...

Diapositiva 1

by user

on
Category: Documents
9

views

Report

Comments

Transcript

Diapositiva 1
Prefazione
I consumatori sono oggi sempre più
consapevoli del ruolo svolto
dall’alimentazione sulla salute, tuttavia per
molti di loro è difficile seguire le linee
guida per una sana alimentazione, per cui
sono attratti da alimenti che promettono di
aiutarli a migliorare la dieta (e la salute)
con meno sforzi e sacrifici
Prefazione
Attualmente la commercializzazione di questi
alimenti sta avendo un successo mai avuto
in precedenza.
Dati interessanti emergono dalle indagini
CENSIS e ACNielsen del 2005 e dai rapporti
Mintel (Global New Products Database) del
2006, dai quali si evince che un numero
crescente di persone manifesta sensibilità
per nuove categorie di prodotti e di servizi
specificamente legati al vivere bene e al
benessere psico-fisico.
IL PROGETTO IN SINTESI (1)



La storia e la scienza nutrizionistica a livello mondiale riconoscono alla dieta
mediterranea l’aggettivazione di salubre (OMS). Oggi tutti i medici sono concordi nel
raccomandare una dieta che, sul modello di quella Mediterranea, ripartisca in modo
ottimale il quotidiano apporto calorico sui differenti nutrienti al fine di prevenire
l'insorgere delle così dette malattie del benessere: trombosi, arterosclerosi,
infarto, diabete, ipertensione, malattie digestive e obesità.
La dieta mediterranea di riferimento è quella di Nicotera (dimostrazione conclamata dal
percorso scientifico che muove dal colossale studio effettuato negli anni ’60 da Ancel
Keys, il “Seven Countries Study, sino al suo affinamento (funzionale proprio a scremare
gli iniziali luoghi individuati nel gigantesco studio americano e per individuare quindi in
quella di Nicotera la dieta mediterranea di riferimento) ad opera del nostro conterraneo
Prof. Antonino De Lorenzo, Direttore della Scuola di Specializzazione “Scienza
dell’Alimentazione” c/o l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata,
Ordinario di Nutrizione ed Alimentazione Umana c/o l’Unoiversità di Roma Tor Vergata,
Ditettore dell’Istituto Nazionale per la Dieta Mediterranea e la Nutrigenomica.
Quanto detto è stato, ovviamente, pubblicato su riviste scientifiche internazionali,
stralci delle quali sono di seguito riportate.
IL PROGETTO IN SINTESI (2)
L’ Istituto Nazionale per la Dieta
Mediterranea e la Nutrigenomica è
stato riconosciuto dalla Regione
Calabria .
IL PROGETTO IN SINTESI (3)
Quando parliamo di Dieta Mediterranea di riferimento non si allude
soltanto allo stile di vita propagandato con essa, né, tanto meno,
ai benefici salutistici che la caratterizzano, quanto e soprattutto ai
componenti biochimici degli alimenti che possono concretare un
migliore stato di benessere e prevenire le malattie di cui sopra.
Questi ultimi sono reperibili qui da noi, in Calabria, e non
altrove.
Infatti, la Dieta più propagandata al mondo perde di assoluta efficacia
se questa si realizza a partire da cibi che hanno sì lo stesso nome,
ma non la stessa composizione chimica. Dire genericamente
mangiare pomodori o assumere olio extra vergine di oliva non ha
alcun valore scientifico ricollegabile alla dieta mediterranea. Per
avere lo stesso contenuto di polifenoli o altri anti-ossidanti
(elementi primari che co-determinano gli effetti salubri della Dieta
Mediterranea) per es. in un chilogrammo dei nostri pomodori
dovremmo acquistarne 5-6 Kg di pomodori provenienti da altre
parti. Così le nostre clementine: la concentrazione di sostanze
salubri fa sì che queste siano di gran lunga “migliori” delle
clementine spagnole.
IL PROGETTO IN SINTESI (4)
Per testimoniare queste straordinarie doti salutari dei
nostri alimenti necessita un’etichettatura che
manifesti finalità salutistiche.
L’health Claim
(indicazione)
Qualunque messaggio o rappresentazione, comprese le
rappresentazioni figurative, grafiche o simboliche in
qualsiasi forma, che affermi, suggerisca o sottintenda
che un alimento abbia particolari caratteristiche.
Codex Alimentarius, 2001; WHO 2004
IL PROGETTO IN SINTESI (4)
Per poter avvalerci di health claims altamente scientifiche è necessario che la
Regione Calabria si doti di laboratori tecnologicamente avanzati e di
scienziati che li governino. Solo in questo modo potremo sostenere che la
quantità di polifenoli contenuti nei nostri pomodori è significativamente più
alta di quella contenuta nei pomodori californiani o nord-americani, ecc,
ecc,
I laboratori, inoltre, dovranno svolgere la straordinaria funzione di rintuzzare i
sicuri assalti che la concorrenza di certo attuerà. E noi saremo in grado di
farlo a partire dalla certificazione scientifica che essa soltanto potrà
conclamare la copiosa quantità di elementi benefici per la salute contenuta
nei nostri prodotti alimentari e non in altri.
Essi, infine dovranno attestare la fondatezza scientifica dei claim:
La relazione tra il consumo di un alimento e lo stato di salute deve essere
dimostrato sulla base di:

Evidenze epidemiologiche

Evidenze sperimentali

Evidenze cliniche (intervento dietetico)
STRANO…e semplice… MA VERO
Lettera di Fausto Cantarelli all’On.
Pirillo – Parte I -
Lettera di Fausto Cantarelli all’On.
Pirillo –parte II -
VENDERE I PRODOTTI AGROALIMENTARI – STATO DELL’ARTE
I nuovi competitors mondiali stanno
progressivamente annientando il
prodotto calabrese a fronte di una
offerta economica assolutamente
invincibile.
Le certificazioni attuali a volte non sono
funzionali all’incremento della vendita
Nel settore Agro-alimentare, la
Certificazione di prodotto risponde
alla crescente richiesta di credibilità
e di sicurezza da parte di clienti e di
consumatori.
Tuttavia le varie sigle: DOP IGP
EUREPGAP BIO non garantiscono il
prodotto e non aiutano a
incrementare significativamente le
vendite.
ALCUNI ESEMPI
Doc, Dop e Igp non sono più da sole garanzia di qualità
Gilberto Venturi, responsabile del presidio del Salame casalìn dei contadini
mantovani, ci spiega come solo il rapporto diretto col produttore è garanzia
di qualità.
Il presidio di cui mi occupo ha recentemente dovuto cambiare nome, passando
da Salame mantovano a Salame casalìn dei contadini mantovani. Questo
perché un gruppo di 13 grandi industriali del salame ha richiesto alla Provincia
di Mantova l’ Igp (Indicazione geografica protetta) presentando un disciplinare
che segue un processo produttivo di tipo industriale non compatibile con
quello delle antiche Corti contadine. Appena questa richiesta di Igp sarà
approvata, solo loro potranno usare il nome Salame Mantovano, pertanto i 15
contadini che producono questo salame sono stati costretti a cambiare nome.
Si potrebbe poi parlare di quanto è accaduto al disciplinare dell’Aceto
balsamico di Modena e di tanti altri…..
L’UNICA GRANDE CERTA
SOLUZIONE
Ippocrate circa nel 400 a.c. disse “Il
cibo sia la tua medicina e la tua
medicina sia il cibo”.
L’incidenza che ha la dieta
mediterranea nel migliorare la
qualita’ della vita e nel
prolungamento della stessa è ormai
universalmente riconosciuto dalla
comunità scientifica mondiale.
La dieta mediterranea è stata ufficialmente riconosciuta dalla
Fao e dall'Oms come una delle misure per combattere le
malattie croniche.
"Una dieta povera di cibi ad alto apporto energetico, quali grassi saturi e zuccheri, ma ricca di frutta e verdure, e una
vita attiva", è la raccomandazione di un rapporto di esperti indipendenti preparato dalle due Agenzie delle Nazioni
Unite. Il rapporto mira a proporre nuove raccomandazioni da rivolgere ai Governi in merito a dieta ed esercizi per
fronteggiare la crescente mortalità dovuta a malattie croniche, quali quelle cardiovascolari, i tumori, il diabete e
l'obesità. Nel 2001 le morti da tali malattie hanno rappresentato circa il 59% del totale di 56,5 milioni di morti nel
mondo ed il 46% della cifra totale di malattie. "Questo rapporto è di grande importanza perché contiene le
migliori prove scientifiche attualmente disponibili e valutate da un gruppo di esperti di estrazione mondiale sulla
relazione intercorrente tra malattie croniche e dieta, nutrizione e attività fisica»" ha dichiarato Ricardo Uauy, capo
dell'Istituto cileno di nutrizione e di tecnologia dell'alimentazione e docente di nutrizione e salute pubblica alla
Facoltà di igiene e medicina tropicale dell'Università di Londra, che ha presieduto il gruppo. Basato sull'analisi
delle migliori prove disponibili e sul giudizio collettivo dei trenta esperti, il rapporto rileva che l'apporto energetico
quotidiano dovrebbe equivalere all'energia spesa. E' provato che un consumo eccessivo di cibi altamente
energetici può provocare aumento dipeso; occorre - secondo il rapporto - porre un limite ai consumi di grassi
saturi, di zuccheri e di sale, che si trovano spesso nelle merendine, nei cibi trattati e nelle bibite. La qualità dei
grassi e degli oli ingeriti, nonché la quantità di sale consumato, può pure influire sulle malattie cardiovascolari
quali infarti e colpi apoplettici. Intanto l'Oms sta preparando una Strategia mondiale sulla dieta, l'attività fisica e
la salute, a seguito di una risoluzione adottata nel maggio 2002 dall'Assemblea mondiale della sanità. Spetterà
poi alle autorità nazionali e regionali quale punto di riferimento emanare direttive specifiche sulla dieta e
sull'esercizio fisico per le rispettive comunità locali."Esso offre - ha dichiarato Uauy - obiettivi dietetici e di livelli di
attività fisica coerenti con le esigenze di una buona salute e della prevenzione delle principali malattie connesse
con la nutrizione". Nei Paesi in via di sviluppo si soffre sempre più di malattie croniche: questo è un cambiamento
radicale rispetto a pochi decenni or sono, quando le malattie croniche erano appannaggio del mondo ricco e
industrializzato. L'inurbamento crescente di contadini che abbandonano la terra per raggiungere la città è una
delle cause di questo fenomeno. Le raccomandazioni specifiche contenute nel rapporto includono la limitazione
dei grassi dal 15 al 30%dell'assunzione quotidiana di energia: di questi, i grassi saturi dovrebbero costituire non
più del 10 per cento. I carboidrati dovrebbero costituire il grosso - dal 55 al 75% - delle energie da assumere
quotidianamente e gli zuccheri non dovrebbero superare il 10 per cento. Le proteine dovrebbero fornire il 10-15
per cento delle calorie e il sale dovrebbe rimanere al di sotto dei 5 grammi al giorno. Frutta e verdure dovrebbero
raggiungere almeno 400 grammi al giorno. La Finlandia e il Giappone, che sono intervenuti attivamente sui
comportamenti dietetici delle rispettive popolazioni, hanno assistito a una sensibile diminuzione dei fattori di
rischio e delle malattie croniche.
Nicotera diet
"DICHIARAZIONE INTERNAZIONALE SULLA DIETA
MEDITERRANEA"
“La dieta mediterranea è quella che si manifesta nella forma dei salutari alimenti tradizionali delle genti che hanno
popolato per millenni il bacino del Mediterraneo”;
Premesso:
-che lo stato attuale delle conoscenze mediche e nutrizionali mette in chiara evidenza il fatto che le abitudini alimentari della dieta
mediterranea tradizionale sono benefiche per la salute;
-che, alla luce delle conoscenze attuali delle scienze che studiano le risorse naturali, si conferma il carattere sostenibile, sia dal
punto di vista ambientale che da quello agricolo, dei sistemi di coltivazione tradizionali del bacino del
Mediterraneo;
-che le qualità culinarie delle diverse cucine del Mediterraneo sono apprezzate in ogni parte del pianeta per quanto
riguarda il gusto e per le modalità di preparazione delle pietanze;
-che la Dichiarazione di Barcellona sui "diritti alimentari dell'uomo" è stata approvata e proclamata in occasione del congresso
internazionale tenutosi per iniziativa della FAO e sotto la presidenza di S.M. Don Juan Carlos I di Borbone, Re di Spagna;
-che il crescente interesse internazionale sulla salutare dieta mediterranea internazionale giustifica la proclamazione di una
dichiarazione in merito alle sue caratteristiche;
proclamiamo:
-che ogni essere umano ha diritto a una alimentazione sufficiente e salutare;
-che la comunità medica e nutrizionale ha dato vita a un consenso internazionale rispetto alla bontà della dieta mediterranea
tradizionale;
-che questo consenso rivela che la salutare dieta mediterranea tradizionale contribuisce a ridurre il rischio di incorrere in patologie
croniche come sono le malattie del cuore, il cancro, l'obesità e il diabete che coinvolgono settori importanti delle società
sviluppate;
-che sono caratteristiche essenziali della dieta mediterranea tradizionale il consumo abbondante di cereali e dei loro derivati, di
legumi, di verdure e ortaggi, di frutta fresca e secca, con minori quantità di pesce, di derivati dal latte e minori porzioni di
carne; questi alimenti si condiscono abitualmente con olio d'oliva e si accompagnano con un consumo moderato di vino
durante i pasti; tutto questo in conformità con i costumi, le abitudini e le credenze religiose;
-che una attività fisica regolare è una caratteristica della forma di vita mediterranea e un completamento importante della salutare
dieta mediterranea tradizionale;
-che il mantenimento delle abitudini alimentari e degli usi agricoli tradizionali rinforza la diversità culturale e biologica,
essenziale per la salute della Terra e dei suoi abitanti;
-che la dieta mediterranea tradizionale possiede qualità storiche e culturali specifiche che devono essere preservate, per
il loro valore intrinseco, per le generazioni future, con la stessa intensità che caratterizza la difesa di altri aspetti
del patrimonio culturale;
-che i bambini hanno diritto di essere educati nella prima infanzia sui principi della nutrizione, sugli alimenti, sui modelli gastronomici
e sull'impatto che le preferenze alimentari hanno sulla loro salute e sull'ambiente;
-che la comunità internazionale, le organizzazioni internazionali, i governi e tutti i poteri pubblici devono riconoscere il
ruolo della salutare dieta mediterranea tradizionale mediante la promozione dei principi contenuti nella presente
dichiarazione e devono, con tutti i mezzi a loro disposizione, impegnare tutte le istituzioni pubbliche e private
perché si assicurino che le caratteristiche della salutare dieta mediterranea tradizionale siano richiamate in tutte
le raccomandazioni rivolte alla popolazione;
-che questa dichiarazione sulla dieta mediterranea tradizionale si inserisce nei principi della dichiarazione di Barcellona sui "diritti
alimentari dell'uomo" promossa dalla FAO.
La dieta mediterranea di
riferimento è quella di NICOTERA
E’ stato dimostrato scientificamente attraverso lo studio e il
confronto tra le diete adottate dalle popolazioni di sette
paesi di nazioni diverse per verificarne benefici e difetti,
il paese che risultò migliore è stato il comune di
Nicotera in provincia di Vibo Valentia (Calabria) a 3 Km
da Limbadi.
La Dieta di Nicotera rappresenta sinonimo di dieta sana
costituita di piatti semplici e non elaborati, ingredienti
sani privi di conservanti, un'alimentazione dove l'olio
extravergine è il protagonista, così come la pasta e il
pesce, gli ortaggi e le verdure.
La scienza riconosce come dieta
mediterranea di riferimento la dieta di
Nicotera
Food habits in a southern Italian town (Nicotera) in 1960 and 1996: still a
reference Italian Mediterranean diet?
De Lorenzo A, Alberti A, Andreoli A, Iacopino L, Serranò P, Perriello G.
Human Nutrition Unit, University of Rome Tor Vergata, Italy. [email protected]
BACKGROUND: A follow-up analysis of cohorts surveyed in the "Seven Countries Study" has
provided increasing evidence of an association between diet and morbidity or mortality
from coronary heart disease (CHD) and cancer. The effects of the "Mediterranean diet"
on mortality is still evident in Italy, where food patterns differ significantly in different
geographical areas. OBJECTIVE: To examine differences in food habits in Nicotera, one
of the Italian rural areas of the Seven Countries Study, between 1960 and 1996.
METHODS: In 1996, 80 subjects, 37 females and 43 males, aged 40-59 years, were
examined in Nicotera assessing food intake by means of a semiquantitative
questionnaire of food frequency, validated for the Italian population. In 1960, food
intake of a sample of Nicotera subjects was assessed by weighed record method for
three seasons. RESULTS: Food choices differed markedly between 1960 and 1996.
Consumption of animal foods increased, as did that of cakes, pies and cookies and
sweet beverages in both male and female groups; an increase of alcoholic beverages
was observed only in females. CONCLUSIONS: In 1960, Nicotera inhabitants were
following a diet defined as a "reference Italian Mediterranean diet", but by 1996 the
Nicotera diet approached that of an average Italian diet, whose characteristics fall short
of a true Mediterranean diet. This change in dietary habits may be responsible for an
increased risk of CHD and cancer in the general population in the absence
Tratto da:
La scienza riconosce come dieta
mediterranea di riferimento la dieta di
Nicotera
The Nicotera diet: the reference
Italian Mediterranean diet.
Fidanza F, Alberti A, Fruttini D.
Human Nutrition Unit, University of
Rome-Tor Vergata, Rome, Italy.
Tratto da:
La scienza riconosce come dieta
mediterranea di riferimento la dieta di
Nicotera
Dietary studies on two rural italian population groups of the Seven Countries Study. 3. Trend Of food and
nutrient intake from 1960 to 1991.
Alberti-Fidanza A, Fidanza F, Chiuchiù MP, Verducci G, Fruttini D.
Nutrition Section, Department of Internal Medicine and Endocrinological and Metabolic Sciences, University of Perugia,
Italy.
OBJECTIVE: To examine the trend of food and nutrient intake from 1960 to 1991 of the subjects of two rural Italian
cohorts of the Seven Countries Study. DESIGN: Longitudinal study of dietary patterns from 1960 to 1991.
SETTING: Two rural Italian cohorts of Seven Countries Study: Crevalcore in the North near Bologna and
Montegiorgio in the Centre near Ancona. SUBJECTS: Men aged 40-59 y in 1960 examined every 5 or 10 y until
1991. METHODS: Food intake was assessed by the dietary history method on all available subjects and by the
weighed record method in a statistically selected subsample. RESULTS: A marked decrease of energy intake was
observed, due not only to the aging process but also to a remarkable reduction of working activities and life
habits. The trend of food group intake as percentage of energy shows an increase for milk, cheese, meat,
vegetables, fruit, sweet beverages and cakes, pies and cookies and a decrease for bread and alcoholic beverages,
which were more marked in Montegiorgio. The evaluation of the above changes by a Mediterranean Adequacy
Index provided the following values: in Crevalcore in 1965 2.9 and in 1991 2.2; in Montegiorgio the
corresponding values are 5.6 and 3.9. The Mediterranean Adequacy Index of diet of men from Nicotera
(the third rural cohort examined only in 1960), considered the Reference Italian-Mediterranean Diet,
is 7.5. Accordingly, in both cohorts dietary habits, different at baseline and rather far from the Reference ItalianMediterranean type (especially in Crevalcore) became worse with time, particularly in Montegiorgio.
CONCLUSIONS: The changes observed in 31 y in the diet of men from Crevalcore and Montegiorgio suggest the
necessity in the longitudinal nutritional epidemiology studies particularly in rapidly changing societies to assess
the trend of food intakes and the factors related to it. This is in view of the promotion of nutrition intervention
programs.
Si può parlare di dieta mediterranea quando il regime alimentare è rispettoso di un indice internazionale di riferimento
chiamato "indice di adeguatezza mediterraneo":
L'indice in questione, che porta il nome di Iam, divide la percentuale dell'energia fornita dai cibi di una dieta tipicamente
mediterranea, con cereali, ortaggi e legumi, per la percentuale dell'energia fornita da alimenti come carne, latte,
formaggi, uova, bevande zuccherine.
Perché si possa definirla dieta mediterranea e quindi salutare, il valore medio deve essere 7,5, come quello,
appunto, della dieta di riferimento di Nicotera).
Tratto da:
Nicotera: Centro per la prevenzione, la
diagnosi e la cura dell’obesità
Centro per l'Obesità
Inaugurato, nella struttura sanitaria di Nicotera, dall’ASP di Vibo Valentia, in collaborazione con la cattedra di nutrizione
dell’Università di Tor Vergata, rappresentata dal prof. Antonino De Lorenzo e dell’Osservatorio provinciale per la Dieta
Mediterranea, la sede del Centro per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’obesità.
La cerimonia si è svolta al cospetto di numerose autorità, anche se, fra i tanti, spiccava l’assenza dei commissari prefettizi del comune
nicoterese.
Erano presenti per l’occasione il neo-vescovo Mons. Luigi Renzo, il Presidente della Provincia, Ottavio Bruni, il Commissario
Straordinario dell’A.S.P. di Vibo Valentia, avv. Ottavio Bono, il Direttore del Distretto Sanitario di Tropea, dott. Antonino
Maglia, l’Assessore provinciale alle Politiche del Lavoro, Formazione Professionale, Sport, Solidarietà, Innovazione Tecnologica,
dott. Lidio Vallone, il prof. Antonino De Lorenzo, il prof. Pasquale Barbalace, responsabile dell’Osservatorio provinciale per la
Dieta Mediterranea, nonché la vedova e la figlia del compianto Consigliere Provinciale, Dott. Carmine Ionadi che tanto si era
adoperato affinché il Centro venisse realizzato. Il prof. Pasquale Barbalace ha evidenziato l’importanza del Centro a Nicotera,
città che vanta una tradizione antica in fatto di dieta mediterranea, riferimento e strumento indispensabile a livello di regime
alimentare dal lontano 1957. Anche S. E. Mons. Renzo, con il suo intervento, ha voluto sottolineare l’iniziativa che è “segno di
grande umanità e civiltà all’interno di questa comunità. Come Gesù nei confronti degli ammalati voleva premiare la fede che
muove le montagne – ha continuato Mons. Renzo – anche oggi l’attenzione per la salute deve essere un fatto primario. Il
centro vuole essere, anche, un rilancio di questa struttura e, affinché possa rifiorire la città di Nicotera si ha bisogno di questi
gesti di umanità e cristianità”.
Nei loro interventi sia il Presidente della Provincia Bruni che l’Assessore Vallone, hanno voluto ricordare il dott. Ionadi di cui il centro
porterà il nome. “L’appuntamento di oggi – ha affermato Vallone – è importante perché lega la persona di Ionadi a quel
programma in cui ha sempre creduto”. A concludere è stato il dott. De Lorenzo che guiderà il nuovo Centro e che ha messo in
risalto come l’idea, nata 50 anni fa, oggi è stata concretizzata. “Da quando è stata studiata, la dieta mediterranea è rimasta un
punto di riferimento in tutto il mondo – ha affermato De Lorenzo – Lo studio si era con gli anni interrotto, ma, fortunatamente,
è stato ripreso dall’Osservatorio. Con questo centro saremo in grado di fornire agli ammalati una diagnosi precoce e un
immediato intervento terapeutico”. Dai vari interventi è risultata evidente la necessità di uno stretto collegamento, a livello di
politica nutrizionale, fra sanità, economia, socialità, cultura e stili di vita. Un legame necessario affinché vengano assicurati
corretti comportamenti alimentari e nutrizionali. Tutto ciò può essere raggiunto grazie al Centro Obesità a cui, tra l’altro, è
affidato il compito di preservare il patrimonio della dieta mediterranea, sapendola ripristinare e facendo diventare il nuovo
Istituto, come affermato dall’avv. Bono, “un centro di eccellenza”.
A questo punto si spera che l’apertura del Centro possa rappresentare, come auspicato da S.E. il vescovo, l’inizio di un definitivo
rilancio della struttura ospedaliera di Nicotera. Rilancio che significherebbe linfa vitale per tutto un comprensorio gravato da un
economia che si trova in uno stato di asfissia,che porta ogni anno giovani e meno giovani ad allontanarsi per cercare
occupazione, con un conseguente calo demografico ed un sempre più crescente impoverimento di tutto il territorio.
Olive Oil European Style - Ritorno alla dieta mediterranea
In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma che oggi risulta concretamente applicata solo dal 10% degli italiani.'La
Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra mito e realtà, promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione dell'olio di oliva (Ivoli) e
che rientra in una più ampia campagna, denominata 'Olive Oil European Style', finanziata con il contributo dell'Unione europea
e del governo italiano.
(ANSA) - ROMA - I nostri nonni, nei primi anni '50, lo sapevano bene: mangiare 'sano', con pasti a base di pasta, verdura, pesce e olio
di oliva, fa più che bene alla salute . In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma che oggi risulta
concretamente applicata solo dal 10% degli italiani.
Ritmi frenetici e pasti veloci hanno, infatti, lentamente allontanato il Belpaese delle sue salutari tradizioni culinarie. Ma oggi, esperti e
nutrizionisti sono convinti della necessità di rilanciare lo stile alimentare mediterraneo: arma efficace e decisiva anche per la
prevenzione delle malattie cronico degenerative, dall'obesità al diabete, vero flagello del nuovo millennio.
Occasione per riaccendere i riflettori sulla cucina 'di casa nostra' la manifestazione 'La Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra mito e
realtà, promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione dell'olio di oliva (Ivoli) e che rientra in una piu‘ ampia campagna,
denominata 'Olive Oil European Style', finanziata con il contributo dell'Unione europea e del governo italiano. E poiche' a dirlo
erano già i nonni, chef ed esperti culinari hanno 'riscoperto', per l'evento, proprio le loro antiche ricette, reinterpretandole in
'chiave moderna'. ''Già negli anni '50 - ha spiegato Antonino De Lorenzo, ordinario di nutrizione e alimentazione all'Università
di Tor Vergata Roma 2 - il valore della dieta mediterranea e' stato dimostrato scientificamente attraverso il famoso 'studio dei
sette paesi': i ricercatori fecero cioe' un confronto tra le diete adottate dalle popolazioni di sette paesi in nazioni diverse per
verificarne benefici e difetti. Risultato: il regime alimentare migliore risultò quello degli abitanti di Nicotera, in Calabria, fedeli
seguaci, appunto, della dieta mediterranea''. Da allora, la 'dieta di Nicotera' e' sinonimo di alimentazione sana ed oggi, per
ribadirlo, gli chef della manifestazione hanno riproposto sei piatti tipici degli anni '50 del paesino calabrese, dalla pasta e
fagioli al pesce: piatti unici, alleati preziosi per la salute, ricchi di tutti i principi nutrizionali perché un pasto sia davvero
completo.
La stessa Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha sottolineato De Lorenzo, ''raccomanda una dieta definita
'salutare' e che e' in realtà molto simile a quella mediterranea tipica della nostra classe contadina degli anni '50.
Una dieta giornaliera, con cinque pasti, che vede cioè bilanciati tutti i principali apporti nutrizionali: con una
quota del 60% di carboidrati, del 30% di grassi, in prevalenza vegetali, e un apporto di almeno 30 grammi di
fibre, che equivalgono a cinque porzioni di frutta o verdura''. Per non parlare, poi, dei benefici dell'olio di oliva:
''Anche la Food and drug administration, l'autorità regolatoria per i farmaci statunitense - ha ricordato l'esperto ha raccomandato alla popolazione americana l'utilizzo dell'olio di oliva nella dieta giornaliera, in una quantità di
almeno 21 grammi al giorno''.
Insomma, le raccomandazioni sono chiare ed anche le basi scientifiche a sostegno della dieta mediterranea: ''Si stima che il 60% della
mortalità a livello mondiale, percentuale che raggiungerà addirittura il 75% nel 2025 - ha detto l'esperto - sia determinata da
malattie cronico degenerative, come obesità, diabete, alcune cardiopatie ed il 30% dei tumori, che hanno tra le loro cause
principali anche una dieta scorretta e l'inattività fisica''. E' dunque ''più che mai necessario – ha affermato De Lorenzo incentivare una seria campagna di prevenzione rilanciando la dieta mediterranea. Bisogna infatti considerare che i benefici
sono visibili sul lungo periodo. Questo vuol dire che, abituando a mangiar sano i nostri figli oggi, fra 15 anni potremmo
misurarne gli effetti concreti''. Effetti che si tradurranno, concludono gli specialisti, in un 20% di cardiopatie ischemiche in
meno ed una diminuzione del 46% dei tumori del colon e del 12% degli ictus.(ANSA).
Food habits in a southern Italian town (Nicotera) in 1960
and 1996: still a reference Italian Mediterranean diet?
De Lorenzo A, Alberti A, Andreoli A, Iacopino L, Serranò P, Perriello G.
BACKGROUND: A follow-up analysis of cohorts surveyed in the "Seven Countries
Study" has provided increasing evidence of an association between diet and
morbidity or mortality from coronary heart disease (CHD) and cancer. The
effects of the "Mediterranean diet" on mortality is still evident in Italy,
where food patterns differ significantly in different geographical areas.
OBJECTIVE: To examine differences in food habits in Nicotera, one of the
Italian rural areas of the Seven Countries Study, between 1960 and 1996.
METHODS: In 1996, 80 subjects, 37 females and 43 males, aged 40-59
years, were examined in Nicotera assessing food intake by means of a
semiquantitative questionnaire of food frequency, validated for the Italian
population. In 1960, food intake of a sample of Nicotera subjects was
assessed by weighed record method for three seasons. RESULTS: Food
choices differed markedly between 1960 and 1996. Consumption of animal
foods increased, as did that of cakes, pies and cookies and sweet beverages
in both male and female groups; an increase of alcoholic beverages was
observed only in females. CONCLUSIONS: In 1960, Nicotera inhabitants
were following a diet defined as a "reference Italian Mediterranean diet",
but by 1996 the Nicotera diet approached that of an average Italian diet,
whose characteristics fall short of a true Mediterranean diet. This change in
dietary habits may be responsible for an increased risk of CHD and cancer
in the general population in the absence of other factors.
Olive Oil European Style - Ritorno alla dieta mediterranea- (giovedì, 02 marzo 2006 04:18) - Inviato da
L'Olivicoltore
In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma che oggi risulta concretamente applicata solo dal 10% degli
italiani.'La Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra mito e realta', promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione
dell'olio di oliva (Ivoli) e che rientra in una piu' ampia campagna, denominata 'Olive Oil European Style', finanziata
con il contributo dell'Unione europea e del governo italiano.
(ANSA) - ROMA - I nostri nonni, nei primi anni '50, lo sapevano bene: mangiare 'sano', con pasti a base di pasta, verdura,
pesce e olio di oliva, fa piu' che bene alla salute . In una parola, e' la Dieta Mediterranea, da molti decantata ma
che oggi risulta concretamente applicata solo dal 10% degli italiani.
Ritmi frenetici e pasti veloci hanno, infatti, lentamente allontanato il Belpaese delle sue salutari tradizioni culinarie. Ma oggi,
esperti e nutrizionisti sono convinti della necessita' di rilanciare lo stile alimentare mediterraneo: arma efficace e
decisiva anche per la prevenzione delle malattie cronico degenerative, dall'obesita' al diabete, vero flagello del nuovo
millennio.
Occasione per riaccendere i riflettori sulla cucina 'di casa nostra' la manifestazione 'La Dieta Mediterranea e l'olio di oliva, tra
mito e realta', promossa a Roma dall'Istituto di valorizzazione dell'olio di oliva (Ivoli) e che rientra in una più ampia
campagna, denominata 'Olive Oil European Style', finanziata con il contributo dell'Unione europea e del governo
italiano. E poiche' a dirlo erano gia' i nonni, chef ed esperti culinari hanno 'riscoperto', per l'evento, proprio le loro antiche
ricette, reinterpretandole in 'chiave moderna'. ''Gia' negli anni '50 - ha spiegato Antonino De Lorenzo, ordinario di nutrizione
e alimentazione all'Universita' di Tor Vergata Roma 2 - il valore della dieta mediterranea e' stato dimostrato
scientificamente attraverso il famoso 'studio dei sette paesi': i ricercatori fecero cioe' un confronto tra le diete
adottate dalle popolazioni di sette paesi in nazioni diverse per verificarne benefici e difetti. Risultato: il regime
alimentare migliore risulto' quello degli abitanti di Nicotera, in Calabria, fedeli seguaci, appunto, della dieta
mediterranea''. Da allora, la 'dieta di Nicotera' e' sinonimo di alimentazione sana ed oggi, per ribadirlo, gli chef della
manifestazione hanno riproposto sei piatti tipici degli anni '50 del paesino calabrese, dalla pasta e fagioli al pesce:
piatti unici, alleati preziosi per la salute, ricchi di tutti i principi nutrizionali perche' un pasto sia davvero completo.
La stessa Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), ha sottolineato De Lorenzo, ''raccomanda una dieta definita
'salutare' e che e' in realta' molto simile a quella mediterranea tipica della nostra classe contadina degli anni '50. Una
dieta giornaliera, con cinque pasti, che vede cioe' bilanciati tutti i principali apporti nutrizionali: con una quota del 60% di
carboidrati, del 30% di grassi, in prevalenza vegetali, e un apporto di almeno 30 grammi di fibre, che equivalgono a
cinque porzioni di frutta o verdura''. Per non parlare, poi, dei benefici dell'olio di oliva: ''Anche la Food and drug
administration, l'autorita' regolatoria per i farmaci statunitense - ha ricordato l'esperto - ha raccomandato alla popolazione
americana l'utilizzo dell'olio di oliva nella dieta giornaliera, in una quantita' di almeno 21 grammi al giorno''.
Insomma, le raccomandazioni sono chiare ed anche le basi scientifiche a sostegno della dieta mediterranea: ''Si stima
che il 60% della mortalita' a livello mondiale, percentuale che raggiungera' addirittura il 75% nel 2025 - ha detto l'esperto sia determinata da malattie cronico degenerative, come obesita', diabete, alcune cardiopatie ed il 30% dei tumori, che
hanno tra le loro cause principali anche una dieta scorretta e l'inattivita' fisica''. E' dunque ''piu' che mai necessario - ha
affermato De Lorenzo - incentivare una seria campagna di prevenzione rilanciando la dieta mediterranea. Bisogna infatti
considerare che i benefici sono visibili sul lungo periodo. Questo vuol dire che, abituando a mangiar sano i nostri figli
oggi, fra 15 anni potremmo misurarne gli effetti concreti''. Effetti che si tradurranno, concludono gli specialisti, in un 20%
di cardiopatie ischemiche in meno ed una diminuzione del 46% dei tumori del colon e del 12% degli ictus.
(ANSA).
Il paradosso calabrese
L’assist fornito agli altri mercati
Elementi fondamentali della dieta mediterranea di
riferimento (Nicotera) sono gli alimenti. Questi devono
possedere caratteristiche organolettiche rintracciabili
proprio laddove la dieta nasce: cioè in Calabria.
Pubblicizzare soltanto la dieta mediterranea consente ai
mercati spagnoli, tunisini, americani di produrre gli
alimenti che la costituiscono, cosicché anche il
consumatore bombardato da ogni parte relativamente
ai benefici salutistici che la dieta mediterranea
comporta crede che acquistare peperoni, olio d’oliva,
ortaggi, frutta e pesci siano sufficienti per alimentarsi
mediterraneo. E’ risaputo scientificamente, tuttavia,
che solo i “nostri” alimenti posseggono i requisiti
nutrizionistici che validano essi soltanto gli aspetti
benefici della dieta.
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI
Decarbossimetil-ligstroside aglicone detto anche Oleocantale
L’olio da olive e la dieta
mediterranea
• L’espressione “dieta mediterranea” è associata ad un
tipo di alimentazione caratterizzata da un alto apporto
di cereali, verdure e frutta fresca e da un basso
apporto di lipidi, di cui il 70% rappresentato da grassi
di condimento. Questi sono costituiti principalmente
dall’olio extravergine di oliva che, per la sua
composizione equilibrata in acidi grassi svolge:
• un effetto protettivo verso le arterie, stomaco, fegato;
• favorisce la crescita del bambino;
• migliora la vita, suscitando, grazie ai suoi caratteri
organolettici, una sensazione piacevole per il palato.
Si tratta quindi di un alimento armonico, simbolo
della cultura mediterranea
Claims salutistici degli oli da olive
• Presenza di componenti ad azione anti-infiammatoria
(acetossi-ligstroside aglicone) simile all’ibuprofene
• Presenza di oleuropeina, attivo nella eliminazione di
tumori nei ratti da esperimento
• Presenza di elevate quantità di acido oleico, promotrici
di una buona protezione contro le malattie
cardiovascolari (CVD)
• Presenze considerevoli di bio-fenoli, antiossidanti
potenti, efficaci nella protezione degli alimenti e utili a
ridurre gli stress ossidativi
Olio d’oliva:
Le prospettive a medio termine
•Il settore crescerà ancora nei prossimi anni, trainato
dall’espansione dei consumi nei vecchi ma soprattutto nuovi
paesi;
•Le aree geografiche di coltivazione inizieranno gradualmente
ad espandersi in nuovi paesi, quali l’Australia, il Sud Africa,
il Cile, l’Argentina, il Mexico, forse la Cina;
•La segmentazione svilupperà e perfezionerà i soprattutto i
temi del gusto e delle funzioni d’uso nella maggioranza dei
paesi, con un ruolo crescente che verrà assegnato alle
cultivar, in particolare nelle aree a produzione più
omogenea (Spagna);
•I temi dell’origine e della tipicità troveranno probabilmente un
forte impulso nei paesi con tradizioni più forti, quali l’Italia,
la Grecia, il Portogallo e la Francia;
•La competizione commerciale si farà più forte nei nuovi paesi
di sbocco, ma sarà probabilmente accompagnata da una
razionalizzazione e fusione dei principali players mondiali;
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI
La dieta mediterranea modificata aumenta la sopravvivenza nei soggetti
anziani
( Xagena - Medicina ) - In 9 Paesi Europei ( Danimarca, Francia, Germania,
Grecia, Italia, Olanda, Spagna, Svezia, Gran Bretagna ) è stato condotto
uno studio per valutare se l’aderenza ad una dieta mediterranea modificata,
in cui i grassi insaturi sono stati sostituiti con i monoinsaturi, fosse
associata ad una più lunga aspettativa di vita tra le persone anziane.
Lo studio ha riguardato 74.607 uomini e donne, che hanno preso parte allo
studio EPIC ( European Prospective Investigation into Cancer and nutrition
study ), di età uguale o superiore a 60 anni, senza malattia coronarica,
ictus o tumore al momento dell’arruolamento.
Il grado di aderenza alla dieta mediterranea modificata è stato misurato
mediante una scala di 10 punti. Un aumento del punteggio è risultato
associato ad una minore mortalità totale.
Un aumento di 2 unità corrispondeva ad una riduzione dell’8%, statisticamente
significativa.
La dieta mediterranea modificata è risultata associata ad un’aumentata
sopravvivenza tra le persone europee anziane. ( Xagena )
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI
Calorici più di ogni altro prodotto delle nostre terre, i legumi secchi sono stati per secoli il tesoro da dispensa più a buon
mercato per le popolazioni rurali.
Ma il pregio probabilmente meno pratico rispetto alla ricchezza in calorie e proteine, ovvero l’abbondanza di fibra,
quel materiale alimentare indigeribile ed acalorico (quindi presumiamo piuttosto inutile per l’esigenza famelica del
contadino d’una volta), è invece basilare per il benessere intestinale e per modulare l’assorbimento di zuccheri
semplici e grassi che oggi si sono delineati, nel disuso-abuso, potenziali nemici del distretto cardiovascolare.
Infine l’olio, d’oliva, nella sua centralità liturgica sulle tavole meridionali, appariva il collante naturale di quella
buona dieta che a Keys dimostrò produrre una particolare salubrità.
Il modello di Nicotera di protezione cardiocircolatoria era fra l’altro confermato, per contrapposizione, da quanto
andava profilandosi negli stessi anni sul rapporto alimentazione-salute: in ampie aree della Finlandia, per
esempio, si rilevava una tipica prevalenza delle patologie cardiache occidentali che, sviluppandosi attraverso
l’arteriosclerosi, hanno il terminale drammatico (l’end point dei grandi studi anglosassoni) nella patologia
infartuale.
In quella zona di Finlandia erano esasperate le classiche tendenze al consumo della dieta, per così dire,
nordeuropea: burro quale grasso prevalente, giocoforza a scapito dell’olio, cibi animali prevaricanti, alimentazione
in genere parecchio grassa e troppo calorica: cosa impossibile, quest’ultima, per il mondo rurale del nostro
mezzogiorno, legato, (almeno fino al sisma dell’80) ad una nutrizione principalmente di auto consumo e
sussistenza, ove la categoria dell’eccesso era o tendenza individualedi pochi crapuloni oppure occasionale rotturaper motivo cerimoniale o liturgico- della sobrietà quotidiana.
E allora: pasta, pane, legumi e olio, cibi di terra, non di mare.
Dieta Mediterranea, questa? No: meridionale; di Nicotera addirittura per genesi scientifica e di costume.
Ogni attimo, ad ogni piè sospinto leggiamo o ascoltiamo il logoro refrain “dieta mediterranea, sovente il pendant
gastronomico del made in Italy, che sembra un momento restringere al Bel Paese il concetto.
Ma se poi pensiamo ad un’Italia Padana di cotechino e salame, intingoli burrosi e carnei, oca e cotolette, siamo
punto e a capo.
Semplice: meridionale.
Eppure Mediterraneo ritorna, l’aggettivo funziona, si propaga, assume un ingiustificato ritmo
onomatopeico: ci fa sentire leggeri e sazi ad un tempo, solo pronunciandolo.
Ed immaginiamo questo grande mare come una sconfinata fonte termale che ci arriva dentro casa, affiora nella
vasca e ci bagna di salute.
Ne scaturisce, in questo immaginario da rotocalco rosa patinato, una sorta di fitness aglio e olio.
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI
Dieta Mediterranea contro il rischio
Alzheimer La tanto ''osannata'' Dieta
Mediterranea torna a far parlare di sé:
secondo un nuovo studio americano,
aiuterebbe a proteggere il cervello,
riducendo così il rischio di contrarre
l'Alzheimer. Ad evidenziare questa proprietà
della Dieta Mediterranea sono i ricercatori
del Columbia University Medical Center,
autori di uno studio pubblicato sugli Annals
of Neurology
ALCUNI RIFERIMENTI SCIENTIFICI


L' Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms),
raccomanda una dieta salutare molto simile a quella
mediterranea tipica che i nostri nonni adottavano negli anni
'50.
Non solo Dieta Mediterranea ma anche l'olio di oliva porta
benefici, anche la "Food and drug administration" ossia
l'istituzione che regola i farmaci in america ha sollecitato
alla popolazione americana di consumare al giorno 23
grammi di olio di oliva extra-vergine.
Se la Dieta Mediterranea è affiancata anche ad attività fisica
i benefici si tradurranno in una diminuzione di malattie
cardiovascolari come Ictus, Ischemie e minore incidenza dei
tumori al colon.
I costi sociali ed economici
dell’obesità- il caso U.S.A
 Gli stati Uniti d’America, dopo avere incoraggiato nei
decenni scorsi un’alimentazione poco costosa a base
di proteine povere e grassi dannosi per la salute, si
ritova oggi ad affrontare gli enormi costi della
crescente obesità. Per questo motivo, nel prossimo
anno, verrà lanciata un’enorme campagna
pubblicitaria a favore della dieta mediterranea, cosa
già ampiamente fatta a livello scientifico. Ora lo si farà
a livello mediatico generale. UNA ENORME INDIRETTA
PUBBLICITA’ AL PRODOTTO CALABRESE
OPPORTUNAMENTE INDIVIDUATO E TUTELATO.
EDUCARE L’OLFATTO ED IL PALATO
 Certificata e difesa la dieta mediterranea di
riferimento è poi necessario tradurla in
ricette. L’INDIM possiede l’anagrafe delle
pietanze tradizionali e i metodi di
preparazione.
 Dichiarati i vantaggi nutrizionistici e salutari
delle pietanze e dei loro ingredienti è
indispensabile educare la comunità ad
assaporarne il gusto, rendendo questo
ultimo conosciuto prima, gardito poi
LA SCUOLA DEGLI CHEF
 Partiamo da un dato iniziale a nostro
favore: gli chef italiani popolano di già
abbondantemente le cucine del mondo. A
questi lavoratori è demandata la
responsabilità di rendere internazionale il
gusto delle pietanze della dieta
mediterranea di riferimento. Essi dovranno
imparare a come esaltare i gusti conosciuti
e ad imporre quelli nuovi, anche
camuffandone alcune sgradevolezze (il
piccante dell’olio)
LA NECESSITA’ DI DOTARE LA CALABRIADI
UN LABORATORIO SCIENTIFICO
 Gli alimenti che compongono la dieta
mediterranea di riferimento devono essere
tutelati da una sorta di carta d’identità
(genomica/nutrizionale) che ne attesti la
provenienza.
Difendere la Biodiversità
 E’ poi necessario difendere ciò che si è
propagandato e dimostrato dai sicuri
attacchi provenienti dalle strategie di
marketing dei competitors e dalla stessa
comunità scientifica.
STIMA COSTI ALLESTIMENTO LABORATORIO
DI QUALITA’ NUTRIZIONALE
LABORATORIO DI NUTRIGENOMICA
€ 1.681.100,00
LABORATORIO PER LO STUDIO, LA CARATTERIZZAZIONE E LA
QUALIFICAZIONE DEI PRODOTTI ALIMENTARI
€ 816.300,00
SPESE PER PERSONALE A CONTRATTO
€ 950.000,00
TOTALE € 3.447.400,00
N. B. Le stime qui fornite e le modalità con cui
queste possono essere plasmate nel tempo
costituiranno, eventualmente, un capitolo assai
più dettagliato e particolareggiato.
L’Istituto per la Dieta Mediterranea
e la Nutrigenomica
 L’I.N.Di.M. svolge attività di ricerca,
didattica e formativa sul territorio
nazionale: studi effettuati nell’ambito
dell’Istituto sono stati accettati e
pubblicati da riviste scientifiche
internazionali e nazionali e stampa
divulgativa nazionale.
Tentativi di scippare la paternità del
progetto
Cuffaro ha chiesto al professor De Lorenzo e al Prof.
Cantarelli se vogliono accettare la disponibilità di
strutture e laboratori per la sede dell’Istituto per la
Dieta Mediterranea di cui è Presidente. La cosa sarà
ovviamente presa in seria considerazione se questo
ultimo tentativo (perché da anni il Prof. De Lorenzo
tenta di far comprendere ai nostri amministratori
l’efficacia di un’idea progettuale tanto semplice in
assoluto, quanto inaccessibile in relativo) non sortirà
alcun risultato. E’ comunque disponibile il solito
rapace nordico a finanziare il tutto a patto che questi
ne abbia un ritorno economico diretto. Perseguendo
questa ultima strada si riuscirà a realizzare un sogno,
salvo poi dimensionarlo alle logiche del business e,
quindi, a snaturarne forse la sua valenza etica e
scientifica….
L’HEALT CLAIM
Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 404 del 30 dicembre
2006
Il 1 luglio 2007 è entrata in vigore in Italia la normativa sugli Health
Claims regolata a livello europeo dalla normativa 1924/06 CE “sulle
indicazioni nutrizionali e sulla salute fornita sui prodotti alimentari”.
Con tale normativa viene completamente ridisegnata la materia
delle indicazioni nutrizionali e salutistiche nell’etichettatura, nella
presentazione e nella pubblicità degli alimenti. Le industrie sono
state dunque chiamate ad adeguare i propri messaggi, sia sulla
confezione, sia nella pubblicità; in particolare, devono essere
progressivamente eliminate la diciture generiche ed è richiesta la
fondatezza scientifica delle indicazioni nutrizionali e salutistiche
contenute nelle etichette e nella pubblicità degli alimenti, nonché
la veridicità dei vantaggi nutrizionali e fisiologici da esse veicolati.
Il regolamento è già attivo per quanto concerne i claim nutrizionali
indicati nell’allegato della normativa 1924/2006
ESEMPIO DI HEALTH CLAIM
A supporto dell’health claim
IL MINISTRO DELLA SALUTE E COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFCOMMERCIO, CONFCOOPERATIVE,
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI, CONFESERCENTI, COPAGRI CONFEDERAZIONE PRODUTTORI
AGRICOLI, FEDERALIMENTARE E LEGACOOP CONCORDANO QUANTO SEGUE
Art. 1
Il Ministero della Salute e Coldiretti, Confagricoltura, Confcommercio, Confcooperative, Confederazione Italiana
Agricoltori, Confesercenti, COPAGRI Confederazione Produttori agricoli, Federalimentare e Legacoop nel quadro
delle finalità di cui in premessa, nei limiti delle rispettive competenze, si impegnano a definire sostenere e
realizzare un programma di interventi per il conseguimento di obiettivi specifici tra cui:
- promuovere la disponibilità e la diffusione dei dati sull’alimentazione e sui consumi alimentari
della popolazione e sulle relazioni con la condizione di obesità e sovrappeso
- sviluppare la ricerca tecnologica per innovazioni di prodotto e di processo che permettano di ampliare sempre di più la
diffusione sul mercato di alimenti in linea con le esigenze dei consumatori interessati ad attuare cambiamenti
significativi e salutari della dieta.
- sostenere politiche commerciali orientate a favorire nei consumatori comportamenti salutari attraverso interventi sulle
dinamiche dell’offerta (tipologia di prodotti, prezzi)
- promuovere la diffusione e l’applicazione dei codici di autoregolamentazione della pubblicità approvati a livello
nazionale ed internazionale finalizzati a:
􀂃 migliorare la qualità dell’informazione pubblicitaria diretta ai consumatori
􀂃 ridurre l’impatto della comunicazione commerciale sui consumatori più vulnerabili, in particolare sui bambini, per
evitare che venga sfruttata in alcun modo la credulità e la carenza di capacità critica dei minori
􀂃 fornire informazioni dettagliate e specifiche per i consumatori a rischio in quanto portatori di patologie
􀂃 eliminare l’uso di espressioni che possano indurre in inganno i consumatori circa eventuali effetti benefici per la salute
di alcuni alimenti
- sostenere strategie per promuovere un aumento dei consumi di prodotti ortofrutticoli freschi, anche attraverso una
ottimizzazione dei canali di distribuzione, ivi compresa una migliore offerta nella distribuzione automatica
- sviluppare il rapporto fiduciario con i consumatori, fornendo al pubblico, nel rispetto delle vigenti regole
comunitarie sull’etichettatura dei generi alimentari, informazioni coerenti e comprensibili sul
contenuto nutritivo degli alimenti che consentano di effettuare scelte alimentari informate e oculate
- stabilire criteri di valutazione e misurazione dell’efficacia delle iniziative e delle azioni intraprese e strumenti di verifica
dell’implementazione degli accordi presi
L’etichettatura nutrizionale e
l’health claim dei prodotti
alimentari: situazione e prospettive
Stefano Bentley
Sezione di Ispezione degli Alimenti
Università di Parma
Claims nutrizionali
Contenuto (Nutrient content)
Descrive il livello di sostanza nutriente in un
alimento
 Sostanza
nutriente:
vitali
-Fornisce energia
-Sia necessaria alla
crescita, allo sviluppo o
al mantenimento delle funzioni
-Il cui deficit causi caratteristici
mutamenti biochimici o fisiologici
Claims nutrizionali
Comparativo (Comparative) -Mette a
confronto i livelli delle
sostanze nutrienti e /o energetici
di due o più alimenti
 Esempi:
-”più del…..” “meno del…”
-”ridotto”
Health Claims
Generici (Nutrient function)
Basato su dati scientifici consolidati,
promuove il ruolo di un nutriente per
la crescita, lo sviluppo e le normali
funzioni fisiologiche
Esempio: “Il calcio aiuta lo sviluppo
di denti ed ossa forti”
health claims nel sistema USA
Autorizzazione FDA sulla base di
un’approfondito
esame
della
letteratura scientifica per claims
che caratterizzino un legame tra
un alimento o un integratore
alimentare e la riduzione di un
rischio per la salute
(Nutrition
Labelling and Education Act, 1990)
health claims nel sistema USA
Autorizzazione FDA sulla base di un
parere autorevole da parte di un
ente scientifico governativo USA
(authoritative statement) o dalla
Accademia Nazionale delle
Scienze
Non vale per gli integratori
alimentari
health claims nel sistema USA
“Qualified health claims” con prove non
ancora conclusive ( non si raggiunge il
“significant scientific agreement”);
tale incertezza deve essere espressa
anche in etichetta
 FDA può intervenire dopo avere
esaminato la letteratura scientifica ed
avere riscontrato incongruenze con il
claim
health claims nel sistema USA
Quando viene descritto il ruolo di
una sostanza nutriente in una
funzione o una struttura normale
si parla di “structure/function
claim”, non soggetti a preapprovazione FDA
”La fibra mantiene la regolarità
intestinale”
Health Claims
Two-step health claim :
 contiene un riferimento alla relazione
salute/dieta E un collegamento di questo
claim ad un claim nutrizionale sul
contenuto del prodotto
 Esempio: Gli ac. Grassi saturi aumentano
il livello di colesterolo del sangue( health
claim generico) + “contiene livelli ridotti
di grassi saturi” (nutrient content claim)
Health Claims
Claims prodotto-specifici”
claim riferiti ad effetti benefici relativi
al singolo prodotto che vadano oltre
il ruolo dell’alimento/sostanza nella
crescita, sviluppo o mantenimento
delle normali funzioni biologiche
Gli health claims nel sistema svedese
Compagnia
Ente
Privato
SNF
Lista di
esperti
indipendenti,
nazionali o
esteri
Comitato di ricerca
SNF (8 membri + 2
esperti del mondo
accademico
Comitato di valutazione
delle informazioni
nutrizionali e sulla salute
Gruppo di almeno 3
esperti
Parere ufficiale
Parere sulla documentazione
scientifica presentata entro 90
gg.
Il parere diventa pubblico
all’atto della messa in
commercio del prodotto con
un P-S claim
Gli health claims nel sistema
svedese
Nell’etichettatura è consentito affermare
che il prodotto è stato sottoposto alla
valutazione della documentazione
scientifica secondo il Codice, con una
formula standardizzata “ Beneficio per
la salute valutato secondo il
Programma di autodisciplina dell’
Industria Alimentare”.
Non viene menzionata né la SNF né i
singoli esperti
L’ Unione Europea e gli health claims
 Azione Concertata della Commissione
sugli Alimenti Funzionali in Europa
(FUFOSE, 1996)
 Progetto per la valutazione del
supporto scientifico dei claims negli
alimenti (PASSCLAIM,2001)
Gran Bretagna
 Joint Health Claims Initiative (JHCI) gruppo costituito da Industria,
Autorità e Rappresentanti dei
consumatori
 Codice volontario di autodisciplina
claims generici
claims”innovativi” (prodottospecifici)
Claim della Food and Drug Administration (FDA),
utilizzabile nelle etichette di olio di oliva e nei prodotti a
base di olio di oliva (USA 2004)
-Ricerche scientifiche suggeriscono che: mangiare 2
cucchiai (23 grammi) di olio di oliva al giorno, può ridurre
il rischio di malattie coronariche per il suo contenuto
in acidi grassi monoinsaturi (ac.oleico). -Per ottenere questo effetto benefico: l’olio di oliva
deve sostituire una quantità simile di acidi grassi
polinsaturi senza aumentare la quantità totale di
calorie giornaliere.
-Etichetta: una porzione di questo prodotto [nome
dell’alimento] contiene [x] grammi di olio di oliva.
Pubblicizzare la dieta mediterranea,
l’health claim e i prodotti calabresi
Supportati da Rai international (già
fortemente affascinata) potremmo
lanciare una grande campagna
d’immagine e scienza presso la
Columbia University presso la quale il
nostro Prof. De Lorenzo è molto
conosciuto.
l’health claim dei prodotti
alimentari: situazione e
prospettive
Stefano Bentley
Sezione di Ispezione degli Alimenti
Università di Parma
Fly UP