Le radici del mondo moderno - Comune di Civitanova Marche
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Le radici del mondo moderno - Comune di Civitanova Marche
Le radici del mondo moderno Nell’opinione comune, il Medioevo è considerato un’epoca oscura, caratterizzata da un profondo declino materiale e culturale. Le popolazioni dell’Europa cristiana appaiono preda di fame, delle epidemie, delle malattie croniche. Lo spazio della città si restringe, declinano i traffici e l’artigianato urbano. Nelle campagne i contadini sono soggetti all’arbitrio dei signori, padroni dei castelli e delle terre circostanti. L’analfabetismo dilaga, l’umanità impaurita si sente preda del diavolo e cerca conforto nella religione cristiana, che promette il paradiso per i buoni e l’inferno per i malvagi. Questa, però, è un’immagine parziale. In questi secoli, furono poste le premesse di una prorompente rinascita, dalla quale sarebbe nata l’età moderna. Rocca D’Ajello Camerino (Mc) La Rocca d'Ajello, eretta da Gentile I da Varano intorno al 1260 è un'antica fortezza dei duchi Varano, signori di Camerino fra il '200 e il '500. Un concetto storiografico Quindi, di che cosa parliamo quando pronunciamo la parola Medioevo ? Di “comportamenti medievali”, di “società ferme al Medioevo”; solitamente, questo periodo storico viene associato ad un giudizio negativo o, quantomeno, fortemente limitativo nonostante gli studi degli ultimi decenni lo abbiano ampiamente rivalutato. Fu nel XV sec. che si cominciò a parlare di una media tempestas (poi medium aevum), ovvero di una età d mezzo che avrebbe separato l’antichità classica dal cosiddetto Rinascimento. Quest’epoca, che in una periodizzazione introdotta nel XVII sec. veniva compresa fra le invasioni barbariche, la caduta dell’Impero romano d’Occidente, che ancora oggi viene convenzionalmente posta fra il 476 (deposizione dell’ultimo imperatore d’Occidente) e il 1492 (sbarco di Colombo in America), è stata a lungo giudicata una fase di rallentamento se non di vero e proprio regresso nello sviluppo civile. Questo giudizio critico venne sostenuto con enfasi particolare dal Settecento razionalista e illuminista, che condannava, del Medioevo, soprattutto lo strapotere della chiesa e la mentalità subordinata a una concezione dogmatica della religione. Solo con il Romanticismo dell’Ottocento, l’età medievale cominciò a essere rivalutata e, sia pure al prezzo di notevoli forzature, si cercò in essa la nascita dei popoli e delle nazioni moderne. Nel Medioevo si possono distinguere • Un Alto Medioevo, compreso tra il V e l’XI sec. • Un Tardo o Basso Medioevo compreso tra l’XI ed il XV sec. Se l’anno Mille, in questo quadro, rappresenta senz’altro un momento di interruzione della continuità storica e consente agevolmente di dividere in due l’età medievale, resta da definire quando questa può dirsi conclusa. La periodizzazione tradizionale indica il 1492, anno dello sbarco di Colombo sul continente americano. Ma in realtà si tratta solo di una data convenzionale: quel viaggio di Colombo si inseriva in una serie di esplorazioni iniziate molti decenni prima da vari navigatori europei, le quali erano già il prodotto di cambiamenti importanti sul piano politico, economico e culturale, che avevano precedentemente segnato la fine dell’età medievale. La questione rimane aperta: quando ebbe termine il Medioevo ? Oggi, la storiografia è prudente nel dare una risposta netta, anche perché varia secondo i parametri di interpretazione: le trasformazioni delle istituzioni politiche, i cambiamenti che si verificarono nella produzione culturale, oltre alle forme di produzione della vita materiale o i sistemi di organizzazione sociale. Se si considerano i cambiamenti sociali, politici e culturali che consigliano di distinguere nell’analisi storiografica il Medioevo da una successiva età moderna, può essere individuato nell’arco di tempo che divide la metà del XIV sec. da quella del secolo successivo e che presenta ai suoi estremi due eventi di grande significato come l’epidemia di peste del 1348 e la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi ottomani del 1453. Quadro introduttivo E’ nel Basso Medioevo che le cose cominciarono a cambiare. In campo demografico, anche se la crescita fu molto faticosa; In campo agricolo, dove vennero introdotte numerose innovazioni tecniche, che migliorarono la coltivazione dei campi e resero più rapido ed efficace il processo di dissodamento di nuove terre. In campo commerciale, un graduale risveglio dei traffici e degli scambi che, in Italia, provocò una precoce rinascita delle città, che in genere si organizzarono in Comuni, cioè in città-stato di fatto indipendenti dall’autorità degli imperatori tedeschi. Nei secoli XII – XIII, anche nell’Europa del nord si verificano grandi sviluppi, il commercio della lana favorì il decollo del porto di Bruges, che divenne il principale centro di smistamento del tessuto finito in direzione dell’Inghilterra, dei paesi del Nord Europa e delle città tedesche che si affacciavano nel Mar del Nord e Baltico (le città della Lega Anseatica: Amburgo, Brema, Lubecca ecc.). Nacquero le fiere della contea di Champagne, che nel XIII sec. rappresentavano il cuore pulsante dell’economia europea. Inoltre, il XIII sec. vede anche protagonista Marco Polo, nato da una famiglia di mercanti veneziani, originari della Dalmazia, che giunse in Cina con suo padre, suo fratello e uno zio nel 1275 e rimase alla corte dell’imperatore Kublai Khan fino al 1292. Al suo ritorno, Marco venne catturato dai Genovesi ed in prigione dettò le sue memorie a Rustichello da Pisa, che le stese in lingua d’oil. Nacque così, intorno al 1298, Il libro delle meraviglie del mondo, che poi si affermò con il titolo di Il Milione (forse così denominato per il fatto che, nella sua opera, descriveva un mondo vastissimo, in cui tutto: gli abitanti delle città, delle campagne, i soldati del Khan, le miglia di cammino percorso, … si potevano contare in milioni). Marco Polo e Khublai Khan Lettura da Il Milione “Attraversando il Gobi” In campo culturale, si registrarono la nascita delle letterature in lingua volgare, finalizzate a fornire modelli di comportamento per i cavalieri. Il ceto dei guerrieri fu educato a mettere la propria spada al servizio della fede. L’amore assunse un posto centrale. Inoltre, sorse l’ Università, che inizialmente era una corporazione e poteva nascere da una scuola ecclesiastica, da una tradizione di studi, ecc. Il metodo utilizzato era il metodo dialettico o insegnamento della scolastica, che era così strutturato: la lectio, lettura e commento della Bibbia; la disputatio, la discussione o analisi dei problemi (quaestiones) per arrivare ad una soluzione. A Parigi, acquistò grande rilevanza, per la sua facoltà di Teologia, quella di Robert de Sorbon (1257), poi chiamata Sorbonne, in cui ’insegnamento era in latino. In Italia ricordiamo: l’Università di Bologna, 1158; l’Università di Macerata, 1290. Jean Fouquet, La morte di Orlando nella battaglia di Roncisvalle, da un manoscritto miniato, 1455–1460. Boccaccio Boccaccio è stato uno fra i maggiori narratori italiani ed europei del XIV sec. con il suo Decameron, che venne subito tradotto in molte lingue. Protagonisti del Decameron in un dipinto di John William Waterhouse, A Tale from Decameron, 1916, Lady Lever Art Gallery, Liverpool Dante Alighieri La vita di Dante Alighieri è strettamente legata agli avvenimenti della vita politica fiorentina. La Divina Commedia, è il poema scritto da Dante durante il suo esilio tra il 1304 e il 1321, secondo le parole dello stesso autore: «Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / che la dritta via era smarrita». Nella primavera del 1300, Dante aveva 35 anni ed è nel giorno di Pasqua, che egli intraprende il suo viaggio nell’al di là. Perché Dante Alighieri ha inserito nel suo poema il Purgatorio ? Nella letteratura cristiana fu Dante Alighieri a dare forse la visione più completa ed esauriente, in campo filosofico e poetico, del Purgatorio, che è appunto lo sfondo della seconda cantica della sua Divina Commedia. Qui entriamo … In campo religioso, si assistere ad un fervore di intensità straordinaria, all’elaborazione di nuovi concetti in ambito teologico. Già nelle scuole teologiche di Parigi (intorno al 1170) venne elaborato il concetto di purgatorio: un terzo luogo, nella geografia dell’aldilà, destinato a tutti coloro che avevano commesso peccato, ma si erano pentiti. Il fervore religioso e il desiderio di vivere più da vicino il messaggio cristiano portarono alcuni gruppi a scivolare nell’eresia. Nascita Purgatorio San Francesco San Francesco visse una vita agiata fino al 1206-1207 quando decise di andarsene dalla casa paterna e vivere di elemosina, imitando in tutto la povertà di Cristo. In breve tempo, intorno a Francesco, si riunì una comunità di discepoli. A partire dal 1210, la sua fama si diffuse in tutta l’Europa cristiana e la piccola comunità si trasformò in un ordine religioso. Il santo di Assisi visse gli ultimi anni della sua vita in mezzo alle sofferenze e ormai cieco, trovò la forza di comporre un breve testo poetico intitolato Cantico di frate sole o delle creature (1225). Gli affreschi di Giotto con le Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi Lettura Cantico delle Creature Le eresie • Pietro Valdo, mercante che viveva a Lione, che dopo aver letto il Vangelo, nel 1170, decise di osservare fedelmente i comandi di Gesù: donò i suoi beni ai poveri e cominciò a vivere di elemosine. Valdo ed i suoi seguaci iniziarono a criticare i vescovi ed i preti per le loro ricchezze; così nel 1179 venne proibito ai valdesi di predicare nelle chiese, fino alla scomunica del 1184 • Il catarismo, si impose nella Francia del sud. I catari erano turbati della presenza del Male, al punto da dire che il nostro mondo, pieno di sofferenze, non poteva essere stato creato da Dio, ma da Satana. Dio aveva creato solo le anime. … In campo politico, il Basso Medioevo si aprì con un grande conflitto tra papa e imperatore, ognuno dei quali avrebbe voluto sottomettere l’altro. L’imperatore, infatti, si considerava una figura sacra, investita da Dio del potere di guidare la Chiesa, consacrare i vescovi, di nominare o destituire i pontefici. A cominciare da Gregorio VII, i papi risposero che - al contrario – il vescovo di Roma possedeva la pienezza dei poteri, cioè era autorizzato da Dio ad esercitare ed a controllare l’autorità politica. Per dimostrare la propria supremazia, nel 1095 papa Urbano II bandì la prima crociata contro l’Islam, che si concluse nel 1099 con la conquista di Gerusalemme. Per quanto riguarda l’assetto politico dei diversi stati europei, l’evento più importante del Basso Medioevo fu la battaglia di Bouvines, del 1214. Si trattò di un grande scontro che coinvolse tre soggetti: da un lato il re di Francia, Filippo Augusto, dall’altro il re d’Inghilterra Giovanni Senza Terra e l’imperatore Ottone IV. La vittoria di Filippo comportò un notevole rafforzamento della monarchia di Francia, la sconfitta per Giovanni, la concessione della Magna Charta Libertatum, ossia un documento che poneva limiti al potere del sovrano e apriva la strada alla nascita di un sistema politico in cui l’autorità del re si affiancava a quella di un parlamento, in grado di rappresentare sia i nobili sia i borghesi delle città. Dopo la disfatta di Ottone IV, il titolo di imperatore passò a Federico II di Svevia, signore del regno di Sicilia. Uomo di cultura e di larghe vedute, conoscitore di varie lingue e poeta, Federico II venne chiamato stupor mundi dai suoi ammiratori. Egli cercò di rafforzare l’autorità centrale del regno a scapito dei grandi baroni, al punto che alcuni storici lo considerano il fondatore dello stato moderno. Tuttavia il progetto di Federico II fallì. In tal modo l’Italia perse l’ultima possibilità storica di trasformarsi in una monarchia nazionale simile al regno di Francia ed al regno d’Inghilterra. Analogamente la Germania accentuò la propria frammentazione politica. La civilizzazione Gli uomini e l’ambiente Il calendario miniato: Les très riches heures du Duc de Berry Lavori agricoli di marzo Les très riches heures du Duc de Berry, realizzato per il duca Jean de Berry (morto nel 1415) è un famoso manoscritto tardo-medievale del 1412 circa – 1415, capolavoro dei Fratelli Limbourg e della pittura francese del XV secolo in generale, che si trova al Musée Condé di Chantilly. Si tratta di un libro d’ore (raccolta delle ore liturgiche per i diversi periodi dell’anno), e contiene un calendario con precise indicazioni sulla lunghezza dei giorni, la traiettoria del sole in rapporto alle costellazioni dello zodiaco e le fasi lunari. In questo manoscritto, calendario e rappresentazioni dei mesi sono disposti su due pagine a fronte. Il Medioevo ha ereditato dall’Antichità greco-romana o germanica un certo numero di tecniche e di arnesi che lasciavano l’uomo meno disarmato del «primitivo» di fronte al mondo. La produzione di metallo, riservata a lungo alla fabbricazione di armi, poté, soprattutto dal secolo XI in poi, essere destinata ugualmente agli strumenti che permettevano di lavorare il legno e anche la pietra, ma soprattutto la terra: falce, falcetto, aratro, ecc.; ciò va attribuito non a un miglioramento della tecnica della miniera, che è eccezionalmente in profondità e naturalmente a cielo scoperto, ma piuttosto al moltiplicarsi di un nuovo tipo di forno, che ha aumentato la potenza del fuoco, dunque le temperature. Migliorava anche il processo di fabbricazione del vetro, ecc. Assistiamo anche ad una migliore utilizzazione dell’energia idraulica, mulini mossi dalla marea (Dover) e soprattutto mossi dalla corrente delle acque o su diga, è forse il progresso più importante che abbia realizzato il Medioevo tra il X e il XIII sec. Mulini a martelli per frantumare il minerale o battere il metallo, per lavorare il ferro, frantoi. I mulini per macinare il grano restano di gran lunga più numerosi, ma dall’XI sec.(Toledo) alcuni di essi cominciamo a essere mossi dal vento. La conoscenza dei venti marini, delle vele e delle strutture marittime ha probabilmente permesso ai Normanni di elaborare nel sec. XII un nuovo tipo di mulino destinato a un grande avvenire specialmente nei “polder” olandesi per asciugare l’acqua (il polder è un tratto di mare asciugato artificialmente attraverso dighe e sistemi di drenaggio dell’acqua, per sottrarre al mare le terre necessarie all’agricoltura). Mulini a vento che usavano la forza del vento per far funzionare le pompe con cui aspirare l'acqua. Queste "pompe idrovore", usate ancora oggi, sono più efficaci e potenti perché funzionano con l'elettricità. Polder olandesi fotografati dallo Shuttle ENNA Il Mulino arabo normanno di Troina. Splendida cittadina nella provincia di Enna a più di mille metri sul livello del mare, Troina ha origini antichissime. Nell’XI secolo fu residenza e roccaforte del Conte Ruggero d’Altavilla. Di questo splendido periodo da vedere nella Contrada Amoroso (e non solo) i resti di un antico mulino arabo normanno. Nel XII secolo, il viaggiatore arabo Idrisi, ne accenna la presenza. Sono presenti diverse strutture deputate alla molitura del grano e dei cereali in genere. Tali opifici, alimentati dall'acqua fluviale, per tipologia e caratteristiche strutturali, risalgono quasi tutti al periodo medievale. Idrisi Geografo arabo, proveniva da Ceuta, nel nord del Marocco, sua città natale, dopo aver percorso tutto il Mediterraneo, arrivò a Palermo invitato dal re Ruggero II di Sicilia, dove realizzò una raccolta di carte geografiche note con il titolo Liber ad eorum delectationem qui terras peregrare studeant (o Liber Rogerii), «Il libro di Ruggero, il diletto di chi è appassionato per le peregrinazioni attraverso il mondo». Di lui ci resta anche un'opera farmacologica, De omnibus herbis. Sotto Ruggero II a Palermo si toccò il momento più alto del dialogo e della convivenza fra Cristianesimo e Islam. Il mappamondo di Idrisi nella riproduzione per il re Ruggero di Sicilia Oggi può far sorridere, tuttavia, tale opera è davvero ammirevole, considerate le conoscenze dell’epoca. All’estrema sinistra le isole di Capo Verde, le Canarie, le Azzorre e le isole britanniche formano un unico grande arcipelago. Ben identificabili, da sinistra, la penisola iberica e l’Italia. La Sicilia è al centro e la Sardegna è confusa con le isole Baleari. Nel Mediterraneo centrale è riconoscibile il Peloponneso, poco più a destra Cipro e poco più sopra il Bosforo con il Mar Nero. All’estremo nord è riconoscibile la penisola scandinava. Dell’Africa è rappresentata solo la parte settentrionale. In evidenza il Nilo, di cui non si conosceva ancora la sorgente (scoperta solo alla fine dell’ Ottocento, 1892, dall’austriaco Baumann). Il corno d’Africa risulta spropositato e senza precisi contorni. Di fronte, irriconoscibile, l’India. La cucina I testi, come l’iconografia, più ricchi e numerosi concernono le classi privilegiate. I libri di cucina del XIII-XIV sec. rappresentano la prima codificazione scritta delle scelte gastronomiche e dell’uso abbondante delle spezie (sostanze vegetali, come il pepe, la cannella, la noce moscata, i chiodi di garofano), che già da tempo si era diffusa. Le Spezie La rivoluzione commerciale Il secolo XI ha visto il decollo di quella, che lo storico R. S. Lopez, ha chiamato la rivoluzione commerciale del Medioevo. L’impulso decisivo venne dalla regione mediterranea, o meglio ancora, dalle città marinare italiane: Amalfi, Venezia, Genova e Pisa, che grazie alle conquiste dei crociati ed alla costituzione delle colonie nel Levante (Siria - Palestina, Egitto,…), permisero ai mercanti italiani di instaurare legami commerciali regolari con i fornitori di sete o di spezie Le spezie nei secoli XIII, XIV, XV ed anche nel XVI ebbero un ruolo rilevante nei condimenti dei cibi come mai è accaduto nella storia dell'alimentazione. Del perché venissero usate così intensamente si è scritto molto e, per alcuni, sarebbero servite per conservare le carni o per nascondere il cattivo sapore di quelle mal conservate, ma queste tesi si sono dimostrate completamente infondate. Coloro che avevano la possibilità di spendere cifre importanti per acquistare le "droghe orientali" avevano anche la disponibilità economica per comperare cibi e carni di prima qualità. Il motivo dell'uso anche smodato di questi aromi va essenzialmente ricercato sia nella volontà di mostrare la propria potenza economica, nel momento in cui venivano celebrati banchetti e pranzi e sia perché la farmacopea del tempo accordava ad esse delle importanti proprietà medicinali. Secondo i trattati medici del tempo ogni spezia poteva curare una determinata malattia, ad esempio, il pepe curava le affezioni allo stomaco, il chiodo di garofano alleviava il mal di denti e le infiammazioni della vista, lo zafferano guariva il fegato, ma l'elenco potrebbe continuare a lungo. Bruno Larioux, importante storico medievale francese, ha dimostrato che ogni spezia impiegata in cucina negli ultimi secoli del Medioevo era stata importata come medicina prima di essere impiegata come condimento alimentare. La forchetta Se avessimo la possibilità di osservare una tavola imbandita dell'età medievale noteremmo l'assenza pressoché costante della forchetta. Re, imperatori e nobildonne mangiavano con le mani e se in qualche museo vi capiterà di trovarne una, sappiate che apparteneva al cuoco che la utilizzava per tenere ferma la carne mentre la tagliava. La forchetta appare per la prima volta tra le argenterie del re di Francia nel 1379, ma il suo uso si diffuse nelle classi sociali più abbienti sul finire del 1500. Lettura Ricette Torta di Re Manfredi Dopo la battaglia di Montaperti, 1260 INGREDIENTI 300 GR di cuore di pollo 300 GR di fegato di pollo Erbette miste come timo, maggiorana, dragoncello, alloro, chiodi di garofano vino rosso Sale e Pepe PROCEDIMENTO Lavate e tritate grossolanamente le rigaglie di pollo, saltatele poi in padella con dello strutto e le erbette varie tritate con aglio In una teglia stendete la pasta classica a formare una torta aperta, aggiungetevi la carne e spennellate il sopra con uovo sbattuto che formerà una graziosa crosticina dorata. Infornate a 150° per 1 ora circa. Il Banchetto Il Banchetto di Orazio Bagnasco presenta il più fastoso pranzo nuziale con cuochi indaffarati, gentiluomini impegnati in imprese amorose, ambasciatori, spie, usurai, principi moreschi e nobili napoletani, francesi, tutti al seguito del corteo nuziale che festeggia il matrimonio tra Isabella d’Aragona (figlia del re di Napoli) e Gian Galeazzo Sforza (erede al trono di Milano): sono questi gli ingredienti di un grande, seducente affresco di vita rinascimentale, che prende spunto da quel pantagruelico menù, di Taccone B, l’Ordine de le Inbandisone, un incunambolo sopravvissuto fino ad oggi in unica copia. È il lungo inverno del 1488 e nei giardini del castello di Tortona, mastro Stefano, cuoco di raffinata esperienza, sta allestendo le grandi cucine. Si attende l’arrivo del corteo che, per mare e per terra, da Napoli a Genova e poi in carrozza fino alla brumosa pianura lombarda sta per giungere nei possedimenti sforzeschi, Arrivano, invece, portate da corrieri zelanti, notizie terribili e funesti. Alcuni misteriosi omicidi scandiscono quel viaggio che dovrebbe essere una festa. … Affresco che decorava la sala del banchetto Ordine de le Imbandisone Lettura dal testo Il Banchetto "Die Sforza III: Isabella von Aragon – und ihr Hofmaler Leonardo da Vinci" Maike Vogt-Lüerssen Abbigliamento I vestiti erano particolarmente costosi, dal momento che dovevano essere cuciti interamente a mano. Un vestito doveva durare per molti anni. I poveri, che non potevano permettersi di acquistare abiti nuovi, solitamente dovevano arrangiarsi con quelli usati. Soltanto chi era molto ricco poteva permettersi di stare al passo con la moda. Le abitazioni medioevali erano fredde e piene di correnti d’aria, e quindi chi vi abitava doveva indossare parecchi indumenti per tenersi al caldo. L’ospite premuroso offriva al visitatore una pesante mantella per coprirsi le spalle quando sedeva accanto al fuoco. Gli indumenti erano fatti di lana, di lino, canapa e, solo per i più ricchi, di seta. Il teatro medievale Il primo luogo scenico del teatro medievale è la chiesa. Durante le funzioni religiose, si cominciò a mettere in scena i passi del vangelo commentati dal sacerdote. Queste rappresentazioni assunsero in seguito una propria autonomia, spostandosi infine in luoghi esterni agli edifici religiosi. Quindi gli aspetti fondamentali del teatro medioevale furono la drammatizzazione, i motivi teatrali religiosi, una componente liturgica e didattica e uno sviluppo di una forma drammatica in volgare. In un secondo momento è la lauda drammatica, che racchiude in sé già tutte le caratteristiche di uno spettacolo teatrale La lauda drammatica, che racchiude in sé già tutte le caratteristiche di uno spettacolo teatrale con attori, costumi e musiche, trae le sue origini dalla ballata profana e, come la ballata, è composta da "stanze" (strofe) per lo più affidate ad un solista o ad un gruppo da intendersi anche come coro. Il precursore della forma dialogica che porterà alla nascita della lauda drammatica fu senza dubbio Jacopone da Todi (12301306). La sua lauda più celebre fu la "Donna de paradiso" (o "Pianto di Maria"), scritta in versi settenari e in cui, oltre alla Madonna, compaiono numerosi personaggi come: Gesù, il popolo, il nunzio fedele (facilmente identificabile in san Giovanni apostolo) e lo Stabat Mater. A rappresentare le laude nacquero quindi le cosiddette "fraternite" (poi "confraternite") composte spesso da chierici, ma anche da laici. Dalle fraternite si svilupparono poi successivamente i laudesi, ecc.. In Italia, i centri più importanti di sviluppo e diffusione di questo teatro religioso furono Perugia, Assisi, Orvieto, L’Aquila, Roma e Firenze. Tiziano Vecellio Mater Dolorosa Pieve di Cadore, Veneto Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimósa, dum pendébat Fílius. Cuius ánimam geméntem, contristátam et doléntem pertransívit gládius. O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta Mater Unigéniti ! … Dal Sacro al Profano La chiesa, intesa come spazio architettonico, diventò ben presto un ambiente troppo stretto per lo svolgimento delle rappresentazioni sacre, sia dal punto di vista volumetrico sia dal punto di vista riguardante la libertà espressiva. Si iniziarono presto (cioè fin dalla fine del 1300) a costruire dei "palcoscenici" nei sagrati, all'esterno delle chiese e la conseguenza fu proprio la nascita di rappresentazioni teatrali con tematiche profane. La piazza Nel 1264, in occasione dell'istituzione della festa del Corpus Domini, il sagrato si dimostrò inadatto ad ospitare eventi tanto solenni e magnificenti, la rappresentazione si sposta in piazza. Qui l'interpretazione venne affidata ad attori conosciuti per la loro bravura e non più da chierici e le mansiones (da mansio = piccola casa) si arricchiscono di botole, trabocchetti, gru e fumo per simulare resurrezioni, cadute nell‘inferno, voli di angeli ed antri infernali. Dopo il 1300, però, le confraternite avocarono a sé l'onere di organizzare gli spettacoli, coadiuvati dalle corporazioni, che si preoccupavano della costruzione e dell‘arredamento delle scene. Dopo la piazza, il teatro si sposta nella città stessa attraverso le vie (soprattutto nel '600). Di queste rappresentazioni è rimasto qualche aspetto: nella festa del carnevale ancora oggi questi carri si spostano per le vie della città e mettono in scena uno spettacolo. Il giullare, figura emblematica del teatro medievale, è a tutti gli effetti un attore professionista, si guadagna cioè da vivere divertendo il popolo nelle piazze o allietando i banchetti, le nozze, i festini e le veglie. La musica Suonatore di viella: strumento ad arco Nel XIII secolo Gerolamo di Moravia in appendice al suo Tractatus de Musica, attesta che gli strumenti ad arco in uso in Europa erano due: la ribeca e la viella