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SPORT COME METAFORA: CURARE, RIABILITARE

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SPORT COME METAFORA: CURARE, RIABILITARE
CON IL PATROCINIO DI:
SPORT COME METAFORA:
CURARE, RIABILITARE, PROGETTARE.
IL RUOLO E L'INTEGRAZIONE TRA MEDICI E PSICOLOGI
MILANO 5 dicembre 2013
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c/o C.O.N.I. via Piranesi n° 46/48 – 20137 –
dalle ore 8:45 alle ore 18:00
Con il contributo di
Sezione 3
Sport e Limite
La disciplina schermistica
Diversa abilità motoria, sensoriale e caratteriale...
quali risorse per il mondo 'abile'?
Dr. Giovanni Lodetti
Ricercatore A.I.P.P.S.(FISSP)
Docente Scuola Regionale Coni Lombardia e Cip Lombardia
Tecnico II°Livello FIS
Il combattimento sportivo con l’arma bianca olimpica.
Paradossi e suggestioni
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La scherma e la pedana sono per una metafora della crescita e dello sviluppo di una
personalità, …molto viene messo in scena ..ed ogni volta con una sfumatura, un’
interpretazione, uno stato d’animo da esplorare e metabolizzare.
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Questo può essere talvolta anche crudele ed estremo …ma solo con la possibilità di
conoscere un limite…un estremo, si riesce a leggere completamente se stesso e
l’altro.
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Questo pone un potenziale limite a cui tendere...uno scopo per raggiungere qualcosa
che tende a sfuggire sempre un po’ più in là ma che una volta raggiunto da grande
piacere…un senso di completezza che giustamente è legato ad un attimo …
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e poi l’attimo dopo è tutto da ricostruire…tutto è da ricominciare ogni volta con la
certezza che ce la possiamo fare
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…ancora…sempre….
Qual è il modello di personalità
a cui tende lo schermitore
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Una personalità sfaccettata, poiché il “mettersi in gioco” con l’ausilio di un’arma
richiede diversi spunti di riflessione
Una personalità propensa al mettersi alla prova e a ricercare la possibilità di
superarsi e superare l’altro da Sé.
Facile al proporsi ma meno al realizzarsi, infatti ciò richiede un allenamento assiduo
al superamento del proprio limite e l’accettazione del limite dell’altro …e viceversa
Nel grande rispetto di un setting di regole ferree che possono essere anche crudeli
ma che vanno accettate e metabolizzate. Questo sviluppa nel tempo, dall’età della
prima infanzia all’adolescenza, un grande controllo che dovrebbe portare alla sintesi
estrema del gesto atletico come la miglior soluzione possibile nel miglior momento
possibile …sempre sapendo che l’Altro sta cercando la stessa soluzione vincente.
Tutto ciò è estremamente dinamico e stimolante per i nostri sensi e la nostra capacità
di sentire e di esprimersi. Sviluppa quindi nel tempo e nel “sacrificio” giornaliero del
gioco regolamentato una capacità estrema alla risoluzione vincente. Sempre, si badi
bene, nel rispetto delle regole.
Schermitori insomma si nasce...ma lo si diventa anche ogni giorno di più. Il nostro
limite a cui tendere come atleti è estremamente “labile”. Dipende da noi ma anche
dall’altro; da qui il grande fascino anche emotivo. Le emozioni non sono mai le stesse
perché tutto cambia e tutto è estremamente dinamico….la ricerca della soluzione
all’intrigante gioco è l’incontro con l’attimo vincente, che continua ad essere il tuo
unico e mercuriale obiettivo!
Esiste una pedagogia per la scherma
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Riflessa a livello pedagogico e sociale la disciplina schermistica, se ben insegnata,
può sviluppare grandi vantaggi per diverse tipologie del carattere infantile.
Prendere decisioni estreme può aiutare molto i timidi e i ragazzi un po’ goffi, perché
con l’ apprendimento costante prendono le loro soddisfazioni. Una volta che toccano,
l’atro è metaforicamente ‘morto’, non ci si può appellare a nulla, è un atto evidente;
questo porta beneficio nel lungo termine. E’ vero che ad ogni punto ci si rimette in
pedana e tutto ricomincia, ma la tecnica aiuta a migliorarsi giorno per giorno e ci sarà
sempre qualcuno che ne saprà di meno e quindi la vittoria è sempre raggiungibile per
tutti. Anche perché se io so 100 e mi applico 10 chi sa 10 e si applica 100 è
potenzialmente uguale a me…
Mai sottovalutare nessuno e questo è importante per prendere sul serio ogni aspetto
del proprio vissuto e della propria esperienza di crescita.
Pochi diventano campionissimi, ma anche tutti quelli che non arrivano ai vertici hanno
affrontato le stesse emozioni di crescita.
Il sapere che si può perdere è molto utile per rialzarsi e dare il giusto peso a tutto; il
cammino si fa sulle sconfitte
Grandi risultati terapeutici inoltre sono stati riportati in letteratura scientifica per i
ragazzi portatori di sindrome d’iperattività (AHDH) come anche in altre sindromi che
riguardano l’elaborazione del corretto approccio con l’aggressività verso se stessi e
verso gli altri.
Cosa si vede attraverso la scherma
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Il vissuto gestito in pedana è molto palese: il corpo parla per noi, le nostre emozioni sono
estrinsecate, le nostre paure evidenti, le nostre difese (meccanismi di difesa) per alleviare
lo stress del mettersi in gioco sono molto evidenti all’occhio del clinico esperto.
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Tutto ciò ha portato alla formulazione di una psicologia clinica dello sport © da parte mia e
del prof.Carlo Ravasini, elaborata, proposta e sempre in evoluzione, che aiuti a leggere
l’uomo che si sviluppa dall’infanzia in poi nella sua ricerca di uno sviluppo della personalità.
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http://www.aipps.eu/images/corriere.jpg
http://mondopsicologi.wordpress.com/page/11/
http://items.giuntios.it/showArticolo.do?idArt=181&print=true
http://www.aipps.eu/psico_scuola2012.html , http://www.aipps.eu/doc/workshopLodetti.pdf
http://www.aipps.eu/editoriali.html
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Affrontare sul campo del gioco regolamentato le problematiche del crescere con risposte
condivise nel setting, può essere considerato come uno strumento di crescita preventiva,
una metodologia “ecologicamente” corretta per un buon sviluppo armonico della
personalità.
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Un buon affiancamento dell’operatore esperto in psicologia dello sport che aiuti a provare a
risolvere le dinamiche di conflitto attraverso i propri vissuti sportivi ben letti, può essere
considerata come un’ottima terapia preventiva a qualsiasi forma di disagio giovanile. Sotto
questo aspetto scherma e psicologia dinamica e clinica hanno molto da dirsi.
Cosa ci insegna l’approccio alle diverse abilità?
La sfida oltre il limite
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Nella logica di quanto prima esposto è chiaro che per aprirsi al mondo sportivo per
viverne al meglio le emozioni di crescita, l’approccio allo sport della scherma con le
diverse abilità è foriero di mille sfumature emozionali di grande fascino.
Una Sala d’arme che condivide nel proprio setting di operatività l’approccio alla
diversa abilità motoria ( con ragazzi para-tetra plegici o spastici ) aumenta la
possibilità per tutti di misurarsi adeguatamente con tutti i limiti fisici e non solo a cui
siamo legati.
Che dire della diversità sensoriale dei non vedenti? Tirare i colpi senza vederli è un
abilità limite che si può acquisire se tutti stanno con tutti. Così i bimbi in età di latenza
si abituano ad essere e stare nel “mondo del limite“, a misurarsi con esso alla pari col
rispetto delle regole e delle componenti fische emotive e sensoriali di tutti.
A voi le conclusioni
Su tutto ciò si sono prodotte attività di ricerca e pubblicazioni scientifiche che
riportano dati confortanti sulla crescita globale dell’atleta tout-court che sviluppa al
meglio la sua personalità con questa Mission e condivisione di intenti.
Dedico questo mio intervento al Maestro di Scherma M° Marcello Lodetti ( 25.7.1931- 6.12.2012).
ed ai ricercatori di AIPPS
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