Comments
Description
Transcript
ariocarpus - Cactipedia
Quattro chiacchiere sugli ARIOCARPUS Introduzione Il genere Ariocarpus divide molto gli appassionati cactofili in quanto ad alcuni appaiono come piante che sembrano rinsecchite, molto sofferenti,quasi prive di vita, mentre altri coltivatori traggono un grande piacere nel vedere proprio questo aspetto quasi sofferente: ma nel periodo che va da fine Settembre a fine Novembre, queste piante sembrano rinascere, dando vita splendide fioriture. Normalmente nelle collezioni amatoriali non sono molto rappresentati a causa della loro proverbiale lentezza di crescita, della nomea di essere piante difficili ed anche dal loro costo, nel caso di esemplari adulti di non facile reperibilità. Il genere Ariocarpus è costituito da piante di dimensioni medio piccole molto attraenti provenienti dal sud-ovest del Texas e dagli stati del nord e centro Messico. Sono piante con un fusto poco sviluppato con caratteristiche mimetiche molto accentuate. Hanno tutte una grossa radice a forma di rapa che può essere di dimensioni più grandi della parte aerea della pianta; quest’ultima è costituita da una serie di tubercoli, di varie forme e dimensioni, più o meno addossati gli uni sugli altri, in alcuni casi con lanugine sia alla base che all’apice. Le spine sono assenti nelle piante adulte tranne che in ariocarpus agavoides e confusus. In ogni caso sono tutte piante a crescita lenta di non facile coltivazione per i principianti, soprattutto se non vengono rispettate determinate condizioni relativamente al terriccio, all’esposizione, alle annaffiature e se non viene posta attenzione ai rinvasi; questa è una questione molto importante. Introduzione Introduzione Nonostante le apparenti difficoltà, derivanti da valutazioni e da modi di coltivazione errati all’inizio della loro coltivazione, quando queste piante vennero per la prima volta importate in Europa, ma soprattutto a causa del fatto che le prime piante venivano estirpate in habitat e stavano mesi prima di essere ripiantate, la maggior parte delle stesse non arrivava alla prima fioritura, ecco allora che gli Ariocarpus vennero e ancora lo sono: considerate piante di difficile coltivazione Anche se sono Cactaceae da trattare in maniera oculata, non si può assolutamente dire che queste siano piante difficili. Al contrario sono piante molto robuste e rustiche, se adattate all’ambiente in cui vengono coltivate e soprattutto se si usano determinati tipi di terriccio con adeguati cicli di annaffiature e sospensione delle stesse. Soprattutto partendo dalla semina in loco. Avremo piante molto robuste anche se lente che ci ripagheranno della pazienza che avremo dedicato loro. L’atteggiamento verso queste splendide Cactaceae dovrebbe essere quello Zen, che i coltivatori di bonsai dedicano alla loro passione. Breve cronistoria tassonomica Il genere Ariocarpus, fino a qualche anno addietro era suddiviso in alcune specie che negli ultimi anni si sono moltiplicate a seguito delle revisioni apportate da vari ricercatori e botanici che hanno creato non poca confusione negli appassionati di tale genere. Nel 1838 Michael Scheidweiler , botanico Tedesco, riceve alcune piante allora sconosciute raccolte da Galeotti nelle province messicane di San Luis Potosì e Guanajuato e pubblica la descrizione della nuova pianta, creando appositamente il nuovo genere “Ariocarpus”: la pianta in questione viene chiamata Ariocarpus retusus. Nello stesso periodo Charles Lemaire, riceve una pianta della stessa partita che descrive nel 1839 con il nome di “Anhalonium prismaticum”. Alla fine del secolo 1898 viene accettato il genere Ariocarpus a seguito delle regole che stabiliscono le priorità nel Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica (ICBN) Pur avendo avuto luogo successivamente, a seguito della scoperta di nuove specie, divisioni in Roseocactus, Neogomesia oggi il tutto viene riportato al genere primario, nonostante molti botanici europei abbiano creato una moltitudine di specie e sottospecie. Una prima nomenclatura • Fino al 1996 erano riconosciute le seguenti specie: Ariocarpus.agavoides Ariocarpus.bravoanus Ariocarpus.fissuratus Ariocarpus.fissuratus var. lloydii Ariocarpus.fissuratus var. hintonii Ariocarpus fissuratus var. intermedius Ariocarpus kotschoubeyanus Ariocarpus kotschoubeyanus var.elephantidens nome nudum Ariocarpus kotschoubeyanus var.albiflorus Ariocarpus kotschoubeyanus var.macdowellii Ariocarpus retusus Ariocarpus retusus var. furfuraceus Ariocarpus trigonus Ariocarpus scapharostrus (corretto in scaphirostris da Hunt nel 1992) Nomenclature successive Una successiva revisione, pubblicata su Haseltonia 1997 da E.F.Anderson e W.A.Fitz & Maurice, cambiò la situazione in: Ariocarpus agavoides Ariocarpus bravoanus ssp.bravoanus Ariocarpus bravoanus ssp.hintonii Ariocarpus fissuratus Ariocarpus kotschoubeyanus Ariocarpus retusus subsp. retusus Ariocarpus retusus subsp. trigonus Ariocarpus scaphirostris Nomenclature successive L’anno seguente Josef Halda pubblicò una nuova revisione con la collaborazione di due noti ricercatori e vivaisti (Ladislav Horacek e Paolo Panarotto), ampliando quella sopracitata mediante l’aggiunta di nuove specie e la creazione di una miriade di subspecie. A.confusus (ex trigonus forma Aramberri, NL) A. kotschoubeyanus ssp.agavoides A. fissuratus ssp. pailanus . A. retusus ssp.horacekii A. kotschoubeyanus ssp.sladkovski A. retusus ssp.jarmilae A. kotschoubeyanus ssp.bravoanus A. retusus ssp.panarottoi A. kotschoubeyanus ssp.neotulensis A. retusus ssp.sladkovskyi (ex albiflorus) A. retusus ssp.scapharostroides A. kotschoubeyanus ssp.macdowellii A. retusus ssp.trigonus var. horacekii A. scapharostrus ssp.swobodae A. kotschoubeyanus ssp.skarupkeanus (ex elephantidens) Distribuzione • Patria di tutte le specie di Ariocarpus è la porzione centro-settentrionale del Messico compresa tra Queretaro a sud , Zacatecas a ovest , il Texas (USA) a nord e Ciudad Victoria ad est Distribuzione • Alcune specie come ad es. Ariocarpus Retusus, e Ariocarpus fissuratus, occupano areali estesi anche per centinaia di chilometri e presentano di conseguenza una grande variabilità. • Gli habitat di altre specie al contrario, sono estremamente limitati, quasi puntiformi e possono essere, sia sparsi su un vasto areale che circoscritti a singole o limitate località. Habitat Habitat: Crescono in zone semi aride in abbinamento a vegetazione bassa, piccoli cespugli ed altre piante succulente mentre alcuni crescono nelle steppe, in zone di alta quota, oppure in foreste decidue a bassa quota e le altitudini variano da qualche centinaio di metri fino ed oltre i 2000 metri SLM. Per il fatto che le nubi provenienti dal mare si scaricano prima di arrivare sulle sierras dove vivono gli Ariocarpus, la piovosità media è molto bassa: intorno ai 60 mm l’anno per raggiungere in anni di particolare piovosità i 160 mm ma questo accade molto raramente Conservazione Nonostante non tutte le specie di Ariocarpus siano in pericolo di estinzione e seppure molte popolazioni si siano eccellentemente riprese dai prelievi indiscriminati o dalla distruzione del loro ambiente naturale, queste piante sono elencate tutte in Appendice 1 della CITES Convenzione internazionale di Washington sul commercio delle specie animali e vegetali in pericolo di estinzione. Mimetismo in habitat Mimetismo in habitat Ariocarpus agavoides Ariocarpus retusus ssp. retusus Ariocarpus retusus (furfuraceus) Ariocarpus retusus (furfuraceus) Ariocarpus retusus ssp. retusus 30 Km da el Nunez SLP Ariocarpus retusus ssp. retusus Ariocarpus retusus ssp retusus Dr. Arroyo N.L. Ariocarpus retusus ssp. retusus San Roberto N.L. Ariocarpus retusus ssp. retusus (elongatus) Ariocarpus retusus ssp retusus Ariocarpus retusus ssp. trigonus Ariocarpus retusus ssp. trigonus PAN.285 “Jaumave, Tamaulipas” Ariocarpus confusus “L’enigma di Aramberri” Ariocarpus fissuratus Ariocarpus fissuratus (v. lloydii) Ariocarpus bravoanus ssp. bravoanus Ariocarpus bravoanus ssp. hintonii Ariocarpus koschoubeyanus v. macdowellii Ariocarpus koschoubeyanus elephantidens Ariocarpus koschoubeyanus ssp. sladkovskyi PP 423 Ariocarpus kotschoubeyanys v. albiflora Ariocarpus scaphirostris Rugosità e fissurazioni un modo per convogliare l’acqua e per proteggersi dal sole Note: Molte specie di Ariocarpus sono dotati di tubercoli fissurati o rugosi finemente istoriati Dopo anni di coltivazione in suoli calcarei, queste fissurazioni tendono a riempirsi di depositi minerali senza che le piante ne soffrano apparentemente Anche l’unico Ariocarpus ad epidermide liscia come l’A. retusus ssp. retusus, sembra presentare una fine rugosità. che promuove la formazione di concrezioni minerali senza dubbio capaci di assolvere a funzioni protettive come la schermatura dai raggi solari Quelle fessurazioni tanto caratteristiche nel complesso fissuratus , servirebbero anche a convogliare le goccioline di umidità attraverso i canali che solcano tutto il tubercolo verso il centro della pianta assolvendo così al mantenimento di una certa quantità di umidità, sufficiente a fare sopravvivere le stesse nei periodi di più scarsa umidità. con rilievi evidenti o Rugosità e fissurazioni Rugosità e fissurazioni Propagazione Ariocarpus kotschoubeyanus Ariocarpus fissuratus Ariocarpus agavoides Ariocarpus scaphirostris Ariocarpus retusus Ariocarpus bravoanus ssp.. hintonii Propagazione Oltre ad acquistare piante già formate, risparmiando tempo (a causa della proverbiale lentezza di crescita di queste piante partendo dalla semina) e disponendo di una buona scelta di piante presso i vivaisti (soprattutto piante di piccole e medie dimensioni a seconda delle specie) il sistema migliore di propagazione rimane la semina. Occorre innanzitutto avere pazienza quando si seminano gli Ariocarpus perché le piantine hanno una crescita lenta anche se i semi normalmente hanno una buona germinabilità fino a 5 anni e oltre, meglio se autoprodotti. Se vogliamo auto produrci semi puri, ricordiamoci di proteggere le piante se sono in fioritura specie diverse, altrimenti a causa degli insetti impollinatori o del vento, rischiamo di avere degli ibridi. Oggi i semi si reperiscono con facilità tramite molti rivenditori specializzati. E’ possibile effettuare la propagazione di queste piante anche da singolo tubercolo . Periodo semina: La semina si può effettuare tramite un germinatoio (in qualsiasi momento dell’anno) oppure in primavera inoltrata quando le temperature notturne non scendono sotto i 20° in ambiente luminoso ma non al sole diretto. Al nord non conviene seminare in luce naturale oltre una certa data (fine Giugno) in quanto poi non rimarrebbe il tempo per la crescita delle plantule che dovranno affrontare l’inverno successivo . Semina Anche se c’è chi sconsiglia il metodo della sterilizzazione per non eliminare gli organismi antagonisti, è preferibile sterilizzare tutti i materiali usati per la semina Il terriccio che normalmente uso per la semina degli Ariocarpus è composto da : 30 % acadama fine * 30 % pomice granulometria 1/3mm. 30 % terriccio per cactaceae 10% ghiaino con granulometria da 1/2 mm Il tutto, inumidito per poi sterilizzarlo in forno a 120/140° per 45 minuti Questo serve ad eliminare organismi patogeni come alghe, muffe ed eventuali larve o uova di insetti dannosi alle giovani plantule * in sostituzione del lapillo SEMENZALI DI 1 ANNO ARIOCARPUS FISSURATUS ARIOCARPUS RETUSUS SEMENZALI DI 2 ANNI Semina I contenitori e i segna nomi: Vanno steilizzati anch’essi, ma con acqua e candeggina, lasciandoli a bagno per almeno 1h per poi risciacquarli accuratamente. Come contenitori uso vasetti da 5x5x6 Si possono usare contenitori di qualsiasi tipo e a piacere, L’importante è la sterilizzazione Come segna nomi le stesse targhette plastificate utilizzate per le piante adulte. La semina: Una volta riempiti i contenitori di semina lasciando 1/2 cm. di spazio tra il terriccio e il bordo del contenitore per permettere la crescita delle piantine, vanno inseriti in una bacinella in modo tale che l’acqua arrivi fino ad una certa altezza dei contenitori, circa la metà e questi iniziano ad assorbire acqua dal basso. All’acqua verrà vrrà aggiunto con un buon fungicida sistemico Quando il terriccio è completamente bagnato sollevo i vasetti e lascio scolare l’acqua in eccesso. Poi comincio a spargere sul terriccio superficiale i semi senza coprirli ed inserisco le targhette con i dati di semina che fanno anche da separatori. E’ bene seminare una sola specie per vaso in quanto le diverse velocità di crescita impedirebbero rinvasi oculati delle diverse specie con velocità di crescita diverse Semina La copertura dei contenitori Finita la semina i contenitori vanno inseriti in un sacchetto di plastica trasparente tipo quello per alimenti chiudendo lo stesso con il lacceto in dotazione o con lo scotch Da questo momento inizia l’ attesa della germinazione che normalmente avviene in circa 8 /15 giorni. E’ bene dare ai contenitori la giusta luce per lo sviluppo regolare delle plantule, se assumeranno una colorazione di un bel verde scuro vorrà dire che la luce è regolare, contrariamente se marroncino ci sarà troppa luce se verde chiaro poca. Inizia il ciclo asciutto bagnato Quando nascono le prime spinette bianche è il momento di togliere i contenitori dal sacchetto . Si lasceranno asciugare una prima volta e dopo qualche giorno si potranno ribagnare sempre per immersione evitando movimenti troppo bruschi dell’acqua per non disturbare le plantule le cui radichette non sono ancora ben salde nel terreno E’ bene abituare da subito le plantule alla dura vita delle piante grasse, cioè il terriccio va sempre fatto asciugare prima di ribagnare, magari aspettando anche un giorno prima di rifare questa operazione e lasciando le piantine un po’ a secco, questo sistema non fa altro che abituarle ed irrobustirle All’occorrenza, se si notano formazioni di alghe e muffe è bene sciogliere nell’acqua altro fungicida e all’occorrenza un’insetticida. Dopo qualche mese, se le piantine saranno sviluppate con un paio di tubercoli si potrà dare una leggerissima concimata. Semina Il ripicchettaggio Normalmente trapianto l’anno successivo a Gennaio/Febbraio per evitare stress da caldo. Anche se i vari esperti consigliano di fare questa operazione dopo 2/3 anni Secondo me la piantina si è già formata e sopporta bene il trapianto anche alla luce del fatto che il periodo di trapianto non è caldo e ha tutto il tempo per riprendersi prima dei caldi estivi, Nei nuovi contenitori le piante staranno comodamente per qualche anno senza il bisogno di rinvasarle ed avranno a disposizione abbastanza terra per far sviluppare in lunghezza la loro radice napiforme Il terriccio utilizzato nei nuovi rinvasi avrà una composizione un po’ diversa da quello di semina in quanto 30% acadama con granulometria fino a 4 mm. un 30% di pomice della stessa granulometria un 20 % di terriccio per cactaceae 20% Sabbia vagliata Rispetto alla semina ho diminuito il terriccio fertile di un 10% e incrementato il materiale drenate, usando ormai il terriccio che si avvicina a quello in uso per le piante adulte Come copretura si può usare lo stesso acadama oppure zeolite questi due minerali non galleggiano Ormai evito di usare il lapillo per qualsiasi operazione riguardante gli Ariocarpus Note di coltivazione Gli Ariocarpus sono piante robuste e rustiche che resistono bene alla siccità ed anche al freddo soprattutto in ambiente con bassa umidità invernale. Occorre prestare invece molta attenzione al momento, sempre stressante per qualsiasi genere, del rinvaso, in quanto va fatto con calma, evitando di danneggiare la grossa radice napiforme che causerebbe la fuoriuscita della mucillagine interna alla radice formata tra da piccole concentrazione di alcaloidi e che contiene le sostanze nutritive e di riserva per i periodi di stasi. Eventuali danni al fittone, molto probabilmente causerebbero la perdita della pianta Gli Ariocarpus sono piante che non stanno ferme neanche quando c’è il cosiddetto periodo di estivazione e in primavera i primi sintomi della nuova ripresa della vegetazione si notano osservando soprattutto i tubercoli centrali che prendono un colore verde alla loro base, questo è il sintomo che la pianta vegeta e cresce normalmente Note di coltivazione Inizio il ciclo delle annaffiature a metà Aprile intervallando le stesse da una 15 gg fino alla metà di Giugno per poi passare nel periodo più caldo ad annaffiare ogni 7 gg. Continuando anche nei mesi di Luglio ed Agosto per poi sospenderle definitivamente alla fine Settembre onde preparare le piante al riposo invernale. Le annaffiature le effettuo con abbondanza di acqua in modo tale da bagnare perfettamente tutto il pane di terra cercando di non bagnare la pianta tranne alcune volte, questo disturba eventuali parassiti come il ragnetto rosso Negli Ariocarpus le parti delicate della pianta risultano essere le radici e il fusto (CAUDICE) in quanto sono maggiormente sensibili ai marciumi causati da eccessivi ristagni di acqua e umido. Pertanto occorre prestare attenzione nella scelta dei materiali per comporre i terricci, effettuare dei trattamenti fito sanitari preventivi ed eventualmente un paio di fertilizzazionii nell’arco della bella stagione. Fusto ( Caudice ) Le radici sono appunto la parte più importante e delicata negli Ariocarpus Non si può però parlare prettamente di radici come comunemente si intende Le radici degli Ariocarpus si possono a tutti gli effetti considerare Caudici. Sono infatti come grosse rape, le radici degli Ariocarpus derivano dalla fusione della radice primaria con il fusto, dando origine ad un caudice vero e proprio. Il caudice è ricco di una mucillaggine idrofila,che permette alla pianta di immagazzinare grandi quantità di acqua per poi servirsene all’occorrenza. Per questo quando si rinvasano gli Ariocarpus è necessaria molta attenzione affinché non si rompano le radici o peggio si danneggi il caudex, lasciando poi asciugare accuratamente prima di rinvasare Fusto ( Caudice ) Non essendo un venditore, normalmente non innesto queste piante se non per necessità estreme, per velocizzare in alcuni casi lo sviluppo delle stesse per portare a fioritura e ottenere semi in fretta o per salvare piante altrimenti perse Mediante l’innesto il caudice viene eliminato e con esso la possibilità della pianta di assolvere alle funzioni fisiologiche in modo naturale. Questa situazione è mal sopportata dalla pianta che si vede costretta a rigenerare il caudice nonostante sia innestata. Questo si risolve in due modi o la parte inferiore del fusto si rigonfia e torna ad emettere radici affrancandosi oppure la parte aerea abbandona la sua forma naturale sferico depressa e assume una crescita sferico colonnare totalmente atipica di questa specie, causato dalla necessità di concentrare nella parte innestata i tessuti succulenti e le camere mucillaginose Nonostante sia poi possibile riaffrancare le piante, non avranno mai più l’aspetto naturale e le radici non riassumeranno più li tipico portamento napiforme delle piante franche Pianta innestata Fusto ( Caudice ) Pianta con radice (caudice) naturale Pianta innestata e sucessivamente affrancata Fusto ( Caudice ) Note di coltivazione Vasi: Come contenitori conviene scegliere tra i vasi, quadrati o rotondi, di plastica morbida che hanno una notevole durata evitando quelli di terracotta che risultano essere pesanti ed a causa del richiamo laterale di acqua tende a far sì che le radici sottili si concentrino sulla parete del vaso, con conseguente stress idrico, male utilizzazione del pane di terra e bruciature dei peli radicali deputati all’assorbimento idrico a causa dell’arroventamento delle pareti del vaso. Conviene scegliere misure in cui sia predominante l’altezza rispetto alla larghezza (per esempio 9 x 9 x 13) in modo tale che le radici si sviluppino anche in lunghezza senza dover essere costrette a compiere movimenti circolari su se stesse. La plastica morbida permette inoltre alla grossa radice di non rimanere stretta nel vaso ma in fase di sviluppo lascia alla stessala possibilità di deformare il vaso, questo ci aiuta a capire che è arrivato il momento di rinvasare in un vaso più appropriato. Substrato colturale: Qui rischiamo di toccare un argomento minato in quanto ogni coltivatore ritiene che la sua miscela sia il top per quel genere di piante e pertanto non è facile consigliare un mix piuttosto che un altro. Occorre tenere presente l’importanza che assumono determinate variabili tipo la locazione delle piante, se stanno all’aperto in un terrazzo molto ventilato oppure dentro una serra , se stanno al sole diretto o in parziale ombra, l’umidità relativa dell’aria, e soprattutto in quale zona d’Italia vengono coltivate. Note di coltivazione Nel caso di questo genere una cosa fondamentale è la permeabilità all’acqua in modo tale da non creare mai ristagni pericolosi. Ci sono dei bravi coltivatori che per ricreare un substrato molto simile a quello in habitat utilizzano la marna grigia, una roccia friabile composta da argilla ricca di calcare e la utilizzano pura, non in miscela con altri prodotti. Personalmente utilizzo terriccio così composto: 40 % acadama, 40% pomice, 10% terricio per acidofile il meno torboso possibile, e per il 10% rimanente utilizzo sabbia vagliata o altri inerti quali zeolite Come si può notare c’è un’ulteriore riduzione di materia organica e il terriccio è minerale al 90% Come copertura uso acadama o zeolite attorno al colletto della pianta. Note di coltivazione Trattamenti fitosanitari : Normalmente effettuo 2 trattamenti di cui uno alla ripresa delle innaffiature miscelando (anche se l’ideale sarebbe fare 2 trattamenti separati) un fungicida e un insetticida e l’altro all’ultima innaffiatura sempre con gli stessi prodotti ad esempio Fenix e Zolfo micronizzato. Questi prodotti li sciolgo nella dose minima consigliata nell’acqua di bagnatura in modo tale che innaffiando colpiscono la pianta sia in superficie che nel terriccio dove spesso si annidano le cocciniglie soprattutto quella cotonosa. Fertilizzazioni : 2 volte all’anno fertilizzo con concimi idonei a basso tenore di azoto il primo trattamento lo effettuo a fine Maggio, dopo che le piante hanno ripreso la piena vegetazione e non siamo ancora entrati in una fase di eccessivo rialzo termico e il secondo i primi giorni di Settembre dopo che la temperatura risulta essere più fresca e le piante riprendono a vegetare a pieno ritmo dopo una leggera stasi estiva che permette loro di accumulare sostanze nutritive che aiuteranno a superare la fase autunno-invernale. Ora uso un ottimo concime che mischio al terriccio al rinvaso Si tratta di un concime a tecnologia Osmocote, l’Osmocote KB rose ha un titolo NPK di 9 14 19 + microelementi e 3% di Magnesio Conclusioni Ci sono molte possibilità che nel prossimo futuro vengano scoperte in Messico nuove entità di Ariocarpus a seguito di ricerche presso territori inesplorati. Tuttavia, prima di creare nuove entità, è necessario essere sicuri che siano effettivamente piante diverse e non di una delle tante forme che vengono prodotte dal corso della natura. Per quanto riguarda le nostre piante in coltivazione, consiglio di coltivarle perché non necessitano di troppe attenzioni da parte nostra, anzi spesso troppe cure sono deleterie. Con la loro crescita lenta non occuperanno mai troppo spazio e soprattutto ci regaleranno delle splendide fioriture nel periodo autunnale quando gli altri generi hanno smesso di fiorire. Fine Marco Sisti - La Cutura 3 Maggio 2014