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dal diario di un head hunter
dal diario di un head hunter R o b e r t a No profit, no manager SEBBENE IL SETTORE SIA IN FORTE ESPANSIONE, SONO ANCORA TROPPO POCHI I MANAGER CHE VI OPERANO. IN PIÙ, CI SONO ALCUNE PROBLEMATICHE CULTURALI DA SUPERARE «Ci servono manager “veri”, cresciuti nei business profit e capaci di importare le regole di quest’ultimo nel nostro settore… Ci serve una migliore organizzazione, che definisca meglio i ruoli, le competenze, le responsabilità… Ci serve un più chiaro orientamento ai risultati e criteri di valutazione più meritocratici. Ci serve una maggiore competenza sulle componenti economiche, più sensibilità ai costi…». DIRIGENTE 6-2006 Q 26 6 ROBERTA GALLI, toscana di origine e milanese di adozione, è laureata in scienze politiche. Ha lavorato per i primi dieci anni nel marketing, organizzazione e sviluppo in azienda (Exportex e La Rinascente). Nel 1973 è passata alla consulenza con lo Studio Ambrosetti e nel 1979 ha fondato la R. Galli & Partners, società di ricerca e selezione di manager, nella quale è tuttora partner operativo. ueste sono le richieste più frequentemente provenienti dal mondo del non-profit, un mondo che è cresciuto notevolmente negli ultimi anni e che con la crescita si è trovato naturalmente ad affrontare grandi cambiamenti al suo interno. Il non-profit ha come valore fondante l’attenzione alla persona in tutte le sue declinazioni, sia perché è costruito in buona parte sul volontariato (e quindi chi vi opera lo fa sulla base di motivazioni assolutamente personali) sia perché spesso le singole organizzazioni sono nate per iniziativa di grandi personaggi, che inevitabilmente danno un’impronta personale a tutta l’organizzazione e tendono ad assumere un ruolo di “padre-padrone”, se mi è consentita questa metafora. Ne consegue che all’interno i modelli prevalenti danno priorità alla persona e ai comportamenti, mentre è generalmente poco valorizzata la cultura organizzativa vera e propria. DUE CASI EMBLEMATICI Due esempi concreti per chi non ha familiarità con questo mondo. Un maturo presidente e fondatore di un ente di dimensioni medio-grandi da sempre se- G a l l i gue in prima persona (con l’aiuto di una volontaria per la parte esecutiva) tutte le problematiche finanziarie ed economiche dell’Ente da lui fondato, desidera diminuire il suo impegno su questo fronte e decide di assumere un direttore amministrativo con un rapporto di lavoro subordinato. Lavoriamo per lui, gli troviamo la classica terna di candidati finali, li valuta tutti interessanti, alla fine decide di non assumere nessuno sulla base di questa considerazione: «La volontaria è con noi da sempre, rappresenta un punto di riferimento per tutti, ho scoperto che quest’inserimento la sconvolge sia perché lavorerebbe meno con me sia perché si sentirebbe diminuita nel ruolo con affermazioni del tipo “ma allora io non servo più, tanto vale che me ne stia a casa…”. Assumere qualcuno oggi potrebbe distruggere il clima di dedizione di tutta la struttura: preferisco andare ancora avanti io finché ce la faccio…». Ancora: ricerchiamo il direttore generale di una grande e importante Associazione, il cui presidente ha tentato ripetutamente e senza successo di scindere il ruolo di presidente da quello di direttore generale nominando persone di sua fiducia provenienti dal settore, le quali nelle sue valutazioni non hanno funzionato per incompetenza professionale. L’idea è quella di attingere al mondo del non profit per trovare una persona di grande spessore e competenza indiscutibile. Ebbene, due inserimenti successivi hanno avuto lo stesso esito negativo, in estrema sintesi per l’incapacità della struttura (e anche del presidente, peraltro) di accettare al vertice una figura diversa dal presidente, cioè di riconoscere e di dare significato a relazioni non solo personali ma soprattutto professionali. Il problema a mio avviso è proprio di tipo culturale: si parlano linguaggi diversi, i valori fondanti sono diversi, la dimensione economica nel senso più lato OFFERTA RISERVATA AGLI ASSOCIATI MANAGERITALIA Grazie alla partnership con OD&M Consulting (www.odmconsulting.com), Manageritalia è lieta di offrire ai suoi associati un’offerta esclusiva: della parola non è assolutamente prioritaria (se si esclude il fund raising…). C’è anche da sottolineare che il riconoscimento della prestazione attraverso la leva della retribuzione non è certo il primo, essendo mediamente le retribuzioni di questo settore più basse rispetto al profit e quindi attraendo persone sulla base di altre motivazioni. le indagini di OD&M sulla retribuzione totale dei manager a metà prezzo “Manager Total Reward 2006” (direttori e dirigenti) e “Middle Manager Total Reward 2006” (quadri) al prezzo di 390 euro anziché 780 euro (+iva). In sintesi: STRUMENTI LE CARATTERISTICHE PER EMERGERE COSA SONO A COSA SERVONO Sono le analisi di benchmark delle interviste realizzate a 1.775 manager (463 direttori e 1.312 dirigenti) e a 1.609 qua dri appartenenti ad aziende di tutte le dimensioni e di molteplici settori in merito alla struttura dei loro sistemi di ricompensa. • Fornire un benchmark sulle pratiche adottate dalle aziende in tema di total reward dei manager e dei middle manager (retribuzione fissa, variabile, benefit e possibilità di sviluppo). • Valutare l'impatto motivante sui manager e middle manager dei sistemi incentivanti e di sviluppo delle risorse umane (orizzonti di carriera, formazione ecc.). • Individuare gli orientamenti e le tendenze su tali temi. Per ulteriori dettagli e approfondimenti puoi contattare OD&M al numero telefonico: 035235532. Per aderire alla presente proposta spedisci una email manifestando il tuo interesse a [email protected] oppure compila il tagliando riprodotto qui sotto e spediscilo via fax allo 035247820 Intendo acquistare “Manager Total Reward” e “Middle Manager Total Reward” strumenti con il 50% di sconto: 390 euro anziché 780 euro (+iva) Dati per la fatturazione (la fattura ti verrà inviata successivamente ai prodotti; in fattura troverai indicati gli estremi per il pagamento): Ragione sociale (solo se l’acquirente è un’azienda): _________________________________________________________ Nome e Cognome: __________________________________________________________ Partita iva o codice fiscale: __________________________________________________________ Indirizzo (via - cap - comune - prov): __________________________________________________________ 27 6 DIRIGENTE 6-2006 Bisognerà allora prendere atto di questa realtà, che fra l’altro credo rappresenti un mercato del lavoro di grande potenzialità anche per manager di altra provenienza, e cercare di capire quali sono i requisiti per avere successo. Certamente, bisogna “conoscere il mestiere”, cioè la professionalità specifica richiesta, ma questo non basta. Le caratteristiche umane, se sono sempre importanti e possono essere diverse da un contesto aziendale all’altro, qui diventano determinanti: non si può avere successo in un’organizzazione non profit se non c’è un personale pre-esistente interesse al sociale, senza il quale è difficile che si sviluppi quella profonda condivisione della missione indispensabile per la comprensione del contesto e di chi vi lavora. Talvolta queste opportunità sono state viste come utile soluzione per manager maturi, che trovano difficoltà di ricollocamento e che quindi sono disponibili anche a remunerazioni più basse, in virtù di un’inconscia correlazione di questo fattore con una presunta maggior semplicità di lavoro. Quasi sempre queste soluzioni si sono rivelate fallimentari, sia perché si tratta di realtà nient’affatto semplici, dove apportare cambiamenti è sempre molto difficile, dove si richiede al manager una “speciale” sensibilità e molta pazienza nello scoprire e gestire meccanismi operativi quasi sempre non dichiarati, dove il rapporto interpersonale è la variabile chiave. 䡺