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Presentazione di PowerPoint
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Risultati del progetto
Osservatorio Agenzie locali
di sviluppo: analisi,
promozione/rafforzamento
reti e valorizzazione delle
competenze
(PON “Assistenza Tecnica e
Azioni di Sistema” Ob. 1 - Misura II.2)
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bibliografia
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6 domande sulle Agenzie locali di Sviluppo
1. Cosa sono le Agenzie locali di sviluppo?
2. Come nascono le Agenzie locali di sviluppo?
3. Quando nascono le Agenzie locali di sviluppo?
4. Qual è la natura giuridica delle Agenzie locali?
5. Quali sono le attività ed i servizi offerti dalle
Agenzie?
6. Chi sono i soci delle Agenzie?
Per un ulteriore approfondimento sul tema delle
Agenzie di Sviluppo, vai alla pagina della GUIDA UTILE
sul focus Agenzie di Sviluppo del Canale Sviluppo
Locale del Formez
inizio sezione agenzie
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1. Cosa sono le Agenzie locali di sviluppo?
Sotto la denominazione di Agenzia locale di sviluppo si classificano
realtà estremamente variegate per storia, obiettivi, ambiti e capacità
d’intervento, dislocazione territoriale, spazi e circuiti di mercato.
Si tratta di strutture che, agendo a livello sub-regionale,
promuovono lo sviluppo locale attraverso interventi di diversa natura
(di animazione territoriale, di erogazione di servizi, di marketing
territoriale, di networking, ecc.) nei campi:
-
dello sviluppo imprenditoriale,
-
della crescita occupazionale,
-
della valorizzazione delle risorse ambientali e culturali.
In termini generali, con il termine Agenzia locale di sviluppo si fa
riferimento a quelle strutture-organizzazioni che contribuiscono ad
abbassare permanentemente le barriere dello sviluppo locale, sotto
forma di potenziamento del capitale sociale locale, di riduzione dei
costi di transizione per le imprese, di miglioramento della qualità
sociale.
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2. Come nascono le Agenzie locali di sviluppo?
Dal punto di vista della genesi è possibile individuare tre
diverse tipologie di Agenzie:
1. le Agenzie “formali”, scaturite dall’applicazione della normativa
nazionale, ossia strutture operative deputate a gestire progetti di
sviluppo che fanno riferimento a legislazione e finanziamenti
nazionali e comunitari, come società di gestione di Patti Territoriali,
di Contratti d’Area e di Gruppi di Azione Locale (GAL);
2. le Agenzie “territoriali”, nate come esternalizzazioni della
Pubblica Amministrazione locale di funzioni attinenti allo sviluppo
economico-territoriale, ossia strutture dedicate alla promozione e
gestione di progetti di sviluppo locale, generate da Comuni,
Comunità Montane, Province;
3. le Agenzie “informali”, nate dall’azione “dal basso” di soggetti
istituzionali e sociali e finalizzate alla promozione/gestione di
processi di crescita di “economie minori” o di funzioni di supporto
per lo sviluppo locale (ad esempio banche locali, associazioni per la
valorizzazione dei beni culturali e architettonici e del patrimonio
ambientale, Consorzi intercomunali per lo sviluppo integrato e la
riqualificazione urbana, Società e Associazioni per lo sviluppo delle
nuove occupazioni).
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3. Quando nascono le Agenzie locali di sviluppo?
L’origine delle Agenzie di sviluppo si spiega su un arco temporale
relativamente lungo, ma il fenomeno ha subito un forte sviluppo
soprattutto nel quinquennio 1996-2001, con un particolare picco
nel triennio 1997-99, ossia in corrispondenza dell’avvio delle nuove
politiche strutturali, nell’ambito della Programmazione Negoziata e
del partenariato sociale.
Le Agenzie nate nel periodo precedente agli anni Novanta hanno
prevalentemente un carattere “specialistico” o monosettoriale, ossia
sorgono per finalità circoscritte e per soddisfare i fabbisogni di
soggetti determinati.
Negli anni Novanta, ed in particolare nel triennio 1997-99, con la
diffusione della programmazione nazionale e comunitaria che
assegna un peso di rilievo alle istituzioni locali, chiamate a giocare
un ruolo attivo nei processi di valorizzazione delle risorse e dei
potenziali di sviluppo endogeno, si assiste invece alla genesi di
Agenzie di sviluppo “generaliste”, ossia strutture con carattere
plurisettoriale, aperte alla partecipazione di diversi soggetti
istituzionali locali.
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4. Qual è la natura giuridica delle Agenzie locali?
Sotto il profilo giuridico le Agenzie di sviluppo evidenziano diverse
modalità organizzative:
-
Onlus
Ente strumentale
Ente regionale
Società in accomandita semplice (Sas)
Azienda speciale
Ente pubblico
Società consortile a responsabilità limitata (Scarl)
Società cooperative per azioni (Scpa)
Associazione
Società a responsabilità limitata (Srl)
Consorzio
Società per azioni (Spa)
Società cooperative a responsabilità limitata (Scrl)
Tra le forme giuridiche adottate, le società consortili a responsabilità
limitata risultano le più diffuse.
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5. Quali sono le attività ed i servizi offerti dalle Agenzie?
Le Agenzie locali di sviluppo offrono una vasta gamma di servizi in due
ambiti principali:
- attività finalizzate alla promozione e gestione di progetti per lo sviluppo
locale
- attività di supporto al sistema delle imprese, sempre con finalità di
promozione dello sviluppo locale (servizi alle imprese e al sistema
produttivo).
Molto diffusi sono i servizi di marketing territoriale e gli studi economici
territoriali, insieme ai servizi di supporto alle attività di Programmazione
Negoziata e ai servizi informativi alla Pubblica Amministrazione su
programmi comunitari, nazionali e regionali.
Tra i servizi alle imprese e al sistema produttivo, il più frequente è il
supporto agli accessi agli incentivi, quindi i servizi legati allo start-up
imprenditoriale e i servizi di marketing alle imprese. Abbastanza diffusi
sono anche i servizi di supporto all’internazionalizzazione e quelli di
formazione continua e relativa all’innovazione tecnologica.
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6. Chi sono i soci delle Agenzie?
I soggetti maggiormente coinvolti nella compagine sociale delle Agenzie sono gli
Enti Locali, in primo luogo i Comuni che, rappresentano la tipologia di socio più
frequente a livello complessivo. Tuttavia, raramente si tratta della presenza di una
sola Amministrazione comunale, spesso le Agenzie incidono su ambiti territoriali a
carattere intercomunale o interprovinciale e pertanto tra i loro soci figurano tutte
le Amministrazioni interessate sia in forma associata sia singolarmente.
Un ruolo prioritario è anche svolto dalle Province e in alcuni casi dalle Aziende
speciali delle Camere di Commercio, molto attive sul versante dello sviluppo locale.
Associazioni e consorzi occupano anch’essi un posto rilevante, subito dopo i
Comuni, per presenza e numero delle Agenzie nelle quali intervengono.
Quest’ultima tipologia (associazioni e consorzi) è varia, in quanto comprende una
fascia di soggetti molto ampia che va dalle associazioni imprenditoriali e di
categoria, compresi i sindacati dei lavoratori che però rivestono un ruolo
estremamente minoritario, alle associazioni culturali, turistiche, religiose e
ambientaliste, fino ai consorzi di produzione e di servizi.
Anche la tipologia di Istituti di Credito impegnati è abbastanza articolata in quanto
spazia dalle Banche SpA, alle Banche Popolari, alle Banche di Credito Cooperativo
fino alle Casse di Risparmio.
Si evidenziano, altresì, assenze vistose nella gestione di processi di sviluppo da
parte di alcuni importanti attori locali, rappresentati dalle Università, ancora
lontane dall’essere soggetti attivi della formazione di Agenzie locali per lo
sviluppo.
In alcuni casi sono le stesse Agenzie di Sviluppo a partecipare, in qualità di socio, a
strutture analoghe impegnate in settori o territori più grandi o diversi.
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fine sezione agenzie
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bibliografia
Per un ulteriore approfondimento sul progetto, vai
alla scheda presente sul focus Agenzie di Sviluppo
del Canale Sviluppo Locale del Formez
analisi, promozione/rafforzamento reti e
valorizzazione delle competenze
L’investimento sulle Agenzie di sviluppo
Come è stato realizzato
I soggetti coinvolti
I risultati prodotti
Cosa abbiamo costruito
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L’investimento sulle Agenzie di sviluppo
Il Progetto, finanziato nell’ambito della Misura II.2 del PON
"Assistenza Tecnica ed Azioni di Sistema" Ob.1, cofinanziato dal
Fondo Sociale Europeo, è stato promosso con l’obiettivo di assicurare
attività di accompagnamento e di supporto alle PA regionali e locali
per il rafforzamento del ruolo competitivo e innovativo delle Agenzie
di sviluppo, la qualificazione dei servizi offerti alla PA e la loro
capacità di networking.
Il Progetto “Osservatorio Agenzie locali di sviluppo” è stato un
investimento che ha consentito di approfondire questi aspetti e di
proporre delle soluzioni, ha anche permesso di
individuare,
analizzare e diffondere innovazioni (modelli di governance locale,
costruzioni di reti , strumenti e procedure di intervento adeguate) e
costruire piste di lavoro per accrescere e valorizzare le competenze
per lo sviluppo locale, con riferimento ai fabbisogni della PA locale e
regionale e delle stesse Agenzie di sviluppo.
Il Progetto rappresenta un’esperienza significativa per incidere
positivamente su questi nodi critici, anche attraverso la promozione di
un lavoro di rete tra strutture radicate in diversi contesti territoriali
(Nord, Centro e Sud) costituendo una vera e propria azione di sistema.
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Come è stato realizzato
L’investimento è stato realizzato attraverso:
•Promozione dell’adesione delle Agenzie locali
di sviluppo alla banca dati Osservatorio;
•Ricerca/azione con il coinvolgimento attivo
dei beneficiari e con feedback continui sulla
loro azione;
•Costruzione di una
esperienze e strutture ;
rete
di
scambi
tra
•Attività
seminariali
rivolte
all’approfondimento di temi critici nell’attuale
fase delle politiche di sviluppo.
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I soggetti coinvolti
Nelle attività del progetto sono stati coinvolti i
seguenti soggetti:
• circa 200 Agenzie locali di sviluppo (banca dati
Osservatorio) delle quali oltre 120 hanno aderito
alla Banca dati;
• 11
Agenzie
analizzate
approfonditamente
attraverso “studi di caso”;
• 42 Amministrazioni locali coinvolte nel progetto
attraverso la realizzazione dei casi studiati, la
partecipazione al convegno “Agenzie di sviluppo
progettazione
territoriale
e
P.A.
locale:
esperienze e prospettive”, la partecipazione al
Focus Group “Le competenze delle Agenzie locali
di sviluppo per la progettazione integrata”.
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I risultati prodotti
I risultati del progetto sono i seguenti:
1 banca dati “Osservatorio Agenzie”
1 focus informativo Agenzie di sviluppo (pagina Web)
http://sviluppolocale.formez.it/agenzie_di_sviluppo.html
11 rapporti sugli studi di caso di Agenzie locali di sviluppo
nelle regioni ob.1: Locride sviluppo, Gal Grancia Alto Basento,
PtO Agro Nocerino Sarnese, Gal Titerno, Gal Capo S. Maria di
Leuca, PtO Nord Barese/Ofantino, Consorzio di Comuni
Tindari-Nebrodi, Agenzia di sviluppo integrato s.p.a. Calatino
Sud Simeto, Consorzio di Comuni Sa Corona Arrubia, PtO
Oristano, Gal Ogliastra.
Rapporti di ricerca: “Le Agenzie di sviluppo locale in una fase
di transizione. Quadro di riferimento proposte teoriche e
questioni critiche”; “Progetti, politiche, esperienze innovative.
Un repertorio di buone pratiche”; “Agenzie di sviluppo locale e
pubbliche amministrazioni nei progetti di sviluppo
territoriale. Interpretazioni e pratiche innovative;
Paper
“Agenzie di Sviluppo e Pubblica Amministrazione
Locale”
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Cosa abbiamo costruito?
Attraverso le attività del progetto è stato costruito un patrimonio
di conoscenze su una molteplicità di esperienze che dispongono
di saperi e di capacità rilevanti per avanzare sul terreno dello
sviluppo locale.
La banca dati implementata ha fornito la materia prima per
avviare un’ampia riflessione sulle Agenzie raccogliendo e
classificando le informazioni su circa 200 di esse. Costituendo
un sistema di produzione di conoscenza e di facilitazione del
lavoro in rete quale servizio offerto e apprezzato dalla PA e dalle
stesse Agenzie.
Le attività di ricerca sul campo hanno portato ad avere un livello
di informazione e di analisi sulle Agenzie oggetto di studio tale
da poter essere utilizzato dalla PA regionale e locale per
valorizzare o eventualmente modificare le strategie intraprese o
da intraprendere per l’attuazione di politiche territoriali.
Continuare a mettere in luce, attraverso attività di ricerca e
analisi, le “buone pratiche” e/o “pratiche innovative” che le
Agenzie Locali di sviluppo hanno realizzato o messo a punto e
che
costituiscono
un
riferimento
per
le
pubbliche
amministrazioni e per i progetti di sviluppo territoriale.
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bibliografia
Studi di caso
Buone pratiche
Linee Guida
Banca Dati Osservatorio
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Studi di caso
Gli studi di caso hanno consentito di indagare il fenomeno Agenzie
in modo sia descrittivo, sia esplorativo. Oltre all’elaborazione di un
gruppo di 11 monografie, nelle quali vengono analizzati il
posizionamento nel “ciclo di vita”, le relazioni con le Pubbliche
Amministrazioni, le funzioni svolte e le modalità organizzative
prescelte gli studi di caso hanno rappresentato la base empirica per
avanzare alcune ipotesi interpretative e comparative tra Agenzie
esposte in uno specifico rapporto di ricerca.
Il panel
La metodologia
Le schede di sintesi
bibliografia
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bibliografia
Studi di caso: il panel
Per la selezione del panel è stato seguito un disegno di
campionamento geografico: il Mezzogiorno Obiettivo 1 è stato
individuato quale prima unità territoriale di riferimento, a partire
dalla quale sono state selezionate le Agenzie localizzate nelle
diverse regioni (3 in Sardegna, 2 in Puglia, 2 in Campania, 2 in
Sicilia, 1 in Basilicata e 1 in Calabria).
Campania
Salerno
Benevento
Bari
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
1998
1997
Gal Titerno
1998
Pto Nord Barese-Ofantino
Lecce
Gal Capo Santa Maria di Leuca
1991
Potenza
Reggio
Calabria
Catania
Operatore Collettivo Grancia
1998
Messina
Consorzio
Nebrodi
Cagliari
Sardegna
Pto Agro Nocerino Sarnese
Oristano
Nuoro
Locride Sviluppo Spa
Agenzia
di
sviluppo
Calatino-sud Simeto
intercomunale
1998
integrato
Tindari-
Consorzio Sa Corona Arrùbia
Agenzia di sviluppo della Provincia di
Oristano
Gal Ogliastra
1997
1984
1982
1998
1997
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Studi di caso: metodologia 1
L’individuazione nominativa delle Agenzie è stata
effettuata seguendo un procedimento a “scelta ragionata”:
i casi scelti sono stati selezionati fra le strutture di
gestione di Iniziative Comunitarie Leader, Patti Territoriali
nazionali, Patti per l’Occupazione e altri programmi,
operative da almeno un quinquennio, dotate di
un’organizzazione con almeno 4 dipendenti fissi e
coinvolte nella progettazione e/o nell'attuazione dei
Progetti Integrati Territoriali (PIT).
Per realizzare gli studi di caso sono state utilizzate diverse
tecniche di indagine, volte a reperire informazioni di
natura sia quantitativa, sia qualitativa. In un primo
momento, oltre allo studio della letteratura, sono state
realizzate delle interviste esplorative, a carattere informale,
con i referenti delle Agenzie, nonché con alcuni testimoni
segnalati dalle Task force regionali del Formez per reperire
notizie ed informazioni sulle organizzazioni prescelte
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bibliografia
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contatti
bibliografia
Studi di caso: metodologia 2
Successivamente, è stata raccolta
e
analizzata
tutta
la
documentazione relativa all’Agenzia, sia la documentazione “diretta”,
ossia prodotta dalla struttura: documenti amministrativi (statuto,
verbali dei consigli di amministrazione, bilancio, relazioni annuali,
ecc.); documentazione di presentazione e marketing (siti web,
brochure, fascicoli); documenti inerenti iniziative e ricerche (atti di
seminari, rapporti di ricerca); documenti relativi a programmi e
progetti nei quali è coinvolta l’Agenzia; sia la documentazione
“indiretta”, elaborata da soggetti esterni all’Agenzia e concernente
tanto l’attività della struttura, quanto le caratteristiche del contesto
socioeconomico e istituzionale nel quale essa è insediata.
Infine, sono state realizzate, presso le sedi delle Agenzie, delle
interviste a testimoni qualificati, distinguendo tra interlocutori
“interni” (Presidente, Coordinatore tecnico, dipendenti, soci, ecc.) ed
“esterni” (Amministratori locali, consulenti, ecc.). Nell’insieme sono
state effettuate 76 interviste (mediamente 7 per caso di studio), di cui
18 ad amministratori locali. Le interviste, di tipo semistrutturato, sono
state realizzate utilizzando tracce distinte per le due tipologie di
interlocutori; in alcuni casi di studio sono state effettuate anche
interviste collettive.
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Studi di caso:
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contatti
bibliografia
le schede di sintesi
Patto Territoriale per l’Occupazione Nord Barese /Ofantino
Agenzia di Sviluppo Integrato SpA- Calatino Sud Simeto
Patto Territoriale dell’Agro s.p.a
Locride Sviluppo
Operatore Collettivo “Piani e programmi di azione locale”
Parco storico rurale e ambientale di Basilicata
Gal Titerno
Gal Ogliastra
Gal Capo Santa Maria di Leuca
Consorzio Intercomunale Tindari-Nebrodi
Consorzio turistico Sa Corona Arrubia
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servizi e prodotti
Buone Pratiche
Nell’ambito del Progetto un particolare approfondimento è stato
dedicato al rapporto tra Agenzie e Pubblica Amministrazione
locale: ciò al fine di cogliere le dinamiche in atto e i processi di
riposizionamento dei diversi attori, in un periodo che ha visto
emergere, sia pure in un quadro di turbolenza e discontinuità,
nuovi protagonisti e nuove leadership, ma anche risultati visibili
di apprendimento istituzionale e sociale.
Premessa
Guida alla lettura
Il volume
Le schede
contatti
bibliografia
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servizi e prodotti
Buone Pratiche: premessa 1/2
Il quadro che ne è scaturito, ovviamente, presenta luci ed ombre,
ma in generale il fenomeno delle Agenzie si presenta vitale,
capace di offrire risposte a bisogni di sviluppo del territorio, alla
sua domanda di apprendimento e di auto-organizzazione. In
particolare la ricerca – che secondo la metodologia adottata dal
Formez è sempre ricerca/azione – ha evidenziato temi ed aspetti
su cui sembra opportuno continuare a riflettere, quali:
- il sapere tecnico accumulato nelle Agenzie non solo è cresciuto
ma in parte è anche trasmigrato verso esperienze di nuova
progettualità locale;
- il rapporto con le Pubbliche Amministrazioni – pur con tante
varianti e articolazioni locali – si è fatto più maturo, nel senso
che è venuta meno la pratica della delega in bianco e a questa si
è sostituita una relazione più dialettica e più ricca di stimoli tra
tecnica e politica;
- il riposizionamento rimane, comunque, un processo aperto in
quanto lo stesso quadro di riferimento delle politiche di sviluppo
è denso di incertezze
e non offre elementi definiti per ripensare il proprio ruolo.
contatti
bibliografia
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contatti
bibliografia
Buone Pratiche: premessa 2/2
Il Progetto si è concentrato anche nell’individuazione di possibili piste di lavoro
comune, utilizzando la banca dati dell’Osservatorio come strumento per accrescere
la conoscenza interna alle stesse Agenzie e favorire, per questa via, la formazione di
reti di scambio di esperienze e di cooperazione.
Il lavoro in rete delle Agenzie appare, peraltro, un complemento necessario allo
sforzo che la Pubblica Amministrazione locale sta compiendo nel dar vita ad
aggregazioni sovralocali e sovraregionali, per condividere progetti di sviluppo che
non possono essere blindati all’interno dei confini amministrativi.
Il radicamento territoriale delle Agenzie è certamente la condizione per accrescere
la coesione e la competitività dei singoli territori, ma solo se diventa anche la base
per aprirsi all’esterno, per far giocare il valore delle specificità locali, dei saperi e
delle competenze nella cooperazione/competizione.
Questo percorso è in atto, le Agenzie sono in movimento, il Progetto ha offerto
chiavi di lettura originali e ha prospettato scenari evolutivi che riteniamo possano
alimentare un’intensa riflessione con le Agenzie, tra le Agenzie e tra queste e la
Pubblica Amministrazione.
Agenzie e Pubblica Amministrazione sono attori decisivi della governance
territoriale e, in quanto tali, sono chiamati ad operare in un quadro
dicoordinamento e di azione comune. Ruoli e responsabilità rimangono,
ovviamente, diversi, garantendo la coerenza dei comportamenti, l’affidabilità degli
impegni presi, la trasparenza degli atti e la valutazione dei risultati.
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bibliografia
Buone Pratiche: guida alla lettura
Nelle slides successive proponiamo delle schede su
esperienze di Agenzie che possono essere considerate
delle ‘buone pratiche’ sia in ragione della loro natura
esemplare in relazione a problemi rilevanti, sia in
ragione della loro replicabilità in altri contesti.
Le esperienze di cui si dà conto sono assai diversificate:
ciascuna buona pratica è ‘locale’ e pienamente
comprensibile soltanto attraverso riferimenti al
contesto più ampi di quelli possibili nei limiti di questo
materiale, tuttavia, è possibile offrire alcune ‘chiavi di
accesso’, relative ad un insieme di questioni
fondamentali emerse nell’ambito del percorso attivato
con il Progetto Osservatorio Agenzie locali di sviluppo
del Formez.
1/5
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bibliografia
Buone Pratiche: guida alla lettura
Azioni di Sistema
Una prima famiglia di ‘buone pratiche’ può essere ricondotta ad
iniziative promosse da attori istituzionali diversi e orientate a
sostenere le Agenzie con Azioni di sistema e ad istituzionalizzarne
il ruolo nella promozione delle politiche di sviluppo e coesione.
In questa famiglia si collocano sia le azioni promosse dalle
Amministrazioni pubbliche e rivolte a sostenere le Agenzie in
relazione ad alcuni nodi critici (ad esempio la domanda di
competenze e di rafforzamento del capitale umano), sia le
iniziative orientate a promuovere e favorire la cooperazione tra
Agenzie e con le istituzioni, in particolare attraverso operazioni di
networking intorno a programmi e progetti strategici.
L’altro aspetto a cui fa riferimento questa chiave di ingresso è
quello delle strategie di istituzionalizzazione, ossia delle politiche
(non
esclusivamente
regolative)
attraverso
le
quali
le
Amministrazioni regionali e locali ridefiniscono ruoli e competenze
delle Agenzie in relazione agli orientamenti più generali della
programmazione e progettazione dello sviluppo territoriale.
2/5
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bibliografia
Buone Pratiche: guida alla lettura
Progetti di ‘capacitazione’ per le Amministrazioni locali
Una seconda famiglia di esperienze innovative è
riconducibile alla chiave delle azioni di capacity building e
di knowledge management per le Amministrazioni
pubbliche. In questo caso le Agenzie sono coprotagoniste, insieme agli attori istituzionali, di
programmi, progetti e politiche orientati a consolidare
competenze e ‘saper fare’ nell’attività ordinaria delle
Amministrazioni pubbliche.
Il tema centrale è quello del ruolo delle Agenzie di
sviluppo nella promozione e nel consolidamento
dell’innovazione
amministrativa,
sia
rispetto
all’accrescimento delle capacità (e dunque dell’efficacia)
sia rispetto all’acquisizione di strumenti tecnici e
operativi.
3/5
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contatti
bibliografia
Buone Pratiche: guida alla lettura
Gestione strategica del cambiamento e sviluppo della
capacità progettuale
Una terza famiglia di ‘buone pratiche’ è strettamente
connessa ai problemi di riorientamento strategico della
missione delle Agenzie. In questo caso il tema è quello
della ridefinizione del ruolo delle Agenzie in relazione al
mutamento del contesto (nuove relazioni con le
Amministrazioni locali di riferimento, conclusione di
progetti e programmi all’interno dei quali l’Agenzia si
era formata ed era cresciuta, nuove domande di
ampliamento o di specializzazione delle competenze,
acquisizione di nuovi ruoli in relazione alla progettualità
emergente nel contesto).
4/5
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contatti
bibliografia
Buone Pratiche: guida alla lettura
Filiere innovative di intervento
Una quarta famiglia di sperimentazioni può essere ricondotta alla
chiave dell’innovazione di prodotto, ossia della capacità delle
Agenzie di misurarsi con temi innovativi sui quali spesso le Agenzie
hanno evidenziato nelle fasi precedenti una limitata efficacia.
In questa categoria rientrano le buone pratiche realizzate dalle
Agenzie in relazione ad alcuni temi che saranno presumibilmente
strategici nel corso dei prossimi anni ed in particolare esperienze di
eccellenza sui terreni dell’internazionalizzazione e del networking a
livello comunitario; del sostegno diretto ai sistemi economici locali
(nei settori dell’industria, dei servizi, del turismo, dell’agricoltura) e
alle imprese; della finanza innovativa per lo sviluppo locale;
dell’attivazione di politiche del lavoro e della formazione integrate
alle altre politiche di sviluppo; dell’assunzione di ruoli istituzionali
inediti in relazione a temi rilevanti come la gestione di risorse
paesistiche e ambientali.
5/5
torna a Buone Pratiche
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bibliografia
Buone Pratiche: il volume
SVILUPPO TERRITORIALE,
AGENZIE E PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE.
INTERPRETAZIONI E
PRATICHE INNOVATIVE,
a cura di Dolores Deidda,
Antonella Verro
Formez-Azioni di Sistema
per la PA, n. 25
Roma 2005
Vai alla pagina del
focus Agenzie su
internet
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servizi e prodotti
Buone Pratiche: le schede (1/3)
Diversificazione ed esternalizzazione ‘strategica’: l’evoluzione
del Patto Territoriale dell’Agro Nocerino Sarnese;
Sostegno alle competenze tecnologiche delle imprese:
l’Agenzia Alto Belice Corleonese SpA;
Fare rete tra sistema del credito e sistemi produttivi locali:
l’Agenzia di finanza di ASSE Avellino Sviluppo
Socioeconomico;
Nuove competenze progettuali: l’evoluzione delle missioni
dell’Agenzia di Sviluppo Integrato del Calatino Sud Simeto;
La costruzione di uno strumento operativo per la Pubblica
Amministrazione locale: il progetto SICA promosso
dall’Agenzia Servitec con il Comune di Bergamo;
Consolidamento e nuove frontiere di azione: l’evoluzione
delle missioni e del ruolo dell’Agenzia Locride Sviluppo;
contatti
bibliografia
agenzie
progetto
servizi e prodotti
Buone Pratiche (2/3)
La cooperazione tra Agenzie di sviluppo per la realizzazione
di progetti innovativi nel campo della formazione e delle
politiche attive del lavoro in Provincia di Milano;
La promozione di progetti innovativi per il sistema
economico locale: le azioni avviate dall’Agenzia ProMo di
Modena;
Dal Patto Territoriale all’Agenzia dei Comuni: il processo di
consolidamento di ‘Città del Fare’;
Il PIT Nebrodi: l’Ente Parco come regista strategico dello
sviluppo territoriale;
Il rafforzamento di un ruolo tecnico-operativo: l’Agenzia
per l’Occupazione e lo Sviluppo dell’area Nord
Barese/Ofantina;
La costruzione e la gestione di reti di cooperazione
internazionale: le iniziative dell’Agenzia SOPRIP di Parma;
contatti
bibliografia
agenzie
progetto
servizi e prodotti
contatti
bibliografia
Buone Pratiche (3/3)
La costruzione e la gestione di capitale territoriale: l’Operatore
Collettivo-PPAL nella costituzione del ‘Parco storico rurale e
ambientale della Basilicata’;
La costruzione di azioni di e-government alla scala provinciale: il
progetto ‘Comuni in rete’ dell’Agenzia di Sviluppo della Provincia
di Roma;
Il rafforzamento delle competenze amministrative: il progetto di
sportello unico SUAP nell’area del Sangro Aventino;
Il percorso di accompagnamento ad una filiera di nicchia:
l’esperienza di Talenti nel comparto della mozzarella di bufala
campana;
La gestione integrata di progetti di trasferimento tecnologico e
dell’internazionalizzazione delle imprese: l’Agenzia per lo
Sviluppo della Provincia di Trento;
La promozione di azioni di sistema per la formazione: il Patto per
le competenze nell’ambito di un progetto Equal coordinato dalla
Società consortile Trigno Sinello a.r.l.
torna a Buone Pratiche
agenzie
progetto
servizi e prodotti
Linee Guida
Le indicazioni contenute in queste Linee guida sono rivolte a
due diverse tipologie di interlocutori. In primo luogo, le
amministrazioni pubbliche (a partire dagli enti locali) che
costituiscono il punto di riferimento essenziale (in qualche
caso il socio di maggioranza, in altri casi il committente
principale) delle agenzie di sviluppo. Un insieme di indicazioni
sono dunque rivolte alle istituzioni, che sono chiamate a
giocare un ruolo cruciale nei processi di consolidamento e
razionalizzazione a cui abbiamo fatto cenno. In secondo
luogo, le stesse agenzie, che sono forzate a ripensare il
proprio ruolo e la propria missione in un contesto che va
rapidamente mutando e che richiede una buona dose di
"intelligenza strategica".
Introduzione
Il documento
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Linee Guida: introduzione
Le indicazioni sono strutturate intorno a tre nuclei.
Il primo attiene alle politiche di sistema e riguarda
innanzitutto le istituzioni di riferimento delle agenzie.
Il secondo mette a fuoco il tema delle strategie di
sviluppo e consolidamento e la ridefinizione della
"missione", ed è rivolto congiuntamente alle agenzie e
agli attori istituzionali che con esse interagiscono.
Il terzo evidenzia la rilevanza della dimensione
organizzativa e allude in primo luogo ai problemi
interni delle agenzie.
Per ciascuno di questi tre ambiti tematici la questione è
discussa in termini generali e declinata in alcune Linee
guida operative, presentate in termini necessariamente
sintetici.
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Linee Guida: il documento
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La Banca Dati Osservatorio
L’approfondimento sulle Agenzie locali di sviluppo è stato realizzato
con l’obiettivo di raccogliere con continuità, a partire dalla fine del
2003, informazioni e dati sulle Agenzie attraverso l’utilizzo di diversi
strumenti metodologici e operativi. Da un lato, vi è un sistema di
raccolta di informazioni attraverso la Banca dati “Osservatorio
Agenzie”; dall’altro, sono state realizzate indagini “sul campo”, al fine
di analizzare casi di Agenzie locali di sviluppo localizzate nelle sei
regioni Obiettivo 1 dei Fondi strutturali dell’Unione europea. Sono
state, allo stesso tempo, individuate esperienze di progettualità di
Agenzie strettamente legate alla Pubblica Amministrazione (PA) locale,
o comunque finalizzate a migliorare alcuni servizi da essa offerti.
Introduzione
I temi e le sezioni
La home page
La schermata di interrogazione
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La Banca Dati Osservatorio: introduzione
Occorre, innanzitutto, ricordare che l’adesione delle Agenzie alla Banca dati
“Osservatorio” avviene su base volontaria, attraverso la compilazione di una
scheda di rilevazione predisposta nell’ambito delle attività del Progetto.
Tale strumento, reso disponibile su sito web dedicato è stato inviato a tutte
le Agenzie locali di sviluppo che erano state censite nella precedente
rilevazione e alle nuove agenzie individuate a seguito di un fase di “test”,
finalizzata a verificare la capacità e l’effettivo funzionamento dello
strumento di rilevazione.
La scheda di rilevazione è stata elaborata tenendo conto dei fattori di
sviluppo esistenti, degli strumenti disponibili per lo sviluppo locale, del
riposizionamento e dell’evoluzione delle Agenzie all’interno dello sviluppo
delle politiche territoriali. L’obiettivo della rilevazione consiste nel
realizzare analisi quali-quantitative per approfondire alcuni aspetti della
vita delle Agenzie, legate ai contesti ed alla loro evoluzione. La rilevazione
ha, quindi, puntato l’attenzione su nove temi che riguardano l’attività delle
Agenzie di sviluppo locale, a cui corrispondono altrettante sezioni della
scheda. Rispetto alla precedente indagine, alcuni temi sono stati riproposti,
altri hanno subito integrazioni e altri ancora sono stati inseriti ex novo,
per individuare indicazioni utili al rafforzamento e alla valorizzazione delle
competenze delle Agenzie e del ruolo che possono avere nel rapporto con
la Pubblica Amministrazione.
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La Banca Dati Osservatorio: i temi e le sezioni
I temi oggetto di indagine, e le relative sezioni in cui è suddivisa la
scheda di rilevazione, sono i seguenti:
1.
Dati anagrafici
2.
Trasformazioni dell’Agenzia nel corso del tempo
3.
Organizzazione
4.
Attività
5.
Competenze
6.
Entrate e fonti di finanziamento
7.
Progetti e iniziative
8.
Reti di cooperazione
9.
Domanda di politiche pubbliche
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La Banca Dati Osservatorio: i temi e le sezioni
In relazione al tema delle attività, si è cercato di indagare i settori di
intervento in cui le Agenzia sono maggiormente concentrate, così
come anche i principali cambiamenti intervenuti, i motivi che li
hanno determinati e la capacità di riposizionarsi su diversi versanti, e
a volte anche in settori molto differenti rispetto a quelli per cui sono
nate e si sono sviluppate. Riguardo alle reti di cooperazione, gli
approfondimenti vanno nella direzione di misurare la propensione e
la capacità delle Agenzie di agire in un contesto di livello
internazionale. Maggiori dettagli sono, quindi, stati richiesti sul
profilo dei partner locali e internazionali, nonché sui motivi su cui si
fonda la collaborazione in atto.
Del tutto nuovi, rispetto alla precedente indagine, sono i temi legati
alle competenze, alle entrate e fonti di finanziamento, alla domanda
di politiche pubbliche. In materia di competenze, si è deciso di
indagare non solo la rilevanza e la disponibilità delle competenze per
lo svolgimento dell’attività dell’Agenzia, ma anche i fabbisogni
specifici di competenze, col fine di intercettare i profili professionali
maggiormente richiesti dalle Agenzie. Altrettanto importanti sono gli
aspetti legati alle policy ed alle forme di finanziamento utilizzate.
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La Banca Dati Osservatorio: home page
http://db.formez.it/attori.nsf/AgenzieDiSviluppo?OpenView
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La Banca Dati Osservatorio: schermata di interrogazione
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Riferimenti bibliografici
Scheda 1: riferimenti essenziali
Scheda 2: Agenzie come attori, Agenzie come politiche
Scheda 3: Agenzie come istituzioni che producono beni
comuni per lo sviluppo
Scheda 4: Le Agenzie e le dinamiche territoriali dello
sviluppo italiano
Scheda 5: Le Agenzie come attori delle politiche urbane e
territoriali
Scheda 6: Gli antecedenti delle Agenzie di sviluppo
Scheda 7: Complementi: programmi complessi e progetti di sviluppo locale
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inizio sezione bibliografia
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bibliografia
Scheda 1: riferimenti essenziali – lettere A-D
Balducci A. (1999), Agenzie di sviluppo locale come nuovi attori della
governance urbana, in ‘Urbanistica’, n. 112.
Botta F. (2002), Sul ciclo di vita delle Agenzie di sviluppo. Alcuni
spunti per una discussione, in Cersosimo D. (a cura di) (2002).
Calvaresi C. (1999), Lo spazio del locale: Agenzie di sviluppo e modelli
di pianificazione, in ‘Urbanistica’, n. 112.
Cersosimo D. (a cura di) (2002), Le Agenzie locali di sviluppo,
Quaderni Formez-Donzelli.
Brusco S., Le politiche per i sistemi produttivi locali e il ruolo delle
Agenzie di sviluppo, in Deidda D., Mazzonis D. (2002).
Deidda D. et al. (a cura di) (2001), Patti Territoriali e Agenzie di
sviluppo, Quaderni Formez n. 3, Roma.
Deidda D., Mazzonis D. (a cura di) (2002) Progetto Officina. Sviluppo
locale e eccellenza professionale, Quaderni Formez n. 6, Roma.
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bibliografia
Scheda 1: riferimenti essenziali – lettere G-V
Garofoli G. (2002), La governance dello sviluppo locale, in Cersosimo D.
(a cura di) (2002).
Lanzalaco L. (1999), Tra micro e macro. Il ruolo delle istituzioni
intermedie negli ordini regolativi, in Arrighetti A., Seravalli G. (1999),
Istituzioni intermedie e sviluppo locale, Donzelli, Roma.
Pezzini M. (2002), Politiche territoriali e Agenzie di sviluppo locale, in
Deidda D., Mazzonis D. (2002).
Ravaglia C. (2001), Agenzie e contesto territoriale, in Deidda et al. (a
cura di) (2001).
Rossi A. (2001), Esperienze e progetti per le Agenzie locali, in Deidda et
al. (a cura di) (2001).
Rullani E. (2002), Sviluppo locale ed economia della conoscenza: nuovi
problemi e possibilità per le Agenzie di sviluppo locale, in Deidda D.,
Mazzonis D. (2002).
Timpano F. (2002), Le Agenzie di sviluppo nei processi di sviluppo locale,
in Cersosimo D. (a cura di) (2002).
Vino A. (2001), Il futuro possibile delle Agenzie tra istituzione e mercato,
in Deidda et al. (a cura di) (2001).
torna Riferimenti bibliografici
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Scheda 2 -
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bibliografia
Agenzie come attori, Agenzie come politiche
Bobbio L. (1995), La democrazia non abita a Gordio, Franco Angeli, Milano.
Bobbio L. (1990), Produzione di politiche a mezzo di contratti nella Pubblica
Amministrazione, ‘Stato e Mercato’, n. 1.
Bobbio L. (2002), I governi locali nelle democrazie contemporanee, Laterza,
Roma.
Capano G., Giuliani M. (1996), Dizionario delle politiche pubbliche, La Nuova
Italia Scientifica, Roma.
Cassese S. (1984), Le trasformazioni dell’organizzazione amministrativa, in
‘Rivista Trimestrale di Diritto Pubblico’.
Cassese S. (1994), L’Amministrazione pubblica in Italia, Il Mulino, Bologna.
Dente B. (1985), Governare la frammentazione: Stato, Regioni ed Enti locali in
Italia, Il Mulino, Bologna.
Dente B. (1990), Le politiche pubbliche in Italia, Il Mulino, Bologna.
Dente B. (1990), In un diverso Stato, Il Mulino, Bologna.
Ires (1994), Di questo accordi lieto, Rosenberg & Sellier, Torino.
Regini M., Lange P. (1987), Stato e regolazione sociale, Il Mulino, Bologna.
Regonini G. (2001), Capire le politiche pubbliche, Il Mulino, Bologna.
torna Riferimenti bibliografici
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bibliografia
Scheda 3 - Agenzie come istituzioni che producono beni comuni per lo sviluppo
Bifulco L. (2002), Che cos’e una organizzazione, Carocci, Roma.
Bifulco L., de Leonardis O. (a cura di) (1997), L’innovazione difficile: studi sul
cambiamento organizzativo nella Pubblica Amministrazione, Franco Angeli,
Milano.
Bonomi G. (1996), Il trionfo della moltitudine. Forme e conflitti della società che
viene, Einaudi, Torino.
de Leonardis O. (1990), Il terzo escluso: le istituzioni come vincoli e come
risorse, Feltrinelli, Milano.
de Leonardis O. (2001), Le istituzioni: come e perché parlarne, Carocci, Roma.
Donolo C., Fichera F. (1981), Il governo debole, De Donato, Bari.
Donolo C., Fichera F. (1988), Le vie dell’innovazione, Feltrinelli, Milano.
Donolo C. (1997), L’intelligenza delle istituzioni, Feltrinelli, Milano.
Donolo C. (2003), Il distretto sostenibile. Governare i beni comuni per lo
sviluppo, Franco Angeli, Milano.
Gherardi S. (1985), Sociologia delle decisioni organizzative, Il Mulino, Bologna.
Pichierri A. (2002), La regolazione dei sistemi locali: attori, strategie, strutture,Il
Mulino, Bologna.
Pizzorno A. (2001), Natura della disuguaglianza, potere politico e potere privato
nella società in via di globalizzazione, ‘Stato e mercato’, n. 62.
torna Riferimenti bibliografici
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Scheda 4
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bibliografia
- Le Agenzie e le dinamiche territoriali dello sviluppo italiano – A/B
Bagnasco A. (1977), Tre Italie: la problematica territoriale dello sviluppo italiano,
Il Mulino, Bologna.
Bagnasco A. (1988), La costruzione sociale del mercato, Il Mulino, Bologna.
Corò G., Rullani E. (a cura di) (1998), Percorsi di internazionalizzazione:
competenze e auto-organizzazione dei distretti industriali del Nord-Est, Franco
Angeli, Milano.
Becattini G. (a cura di) (1987), Mercato e forze locali: il distretto industriale, Il
Mulino, Bologna.
Becattini G. (1989), Riflessioni sul distretto industriale marshalliano come
concetto socioeconomico, in ‘Stato e Mercato’, n. 25.
Becattini G. (1989), Modelli locali di sviluppo, Il Mulino, Bologna.
Becattini G, Rullani E. (1993), Sistema locale e mercato globale, in ‘Economia e
Politica Industriale’, n. 80.
Beccatini G. (1998), Distretti industriali e made in Italy, Bollati Boringhieri,Torino.
Bonomi A. (1997), Il capitalismo molecolare, Einaudi, Torino.
Bramanti A., Maggioni M.A. (1997), La dinamica dei sistemi produttivi territoriali:
teorie, tecniche, politiche, Franco Angeli, Milano.
Brusco S. (1989), Piccole imprese e distretti industriali, Rosenberg &
Sellier,Torino.
torna Riferimenti bibliografici
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Scheda 4
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bibliografia
- Le Agenzie e le dinamiche territoriali dello sviluppo italiano – G/Z
Garofoli G. (1991), Modelli locali di sviluppo, Franco Angeli, Milano.
Garofoli G. (1992), Economia del territorio, Etas, Milano.
Parri L. (1997), I giochi della cooperazione tra piccoli imprenditori: i
consorzi di vendita come istituzioni, in ‘Quaderni di sociologia’, n. 41.
Perulli P. (a cura di) (1998), Neoregionalismo. L’economia-arcipelago,
Bollati Boringhieri, Torino.
Revelli M. (1997), La sinistra sociale. Oltre la civiltà del lavoro, Bollati
Boringhieri, Torino.
Rullani E. (1998), Il postfordismo, Etas, Milano.
Trigilia C. (1986), Grandi partiti e piccole imprese, Il Mulino, Bologna.
Trigilia C. (1998), Sociologia economica. Stato, mercato e società nel
capitalismo moderno, Il Mulino, Bologna.
Unioncamere-Censis (1995), Imprese e istituzioni nei distretti industriali
che cambiano, Franco Angeli, Milano.
Viesti G. (2000), Come nascono i distretti industriali, Laterza, Roma-Bari.
Zamagni S. (1995), Globalizzare l’economia, Il Mulino, Bologna.
torna Riferimenti bibliografici
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Scheda 5
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bibliografia
- Le Agenzie come attori delle politiche urbane e territoriali
Avarello P., Ricci M. (a cura di) (2000), Politiche urbane, INU, Roma.
Balducci A. (2001), Disegnare il futuro, Il Mulino, Bologna.
Belli A. (a cura di) (2002), Il territorio speranza. Politiche possibili per il
Mezzogiorno d’Italia, Alinea, Firenze.
Curti F., Gibelli M.C. (1996), Pianificazione strategica e gestione dello
sviluppo urbano, Alinea, Firenze.
Dicoter (2002), Progetti di territorio e contesti dello sviluppo, Ministero
delle Infrastrutture e dei trasporti, Roma.
Dicoter (2003), Quater. L’Italia dei piani, Alinea, Firenze.
Mazza L. (1997), Trasformazioni del piano, Franco Angeli, Milano.
Palermo P.C. (2004), Trasformazioni e governo del territorio. Introduzione
critica, Franco Angeli, Milano.
Pasqui G. (2001), Il territorio delle politiche, Franco Angeli, Milano.
torna Riferimenti bibliografici
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Scheda 6
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bibliografia
- Gli antecedenti delle Agenzie di sviluppo
Bonomi A., De Rita G. (1998), Manifesto per lo sviluppo locale.
Dall’azione di comunità ai Patti Territoriali, Bollati Boringhieri, Torino.
Caizzi B. (1962), Gli Olivetti, Utet, Torino.
Ceriani Sebregondi G., Scassellati U. (1965), Sullo sviluppo della
società italiana, Bollati Boringhieri, Torino.
Lanzani A. (1996), Immagini di territorio e idee di piano 1943-1963,
Franco Angeli, Milano.
Musatti R. (1972), La via del Sud e altri scritti, Edizioni di Comunità,
Milano.
Pasqui G. (1999), Sviluppo locale tra economia, società e territorio:
tradizioni e politiche, in ‘Archivio di studi urbani e regionali’, n. 64.
Serafini U. (1982), Adriano Olivetti e il Movimento di Comunità: una
anticipazione scomoda, un discorso aperto, Officina, Roma-Reggio
Calabria.
torna Riferimenti bibliografici
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Scheda 7 1/4
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bibliografia
Complementi: programmi complessi e progetti di sviluppo locale –
1 - Programmi complessi e progetti di sviluppo: un quadro di
riferimento
Balducci A. (a cura di) (2000), Le nuove politiche della governance urbana.
Strategie e coalizioni, ‘Territorio’, n. 13.
Barbanente A. (a cura di), L’iniziativa comunitaria LEADER II, in
‘Urbanistica Informazioni’, n. 176, 2000.
Cremaschi M. (2001), I programmi integrati. Opportunità e vincoli,
Formez-Donzelli, Roma.
Cremaschi M. (2003), Progetti di sviluppo del territorio. Le azioni integrate
locali in Italia e in Europa, Il Sole 24 Ore, Milano.
Karrer F. et al. (1998), Il rinnovo urbano, Carocci, Roma.
Ombuen S., Ricci M. (2000), I programmi complessi: innovazione e piano
nell’Europa delle regioni, Il Sole 24 Ore, Milano.
Palermo P.C. (a cura di) (2002), Il programma URBAN e l’innovazione delle
politiche urbane. Il senso dell’esperienza: interpretazioni e proposte,
Franco Angeli, Milano.
Pasqui G. (2005), Territori: progettare lo sviluppo, Carocci, Roma.
torna Riferimenti bibliografici
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bibliografia
Scheda 7 -
Complementi: programmi complessi e progetti di
sviluppo locale – 2/4
2 – L’esperienza dei Patti Territoriali
Bolocan Goldstein M. (2000), La vicenda dei Patti Territoriali, tra
centro e periferia, in ‘Territorio’, n. 13.
Deidda D. et al. (a cura di) (2001), Patti territoriali e Agenzie di
sviluppo, Quaderni Formez n.3, Roma.
Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento per le
Politiche di Sviluppo (2003), La lezione dei Patti territoriali per la
Progettazione Integrata Territoriale nel Mezzogiorno, Roma.
(www.dps.tesoro.it/documentazione/docs/patti)
Trigilia C. (a cura di) (2001), Patti Territoriali: successi e fallimenti,
in ’Stato e mercato’, n. 63.
torna Riferimenti bibliografici
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bibliografia
Scheda 7 -
Complementi: programmi complessi e progetti di
sviluppo locale – 3/4
3 – L’esperienza dei Progetti Integrati Territoriali (PIT)
Colaizzo R. (a cura di) (2004), L’esperienza dei PIT. Studi di caso,
Formez- Azioni di Sistema per la P.A. n. 15, Roma.
Colaizzo R., Deidda D. (a cura di) (2003), Progetti Integrati e sviluppo
territoriale. Regioni Obiettivo 1, Formez-Azioni di Sistema per la P.A. n.
5, Roma.
Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione – MEF – (a cura di)
(2002), Progetti Integrati Territoriali: lo stato dell’arte, in ‘QCS News’, n.
II, giugno.
Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione – MEF -– (2003), I
Progetti Integrati Territoriali alla prova dell’attuazione. Documentazione
di riferimento, Agrigento.
Moccia F.D. (a cura di) (2002), Interpretazioni regionali dei PIT, in
‘Urbanistica Informazioni’, n. 184.
Montemurro F. (a cura di) (2003), Progetti Integrati, verifica sul campo, in
‘Guida agli Enti locali del Sole 24 Ore’, n. 9, 8 marzo.
Moccia F.D., Sepe M. (a cura di) (2003), I Progetti Integrati Territoriali.
Esperienze avanzate in Campania, Graffiti, Napoli.
torna Riferimenti bibliografici
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Scheda 7 -
Complementi: programmi complessi e progetti di
sviluppo locale – 4/4
4 – L’esperienza dei Piani Strategici
Curti F. (a cura di) (1996), Pianificazione strategica in ambiente urbano,
in ‘Urbanistica’, n. 106.
Fedeli V., Gastaldi F. (a cura di) (2004), Pratiche strategiche di
pianificazione, Franco Angeli, Milano.
Pugliese T., Spaziante A. (a cura di) (2003), Pianificazione strategica per
le città: riflessioni dalle pratiche, Franco Angeli, Milano.
torna Riferimenti bibliografici
fine sezione bibliografia
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Il focus Agenzie di Sviluppo
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http://sviluppolocale.formez.it/agenzie_di_sviluppo.html
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Formez
Centro di competenza “Politiche e
Strumenti per lo Sviluppo Locale”
Responsabile: Dolores Deidda
per informazioni sul progetto
Antonella Verro
Tel. 06-84892345
Fax 06-84892307
[email protected]
comunicazione a cura di
Massimo Di Rienzo
[email protected]
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