Presentazione (Bulbarelli) - Facoltà di Medicina e Chirurgia

Domare la pantera o coltivare l’albero
delle parole?
Organizzazione, prassi e stile di lavoro in un
SPDC nono-restraint
AFD Mara Bighellini – IP Vittorio Bulbarelli
U.O. di Psichiatria n°
n°27 – D.S.M. Mantova
2a FASE: Il fattore scatenante (trigger)
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (1)
Dipartimento di
Salute Mentale di
Mantova
AFD Mara Bighellini
Domare la pantera o coltivare
l’albero delle parole?
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Tecniche di de-escalation dell’aggressività
Dipartimento di
Salute Mentale di
Mantova
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Domare
la pantera
o coltivaredil’albero
delle- parole?
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di Psichiatria
n°27 – Dipartimento
Salute Mentale
Mantova
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
DOMARE LA PANTERA ?
COLTIVARE L’ALBERO
DELLE PAROLE?
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Salute Mentale di
Mantova
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n°27 – Dipartimento
di Salute
Mentale delle
- Mantova
Domare
la pantera
o coltivare
l’albero
parole?
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Qual
ricetta” di un S.P.D.C. a
Qual’’ è la ““ricetta”
porte aperte ?
I legami più forti
sono (spesso) invisibili
Gli “ingredienti” sono tanti
•
•
•
•
Organizzativi
Strutturali
Professionali
Contesto
sociale
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Tecniche di de-escalation dell’aggressività
Chiarezza delle politiche
da parte della Direzione e
condivisione delle stesse
da parte dello staff
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Domare
la pantera
o coltivare
l’albero
parole?
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di Salute
Mentale -delle
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Mission e obiettivi del DSM
Carta dei servizi – gennaio 2005
• Promuovere la salute mentale ed
emozionale dei cittadini della
provincia di Mantova e garantirne
la cura con modalità
soddisfacenti, appropriate e non
restrittive.
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Standard di prodotto
(Deliberato del Direttore Generale)
FATTORE DI
QUALITA’
Trattamento
non
restrittivo
INDICATORE
STANDARD
Evidenza clinica 1) contenzioni = 0
e logistica
2) porte aperte
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STANDARD DI PRODOTTO
Ricovero nel Servizio di Diagnosi e Cura
Processo diagnostico-terapeutico
…Rispetto alla prescrizione farmacologica, se il
paziente non accetta la terapia, gli operatori
valutano in primo luogo l’opportunità di aspettare,
mirando al raggiungimento di una sufficiente
compliance oppure mettono in atto le procedure
per il TSO, qualora non sia già in corso. Una volta
esplorate tutte le alternative, qualora si ritenga
che la terapia farmacologica vada comunque
eseguita, si effettua con la collaborazione delle
forze della Polizia Locale. …
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2a FASE: Il fattore scatenante (trigger)
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (1)
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Lavoro d
’equipe e
d’equipe
dimensione gruppale
gruppale::
ll’importanza
’importanza
dell
’orchestra e del coro
dell’orchestra
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Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (1)
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Capacit
à di mettersi in
Capacità
gioco
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Tecniche di de-escalation dell’aggressività
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Alleanza terapeutica
con gli utenti e i
famigliari
Ricovero in SPDC
Processo di ammissione
Processo diagnostico-terapeutico
Processo di dimissione
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OBIETTIVI DEL DSM
Carta dei servizi – gennaio 2005
…Il D.S.M. è orientato al cittadino/utilizzatore, come soggetto
portatore di diritti, oltre che persona sofferente, ne
valorizza il punto di vista sia nella fase di definizione del
trattamento, acquisendone il consenso, dopo aver
effettivamente fornito adeguate informazioni sia sul
trattamento proposto che sulle alternative possibili, sia nella
fase di valutazione dei risultati, acquisendone con regolarità il
giudizio di soddisfazione…
Standard di prodotto: Ricovero
FATTORE DI
QUALITA’
Coinvolgimento
familiari
INDICATORE
STANDARD
dei Evidenza nella
documentazione clinica
o nell’agenda di reparto
Almeno due incontri con
figure significative
almeno per l’80% dei
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ricoverati
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OBIETTIVI DEL DSM
Carta dei servizi – gennaio 2005
• Il D.S.M. è aperto alla partecipazione
delle associazioni del volontariato, in
particolare nella fase di definizione
dei programmi di attività.
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2a FASE: Il fattore scatenante (trigger)
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (1)
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Chiarezza e
condivisione delle
responsabilit
à
responsabilità
Consenso allargato sui
progetti terapeutici
Compartecipazione dell’
dell’equipe del CPS
Processo di ammissione
Processo diagnosticodiagnostico-terapeutico
Processo di dimissione
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Appropriatezza e
sicurezza del reparto
struttura e arredi
atmosfera di reparto
privacy
accessibilità
accessibilità degli effetti personali
adeguato livello di stimolazione
Adeguato livello di stimolazione
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Personalizzazione
dell
’assistenza
dell’assistenza
modello
’azienda:
dall
modello teorico
teorico adottato
adottato dall’
dall’azienda:
modello
delle
prestazioni
infermieristiche
modello delle prestazioni infermieristiche
““M.Cantarelli”
M.Cantarelli”
M.Cantarelli”
Strumenti:
•Cartella clinicaclinica-infermieristica
•Riunioni quotidiane medici e infermieri
•Riunioni programmate con Psichiatra
referente e/o infermiere case manager
del CPS
Presenza di
protocolli/pratiche
condivise per gli
interventi d
’urgenza
d’urgenza
•Tecniche di dede-escalation dell’
dell’aggressività
aggressività
•Procedura in caso di “allontanamento a rischio”
rischio” di
un paziente
•Protocolli per l’l’urgenza di tipo sanitario
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Formazione e aggiornamento
dello staff
Adeguatezza dello staffing
Turni,
Turni, carichi
carichi di
di lavoro,
lavoro, addestramento,
addestramento,
esperienza,
esperienza, inserimento
inserimento dei
dei neoassunti.
neoassunti.
Procedura standardizzata
per ll’analisi
’analisi degli eventi
avversi
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Presenza di protocolli di
cooperazione con le Forze
dell
’ordine
dell’ordine
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2° FASE: La crescita dell’aggressività (ESCALATION)
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (1)
• Mantenere un’osservazione intensiva dell’utente,
rilevando e valutare costantemente la variazione
dei segni clinici (contatto visivo costante, no
“sguardo fisso”)
• Non lasciarlo solo, non rimanere da soli con lui e
non girargli le spalle
• Rispettare l’eventuale scelta di un interlocutore
privilegiato tra gli operatori
• Utilizzare una comunicazione diretta e
individualizzata, centrata sugli elementi alla base
del conflitto e volta alla loro risoluzione
• Calma e autocontrollo della propria comunicazione
verbale e non verbale (misurare silenzi, gesti,
parole e espressioni)
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2° FASE: La crescita dell’aggressività (ESCALATION)
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (2)
• Proporre alternative possibili per affrontare la
situazione senza il ricorso alla violenza
• Adottare una postura neutrale: braccia rilassate ai
lati del corpo, palmi delle mani aperte e visibili,
spalle e gambe non contratte
• Evitare qualunque contatto fisico senza averne
chiesto prima esplicito consenso
• Proporre l’assunzione di terapia farmacologica per
ridurre lo stato morboso alla base dell’aggressività
• Utilizzare relazioni significative per l’utente
(parenti, amici, vicini, prete, assoc.ne, altri utenti)
per favorire il calo della tensione ind.le e collettiva
• Lasciare spazio sufficiente di movimento per lui e
per noi stessi
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2° FASE: La crescita dell’aggressività (ESCALATION)
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (3)
• Muoversi verso spazi di sicurezza, evitando zone
chiuse e angoli per non trovarsi “spalle al muro”
• Avere una via di uscita/di fuga sempre accessibile
• Avere con sé cordless e cellulare carichi
• Custodire i materiali pericolosi (taglienti, caustici,
etc.) in locali chiusi e accessibili solo per operatori
• Valutare gli effetti personali e gli oggetti a
disposizione dell’utente
• Chiedergli di deporre gli oggetti contundenti,
taglienti o pericolosi in suo possesso
• Interporre qualcosa tra noi e l’utente (poltrona,
scrivania, tavolo, etc.)
• Non sotto/sovrastimare pregressi agiti aggressivi
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Tecniche di de-escalation dell’aggressività
2° FASE: La crescita dell’aggressività (ESCALATION)
COMPORTAMENTI E AZIONI (4)
• Valutare l’opportunità di comunicargli le nostre
sensazioni di paura, minaccia, pericolo
• Evitare di sminuire, svalutare o ridicolizzare le
richieste e i bisogni dell’utente
• Utilizzare il cibo, il paradosso e l’umorismo come
deterrenti/depotenzianti l’aggressività
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2a FASE: Il fattore scatenante (trigger)
Tecniche di de-escalation dell’aggressività
COMPORTAMENTI E AZIONI (1)
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BREVIARIO DELLE COSE DA NON FARE...
• Affrontare le criticità da soli (Superman)
• Girare le spalle all’utente, chiudersi in un
angolo/senza vie di fuga, essere sprovvisti
di cell/cordless
• Toccare l’utente senza il suo permesso
• Guardare l’utente fisso negli occhi (sfida)
• Pressare/stressare l’utente/il contesto
(negoziazione continua)
• Evitare di agire (contro)aggressività
(verbale o gestuale), direttività
(Devi…Fai…) e oppositività (Signor/a No)
• Infastidire, minacciare, ricattare,
iperstimolare, giudicare o polemizzare
• Assumere atteggiamenti negativi o punitivi
• Assecondare idee bizzarre o aspettative
irreali
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l’albero
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GRAZIE!
e se volete contattare
gli Infermieri
dell’SPDC di Mantova:
[email protected]
3478388557
[email protected]
Tel 0376 201565 - 201566
FAX 0376 201691
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Tecniche di de-escalation dell’aggressività
Le 5 FASI dell’aggressione (Maier e Van Rybroek, 1995)
Fase del
fattore
scatenante
(TRIGGER)
Fase della
crescita
dell’aggress
ività
(ESCALA
TION)
Fase della
depression
e postcritica
(DOWN)
Fase della
crisi
(AROUSAL)
Fase del
recupero
Nuovi
fattori
scatenanti?
(TRIGGERS
LINEA BASALE PSICO-EMOTIVA
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