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IL GRUPPO SOCIALE

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IL GRUPPO SOCIALE
LA GESTIONE DEI GRUPPI

COME GESTIRE I GRUPPI PER
RENDERE PIU’ PRODUTTIVO IL
LAVORO DI GRUPPO?
POSSIBILI ATTIVITA’ CON I GRUPPI
Conduzione, facilitazione, coordinamento, animazione,
gestione, sostegno, intervista,ecc.
TIPI DI GRUPPI
Gruppi di lavoro, gruppi di formazione, gruppi di autoaiuto, gruppi di discussione, gruppi di cittadini, tavoli
di lavoro, commissioni, ….
POSSIBILI COMPITI
Discussione, progettazione, decisione, problem solving,
ricerca, educazione alla salute, mediazione di
conflitti, formazione….
CONTESTI
Servizi, scuola, ospedale, azienda, associazioni,
strada,….
Perché è importante il lavoro
con i gruppi?
-risorsa e strumento per il cambiamento
individuale e collettivo
-fonte reciproca di sostegno
-strumento per acquisire potere
-strumento per la costruzione di relazioni
Ma… possibili rischi…
Conflitto, scontro, incomprensione,
divisione…
Dimensioni centrali del lavoro
coi gruppi
Dimensione interna = organizzazione,
procedure, relazioni fra i membri,
soddisfazione
 Dimensione esterna = riguarda il compito,
l’azione, l’obiettivo da raggiungere
PER UN FUNZIONAMENTO EFFICACE DEL
GRUPPO OCCORRE EQUILIBRIO
NELL’INVESTIMENTO SULLE DUE DIMENSIONI
L’investimento sulle due dimensioni varia a
seconda della fase di sviluppo del gruppo

Nel lavoro con i gruppi,
occorre distinguere….
a)ambito dei contenuti e del compito (cosa
deve fare il gruppo e le risorse che
occorrono)
b)ambito dei processi sociali (include i
processi psicosociali che si verificano nei
gruppi)
c)ambito dei metodi (i metodi per il lavoro
con i gruppi, la sua organizzazione, i ruoli e le
norme di funzionamento)
Attività prevalenti nei gruppi di lavoro

Incontri di discussione

Riunioni di lavoro
LA RIUNIONE
TIPI DI RIUNIONI




INFORMATIVA
CONSULTIVA
ELABORATIVA
DECISORIA
-ruolo del conduttore
-ruolo dei partecipanti
Problemi delle riunioni

Problemi nella gestione della
comunicazione
Es. Basso livello di ascolto, comunicazioni poco chiare, troppe informazioni
da gestire

Problemi legati al modo di lavorare
Es. Confusione fra contenuti e metodo, attacchi personali, scorrettezze nel
processo decisionale
Problemi delle riunioni

Problemi legati al potere e alla gestione
dell’autorità
Es. poca chiarezza nei confini del potere del gruppo, lotte di potere,
ambiguità sui confini di potere dell’autorità, ruoli diversi giocati
contemporaneamente

Problemi legati ad aspetti logistici ed
organizzativi
Es. Orari di inizio e conclusione, presenza di elementi di disturbo,
strutture non adeguate
UN METODO PER CONDURRE
LE RIUNIONI



“metodo interaction”
Approccio olistico alla riunione
Presupposti:
-gestione della riunione con modalità di lavoro collaborativa
-attenzione e valorizzazione delle potenzialità creative di ciascuna
persona e del gruppo complessivo
-uso di strumenti per favorire clima flessibile e informale, non
minaccioso, che valorizzi le differenze nelle opinioni individuali,
contenendo l’eventuale conflitto (mantenendolo sul piano dei
contenuti)
UN METODO PER CONDURRE
LE RIUNIONI
Ruoli coinvolti:
-facilitatore
-memorizzatore
-capo (nei gruppi verticali) o
presidente/
coordinatore/chairperson (nei
gruppi orizzontali)
-membro del gruppo

Il facilitatore



E’ ‘servitore del gruppo’: si occupa della
gestione delle modalità di lavoro funzionali al
raggiungimento degli obiettivi. Opera sul
piano dei processi di gruppo.
Non entra nel merito dei contenuti in
discussione
Il suo ruolo si basa su un contratto esplicito
stipulato col gruppo all’inizio della riunione
Il facilitatore: esempi di
compiti







Mantenere il gruppo focalizzato sul compito
Verificare costantemente il consenso su ciò che si sta
facendo
Proporre strumenti e tecniche per facilitare il lavoro
‘vigile del traffico’ nella gestione della comunicazione
Formare il gruppo sugli strumenti di lavoro e sullo
stile di lavoro
Garantire che tutte le idee vengano espresse
Assistere il responsabile nella preparazione della
riunione
Aspetti logistici
Sistemazione ottimale della stanza della
riunione per garantire che il gruppo sia
centrato sul compito:
-disposizione delle sedie a ferro di cavallo
-presenza di grandi fogli e cartelloni per
facilitare la focalizzazione dell’attenzione
-eventuali fonti di disturbo (es. porte) alle spalle
dei partecipanti
-eliminazione tavoli e altri oggetti che separino i
partecipanti

La memoria di gruppo


Problemi tipici nella memorizzazione delle
informazioni durante le riunioni
Utilità della ‘memoria di gruppo’:
-permette di avere costantemente a disposizione tutti i
contributi prodotti, organizzati secondo un metodo
che permette di risalire ai momenti precedenti e
ricostruire i procedimenti attraverso i quali si è
prodotto il lavoro
-è un prodotto di tutto il gruppo: spersonalizza i
contributi individuali consentendo di valutare le idee
senza estendere le valutazioni alle persone che le
hanno prodotte; aumenta il senso di lavoro collettivo
Il memorizzatore



Costruisce la memoria di gruppo,
trascrivendo fedelmente i contributi di
tutti
Organizza la memoria di gruppo
E’ un ruolo neutrale: non interviene nel
merito dei contenuti
Il presidente (gruppi verticali)
Problemi tipici della duplicità di ruoli di capo e
partecipante
 Il ruolo del presidente nella riunione:
-preparare e convocare la riunione
-aprire la riunione (specificare risultati attesi, uso
effettuato dei contributi del gruppo,
specificazione modalità decisionali)
A questo punto diventa un membro del gruppo,
lasciando al facilitatore il compito di gestire la
riunione
Alla fine, il presidente utilizzerà i contributi del
gruppo nel prendere decisioni

Il presidente/
coordinatore/chairperson
(gruppi orizzontali)



Coordinatore=persona con funzioni di
leadership nei gruppi orizzontali
Generalmente il coordinatore è anche
conduttore della riunione
Per evitare problemi di sovrapposizione di
ruoli, separare i due ruoli: il coordinatore si
limita a preparare e introdurre la riunione,
lasciando al facilitatore il compito di condurla,
e partecipando come membro.
Il membro del gruppo


Fornisce contributi alla riunione
Funzione autocorrettiva rispetto al ruolo
svolto dal facilitatore e dal
memorizzatore
Preparazione della riunione
Stesura dell’agenda
 Definire:
-chi coinvolgere
-obiettivo e tipo di riunione
-risultati attesi
-modalità di presa di decisioni
-eventuale preparazione/invio di materiale di
consultazione
-tecniche/attività/tempi previsti

Quando il gruppo deve decidere:
Strategie decisionali





direttiva (una persona decide)
minoritaria (un gruppo ristretto decide)
maggioritaria (la maggioranza prende la
decisione)
consensuale (tutti sono d’accordo anche se
non per tutti è la scelta migliore in assoluto)
unanime (per tutti la decisione rappresenta
la scelta migliore)
Strategie decisionali nei gruppi





1.tempo a disposizione: (direttiva) e
(maggioritaria) sono le più rapide
2.competenze necessarie e disponibili: delega
all’esperto (direttiva) o ad una commissione
(minoritaria)
3.importanza della questione: per aspetti
marginali è preferibile la rapidità di (direttiva) e
(maggioritaria)
4.necessità di avere una responsabilità
condivisa il più possibile: modalità (consensuale) e
(unanime)
5.livelli di conflittualità tali per cui non sono
possibili le alternative: modalità (consensuale) e
(unanime).
Strategie decisionali nei gruppi
I rischi dei vari metodi:
 Metodo direttivo
Il metodo direttivo può diventare ‘autoritario’ e
disincentivare la partecipazione e il senso del
lavoro collettivo
 Metodo minoritario
Le minoranze possono essere delle lobbies di
potere all’interno del gruppo (es. le decisioni
sono prese da alcune persone mentre le altre
stanno a guardare).
Strategie decisionali nei gruppi
Metodo maggioritario
Se le posizioni maggioritarie e minoritarie
vengono definite in anticipo, può accadere
che la discussione, la ricerca di accordo ecc.
siano percepite come inutili.
Metodo consensuale
Essere tutti d’accordo può diventare obiettivo
prioritario, a scapito della qualità della
decisione.
Strategie decisionali nei gruppi
Metodo della decisione unanime
Il rischio maggiore è l’unanimismo: tutti dicono
sì a una proposta ma è un sì senza
discussione, senza interesse, spesso senza
accordo. Il dissenso non viene espresso nella
riunione ma si ritrova nelle azioni seguenti; le
persone non sono responsabilizzate, tendono
a delegare o a ‘dimenticare’ gli impegni e non
dimostrano interesse nei risultati della
discussione.
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