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Alexandre Lenoir
L’Ambiente francese in tema di restauro nel Primo Ottocento Bibliografia Fiengo, Giuseppe, IL RECUPERO DELL’ARCHITETTURA MEDIOEVALE NEI PENSATORI FRANCESI DEL PRIMO OTTOCENTO, Viollet-le-Duc e il restauro dei monumenti, RESTAURO, N.47-48-49/1980, pp.79-132 1 Alexandre Lenoir Primo fra i fautori del restauro stilistico 1791 Guardiano generale del deposito dei Petits - Augustins (deposito delle sculture: uno dei nove depositi sorti in Parigi) L. trasforma in Museo dei monumenti francesi. Seleziona il materiale esposto (che comprendeva le tombe reali di Saint-Denis, statue di principi e di santi, bassorilievi, pavimenti musivi, oggetti d’oreficeria sacra presi prevalentemente da chiese medioevali parigine) che presenta con criterio cronologico (dal XIII secolo al XVI secolo) 1798 pubblicazione del catalogo: 2 Musée des monuments francais (8 volumi, più di 300 tavole) Alexandre Lenoir • L’iniziativa ebbe grande successo: • 1) per il numero dei visitatori • 2) per l’interesse che promosse verso il Medioevo francese • 3) per la coscienza nazionale verso la conservazione dei beni culturali (soprattutto verso quelli del Medioevo). Lenoir • Medioevalista, scrisse sul Moniteur partecipando al dibattito sul gotico. • 1809 De l’introduction en France de l’architecture appellée improprement gothique • 1811 Histoire des arts en France 3 Alexandre Lenoir • Critiche al MUSEO: • pareri contrari: • Viollet-le-Duc : “(...) in questo lavoro era intervenuta piuttosto l’immaginazione del celebre conservatore che il sapere e la critica. (Dictionnaire raisonné de l’architecture francaise du XI au XVI siecle, Paris, 1954-68, tomo VIII, s.v. <Restauration> • Quatremère de Quincy: definisce l’opera di L. <un cimitero>. • • • • • pareri favorevoli: archeologi: Guillermy, barone Taylor, Louis Couprajod 1) valore educativo 2) rispetto dei beni culturali 3) sentimento nazionale. 4 A. N. Didron • Restauro: • assioma del 1839, • pubblicato sul Bullettin archéologique (assioma ripreso da C. Boito) • <In materia di monumenti antichi, è meglio consolidare che riparare, meglio rifare che abbellire; in nessun caso, bisogna aggiungere nulla, soprattutto niente sopprimere>. 5 A. N. Didron • L’opera pubblicistica di D. , relativa alla: • 1) conservazione, • 2) impiego dello <stile> gotico nella produzione contemporanea, • è contemporanea alla politica dello Stato francese • 1) di intervento attivo sul patrimonio storico artistico nazionale, • 2) di progettazione <neo-gotica>. 6 A. N. Didron • Nel 1844 (collaboratori Viollet-le-Duc e Lassus) D. fonda gli Annales archèologiques: con l’intento d’inserirsi nel <suddetto rimarchevole movimento> d’archeologia che aveva già al suo attivo numerose pubblicazioni (Bullettin archéologique: organo ufficiale del Comitato delle arti e dei monumenti), convinto, come egli scrive nell’introduzione al primo numero, che <nessuna (pubblicazione) coltiva il campo completo dell’archeologia, che è quello di conservare il passato tutto intero * (* Polemica rivolta all’archeologia classica) per predire e preparare l’avvenire *>. (* Stile neogotico) 7 A. N. Didron • • • • • • Annales archèologiques Programma editoriale in quattro canali sorretto dalla concezione neo-gotica come <applicazione di princìpii antichi, come risultato di un processo conoscitivo e sperimentale rigoroso, che parte dagli studi storici, passa attraverso il rilievo e si fa esperto nel tirocinio delle opere di consolidamento, di restauro e di completamento stilistico dei monumenti del passato> (Patetta, L., p. 184 e sgg.) 1: Conservazione: dedicato alla polemica sulle teorie e sulla prassi del restauro 2: Studio: riservato ai contributi storici 3: Pratica: relativo alla stampa dei modelli del XIII secolo, da offrire agli artisti come fonte d’ispirazione per la progettazione del nuovo 8 4: Novità archeologiche A. N. Didron • 1847: Rinascita del Medioevo (articolo) • D. fornisce un primo bilancio della diffusione in Francia dell’architettura ogivale : • <i giovani sono quasi tutti gotici>: Victor Gay, Suréda, Breton, Barthélemy, Grigny, Boileau, Paul Péchinet, Hippolyte Durand, Lassus (quest’ultimo costruiva la grande e bella chiesa di Saint-Nicolas a Nantes) e Viollet-le-Duc (che a Auxerre elevava per la prefettura una facciata <nello stile> del 1200). 9 A. N. Didron • • • • • • • • Critica ai restauri: Dal Primo fascicolo della rivista è presente una serrata critica ai pessimi restauri: - restauro, iniziato nel 1815, di Debret a Saint-Denis (per il crollo della guglia rifatta D. chiede l’allontanamento dal cantiere) - 1845: restauro di Daniel Ramée che aveva demolito il campanile di Péronne (col pretesto di consolidarlo) - restauro di Pétiau che analogamente si era comportato a Valenciennes - restauro di Chabrol che sollecitava l’eliminazione della torre di del duomo di Limonges - restauro di Mallay cha aveva abbattuto la torre di Saint-Mayol a Puy - restauro di Arveuf, il quale <trova che la cattedrale di Reims non sarebbe né bastevole né compiuta e che sarebbe il caso di ultimarla al più presto... gli sembra che coronamento, di cui egli sarebbe l’autore, non sfigurerebbero sulle due torri...>. D. nota come la chiesa < non ha, non abbia mai avuto guglie ad occidente; occorre lasciarla senza guglie. Siamo incaricati di trasmettere ai nostri figli i monumenti antichi, così come li abbiamo ricevuti dai nostri padri.> 10 A. N. Didron • Alle argomentazioni del progettista Arveuf ,che per accreditare il suo proposito aveva chiamato in causa l’iniziativa, assunta da Vitet e Mérimée per la sistemazione dell’abbazia di Saint-Ouen di Rouen e quella relativa al restauro di Notre-Dame di Parigi, • D. rispose che non bisognava confondere fra i due casi: <Lassus e Viollet-le-Duc ... non propongono di completare, ma soltanto di rinforzare e riparare Notre-Dame. Quanto a Saint-Ouen di Rouen... sarà terminata (da Grégoire)... Se la si altera, non è una ragione sufficiente perché si snaturi la cattedrale di Reims... Una cosa è modificare la fisionomia incompleta di un edificio incompiuto, come Saint-Ouen, altra cosa è compromettere...un immobile che si può considerare finito, come il duomo di Reims>. • Conclude osservando come Vitet, patrocinando la suddette opera, abbia <fatto germogliare nella testa di tutti gli architetti di Francia, soprattutto in quella di Arveuf, l’idea di portare a termine le cattedrali loro affidate>. 11 A. N. Didron • Restauro: • assioma del 1839, pubblicato sul Bullettin archéologique (ripreso da Boito) • <In materia di monumenti antichi, è meglio consolidare che riparare, meglio rifare che abbellire; in nessun caso, bisogna aggiungere nulla, soprattutto niente sopprimere>. • Formula che si dimostrò molto elastica: • 1845: D. cerca i finanziamenti per riedificare i tre campanili e la guglia di Notre-Dame di Chalons-sur-Marne (sotto la richiesta dell’abate Champenois), demoliti nel 1793 dagli iconoclasti (alla sottoscrizione aderisce anche Mérimée). D., mentre ribadisce i principi, osserva come: <Se un incendio distrugge un tetto, se una inondazione smembra delle muraglie, se un uragano abbatte una torre, se una rivoluzione rovescia, in nome dell’uguaglianza politica, un campanile troppo bello e troppo orgoglioso sarà atto di follia e di puerilità quello di voler impedire la ricostruzione dl tetto, il ripristino del campanile, il consolidamento dei muri... Se i lavori... si sono fatti con scienza, intelligenza e sobrietà... li approviamo completamente>, gettando così le basi del cosidetto 12 RESTAURO STORICO. A. N. Didron • Fiengo: Didron, dunque cercò di ridimensionare la portata dell’integrazione stilistica da compiere sui monumenti; per cui suggerì di accantonare ogni proposito di restauro, per privilegiare, invece, il consolidamento e la manutenzione, limitando il rinnovamento alle sole parti danneggiate, che rivestivano un notevole interesse, ai fini dell’unità estetica dell’insieme; nè più nè meno di quanto aveva proposto V. Hugo. • 1845: accoglie sulla rivista un contributo di J. J. Bourassé (cfr. Carbonara, Avvicinamento al restauro, p.107), canonico titolare della cattedrale di Tours e corrispondente dei Comitati storici. Il prelato illustrava le <riparazioni> effettuate da Guérin alla sua chiesa, ispirate al principio di rifare le <statue mutilate, i portali smantellati, i timpani spezzati, le vetrate rovinate, gli stalli per metà bruciati, i contrafforti troncati, le muraglie lacerate>. • 1845: Charles de Montalembert, per richiedere l’approvazione di un credito speciale in favore dei lavori di Notre-Dame a Parigi, si rifece alle dottrine <archeologiche> di D. • Al termine <restauro> viene sostituito quello di <riparazione> dalla Camera dei deputati e dei pari e D., negli Annales si compiace che il suo principio sia stato acquisito. • Per cui, riferendosi a Lassus e a Viollet-le-Duc (l’intervento di quest’ultimo su Madeleine di Vézelay) D. definì una <ricostruzione> non un restauro) mentre li loda, osserva come, essendo architetti siano inclini a fare del nuovo. 13 Vitet • Il principale merito di un restauro è di passare inosservato: PASSER INAPERCUE 14 Vitet • Ispettore generale dei monumenti: 1830-1834 (nominato da Guizot) • viaggi d’ispezione; • propone al Ministro del commercio e dei lavori pubblici (conte D’Argout) di dichiarare 20 chiese monumenti nazionali e di restaurarle a spese dello Stato. • Sino a 28 anni si occupa d’archeologia, compie viaggi: Belgio, Olanda, Germania • Collabora con la rivista Revue Franaise. 15 Vitet • Successivamente s’interessa di monumenti medioevali, in particolare del gotico. • Gotico: • 1) arte nazionale • 2) matrice laica: emancipazione e promozione delle associazioni comunali garante delle libertà civili • 3) lezione razionalista : • Architettura f (u) archeologia f (u) al restauro • Per salvare il patrimonio architettonico sono necessari architetti preparati ad affrontare il restauro “in chiave 16 moderna” Vitet • Occorre al restauratore • 1) spogliarsi di ogni idea attuale, dimenticare il tempo in cui si vive • 2) farsi contemporaneo di tutto ciò che si restaura, degli artisti che l’hanno costruito, degli uomini che l’hanno abitato • 3) conoscere a fondo i processi dell’arte, non solamente nelle sue principali epoche, ma in ciascun periodo di ogni secolo, • 4) al fine di ripristinare un edificio sulla scorta di semplici frammenti, non mediante ipotesi e capriccio, ma attraverso un rigoroso processo logico. • 5) Il principale merito di un restauro è di passare inosservato: PASSER INAPERCUE 17 Vitet • “Alcuni giovani artisti si sono appropriati (...) dei segreti del passato; hanno esercitato non soltanto i loro occhi a ben copiare ciò che è distrutto, e ormai possiamo confidarlo senza timore, possono intraprendere senza paura un lavoro dianzi impossibile” ( Vitet, Des etudes archéologiques, p.390) • Si veda Viollet-le-Duc a proposito del castello di Coucy e della sua restituzione su <carta> 18 Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy (Paris: 1754-1849) • L’Architettura è nel Disegno => • il Restauro è nell’Integrazione A:D=R:I • L’unità ( = classicità) è la dimensione sovrastorica dell’architettura e pertanto ne è il fine • ripresa acritica delle concezioni classiciste senza alcun apporto di motivazioni razionalmente valide 19 Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy • • • • • • • • • • • * 1805 Saggio sull’ideale: ideale classicista, * 1834 amico di Canova al quale dedica un saggio * 1792-1825 Dizionario d’architettura (neoclassicismo accademico ) * 1823 Saggio sulla natura, il fine ed i mezzi dell’imitazione nelle belle arti: l’imitazione ha valore creativo (il classico come imitazione della natura; motivo romantico). * 1830 Storia della vita e delle opere dei più celebri architetti. Si deve sostituire la materia al fine di recuperare l’unità perduta con materiali uguali Ciò che viene restituito è l’idea (progetto) dell’architettura - semplificata: scopo 1) unità, 2) evitare il falso storico Importanza della conservazione in situ (Lettres à Miranda 1796 contro la spoliazione) I monumenti sono proprietà nazionali inalienabili. 20 Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy • • • • • Restauro archeologico: finalizzato alla possibilità di 1) somministrare all’arte dei modelli, 2) mantenere le testimonianze storiche; non fare false aggiunte, ma un’integrazione individuabile <in maniera che l’osservatore possa distinguere l’opera antica e quella riportata per completare l’insieme> con gli stessi materiali. 21 Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy • Contro: il gotico, il barocco, il rococò (mancano di unità) • Dalla Restaurazione del 1815 per un ventennio esercitò una vasta influenza sull’ambiente artistico francese (neoclassicismo) 22 Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy • LETTRES A’ MIRANDA (1796) : in situ • / • RESTAURO • \ • DICTIONNAIRE (1792-1825) • • Unità: dimensione sovra-storica dell’architettura • • Integrazione stilistica in restauro • / \ • P.D: P.C.: • ciò che viene sostituita è la materia; 1) ciò che viene restituito è il modello integrazione con lo stesso materiale l’architettura = progetto idea • 2) riportare le parti mancanti: senza dettagli per distinguere R. da originale 23 Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy • Integrazione stilistica in restauro • P. D. : ciò che viene sostituita è la materia: • integrazione con gli stessi materiali • P.C.: • 1) ciò che viene restituito è il modello: • l’architettura = progetto idea • 2) riportare le parti mancanti semplificate: senza dettagli per distinguere R. da originario 24 Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy • • • • • • RAPPORTO : ARTE/ NATURA: a) dimensione temporale: pittoresco (cancellare i segni del tempo) b) dimensione spaziale: arte: imita le proporzioni della natura in situ (le opere vanno lasciate nel proprio ccontesto) 25