5 di diametro.
Questa volta il testo è scritto in …….. persona e l’attenzione del narratore esterno è tutta
concentrata su ..........................................ottenendo un effetto ............................................
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Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Commedia
Atto primo
Scena I
(Sulla piattaforma posteriore di un autobus S, un giorno alle dodici).
BIGLIETTAIO Biglietto signori!
(Alcuni viaggiatori gli porgono del denaro).
Scena II
(L’autobus si arresta).
BIGLIETTAIO Si scende in testa! Avanti c’è posto! Completo! Dlíng, dleng!
Atto secondo
Scena I
(Stesso ambiente).
PRIMO PASSEGGERO (giovane, collo lungo, una treccia intorno al cappello) Si direbbe, signore,
che ella mi comprime volontariamente i piedi!
SECONDO PASSEGGERO (fa spallucce).
Scena II
(Un terzo passeggero scende).
PRIMO PASSEGGERO (ad alta voce, agli astanti) Perdirindindina! Un posto libero! Volo! (si
precipita su di un sedile e lo occupa).
Atto terzo
Scena I
(Cour de Rome).
(al primo passeggero, ora pedone) La sciancratura del tuo soprabito è
troppo larga. Dovresti stringerla un poco spostando il bottone superiore,...
UN GIOVANE ELEGANTE
Scena II
(A bordo di un autobus S, davanti a Cour de Rome).
QUARTO PASSEGGERO Perbacco! Ecco il tizio che poco fa era con me sull’autobus e che litigava
con quel brav’uomo! Incontro curioso, in fede mia! Ne trarrò una commedia in tre atti!
Qui ciò che cambia è soprattutto la forma testuale: leggiamo il copione di un testo teatrale.
La sceneggiatura è divisa in ………, ciascuno dei quali è diviso in ……….. Le parole in corsivo
tra parentesi indicano …………………………………………………………………………………...........................
……………………………………………………………………………………………………………………………………................
Le parole in maiuscolo indicano i ruoli dei …………………………. e i turni delle ...........................
Anche gli spazi bianchi lasciati tra le righe scandiscono ...................................................
della vicenda.
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Gabriella Ravizza, Letizia Rovida
Testi narrativi. Riflettere, interpretare, valutare
Ricorda e rifletti
Ti è piaciuto seguire questo percorso di lavoro? Perché?
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……………………………………………………………………………………………………………………………………
Che cosa hai trovato particolarmente utile e divertente, che cosa inutile
o noioso?
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……………………………………………………………………………………………………………………………………
C’è qualcosa di nuovo che hai imparato o capito svolgendo questo
percorso di lavoro?
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