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Diapositiva 1 - Francesco Rovetto
Un’introduzione alla MEDIAZIONE FAMILIARE LA MEDIAZIONE FAMILIARE RICHIEDE: Semplicità Organizzazione Intelligenza Modestia Empatia Comprensione materiale personale e riservato OGNI SEDUTA HA UNO SCOPO E UN OBBIETTIVO BEN PRECISO Lo scopo è determinato dal mediatore e si riferisce al tipo di intervento e al numero delle sedute a disposizione L’obiettivo è determinato congiuntamente da mediatore e parti e si riferisce al problema congiunto definito dalle parti 3 CARATTERISTICHE E’ un procedimento volontario, le parti possono interrompere la mediazione in qualsiasi momento e in qualsiasi caso. Il mediatore si impegna alla riservatezza, quanto detto nella stanza di mediazione non viene riportato in altre sedi. COME SI STRUTTURA LA MEDIAZIONE Si svolge attraverso una serie di incontri (10-12) con cadenza generalmente settimanale, di un’ora circa ciascuno. La mediazione non è una terapia e non deve creare dipendenza. QUANTI TIPI DI MEDIAZIONE La mediazione familiare consta di interventi volti a risolvere problemi all’interno della famiglia e di quelli relativi alla separazione e divorzio; La mediazione sociale:riguarda le dispute e i conflitti che possono determinarsi nell’ambiente di lavoro e di convivenza in genere come la scuola, i rapporti con ospedali e altre strutture pubbliche QUANTI TIPI DI MEDIAZIONE La mediazione culturale:per vivere insieme con razze e culture diverse è necessario imparare le differenze e conoscere cosa determina i valori e le scelte di costumi e ruoli delle persone che vivono con noi. La mediazione culturale serve per avvicinarsi ad esperienze diverse in modo costruttivo e per aiutare la partecipazione dei nuovi cittadini ai servizi e alle regole della comunità QUANTI TIPI DI MEDIAZIONE La mediazione nell’ambiente di lavoro e scolastico:sono ambienti di convivenza segnati da un significato importante e da un tempo comune, ripetuto e ordinato da regole, luoghi dove la mediazione ha un notevole valore di intervento, perché permette di creare una forte capacità di risolvere i problemi e di rimettere in gioco un’energia connotata da valore positivo. Le esperienze anglosassoni dimostrato che questo modello permette di rispondere al disagio in tempi brevi. I MODELLI DI MEDIAZIONE La mediazione è utilizzata per raggiungere un risultato concreto, un progetto di riorganizzazione delle relazioni e delle loro modalità. Si può attuare in varie forme: La mediazione integrata: prende in carico gli aspetti emotivi e affettivi determinati dalle problematiche relazionali. Il modello è flessibile, l’obiettivo è quello di capire la permanenza di una relazione, cosa e come condividere con l’altro, piuttosto che una demarcazione dei diritti. MODELLI DI MEDIAZIONE La mediazione strutturata:privilegia le regole, pone la sua attenzione prevalente al compito, si serve delle modalità della negoziazione e cerca di tenere fuori gli elementi emotivi. Più adatta al mondo del lavoro che alle problematiche familiari. Mediazione terapeutica: si assume di curare le relazioni, dopo una separazione e nella mediazione di divorzio. Privilegia la ricostruzione della comunicazione tra gli ex coniugi e cerca di proteggere i figli dal protrarsi dei conflitti dopo la separazione. Accetta i figli nel processo e prevede il cambiamento di sentimenti di collera e ostilità come base della mediazione stessa. MODELLI DI MEDIAZIONE Mediazione parziale: si occupa solo della situazione dei figli e definisce esclusivamente gli accordi educativi gli altri aspetti sono affidati a commercialisti e avvocati Mediazione globale: prevede che tutti gli aspetti siano messi in discussione e che su tutte le aree del negoziato sia stabilito l’accordo. Si pone come obiettivo di entrare in merito di tutti gli ambiti della negoziazione. IL CASO DELLA FAMIGLIA FERMI E LE FASI DELLA MEDIAZIONE Luca e Anna hanno due figli grandi, Mario e Maria, 18 e 16 anni. Vivono lontani dalla FAO ma sono legati e se ne preoccupano, anche se non di frequente. Si ammala la madre di Luca:invalida e bisognosa di assistenza. Luca figlio unico sente la responsabilità di prendersi cura dei genitori ora che la madre è invalida. Senza chiedere a moglie e figli fa trasferire i genitori nella propria casa. UN CASO Da un discorso del nonno Maria capisce che si tratta di un trasferimento definitivo e va su tutte le furie. Anna apre il problema in modo aggressivo, Mario sostiene il padre per poi cambiare idea quando la madre prospetta che dovrà rinunciare alla sua stanza per darla ai nonni e che dovrà restare a casa per aiutarli.. Tutti sanno che la presenza della madre invalida sarà faticoso per la famiglia. Sul piano emotivo quella più in difficoltà è Anna, vede con preoccupazione la disparità rispetto ai suoi genitori. IL CASO Nella fase immediata Luca resta solo nell’assistenza ai genitori, moglie e figli si rendono indisponibili per turni e servizi. Amici comuni suggeriscono a Luca di parlarne con un mediatore familiare che riceve la famiglia al completo per affrontare con loro le possibili soluzioni al problema. FASI DELLA MEDIAZIONE IN GENERALE Prima fase della mediazione: in una prima fase, dopo il riconoscimento del problema, l’acquisizione delle informazioni più generali, viene chiesto di esplicitare il motivo del conflitto e vengono evidenziati i vari modi di leggere la situazione. Anna dice che Luca avrebbe dovuto consultarsi consultarsi con lei prima di prendere la decisione e che andrebbero considerate entrambe le famiglie di origine. Luca sostiene di essere stato spinto alla decisione dalla mancanza di partecipazione della famiglia all’assistenza necessaria ai suoi; i ragazzi chiedono si essere messi al corrente per decisioni che ricadranno sulla vita di tutti e avranno ripercussioni anche sui loro spazi e sulle loro libertà. Definizione congiunta del problema: si chiede a tutti i membri della famiglia di partire dalla riflessione se esiste la necessità di dare aiuto ai nonni si valuta se tutti sono d’accordo che non si possano abbandonare e che il problema consiste nel riorganizzare la vita di tutti i giorni. Maria propone una casa di riposo con calendario di visite, Mario cede la stanza ma dichiara di non potersi occupare di loro. Anna dice che si deve trovare una soluzione che permetta di aiutare un domani anche i suoi genitori. Brainstorming: si mettono in fila tante idee diverse e poi si valutano con le seguenti categorie: molto probabili, probabili, poco probabili, impossibili. Si decide di provare a immaginare delle soluzioni diverse da quelle che sono state pensate finora, lasciandosi andare alla creatività. Luca pensa che potrebbe trasferirsi dai suoi per l’assistenza notturna, Anna propone di vender entrambe le case e comprarne una grande dove costruire spazi separati e comuni, magari con l’aiuto di una badante. Maria propone la sua uscita di casa che permetterebbe di liberare un’altra stanza e di pensare ad una possibilità anche per i nonni materni. Stesura dell’accordo: dopo il brainstorming la famiglia si accorda per un progetto a stadi: Anna troverà la badante che supervisionerà, Maria cercherà una stanza da condividere con un’amica anche in vista dell’università, Mario chiede di poter ricavare un suo spazio nella mansarda. Luca nella fase organizzativa, dovrà passare qualche notte nella casa dei suoi e allo stesso tempo aiutare Anna a cercare soluzioni abitative, senza penalizzare i figli. Fase dell’urgenza e fase dell’organizzazione: l’accordo prevede che sia definita la prima fase degli impegni, Luca chiederò ai genitori se sono disponibili a vendere la casa dove stanno e a trasferirsi nella stanza di Mario in attesa della soluzione definitiva. Fase intermedia: Luca potrà disporre della libertà di aiutare i genitori, contando sulla collaborazione di tutti. Mario andrà in mansarda. Anna avrà un aiuto domestico finanziato dai suoceri. Verrà studiato un turno domenicale e per il w-e per permettere ai coniugi di mantenere una vista normale, ci vedere amici e svolgere varie attività. COMMENTO La famiglia ha attraversato il percorso della mediazione: ha preso contatto con le difficoltà e si è attivata per trovare una soluzione congiunta al problema. La mediazione è partita dalla condizione di necessità, ha attraversato le fasi delle alleanze e degli scontri familiari, ha messo in evidenza emozioni e motivazioni. Le alleanze contro Luca si ricompongono sulla base del riconoscimento delle necessità prioritarie: l’assistenza ai nonni. La soluzione comprende anche mettere in evidenza l’evoluzione delle relazioni su un piano trigenerazionale con figli e nonni. Un delicato equilibrio che potrebbe rompere, se mal gestito, l’intimità dei coniugi. Questi problemi vengono inseriti nel dibattito e servono alla stesura di un contratto di impegno reciproco, di definizioni di regole e fasi. La stesura dell’accordo, che fa passare dalla fase orale alla fase scritta, serve per una più attenta valutazione delle situazioni e per non ritrovarsi a un tradimento nell’accordo. La pazienza della definizione e della stesura dell’accordo permette di passare da una situazione emotiva ad una razionale. MEDIAZIONE DI SEPARAZIONE E DIVORZIO La separazione in senso generale può avere significati positivi, in adolescenza significa autonomia. La separazione coniugale come rottura della famiglia costituita viene considerata negativamente soprattutto in relazione alla presenza dei figli. Anche in casi in cui sia inevitabile (violenze e abuso ecc.) difficilmente viene considerata come un normale processo di cambiamento. Nonostante le battaglie per una legislazione che consetisse il divorzio, l’atteggiamento generale nel nostro paese rispetto alla separazione è di poco cambiato, tali stili di negazione hanno impedito la nascita di servizi rivolti alla consulenza alle famiglie in via di separazione. Il vissuto generale è quello di giudizio e solitudine. In generale in tutte le separazioni non aggressive o distruttive, si attraversa una fase di fatica e la necessità di tutelare i figli. LE DIFFICOLTÀ DELLA SEPARAZIONE Spesso il processo di separazione viene reso più difficile e distruttivo dalle intromissioni delle FAO, e dagli avvocati. È assai raro che la coppia decida di separarsi di comune accordo perciò parliamo di soggetto attivo, che ha pensato per primo alla separazione e ha elaborato la decisione senza iniziare una discussione con l’altro, o quello che decide la separazione dopo aver consolidato e reso stabile un altro rapporto che diviene sostitutivo. Il soggetto passivo: della separazione, anche se può essere stato un protagonista importante nel definire la crisi del matrimonio, in genere non ha elaborato il processo di fine del rapporto: non ha scisso in modo vero il NOI ella coppia dalla sua dimensione di persona e tende a reagire in modi che oscillano dall’ira alla depressione. La gestione di questa fase del divorzio, detta “a caldo”, il momento in cui irrompono le parti inconsce e istintive, può permettere una forte riduzione del danno. È decisivo il modo in cui si articola questa fase a caldo, fondamentale il ruolo del mediatore nel sottolineare l’importanza del rispetto dei sentimenti reciproci, consapevolezza dei torti e presa di responsabilità ma anche la presenza nei coniugi delle risorse per superare la crisi. FASI DELLA SEPARAZIONE E DEL DIVORZIO Il divorzio è un processo evolutivo dinamico ricco di grandi cambiamenti. Caratteristiche sono la sua accettazione o il suo rifiuto, entrambi i partner soffrono proprio perché il cambiamento è crisi. Compito del mediatore è considerare questi fattori per rendere il più agevole possibile la mediazione. Inoltre il mediatore deve utilizzare come strumento la ridefinizione in positivo Si tende a considerare la separazione e il divorzio come una sconfitta, un fallimento. Il mediatore deve aiutare la coppia a considerarlo come l’inizio di un nuovo processo evolutivo che avrà le sue tappe nel ciclo vitale della famiglia separata: la crescita dei figli, i cambiamenti rispetto alla FAO, i cambiamenti della famiglia allargata, ci potranno essere altre famiglie con altri figli. Il compito dei coniugi e di tutta la famiglia è di elaborare la fine del matrimonio. In genere nella mediazione come nella terapia di coppia di tende a considerare corresponsabili i partner della fine del rapporto. Sta ai coniugi nel tempo sciogliere nelle maniera più costruttiva possibile ciò che hanno creato. L’evento separativo viene ancora vissuto e percepito in termini negativi. La separazione è una perdita in tutti i sensi, una perdita di una persona che per poco o molto tempo ha fatto parte integrante della nostra vita. Ma mentre la nostra società “accompagna” attraverso la ritualizzazione tutti i lutti che costellano una vita, così non è per la separazione. Chi vive questo momento doloroso, si trova da solo. La solitudine e il dolore per la perdita portano all’infantilizzazione, che spinge a cercare giustizia, delegando qualcun’altro a prendere decisioni per noi, sperando di riscattarci… da cosa?? FASI DELLA SEPARAZIONE Il mediatore, per potere meglio gestire le fasi di sofferenza e conflitto dei coniugi e giungere alla realizzazione dell’obiettivo comune deve valutare la fase del divorzio in cui si trova la coppia. Divorzio emotivo: fase che inizia prima della scelta di separazione vera e propria, caratterizzate da situazioni emotive di distanza alternate a stress ed esplosioni di pianti ed ira. Questa fase può permanere per anni creando ostacoli alla definizione degli accordi. Divorzio legale: rappresenta la fase della concretizzazione, si verifica all’uscita di casa di uno dei due partner, in questa fase possiamo avere situazioni depressive e di aggressività Divorzio economico: avviene come fase antecedente al divorzio legale, dipende dallo stile che la coppia ha avuto di gestire la questione economica, divisione o comunione dei beni, conti separati o congiunti. Un buon patto economico è fondamentale per diminuire livelli di scontro ed aggressività. Divorzio all’interno delle famiglie di origine: generi e nuore spesso possono essere molto legati alle famiglie di origine del partner, cognati e nipoti con cui abitualmente si aveva un rapporto positivo possono entrare in risonanza negativa. Si possono verificare dispetti e recriminazioni. È una fase difficile che deve trovare un suo equilibrio scegliendo i rapporti che si vogliono portare avanti. PROBLEMI LEGATI ALL’AFFIDAMENTO DEI FIGLI Questo è uno degli aspetti che maggiormente crea ostilità e contrasto tra i partner. Nella fase della separazione e successivamente alla sentenza di divorzio le relazioni con i figli sono regolate da una fase si accordo informale seguite da un accordo formale che può essere conflittuale o consensuale. Per i figli la soluzione migliore è un clima di armonia caratterizzato dall’affetto di tutti i membri della famiglia. Il divorzio psicologico: è la fase più difficile e più importante da raggiungere, mette in moto la possibilità di pensare alla propria vita in termini soggettivi raggiungendo una nuova maturità. Il div. Psi si realizza quando una persona riesce a risolvere l’attaccamento alla vecchia coppia e alla sua precedente immagine a quella collegata. Si tratta di un vero e proprio percorso evolutivo che la mediazione può rendere più semplice e proficuo. SCOPO DELLA MEDIAZIONE Costruire nuove trame relazionali e psicologiche per garantire la possibilità evolutiva e il futuro dei figli, come: raggiungere un rapporto funzionale con l’ex partner; raggiungere un ragionevole adattamento emotivo; capire quanto abbiamo contribuito alla disfunzione del rapporto; trovare fonti di appoggio emotivo; aiutare i figli ad adattarsi alla perdita. VIE POSSIBILI Con la mediazione è possibile stabilire intese ed accordi duraturi e sostenibili nel tempo che consentano ai figli un po’ di serenità e ai genitori la possibilità di esercitare insieme il loro compito di genitori. Tutto questo affinché i figli di separati siano come tutti gli altri bambini “un po’ tristi e un po’ felici”… materiale personale e riservato SEDUTE CLASSICAMENTE STRUTTURATE PER UNA MEDIAZIONE DI SEPARAZIONE/DIVORZIO Seduta di orientamento iniziale Seduta a tema sui bisogni dei figli Seduta a tema sui turni di cura e responsabilità Seduta a tema sui beni e le proprietà Seduta a tema sul budget Seduta sull’accordo Firma dell’accordo e congedo dalla coppia 38 materiale personale e riservato SCOPI DELLA SEDUTA DI ORIENTAMENTO Informare le parti sulla mediazione e accertarsi di ottenere una partecipazione informata, consapevole e volontaria Rendere espliciti gli obiettivi delle parti Strutturare il processo di mediazione 39 materiale personale e riservato TECNICHE DI BASE Re-framing (riformulazione, riassunto, parafrasi, perifrasi, ) Domande Relativizzazione ed eliminazione dell’egorelativismo, vivere la reciprocità Pensare al futuro Identificazione e classificazione esplicita dei conflitti Identificazione e considerazione esplicita delle strategie conflittuali (che cosa/come) Specchio emozionale, favorire empatia, mettersi nei panni di. Uso di metafore 40 materiale personale e riservato LINGUAGGIO Chiaro Semplice Comprensibile ed adatto alle parti Tipico del contesto familiare (non di contesti antagonistici, legali, militari, ecc.) 41 REGOLE DELLA COMUNICAZIONE PER IL MEDIATORE ( E NON SOLO…) Parlare senza interrompere Non litigare ma discutere Non accusare l’altro, non è corretto dal punto di vista dell’ascolto e della comunicazione e nasconde una mancanza di assunzione di responsabilità Saper raccontare i fatti e non le opinioni, lo sforzo di oggettivare è indispensabile, il mediatore deve aiutare i coniugi a confrontarsi con la realtà delle cose. REGOLE DELLA COMUNICAZIONE IN MEDIAZIONE Ognuno deve parlare a titolo personale senza esprimere giudizi sull’altro Aiutare le persone in gioco a riconoscere i propri sentimenti e quelli altrui, in una parola empatia per i sentimenti nostri e per quelli espressi dall’altro, non valutare solo secondo il nostro metro di giudizio ma anche pensando al codice dell’altro. Rendere meno significativa la rabbia e la negatività, smorzare le emozioni distruttive, è importante normalizzare i comportamenti anche forti relativizzando con situazioni simili. Normalizzare permette di accettare quello che sta succedendo, che proviamo per poi muovere verso il cambiamento. materiale personale e riservato ATTEGGIAMENTO NON VERBALE Attento Educato Accogliente Rispettoso Non giudicante Equo Sorridente/sereno Modesto 44 COMPITO DEL MEDIATORE Il mediatore lavora come una persona non coercitiva e neutrale per aiutare le parti a negoziare un accordo che serva loro meglio di ogni loro altra alternativa. I LIMITI DELLA MEDIAZIONE I limiti della mediazione sono rappresentati dai suoi presupposti, ovvero da alcuni prerequisiti necessari per la sua corretta applicazione, nonché per la riuscita della stessa. Possono essere sia interni, sia esterni. LA VALUTAZIONE DELLA MEDIABILITÀ Nei casi di separazione particolarmente conflittuale, la fase iniziale della mediazione serve per valutare la mediabilità in quella determinata coppia. Ovvero se esiste il terreno per poter attuare una vera mediazione. Al di là della presenza di condizioni di patologia, si può verificare il caso in cui uno o entrambi in partner non siano disponibili alla negoziazione, ovvero di attribuire all’altro quelle qualità di riconoscimento e rispetto indispensabili ad un dialogo. È quindi possibile che nella fase preliminare nell’ascolto di una richiesta risulti difficile per l’operatore individuare la presenza di una capacità negoziale, intesa come atteggiamento di accettazione delle premesse dell’altro come premesse funzionali rispetto alla percezione dei propri bisogni, e che promuova un clima di riconoscimento e rispetto. I REQUISITI INTERNI volontarietà intenzionalità abilità responsabilità assenza di giudizio sincerità e trasparenza autonomia assenza di patologie capacità del mediatore riservatezza I REQUISITI ESTERNI presenza di terze parti collaborative assenza di procedure giudiziarie connesse risorse a disposizione possibilità di superare la scarsità di risorse il diritto non è esaustivo o chiaro a riguardo non è possibile interrompere la relazione tra le parti APPLICAZIONE DELLA MEDIAZIONE Opportuna: presenza requisiti interni, presenza requisiti esterni Possibile: presenza requisiti interni, mancanza alcuni requisiti esterni Non opportuna: mancanza diversi requisiti esterni Non possibile: mancanza requisiti interni Pericolosa: mancanza requisiti interni, esterni e di sicurezza ELEMENTI DEL CONFLITTO Emozioni Strategie conflittuali Bisogni Interesse comune Risorse/Limiti EMOZIONI Possono rendere il conflitto particolarmente difficile Possono rendere particolarmente difficile al mediatore gestire le parti Possono rendere alle parti particolarmente difficile restare in mediazione STRATEGIE CONFLITTUALI Affermazione di sé e capacità di ascolto permettono la collaborazione (problem-solving), quindi sono il motore della mediazione Sono atteggiamenti conflittuali che possono rendere inopportuna la mediazione se persistenti: attacco/difesa, falsa remissività, negazione, arroccamento, manipolazione BISOGNI Fisiologici e “normali”: sono il motore della mediazione Patologici e compulsivi: possono rendere impossibile la mediazione INTERESSI Consapevoli, palesi, chiari: sono il motore della mediazione Intenzioni nascoste consapevoli o inconsapevoli, interessi percepiti come “tutto o niente”, scadenze temporali, dipendenza da terzi assenti durante le trattative: possono rendere molto difficile la mediazione o inopportuna LE NEVROSI disturbi emotivi che colpiscono la struttura della personalità, senza perdere il contatto con la realtà. capacità critiche e cognitive presenti. riconoscimento della sproporzione tra sentimenti emotivi e stimoli esterni. disturbo dell'adattamento emotivo derivante da conflitti interni non risolti. tentativo di risolvere quei conflitti in un modo che però ostacola l'efficienza della persona nella vita. LE PSICOSI disturbi gravi della vita emotiva e della integrazione della personalità = perdita del contatto con la realtà. il pensiero, i sentimenti e il modo di agire sono al di fuori del normale. interferiscono nella capacità di adattamento sociale della persona. SCOPO DELLA MEDIAZIONE DI DIVORZIO Traghettare la coppia da: coppia CONIUGALE A coppia GENITORIALE Definizione (dr.ssa Paola Agni): in prima approssimazione mi piace descrivere la mediazione con un’immagine: “un PONTE” che congiunge due sponde, un ponte che congiunge e non riunisce, un ponte che garantisce il passaggio. La mediazione è proprio questo, è un percorso in cui la coppia “accompagnata” da un terzo neutrale, il MEDIATORE, nell’ambito della propria autonomia e autoderminazione ristabilisce la comunicazione e riesce a trovare solidi accordi accettati da entrambi per riorganizzare la relazione familiare ed essere titolari entrambi della responsabilità genitoriale. QUANDO RICORRERE ALLA MEDIAZIONE FAMILIARE? Nei casi di separazione e divorzio le coppie possono rivolgersi ad un mediatore che li accompagnerà aiutandoli ad ascoltarsi e parlarsi nella definizione di accordi di separazione, accordi per cui ognuno senta di pagare il giusto prezzo. SEPARAZIONE E DIVORZIO Non è la separazione che porta effetti negativi e patologie, ma solo la cattiva separazione, il conflitto esacerbato, porta con sé grandi sofferenze. E’ importante che il conflitto sia vissuto in termini di trasformazione positiva. COSA VIENE CHIESTO ALLA COPPIA? Ai genitori viene chiesto di prendere coscienza dei problemi che la situazione di separazione comporta per sé e per i figli, cercando insieme di risolvere tutti i problemi, partendo dai più urgenti. E’ la coppia e non un soggetto terzo che decide. IL RUOLO DEL MEDIATORE E’ colui che favorisce lo sviluppo circolare della comunicazione, non svolge pertanto funzione di esperto, poiché il suo compito è proprio quello di riattivare la comunicazione e il dialogo fra la coppia, riattivando le risorse delle parti coinvolte, spesso sopite nel conflitto. LA MEDIAZIONE INTEGRATA La mediazione non è sostitutiva al sistema legale, anzi per converso i risoltati della mediazione sono migliori quando è il frutto di una integrazione fra legale e mediatore. Non sempre la mediazione familiare è possibile, per esempio nei casi di violenza non è auspicabile. OGGETTO DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE In mediazione si affrontano sia i temi della quotidianità, che spaziano dalla gestione dei figli, alle questioni di carattere economico patrimoniale, sia tutte quelle vicende attinenti al profilo relazionale affettivo, che però sono funzionali alla definizione di accordi. FILOSOFIA DI PENSIERO Chi meglio di noi può decidere il proprio futuro? Chi meglio di noi può conoscere le esigenze dei nostri bambini? Con la mediazione i genitori sono chiamati in prima linea a determinare gli accordi separativi. In questo modo entrambi i genitori risulteranno vincitori. I BAMBINI VANNO IN MEDIAZIONE? I bambini non vanno in mediazione. Nel quotidiano era la coppia che decideva anche per i figli, e così deve continuare ad essere, anche dopo la separazione. I bambini devono ancora sentire un NOI; quel NOI per i bambini è importantissimo, perché hanno bisogno di radici. EFFETTI POSITIVI Quando i genitori fanno qualche cosa di buono per loro, lo fanno anche per i bambini. La separazione porta spesso con sé un sentimento di fallimento, i genitori devono imparare a capire che non è finita la vita, ma solo un pezzo di vita. Riuscire a comunicare e a costruire “accordi” è un modo per uscire da quella sensazione di fallimento e smarrimento; un modo per riappropriarsi della propria vita e andare avanti meglio… BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Francesco Canevelli e Marina Lucardi, La mediazione familiare Robert E. Rothenberg, The New Illustrated Medical Encyclopedia for Home Use, Abrasale Press, New York Pierre Daco, Les Prodigieuses Victoires de la Psychologie Moderne, Marabut Alleur (Belgique), 1960 Mara Selvini Palazzoli & Co., I giochi psicotici nella famiglia, Raffaello Cortina Ed., 1988 Ernest R. Hilgard, Introduction to Psychology, Harcourt, Brace & World, Inc. New York, 1953 Umberto Galimberti, Dizionario di Psicologia, UTET, 1994