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Schemi di muro (Gianfranco Milano)

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Schemi di muro (Gianfranco Milano)
Schemi di MURO
Gli schemi di muro assumono una importanza notevole nella pallavolo odierna, dove il gioco è
sempre più rapido ed imprevedibile. Bisogna ricordare il principio fondamentale:
Non esiste uno schema di muro senza corrispettiva correlazione con il sistema difensivo.
In questo articolo verranno illustrati gli schemi a muro maggiormente utilizzati e saranno citati,
senza troppi approfondimenti, i rispettivi schemi difensivi. Anzitutto, è bene fare una premessa, così
come è stata fatta per gli schemi d’attacco: le informazioni sono codificate con simboli noti a tutta
la squadra, ma che possono però variare da team a team. Questo articolo, pertanto, si limita ad
illustrare solo alcune delle possibilità che si possono ritrovare nella pallavolo giocata. Infine, una
precisazione: gli scopi di questo articolo sono prevalentemente illustrativi, ossia si cercherà di
mostrare una panoramica di tutti gli schemi più utilizzati. La vera utilizzazione e la vera strategia di
gara, invece, non è discussa in maniera approfondita, anche se sono presenti alcune indicazioni ed
alcune tendenze.
Gli schemi di muro riguardano essenzialmente quattro aspetti:
•
•
•
•
Sistemi collettivi di muro
Schemi dei laterali
Schemi del centrale
Eccezioni e adattamenti
Schemi collettivi
Gli schemi collettivi riguardano le decisioni dell’allenatore in merito alle priorità a muro, al
numero di giocatori che dovranno effettuarlo, alla conseguente sistemazione della difesa e così via.
Si definiscono quindi:
•
•
Il sistema di attesa
Assistenze e opzioni sui primi tempi
Il sistema di attesa per la difesa è essenzialmente catalogabile in due gruppi, come spiegato
nell’articolo sui sistemi difensivi:
•
•
Difesa CMAV
Difesa CMAR
1
Schemi di MURO
Così come la difesa ha delle posizioni di partenza, anche il muro ha diverse tipologie di posizione
d’attesa, che si basano tutte su due principi:
•
•
Se il palleggiatore avversario è in prima linea, è possibile che voglia attaccare di prima
intenzione
E’ possibile decidere di murare il primo tempo con più di un giocatore
Si definiscono così 4 possibili combinazioni per le partenze a muro:
Partenza larga
Tutti i giocatori partono larghi, con l’intenzione di murare 1vs1
l’attaccante che hanno di fronte.
Partenza stretta a destra
Il palleggiatore (opposto) assiste sul primo tempo.
Partenza stretta a sinistra
Lo schiacciatore assiste sul primo tempo. Si può utilizzare con il
palleggiatore avversario in prima linea.
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Schemi di MURO
Partenza stretta
Tutti e due i laterali assistono sul primo tempo. Si usa spesso
quando il rischio di gioco chiuso (gioco al centro, Pipe, mezze
strette dagli esterni) è alto.
Va precisato che il concetto di assistenza non significa attribuire priorità maggiore, significa invece
leggere l’avversario e aiutare il muro. Si tratta quindi un muro plurimo in lettura. Va inoltre
precisato che la posizione di partenza non influenza la strategia di muro di gara, ma solo le
eventuali assistenze: questo significa che, ad esempio, anche partendo stretti, lo schiacciatore dovrà
arrivare a murare l’eventuale opposto in posto 4.
Dal punto di vista del muro, si possono adottare anche due strategie piuttosto aggressive:
Opzione 4
La partenza è stretta a sinistra. Lo schiacciatore salta ad opzione
sul centrale, se gioca primi tempi vicini all’alzatore. Il centrale
non assiste e ha priorità assoluta sulla banda avversaria.
Trova applicazione, ad esempio, quando l’opposto avversario non
è particolarmente incisivo dalla seconda linea: si può decidere,
quindi, di non murare l’opposto in seconda linea e sfruttare lo
schiacciatore per avere un muro composto sia sul centrale che
sullo schiacciatore.
Opzione 2
La partenza è stretta a destra. E’ uguale all’Opzione 4, ma questa
volta è il palleggiatore (l’opposto) a saltare ad opzione sul
centrale, nel caso di primi tempi avanti.
Ci sono alcune risposte che un allenatore deve darsi, nel caso utilizzi i metodi di Opzione 4 od
Opzione 2:
3
Schemi di MURO
•
•
•
Se la palla è data al giocatore “trascurato”, cerchiamo di murare almeno a 1 o decidiamo di
sistemare la difesa senza muro?
o In questo caso, come si sistema la difesa?
Il centrale non assiste in nessun caso sul primo tempo?
Come vengono gestiti i primi tempi lontani dal giocatore ad opzione?
o Opzione 4: Come è gestita l’eventuale tesa al centro?
o Opzione 2: Come è gestita l’eventuale palla dietro al centrale (o la fast)?
Chiaramente, ogni allenatore decide come crede, basandosi su una accurata analisi del livello del
campionato e, ove possibile, degli avversari. L’ultimo aspetto sulla strategia collettiva di muro è
quella legata al numero di giocatori che compongono il muro, zona per zona, attacco per attacco.
Riguardo all’attacco in primo tempo avanti, il discorso è già concluso con la spiegazione delle
assistenze. Su giochi così anticipati, del resto, non è possibile fare altrimenti. Vediamo anzitutto le
tre possibilità per il muro esterno:
Muro a 1
E’ il sistema di gioco di base per i primissimi anni delle giovanili.
A livelli un po’ più alti, si può scegliere di utilizzare questo
sistema per l’attacco da seconda linea dell’opposto (si può anche
scegliere di non murare proprio questo attacco).
Ad alto livello è un adattamento utilizzato quando il centrale non
riesce (o non gli è richiesto) ad arrivare al raddoppio.
Muro a 2
E’ il caso più frequente e più utilizzato. Il giocatore esterno
comanda la posizione di muro, il centrale va a chiudere.
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Schemi di MURO
Muro a 3
E’ utilizzato, ad alto livello, per le palle scontate, ovvero per
ricezioni molto negative, oppure dopo difesa, quando è ovvio a chi
sarà alzata la palla. La guida è del giocatore esterno. E’ necessario
sistemare la difesa in maniera accurata.
Anche al centro si possono avere dei sovraccarichi, utilizzati a basso livello per gli attacchi in
secondo tempo, ad alto livello per le combinazioni d’attacco e per la Pipe.
Muro a 1
E’ la soluzione più utilizzata a basso livello, anche contro il primo
tempo avversario (scegliere opzione o lettura). Gli altri due
giocatori difendono le palle corte.
Muro a 2
E’ utilizzato spesso durante le
assistenze o per bloccare alcune
combinazioni d’attacco.
A basso livello, quando si gioca
un secondo tempo al centro, si
può decidere di chiudere una
particolare direzione d’attacco,
sovraccaricando il muro in
questo modo.
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Schemi di MURO
Muro a 3
Partendo da posizione stretta, questa è una delle possibili soluzioni
per murare la Pipe.
Più il livello evolve, più i problemi aumentano, in relazione al fatto che aumentano le possibili
combinazioni d’attacco. In particolare, senza entrare troppo nei dettagli, l’allenatore di squadre
evolute deve stabilire come:
•
•
•
Murare i primi tempi lontani dall’alzatore (la tesa, la C, la fast)
Murare le combinazioni in secondo tempo (mezza davanti o dietro, palla corta per lo
schiacciatore)
Murare gli attacchi da seconda linea (zona 1, zona 6)
Il meccanismo delle assistenze serve anche a questo: infatti è possibile, ad esempio, richiedere che
l’opposto (palleggiatore) si occupi di murare eventuali primi tempi lontani avanti, così come lo
schiacciatore per i primi tempi lontani dietro. Il centrale può seguire a uomo il centrale avversario,
oppure decidere di dedicarsi solo ai giochi stretti. Tutto questo deve essere preventivamente deciso
dall’allenatore.
Per le seconde linee, le scelte sono le più svariate: si va dal non murare proprio la zona 1, al
murarla a 2 oppure a 3. Per la Pipe, spesso si sceglie di murarla almeno con 2 giocatori (solitamente
a 3), ma è una questione più di comodità (probabilmente i giocatori erano in assistenza sul primo
tempo e, inoltre, la Pipe normalmente è tirata molto lunga) che di reale necessità.
Chiamate dei laterali
Le chiamate dei laterali indicano la zona che si intende corprire con il muro. Come già detto, nel
muro esterno è appunto il giocatore laterale a comandare, mentre il centrale si occupa di chiudere e
rendere compatto il muro. Di seguito sono indicate le posizioni classiche di muro:
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Schemi di MURO
Muro sulla rincorsa
E’ la tattica di default, quella che si usa anche quando non si
usano schemi a muro. E’ importante che il giocatore esterno non
guardi la palla, ma la rincorsa dell’attaccante, e vada a murare
dritto al suo petto. In questo modo, il giocatore avrà sempre i
colpi in parallela ed in diagonale, ma non potrà tirare il colpo più
forte, ossia quello dritto.
Muro sulla parallela
In questo caso il giocatore
esterno chiude completamente
la parallela, andando a murare
a ridosso dell’asticella della
rete.
Lasciare solo la prima
parallela
A livelli più evoluti, alcuni
allenatori introducono un
secondo schema, che consiste
nel chiuedere la parallela,
lasciando però un piccolissimo
corridoio, largo quando un
pallone, tra la mano esterna e
l’asticella. In questo modo
l’attaccante potrà sì tirare la
parallela, ma solo quella che
in gergo si identifica con
prima parallela, ossia a
ridosso della linea laterale.
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Schemi di MURO
Muro sulla diagonale
Il giocatore esterno si sposta sulla diagonale, lasciando libere la
prima e la seconda parallela, ma chiudendo maggiormente i colpi
in diagonale.
Ad ogni azione in fase break, i due giocatori esterni indicano alla difesa, mediante un codice, le
direzioni che intendono coprire al proprio attaccante.
Attenzione: ogni giocatore indica la zona che coprirà all’attaccante della sua posizione definitiva,
non di quello che ha di fronte inizialmente. Ad esempio, supponendo di essere in P2, la chiamata
dell’opposto, che parte in zona 4, si riferisce comunque al muro che egli andrà a compiere in zona
2, sulla banda avversaria.
Il punto fondamentale è come fare a decidere dove murare. Generalmente, le indicazioni arrivano
dal briefing tecnico pre-gara, dall’allenatore e vengono modificate in base alle indicazioni
dell’allenatore durante la gara. Le codifiche sono differenti per ogni squadra. Ad esempio, questa è
una possibilità:
Uno
Muro sulla parallela
Due
Muro sulla diagonale
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Schemi di MURO
Mano aperta
Muro sulla rincorsa
Anche in questo caso, devono esserci delle risposte ad alcune domande:
•
•
•
Come si mura un giocatore di cui non sappiamo niente?
Usiamo la distinzione tra prima e seconda parallela?
Come si sistema la difesa in relazione alla chiamata avversaria?
Sulla difesa, un aspetto molto importante da gestire è quello del giocatore di zona 6 (libero o
schiacciatore, solitamente), che può modificare la propria posizione in base al tipo di chiamata del
muro. Una delle regole che si possono usare è: “se all’alzata corrisponde una chiamata Uno o
Mano, mi sposto dalla parte opposta all’alzata, se corrisponde un Due mi sposto dalla parte
dell’alzata“. Tutto si basa sul fatto che una chiamata di Uno corrisponde ad una diagonale più
ampia, ad un Due una parallela più ampia.
Muro sulla diagonale
Il difensore di zona 6 si sposta a raddoppiare la difesa della
parallela.
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Schemi di MURO
Muro sulla parallela (e anche sulla rincorsa?)
Il difensore di zona 6 si sposta a raddoppiare (triplicare) la
diagonale, tenendo il colpo forte lungo.
Riguardo agli altri due difensori, il tutto viene adattato in base alle scelte dell’allenatore:
•
•
•
Il giocatore sulla parallela…
o Con muro sulla diagonale tiene la parallela o il pallonetto?
o Con muro sulla parallela sta dietro al muro lungo o corto?
Il giocatore sulla diagonale…
o Con muro sulla diagonale dove si posiziona?
o E con muro sulla parallela?
Il terzo di rete…
o Tiene la diagonale stretta?
o Tiene il pallonetto?
Le risposte a queste domande forniranno con completezza il sistema muro-difesa su attacchi
standard. Ecco, a titolo di esempio, una possibile soluzione:
Difesa con muro sulla diagonale
La parallela è raddoppiata, il Libero copre i palloni a scavalcare
il muro.
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Schemi di MURO
Difesa con muro sulla parallela
Tre giocatori sulle diagonali, l’opposto (palleggiatore) tiene i
palloni che scavalcano il muro ed i pallonetti.
Chiamate dei centrali
Le chiamate dei centrali sono un altro aspetto molto importante. Esse riguardano essenzialmente
due aspetti:
•
•
Comportamento verso il centrale avversario
Comportamento verso i laterali
Il comportamento verso il centrale avversario è un aspetto cruciale, introdotto insieme al primo
tempo (o nostro, o dei nostri avversari). In pratica, si deve decidere se adottare una tattica più o
meno aggressiva nei confronti del gioco veloce degli avversari. Esistono, in sostanza, due
comportamenti, codificati da altrettanti simboli:
Muro in lettura (mano)
Il centrale decide di aspettare a saltare, cercando di capire le intenzioni
dell’avversario. Le priorità sono quindi sugli esterni. E’ importante capire che, in
questo caso, l’obiettivo non è il muro-punto, ma il toccare la palla per rendere
più agevole la rigiocata. La posizione di partenza, quindi, è quella di lettura (*).
Le assistenze previste devono essere rispettate. E’ la tattica maggiormente
adottata.
(*) Posizione di lettura: utilizzata per saltare, anche se non massimalmente,
molto rapidamente. Braccia già distese, gambe flesse (circa 120°), salto senza
contromovimento.
Muro ad opzione (pugno)
Tattica molto aggressiva, con cui il centrale decide di saltare “a sangue” sul
centrale avversario, sacrificando così il raddoppio esterno. Normalmente le
assistenze si tengono, in questo caso, larghe, per evitare di sbilanciare troppo il
sistema di muro. Viene adottata in situazioni particolari, quando, dall’analisi
dell’avversario, si può dedurre che il primo tempo sia una “molto probabile
minaccia”.
Nel caso di muro ad opzione, sarà da decidere quali direzioni togliere all’attaccante: di norma, si
sceglie di murare la rincorsa. Alcuni allenatori chiedono ai propri centrali di murare i centrali
avversari con le mani più aperte, per cercare di “sporcare” tutti i palloni laterali, anche a costo di
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Schemi di MURO
lasciare un piccolo passaggio al centro delle braccia. Altri, invece, preferiscono una situazione più
“composta”, così come è richiesto nel muro laterale.
Riguardo al comportamento verso i laterali, di norma, il
comportamento è quello di tentare sempre la chiusura compatta
del muro, cercando, per quanto possibile, di arrivare in posizione
con i piedi e, quindi, di non “buttare” le mani vicino a quelle del
compagno.
In alcuni casi, tuttavia, può essere richiesto di lasciare un piccolo
corridoio tra i due giocatori a muro.
Generalmente questa è considerata una tattica troppo rischiosa (il
rischio di mani-out è particolarmente alto), quindi non trova
grande applicazione nel medio-basso livello.
Va precisato, comunque, che questa situazione fa parte di quelle
eccezioni che si possono verificare durante la gara: il centrale
non fa in tempo a chiudere il muro. La risposta importante sarà
da parte della difesa, che dovrà cercare di “rimediare” all’errore,
coprendo la zona lasciata scoperta dal muro. Questo caso, che
rientra nelle eccezioni difensive, non sarà trattato in questo
articolo.
Eccezioni e Adattamenti
Il concetto di eccezione, in informatica, indica il verificarsi di un avvenimento che alteri il normale
flusso di esecuzione. Dal punto di vista sportivo, possiamo classificare l’eccezione come l’avvenire
di un evento che richieda un particolare adattamento della strategia di gara preposta. In altre
parole, si tratta di tutti quei casi in cui non è più conveniente (o, addirittura, svantaggioso) utilizzare
la tattica preposta, ma è più saggio effettuare un adattamento, ossia una modifica alla propria
posizione ed al proprio comportamento. Mentre in informatica l’eccezione è per lo più qualcosa che
vorremmo non accadesse mai, nel caso dello sport l’eccezione può anche essere di tipo positivo,
come risulterà chiaro a breve.
Nel caso del sistema di muro, alcune eccezioni possono essere:
•
•
•
•
•
•
•
Alzata di palla lunga
Alzata di palla corta
Palla difficoltosa (molto staccata, troppo bassa)
Ricezione molto staccata da rete
Ricezione molto attaccata a rete
o Palleggiatore in prima linea
o Palleggiatore in seconda linea
Ricezione nel nostro campo
Free ball concessa
Quelle elencate sono solo alcune delle eccezioni che si possono verificare, ma coprono con buona
approssimazione tutto lo spettro di quelle più frequenti.
Le regole principali che andrebbero osservate sono:
1. Ad ogni eccezione corrisponde un adattamento
2. Non si improvvisa niente
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Schemi di MURO
3. Se un avvenimento non è stato preventivamente classificato come eccezione, il
comportamento deve rispettare lo schema
Ogni allenatore deciderà quali sono per lui situazioni d’eccezione e quali invce no: le situazioni
non codificate come eccezioni dovranno essere gestite seguendo la strategia e la tattica
predisposta, senza alcun adattamento.
Il diagramma a fianco
schematizza la teoria sopra illustrata. Un’azione, di norma, ha un inizio ed una fine e si svolge
mediante un flusso regolare di situazioni tecniche e tattiche preventivamente adottate.
Il flusso può essere alterato dall’avvenimento di un’eccezione di qualsiasi tipo, ossia una situazione
non classificabile come “regolare”. Una volta “percepito” e comunicato a tutti l’allarme di
eccezione, si deve provvedere alla classificazione dell’eccezione e all’individuazione (ed
attuazione) di un adattamento. In questo modo si potrà tentare di tornare verso il flusso regolare.
L’aspetto comunicativo è molto importante: l’adattamento, infatti, normalmente non riguarda un
singolo giocatore, ma tutta la squadra.
Il problema principale è questo: siamo in grado di associare a tutte le eccezioni possibili un
conveniente adattamento? Chiaramente la risposta è no, poiché non siamo in grado di prevedere
tutte le possibili situazioni che accadranno. Proprio per questo motivo il nostro compito è quello di
catalogare le eccezioni e definire adattamenti comuni.
Un altro aspetto cruciale, relativo agli sport di squadra, è la soggettività dell’allarme: non è affatto
detto che tutti e 6 i giocatori in campo percepiscano una situazione come eccezione. Inoltre, è
possibile che le diverse posizioni spaziali rendano più difficoltosa l’individuazione dell’eccezione
da parte di alcuni giocatori, piuttosto che degli altri. E’ quindi importante che ci sia un elemento
designato come rilevatore e comunicatore dell’eccezione. Quando questi provvede a lanciare
l’allarme, gli altri obbediranno senza perdere ulteriormente tempo. La scelta del rilevatore è
dell’allenatore, che deve però prendere in considerazione alcuni aspetti:
•
Il rilevatore deve essere sempre in condizione di visualizzare correttamente l’avvenimento
dell’eccezione
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Schemi di MURO
•
E’ consigliabile affidare il rilevamento dell’eccezione ad uno dei giocatori maggiormente
interessati al successivo adattamento (così, mentre comunica, già effettua il proprio
adattamento)
Per ogni eccezione (o gruppo di eccezioni) è quindi fondamentale stabilire questi aspetti:
•
•
Chi è il giudice unico in grado di far scattare l’allarme
Come viene adattato il comportamento
Si tende, a volte, a definire eccezione un qualsiasi evento non previsto: mi sento tuttavia di
dissentire da questa espressione. In realtà noi dobbiamo fare il massimo affinché siano previste
quasi tutte le eccezioni. L’aggettivo “non previsto”, infatti, presuppone un adattamento casuale e
disordinato, che non è certo quello che ricerchiamo noi nel sistema muro - difesa.
Eccezione: alzata lunga
L’alzata lunga costituisce una eccezione di notevole
interesse: in questo caso, infatti, i colpi dell’attaccante si limitano notevolmente, dovendo
comunque la palla passare entro lo spazio aereo limitato dalle asticelle (e dal loro immaginario
prolungamento). Anzitutto, i colpi in parallela spariscono e, più la palla è lunga, più sono le
direzioni perse.
L’adattamento più utilizzato a muro è quello di andare a chiudere l’asticella (come se si murasse la
parallela). In questo modo, infatti, lo spazio di passaggio dell’attaccante diminuisce notevolmente,
rendendo quasi impossibile tirare colpi forti in campo. In questo caso, la difesa risponde con una
maggiore attenzione ai palloni che scavalcano il muro e a quelli che lo toccano e passano.
Un esempio di correlazione con la difesa: nel caso di palla lunga, il giocatore sulla parallela non
rimane nella propria posizione, poiché, come detto, è fisicamente impossibile tirare in parallela. La
soluzione migliore è, quindi, che lo stesso si porti avanti e dentro il campo, difendendo gli eventuali
pallonetti a scavalcare il nostro muro.
Un altro possibile adattamento è quello che prevede di spostare il giocatore esterno a muro verso la
direzione dritta al colpo. In altre parole, si chiudono solo direzioni effettivamente tirabili. Questa
strategia copre una maggiore quantità di spazio, ma ha due grossi inconvenienti:
•
E’ difficile da applicare correttamente
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Schemi di MURO
•
Ci espone a seri rischi di mani - out
Riguardo al rilevatore dell’eccezione, si può affidare il compito al giocatore esterno a muro: questi
sarà infatti quello a compiere l’adattamento principale (chiusura del muro). Per il centrale il
cambiamento è minimo, infatti egli dovrà limitarsi a chiudere e comporre il muro, così come è
solitamente chiamato a fare.
Eccezione: ricezione attaccata con palleggiatore in prima linea
Se la ricezione è molto attaccata ed il palleggiatore è in prima linea, potrebbe essere una buona
soluzione quella di saltare “a sangue” su di lui, magari utilizzando lo schiacciatore a muro in zona
4. In questo modo il centrale può assistere sul primo tempo e può anche arrivare per un eventuale
raddoppio verso Zona 2. La pecca del sistema è che l’opposto in seconda linea rimarrà quasi
sicuramente senza muro.
Eccezione: ricezione attaccata con palleggiatore in seconda linea
Il palleggiatore non costituisce una minaccia, ma è possibile che, se la palla è veramente molto
attaccata, preferisca servire giocate strette. In generale, si tende a non considerare questa situazione
come eccezione. L’unico comportamento extra da adottare è una maggiore attenzione del centrale
verso il palleggiatore avverso, che, trovandosi in palese difficoltà, risulterà maggiormente
prevedibile.
Eccezione: no block
L’eccezione “via da rete” si scatena quando l’attacco avversario
avviene su palloni tanto da difficili, da rendere indubbiamente più facile la difesa che il muro (che
rischia sempre di essere soggetto a mani-out). E’ il caso di alzate sui 3 metri e di tutti quei palloni
che, pur non essendo tanto facili da passare all’eccezione Free Ball (*), ci possono comunque
consentire una rigiocata agevole. In altre parole, tutti i palloni alti sparsi per il campo, che
l’avversario decide comunque di attaccare in salto (magari anche senza tirare al massimo) e non di
appoggiare facile nel nostro campo.
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Schemi di MURO
Le traiettorie sono teoricamente tutte possibili, ma quelle più potenti sono chiaramente quelle
lunghe vicino alla linea di fondo campo. I palloni corti, invece, saranno sempre molto lenti.
Il comando può essere lanciato dall’esterno a muro, dal centrale, dal Libero o dal difensore di zona
6. La scelta deve essere ben definita, in modo che sia sempre e solo uno il giocatore di riferimento.
Solo in questo modo, infatti, possiamo garantire un sistema compatto ed ordinato ed evitare che una
situazione sfavorevole per l’avversario si tramuti in sfavorevole per noi.
Quando è lanciata l’eccezione di no block, nessun giocatore deve fare muro (non deve succedere
che muri solo il centrale, o solo il laterale). La difesa si dispone con tre giocatori allineati, come
accade per la ricezione di un servizio in salto. Il palleggiatore, se è in seconda linea, non entra, ma
difende. I giocatori di prima linea assistono sulle palle corte. Quindi si può affermare che, in
generale, l’attacco no block è gestito alla stregua di un servizio al salto.
L’immagine mostrata è solo un esempio di una possibile disposizione dei giocatori in caso di No
Block con attacco da zona 4/5. I giocatori a muro scendono, i difensori si dispongono a semicerchio
rivolti all’attaccante, con il giocatore più lontano (Libero) che fa un passo in avanti. Le zone di
conflitto sono gestite allo stesso modo della ricezione, in base alle proprie scelte.
Eccezione: Free Ball concessa
La Free Ball è un’eccezione che si scatena quando per
l’avversario è impossibile attaccare ed è quindi costretto a servirci una palla facile (piazzata da
terra, bagher, palleggio), tale da rendere del tutto superflui sia il muro che il sistema difensivo.
L’adattamento più comune è quello che prevede, anzitutto, di far entrare il palleggiatore nella
propria zona, escludendolo completamente dalla fase di appoggio.
La zona di appoggio è normalmente gestita con due soli giocatori, ma nulla vieta di utilizzarne
anche 3 o 4. Con questa scelta tuttavia, si fa in modo che i 3 giocatori di prima linea si preparino già
ad attaccare. In sistemi di gioco più evoluti, si può affidare ancora più campo al Libero, facendo in
modo che anche lo schiacciatore di seconda linea si prepari ad attaccare la Pipe. Chiaramente, in
caso di palle corte, non è escluso che i giocatori di prima linea facciano assistenza. Le priorità sono
stabilite dall’allenatore (solitamente si dà precedenza al Libero, sempre per favorire l’attacco dello
schiacciatore).
Il rilevatore dell’eccezione può essere chiunque, tra le scelte da prendere in considerazione c’è il
palleggiatore, che è il maggiore interessato all’adattamento: sarà lui, infatti, ad abbandonare la
16
Schemi di MURO
zona difensiva per entrare al palleggio. Se la sua entrata avviene in ritardo, infatti, si rischia di non
riuscire più a giocare un appoggio che arrivi perfetto vicino alla rete. Invece, se è proprio l’alzatore
a comunicare l’eccezione, è molto probabile che sarà anche il più rapido a svolgere l’adattamento.
Eccezione: palla corta
Bisogna anzitutto capire se la palla corta sia un’eccezione, oppure un vero e proprio schema
offensivo avverso, cui deve corrispondere una sistematica risposta difensiva. Se si giudica la palla
corta, ad ogni modo, solitamente l’esterno a muro si sposta lungo la rete, a coprire la direzione
d’attacco chiamata precedentemente. Se l’alzata non è molto corta, non è nemmeno necessario
lanciare l’allarme, poiché il giocatore esterno a muro deve comunque stabilire la propria posizione
lungo la rete in relazione alla rincorsa dell’avversario.
Nel caso in cui si voglia gestire un’eccezione di palla corta, comunuqe, è bene stabilire delle regole.
Ad esempio, si potrebbe decidere che con palla corta si mura sempre la rincorsa, sistemando
opportunamente la difesa.
Eccezione: ricezione nel proprio campo
La situazione di ricezione nel proprio campo necessita di due casi:
•
•
Ricezione vicina a rete
Ricezione di molto nel nostro campo
Il secondo caso è molto banale, poiché si tratta di gestire un appoggio, possibilmente con le
indicazioni già date per la Free Ball concessa.
Il primo caso invece richiede la gestione di una palla da parte di un giocatore a muro. Le possibilità
sono svariate:
•
•
•
Lasciare la valutazione della palla e il colpo al giocatore a muro
Obbligare all’attacco
Obbligare all’appoggio
Solitamente si sceglie di lasciare libertà al giocatore a muro, tenendo però presente che, nel caso in
cui decida di appoggiare la palla nel proprio campo, dovrà comunicarlo ad alta voce al
palleggiatore, in modo che questo si posizioni nella zona di alzata.
Nel caso si scelga di attaccare la palla (sperando di avere sufficienti capacità tecniche), il giocatore
designato all’attacco è quello più vicino alla palla e, in caso di zona di conflitto, si può optare per:
•
•
•
•
Attacca sempre il centrale
Attacca sempre il laterale
Attacca il giocatore più bravo in questo colpo (bisogna in questo caso stabilire una
graduatoria)
Ogni volta un giocatore chiama la palla
Eccezione: incroci
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Schemi di MURO
Per incrocio si intende una combinazione d’attacco in cui le traiettorie di
rincorsa di due o più giocatori si intrecciano. Sono di solito combinati un gioco in primo tempo, atto
a distrarre il centrale, ed un gioco in secondo tempo, che ha lo scopo di far trovare l’attaccante
senza muro. Nella figura è mostrato un incrocio tra opposto e centrale: il primo si porta ad attaccare
un secondo tempo davanti all’alzatore, mentre il secondo giocherà una veloce subito dietro.
Una volta individuati (questione di certo non così immediata) è possibile gestirli con “scambio
dell’uomo“. Se, ad esempio, opposto e centrale incrociano, è possibile lasciare i muratori al proprio
posto e, semplicemente, cambiare l’uomo da murare: il nostro centrale si occuperà dell’eventuale
secondo tempo dell’opposto davanti al palleggiatore, mentre il nostro schiacciatore si occuperà
(lettura? opzione?) dell’eventuale primo tempo dietro all’alzatore, giocato dal centrale.
Come si può intuire, il discorso diventa esponenzialmente complicato, poiché è necessario stabilire
una serie di comportamenti standardizzati da adottare, oppure scegliere di restare sempre in lettura
per cercare di capire il comportamento dell’avversario, rischiando però di decidere il da farsi troppo
tardi. Ogni squadra sceglierà le proprie priorità.
Conclusioni
Gli schemi di muro sono una parte particolarmente affascinante (ed ostica) del nostro sport.
Tuttavia, al crescere del livello, non è più pensabile di trascurarli. Tutti i giocatori hanno preferenze
di colpi, pertanto è necessario provvedere a creare un muro quanto più possibile favorevole. Tutti i
palleggiatori hanno giocate preferite in particolari rotazioni, quindi è bene tenere a mente anche
questo aspetto. La correlazione muro-difesa è tanto importante, che molti allenatori sostengono che
sia la vera chiave per arrivare al successo. L’articolo non ha avuto scopi pratici, ma solo illustrativi,
come già detto. L’esperienza porterà ogni allenatore ad adottare schemi ed eccezioni adatte al
proprio Campionato.
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