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LA TERAPIA DI GRUPPO

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LA TERAPIA DI GRUPPO
LA TERAPIA DI GRUPPO
SIGNIFICATO DI GRUPPO
La terapia di gruppo è “ esperienza ed
evoluzione personale e affettiva condivisa”
Il gruppo è uno spazio sociale che favorisce lo
sviluppo delle relazioni fra gli individui che
ne fanno parte e facilita la nascita di legami
identificativi ed “individuativi”, la
creazione di una cultura e di un’affettività
comuni
LEWIN 1951
“ Il gruppo è un fenomeno complesso una totalità
dinamica, ha una struttura propria, fini
peculiari e relazioni particolari con gli altri.
Quello che ne costituisce l’essenza non è la
somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile
fra i suoi membri, bensì la loro
interdipendenza.”
QUI ED ORA
II gruppo fornisce un ambiente unico per
sperimentare relazioni reali nel qui ed ora
della seduta. La complessità delle proprie
reazioni emotive nell’interazione con
persone diverse e non solo con la figura del
terapeuta ( Foukles 1975)
JOSEPH PRATT
Secondo Pratt gli elementi specifici del
gruppo sono:
• Condividere lo stesso problema
• Incoraggiamento e sostegno degli altri
• Importanza che viene riservata ai progressi
nella terapia, che permette ai partecipanti di
valutare autonomamente il proprio stato di
salute
ALLEANZA TERAPEUTICA
E’ il legame affettivo tra terapeuta e paziente e
l’accordo sui compiti e gli obbiettivi della
terapia. Essa avviene sia tra terapeuta e i
diversi membri del gruppo sia tra i membri
stessi del gruppo e il gruppo nel suo
complesso.
A COSA CONDUCE IL GRUPPO?
•
•
•
•
•
Sviluppo di tecnche di socializzazione
Comportamento imitativo
Apprendimento interpersonale
Coesione del gruppo
catarsi
FATTORI SPECIFICI
•
•
•
•
Risonanza
Rispecchiamento (mirroring)
Identificazione
comunicazione
RISONANZA
Esperienza di compartecipazione emotiva
nella condivisione con l’altro di emozioni
simili e creazione di nuovi pensieri su di sé
e sul gruppo.
La condivisione diventa scambio di emozioni
anche negative che favorisce un
allontanamento mentale dalle sensazioni
dolorose.
RISPECCHIAMENTO
Vedere riflessi nell’altro i propri
comportamenti, gesti, parole,
atteggiamenti.Gli altri come specchi
riflettenti consentono una visualizzazione
immediata di emozioni, parti i se stesso o
modelli relazionali più o meno consapevoli
o accettati.
IDENTIFICAZIONE
Si tratta di esperienze prevalentemente inconsce che
accadono fra tutti i partecipanti al gruppo.
Qualcosa degli altri evoca elementi propri interni e
ciò consente di guardarli. Ne conseguono alcuni
fenomeni tipici gruppali quali ricordare
improvvisamente un sogno o un antico ricordo
mentre l’altro parla o fare un importante lavoro su
di sé tramite gli altri pur intervenendo raramente.
COMUNICAZIONE
“ Il gruppo terapeutico stabilisce un’area comune di
cui tutti i suoi membri possono essere partecipi e
nella quale possono imparare a capirsi. All’interno
di questo processo, i membri cominciano a
comprendere il linguaggio dei sintomi, dei simboli
e dei sogni (…) è necessario che imparino
attraverso l’esperienza, in modo che tutto ciò
acquisti significato e divenga efficace in senso
terapeutico” ( Pines, 1983)
IN UN GRUPPO TERAPETICO E’
IMPORTANTE CHE IL
CONDUTTORE E I PARTECIPANTI SI
VEDANO, SI PERCEPISCANO E SI
ASCOLTINO L’UNO L’ALTRO
CONTATTO UMANO
Atmosfera accogliente ed empatica
indispensabile affinchè le persone
sentendosi a proprio agio trovino il
coraggio di svelare la loro realtà
mostrandosi così come sono.
CONDIVISIONE
È un contributo importante attraverso cui i
partecipanti entrano in relazione fra loro
condividendo emozioni, sensazioni,
immagini suscitate dal contatto reciproco.
STACCARSI DAL MODELLO
INTERPRETATIVO
I partecipanti possono rivolgere commenti
sugli altri partecipanti solo in relazione al
proprio vissuto sul lavoro degli altri: mi
sono sentito in difficoltà quando……oppure
mi sono sentito a mio agio quando…..
REGOLE DEL GRUPPO
Per avere un gruppo che funzioni sono
fondamentali alcune regole riguardanti la
libertà e i limiti di ciascuno, i sistemi
comunicativi e la forma linguistica (
linguaggio semplice e diretto). Queste
norme che in genere le persone apprendono
dal vivo della propria esperienza sono
condizione indispensabile per l’instaurarsi
Di relazioni significative non invasive e
facilitare l’espressione personale nel
rispetto della disponibilità e responsabilità
individuale.
1.
2.
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5.
6.
Si parla di se stessi e delle proprie emozioni in prima
persona e al tempo presente, non in forma impersonale e
generalizzata
Si parla con le persone e non delle persone
Non si giudica, non si critica, non si interpreta
Si affronta un problema alla volta esponendo prima il
contesto poi passando dal generale al particolare
Ognuno è responsabile di se stesso
Non si fanno domande ai partecipanti: si accoglie ciò che
l’altro esprime
Sono regole apparentemente semplici che
sottendono difficoltà di applicazione
notevole, implicano infatti l’uso di
interventi diretti: per sviluppare la
propensione all’ascolto e creare
quell’atmosfera in cui ognuno può
esprimersi sapendo che non verrà giudicato.
Le persone che hanno il coraggio di
trasmettere il proprio sentire e manifestare
incoerenza e illogicità, rischiando il ridicolo
hanno successo in un gruppo e anche nel
mondo in quanto incongruenze
contraddizioni sono la culla della creatività,
della saggezza, della genialità.
REGOLE DELLA CONDUZIONE
1. Focalizzare l’attenzione non sul gruppo
ma sulle singole persone, guardandole,
accorgendosi del loro sguardo delle loro
caratteristiche della loro personalità
2. Abbandonare l’idea di onnipotenza come
il voler concludere con successo ogni
intervento per risultare gradito o
affascinante
3. Non avere aspettative di soddisfazione personale,
accontentarsi del piacere dell’esplorazione e
dell’intensità del contatto
4. Essere capace all’occorrenza di stare sullo sfondo
per offrire ai partecipanti l’opportunità di
divenire a loro volta protagonisti
5. Sapere aspettare ed accettare il silenzio
6. Fungere da garante delle regole del gruppo che
vengono esplicitate all’inizio dell’attività
IL CONTATTO
Gli esseri umani vivono in un equilibrio instabile, su
un elastico i cui poli estremi sono il bisogno di
relazionarsi intimo e il desiderio di autonomia, la
spinta all’unione e l’impulso all’indipendenza.
Quando il desiderio di fusione è troppo forte la
persona è portata ad invadere, soffocare,
pretendere situazioni impossibili pur di mantenere
viva la relazione.
Quando al contrario la persona avverte nel legame
un pericolo alla propria integrità prevale l’urgenza di
chiudersi, allontanarsi, isolarsi, proteggersi.
Trovare un equilibrio in questo altalenare di
sentimenti vuol dire impegnarsi a riconoscere e
rispettare i propri limiti e confini e quelli dell’altro
per raggiungere una giusta distanza in cui il
contatto è percepito da entrambi come ricco e non
depauperante.
Il luogo dove una persona incontra l’altra, intesa
come diversa da sé, è uno spazio affascinante,
seducente, sconosciuto, in cui avvengono
trasformazioni alchemiche, in cui le specificità di
ognuno si incontrano e si sintonizzano in un
equilibrio creativo fonte di sorprendenti
opportunità, vitalità , coraggio, voglia di vivere e
amare.
Quando incontro l’altro senza controllarmi da
fuori, mi connetto con lui, mi commuovo e il
sentimento vibrante trasforma entrambi, se
invece mi distacco dall’esperienza per valutarla o
compiacermene essa perde di significato e mi
lascia un senso di vuoto e rimpianto.
RELAZIONE TERAPEUTICA
Per una relazione efficace le qualità
indispensabili sono:
• Autenticità
• Empatia
• Neutralità
AUTENTICITA’
Il terapeuta è presente come persona con le
proprie qualità umane oltre quelle
professionali. Ciò non vuol dire mancanza
delle regole del setting o interscambiabilità
dei ruoli.
EMPATIA
Sentire il problema dell’altro mettendosi nei
suoi panni senza divenire l’altro. Due
universi umani si incontrano, si
percepiscono, si esprimono entrambi in
contatto con le proprie emozioni coinvolti
nel processo di cambiamento.
NEUTRALITA’
Il terapeuta deve essere convinto che chiedere aiuto
non significa aver bisogno di consigli e soluzioni
ex cathedra, ma contare su qualcuno che sappia
offrire supporto e stimolo affinchè la persona
stessa, già in possesso delle sue risposte di
benessere anche se dimenticate, ritrovi il proprio
saper fare e la propria autonomia e con essa la
capacità di agire in modo non ripetitivo ma
creativo ed efficace.
STRUMENTI PER IL TERAPEUTA
OSSERVAZIONE
essere osservatori significa percepire ciò che
avviene durante l’incontro, cosa il paziente
dice emotivamente al di là delle parole
spesso non chiare e che ostacolano anziché
agevolare la comprensione
ATTENZIONE
Essere attenti e concentrati sull’altro, accettare
che l’ascolto non è un’esperienza spontanea
e immediata. E’ necessario continuare ad
esistere come persone con sensazione,
emozioni e reazioni proprie e nello stesso
tempo dimenticare se stessi per immergersi
nell’emisfero esistenziale dell’altro .
LE RISPOSTE
Dare risposte adeguate è fondamentale
per non bloccare il contatto e favorire la
fluidità della comunicazione e
dell’introspezione.
IL SILENZIO
Rispettare il silenzio come momento
prezioso di elaborazione, nascita dell’atto
spontaneo come catalizzatore della
creatività
LEGGI DELL’ASCOLTO
NO
Non interpretare
Non minimizzare
Non sostenere o consolare
Non mettere in dubbio né giudicare
Non consigliare
Non proporre soluzioni
SI
Dare accoglienza
Ascoltare empaticamente
Mettersi nei panni dell’altro rimanendo se
stessi
Guardare il mondo dal suo angolo di visuale
RISPOSTE CHE BLOCCANO LA
COMUNICAZIONE
•
•
•
•
Interpretazione sostegno consolatorio
Atteggiamento indagatore e saccente
Giudizio positivo o negativo
Consiglio
SCHEMA DI SVOLGIMENTO
•
•
•
•
•
Accoglienza delle persone
Spiegazione del lavoro
Consegne dell’attività
Inizio attività
Avviso della conclusione a 10 min. dalla
fine
• Condivisione dell’esperienza
CRETA
Si spiega ai pazienti il lavoro illustrando il materiale
e richiedendo di comporre un oggetto che li
rappresenta, frutto di un ricordo o di un simbolo in
cui ci si rispecchia.
La consegna viene proposta come segue:
Prendete della creta e cominciate a lavorare con le
mani e con le dita per ammorbidirla, quando vi
sentite pronti iniziate a darle una forma. Notate i
movimenti delle mani, ma lasciate che esse si
muovano istintivamente senza nessun intento
specifico per plasmare e modellare seguendo
la spinta interna.
Condivisione con il gruppo
DANZA
Cenni di storia
I significati assunti dalla danza nelle diverse
epoche storiche corrispondono alle tappe
dello sviluppo e dell’arte. La danza è
sacralità gli antichi danzavano il sole,la
luna, il fulmine, considerati divinità della
natura……….
Nei secoli successivi le religioni hanno
costretto Dio lontano dall’uomo e questo
capovolgimento ha portato a trasformazioni
nell’arte. Sono scomparsi i riti sacri e
apparse le ballerine dai corpi flessuosi e
asessuati che senza aggancio alla realtà si
muovevano sulle punte con gesti innaturali.
La ripresa della sacralità della danza si fa
risalire agli albori del 900 con Isabella
Duncan che smise di compiacere la cultura
religiosa del tempo e introdusse la danza a
piedi nudi per recuperare la pienezza del
contatto con la terra e con la vita come pura
espressione della personalità.
La Duncan ha il merito di aver riportato la
danza ad essere linguaggio dei sentimenti
ed è perciò famosa ed onorata come
fondatrice della danza terapeutica
La danza è un’esperienza di autoaffermazione
ed espansione nello spazio della propria
interiorità: emozioni, desideri, conflitti
prendono forma assumendo attraverso il
corpo forza ed originalità. Le potenzialità
interne sembrano divenire concrete e
realizzabili.
Il potere terapeutico non risiede, come molti
credono, nel gesto liberatorio, ma
nell’espressione di un movimento che
connette la persona a se stessa.
Durante le sedute i pazienti vengono invitati a
guidare a turno il gruppo proponendo dei
movimenti liberi e lasciandosi trasportare
soltanto dal ritmo musicale; attraverso
questa esperienza di risonanza,
rispecchiamento, identificazione,
comunicazione il paziente riconosce i propri
limiti e quelli del resto del gruppo, oltre che
verificare il rispetto delle regole.
MUSICA
Le attività di musica sono orientate al
raggiungimento di uno stato di benessere
generale che coinvolge corpo e psiche;
attraverso la musica è possibile far emergere
capacità potenziali come: cantare,suonare,
tenere il ritmo, ecc., attività che consentono
la libera espressività.
PITTURA
Con l’arte diamo spazio, forma e colore a stati
d’animo, che dal magma del nostro interno
si liberano e trovano i mezzi per uscire
fuori. Il processo creativo è un’incredibile
magia fa sentire vivi e presenti, scoprire
nuove prospettive esistenziali, liberare
intuizioni e forze sconosciute.
Ad ogni paziente viene assegnato un cartone
10-15 cm più alto di loro, da sfruttare per
intero o in parte a seconda delle preferenze,
su cui dipingere con tempere e pennelli
oggetti, paesaggi o persone per lui
significative. Durante l’attività è
fondamentale il rispetto di alcune regole
quali il mantenimento del silenzio e i tempi
ben precisi entro cui terminare il lavoro.
Al termine della seduta viene sempre
effettuato un momento di condivisione
durante il quale ogni membro del gruppo
espone il proprio prodotto, spiegandone il
significato e le difficoltà incontrate. La fase
di condivisione è essenziale per far
assumere al pz. La responsabilità del
proprio lavoro, potendosi confrontare con il
vissuto degli altri componenti del gruppo.
CUCINA
In questo caso si cucina insieme dividendo i
compiti con l’obiettivo di organizzare un
pranzo.
GIOCO QUIZ
Una serie di nomi riferiti all’abbigliamento o
alla cucina vengono assegnati a turno ai vari
pazienti, i quali devono disegnare l’oggetto
pescato così da farlo indovinare ai
componenti del gruppo. Tramite questa
attività è possibile individuare le difficoltà
di orientamento del pz, la sua capacità di
rispettare le regole, di controllare
l’impulsività.
Questa attività può essere organizzata anche
utilizzando le ricette; i pz devono indovinare la
ricetta sulla base degli ingredienti elencati. In
questo caso la difficoltà che emerge più
frequentemente è relativa alla capacità dei pz. di
individuare gli ingredienti principali, l’incapacità
di cogliere gli indizi nel loro complesso, la
mancanza di attinenza tra ingredienti descritti e
nome della ricetta.
CONCLUSIONI
Lavorare in gruppo fare un’esperienza
insieme.
Ognuno di noi ne trae conclusioni personali.
A questo punto cosa è per voi ?
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