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formazione e giustizia organizzativa
Cropanzano R, Bowen DE, and Gilliland SW“,The Management of Organizational Justice”, https://sharepoint.cahnrs.wsu.edu/extadmin/bookshelf/Docume nts/The%20Management%20of%20Organizational%20Justice. pdf F. Ferrari, “Insoddisfatti Cronici: Evidenze Empiriche Nei Giovani Lavoratori Italiani”, http://ssrn.com/abstract=1810832 Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Equità (Organizational Justice) • Il rapporto di scambio lavoro-compenso non è sufficiente per spiegare la condotta lavorativa • I partecipanti ad un’organizzazione vogliono benefici, ma anche qualcos’altro • La giustizia organizzativa è la percezione della qualità morale di come essi sono trattati Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Equità (Organizational Justice) • Approccio prescrittivo: ciò che è giusto fare (l’etica degli antichi Greci; ideologie moderne); è tipico di filosofi e giudici • Approccio descrittivo: capire che cosa e perché viene considerato giusto nei contesti reali, e con quali conseguenze; è l’approccio scientifico-manageriale Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Perché interessarsi alla giustizia • I manager confondono spesso ciò che è giusto con ciò che è favorevole: le evidenze empiriche mostrano correlazione tra i due concetti tra .19 e .49 • Sul lavoro è importante ottenere ciò che si desidera, ma anche che ci sia giustizia Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Tre buoni motivi • Benefici a lungo termine: la giustizia rassicura e permette di aspettarsi un futuro prevedibile; le persone reagiscono alle ingiustizie anche quando ne beneficiano (Krehbiel, Cropanzano, 2000): scarsa correlazione tra livello retributivo e giustizia percepita (Williams, McDaniel, Nguyen, 2006) • Considerazioni sociali: l’uomo è un animale sociale, vuole essere accettato e valutato dagli altri significativi senza essere sfruttato o danneggiato da chi comanda, importanza del senso di appartenenza che ne deriva (Tyler, Blader, 2000) • Considerazioni etiche: le persone ritengono moralmente giusto essere trattati con correttezza: quando ciò non avviene (anche se ad altri), lo considerano un rischio (per cui magari chiedere un’indennità). Vedere un collega trattato male da un cliente porta a sviluppare gli stessi sintomi di stress! (Ellard, Skarlicki, 2002) Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Tre componenti della giustizia • Giustizia distributiva • Giustizia procedurale • Giustizia relazionale (interactional) Perché ci sia senso di giustizia, è sufficiente che sia preservato anche solo un componente Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Giustizia distributiva: appropriatezza nella distribuzione delle risorse • Equità: secondo il lavoro svolto; Teoria di Adams (1964); • Uguaglianza: a tutti la stessa ricompensa • Bisogni: a ciascuno secondo necessità “Gli uomini vorrebbero essere trattati come tutti gli altri, come alcuni degli altri, come nessun altro” Aristotele Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Giustizia distributiva • L’equità favorisce la alte prestazioni individuali, l’uguaglianza il senso di appartenenza: dipende da cosa si vuole • Equilibrio: fisso più incentivi! • Caratteristiche delle risorse: l’equità è meglio per le risorse materiali (es €), l’uguaglianza per i benefit di status (es polizze o auto aziendale) Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Giustizia procedurale: appropriatezza nel processo di allocazione delle risorse • Consistenza: la legge è uguale per tutti • Assenza di distorsioni: no a discriminazioni • Accuratezza: le decisioni vengono prese in base a informazioni accurate • Partecipazione di tutti gli interessati al processo di decisione • Correggibilità: possibilità dell’appello • Etica: le norme professionali sono rispettate Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Motivazione e job satisfaction Ancora poche evidenze empiriche della relazione tra i due concetti Locke (1976): la soddisfazione è determinata dalla discrepanza tra quello che si cerca e quello che si ottiene dal lavoro Teoria disposizionale: individua una tendenza stabile degli individui verso un certo livello di soddisfazione, indipendentemente dal lavoro Modello delle caratteristiche del lavoro: cerca di individuare un numero di caratteristiche limitato e universale che determinano la soddisfazione Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Giustizia procedurale: appropriatezza nel processo di allocazione delle risorse • Le evidenze confermano che un procedura appropriata mitiga gli effetti di una decisione sfavorevole • Le persone chiedono un giusto processo, e ciò ha un impatto sulla considerazione dell’intera organizzazione (es promozioni. Tyler, Blader, 2000) Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Giustizia relazionale • Giustizia interpersonale: l’appropriatezza del trattamento ricevuto dall’autorità • Giustizia informazionale (informational): il livello di condivisione delle informazioni Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] È noto un effetto di interazione • Goldmann (2003): nelle cause di licenziamento per discriminazione razziale, la rabbia è un potente moderatore nella decisione di procedere legalmente • A parità di rabbia, con alti livelli di giustizia procedurale e/ relazionale il ricorso al tribunale crolla (-50%), ininfluente la giustizia distributiva Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] L’impatto della giustizia organizzativa • Impatto sulla fiducia (r=.60) e sul committment (r tra .37 e .43) • Impatto sulle prestazioni: è necessario però un accurato calcolo costi/benefici • Impatto sui OCB (Comportamenti di Cittadinanza Organizzativa): puntualità iniziativa, contribuzione (Liden et alii, 2003 per gli interinali) • Impatto sulla customer satisfaction e sulla fedeltà all’azienda Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Alle origini della OJ • Cura nel processo di selezione: strumenti adeguati e opportunità di prestazione. Il ‘paradosso delle procedure’ • Sistemi retributivi: bilanciare bisogni individuali e coesione di gruppo • Gestione dei conflitti: l’arbitrato genera ingiustizia, a meno che non siano presenti tutti i componenti (JD, JP, JI) • Gestione dei licenziamenti: tutelare sia i sommersi che i salvati • Valutazione delle prestazioni: informazioni adeguate, giudizi basati sulle evidenze oggettive (no comportamenti, no caratteristiche personali), distinzione persona/ruolo Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] OJ e soddisfazione lavorativa • La giustizia organizzativa è un antecedente della soddisfazione lavorativa (Job Satisfaction) ma non è l’unico Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] ALL’ORIGINE DELLA SODDISFAZIONE? ASPETTATIVE/RICOMPENSE RICOMPENSE ECONOMICHE PREDISPOSIZIONE GENETICA JOB SATISFACTION CARATTERISTICHE LAVORATIVE Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] CONGRUENZA COMPETENZE RICHIESTE/POSSEDUTE Esercitazione Questionario attese/ricompense Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] La soddisfazione lavorativa (JS) Definizioni, cause, conseguenze Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] • È il livello di gradimento verso il proprio lavoro • È un atteggiamento (attitude), non un’emozione (feeling) o un sentimento (mood) Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Componenti dell’atteggiamento • Fattore cognitivo • Fattore valutativo • Fattore comportamentale Atteggiamento non è sinonimo di comportamento! Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Scale di misurazione • Soddisfazione complessiva • JS relativa ad aspetti specifici dell’attività lavorativa: le ricompense, gli altri, la natura del lavoro, il contesto organizzativo Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Età: le evidenze • In generale, la JS cresce con l’età anagrafica • Un importante mediatore è il genere. Gli uomini presentano una relazione curvilinea, le donne lineare Attenzione: mancano studi longitudinali di lungo temine Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Età: le ipotesi esplicative • Gli anziani hanno maggior rispetto per l’autorità e minori aspettative verso il lavoro in sé • Gli anziani svolgono lavori migliori e hanno maggiori competenze • Gli anziani hanno retribuzioni più alte e altri benefici (ad es. pensione vicina) • Gli anziani, più realisticamente, adattano le proprie aspettative a ciò che hanno Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Nazionalità: le evidenze • Il numero di nazioni comparate è limitato • Ci sono differenze a seconda delle scale di misura utilizzate • Ci sono differenze evidenti tra nazionalità sia a livello di JS complessiva sia riguardo singoli aspetti Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Nazionalità: le ipotesi esplicative • Ancora non esistono spiegazioni attendibili per spiegare il fenomeno Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Genere: le evidenze • Uomini e donne hanno lo stesso livello di JS; alcune evidenze che le donne siano più soddisfatte • È sorprendente in quanto svolgono lavori differenti; inoltre le donne hanno retribuzioni inferiori per lo stesso lavoro e svolgono mansioni precarie e poco qualificate Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Genere: le ipotesi esplicative • Le donne si aspettano meno dal lavoro e sono soddisfatte con meno • Le donne accettano il fatto di avere meno probabilità di carriera e di essere meno retribuite per lo stesso lavoro • Per le donne il lavoro è meno importante dal punto di vista valoriale Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Gli antecedenti della JS Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Le caratteristiche del lavoro • Le cinque caratteristiche centrali del lavoro sono la varietà delle competenze necessarie, la completezza del processo, l’impatto sugli altri, l’autonomia, il feedback ricevuto • La teoria delle caratteristiche lavorative afferma che le persone preferiscono un lavoro interessante e sfidante Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Le caratteristiche del lavoro: evidenze • Esiste l’elemento mediatore legato alla personalità del lavoratore: sono soddisfatti solamente coloro che hanno un forte bisogno di crescita • È probabile che sia la JS a influenzare la percezione delle caratteristiche, e non viceversa • La JS è più alta quando sono i lavoratori stessi a influenzare le caratteristiche del lavoro In sintesi, scarsa correlazione tra caratteristiche e JS Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Vincoli organizzativi • Lavoratori che percepiscono l’esistenza di vincoli elevati tendono ad essere meno soddisfatti • La maggior fonte di costrizione percepita è il superiore diretto (r=-.42), più dei colleghi (.30), della retribuzione (-.26), del lavoro stesso (-.31) Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Variabili di ruolo • Sia l’ambiguità di ruolo (-.30) che i conflitti di ruolo (-.31) sono correlati con la JS • In particolare, sia l’ambiguità che il conflitto sono legati alla supervisione del capo (-.36) In sintesi, scarsa correlazione tra variabili di ruolo e JS Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Conflitti lavoro-famiglia • Sono correlati significativamente con la JS • Gli uomini hanno r= -.40, le loro mogli r=-.02)! • Le donne sarebbero più abili nella gestione del conflitto; gli uomini sembrano più sensibili al problema, in quanto attribuiscono maggiore importanza al lavoro rispetto alle donne (o meno importanza alla famiglia…) • Le professioniste hanno r=-.20 • In situazioni di conflitto, c’è un legame (r=.-39)tra JS, cure genitoriali maschili e performance scolastiche dei figli Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Retribuzione • La correlazione tra retribuzione e JS è solamente r= .17 • C’è maggiore correlazione tra equità retributiva percepita e JS • Una correlazione ancora maggiore è tra equità percepita nelle procedure e sistemi premianti e JS Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Carichi di lavoro • La correlazione è bassa, r=-.20, più alta negli operai che negli impiegati • Il modello domanda/controllo non ha fornito evidenze empiriche Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Organizzazione ed orario settimanale • L’orario flessibile non è correlato con la JS • L’orario prolungato (10-12 ore al giorno) sembra avere un effetto positivo sulla JS, ma attiva comportamenti patologici (alcolismo, farmaco-dipendenza) • I turni di notte sono correlati negativamente con la JS solo quando c’è rotazione • Il part-time non è correlato con la JS Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Predisposizione individuale alla JS • Ca il 30% della JS sembra determinata da fattori genetici (studi sui gemelli separati alla nascita) • Il locus of control interno è positivamente correlato • La negatività affettiva (NA) è negativamente correlata • La corrispondenza persona-lavoro è positivamente correlata con la JS Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] I potenziali effetti della JS/1 • JS e prestazione lavorativa sono scarsamente correlate • Esistono evidenze del contrario: il successo influenza la JS • JS e senso di appartenenza (puntualità, aiuto agli altri, suggerimenti per migliorare le cose, non perdere tempo al lavoro) sono scarsamente correlati • La JS è negativamente correlata con il turnover, ma dipende dal mercato del lavoro Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] I potenziali effetti della JS/2 • La correlazione tra JS e assenteismo sembrerebbe pressoché inesistente (r=-.15), ma la JS viene utilizzata dal lavoratore come meccanismo di difesa (razionalizzazione) per auto-giustificare il proprio assenteismo • L’assenteismo è predetto più efficacemente dalle responsabilità nella cura dei bambini Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] I potenziali effetti della JS/3 • Una JS bassa non è correlata con comportamenti quali sabotaggi, furti, aggressioni ad altri lavoratori • Riguardo alla relazione JS e soddisfazione complessiva di vita, ci sono evidenze che confermano una debole e positiva relazione reciproca (spillover theory); non ci sono evidenze riguardo compensazione (compensation theory) o separazione (segmentation theory) Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Modificare l’atteggiamento? • Sono dunque faccio? La Teoria della Comunicazione Persuasiva • Faccio dunque sono? La Teoria della Dissonanza Cognitiva Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Dall’atteggiamento al comportamento • Il ruolo dell’atteggiamento (JS) come predittore del comportamento (es. assenteismo) è assai debole (La Piere, 1934: 1/251 vs. 118/228) • Occorre considerare (Teoria del Comportamento Pianificato, Fishbein, Ajzen, 1988): atteggiamento personale; livello di motivazione; norme soggettive; controllo percepito; norme sociali Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI]