“road map” per la messa in sicurezza e la bonifica della discarica di
by user
Comments
Transcript
“road map” per la messa in sicurezza e la bonifica della discarica di
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica - “ROAD MAP” PER LA MESSA IN SICUREZZA E LA BONIFICA DELLA DISCARICA DI CA’ FILISSINE Prof. Gianni Andreottola Febbraio 2015 1 1. PREMESSA Il sottoscritto prof. Gianni Andreottola, professore ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale presso l’Università degli Studi di Trento, è stato incaricato dal Comuien di Pescantina di definire una “road map” tecnica per la bonifica e messa in sicurezza della discarica di Pescantina. A tale scopo si è presa visione della documentazione a disposizione del Comune (elaborati progettuali, relazioni tecniche, analisi di ARPAV relative ai piezometri a valle e monte della discarica). 2. SITUAZIONE AMBIENTALE DELLA DISCARICA La discarica è costruttivamente divisa in otto lotti (Fig. 1) e si estende su una superficie complessiva di circa 12 ettari. I primi quattro lotti, ubicati ad Ovest, operativi dal 1987 al 1999, costituiscono la porzione della discarica esaurita e chiusa. Gli altri quattro lotti, ubicati ad Est, realizzati in ampliamento ed in sormonto con i lotti II e IV, costituiscono la porzione di discarica nuova, aperta ed in esercizio al momento del sequestro (29 agosto 2006). Figura 1. Suddivisione della discarica per lotti costruttivi (Comitato Tecnico Cà 2 La situazione ambientale della discarica “Cà Filissine” è attualmente piuttosto critica, in quanto si hanno tre diverse problematiche, tra loro interconnesse: - contaminazione della falda da parte del percolato della discarica (in particolare ammoniaca, ferro, manganese, ecc.); - elevatissimo livello di percolato nel corpo rifiuti, in seguito alla mancata estrazione dello stesso ed alla insufficiente tenuta della copertura provvisoria dei settori non ancora esauriti del corpo discarica; - emissione di metano ed altri gas in tracce in atmosfera, in seguito alla formazione di sacche di acque di pioggia in contatto con il percolato. E’ pertanto necessario avviare in tempi brevi una serie di interventi mirati sia alla bonifica dell’acquifero che alla chiusura definitiva della discarica, una volta raggiunte le pendenze 3. DEFINIZIONE DELLA “ROAD MAP” DEI POSSIBILI INTERVENTI Con riferimento agli elaborati progettuali consultati, si propone, facendo tesoro delle indicazioni tecniche fornite dai diversi soggetti che hanno fino ad oggi operato, di attuare i seguenti interventi: 1) individuazione dell’estensione e delle caratteristiche qualitative del plume di percolato a valle della discarica; 2) realizzazione di un intervento di bonifica dell’acquifero contaminato mediante una fascia reattiva di “air sparging”; 3) realizzazione di una “barriera idraulica” sulla porzione di barriera Est della discarica mediante pozzi drenanti inclinati; 4) avviamento con urgenza degli interventi di ripristino delle impermeabilizzazioni provvisorie, di ricostruzione degli argini, di abbassamento del livello di percolato nel corpo rifiuti e di aspirazione del biogas; 5) realizzazione del setto di separazione (miscela bentonite cementizia) per realizzare la separazione idraulica tra i lotti 2-4 e 5-6-7-8; tale setto si immorserà nel pacchetto impermeabilizzante del sottostante argine; 3 6) innalzamento dell'argine tra i lotti 2-4 e 5-6-7-8 al di fuori del corpo rifiuti con materiale portante (ghiaia o materiale inerte equivalente); al di sopra verrà posata argilla compattata (2 metri di spessore) per ricreazione della barriera base di separazione; 7) regolarizzazione della scarpata ovest (lotti 2-4) con materiale drenante e portante (ghiaia o materiale inerte equivalente) su cui verrà posato un pacchetto impermeabilizzate che avrà la doppia funzione di capping del vecchio corpo rifiuti e di barriera base per i nuovi rifiuti; 8) regolarizzazione della vasca est (lotti 5-6-7-8) con materiale drenante e portante (ghiaia o materiale inerte equivalente) su cui verrà posato un pacchetto impermeabilizzate che avrà la doppia funzione di capping del vecchio corpo rifiuti e di barriera base per i nuovi rifiuti; 9) conferimento di nuovi rifiuti non putrescibili (i codici CER andranno concordati con il Comune di Pescantina) fino al raggiungimento delle pendenze minime per realizzare l’intervento di capping definitivo della discarica; 10) intervento di capping definitivo della discarica di Cà Filissine, secondo le specifiche del D.Lgs. 36/03 e ss.mm.ii.. Laddove il piano finanziario degli interventi precedentemente citati non consentisse la copertura dei costi di bonifica, messa in sicurezza e della gestione post-mortem della discarica, il progetto definitivo degli interventi dovrà definire le quote massime ed i volumi massimi conferibili nei lotti apprestati con gli interventi menzionati ai punti 8) e 9) 4. ANALISI DEI DIVERSI INTERVENTI PROPOSTI 4.1 Individuazione dell’estensione e delle caratteristiche qualitative del plume di percolato a valle della discarica Per la ricostruzione del pennacchio del percolato nell’acquifero sottostante la discarica si prevede di effettuare delle analisi di dettaglio della qualità dell’acquifero (1 analisi ogni metro), mediante l’utilizzo di una sonda 4 multiparametrica (Fase A dell’indagine) seguita da eventuale campionamento a specifiche profondità, utilizzando un sistema di campionamento dotato di due packer, superiore ed inferiore, per isolare il segmento di piezometro da campionare. In seguito al sopralluogo condotto presso la discarica sono stati individuati i seguenti piezometri da assoggettare nella Fase A all’analisi di dettaglio di qualità delle acque: 1. M3 2. M4 3. M5 4. M6 5. M7 6. M10 7. M11 8. M12 9. M13 10. M15 (laddove la proprietà del vigneto Ferrari acconsenta all’accesso all’area con il verricello per estrarre la pompa dal piezometro) 11. M16 L’attività di rilievo richiesta consiste nell’esecuzione di un profilo verticale di misura (log) della colonna d’acqua presente all’interno di ciascun piezometro. Le misure saranno effettuate a partire dal pelo libero della falda, fino a fondo foro (ove possibile), con un intervallo di un metro. Per ciascun pozzo saranno quindi analizzati circa 15-20 punti con passo di un metro. Il monitoraggio sarà eseguito a foro libero (le pompe attualmente installate dovranno essere rimosse almeno 5 giorni prima dell’esecuzione delle misure, dopo aver effettuato uno spurgo del piezometro, secondo la seguente procedura: • Inizialmente si dovrà procedere eseguendo lo spurgo per una durata di circa 15÷20 minuti ogni cinque metri di profondità a partire dal livello di falda precedentemente individuato e fino al raggiungimento del fondo foro; • In corrispondenza della quota di fondo del piezometro, l’attività di spurgo dovrà essere prolungata per un tempo maggiore di circa 30÷45 minuti. 5 Tali attività di spurgo potranno essere effettuate utilizzando la pompa attualmente installata in ciascun piezometro, con capacità di portata pari a 1÷2 l/s. I parametri rilevati saranno i seguenti: • Soggiacenza (mediante freatimetro) • Temperatura acqua • Conduttanza Specifica (riferita alla temperatura di 25 gradi C) • pH • Potenziale Redox • Ossigeno Disciolto (mg/l) • Ossigeno Disciolto (% di saturazione) • Profondità (profondità di misura rispetto al pelo libero della falda) • Azoto ammoniacale (mediante elettrodo a tecnologia ione-selettiva). In seguito all’elaborazione dei risultati della Fase A si valuterà: a) Se procedere al prelievo selettivo di campioni di acqua dai piezometri; b) Se realizzare ulteriori piezometri per ricostruire la forma e l’estensione del pennacchio. 4.2 Intervento di bonifica dell’acquifero contaminato mediante una fascia reattiva di “air sparging” Una volta individuata la forma del pennacchio ed il livello di concentrazioni in esso rilevate si procederà alla progettazione di un intervento di sparging finalizzato principalmente a: ridurre i livelli di ferro e manganese, creando nell’acquifero le condizioni di potenziale redox, idonee a ridurre significativamente la concentrazione di ferro e manganese nelle acque di falda; stimolare la crescita di una biomassa per rimuovere per via biologica l’azoto ammoniacale ed il carbonio organico biodegradabile. Gli interventi di sparging possono essere attuati nella zona sorgente o sul pennacchio, come si può veder dalla fig. 1 (Di Molfetta e Sethi, 2012) 6 Fig. 1 – Ubicazione dei pozzi di sparging nella zona sorgente e nel pennacchio di un acquifero contaminato. Nel caso in esame, sulla base dei risultati dell’indagine di delimitazione del pennacchio si valuteranno il numero e la dislocazione dei punti di iniezione dell’aria. Laddove venisse confermato che la sorgente principale del pennacchio è una porzione della Spanda Est della discarica, si procederà a realizzare una prima fascia reattiva di sparging a ridosso della zona sorgente (verosimilmente intorno al pozzo M7 verrà realizzata una serie di pozzi di diametro 3”, distanziati 10 m l’uno dall’altro). La zona reattiva in prossimità della sorgente sostituisce di fatto l’intervento reattivo dentro il corpo discarica (rimane invece operativa la soluzione progettuale di realizzare una barriera di drenaggio del percolato in corrispondenza alla Sponda Est). In funzione della direzione prevalente della falda, si andrà a realizzare una seconda fascia reattiva a valle (a distanza di circa 20 m lungo la direzione della falda), che avrà la funzione sia di monitoraggio degli effetti della prima fascia, che di eventuale iniezione di una fonte di carbonio (compatibile con l’uso alimentare) per favorire la denitrificazione, cioè la riduzione dei nitrati prodotti dallo sparging in azoto gassoso. Per progettare le opere sopra descritte è necessario realizzare un campo prove costituito da due pozzi di iniezione e cinque piezometri di cui uno posto nel punto intermedio dell’intervallo tra i due pozzi ed altri 3 posti a valle lungo la direzione di flusso dell’acquifero. 7 In base ad un sopralluogo, da condursi a valle dei risultati della caratterizzazione del pennacchio, si valuterà il posizionamento del campo prove, cercando il più possibile di utilizzare parte dei numerosi piezometri realizzati a valle della discarica. Allo stato attuale delle conoscenze il campo prove verrà realizzato con due pozzi di iniezione collocati tra M7 ed M13. Il campo prove prevede anche l’installazione di un container ospitante la stazione di compressione dell’aria. Tenuto conto delle evidenze di campo sugli effetti dell’aerazione, si opterà per un’aerazione pulsata, per evitare la formazione di vie preferenziali permanenti dell’aria nell’acquifero. Il piezometro di controllo posto al centro tra i due pozzi di insufflazione sarà strumentato con sonda multiparametrica, per monitorare e controllare l’intensità di aerazione, sulla base dei parametri ossigeno disciolto e potenziale redox. Una seconda sonda multiparametrica verrà utilizzata per monitorare gli effetti dello sparging sugli altri 4 piezometri (con estensione all’azoto ammoniacale con misura ione-selettiva, se il test condotto enlla caratterizzazione del pennacchio dovesse dare esito positivo). Il test in campo avrà una durata complessiva di 4 mesi (estendibili a 6) di cui: o due settimane per verificare il raggio di influenza del sistema di sparging; o 3,5 mesi per verificare gli effetti dello sparging sulla qualità dell’acquifero interessato dall’area di influenza del sistema test. Sulla base dei risultati del campo prove si procederà alla progettazione definitiva con valutazione di dettaglio dei costi di investimento e di gestione. 4.3 Realizzazione di una barriera idraulica sulla porzione di barriera Est della discarica prossima al pennacchio di percolato Alla luce delle seguenti criticità nella gestione operativa della discarica di Ca’ Filissine, segnalate dallo studio di Di Molfetta e Zolla (2007) e riprese dal Comitato Tecnico Cà Filissine (2010): • luglio 2002: un evento franoso ha interessato parte della scarpata Est dell’ampliamento tra i lotti 5 e 6; • ottobre 2004: si è riscontrato che i pozzi di estrazione del percolato, 8 presenti lungo la scarpata est del lotto 5 e 6, risultavano ostruiti presumibilmente a causa del medesimo evento franoso di cui sopra; • aprile 2005: contaminazione dell’acquifero rinvenuta nel piezometro di monitoraggio della discarica M7; • dicembre 2006: presenza di liquido inquinato in sette dei nove pozzi di sottodreno ispezionati; • maggio 2007: nel tratto di sponda Nord - Est dell’ampliamento scivolamento del telo in PEAD; • nell’anno 2007, in corrispondenza della rete che delimita la scarpata Est, sono state evidenziate rotture del terreno inizialmente attribuite ad un probabile fenomeno di instabilità, successivamente escluso da una valutazione di stabilità condotta dal Prof. M. Manassero (2007) che individuava nell’ancoraggio dei teli di impermeabilizzazione della scarpata la causa delle lacerazioni; • prima del 2006 (anno del sequestro della discarica) i dispositivi di sollevamento del percolato dei lotti 5^8 dell’ampliamento sono stati soggetti a frequenti avarie, che hanno determinato un innalzamento progressivo dei battenti di percolato sul fondo della vasca; tali disfunzioni sono state attribuite al ricircolo del concentrato nella zona in ampliamento della discarica, con formazione di un percolato denso e vischioso. e in particolare della presenza di liquido inquinato in sette dei nove pozzi di sottodreno ispezionati (indagine che andrebbe ripetuta nuovamente per avere conferma di tale importante evidenza) risulta evidente che la sponda Est contribuisca alla formazione del pennacchio di percolato. Per minimizzare tale contributo gli interventi da porre in essere sono sostanzialmente due: o abbassare il livello di percolato nei settori 5-8 il più rapidamente possibile, nell’ambito di un piano di trattamento/smaltimento per il quale si rimanda al par. 4.4. Potrebbe risultare conveniente, considerati gli elevati quantitativi da trattare nel breve e medio termine, l’ipotesi di un service onsite con un impianto di trattamento con bioreattore a membrane, che scarichi nella pubblica fognatura e/o nelle acque superficiali (nel caos fosse dotato di un secondo modulo a osmosi inversa). 9 o mantenere drenata la Sponda Est, con una barriera idraulica interna alla discarica, addossata alla Sponda Est, realizzata con pozzi drenanti inclinati. (la distanza dalla parete sarà definito in sede di progettazione definitiva. I pozzi, realizzati ad un interasse di circa 10 m) saranno dotati di pompe di aspirazione del percolato, con la funzione di mantenere costantemente drenata la parete e la massa dir rifiuti in prossimità della stessa. La realizzazione di pozzi di drenaggio inclinati ed attrezzati con pompe drenati è una tecnologia consolidata che non richiede test preliminari in campo. Nel progetto definitivo della messa in sicurezza della discarica verrà definito il numero di pozzi di drenaggio, in funzione anche dei risultati della campagna di caratterizzazione del pennacchio. 4.4 Altri interventi sul corpo discarica Si riportano di seguito le ipotesi di intervento sul corpo discarica, già illustrate insieme al team di progettisti nella riunione del 19/1/2015: FASE 0 - STATO ATTUALE o Ripresa dell'aspirazione del percolato e del biogas sfruttando l’impiantistica e la rete di drenaggio esistente e quella di nuova implementazione dove necessario (sia del percolato che del biogas). o Operazioni di messa in sicurezza della sponda est della discarica: trivellazione delle tubazioni e posa del sistema di barriera idraulica (lotti 5-6-7) o Esecuzione degli interventi preliminari e necessari e complementari alla messa in sicurezza della discarica nonché all’ottenimento del dissequestro quali il completamento dell’impermeabilizzazione della sponda del 7 e 8°lotto e la regolarizzazione delle pendenze per consentire la regimazione delle acque piovane. FASE 1 o Continua l'aspirazione del percolato e del biogas residuo nel corpo rifiuti. 10 o Continua l'attività di messa in sicurezza tramite la barriera idraulica (lotti 5-6-7) e la fascia reattiva di sparging subito all’esterno della sponda Est. o Realizzazione del setto di separazione (miscela bentonite cementizia) per realizzare la separazione idraulica tra i lotti 2-4 e 5-6-7-8; tale setto si immorserà nel pacchetto impermeabilizzante del sottostante argine. Verrà utilizzata una benna "a mordente" e lo scavo sarà eseguito per conci (dimensione stimata tra i 20 e i 30m) in maniera da lasciare un fronte minimo di rifiuto scoperto. FASE 2 - 3 o Continua l'aspirazione del percolato e del biogas residuo nel corpo rifiuti. o Continua l'attività di messa in sicurezza tramite la barriera idraulica (lotti 5-6-7) e la fascia reattiva di sparging subito all’esterno della sponda Est. o Innalzamento dell'argine tra i lotti 2-4 e 5-6-7-8 al di fuori del corpo rifiuti (quota circa 116 mslm) con materiale portante (ghiaia o materiale inerte equivalente); al di sopra verrà posata argilla compattata (2 metri di spessore) per ricreazione della barriera base di separazione. o Regolarizzazione della scarpata ovest (lotti 2-4) con materiale drenante e portante (ghiaia o materiale inerte equivalente) su cui verrà posato un pacchetto impermeabilizzate che avrà la doppia funzione di capping del vecchio corpo rifiuti e di barriera base per i nuovi rifiuti. Il pacchetto sarà composto, indicativamente, da: georete (per una migliore ripartizione dei carichi), 1,5 metri di argilla bentonizzata, telo in HDPE, TNT a protezione del telo, strato drenante (50 cm di ghiaia o materiale inerte equivalente) in cui verranno immersi le tubazioni forate per il drenaggio del percolato; La pendenza dello strato sarà doppia, una principale verso l'argine (molto elevata) ed una secondaria verso i bordo esterni del corpo rifiuti (non necessariamente elevata come quella principale), ove saranno posti i pozzi per la raccolta del percolato. La pendenza elevata si rende necessaria per fare fronte ad eventuali cedimenti del corpo rifiuti (al momento è difficile 11 prevederne l'entità), in maniera da mantenere efficace il drenaggio del percolato anche a seguito di cedimenti di una certa entità. La realizzazione del pacchetto impermeabilizzante avverrà per sub-lotti autonomi, che (una volta eseguito il collaudo) potranno ospitare i conferimenti; un'altra condizione da rispettare per permettere l'avvio dei conferimenti sarà la quota del percolato che dovrà essere portato un metro al di sotto della corona dell'argine di separazione già esistente tra i lotti 2-4 e 5-6-7-8. FASE 4-5 o Continua l'aspirazione del percolato e del biogas residuo nel corpo rifiuti. o Continua l'attività di messa in sicurezza tramite la barriera idraulica (lotti 5-6-7) e la fascia reattiva di sparging subito all’esterno della sponda Est. o Regolarizzazione della vasca est (lotti 5-6-7-8) con materiale drenante e portante (ghiaia o materiale inerte equivalente) su cui verrà posato un pacchetto impermeabilizzate che avrà la doppia funzione di capping del vecchio corpo rifiuti e di barriera base per i nuovi rifiuti. Il pacchetto sarà composto, indicativamente, da: georete (per una migliore ripartizione dei carichi), 2 metri di argilla bentonizzata, telo in HDPE, TNT a protezione del telo, strato drenante (50 cm di ghiaia o materiale inerte equivalente) in cui verranno immersi le tubazioni forate per il drenaggio del percolato; La pendenza dello strato sarà doppia, una principale verso l'argine ed secondaria una verso i bordi esterni del corpo rifiuti, ove saranno posti i pozzi per la raccolta del percolato. L'imposizione di una pendenza minore rispetto a quella della vasca ad ovest è dettata dal fatto che la posa del pacchetto avverrà almeno dopo 5 anni di estrazione del biogas, con il percolato con un battente minimo e con 5 anni di attività di barriera idraulica/reattiva; si ritiene che gli assestamenti a quel periodo saranno avvenuti (almeno per l'80% del complessivo). Sarà comunque possibile stimare l’andamento dei cedimenti con una certa precisione tramite periodici rilievi topografici. 12 o La realizzazione del pacchetto impermeabilizzante avverrà anche qui per sublotti autonomi, che (una volta eseguito il collaudo) potranno ospitare i conferimenti. FASE 6 o Terminata la fase dei conferimenti, si provvederà alla posa del capping definitivo come da dettami del D.Lgs. 36/03 e ss.mm.ii.. Trento 23/02/2015 Prof. Gianni Andreottola 13