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L` AIDS - Istitutocomprensivocavaria.it

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L` AIDS - Istitutocomprensivocavaria.it
L’
L’AIDS
MARTINA ZAMINATO
CLASSE 3° A
ANNO SCOLASTICO 2012/2013
AIDS e HIV: sintomi - cause - test - trasmissione
Introduzione
AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) sta per sindrome da immunodeficienza acquisita,
una malattia che rende difficile al corpo contrastare le altre malattie infettive.
Il virus da immunodeficienza umana, conosciuto come HIV, causa l’AIDS infettando e
danneggiando parte delle difese del corpo contro le aggressioni esterne, i linfociti in particolare,
che sono un tipo di globuli bianchi che nel sistema immunitario hanno il compito di combattere ed
eliminare i batteri e virus invasori.
L’HIV può essere trasmesso attraverso il diretto contatto con il sangue o con i liquidi del corpo di
qualcuno che è stato infettato dall’HIV; il contatto di solito avviene scambiandosi aghi o avendo
rapporti sessuali non protetti con una persona infetta. Un neonato può contrarre l’HIV dalla madre
che è infetta.
Sebbene esistano delle cure per l’HIV e l’AIDS, non esistono vaccini o medicine risolutive; esistono
dei comportamenti che, se assunti, permettono di prevenire il contagio.
Il virus HIV attacca specifici linfociti, chiamati cellule T-helper (conosciute anche come cellule T),
prende il sopravvento su di esse e si moltiplica. Questo processo continuo distrugge altre cellule T,
compromettendo così la capacità del corpo di reagire ad insulti esterni attraverso il sistema
immunitario.
Quando il numero di cellule T diminuisce considerevolmente, le persone con HIV sono più
predisposte ad altre infezioni e potrebbero contrarre alcuni tipi di cancro che un corpo sano
normalmente sarebbe capace di combattere. Questa ridotta immunità (immunodeficienza) è
conosciuta come AIDS e potrebbe trasformarsi in gravi infezioni, alcune forme di cancro ed il
deterioramento del sistema nervoso. Sebbene l’AIDS sia sempre il risultato di un’infezione da HIV,
non tutti quelli che hanno contratto l’HIV hanno l’AIDS. In realtà, gli adulti che hanno contratto HIV
possono sembrare sani per anni prima che si ammalino di AIDS.
Diffusione
Il primo caso di AIDS è stato rilevato e studiato nel 1981, ma questa malattia potrebbe essersi
sviluppata in precedenza senza essere isolata o riconosciuta. L’infezione da HIV che porta all’AIDS
è una delle principali cause di malattie e morte tra bambini, adolescenti e adulti in tutto il
mondo. L’AIDS è stata la sesta causa principale di morte negli Stati Uniti tra i 15 e i 20 anni di età
dal 1991.
In anni recenti la percentuale di infezioni da AIDS è aumentata tra gli adolescenti e i giovani, la
metà di tutte le nuove infezioni da HIV negli Stati Uniti si presenta in persone al di sotto dei 25
anni; migliaia di adolescenti contraggono l’HIV ogni anno. La maggior parte dei nuovi casi di HIV
nelle persone più giovani provengono da rapporti sessuali non protetti, ed un terzo tramite lo
scambio di aghi sporchi con sangue infetto.
Tra i più giovani invece la maggior parte dei casi di AIDS. e quasi tutte le nuove infezioni da HIV,
sono causati dalla trasmissione del virus HIV dalla madre al bambino durante la gravidanza, la
nascita o attraverso l’allattamento al seno.
Fortunatamente i farmaci attualmente somministrati alle donne sieropositive in gravidanza hanno
ridotto la percentuale di trasmissioni di HIV da madre a figlio. Questi farmaci sono anche usati per
rallentare o ridurre alcuni effetti della malattia nelle persone già infette; sfortunatamente queste
cure non sono facilmente disponibili in tutto il mondo, soprattutto nei paesi più poveri gravemente
colpiti dall’epidemia. La possibilità di accesso a queste cure salvavita è diventata una questione di
importanza mondiale.
Sintomi
L’infezione da HIV passa essenzialmente attraverso 4 stadi principali:
1.
2.
3.
4.
incubazione
infezione acuta
periodo di latenza
AIDS
L’iniziale periodo di incubazione, totalmente asintomatico (privo cioè di sintomi) dura mediamente
da 2 a 4 settimane dal momento del contagio.
Il secondo stadio, l’infezione acuta, dura in media 28 giorni (ma in genere meno) e si manifesta in
i
alcuni casi attraverso sintomi di tipo influenzale.
Più raramente compaiono anche:
•
•
•
•
•
•
mal di testa
nausea e vomito
ingrossamento del fegato/milza
perdita di peso
mughetto
sintomi neurologici
•
La terza fase diventa nuovamente priva di sintomi e può durare da 2 settimane a 20 anni ed oltre,
fin quando sopraggiunge la fase dell’AIDS con sviluppo di infezioni e tumori di varia natura
(polmonite, micosi, …)
Appena i sintomi dell’AIDS si manifestano possono includere:
•
rapida perdita di peso
• febbre
• forte stanchezza
• linfonodi ingrossati
• diarrea persistente
• agitazione e sudorazione notturna
• tremore
• polmonite
Coloro che contraggono il virus risultano essere in pericolo la vita, in quanto soggetti ad avere
infezioni opportunistiche come la polmonite, varie forme di tumore come il Sarcoma di Kaposi,
tumori del cervello e linfomi.
Sintomi nei neonati
Sebbene nei neonati possano non esserci segni fisici immediati dell’infezione da HIV , questi segni
di infezione potrebbero comparire nel giro di 2 o 3 mesi dalla nascita.
Un bambino con HIV può anche avere attacchi più gravi delle comuni infezioni dell’infanzia e
sviluppare infezioni opportunistiche, che sono malattie in grado di manifestarsi solo in sistemi
immunitari indeboliti.
Nei neonati si riscontrano inoltre un insufficiente aumento di peso, ripetute infezioni da fungo alla
bocca (mughetto), linfonodi ingrossati, fegato o milza ingrossati, problemi neurologici ed infezioni
batteriche multiple, compresa la polmonite.
Nei paesi in via di sviluppo la tubercolosi è un problema particolarmente comune e spesso la causa
di morte di bambini e adulti.
Trasmissione
L’HIV viene trasmesso attraverso il diretto contatto con il sangue o i liquidi corporei di qualcuno
che è affetto dal virus.
Le principali modalità i con cui l’HIV viene trasmessa sono:
1.
2.
3.
4.
nell’utero della madre (intrauterino) durante il periodo di gravidanza
al momento della nascita
durante l’allattamento
attraverso comportamenti ad alto rischio
• rapporti sessuali non protetti (sesso orale, vaginale o anale),
• scambio di aghi usati per iniettare steroidi o droga, tatuaggi e body art.
In casi molto rari l’HIV viene anche trasmesso attraverso il diretto contatto con una ferita aperta di
una persona infetta (il virus potrebbe introdursi attraverso un taglio o una lacrima nel corpo di una
persona sana) e attraverso le trasfusioni di sangue.
Il virus dell’HIV si trova in quantità significativamente importante nel:
•
sangue
liquido pre-eiaculatorio e sperma
fluido vaginale
latte materno
•
•
•
La saliva non contiene una quantità significativa, a meno di presenza di problemi in bocca che
determinino per esempio la fuoriuscita di sangue.
Tutte le mucose dell’organismo sono esposte a rischio di contagio:
•
•
•
•
•
•
glande e cute interna del prepuzio (parti anatomiche del pene),
vagina
congiuntiva dell’occhio
interno dell’ano
narici e interno del naso
bocca
Da un punto di vista molto generale possiamo considerare come atteggiamenti sessuali
abbastanza sicuri i rapporti protetti da preservativi ed i baci, mentre è ovviamente ad alto rischio
un rapporto completo non protetto.
Test
Il test attualmente più utilizzato per rilevare un eventuale contagio da HIV è il test “HIV Ab”, in
grado di rilevare la presenza di anticorpi prodotti dall’organismo in risposta al virus. Di norma il
test HIV Ab viene eseguito con il metodo ELISA, per questo motivo di solito si parla genericamente
di test ELISA.
Test precoci
Sono sempre più diffusi ed utilizzati dei test precoci, per esempio il test dell’antigene p24, in grado
di fornire un risultato praticamente definitivo ben prima dei classici 3 mesi; si consiglia in ogni caso
di affidarsi al giudizio di un medico esperto in malattie sessualmente trasmesse, che guiderà nella
scelta dei modi e dei tempi da seguire per arrivare ad una corretta esclusione o diagnosi della
malattia.
Durata
Non esistono al momento cure per la guarigione dall’HIV o dell’AIDS: i bambini che contraggono
l’HIV alla nascita sviluppano AIDS prestissimo e tendono ad avere complicazioni più gravi rispetto
agli adulti con il virus.
Sebbene tutti i bambini, gli adolescenti e gli adulti con l’HIV alla fine si ammaleranno, recenti
progressi medici hanno significativamente apportato un aumento della possibilità di
sopravvivenza. Le cure con i farmaci permettono alle persone di vivere con l’HIV senza i sintomi più
a lungo e possono migliorare la qualità della vita delle persone con AIDS.
L’HIV si trasforma in AIDS in un tempo variabile, dipendente dal virus, dall’ospite e da fattori
ambientali; la media è attorno ai 10 anni, ma non devono stupire periodi più brevi o più lunghi.
La sopravvivenza media con terapia antiretrovirale è di 4-5 anni dal momento della diagnosi di
AIDS conclamato (e quindi non dalla condizione di sieropositività). Senza il supporto terapeutico la
morte sopravviene entro un anno. La maggior parte dei pazienti muore per infezioni
opportunistiche dovute al progressivo indebolimento del sistema immunitario.
Un recente studio pubblicato sul British Medical Journal fissa nuovi termini di sopravvivenza: un
ventenne che si infetta oggi può sperare di riuscire a vivere fino a 66 anni se maschio e 76 anni se
femmina ed i progressi negli ultimi anni sono dovuti a scoperte di nuove terapie ed alla possibilità
di diagnosi precoce.
E’ infine stato confermato che il momento in cui si inizia la terapia antiretrovirale ha un impatto
decisivo sull’aspettativa di vita: quanto più è precoce tanto più è probabile rallentare la
progressione della malattia.
Sieroposività
Dobbiamo sottolineare che nel momento del contagio i soggetti che contraggono l’HIV non
mostrano alcun sintomo.
Possono trascorrere vari anni (fino a 10) durante i quali queste persone si sentono in piena
salute, pur avendo una risposta positiva ai test per il virus Hiv: essere HIV+ ("sieropositivi")
dunque, non significa necessariamente avere l'AIDS.
Sieropositività è la fase che fa seguito all'infezione primaria, un periodo più o meno lungo, senza
manifestazioni patologiche, durante il quale comunque si verifica una progressiva replicazione
virale, una riduzione progressiva del numero dei linfociti ed il progressivo deterioramento del
sistema immunitario.
La persona sieropositiva non presenta nessuna evidenza esteriore della presenza del virus nel
proprio organismo. Nell’arco di questo tempo possono trasmettere il virus senza nemmeno sapere
di averlo e la persona sieropositiva, che ha rapporti sessuali non protetti, può infettare il partner e
può anche peggiorare la propria situazione reinfettandosi (superinfezione) con un virus diverso dal
proprio, magari resistente a diversi farmaci.
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