Comments
Description
Transcript
seconda lez immagine zuccoli
Fondamenti e didattica dei linguaggi dell’immagine Seconda lezione Le parole dei corsisti di Milano Gentileschi • Che cosa intendiamo per arte? • • • • • Bellezza Espressione Completezza Fantasia Creatività • • • • • • • • Colore Vita Emozione Disegno Comunicazione Bello Quadro Natura arte • • • • • • • • • • • Immagine Magia Suggestione Astrazione Rifugio Creare Forma Ispirazione Sentire Creazione Libertà di espressione • • • • • • • • • • • Impronta Illuminante Puro Divagazione Pluralità Espressività Pensieri Parole Espressione intima Mistero Genialità arte • • • • • • • • • • • Manualità Eleganza Leggerezza Fascino Immensità Anima Passione Impeto Amore Racconto Follia • • • • • • • • • • • Meraviglioso Vivacità Immaginare Disegno Libero Movimento Piacere Odio Ricordi Fisicità Semplicità Le frasi Gentileschi • Esprimersi in libertà • La forma attraverso cui è possibile esprimere i sentimenti • Espressione personale della realtà • La materializzazione del sé • Manifestazione del proprio essere interiore attraverso la creatività • Le ali di farfalla • Lasciare segni • Espressione libera delle emozioni • Massima espressione dei sentimenti e delle idee Gentileschi • Il mondo visto attraverso gli occhi di un bambino • Creatività dell’essere • Una danza di colori immagini, sensazioni • Liberare la propria energia • Un modo di vedere il mondo • È mettere a nudo i sentimenti, sentire il bisogno di comunicarli • Esprimere i propri sentimenti (scrivendo, dipingendo, modellando, suonando) Arte Gentileschi • È un mezzo per comunicare • Libertà di esprimersi • Sensazione di bellezza, cioè piacere corporeo (plurisensoriale) • Pensiero interiore • Cultura, fantasia, espressione libera delle proprie emozioni, conoscenza del passato e del presente • Un mare … visto dall’alto Arte Gentileschi • Una fantasia personale che si rende visibile agli altri • È potersi esprimere in assoluta libertà • Emozione per i cinque sensi • Bellezza statuaria, bellezza nelle forme, armonia • Rivelazione di vita • Qualcosa di personale Un acrostico di un corsista Gentileschi A utori R icerca T ecnica E mozione Le parole di Bergamo • • • • • • • • • • • Espressione Quadro Espressività Disegno Colori Creare Piacere Creatività Emozione Pennelli Pitturare • • • • • • • • • • • Immagini Originalità Varietà Affreschi Bellezza Stupore Meraviglia Fantasia Forme Linguaggio Gioconda Le parole di Bergamo • • • • • • • • • • • • • • • • Libertà ?!! Sognare Armonia Dipingere Sogno Comunicare Disegno Aria Ossigeno Il bello Identità Soldi Amore Forma Estetica • • • • • • • • • • • • • • • Capacità di … Stravaganza Opera Immaginazione Vita Mia vita Esprimere Rosso Emozioni Cultura Passione Originalità Fluidità Movimento Storia Bergamo: le frasi • Meraviglia infinita • Espressione libera di sé • Mescolare il colore • Espressione della genialità • Espressione del sentimento • Libertà di pensiero • Forma e colore • Guardarsi dentro • Dipinti con riciclo • Espressione di piacere • Libera espressione di idee, sentimenti ed emozioni • Tutto ciò che ci circonda • Tutto ciò che esprime la creatività e la fantasia • Vivere emozionandosi Le frasi, Bergamo • Forma di espressione grafica della propria interiorità • Bellezza anche del “non perfetto” • Emozioni a colori • Unione di tutti i sensi • Non è assolutamente rivolto solo al “bello” • Mente aperta • Creare con le proprie emozioni • Paola e i suoi disegni • Modo di incontrare se stessi e la realtà • Il mondo delle emozioni • Quando sto bene con me stessa • Comunicazione verso l’esterno • Ricezione di emozioni • Comunicare la vita • Mondo di colore e di emozioni • Tutto ciò che il bambino e l’adulto producono • Tutto ciò che si crea • Manifestazione dell’anima e dello stato d’animo L'EDUCAZIONE ARTISTICA COME SPAZIO PARALLELO “Lo spazio parallelo è uno spazio, e un tempo, che possiede caratteristiche solo nostre, in cui poter organizzare la conoscenza; in cui i problemi di direttività non esistono più; in cui si aprono spazi di ascolto di sé e degli altri; in cui si lavora con il piacere di lavorare per noi stessi; in cui le certezze vengono messe in discussione; in cui si può prendere il tempo di chiederci il senso delle nostre esperienze.” Donata Fabbri, Il gusto del progetto, Editori Riuniti per Regione Piemonte, 1999. I titoli di queste tre slides sono di Ermanno Morello L'EDUCAZIONE ARTISTICA COME SPAZIO PER LE COMPETENZE • “Il laboratorio è luogo di ricezione e produzione di saperi e di testi culturali. È anche luogo di elaborazione-costruzione delle identità personali dei protagonisti.” • Marco Dallari, L’esperienza pedagogica dell’arte, Firenze, La Nuova Italia, 1998. L'EDUCAZIONE ARTISTICA COME SPAZIO PER L'ESPERIENZA CULTURALE • “Per comprendere l'estetico nelle sue forme ultime e provate, bisogna cominciare dallo stato greggio: dai fatti e dalle scene che attraggono l'attenzione dell'occhio e dell'orecchio dell'uomo, suscitando il suo interesse e procurandogli godimento, allorché guarda e ascolta.” • John Dewey, Arte come esperienza e altri scritti, Firenze, La Nuova Italia, 1995 BRUNO MUNARI Milano 1907-1988, pittore, designer e sperimentatore di nuove forme d’arte, ha dato un contributo e un insegnamento fondamentali al design in Italia e nel mondo. Nel 1926 entra in contatto con il movimento futurista. Nel 1930 crea la sua prima “macchina aerea” che anticipa le “macchine inutili”. Nel 1934 firma il “manifesto tecnico dell’areoplastica futurista”. Nel 1945 comincia la sua serie di libri per bambini che, pensati per il figlio Alberto, vengono poi tradotti in tutto il mondo. A partire dagli anni Settanta approfondisce i suoi interessi in ambito didattico e contribuisce al rinnovamento teorico e pratico dell’insegnamento artistico. Nel 1977 realizza il primo Laboratorio per l’infanzia alla Pinacoteca di Brera. Dal convegno Bruno Munari l’arte di vivere tra scienza e arte. Munari in azione Triennale, 22/23 ottobre 1999 Il pensiero progettante e creativo, Piero Bertolini Vicinanza tra esperienza artistica ed educativa. Sono esperienze non sovrapposte, ma in relazione dialettica. L’arte può essere educativa, ma le due esperienze insieme, pur nella loro autonomia hanno la capacità emblematica di chiarire un certo modo di intendere l’uomo. È un modo di intenderlo non come qualcosa di già dato, ma qualcosa che si realizza in un continuo processo. Dal convegno Bruno Munari l’arte di vivere tra scienza e arte. Munari in azione Triennale, 22/23 ottobre 1999 • La creatività è la capacità di combinare dati e informazioni in modo altri, diversi da quelli consueti. La creatività è la capacità di superare un già dato verso un possibile. • Pensare in modo progettante è il modo più convincente di affermare la nostra libertà ed autonomia. • L’esperienza artistica è il luogo privilegiato, in cui avvengono continue contaminazioni. • L’esperienza educativa è centrata sempre sulla prospettiva del cambiamento, deve stimolare verso un futuro possibile. Il laboratorio per bambini a Brera, 1977 • Il museo non è più un luogo riservato agli specialisti, ma il museo questo deposito di memoria collettiva, questa banca di oggetti, questo luogo di conoscenza dell’evoluzione della natura e dell’uomo è uno strumento di comunicazione di massa e di presa di coscienza poco esplorato. • Riappropriazione pubblica dei beni culturali. Il laboratorio per bambini a Brera, 1977 • Se si gioca da bambini con l’opera d’arte tra vent’anni si avrà un pubblico diverso, che guarderà all’opera d’arte non solo sotto il “cosa vuol dire” bensì conoscendone tutti gli aspetti costruttivi, giocando, da bambini. (Munari) Il laboratorio per bambini a Brera, 1977 • Ogni volta che si spiega qualcosa ad un bambino gli si impedisce di scoprirla da solo, Piaget • Giocare con l’arte non per diventare artisti, etc. giocare con l’arte per vivere in modo creativo la scoperta delle regole della creatività, Munari Bruno Munari • Non si tratta di rispondere subito e soltanto alla domanda Che cosa vuol dire? È necessario invece indagare su altri elementi che compongono l’opera d’arte: la materia con la quale prende corpo e si rende visibile l’immagine, la tecnica con la quale la materia è stata lavorata, le regole della composizione che danno qualità e suggestione all’oggetto. Bruno Munari • In tal modo si arriverà gradualmente, soprattutto attraverso esperienze personali di rielaborazione e produzione concreta, a comprendere come si costruisce un messaggio visivo e quindi a capire e a gustare meglio non solo l’arte contemporanea, ma qualunque stile e qualunque tempo. Bruno Munari • Capire o comprendere? • Il più grande ostacolo alla comprensione di un’opera d’arte è quello di voler capire. Troppo spesso capire vuol dire sezionare e dare della definizioni che inquadrano l’opera in uno schema predefinito, comprendere è invece possedere con i propri mezzi entrando in un contatto stretto che lascerà tracce indelebili, fissate nella memoria dal vissuto emotivo. Proposte contenute nel testo Fantasia • Far disegnare ai bambini cosa c’è dentro il corpo. • Migliorare il corpo umano. • Unire materiali diversi. (Picasso testa di toro con sellino di bicicletta) • Pensare il mondo alla rovescia. (fuoco-freddo; ghiaccio-bollente) • Cambiare il colore (pane blu, Man Ray) • Cambio di materia (l’ombrello molle del clown) Proposte contenute nel testo Fantasia • Cambio del luogo (se Milano avesse il mare) • Cambio di funzione (bicchiere porta fiori) • Cambio di moto (lumaca che corre) • Cambio di dimensione (Pop Art) • Elementi diversi in un unico corpo (orribile mostro) Stimolazione alla creatività (da Fantasia) • L’individuo creativo è quindi in continua evoluzione e le sue possibilità creative nascono dal continuo aggiornamento e dall’allargamento della conoscenza in ogni campo. • Una persona creativa prende e dà continuamente cultura alla comunità, cresce con la comunità. Una persona non creativa è spesso un individualista ostinato nell’opporre le proprie idee a quelle degli altri individualisti. La creatività va quindi stimolata ma come? • Si tratta di inventare giochi attraverso i quali i bambini possano imparare sempre qualcosa di nuovo, possano impadronirsi di tecniche nuove, e possano capire le regole del linguaggio visivo. Ogni disegno contiene un messaggio, ma se questo non è costruito con le regole del linguaggio visivo, il messaggio non viene ricevuto (…) non si ha comunicazione. Munari p.123 Bruno Munari • Un’efficace metodologia di approccio alle opere d’arte, mediante attività di ricerca e approfondimento teorico da collegarsi ad esperienze concrete di produzione individuale e collettiva in situazione di laboratorio. Cristina Francucci, “Il perché di una scelta”,in Educare all’arte, p.14 • L’obiettivo è avvicinare i giovani all’arte contemporanea, non avendo come unico scopo quello di familiarizzare bambini e ragazzi con i linguaggi e i modelli dell’arte, ma di suggerire processi immaginativi e creativi, idee, paradigmi e metafore, simboli desunti dall’universo artistico, utili a comprendere il mondo circostante. Cristina Francucci, “Il perché di una scelta”,in Educare all’arte, p.14 • Altro punto centrale della nostra concezione di didattica dell’arte è che l’opera d’arte è l’oggetto privilegiato per la progettazione di laboratori creativi, in cui il momento del fare assume la massima importanza. Cristina Francucci, “Il perché di una scelta”,in Educare all’arte, p.14 • Il laboratorio è luogo di ricezione e produzione di saperi dove i bambini sono invitati a un ruolo attivo nel processo di creazione e trasformazione, ma è soprattutto luogo della costruzione delle identità dei protagonisti. IL MUSEO Finalità • CONSERVARE • STUDIARE • MOSTRARE Quale la priorità? Il mondo dell’arte attuale fuori dalla scuola • Quali musei, esposizioni temporanee abbiamo visitato ultimamente? • Cosa ci piace? Scuola e museo: le visite didattiche • • • • Ragioniamo insieme sulle visite didattiche: perché andiamo, cosa scegliamo, cosa ci serve per arricchire il nostro insegnamento, • cosa rimane ai bambini. • Ma la visita serve o no? Lavoriamo sul museo • Museo è… • Cosa associ alla parola “museo”? • Quali sono i tuoi vissuti di esperienze museali? • Hai, e quali sono, ricordi di quando eri bambina/o al museo? • Qual è la tua ultima visita in un museo, in una esposizione temporanea? Una proposta per una visita diversa • Esaminiamo una proposta elaborata dal Sainsbury Centre for Visual Arts Andar per musei • Scegliere: prendere tra più cose quella più adatta, la migliore, quella che piace di più, assorbire, cogliere … • Trovare: accorgersi, avvedersi, scorgere, imbattersi, cogliere, incontrare … • Cercare: esplorare, dare la caccia, scoprire … Andar per musei • • • • • Una serie di attenzioni: il sistema museo gli oggetti da museo il visit-attore le domande giuste Andar per musei • Quattro regole d’oro – Esporsi all’oggetto, conservare lo stupore …ascoltare quello che l’oggetto evoca in noi, pensieri, emozioni, sensazioni, domande ricordi, associazioni. – Migliorare la capacità percettiva, usare tutti i nostri sensi – Darsi tempo, l’intervallo perduto, la distanza estetica. – Darsi spazio fisico e mentale. – Come mai ho scelto quell’oggetto? (il motivo) • Perché ho scelto quell’oggetto? (lo scopo) SCEGLIERE UN OGGETTO • Qual è il compito? • Scegliere un oggetto tra quelli presenti nella collezione visitata. • L’oggetto deve essere scelto liberamente( chi vuole può pensare ad uno scopo didattico riflettendo su un utilizzo con bambini o ragazzi) SCEGLIERE UN OGGETTO • Qual è l’obiettivo del lavoro? • Esperire concretamente una situazione di ricerca in museo e un lavoro sull’oggetto (finalizzati successivamente a scopi educativi). • Fare una riflessione sull’esperienza in chiave formativa personale e professionale. SCEGLIERE UN OGGETTO • Cosa fare concretamente? • Girare liberamente negli spazi espositivi per cercare, trovare, individuare, scegliere l’oggetto; prendere appunti o altre forme di memoria e descrizione dell’oggetto prescelto e delle modalità personali di approccio e scelta. Al termine riflettere in gruppo. SCEGLIERE UN OGGETTO • Quanto tempo? • Il tempo disponibile è di 20/30 minuti per l’esplorazione e 40 minuti per la discussione. IL MUSEO • Andrea Emiliani: • “L’attuazione di un processo di socializzazione, di un uso sociale e didattico dei beni culturali richiede fra l’altro che sia superato il concetto di museo come luogo di conservazione statica e sia recuperato il senso del museo come luogo di studio, di ricerca, di informazione storica, di produzione di cultura: che i materiali custoditi nei musei siano utilizzati come documenti storici su cui ricostruire la storia della città, del territorio, non come “opere d’arte” destoricizzate da proporre ad un’astratta contemplazione. Anche la riappropriazione culturale del museo è un’operazione di cultura democratica.”[1] • [1] Andrea Emiliani, “Il museo dall’età illuministica al nostro tempo: i diversi modelli di museo”, p.44, in La didattica dei beni culturali, a cura di V: Frati e I: Gianfranceschi Vettori, atti del seminario, Brescia 1978, Brescia, Grafo edizioni, 1980. Storia del museo Emma Nardi • “Il termine “museo” (…) deriva da mouseion, ossia dall’edificio che ad Alessandria d’Egitto era destinato ad ospitare gli studiosi che, attratti dall’incredibile ricchezza della biblioteca istituita da Tolomeo I Soter; si recavano a lavorare in quella città. Insomma il mouseion a giusto titolo poteva essere considerato come casa comune delle muse perché in esso, come in un moderno college americano, potevano incontrarsi gomito a gomito i cultori di Calliope, in altri termini i poeti epici, di Urania, vale a dire gli astronomi, di Talia, ossia i commediografi e via dicendo. • Questa definizione, anche se razionale e avvalorata dall’interpretazione tradizionale, manca però di precisione: che dire infatti degli storici o dei naturalisti, cui nessuna delle nove dee guidate da Apollo Musagete elargiva la propria protezione o, al contrario, come immaginare immersi nei volumi della biblioteca di Alessandria i seguaci di Tersicore che di professione erano danzatori? • (…) Il primo mouseion che la storia antica ricordi non è quello annesso alla biblioteca di Alessandria cui si fa riferimento parlando dell’origine del museo moderno. Occorre risalire più indietro nel tempo per rifarsi ad una istituzione culturale altrettanto prestigiosa, ossia alla scuola di Platone (428-347 a.C.) fondò nei giardini di Accademo e che, per questa ragione, prese il nome di • All’accademia platonica era appunto annesso un mouseion frequentato per più di vent’anni da Aristotele (384-322 a.C.). e tale idea dovette sembrargli così funzionale che, quando realizzò la propria scuola in una zona di Atene dedicata ad Apollo Liceo da cui essa prese il nome, anche Aristotele le affiancò un mouseion. Proprio ad un allievo di Aristotele, Demetrio di Falero (350-307 a.C.), Tolomeo affidò il compito di organizzare la biblioteca di Alessandria: non dobbiamo dunque stupirci di ritrovare lo stesso modella organizzativo in istituzioni diverse ma legate da un filo di continuità tanto evidente. • (…) Se i tre esempi di mouseion citati erano legati da una comune idea organizzatrice, è anche vero che quello di Alessandria si distingue dai suoi illustri predecessori per due elementi che, nella loro linea evolutiva, si riveleranno di estrema importanza per il nostro discorso: il mouseion di Alessandria non si configura come iniziativa di un privato per quanto autorevole cittadino, ma nasce con un respiro strategico e politico molto più ampio, come esigenza dello stato di Tolomeo di affermare una continuità culturale con il regno di Alessandro Magno; in secondo luogo al mouseion di Alessandria si affianca un serapeion, ossia un tempio dedicato a Se rapide maestosamente eretto sul porto di Alessandria nel quale, secondo la tradizione greca, i fedeli recavano offerte votive che venivano gelosamente conservate perché, una volta donate al tempio, acquisivano esse stesse la sacralità del luogo. • Conservati e protetti, gli oggetti preziosi donati venivano esposti all’ammirazione dei fedeli che, dopo aver a loro volta assolto il proprio impegno con la dea, si trasformavano in visitatori ansiosi di ammirare quanto le collezioni del tempio offrissero di raro e di pregiato, vale la pena di soffermarsi su alcune caratteristiche che il serapeion di Alessandria condivideva con i templi della anteriore tradizione greca e di quella posteriore romana; • lungi dall’essere nascosti agli sguardi, gli oggetti di cui il tempio era depositario potevano essere ammirati dal pubblico nel suo interno o, quando le collezioni erano particolarmente numerose, in edifici appositamente costruiti nel recinto sacro. • il tempio raccoglieva collezioni di oggetti che, pur nella loro eterogeneità, erano accomunati dal fatto di avere un notevole valore (per il materiale impiegato, per la tecnica utilizzata, per le caratteristiche estetiche e così via); • gli oggetti custoditi non potevano più rientrare nel circuito commerciale. A causa del carattere sacro acquisito, nessuno poteva avere l’ardire di venderli o comprarli. Gli eventuali furti commessi ai danni dei templi venivano scoraggiati con punizioni particolarmente severe. Quando un oggetto si deteriorava in modo irreparabile, se era fatto di metallo prezioso veniva fuso con altri oggetti analoghi per costituire lingotti, se era di materiale irrecuperabile come la terracotta si provvedeva a seppellirlo perché in nessun caso poteva essere adibito ad un uso privato. Né un tale tabù deve sorprenderci visto che, ancor oggi in alcune regioni d’Europa, questa antica proibizione si perpetua nella superstizione contadina secondo la quale sarebbe di malaugurio acquistare beni di proprietà della Chiesa; • Quando un oggetto si deteriorava in modo irreparabile, se era fatto di metallo prezioso veniva fuso con altri oggetti analoghi per costituire lingotti, se era di materiale irrecuperabile come la terracotta si provvedeva a seppellirlo perché in nessun caso poteva essere adibito ad un uso privato. Né un tale tabù deve sorprenderci visto che, ancor oggi in alcune regioni d’Europa, questa antica proibizione si perpetua nella superstizione contadina secondo la quale sarebbe di malaugurio acquistare beni di proprietà della Chiesa; • le collezioni del tempio costituivano un patrimonio di cui la popolazione andava fiera e cui si poteva ricorrere in casi estremi, quando ad esempio la patria era in pericolo. Fu così che, durante la terribile guerra del Peloponneso, gli ateniesi contrassero un prestito con i loro dèi, salvo poi restituire la somma prelevata con tanto di interessi; • lungi dall’essere nascosti agli sguardi, gli oggetti di cui il tempio era depositario potevano essere ammirati dal pubblico nel suo interno o, quando le collezioni erano particolarmente numerose, in edifici appositamente costruiti nel recinto sacro. Riflettiamo sulle nostre esperienze come studenti • Quali sono state le nostre esperienze in campo artistico a scuola? • Quali positive? Quali negative? Riflettiamo sulle nostre esperienze come insegnanti • Che cosa pensiamo si possa proporre ai bambini? • Cosa abbiamo visto fare nella scuola in campo artistico nelle nostre esperienze di tirocinio e di lavoro? Prima biennale di Malindi Mosaico, testimonianza di un passato Afro Basaldella, attualità di una proposta La scuola e il museo • Renate Eco, A scuola col museo. Guida alla didattica artistica, Milano, Bompiani, 1986 ( terza edizione 2001) • Renate Eco, A scuola col museo. Guida alla didattica artistica, Milano, Bompiani, 1986 ( terza edizione 2001) • Le esperienze di cui si parla cercano di superare la rigidità e la noia delle tipiche visite didattiche. • Si è cercato di trasformare il museo in una scuola divertente. • Un piccolo episodio accaduto nella primavera del 1980. • Un gruppo di ragazzi di quarta elementare, accompagnati dall’insegnante, stava seguendo una giovane (e preparata) storica dell’arte che illustrava loro i retroscena storici, politici e religiosi della controriforma, davanti alla Cena in Emmaus di Caravaggio. A un certo punto una bambina ha sussurrato alla maestra: “Signora non ci capisco mica niente”. E la maestra ha risposto: “Zitta te , che l’arte è difficile”. • Ho deciso quel giorno che l’arte non debba essere difficile, o almeno non necessariamente, né per una maestra di quarant’anni, né per una bambina di dieci, a patto che vi si avvicinino nel modo giusto. “Tutti gli usi della parola a tutti” mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo. Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Torino , Giulio Einaudi, 1973-2001, p.6. • La scelta dei temi del nostro laboratorio è stata condizionata soprattutto dalle opere conservate nella Pinacoteca di Brera, i dipinti italiani tra il Trecento e il primo Novecento. • Si tratta di inventare temi, esercizi e percorsi che tenessero conto di quei periodi e di quelle tecniche. • L’attività di laboratorio prevede uno stretto collegamento spaziale e temporale con il museo che si ha a disposizione. • Ogni esercizio è concepito per essere svolto in una sola mattinata ed è diviso in due parti, la prima in laboratorio, la seconda al museo stesso. • La parte in laboratorio è costituita da piccoli esercizi pratici molto circoscritti e inerenti al tema, con l’intenzione di partire sempre da esperienze e conoscenze proprie prima di affrontare problemi analoghi nell’opera d’arte. • Ogni svolgimento pratico si conclude con l’osservazione dei lavori fatti, considerando sempre tutti i risultati, anche quelli non completi e meno riusciti. Unità didattica L’oro • Intenzioni didattiche • Riconoscere in due stili diversi – gotico e rinascimentale- l’imporatnza di un particolare “elemento” pittorico, lo sfondo, e capire la sua funzione all’interno del quadro. • Apprendere nozioni tecniche sul metodo della doratura e verificarle attraverso un’analisi diretta di opere che si servono di questa tecnica; osservare bulinature e rilievi delle superfici dorate. Unità didattica L’oro • Intenzioni didattiche • Prendere coscienza delle idee che l’oro suggerisce (preziosità, eleganza, regalità), confrontandole con i significati simbolici che l’oro aveva per l’uomo medievale. • Analizzare il significato e lo sviluppo formale dell’aureola nell’iconografia cristiana attraverso il confronto di vari esempi. Introduzione • La tecnica della doratura degli sfondi in Italia è stata applicata prevalentemente nello stile gotico. • L’oro, nella pittura molto raffinata non soltanto dal punto di vista artistico ma anche da quello intellettuale, era connesso al significato simbolico-mistico della luce come energie o emanazione divina. • La doratura, operazione lunga e delicata, costituiva uno dei processi finali della pittura su tavola. I “battiloro” preparavano delle sottilissime lamine di forma quadrata, battendo l’oro tra due strati di cuoio. Cennino Cennini, nel suo Libro dell’arte, scritto verso la fine del XIV secolo, descrive minuziosamente questa antica tecnica. • Nella società contemporanea l’oro ha perso quasi del tutto i suoi significati teologici, ma ha conservato comunque un carattere di “nobiltà”. Tra le implicazioni attuali possiamo ricordare: • Oro come materiale inalterabile • Oro come segno di ricchezza • Oro come segno socialmente riconosciuto di eleganza Esercizi in laboratorio • Fondo oro e sfondo paesaggistico • Materiale occorrente: • Fotocopie della Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti; • Matite colorate, pennarelli; • Tempera oro; • Pennelli; • Piattini e contenitori con acqua. • Dividere la classe in due gruppi, dopo una spiegazione una osservazione accurata della tavola, si procede alla realizzazione dell’attività. • Un gruppo colorerà con il fondo oro, il secondo gruppo inserirà la linea dell’orizzonte e creerà un paesaggio. • Confronto tra i vari prodotti, uno più gotico, l’altro di ispirazione” rinascimentale”. Esercizi in laboratorio • • • • L’oro decorato Materiale occorrente Fogli di rame leggero; Bulini a punta tonda, vecchie penne a sfera, punteruoli, chiodi; • Vecchi quotidiani come base, da usare come appoggio morbido; • Colla. • Si mostra brevemente la tecnica della punzonatura, dando esempi di diverse soluzioni (punti piccoli, grossi, linee, trattini, ecc.). • Si tratta di comporre, con pezzi separati decorati con punzonature, una figura simbolica. Esercizi in laboratorio • • • • • • Figura su sfondo oro Materiale occorrente: Cartoncini dorati; Bulini, penne a sfera; Forbici; Colla. • L’esercizio consiste nel decorare al bulini un cartoncino dorato e successivamente applicare al centro il disegno a colori di un personaggio importante: un re, una Madonna. • Osservando il risultato i partecipanti arriveranno a comprendere il ruolo del fondo oro. Esercizi al museo o in classe • Osservare esempi di fondo oro • Il fondo oro fa risaltare gli altri colori. • Molti dipinti recano la traccia degli accorgimenti tecnici impiegati (bolo rosso d’Armenia). • Fondi lisci, fondi bulinati e rilievi in oro. • Gli oggetti dorati in rilievo a volte presentano inserti di gemme vere. Gentile da Fabriano (Fabriano, Ancona c. 1385 – Roma 1427), Polittico di Valle Romita, Pinacoteca di Brera, Milano Tempera su tavola, firmato in basso al centro della tavola centrale “gentilis de fabriano pinxit”, anni di acquisizione 1811 e 1901. I pannelli che costituiscono il polittico, racchiusi ora in una cornice del primi del Novecento, giunsero in Pinacoteca in due tempi: le cinque tavole maggiori – provenienti dalla chiesa di Santa Maria di Valdisasso nell’eremo di Valle Romita, presso Fabriano – con le spogliazioni napoleoniche, le minori per acquisto. Databile intorno al 1410, è uno dei capolavori dell’artista, tra i più grandi in Europa ad apertura di Quattrocento. Nel polittico possiamo osservare un’estrema attenzione al linguaggio naturalistico (il prato fiorito su cui poggiano i santi, il manto foderato di pelliccia della Maddalena o la tunica di morbida lana indossata da san Gerolamo, l’eccezionale sensibilità alla luce e ai fenomeni luminosi) unita ad una squisita eleganza astratta della linea di contorno, supportata dalla preziosità dei materiali (oltre l’oro si segnala la lamina argentea, ora ossidata, di cui è costituita la tunica di Cristo). TESTI PER BAMBINI • In questa rapida carrellata sono stati scelti alcuni testi esemplificativi di varie tipologie: • il libro corredo dell’esposizione temporanea, che utilizza le immagini dell’artista a cui è dedicata la mostra, • il libro che racconta una storia avulsa dal pittore, ma che ne utilizza le immagini, • il libro che racconta la vita dell’artista e utilizza illustrazioni create ad hoc, • una serie di nuovi libri che parlano del museo in generale, • una serie di riviste che propongono attività mirate ad un argomento e che scelgono di inserire immagini di alcuni artisti particolarmente rappresentativi. I libri d’arte per bambini • Paul Klee e il fantastico viaggio di Felix, a cura di Gina Abbati, Mazzotta Ragazzi editore, Milano, 2004. • Catalogo pubblicato in occasione della mostra Paul Klee. Uomo, pittore, disegnatore, Roma, Complesso del Vittoriano 13 marzo- 27 giugno 2004. Sintesi del testo • Breve storia di un libro inviato al figlio di Paul Klee, Felix, durante il suo viaggio in Tunisia. Il testo viene letto dal bambino soprattutto osservando le immagini e permettendogli un viaggio in alcuni paesi fantastici (la terra dei colori, dei giardini, del gioco, della magia, del sogno). • Accurata la scelta delle immagini e approfondita la biografia del pittore. • Per bambini tra dai nove anni in su per una lettura autonoma, anche più piccoli se letto da un adulto. • Dal diario di Paul Klee in Tunisia, 1914: “Il colore mi possiede … mi possiede per sempre, lo sento … io e il colore siamo una cosa sola. Sono un pittore” p.81 di questo libro • “Nell’arte non è tanto essenziale il vedere quanto il rendere visibile” Paul Klee, Diari, 1934 (1134) Occhio al museo, a cura di Cristina Francucci, collana Art’è ragazzi, Bologna, 2000 • Presentazione del museo GAM (Galleria d’Arte Moderna) di Bologna grazie ad un’inchiesta ammantata di mistero. Molti “personaggi” che vi lavorano si presentato, dal direttore (Danilo Eccher) all’elettricista (Stefano Natali). Anche la piantina del museo viene scandagliata in modo approfondito e con essa alcune opere. • Ogni tanto vi è una pagina dedicata ad alcuni approfondimenti, come quella sul Dipartimento didattico della GAM, telefono 051-502859 • La parte pratica è un invito a catalogare le opere, grazie ad una scheda predisposta • Regole di utilizzo del museo.