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(proteina G attiva).
DG>O Non spontanee DG<O spontanee Nelle cellule, le singole reazioni enzimatiche fanno parte di sequenze a più tappe chiamate vie metaboliche. In una via metabolica, il prodotto di una reazione funge da substrato nella reazione successiva. Si definisce metaboliche. metabolismo l’insieme Le vie metaboliche vengono classificate in: - cataboliche (demolitive) - anaboliche (sintetiche). di queste vie Le vie cataboliche Le reazioni cataboliche disgregano le molecole complesse (proteine, polisaccaridi, lipidi) producendo poche molecole semplici come CO2, NH3 ed H2O. Servono a catturare, sotto forma di ATP, l’energia chimica liberata dalla degradazione di molecole combustibili. La liberazione di energia nella degradazione di molecole complesse avviene in 3 stadi: I) l’idrolisi delle molecole complesse II) conversione conversione dei dei monomeri monomeri in in molecole molecole più semplici più semplici II) III) ossidazione ossidazione dell’acetil dell’acetil CoA CoA III) Il catabolismo catabolismo èè un un processo processo convergente convergente (una (una grande grande varietà varietà di di Il molecole si si trasforma trasforma in in pochi pochi prodotti prodotti finali finali comuni). comuni). molecole Champe et al., Le basi della biochimica, Ed. Zanichelli 2 Champe et al., Le basi della biochimica, Ed. Zanichelli La regolazione del metabolismo Le Le vie metaboliche devono essere coordinate in modo che la produzione di energia o la sintesi dei prodotti finali rispondano ai reali bisogni delle cellule. Le singole cellule non lavorano isolatamente ma fanno Le parte di una comunità di tessuti interagenti. II segnali regolatori comprendono: neurotrasmettitori, disponibilità di nutrienti. ormoni, I segnali che si generano all’interno di una cellula (segnali intracellulari) producono risposte rapide e regolano istante per istante il metabolismo. La segnalazione tra cellule (intercellulare) produce risposte più lente. La comunicazione più importante è quella mediata da ormoni o neurotrasmettitori. Il legame di un ormone o di un neurotrasmettitore ad un recettore innesca una serie di reazioni che hanno come risultato finale una specifica risposta intracellulare. I secondi messaggeri fanno parte di questa cascata di eventi. Adenilato ciclasi Il sistema dell’adenilato ciclasi è particolarmente importante nella regolazione delle vie del metabolismo intermedio. Il legame di ormoni o neurotrasmettitori ai recettori specifici innesca un aumento o una diminuzione dell’attività dell’adenilato ciclasi. L’adenilato ciclasi è un enzima legato alla membrana che converte l’ATP in 3’,5’-adenosina monofosfato (AMP ciclico o cAMP). I recettori che agiscono attraverso l’adenil ciclasi hanno: a) una regione extracellulare, che riconosce il ligando b) 7 eliche transmembranali c) un dominio intracellulare che interagisce con le proteine G. Le proteine G Sono proteine trimeriche localizzate nella membrana cellulare, Sono associate ai recettori. Sono così chiamate perché legano i nucleotidi guanosinici (GTP e Sono GDP). Sono il primo degli anelli di comunicazione tra recettore di Sono membrana ed adenilato ciclasi. Normalmente sono in forma inattiva (proteina G legata al GDP). Normalmente IlIl recettore attivato (dal legame con un ormone o neurotrasmettitore) interagisce con le proteine G scambiando il GDP col GTP (proteina G attiva). La proteina G attivata si dissocia nella subunità a e nel dimero bg. La subunità a si sposta verso l’adenil ciclasi, attivandola. Per ogni molecola di recettore attivato si formano molte molecole di proteina G attiva. L’azione del complesso proteina G-GTP è di breve durata. Le proteine G hanno un’attività GTPasica intrinseca, che provoca l’idrolisi del GTP in GDP con conseguente inattivazione della proteina G e dell’adenilato ciclasi. Champe et al., Le basi della biochimica, Ed. Zanichelli La capacità di un ormone di stimolare o inibire l’adenilato ciclasi dipende dal tipo di proteina G che si trova legata al recettore. La famiglia delle proteine Gs è specifica per l’attivazione dell’adenilato ciclasi mentre la famiglia designata Gi provoca l’inibizione dell’enzima. Il complesso “proteina G-GTP” ha una breve durata: le proteine G hanno attività GTPasica intrinseca idrolisi del GTP in GDP inattivazione della proteina G e dell’adenilato ciclasi. Il cAMP attiva una famiglia di enzimi chiamati proteina chinasi cAMP dipendenti . Essi catalizzano il trasferimento del fosfato dall’ATP a specifici residui di serina o treonina di substrati proteici. Le proteine fosforilate possono agire direttamente sui canali ionici della cellula oppure, se sono enzimi, possono essere attivati o inattivati. N.B. Non tutte le proteina chinasi dipendono dal cAMP (p.es. la proteina chinasi C). DEFOSFORILAZIONE DELLE PROTEINE Le variazioni delle attività enzimatiche indotte dalla fosforilazione delle proteine non sono permanenti. Le proteina fosfatasi, enzimi che idrolizzano gli esteri fosforici, rimuovono i gruppi fosfato aggiunti dalle proteina chinasi. IDROLISI DEL cAMP Il cAMP è idrolizzato rapidamente a 5’-AMP dalla cAMP fosfodiesterasi, che rompe il legame fosfodiestere ciclico 3’-5’ (il 5’-AMP non è una molecola di segnale). N.B. La fosfodiesterasi è inibita da derivati della metilxantina (teofillina e caffeina). Metabolismo meccanismi di regolazione Livelli di Enzima Attività Enzimatica Compartimentalizzazione cellulare Molecole trasportatrici Controllo ormonale Completamente ossidato Muscolo scheletrico Periodi di bassa richiesta di E Periodi di alta richiesta di Energia (dal glicogeno) ≠ Muscolo cardiaco Continua necessità di E per una contrazione regolare: glucosio completamente ossidato G1P + UTP UDPGlucosio (UDPG) + 2 NAD+ sintesi del glicogeno UDP-Glucuronato UDP-Glucuronato + R-OH R-O-Glucuronato + UDP Composti apolari coniugati con accettori non polari per formare composti più polari - composti endogeni: bilirubina, ormoni steroidei, T3 - composti esogeni: farmaci LIVELLI DI CONTROLLO DEL METABOLISMO IMMEDIATO non richiede energia - flusso del substrato (controllato da Km) - regolazione allosterica prodotto (inibizione a feed back) metaboliti H+ ; Ca+2 A BREVE TERMINE (MINUTI) - RICHIEDE ENERGIA modificazione covalente (fosforilazione - defosforilazione di proteine) A LUNGO TERMINE (ORE) - RICHIEDE ENERGIA Modificazione dei livelli proteici tramite - biosintesi proteica - degradazione proteica Controllo della glicolisi A BREVE TERMINE - controllo allosterico - ciclo dei substrati A LUNGO TERMINE - modificazione covalente - modificazione dei livelli enzimatici Controllo allosterico Fosfofruttochinasi ATP AMP Ca2+ CITRATO H+ F2,6bisP (insulina) AMP F1,6bisP fosfatasi Glicogeno fosforilasi ATP AMP G6P Glicogeno sintasi ATP G6P F2,6BP Ca2+ Controllo allosterico e Ciclo dei substrati ATP 5 mM AMP 0,1 mM 10% 600% Muscolo ATP/AMP 50 ATP/ADP 10 4,5 mM 0,6 mM L’aumento dell’AMP comporta un aumento di 10 volte dell’attività della PFK contemporaneamente calo di 10 volte della attività della fosfatasi RISULTATO: aumento 100 volte del flusso glicolitico Gli enzimi sono catalizzatori modulabili Sintesi e degradazione della proteina Stimolazione o inibizione da parte di: piccole molecole (metaboliti, ioni) grosse molecole (proteine, acidi nucleici) Stimolazione o inibizione mediante modifiche covalenti reversibili Regolazione Regolazione allosterica (positiva e negativa) Regolazione per modificazione covalente (positiva e negativa) Non tutti gli enzimi sono di tipo michaeliano Vmax vo concentrazione di S in conclusione controllo metabolico = controllo cinetico controllo cinetico = controllo enzimatico gli enzimi = catalizzatori modulabili gli enzimi = sensori molecolari con attività catalitica Termodinamica del metabolismo Irreversibilità del processo Reazione di controllo Catabolismo e anabolismo usano vie diverse Controllo del flusso metabolico Controllo allosterico modificazione covalente vie metaboliche cicliche controllo genetico Principali vie del catabolismo e compartimenti cellulari SEGNALI CHIMICI EXTRACELLULARI hanno un meccanismo generale comune CONTROLLO ORMONALE NEUROTRASMISSIONE OLFATTO GUSTO VISTA CRESCITA DIFFERENZIAMENTO NATURA CHIMICA degli ORMONI POLIPEPTIDICA insulina, glucagone, ormoni ipofisari paratormone AMMINOACIDICA (dalla tirosina) adrenalina, ormoni tiroidei STEROIDEA -composti lipofili, - richiedono trasportatori ematici - si legano a recettori intracellulari ormoni sessuali corticosurrenalici 1,25-diidrossi colecalciferolo o 1,25 (OH)2 D3 I recettori per gli ormoni steroideI formano eterodimeri con RXR recettore per l’acido retinoico (derivato Vit A) Extrac. citoplasma nucleo RXR Complesso Trascrizione coattivatore basale DNA MECCANISMI DI TRASDUZIONE DEL SEGNALE DI ADRENALINA E DI ORMONI POLIPEPTIDICI (Glucagone) I. SEGNALE: ORMONE RECETTORE (membrana) legame 1:1 R-ormone II. TRASDUZIONE (membrana) amplificazione del segnale tramite enzimi proteine G, adenilato ciclasi, fosfolipasi C III. SECONDI MESSAGGERI (citoplasma, membrana) AMPc, Ca2+ , inositolo 1,4,5,trifosfato, diacilglicerolo IV. PROTEIN CHINASI; FOSFOPROTEIN FOSFATASI V. RISPOSTA CELLULARE attivazione enzimi, fattori di trascrizione, canali di membrana Recettore -adrenergico (R) R + ormone R..ormone conseguente cambio conformazionale del recettore DISATTIVAZIONE (se permane il legame R..ormone) 1. la “chinasi del recettore -adrenergico” riconosce la forma attiva 2. il recettore viene fosforilato (R-P) 3. la proteina -arrestina lega il R-P 4. si interrompe l’interazione con le proteine G Subunità : lenta attività GTPasica (sec) L’idrolisi del GTP funge da orologio incorporato che spontanemante riporta allo stato inattivo adenilato ciclasi inattiva adenilato ciclasi attiva La tossina colerica blocca nella forma attiva La tossina della pertosse inattiva il sistema - PROTEIN CHINASI Ser/Thr, Tyr Premio Nobel 1992 Dal genoma si calcola 1.000 differenti protein chinasi - PROTEIN FOSFATASI Protein chinasi A PKA (C2R2 ) fosforila residui di Ser Glucagone Adrenalina Paratormone ACTH, LH, FSH C ATP 2 R -cAMP R -cAMP + 2 cAMP Fosfodiesterasi AMP C + 4 cAMP adenilato ciclasi attiva membrana cellulare R inibita da caffeina teofillina C + ATP proteina fosfoproteina fosfatasi EFFETTI FISIOLOGICI Tossina colerica A1 + A2 A B 5 subunita B B si lega alla membrana della mucosa intestinale A entra all’interno della cellula e blocca proteine G nella forma attiva catalizza la ADP ribosilazione delle proteine G Subunità -Arg-Ribosio -P-P Ribosio - Adenina (ADPribosio) AMPc 100 volte più elevato PKA apertura canali per il Cl- ed eccessiva perdita di NaCl e H2O Diarrea con perdita di 1 litro/h acqua ricca di sali REIDRATAZIONE CON SALI E GLUCOSIO acetilcolina, vasopressina, ossitocina, neurotrasmettitori membrana Fosfatidil inositolo 4,5 bisfosfato (PIP2) FOSFOLIPASI C secondi messaggeri sinergici diacilglicerolo (DAG) (apolare) regolatore di PKC- Ca2+ fosforila Ser/Thr inositolo 1,4,5,trisfosfato (IP3) (polare idrosolubile) Rilascio di Ca2+ dal R.E. Protein chinasi C (PKC) forma solubile PKC- Ca2+ trasloca sulla membrana Recettore dell’insulina famiglia delle tirosinchinasi Tetramero 22 alfa extracellulare: sito di legame dell’insulina beta intracellulare: attività chinasica I. Legame dell’insulina attiva autofosforilazione di residui di Tyr II. La forma fosforilata ha attività chinasica verso altre proteine intrac insulina P p membrana IRS-1 (substrato 1 del recettore dell’ insulina) la sua fosforilazione induce effetti mitogeni, espressione genica GLUT-4 biosintesi proteine trasporto glucosio muscolo, tessuto adiposo biosintesi glicogeno biosintesi acidi grassi Insulina stimola la fosfodiesterasi con calo livelli di AMPciclico stimola fosfoprotein fosfatasi IPOGLICEMIA GLUCAGONE Glicogenolisi attivata fosforilasi, inibita glicogeno sintasi Gluconeogenesi attivata fruttosio 1,6 bisfosfatasi inibita fosfofruttochinasi IPERGLICEMIA INSULINA Importo glucosio (GLUT 4) Glicogenolisi inibita fosforilasi, attivata glicogeno sintasi Glicolisi GLUCAGONE, ADRENALINA adenilato ciclasi cAMP protein chinasi A (PKA) fosforilasi chinasi ()4 subunità catalitica siti di fosforilazione calmodulina (lega Ca2+) FOSFORILASI b inattiva FOSFORILASI a attiva GLICOGENO SINTASI-P (inattiva) PROTEIN FOSFATASI -P (inattiva) 2 ATP Forma T poco attiva 2 ADP Fosforilasi chinasi P-P Fosfoprotein fosfatasi ATP G6P AMP Forma R attiva P-P Fosforilasi b controllo allosterico immediato dipende da carica energetica Fosforilasi a controllo covalente ormonale non soggetto a regolazione allosterica ATP/AMP regolazione allosterica scavalcata da quella ormonale se è richiesta risposta prolungata Insulina induce defosforilazione attiva - PROTEIN FOSFATASI - GLICOGENO SINTASI forma defosforilata attiva denominata: Forma I indipendente da regolazione allosterica Viceversa Glicogeno sintasi poco attiva nella forma fosforilata denominata: Forma D dipendente da regolazione allosterica Controllo ormonale: Gluconeogenesi epatica - Fosfofruttochinasi-2 (PFK-2) - Fruttosio 2,6bisfosfatasi-2 (FBPasi-2) Domini diversi dello stesso enzima bifunzionale enzima defosforilato. dall’ insulina ATP + F6P F2,6 bisP + H2O fosfoenzima dal glucagone Attiva fosfofruttochinasi Inibisce fruttosio 1,6 bis fosfatasi in presenza di insulina F6P + ATP + enzima defosforilato attivo F2,6 bisP + H2O attiva fosfofruttochinasi inattiva fruttosio 1,6 bis fosfatasi AUMENTA GLICOLISI e DIMINUISCE GLUCONEOGENESI In presenza di glucagone F6P + ATP fosfoenzima inattivo + F2,6 bisP + H2O inattiva fosfofruttochinasi attiva fruttosio 1,6 bis fosfatasi DIMINUISCE GLICOLISI e AUMENTA GLUCONEOGENESI AUMENTA GLICEMIA Regolazione tramite l’aumento o la diminuizione dell’ espressione di geni che codificano per enzimi chiave. INSULINA Aumenta sintesi dell’enzima piruvato chinasi ed aumenta il flusso glicolitico (per dare precurosi per la sintesi degli acidi grassi). GLUCOCORTICOIDI Aumenta sintesi dell’enzima fosfoenolpiruvato carbossichinasi ed aumenta la gluconeogenesi.