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il gioco

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il gioco
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
LO SVILUPPO DEL GIOCO NEL
BAMBINO
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
Che cos’è il gioco
• Gioco come disposizione psicologica
• Classificazione dei giochi
• Il contesto di gioco
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
Che cos’è il gioco
Gli studiosi considerano il gioco un importante
fattore di sviluppo perché permette al bambino di
sperimentare prima e di consolidare poi nuove
competenze sia cognitive sia socioaffettive
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
IL GIOCO
Comprende diverse attività caratterizzate da una certa
qualità del comportamento.
Si manifesta in varie forme durante l’intero arco di vita.
Ha una base biologica e una base culturale.
E’ di diversi tipi
solitario e sociale
spontaneo e di regole
Esistono diverse classificazioni dei giochi, e diverse
teorie sulle funzioni del gioco e sullo sviluppo del gioco
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
EVOLUZIONE DEL GIOCO NELLA TEORIA DI PIAGET
Gioco di esercizio (II – V stadio sensomotorio)
Gioco simbolico o di finzione (a partire dal V stadio
sensomotorio)
Gioco di regole (stadio operatorio concreto)
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
GIOCO DI ESERCIZIO: Esercitazione degli schemi d’azione
per il piacere di padroneggiarli.Messa in atto di una serie di
condotte a vuoto, senza altro fine che il puro piacere del
funzionamento. A volte il bambino si pone uno scopo particolare,
come eseguire dei salti sempre più lunghi.
Semplici: ripetizioni di azioni semplici (scuotere, battere).
Combinazioni senza scopo: esercizi più complessi come allineare
oggetti e travasare.
Combinazioni con uno scopo: esercizi complessi subordinati ad uno
scopo come saltare sempre più lontano.
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
“Dopo aver appreso ad afferrare, dondolare, lanciare il
bambino prima o poi (spesso anche durante il periodo di
apprendimento) afferra per il piacere di afferrare, dondola
per il gusto di dondolare, ecc. In breve egli ripete questo
comportamento (…) solo per il piacere di acquistare la
padronanza di esso e di mostrare il proprio potere di
sottomettere la realtà.(…) non richiede né pensiero né vita
sociale”.
(Piaget, “La formazione del simbolo nel bambino”, 1945).
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
GIOCO SIMBOLICO: Un oggetto, un’azione o il corpo stesso
del bambino viene utilizzato come simbolo, ossia come qualcosa
che sta al posto di un’altra. Funzione: piacere, compensazione,
liquidazione conflitto, realizzazione desiderio.
Schemi simbolici: riproduzione degli schemi sensomotori al di fuori
dei loro contesti. Es.: far finta di dormire.
Applicazione di schemi simbolici a nuovi oggetti, far eseguire una
azione per finta ad un oggetto. Es.: orsetto dorme.
Combinazione di svariati simboli in giochi complessi.
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
GIOCO REGOLE: in cui sono stabiliti a priori il momento e il
modo in cui deve essere realizzato l’esercizio e la finzione. È
caratterizzato dal carattere competitivo e dal fatto che il
comportamento dei partecipanti è stabilito in anticipo da regole
condivise.
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
EVOLUZIONE DEL GIOCO SIMBOLICO (Piaget)
Ritualizzazione ludica: combinazione ludica di schemi
astratti dal contesto, e recitazione.
Gioco simbolico: lo schema viene evocato senza lo scopo
e viene applicato ad oggetti inadeguati; le azioni sono
definalizzate e decontestualizzate.
- azioni che il bambino stesso compie in varie circostanze
- azioni rivolte ad altri (bambole o persone)
- azioni viste fare da altre persone
- fingere di essere un altro
- gioco sociodrammatico
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
EVOLUZIONE DEL GIOCO DI REGOLE (Piaget)
1. Il bambino non tiene conto di alcuna regola (2-3 anni)
2. Il bambino si uniforma agli altri senza comprendere lo
scopo delle regole (3-5 anni)
3. “Cooperazione incipiente” (7-8 anni) = i bambini
capiscono che è necessario cooperare per garantire il
rispetto delle regole ed assicurare la validità della
gara; ciò è possibile perché hanno preso coscienza
della competizione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
•
IL GIOCO
I bambini riescono a pattuire le regole con chiarezza e
prendono
gusto
a
codificarle
minuziosamente,
interessandosi di tutte le possibili varianti e al diverso
carattere che il gioco così assume.
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
Gioco simbolico, gioco di finzione o immaginativo
Implica quattro aspetti:
• la capacità di agire “come se” al di fuori del contesto
normale
• la capacità di usare come materiale di gioco oggetti
sostitutivi di quelli reali
• l’abilità di eseguire azioni abitualmente messe in atto
da altri
• l’abilità di collegare schemi di azioni differenti in
sequenze tematiche coerenti
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
11a Lezione
IL GIOCO
L’evoluzione del gioco implica 3 processi:
• Decentramento: estensione dell’azione da sé ad altri
• Decontestualizzazione: progressiva indipendenza dal
supporto ambientale
• Integrazione: organizzazione delle azioni in sequenze
Livelli del gioco simbolico
Livello 1: schemi presimbolici
Gli oggetti vengono utilizzati in modo
appropriato ma al di fuori del contesto normale
Livello 2: schemi autosimbolici
Appare la consapevolezza della differenziazione
tra ciò che è letterale e ciò che è per far finta
Livelli del gioco simbolico
Livello 3: gioco simbolico decentrato
Compaiono due nuove modalità di azione simbolica:
nella forma più primitiva, le altre persone sono
destinatarie passive dell’azione del bambino, mentre
nella forma più avanzata sono attori, protagonisti
insieme al bambino.
Le prime azioni decentrate sono ancora fortemente
guidate dalle sollecitazioni materne
Livelli del gioco simbolico
Livello 4: gioco simbolico combinatorio
Implica da parte del bambino il riconoscimento delle
diverse componenti che costituiscono una sequenza
di azioni. A questo livello opera il principio di
integrazione, che può riguardare le diverse azioni o i
soggetti che prendono parte al gioco
Livello 5: gioco simbolico gerarchico
Le azioni simboliche appaiono organizzate in
sequenze coerenti dal punto di vista tematico e
temporalmente contigue le une alle altre
I contesti del gioco simbolico
Oggetti: è presente un andamento evolutivo nel livello
della sostituzione simbolica
Ruolo dell’adulto: esso propone dei modelli o stimola
l’uso simbolico di oggetti, e ciò favorisce nel bambino la
realizzazione di giochi simbolici ad un livello più avanzato
Gioco simbolico condiviso
Fin dalle prime manifestazioni il gioco di finzione ha un
carattere sociale:
inizialmente le persone sono coinvolte come spettatori
o destinatari passivi
successivamente la qualità della partecipazione
diventa più attiva e sostanziale
Gioco simbolico condiviso con i coetanei
A 2 anni: attraverso l’imitazione reciproca, senza una
vera coordinazione tematica
A 3 anni: scelta autonoma della situazione ludica e della
realizzazione del copione in cui i ruoli diventano
complementari, anche se il livello di integrazione è
minimo
A 4 anni: aumenta la frequenza e il gioco diventa più
complesso caratterizzandosi come gioco
sociodrammatico
Gioco di fantasia
Il gioco è definito come una interazione ludica in cui
vengono assunti ruoli immaginari tratti dall’esperienza
familiare o da altre fonti di informazioni come le fiabe, i
cartoni animati o la televisione
Implica 3 aspetti:
• i temi del gioco non dipendono dall’esperienza diretta ma
sono temi di fantasia
• la partecipazione sociale è un aspetto peculiare
• la presenza di regole che sono concordate dai giocatori
nel corso del gioco
I fattori che influiscono sul livello di competenza:
• Età del bambino
• Presenza di compagni di gioco
• Grado di familiarità con i compagni di gioco
• Età e competenza dei compagni di gioco
• Grandezza del gruppo
• Presenza dell’adulto conosciuto
• Tipo di materiale
• Luogo
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