Un film tutto dialoghi brillanti e trascinanti piani sequenza contro la
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Un film tutto dialoghi brillanti e trascinanti piani sequenza contro la
Un film tutto dialoghi brillanti e trascinanti piani sequenza contro la retorica dell'azione e degli effetti speciali (che però fanno capolino in sottofinale). Un cast di attori (formidabili) che recitano la parte di attori, entrando e uscendo di continuo dal ruolo, con mille allusioni alle loro vere carriere. E un regista che è nato in Messico ma firma un film americano fino al midollo. Non solo per cast e ambientazione, ma perché il teatro -nel-teatro, da Cukor a Scorsese, da Cassavetes a Bob Fosse, è uno dei sottogeneri più antichi e capaci di rinnovarsi del cinema Usa. Tanto che Alejandro González Iñárritu e i suoi eccellenti cosceneggiatori (Nicolas Giacobone, Alexander Dinelaris Jr., Armando Bo) se ne sono impadroniti per fare un film molto contemporaneo che attraverso gli attori e le loro nevrosi guarda all'era dei social network, dei supereroi, del cinema digitale, dell'infantilizzazione di massa, insomma a tutti noi. Con un divertimento, una cattiveria, una capacità di suonare tutte le corde dello spettacolo di oggi, che sono una prova continua di intelligenza e coraggio. (...) Una black comedy arida e spiazzante che rinnova il genere proiettandolo sullo sfondo della cultura pop di oggi. (...) Perché in fondo la vita non esiste e soprattutto non conta. Conta solo ciò che accade in scena, è finche si gioca davvero la nostra verità profonda. O almeno questo tendono a credere gli attori. Ma non siamo tutti un po' attori nella vita di ogni giorno? E se un attore raggiunge l'eccitazione sessuale solo in scena, sarà un grande artista o deve iniziare a preoccuparsi? Girato a passo di carica da un regista che conosce come nessuno l'arte di passare da una scena all'altra, affollato di coprotagonisti di lusso, con una menzione speciale per Emma Stone (...), potenziato dalle percussioni entusiasmanti ma mai invadenti di Antonio Sanchez, 'Birdman' ha tutti numeri per tornare sul palco la sera dei premi (...) Fabio Ferzetti Il Messaggero 28 Agosto 2013 Mercoledì 8 aprile ore 16.30-19.00-21.15 Giovedì 9 aprile, ore 19.00-21.15 Un film di James Marsh, con Eddie Redmayne e Felicity Jones La storia di una delle menti più brillanti di nostri tempi: l'astrofisico Stephen Hawking. Nel 1963, il ventunenne Stephen è uno degli studenti di cosmologia più promettenti dell'Università di Cambridge, grazie alle sue ricerche mirate a trovare una spiegazione sul funzionamento dell'Universo. Per di più, lo stesso anno incontra Jane Wilde, studentessa come lui a Cambridge, che diventerà sua moglie restando al fianco del giovane astrofisico anche quando gli verrà diagnosticata la malattia del motoneurone che attaccherà i suoi arti. MERCOLEDI 1° APRILE 2015, ORE 16.30-19.00-21.15 GIOVEDI 2 APRILE 2015, ORE 19.00-21.15 Il cast tecnico. Regia: Alejandro González Iñárritu. Sceneggiatura: Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr., Armando Bo. Fotografia: Emmanuel Lubezki. Montaggio: Douglas Crise, Stephen Mirrione. Scenografia: Kevin Thompson. Costumi: Albert Wolsky. Musiche: Antonio Sanchez. Origine: USA, 2014. Durata: 1h59. Gli interpreti. Michael Keaton (Riggan Thomson), Zach Galifianakis (Jake), Edward Norton (Mike), Andrea Riseborough (Laura), Amy Ryan (Sylvia), Emma Stone (Sam), Naomi Watts (Lesley), Lindsay Duncan (Tabitha). La trama. Riggan Thomson, attore famoso per aver interpretato il supereroe 'Birdman', tenta di tornare sulla cresta dell'onda mettendo in scena a Broadway una pièce teatrale - tratta dal racconto di Raymond Carver "What We Talk About When We Talk About Love". Nei giorni che precedono la sera della prima, deve fare i conti con un ego irriducibile e gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso. Di che cosa parliamo quando parliamo d'amore? È questo, senza interrogativo finale, il titolo di una delle più straordinarie raccolte di racconti del Novecento. Ed è la domanda che attraversa il nuovo film di González Iñárritu, 'Birdman', uno dei migliori dell'anno (...). Lo sappiamo al cinema dai tempi dell''Effetto notte' di Truffaut. È un disperato bisogno d'amore che spinge a fare il mestiere dell'attore e forse anche per altri: ormai quasi tutti sono attori, qualsiasi lavoro facciano. Ma quale sia la forma di questo amore, se la fama, il successo, l'adorazione, il numero dei followers e come questa ricerca influisca sul bisogno d'amore quotidiano, tangibile per una donna, un uomo, un figlio, un amico, questo è il tormento del nostro eroe. (...) La camera di Iñárritu lo insegue in un flusso continuo, omaggio cinefilo al grande Hitchcock, sfiorando con leggerezza alcuni solidi luoghi comuni - il rapporto fra cinema e teatro e letteratura, fra arte e mercato - senza mai cadere nella banalità e anzi virando ogni volta verso situazioni inattese, a tratti d'irresistibile comicità. Nella forma e nella sostanza Iñárritu descrive la parabola del folle volo di un Ulisse, di un Icaro del nostro tempo fragile e disperso fra mille inutili tentazioni e ricorrenti crisi d'identità. La forza creativa del cinema di Iñárritu è sostenuta da una scrittura brillante e da una prova d'attori fenomenale. Ed Norton è travolgente nella parte di Mike (...), Emma Stone, sempre più brava (...), Naomi Watts è perfetta nel ruolo di un'attrice in fuga dal ruolo di sex symbol. Su tutti però giganteggia Michael Keaton, già vincitore del Globen Globe e favorito per un Oscar che realizzerebbe un'altra favola hollywoodiana. Perché si tratta proprio di lui, del Keaton protagonista dei primi due 'Batman', poi ripudiato dalla Mecca del cinema per aver rifiutato 'Batman 3' e ora tornato alla gloria con il personaggio autobiografico di Birdman, fra gli applausi del pubblico che si era dimenticato di lui e gli osanna d'una critica che l'aveva sempre considerato un mediocre attore miracolato dal botteghino. Con 'Birdman' il messicano Alejandro Iñárritu si conferma uno dei registi di maggior talento del panorama cinematografico mondiale (...). Curzio Maltese La Repubblica 2 Febbraio 2015 'Birdman’ segna un cambio di rotta nella filmografia del premiatissimo regista messicano Alejandro González Iñárritu, cha abbandona drammi e giochi di destini incrociati per cimentarsi nella black comedy. E ci racconta una Hollywood in crisi culturale ed esistenziale, popolata da attori schiacciati dal proprio io, affannata a sfornare prodotti costruiti su misura per un pubblico di adolescenti. (...) Vicino a Wilder e Altman che hanno smitizzato il dorato mondo del cinema americano, non lontano da 'Essere John Malkovich' per la feroce 'decostruzione' della figura dell'attore, 'Birdman' si concede altri giochi metacinematografici (nel cast anche Edward Norton, ex Hulk e Emma Stone, ex fidanzata di Spiderman, tanto per rimanere in tema di fumetti) con stile assai personale, e sceglie di raccontare le vicende a cui assistiamo attraverso lunghi e complessi piani sequenza, senza stacchi di montaggio. Una scelta sperimentale per restituire la verità di ciò che accadeva in ogni singolo momento, senza alcuna manipolazione successiva. Al cinema come al teatro dunque, con attori che entrano ed escono dall'inquadratura come fossero su un palcoscenico. Con la macchina da presa freneticamente all'inseguimento dei personaggi, dentro e fuori dai camerini, nel backstage, lungo i corridoi, sul palco, per strada. Energico, vitale, traboccante di idee, il film che ci regala non poche scene destinate a rimanere scolpite nella memoria, sarebbe un vero capolavoro se la sua ridondanza con lo facesse slittare negli ultimi venti minuti, scanditi da troppi finali che disinnescano la forza di una conclusione degna delle premesse. Ma il cuore del film batte forte intorno alla lotta tra un uomo e il suo ego, che lo inganna sui suoi veri bisogni e lo spinge a confondere l'ammirazione con l'affetto e la stima. Un rischio fortemente alimentato negli ultimi anni dai social network - aveva ammonito lo stesso regista - capaci di distorcere la realtà senza lasciare spazio alla riflessione e all'approfondimento. Alessandra De Luca Avvenire 5 Febbraio 2015 Si esce sempre con una strana sensazione di «troppo pieno» dai film di Alejandro G. Iñárritu. Troppe coincidenze, per esempio, in 'Babel'. O troppa malasorte in 'Biutiful'. Anche questo 'Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)', selezionato per aprire la Mostra e il concorso, ti lascia l'impressione di un'opera strabordante, con la cui materia si sarebbero potuti fare altri tre o quattro film. Decisamente l'«economia di mezzi» non è un concetto a cui il regista messicano si sente vicino. Questo rigoglio, comunque, non deve cancellare le qualità del film, a cominciare da un gruppo di attori tutti in forma perfetta: c'è Michael Keaton (...); c'è Edward Norton nei panni del comprimario di lusso, arruolato all'ultimo momento e testardo epigono di un Metodo ridotto a macchietta; ci sono Naomi Watts e Andrea Riseborough nel ruolo delle due coprotagoniste (...); c'è Emma Stone che interpreta la fragile figlia di Keaton (...); e ancora Zach Galifianakis nel ruolo dell'amico produttore e Amy Ryan in quella dell'ex moglie del protagonista. Tutti insieme sono seguiti dai lunghissimi piani sequenza di lñárritu durante i tre giorni di prove prima del debutto: prodezze tecniche (anche se oggi le tecnologie digitali permettono riprese impensabili in passato e fingono con più realismo la continuità spazio-temporale) e prodezze recitative, dove fatichi a capire chi sia il più bravo. E tutt'intorno mille temi, affrontati lancia in resta da una sceneggiatura che passa con disinvoltura dalla commedia survoltata al dramma intimista, dalla confessione a viso aperto all'ironia senza sconti: si parla di cinema e di teatro, di Hollywood e di Broadway, di vita e di recitazione, di fallimenti e seconde opportunità. Ce n'è per i giornalisti (la miniconferenza stampa è esilarante) e per i critici (descritti con una cattiveria chirurgica e che alla fine del film ci «spiegherà» il senso del sottotitolo: l'inaspettata virtù dell'ignoranza), per le vanità degli attori e l'egoismo degli uomini, per le star (oggetto di battute esilaranti di cui fanno le spese Fassbender, Ryan Gosling e Meg Ryan tra gli altri) e per i fan, per twitter e facebook... Ognuno può trovare la sua «fetta di torta» preferita, anche se alla fine c'è in agguato il pericolo indigestione. Paolo Mereghetti Il Corriere della Sera 20 Agosto 2014