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Si è evitato che ci scappasse il morto
PERIODICO INDIPENDENTE CULTURALE - ECONOMICO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE REGIONALE Via Lucifero 40 - CROTONE Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE - Via Lucifero 40 - Crotone 88900 - Tel.(0962) 905192 - Fax (0962) 1920413 Iscr.Reg.Naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Poste Italiane Filiale di Catanzaro - Gruppo 3° - mensile pubblicità inferiore al 50% - tassa pagata - tax paid Direttore Editoriale Pino D’Ettoris - Direttore Responsabile Tina D’Ettoris - Abbonamenti: euro 26,00 - Contributo Sostenitore euro: 50,00 - Estero euro: 100,00 c.c.p. 15800881 intestato a IL CORRIERE DEL SUD Sito Web: www.corrieredelsud.it - E-Mail: [email protected] - [email protected] - [email protected] ASSOCIATO ALL’USPI 1,00 Anno XX N° 10/2011 - 17 Ottobre UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA C REGIONALE Via Lucifero 40 - CROTONE Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 «Il rischio concreto che ci scappasse il morto perché i violenti, veri criminali, si sono fatti scudo del corteo» Si è evitato che ci scappasse il morto Alemanno: «Ora mi auguro che non ci sia alcun buonismo e nessun permissivismo: bisogna colpire con l’adeguata durezza questi animali» Giorgio Lambrinopulos A Roma si è corso “il rischio concreto che ci scappasse il morto perché i violenti si sono fatti scudo del corteo”, “veri criminali” che devono pagare in “modo esemplare”. Così il ministro dell’Interno Maroni sugli scontri scatenati da gruppi di black bloc durante la manifestazione degli indignati. D’accordo anche La Russa: cercavano di uccidere. Un ringraziamento alle forze dell’ordine, al prefetto e al questore è arrivato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Grazie a loro “si è evitato che ci scappasse il morto. Il rischio era concreto perché i violenti si sono volutamente fatti scudo del corteo”. “Voglio che gli autori di queste violenze, veri e propri criminali, paghino in modo esemplare” ha aggiunto il ministro dell’Interno. “Attenzione: il Paese non può dividersi”: è l’appello di Maroni. Quanto accaduto “è un fatto di inaudita gravità che va condannato da tutti senza esitazioni”, ha aggiunto. “Credo che sabato si sia veramente cercato il morto. Onore e merito alle forze dell’ordine che sono riuscite ad evitarlo”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando con i giornalisti a Washington. “Roma si costituirà ancora una volta parte civile per i danneggiamenti di sabato, non solo per i danni materiali ma per quelli morali”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parlando dalla centrale di controllo della stazione Termini dopo aver visionato il video della telecamera di sorveglianza che ha ripreso i black block. “Questi video - ha detto il sindaco - sono preziosi per fare una vera e propria opera preventiva e la denuncia di chi ha partecipato a questi disordini. Dobbiamo liberarci dall’incubo dei violenti che girano durante le manifestazioni”. Alemanno, intervistato dal TG1, ha ribadito la volontà del Campidoglio di costituirsi parte civile chiedendo “la massima fermezza” contro i teppisti. Cosa non ha funzionato? “Il problema è che la violenza Scontri e incendi durante il corteo degli indignati a Roma va combattuta tutto l’anno - risponde Alemanno -, bisogna prevenire e isolare i violenti anche politicamente”. Il sindaco di Roma si è augurato “che non succeda come il 14 dicembre che il giorno dopo quelli che erano stati arrestati, dopo le violenze a Roma, sono stati rilasciati. Il fatto che stiano in galera è il primo segnale da dare”. “Non ci sono state azioni preventive perché c’é troppo buonismo in giro: quanto si sarebbe protestato? Quanto si sarebbe parlato di azione poliziesca?”. Ha detto ancora il sindaco di Roma. “Ora mi auguro che non ci sia alcun buonismo e nessun permissivismo: bisogna colpire con l’adeguata durezza questi animali”. “Quello che è accaduto ieri a Roma é cosi grave e cosi significativo che lunedì chiederemo formalmente che il ministro degli Interni venga a riferire alla Camera dei Deputati”: lo dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. “Vediamo - aggiunge - che alcuni banchieri e un industriale manager ieri si erano affrettati a solidarizzare con gli indignati, non sappiamo se per un complesso di colpa o se per indirizzare solo sulla cosiddetta classe politica le responsabilità della crisi in corso del capitalismo con conseguenze sociali assai gravi. Siccome la protesta sociale, al di là di quello che è avvenuto a Roma, sta avvenendo in tutto il mondo occidentale - osserva - è evidente che è indispensabile una riflessione seria che non può essere risolta dalle ‘piccolissime frasi’ di qualche banchiere o di qualche manager che, per parte sua, sta cercando di scendere in politica”. Contro gli speculatori finanziari e i “provocatori” visti in azione a Roma, la risposta è che l’Italia “riprenda in mano il suo destino” e la sua “dignità” per evitare di finire come la Grecia. Lo scrive il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, in un post su Facebook. “Oggi molti si chiedono - scrive Bersani - come mai solo da noi, fra 80 paesi del mondo, la protesta degli indignati sia stata l’occasione per gravissime provocazioni e violenze. La risposta è molto semplice. Chi è sul fronte della crisi è anche sul fronte della provocazione”. “Molti pensano che finiremo come la Grecia - prosegue il segretario Pd - e quindi pensano di trattarci come la Grecia, speculatori o provocatori che siano. C’é una sola risposta agli uni e agli altri: riprendere in mano il nostro destino, rimettere in cammino la dignità dell’Italia, alzarsi in piedi e far vedere a tutti la forza e l’orgoglio degli italiani”. “Di manifestazioni ne ho fatte, ma non ho visto mai una cosa così. Per fortuna avevo il casco, altrimenti sarei morto”. A parlare è il carabiniere F.T., 31 anni, il militare che è riuscito a sfuggire, durante gli scontri a piazza San Giovanni, al suo blindato dato alle fiamme dai teppisti. ‘’Non riuscivo ad andare ne’ avanti ne’ indietro’’ ha aggiunto l’uomo, in forza a Roma, che era alla guida del mezzo. Il militare si trova ora ricoverato al Policlinico Um- berto I di Roma con fratture al volto. Le sue condizioni non destano preoccupazione ai sanitari. Non ricorda molto di quei convulsi momenti: ‘’Mi hanno rotto lo specchietto e sono riusciti a forzare la portiera del mezzo. Poi non ricordo più nulla, sono scappato via’’. ‘’Il card. Vallini, Vicario di Roma, ha già espresso bene il sentimento di sgomento e di tristezza per quanto e’ accaduto sabato. Esprimiamo condanna per violenze immotivate e gli atti di offesa alla sensibilità dei credenti compiuti sabato’’. Così padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, commenta i disordini a Roma. “Ovviamente siamo pienamente d’accordo con il cardinale Vallini. E naturalmente esprimiamo condanna”, ha aggiunto Lombardi, riferendosi ai gruppi di teppisti che hanno provocato per ore una vera e propria guerriglia, con decine di feriti. Interpellato su quanto accaduto Lombardi, nelle sue parole, richiama l’episodio avvenuto nel pomeriggio di sabato nella parrocchia di San Marcellino e Pietro, poco distante da San Giovanni, che è stata presa d’assalto. Alcuni manifestanti violenti, entrati nella sala della casa parrocchiale, hanno preso un crocefisso e una Madonna di Lourdes e li hanno distrutti in strada. La foto della statua della madonnina in frantumi è una delle immagini che ha segnato la giornata di violenze. “E’ stata offesa gravemente la sensibilità rispetto alla fede dei credenti. Un’offesa che si aggiunge alle altre, frutto di una violenza immotivata”. All’indomani degli scontri nella giornata degli Indignati, il presidente della Confcommercio capitolina Giuseppe Roscioli chiede nuove regole per le manifestazioni: zone interdette come “le piazze storiche” e un “limite massimo per i partecipanti, perché non possiamo permetterci altre devastazioni del genere”. “Noi abbiamo un diritto costituzionale che è quello a manifestare - spiega Roscioli -, ma ne abbiamo un altro è quello al lavoro. Quando due diritti del genere confliggono vuol dire che c’é qualcosa che non funziona. Dopo i fatti di sabato c’é il rischio che questi teppisti approfittino anche di altre manifestazioni per devastare e noi lo dobbiamo impedire”. Secondo Roscioli “a questo punto serve una regolamentazione più ferrea anche sulle future manifestazioni e cortei. Dobbiamo preservare il patrimonio storico, artistico ed economico di Roma e proteggere da questi rischi zone come piazza Venezia, piazza del Popolo, piazza Navona e il Pantheon. Dobbiamo individuare piazze in cui le manifestazioni si possano tenere sotto controllo. E in più - aggiunge -, è necessario stabilire un limite fisico di partecipanti, che a Circo Massimo può essere anche di 80-100 mila persone ma altrove no. Sono finiti i Continua a pag 2 Angela Bianca Saponari Puglia. Passeggiate nei film Progedit pp. 116 €. 20,00 Tra il cinema e la Puglia si è instaurato un forte legame. Questa regione non solo produce numerosi film e genera talenti, ma, soprattutto, possiede una forza d’attrazione che risiede tutta nella sua storia e nella sua bellezza. L’incanto del suo paesaggio custodisce le ragioni di uno sviluppo culturale che non si può ignorare. Nel libro, partendo dal nuovo e fecondo rapporto tra il cinema italiano e la Puglia, si passa all’analisi di quattro film che hanno come sfondo la Puglia: “Il miracolo”, “Chi ruba donne”, “La casa delle donne” e “La seconda notte di nozze”, con le testimonianze dei quattro registi che li hanno diretti: Edoardo Winspeare, Maurizio Sciarra, Mimmo Mongelli, Pupi Avati. L’analisi di film ambientati in Puglia offre l’occasione per aprire un discorso più ampio sulla cultura e sul paesaggio privilegiando il punto di vista di un curioso e consapevole spettatore “con la valigia”, per il quale è stata realizzata una vera e propria “guida turistico-culturale”, che oltre a indicare le location di alcuni film e i luoghi descritti dal cinema, si estende alle meraviglie di una terra sempre ricca e attraente nella sua diversità. Il volume nasce da un progetto della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Bari, un esempio concreto di condivisione dei saperi, che ha visto impegnati sullo stesso fronte docenti e studenti, registi e tecnici, integrando discipline artistiche e didattica. P olitica 2 Si è evitato che ci scappasse ... Segue dalla prima tempi in cui la contestazione deve passare necessariamente per le piazze - conclude -, c’é il web e altri mezzi di comunicazione che oggi sono molto più incisivi”. Hanno incendiato un mezzo dei carabinieri assaltandolo quasi a mani nude e costringendo i due militari a bordo a scappare per non finire bruciati. Dietro di sé avevano lasciato una scia di distruzione su via Labicana, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto. In quest’ultima, che porta a piazza San Giovanni, il manto stradale in certi punti appariva sventrato per fare dei sampietrini-proiettili. Dietro le vetrate dell’albergo President i turisti guardavano fuori sgomenti. Sul vetro i teppisti avevano scritto ‘Kill the President’. Altri cittadini, sconvolti, si erano rifugiati in un portone. Una battaglia durata oltre cinque ore. Una battaglia di posizione con i teppisti pronti ad attaccare ad ogni carica, sempre più determinati e violenti. Violenza portata fin dentro le chiese, come quella di san Marcellino e Pietro profanata con una statua della Madonna frantumata, e che si è scagliata contro chi ha tentato di ostacolarla, come un manifestante di Sinistra e Libertà e un cittadino, entrambi rimasti feriti. Poi, una volta arrivati a San Giovanni è stata guerriglia, studiata e giocata anche sui nervi, con blitz e barricate, pali stradali usati come arieti e fionde. E tantissima violenza consumata tra i veri manifestanti terrorizzati, alla fine cacciati dalla piazza. Il fuoco e il fumo vicino alla Basilica del Laterano non si vedevano dagli attentati mafiosi del 1993. La battaglia del 15 ottobre ha avuto a lungo il suo epicentro nei giardini di fronte al sagrato di una delle basiliche più importanti della cristianità. Centinaia di giovani a volto coperto, molti vestiti di nero e con il casco in testa, hanno attaccato a ondate i contingenti di polizia, carabinieri e finanzieri confluiti sul posto. Hanno attaccato anche i blindati, senza paura. Gli indignati negli Stati Uniti Gli indignati a stelle e strisce hanno conquistato Times Square. Erano almeno 10.000, secondo gli organizzatori, le persone stipate nella piazza simbolo di New York per manifestare contro Wall Street. A monitorare la situazione per impedire lo scoppio di violenze c’era un cordone di agenti in assetto anti-sommossa e poliziotti a cavallo. Il bilancio parla di una novantina di persone arrestate e due poliziotti finiti in ospedale con ferite di lieve entità dopo la carica di alcuni manifestanti che cercavano di sfondare le barricate. Ma qui, in America, a volte basta scendere da un marciapiede per essere fermato dagli agenti. Secondo quanto riportato dal portavoce della polizia Paul Browne 42 persone sono finite in manette a Times Square per non aver rispettato l’ordine di allontanarsi, dopo aver scatenato alcuni tafferugli tra la 46esima e la settima strada. Altri 14 dimostranti hanno violato il coprifuoco di mezzanotte e sono stati arrestati a Washington Square Park. Ventiquattro persone erano già state fermate nel primo pomeriggio in una sede della Citibank nel Village e altri cinque attivisti mascherati sulla 27esima strada all’altezza della sesta avenue. Si tratta comunque di incidenti di lieve entità. La protesta newyorkese infatti, come hanno confermato fonti della polizia, è stata per lo più una manifestazione pacifica all’insegna della non violenza. Anche nel resto del paese non si sono registrati scontri gravi tra polizia e indignati. La città più ‘violenta’, per così dire, è stata Chicago, dove gli agenti hanno arrestato 175 persone che si erano accampate a Grant Park. Alte quaranta persone, secondo i media americani, sarebbero finite in manette a Phoenix, Arizona, e una trentina a Denver. LONDRA: Blitz di Julian Assange tra gli ‘indignati’ di Londra. “Oggi è una combinazione di sogni che si avvera, che molti popoli in giro per il mondo, dal Cairo a Londra, hanno lavorato perché diventassero realtà. Quello a cui siamo stati sottoposti é una Direzione - Redazione - Amministrazione Via Lucifero 40 - 88900 Crotone Tel. (0962) 905192 Fax (0962) 1920413 Direttore Editoriale Pino D’Ettoris Direttore Responsabile Tina D’Ettoris Iscriz. registro naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 Servizi fotografici, fotocomposizione e impaginazione c/c postale 15800881 Intestato a IL CORRIERE DEL SUD Associato U. S. P. I. UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Sito Internet: http://www.corrieredelsud.it E-Mail: [email protected] - [email protected] [email protected] distruzione dello stato di diritto. Questo movimento non è per la distruzione della legge, ma per la costruzione della legge”, ha detto il fondatore di WikiLeaks che con un megafono ha arringato la folla radunatasi sul sagrato della cattedrale di St.Paul’s. Assange, che è ancora agli arresti domiciliari, si è poi dileguato protetto dalle sue guardie del corpo. SPAGNA: Decine di migliaia di ‘indignati’ spagnoli sono tornati in piazza a Madrid, dove il movimento è nato lo scorso maggio per poi diffondersi in tutto il mondo. Cinque cortei partiti da quartieri periferici sono confluiti a fine giornata verso la Puerta del Sol, punto di partenza simbolico del movimento che la occupò per un mese la scorsa primavera. FRANCOFORTE: Oltre 5.000 persone hanno manifestato pacificamente a Francoforte, al grido di “Non svendiamo la democrazia alla Bce!”, davanti all’edificio della Banca centrale europea, definita dagli ‘indignati’ simbolo di un sistema finanziario “irresponsabile” ed incapace di gestire la crisi. BRUXELLES: Circa 10 mila ‘indignati’ hanno manifestato per le strade del centro di Bruxelles. Il corteo, dopo aver toccato la piazza della Borsa, si è diretto verso il quartiere delle istituzioni comunitarie per concludersi nel vicino parco del Cinquantenario. ATENE: Diverse migliaia di persone si sono radunate questa sera davanti al Parlamento di Atene per protestare contro le misure di austerità varate dal governo greco per fronteggiare la crisi. Alla manifestazione in piazza Syntagma sono anche intervenuti immigrati siriani che gridavano slogan per la libertà del loro Paese. Molti manifestanti innalzavano cartelli contro l’Ue e l’Fmi, alcuni con la scritta “Non paghiamo” e altri che rivendicavano la “sovranità” della Grecia contro le grandi organizzazioni internazionali. Molte le bandiere greche. BELGRADO: Alcune centinaia di persone hanno manifestato a Belgrado e in altre città dei Balcani con lo slogan “Uniti per i cambiamenti globali”. NUOVA ZELANDA: Migliaia di persone hanno marciato ad Auckland urlando slogan contro le grandi corporazioni. Analoghe manifestazioni anche nella capitale Wellington. AUSTRALIA: A Sydney circa duemila persone, tra cui alcuni aborigeni, hanno manifestato davanti alla Banca centrale. GIAPPONE: A centinaia in marcia a Tokyo, per una protesta che comprende anche gli antinuclearisti. FILIPPINE: A Manila un piccolo gruppo di manifestanti si è diretto verso l’ambasciata americana urlando slogan contro “l’imperialismo americano”. TAIWAN: Un centinaio di persone hanno occupato simbolicamente il grattacielo Taipei 101, sede della Borsa. TEL AVIV: Alcune centinaia di persone sono sfilate a Tel Aviv senza incidenti, ma in tono minore rispetto alle manifestazioni svolte in Israele negli ultimi mesi. MONTREAL: Alcune centinaia di ‘indignati’ hanno piantato le tende a Victoria Square, nel centro della città. N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre Violenze contro i cristiani copti in Egitto I ministri degli esteri della Ue hanno in modo univoco espresso una forte condanna delle violenze esplose in Egitto contro i cristiani copti ed hanno chiesto alle autorità egiziane di agire per tutelare le minoranze religiose. Le violenze “sono molto allarmanti”, ha dichiarato il ministro britannico William Hague, mentre il suo collega tedesco Guido Westerwelle ha definito le violenze “inaccettabili”. “Penso che sia molto importante che le autorità egiziane riaffermino la libertà religiosa in Egitto e che tutte le parti si astengano dalla violenza”, ha detto Hague, in margine al Consiglio esteri a Lussemburgo. Forte condanna è stata espressa anche dal ministro danese Villy Sovendal, molto preoccupato per- dere il regime di Mubarak. Secondo l’agenzia di stato MENA, le violenze sarebbero cominciate “dopo spari e lanci di pietre da parte dei manifestanti copti che marciavano verso il quartier generale della televisione per protestare contro tensioni riguardanti una chiesa di Assuan”. Secondo testimoni oculari sentiti dall’ANSA, i copti che in corteo si stavano recando verso il palazzo Maspero sarebbero stati attaccati con bottiglie molotov, lanci di pietre e armi da fuoco da teppisti e “baltageya” (si definiscono cosi” in arabo violenti e criminali comuni al soldo dei controrivoluzionari). Alla reazione con lanci di pietre dei partecipanti alla manifestazione sarebbero poi intervenuti soldati e poliziotti sparando ché in Egitto si è giunti al punto di avere scontri religiosi. Il capo della diplomazia olandese Uri Rosenthal ha parlato di “preoccupazione estrema”, così come il ministro degli esteri svedese Carl Bildt. “Le autorità hanno la responsabilità di proteggere tutti ed ognuno, così come il loro diritto di esprimere opinioni”, ha detto Bildt. La libertà di culto è un “diritto fondamentale che va rispettato”: lo ha detto l’Alto rappresentante della Politica estera della Ue, Catherine Ashton, al suo arrivo al Consiglio Esteri della Ue a Lussemburgo. La Ashton ha espresso preoccupazione per le violenze al Cairo e sottolineato che “é tempo che l’Egitto proceda verso libere elezioni” che possano portare il paese verso la democrazia. La protesta dei copti al Cairo era stata annunciata nei giorni scorsi e doveva radunare decine di migliaia di fedeli in piazza Tahrir per manifestare anche contro il capo del Consiglio Supremo della Difesa, maresciallo Hussein Tantaui, accusato di non essersi impegnato per far rispettare i diritti dei cristiani egiziani da parte della maggioranza musulmana (i copti in Egitto sono circa il 10 per cento della popolazione, di 80 milioni di abitanti). I copti sono anche convinti dell’esistenza di un accordo tra i militari che detengono il potere in Egitto dalle dimissioni dell’ex presidente Mubarak, cioè dall’11 febbraio scorso, e la confraternita dei Fratelli Musulmani, l’unica forza organizzata che sarebbe in grado di partecipare alle elezioni legislative fissate per il 28 novembre prossimo. Non sarebbe stato dato invece tempo sufficiente per organizzare campagne elettorali ai gruppi che hanno promosso e portato avanti la rivoluzione del 25 gennaio scorso che ha fatto ca- con le armi in dotazione e lanciando lacrimogeni per disperdere i protestatari. Sarebbero 36 i copti morti negli scontri avvenuti domenica 9 ottobre davanti alla sede della tv di stato, durante una protesta contro la distruzione di una chiesa ad Assuan. Lo affermano fonti copte, che hanno annunciato per oggi alle 14 i funerali nella cattedrale di Hamra. Fonti ufficiali parlano invece di 25 morti (tre dei quali soldati). Secondo le fonti, i feriti sono 200. Si è appreso che nel quartiere di Hamra - dove è più alta la concentrazione di abitanti copti del Cairo - per ragioni precauzionali sono state chiuse le scuole ed è stato raccomandato alle persone di rimanere in casa, in un clima da coprifuoco non ufficializzato. “Spero che vi sarà la condanna di tutto il Consiglio dei ministri Ue per le gravissime violenze contro i copti cristiani dell’Egitto” e “sono certo che le autorità egiziane vorranno investigare e processare subito i responsabili”: così il ministro Franco Frattini, al suo arrivo al consiglio Ue a Lussemburgo. In Egitto, sarebbero già in corso esodo di cristiani copti. E’ quanto ha riferito il ministro degli esteri.”Abbiamo sentito di esodi di cristiani. Si parla di 100 mila cristiani che avrebbero lasciato l’Egitto, ma non sappiamo se queste cifre sono vere”, ha precisato il ministro. “Queste violenze non si devono più ripetere”, ha ammonito Frattini al suo arrivo al Consiglio Ue a Lussemburgo riferendosi agli scontri avvenuti al Cairo fra cristiani copti e forze dell’ordine con un bilancio di 24 morti e 200 feriti. G.L. P re agina T N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre 3 Pio IX e la Questione Romana a cura di Roberto Cavallo D opo aver ricevuto una autorevole menzione su “L’Osservatore Romano”, con l’articolo pubblicato da Sandro Bulgarelli (“Quando Cavour cercò di «comprare» Roma capitale”, 30 agosto 2011, pag. 5) nel quale si fa stato del convegno tenutosi a Gorga, in provincia di Roma, il 12 agosto scorso e del ruolo svolto per la soluzione diplomatica (c.d. missione Pantaleoni-Passaglia) della Questione Romana dal cardinal Santucci, con Giuseppe Brienza, biografo di questo poco conosciuto protagonista della storia italiana del Risorgimento, e coautore del volume degli Atti: “Pio IX e la Questione Romana. Atti del Convegno sul cardinal Vincenzo Santucci (1796-1861)” (a cura di OMAR EBRAHIME, con un Invito alla lettura di Mons. Luigi Negri, D’Ettoris Editori, 2a edizione aum. e corr., Crotone 2011, pp. 154), dialogheremo sulla recente storiografia del Risorgimento che, dopo 150 anni, sta finalmente evolvendosi nell’apertura anche alle ragioni dei “vinti”. D. Crede che a distanza di 150 anni dal Risorgimento sia finalmente arrivato il momento di un dibattito anche sulle ombre che hanno caratterizzato il processo di unificazione italiana? R. Certamente, il fatto nuovo è che negli ultimi due anni è uscita nel nostro Paese una rilevante pubblicistica – anche di valore – contro la ricorrente retorica delle celebrazioni che, innanzitutto, ha ricordato come l’unificazione del Regno d’Italia fu subìta da diversi territori manu militari. Oltre alle vittime dell’espansionismo militare del piemontese Regno di Sardegna, penso sia giusto restituire agli italiani anche la memoria dei contadini meridionali “giustiziati” sommariamente per l’entrata in vigore di una iniqua legge marziale. Molti protagonisti del “Risorgimento” aderivano a un progetto interamente ideologico: sostituire la cultura tradizionale e cattolica dei popoli della Penisola con un diverso abito di pensiero, improntato alle filosofie politiche scaturite dalla svolta antropologica del pensiero ateo e illuminista del settecento che scatenò la Rivoluzione in Francia del 1789. Questo spiega anche le leggi sabaude che portarono alla soppressione degli ordini religiosi e delle organizza- zioni assistenziali cattoliche (le benemerite Opere Pie). L’effetto più decisivo di tale operazione sarà la riduzione dell’influsso del cattolicesimo sulla cultura e sugli statuti dei popoli e delle comunità, nonché la sua rimozione, emarginazione o inquinamento — soprattutto attraverso la spiritualità “fredda” del giansenismo — nella vita pratica. D. Per quanto riguarda invece il suo contributo al volume “Pio IX e la Questione Romana”, cosa ci può dire sul discusso ruolo politico-diplomatico svolto da questo protagonista da lei meritoriamente riscoperto, il cardinal Vincenzo Santucci, durante il processo rivoluzionario che ha condotto all’Unità d’Italia? R. Prima di tutto andrebbe chiarito che questo ruolo è “discusso” a causa delle infondate accuse rivoltegli di aver fatto parte del partito curiale “liberale” durante il Pontificato di Pio IX. E’ forse per questo che la vicenda biografica di questo tutt’altro che irrilevante testimone della storia della Chiesa e della Nazione italiana dell’800 è intessuta da non poche “singolarità”. Una delle quali è quella del testo del necrologio dedicatogli dall’Osservatore Romano. Il giorno successivo alla morte di Santucci, il 20 agosto 1861, quello che è oggi il “quotidiano uffi- colare, per le infondate accuse di aver fatto parte del partito curiale “liberale”. Dopo una buona prova data nel servizio alla Segreteria di Stato di Pio IX (1846-1878), l’11 luglio 1850 Santucci è promosso a Segretario della Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, incarico che ricoprì fino al 1853, nell’ambito del quale fu chiamato ad affrontare le controversie che erano sorte tra la S. Sede ed il Regno di Sardegna in conseguenza dell’emanazione, da parte di quest’ultimo Stato, della c.d. “legislazione eversiva dell’asse ecclesiastico”. L’apporto del Presule gorgano alla risoluzione delle relative problematiche fu condotto con una visione in parziale, sebbene ossequiosa, divergenza d’idee con l’allora cardinale Segretario di Stato (dal 1848 al 1876) Giacomo Antonelli. In effetti, come non ha mancato di sottolineare la pubblicistica risorgimentale nelle scarne (seppur uniche) voci biografiche a lui dedicate nei decenni successivi alla “breccia di Porta Pia”, al fine di tentarne in qualche modo una legittimazione presso i cattolici fedeli al Papa, Santucci fu incaricato da Pio IX di presiedere una Commissione di canonisti, la quale, come scrissero i risorgimentali, «[…] opinò che in compenso di benefici spirituali il Pontefice Stemma del Casato Spada cioso” della Santa Sede, ne recava infatti una rievocazione piuttosto strana. Si trattava, infatti, di un testo non titolato, anonimo, non firmato e, persino, di difficile individuazione grafica, che terminava molto insolitamente dispensandosi l’articolista dal tessere, cito, «[…] ora un particolare elogio [del Santucci], persuasi che altra penna e più della nostra autorevole si farà interprete colla dovuta ampiezza delle doti che adornavano l’illustre defunto, e del vivo desiderio che di sé lascia in tutti e specialmente negli eminentissimi suoi Colleghi». Sono passati più di 150 anni e quella “penna” non si è ancora trovata perché, del cardinale gorgano, non è apparsa finora alcuna biografia. Questo, probabilmente, proprio a causa del delicato ruolo politicodiplomatico da lui svolto durante i tentativi di risoluzione della “Questione romana” e, in parti- avrebbe potuto rinunziare al Potere temporale». D. Invece, da quanto lei scrive, il cardinal Santucci in realtà era a favore di un ridimensionamento dei domini territoriali del Papato, dato che erano ormai mutate le condizioni storiche che ne giustificavano la persistenza… R. Confermo. Quando Cavour affidò l’incarico di condurre le trattative per la risoluzione della “Questione romana” a Diomede Pantaleoni e Carlo Passaglia, i quali furono appunto i protagonisti dell’omonima “missione” tra l’ottobre del 1860 e il marzo del 1861, risulta che il primo dei due presentò a Santucci un’ampia memoria da lui redatta, ispirata alle idee di Cavour tanto da passare alla storia come “Memorandum Cavour”. Tale documento fu trasmesso dal cardinale a Pio IX, che certamente lo lesse e, con ogni probabilità, lo fece esaminare Giuseppe Spada dal Segretario di Stato Antonelli. Dopo la consegna del Memorandum seguirono, presieduti dallo stesso cardinal Antonelli, diversi incontri per la discussione dei suoi termini, il primo con Pantaleoni e Santucci, il 18 gennaio 1861, il secondo il 9 febbraio successivo, con vari cardinali di curia ed, esclusivamente fra Antonelli e Passaglia, in ben sei occasioni, vale a dire a fine gennaio, il 18 e 19 febbraio, il 16 e 25 marzo ed, infine, il 5 aprile dello stesso anno, vale a dire quasi un mese dopo la proclamazione del “Regno d’Italia”! Questo a dimostrazione che Pio IX fece di tutto per evitare lo scontro che, poi, immancabilmente vi fu con l’invasione di Roma pontificia con la c.d. breccia di Porta Pia. Il presupposto da cui partiva Cavour, infatti, era la rinunzia pura e semplice al potere temporale del Papato mentre il Papa beato ed, a mio avviso, anche il cardinal Santucci con lui, non intendevano rinunciare ad una sovranità territoriale, seppur minima, a presidio dell’esercizio della potestà spirituale del Pontefice. D. In Appendice allo stesso volume, lei ha curato la ripubblicazione, a 150 anni di distanza, di un interessante saggio di un altro protagonista sconosciuto della storiografia risorgimentale, anch’egli romano, lo storico legittimista Giuseppe Spada. Cosa ci può dire a proposito delle sue“Osservazioni storiche sulla unità e nazionalità italiana”? R. In effetti, ben prima dell’inizio della “missione PantaleoniPassaglia”, non solo nella Curia romana ma anche nell’ambito della migliore intellighenzia suddita pontificia, le idee su Cavour e sulle intenzioni della “Rivoluzione italiana” erano già ben chiare. Basti pensare al caso del romano Giuseppe Spada (1796-1867), che assume in più occasioni incarichi politico-amministrativi duran- te il Pontificato di Pio IX, la cui intera opera storico-saggistica si può dire sia “consacrata” a documentare e denunciare il carattere anti-religioso e cospirativo del processo di edificazione dell’Italia unita sotto la Corona dei Savoia. Fra le principali opere dello storico cattolico solo due sono state pubblicate durante la sua vita, con l’implicita approvazione della Santa Sede benché prive naturalmente di “imprimatur”, dato lo stato laicale dell’interessato. Entrambe testimoniano l’atteggiamento anti-risorgimentale della borghesia romana dell’epoca. La prima è Della Banca romana e della presente crisi monetaria in Roma, la seconda s’intitola Osservazioni storiche sulla unità e nazionalità italiana e, poiché pubblicata proprio a Roma in un anno cruciale come il 1860, attesta a mio avviso come l’interruzione repentina delle “trattative” con gli emissari cavouriani non sia stato un fulmine a ciel sereno dettato solo dalle vicende militari, interpretandosi piuttosto l’inizio stesso degli incontri con Passaglia e Pantaleoni come degli “atti dovuti” dettati dalla tradizionale apertura al dialogo della diplomazia vaticana, ma considerati e considerabili fin dall’inizio inevitabilmente destinati a fallire. D. In sintesi, cosa scriveva in questo pamphlet lo Spada a proposito dell’Unità d’Italia? R. Che, per le sue caratteristiche culturali, storiche e geografiche, l’Italia non aveva mai avuto né poteva efficacemente avere in futuro, come scrisse all’inizio del suo saggio, «[…] una unità assoluta, una autonomia sua propria, uniforme, distinta e indipendente». Alla luce delle conseguenze negative dell’Unità che, fino ad oggi, si palesano con problemi irrisolti e divisioni pro-secessionistiche, mi pare che le riflessioni di Spada vadano attentamente rivalutate. P olitica 4 N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre La manovra senza tagli alle caste F orse perché bisognava fare in fretta, fatto sta che l’ultima manovra del governo ha lasciato intatte le varie caste che governano il Paese Italia. E forse anche come sostiene il presidente Berlusconi una manovra economica meglio di questa non si poteva fare, sarebbe stato interessante vedere cosa avrebbero fatto i vari Bersani o meglio la pasionaria della Cgil Susanna Camusso. Fatta questa premessa, in questi giorni ho avuto modo di documentarmi, leggendo qualche testo interessante, per capire meglio come abbiamo raggiunto il più grande debito pubblico del mondo occidentale. Del resto leggendo un libro invece di affidarsi ai soliti mezzi informativi, si ha un panorama più completo di come le varie caste hanno ridotto il nostro Paese. Non voglio fare dell’antipolitica, o del qualunquismo, sono consapevole che la democrazia, la politica hanno dei costi, ma dopo aver letto I Faraoni di Aldo Forbice e Giancarlo Mazzucchi, (Piemme), L’onorata società, di Carmelo Abbate e Sandro Mangiaterra, (Piemme), L’altra casta, di Stefano Liviadotti, (Bompiani) e infine “Più meglio di così”... Errori voluti e fatti, di Aldo Salvi, (Edb), la mia indignazione, lo sconcerto, l’inquietudine non si arrestano, anzi aumentano. I testi sono stati pubblicati qualche anno fa, non per questo hanno perso la loro attualità, gli autori fanno un elenco dettagliato delle “mille caste del potere pubblico”, che hanno e stanno dissanguando l’Italia, e che a quanto pare sono state soltanto sfiorate dalla scure dell’ultima manovra del governo. Di solito sono i politici ad essere presi di mira, tutti sono concordi che bisogna ridurre le spese, non è possibile continuare con i tanti privilegi che caratterizzano ormai la casta dei politici. Tutto vero, Berlusconi e Tremonti sono troppi e hanno degli stipendi e vitalizi eccessivi, tuttavia però non ci sono solo loro con i vistosi privilegi, troviamo i sindacati, la Cgil, Cisl e Uil, le tre sorelle, che rappresentano l’ottava azienda privata italiana e poi soprattutto c’è la cosiddetta società civile, di cui fanno parte per esempio tutti gli ordini professionali, dai medici e odontoiatri, agli ingegneri, gli architetti, e poi gli avvocati, i farmacisti, i notai. Questi ordini professionali alla fine sono delle vere e proprie corporazioni, delle caste sui generis. A questo proposito, Abbate e Mangiaterra scrivono: “Ordine continua a significare difesa dei privilegi di casta, controllo sull’eccesso e di conseguenza scarsa apertura ai giovani, farraginosità burocratiche, eccessivi costi di automantenimento. Ma soprattutto, mancanza di concorrenza, sotto forma di prezzi concordati, più alti di quanto si potrebbe e si dovrebbe offrire. A tutto discapito dei cittadini. Piero Ostellino, intellettuale liberale, ex direttore del ‘Corriere della Sera’, ironizza amaro: non puoi nemmeno chiedere l’elemosina se non sei iscritto all’Ordine dei mendicanti”. (Carmelo Abbate – Giancarlo Mangiaterra, L’onorata società, edizione Piemme 2009). Categoricamente gli autori concludono che la salvezza non arriverà neanche dalla tanto celebrata società civile. Aldo Forbice, un ottimo giornalista che conduce da molti anni su Rai 1il seguitissimo programma Zapping e Giancarlo Mazzuca, parlamentare, nell’introduzione a I Faraoni, scrivono: “L’Italia è il Paese delle caste, delle castine, delle lobby e delle corporazioni, ma anche dei furbi e dei furbetti. Un Paese in cui tutti o quasi hanno qualcosa da chiedere, da rivendicare, ma pochi sono disponibili a fare il loro dovere, a dare una contropartita o anche solo un obolo per gli interessi generali”. Tutti condannano gli altri per le piccole truffe, bugie, ma per se stessi, gli amici, i familiari, sono pronti a chiudere un occhio e talvolta tutti e due. Il testo si propone di fare luce sui tanti nodi del sistema di potere faraonico della società italiana, aggiornando i dati di altri saggi sulle caste e allargando l’analisi ad altri settori, come quello sindacale, poco esplorato. Soltanto Liviadotti con il suo L’altra casta. Inchiesta sul Sindacato. Privilegi. Carriere. Misfatti e fatturati da multinazionale, ha dimostrato coraggio di pubblicare un saggio dedicato interamente allo strapotere dei sindacati e forse per questo ha avuto meno successo di Le vere emergenze planetarie H o avuto l’onore di porgere i saluti per conto del Parlamento Italiano al recente Seminario Internazionale sulle emergenze planetarie che ha visto 100 scienziati di fama mondiale riunirsi a Erice per la 44^ Edizione. Per far comprendere l’importanza di questo appuntamento annuale della comunità scientifica internazionale va ricordato che se la guerra nucleare, tra USA e Unione Sovietica durante gli anni ’80, non scoppiò fu dovuto anche alla capacità che ebbero gli scienziati dell’epoca, appartenenti ad entrambi gli schieramenti, di riuscire, attraverso il dialogo, a stemperare le tensioni dei loro capi politici e militari. Negli ultimi anni le emergenze si sono modificate ed oggi il mondo è a rischio per altre ragioni. Fra queste, al contrario di quello che dicono le lobby ideologizzate della “deep ecology” non ci sono né il riscaldamento del pianeta, né l’eccesso di anidride carbonica. Sentite cosa dice il più famoso scienziato al mondo, nonché Presidente della World Federation Scientist, il Prof. Antonino Zichichi : “L’anidride carbonica non è veleno ma cibo per le piante. Siccome la vita animale viene dopo quella vegetale, senza anidride carbonica non avremmo piante e quindi vita animale. Ancora, l’effetto serra non dipende dalle attività umane; infatti esisteva già prima che la vita nascesse sulla Terra. È grazie all’effetto serra che la temperatura media della Terra è di 15 gradi positivi. Se non fosse per l’effetto serra la temperatura su questo satellite del Sole sarebbe diciotto gradi sotto zero: addio vita.” Il Prof. Zichichi continua: “La Cultura detta Moderna è riuscita a demonizzare queste due “cose” essenziali per la nostra vita non parlando mai delle vere Emergenze Planetarie. Tra le Emergenze Ambientali quindi non ci sono né l’effetto serra, né l’anidride carbonica, invece ci sono l’acqua e l’energia. L’acqua ogni anno subisce perdite enormi e minaccia di diventare più preziosa del petrolio. L’energia è come l’aria e l’acqua, delle quali non si può fare a meno”. Tutti sanno che nel mondo ci sono vaste aree nelle quali la quantità di energia pro-capite è identica a quella che aveva l’uo- mo dell’età della pietra. Tutti sanno anche che in queste aree centinaia di milioni di persone vivono in condizioni primordiali e i morti sono milioni ogni anno. Ma di quest ultimo fatto nessuno ne parla. Gli specialisti della WFS (World Federation of Scientists) sono concordi nel dire che oggi il parametro più obiettivo per valutare il livello di qualità della vita di un popolo sia “l’energia pro-capite”. Ebbene, continua Zichichi, “l‘unica sorgente d’energia che può realmente soddisfare le richieste di miliardi di persone che sono desiderose di vivere come noi è quella nucleare. Ecco perché sono venuti a Erice il responsabile “numero uno” di Chernobyl, il famoso professore Yevgeniy Velikhov, che ha trattato il tema dell’energia nucleare a 25 anni da Chernobyl, e i due grandi luminari giapponesi, i professori Tetsuo Yuhara e Norio Yamamoto, che invece hanno parlato del disastro di Fukushima”. Questi autorevolissimi scienziati hanno spiegato che i problemi del nucleare si sono manifestati solo quando l’economia e la politica hanno preso il sopravvento rispetto ai parametri di sicurezza che altri saggi. Gli autori de I Faraoni non intendono fare antipolitica come i vari Beppe Grillo, novelli Masaniello, che tra “vaffa”, parolacce, ovvietà e altri lazzi, “non si sono accorti di essere entrati nello scenario della casta e dei faraoni, godendone i vantaggi, come protagonisti indiscussi del teatrino dell’antipolitica”. I primi a scrivere dei costi della politica e delle istituzioni non sono stati Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, autori del noto saggio La Casta ma già nel 1991, lo aveva evidenziato Giovanni Berlinguer ne I duplicanti. Politici in Italia (Laterza), e tuttavia passò stranamente sotto silenzio. Anche il Pci, erede di Enrico Berlinguer lo ignorò. Nel 2005 c’è stato un altro saggio di Cesare Salvi e Massimo Villone (senatori Ds), Il costo della democrazia (Mondadori), sollevò un po’ di polvere e procurò molte critiche agli autori soprattutto dall’apparato dei Ds che emarginò subito i due senatori. In questo libro, per la prima volta, si conobbero i veri costi della politica italiana, che nel 2005 ammontavano a 3-4 miliardi l’anno. Era il costo dei circa mezzo milione di persone che vivevano e continuano a vivere (stipendiate) di politica. Allora assorbivano lo 0,2 per cento annuo del Pil. Dopo tutte queste analisi dettagliate dei vari sprechi e costi della politica, per Forbice e Mazzuca non è cambiato nulla. In questi mesi di crisi economica si parla e si scrive di ridurre gli stipendi le indennità, le pensioni, i “vitalizi” dei consiglieri, degli assessori, dei presidenti, dei parlamentari, a volte sembra una gara nel fare proposte, ma non si va oltre il misero 0,5 per cento in meno. Dove sono le cancellazioni delle Province, l’accorpamento dei piccoli Comuni, degli enti inutili, le Comunità Montane, i Consigli Cir- coscrizionali, delle stesse leggi, ritenute obsolete, anacronistiche o dotate di doppioni? Ad oggi niente di tutto questo, solo promesse. Per esempio ci sono circa 110 enti inutili (al 2008), una giungla costosa di sigle che riesce a sopravvivere perché commissari, direttori generali, funzionari e impiegati non sono andati in pensione. Pensate soltanto nel 2007 ne è stato abolito uno fondato da Italo Balbo, la Lati (Linee aeree transcontinentali italiane). Poi c’è la selva dei comitati, costituiti per affrontare o risolvere i problemi, che poi diventa arduo scioglierli. In dieci anni lo Stato italiano ha speso 67 milioni di euro per finanziare le attività di 158 comitati nazionali. Forbice e Mazzuca fanno riferimento a qualcuno come quello che ha l’incarico di redigere l’elenco degli aracnidi, i ragni pericolosi per l’uomo, o il comitato per l’Antardide, o per verificare i danni provocati dai campi di calcio in erba sintetica e ancora quello curioso per il Viaggio dei Re Magi. Ovviamente la parte del leone l’hanno fatta i comitati per celebrare i grandi anniversari storici, personaggi della politica, dell’arte, della letteratura etc. Quindi c’è il Cnl (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), un “organo ausiliario” dello Stato, composto da “esperti”, in questi anni pochi sanno a che cosa sia servito; i consiglieri, nominati dalle organizzazioni imprenditoriali, dalle confederazioni sindacali (Cgil, Csil e Uil), tutti percepiscono, 1600 euro al mese, una cifra modesta, ma per un impegno molto ridotto: la partecipazione a una riunione del ‘parlamentino’ una volta al mese e ai lavori delle commissioni, dove l’assenteismo è molto elevato. Si può continuare, per ora rinvio alla prossima puntata. aveva chiesto, senza purtroppo essere stata ascoltata, la Scienza. “Il fuoco nucleare di pace, ha continuato Zichichi, in parecchie occasioni, permette di produrre energia a costi più bassi e senza la gravità di pesanti impatti ambientali. Con un chilo di materiale fissile (Uranio, Plutonio, ecc.), infatti, è possibile produrre la stessa quantità di energia che viene fuori bruciando un milione di chili di materiale combustibile classico (petrolio, gas, carbone, legna, ecc.)”. “Se la cultura dominante oggi avesse diffuso la verità, avremmo un’opinione pubblica diversa e tutta tesa a risolvere le vere Emergenze Planetarie, delle quali è necessario studiare non solo la parte teorica ma anche quella legata alla loro soluzione. E la WFS sta lavorando proprio alle soluzioni visto che sono tantissimi i progetti elaborati e messi a disposizione dei governi nazionali, i quali in molti casi ne fanno buon uso, come ci ha dimostrato l’Australia che è stata capace di risparmiare ingenti somme nella lotta alle Emergenze Planetarie grazie ai progetti del WFS”. “Ed ecco perché i Seminari di Erice, sulle Emergenze Planetarie”, ha concluso Zichichi, debbono entrare nel cuore della nostra Cultura che la deve smettere di demonizzare le cose di vitale importanza per la nostra vita e si deve concentrare a combattere i veri pericoli che incombono sul futuro della nostra civiltà”. Questo in sintesi è il documento che i rappresentanti dei 10.000 scienziati di 115 Nazioni che fanno parte della comunità scientifica internazionale hanno prodotto a Erice e che oggi, abbiamo ritenuto doveroso diffondere, al fine di non essere travolti dalle menzogne delle moderne ideologie e dagli interessi economici delle potenti lobby affaristiche. Domenico Bonvegna Alessandro Pagano Il prof. Antonino Zichichi Cultura N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre La porta della felicità H o appena letto La porta della felicità, di Eugenio Fizzotti, pubblicato da D’Ettoris Editori di Crotone (www.dettoriseditori.it), un libro con un titolo così impegnativo e pretensioso dovrebbe andare a ruba, e magari destinato ad avere un successo di vendite straordinarie. Devo chiedere al mio amico Antonio D’Ettoris di Crotone per avere qualche notizia in merito alla diffusione del volumetto. Eugenio Fizzotti, già docente ordinario di Psicologia della Religione e di Deontologia Professionale all’Università Salesiana di Roma presenta nel volumetto (di sole 127 pagine) della D’Ettoris editori, una chiara esposizione del medico e psichiatra, filosofo e psicoterapeuta, saggista e conferenziere di fama mondiale, Viktor E. Frankl viennese che ha elaborato la teoria della logoterapia, una teoria che aiuta l’uomo a ritrovare il senso della propria vita. La teoria di Frankl, viene anche definita la terza scuola viennese, cronologicamente successiva alla psicoanalisi di Sigmund Freud e alla psicologia individuale di Alfred Adler. La logoterapia è stata concepita allo scopo combattere, sul piano terapeutico, il sentimento della mancanza di senso della vita. Il fine della pratica logoterapica è quello di aiutare la persona ad individuare e recuperare il significato della propria esistenza, il senso profondo di ciò che si è e di quello che si fa. Si tratta di un orientamento psicoterapeutico composto da un consistente apparato filosofico le cui radici troviamo nell’esistenzialismo. Eugenio Fizzotti, sacerdote salesiano nonché traduttore e curatore della maggior parte dei testi di Frankl pubblicati in Italia, sostiene che «attraverso la logoterapia, una concezione della vita in perenne ricerca di significati e di compiti da realizzare nel quotidiano, Frankl non soltanto ha ribaltato le obsolete interpretazioni psicoanalitiche, che vedono all’origine dei disturbi psichici solo repressioni e complessi, ma ha soprattutto individuato gli itinerari Viktor Frankl da seguire per aiutare l’uomo nel recupero della sua identità e della sua maturità». Frankl mette in dubbio la furia di interpretare della psicologia riduzionistica, è un grave errore voler leggere ogni comportamento e ogni azione con le categorie interpretative. Lo ha fatto Freud, ma anche Adler. “Dire che le decisioni sono ‘nient’altro che’ il frutto di una battaglia tra gli impulsi personali e la società, - scrive Fizzotti - oppure frutto di una serie di determinismi socioculturali, oppure frutto di un compromesso tra le richieste ambientali e le proprie aspirazioni, vorrebbe dire ridurre la persona umana a un puro automa, incapace di una riflessione personale e, soprattutto, impossibilitata a prendere una posizione autentica dinanzi alle domande esistenziali, spesso tragiche, perché connesse a situazioni di dolore, di solitudine, di vecchiaia, di malattia incurabile”. Non si può assolutizzare tutto, come il fatto che una persona sia del Sud, comporta che automaticamente venga etichettata come pigra, parassita, indolente, scansafatica, camorrista, mafiosa, ‘ndranghetista’. “Assolutizzare è l’errore più grande che si possa fare – per Fizzotti - E non raramente la psicologia si è fatta prendere dalla smania di generalizzare. Ogni comportamento deriverebbe dal tentativo di soddisfare impulsi repressi o tensioni nascoste. Ogni decisione scaturirebbe dalle condizioni ambientali, dalla cultura, dalle strutture”. Certamente l’ereditarietà, essere figli unici, l’aver avuto una infanzia difficile, sono senza alcun dubbio elementi che intervengono nella formazione della persona, ma non si può certo dire che tutto dipende da essi. Secondo Frankl, “la motivazione centrale dell’agire umano non è, il raggiungimento del piacere (Freud) e neppure il conseguimento del successo e della supremazia (Adler), quanto piuttosto la ricerca e la possibilità di trovare un significato nella propria esistenza”. Il problema è dare un senso alla vita. Per Frankl, al contrario di Freud per il quale nel momento in cui ti interroghi sul senso, sul valore della vita, ti ammali, l’uomo ha il diritto, oltre che il dovere, di chiedersi il ‘perché’ della sua esistenza. Per ogni uomo è fondamentale perseguire uno scopo.“Una persona, infatti, che tende sempre verso un ideale e si pone in una dinamica di continuo divenire, risulta essere senz’altro molto più integrata psicologicamente di chi ritiene di aver già raggiunto uno scopo soddisfacente nella vita e non sa più dove andare”. Nel 3° capitolo il testo di Fizzotti affronta il tema del vuoto esistenziale nella nostra società, un vero tabù, come lo era nei decenni passati la sessualità. Per il mondo di oggi secondo Fizzotti non bisognerebbe interrogarsi sul significato della vita, del lavoro, dell’amore, della sofferenza, della morte. “Va solo affermato che la vita dell’uomo è una candela che si consuma lentamente come un processo di combustione, che egli e dominato da meccanismi di azione e reazione, che è vittima assoluta di processi condizionanti di carattere psicologico, sociologico, biologico. Dire, invece che la vita ha un senso nonostante tutto, che la vita è degna di essere vissuta in qualsiasi condizione, che l’uomo è realmente tale quando anela a un significato autentico da realizzare: questo è tabù”. Nel 4° capitolo il libro addirittura sostiene che anche la sofferenza ha un valore positivo per l’uomo. Il medico o il terapeuta, non devono occuparsi solo della salute fisica e psichica del malato, ma devono aiutarlo a sopportare con accettazione e comprensione le inevitabili sofferenze, deve essere aiutato a soffrire. Nel mondo scrive Fizzotti “troviamo uomini che vivono nella disperazione interiore nonostante un successo esteriore, proprio perché la loro esistenza è piombata nel vuoto esistenziale, ci sono anche uomini che vivono con pienezza nonostante l’apparente fallimento”. Basta vedere la fine che hanno fatto certi uomini o donne dello spettacolo. Per essere felici c’è la necessità di un incontro esistenziale, affettivo ed effettivo, con altre persone. Occorre per il professore Fizzotti, uscire dall’anonimato costruendo un’identità forte, grazie alla qua- 5 le agire con responsabilità e con entusiasmo, senza mezze misure, senza nascondigli, senza maschere sul volto. Così appartenere a un’associazione, significa, conquistare un modo di pensare, un modo di rapportarsi con gli altri, uno stile di vita, un cuore che pulsa per chi soffre. Occorre partecipare attivamente, alla trasforma- ottengono mettendo al centro la nostra narcisistica immagine, ma si raggiungono nella misura in cui ci occupiamo degli altri e ci dimentichiamo di noi stessi. In questo momento penso a Madre Teresa di Calcutta, forse la persona che ha sperimentato una grande felicità occupandosi degli ultimi su questa terra. Pertanto, “una Eugenio Fizzotti zione del mondo (…) senza stare alla finestra a guardare ciò che altri, magari per interessi privati, decidono sulla pelle degli altri. Partecipare spesso significa fare scelte coraggiose e controcorrente. In queste riflessioni del professore Fizzotti ritrovo molto della mia vita sociale. L’uomo si realizza quando vive per uno scopo, per Frankl, essere uomo significa andare aldilà di se stessi (…) vuol dire essere sempre rivolto verso qualcosa o verso qualcuno... Nella società odierna dove si cerca la felicità e la propria auto-realizzazione nei successi professionali, crescono cliniche mediche che offrono, sostenute da martellanti messaggi pubblicitari, e seguendo le loro istruzioni, meravigliosi e stilizzati corpi secondo la “moda”imperante. Frankl, inverte questo ordine di valori, i presupposti della felicità non si personalità sana e ben formata psicologicamente è, per Fizzotti, piuttosto, quella che sa aprire le porte e le finestre della sua coscienza verso la luce e il chiarore del mondo esterno, dirigendosi verso la gente che la circonda e interessandosi di essa”. Bloccare questa apertura naturale verso gli altri, può procurare vere e proprie malattie, disturbi nevrotici, un accumulo di infelicità. In conclusione si può affermare che chi insegue la felicità con ansia non la raggiungerà mai, più la cerchiamo e più ci sfugge. La felicità è una conseguenza di un modo di vivere, è il risultato, il frutto maturo... che si ottiene quando si vive con un atteggiamento di apertura verso gli altri, dimenticando se stessi. Domenico Bonvegna Il dialogo fonte del benessere dei giovani L a società già matura con gli anni, a nostro avviso, fa finta di non sapere. Di non essere consapevole del fatto che, se non si dà peso ed importanza alla giovinezza biologica e ad un futuro delle giovani generazioni, si è già persa la partita! Ecco, un esempio per tutti. La potenza ideativa registra il picco in giovinezza, ma chi investe, oggi, sui giovani? Purtroppo, la realtà italiana schiaccia i giovani con una pesantezza di dati ( gli ultimi Istat e Censis) che già producono macerie: 532 mila i posti di lavoro persi tra il 2009 e il 2010 di cui 501 mila di lavoratori tra i 15 e i 29 anni. Dal lato loro, i giovani preferiscono vivere di notte. Ma solo, perché, durante il giorno nessuno li convoca, nessuno li chiama per nome; insomma, diciamo, senza mezzi termini, non c’è la persona giusta che gli sappia parlare. Ovvero, nessuno investe su di loro e loro si nascon- dono nel buio di questo contesto sociale: non si capisce più ciò che è giusto, buono, ma soltanto ciò che è utile; le parole chiave sono efficienza e produttività. Pertanto, parlando di giovani non esiste, oggi, orizzonte che non sia provvisorio; si pensi, per un attimo, alla diffusione del lavoro precario dei giovani. Ma c’è di più. “Alcuni spazi giovanili importanti come l’università soffrono, in Italia, di una carenza di opportunità e strutture che rende problematica la formazione e ridimensiona l’aspetto, altrimenti arricchente del- la circolazione delle persone” ha osservato monsignor Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes. Tutto questo non ha fatto altro che creare il nichilismo delle nuove generazioni. Allora, come gestire quel che ci rimane, ovvero, l’orizzonte mobile dei giovani? Come agire, quali risposte aspettarsi, quali comportamenti adottare per riuscire nell’impresa? Noi, in primis, diciamo che è necessario un aperto dialogo costruttivo tra generazioni e, poi, in conclusione, confidiamo in questo pensiero di speranza del grande filosofo, Umberto Galimberti:” In Europa stanno arrivando i giovani immigrati ricchi di entusiasmo, forti di una enorme capacità di sacrificio. Giovani che hanno conosciuto il dolore. Ecco, forse un processo di contaminazione può salvare i nostri giovani. E salvare tutti noi”. Salvatore Resta Cultura 6 N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre “Se Franco non fosse intervenuto, probabilmente in Spagna non sarebbe sopravvissuto nessun cristiano” L’olocausto dei cattolici in Spagna Intervista a Mons. Vitaliano Mattioli sulla guerra civile spagnola E ’ prossimo ad uscire nelle sale italiane il film “There be Dragons”, ambientato nella Spagna della seconda Repubblica (1931-39). Racconta la storia di due compagni di giochi, uno che diventa prete e poi santo, Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, l’altro, il giovane “Manolo”, che si macchia invece di orrendi crimini, dalla parte dei Rojos, durante la guerra civile combattuta in quegli anni fra anarco-comunisti e franchisti. Ne parliamo con un esperto, Mons. Vitaliano Mattioli. D. Quale fu la spinta che condusse miliziani rivoluzionari come “Manolo” a compiere crimini orribili nei confronti dei cristiani? R. Purtroppo non ho visto il film. Tuttavia posso dire in linea generica che molti protagonisti della rivoluzione sono stati manipolati dalla propaganda massonica e comunista che faceva vedere la Chiesa come la vera nemica del progresso. Di fatto in questo periodo della Spagna si sono assommate tutte le teorie marxiste e massoniche che hanno fatto corpo comune per infondere nell’animo degli spagnoli un forte odio contro la Chiesa. D. Come insegna anche san Josemaría, la Chiesa non è né mai sarà un partito, né una fazione o gruppo d’interesse. Come si spiega allora l’appoggio esplicito dell’episcopato spagnolo all’esercito franchista? R. L’Episcopato spagnolo, fin dall’inizio della seconda Repubblica (1931), pur non approvando la sua linea politica ha appoggiato la nuova linea sperando in tal modo di riuscire ad equilibrare e frenare l’ideologia anti-religiosa. Purtroppo, non essendoci riuscito, ha appoggiato l’intervento di Franco per porre fine a quella tremenda persecuzione che ha fatto una mostruosa carneficina dei cristiani. Se Franco non fosse intervenuto, probabilmente in Spagna non sarebbe sopravvissuto nessun cristiano. D. Anche nell’attuale “dittatura del relativismo” proliferano e sono esaltati i “dragons” dell’odio e dell’egoismo: ne vede similitudini con quelli che hanno condotto agli eccidi del 1931-39? R. Certamente. Si possono vedere due situazioni. Una cruenta, nei Paesi a regime dittatoriale o con sistema religioso che si confonde con lo Stato; oppure, il che è peggio, con una persecuzione incruenta ma combattendo, mettendo in minoranza e fuori legge Nazionalisti Chi è Monsignor Vitaliano Mattioli M Suore di clausura arrestate dai miliziani rossi tutto ciò che sa di cultura cattolica. D. Nel suo libro del 2000 sulla guerra civile spagnola lei ci tiene a sottolineare come essa fu scatenata da massoni e comunisti, nonostante la Chiesa cercò in ogni modo di evitare qualsiasi scontro con le autorità anticlericali della Repubblica. Secondo il suo parere quest’ultimo fu un atteggiamento giusto? R. Certamente. La Chiesa, come è successo con i regimi comunisti e totalitari di destra (classico il comportamento con il nazionalsocialismo) si sforza sempre di evitare scontri, a rischio di apparire ingenua. La Chiesa cerca sempre la concordia. Solo quando avverte che tutti i tentativi pacifici non possono riuscire, allora cerca di salvare il salvabile. D. Quando si capì che la Repubblica voleva far piazza pulita della Chiesa? R. Praticamente quasi dall’inizio. Il partito socialista, PSOE (che è l’attuale partito di Zapatero), arrivato al potere scoprì subito le carte e le sue vere intenzioni. D. Come si spiega la massiccia campagna di persecuzioni in un Paese profondamente cattolico come la Spagna degli anni Trenta? R. Questo è un punto interessante. Una delle cause consistette nella mancanza di vera conoscenza della ideologia comunista. I cattolici si cullarono in un pericoloso irenismo. Inoltre, vi fu un desiderio irrazionale di ricambio politico che condusse a dare la precedenza alla soluzione delle problematiche economiche e sociali senza pensare ai profondi risvolti religiosi che sarebbero derivati dall’ascesa dei partiti di sinistra. Da questo punto di vista, si può fare un paragone con le cause della vittoria di Zapatero. Da non dimenticare poi, ora come allora, l’influsso indiretto della Massoneria, che non appare esternamente, ma che contribuisce in tutti i modi a creare una mentalità ed un clima favorevole a quelle forze politiche che hanno come programma di perseguitare la Chiesa. D. Perché la Santa Sede non riuscì a fermare il massacro dei cattolici durante la prima Repubblica spagnola? R. La Santa Sede non intervenne all’inizio in quanto non c’erano notizie certe sulla terribile realtà. Solo quando se ne rese scientificamente conto, non esitò ad elogiare Franco per il suo intervento. D. Hanno suscitato sorprese i documenti vaticani resi pubblici nel 2006 riguardanti la storia della Chiesa in Spagna negli anni Trenta? R. Per chi sta addentro alla storia, no. Probabilmente per coloro che non ne avevano una profonda conoscenza penso hanno molto contribuito a farli rendere conto della realtà ed a meglio comprendere l’atteggiamento della Chiesa spagnola e della Santa Sede in quel periodo. D. Qual era la situazione della Chiesa durante la seconda Repubblica spagnola, e quale quella durante la guerra civile? R. Purtroppo la seconda Repubblica non trovò un clero ben formato nel suo insieme. Anche la stessa Gerarchia all’inizio non avendo una idea chiara sulla situazione, non si trovò del tutto unita. Durante la guerra civile recuperò questa unità d’intenti e vide l’alzamiento del Generale Franco in chiave provvidenziale. Purtroppo onsignor Vitaliano Mattioli è nato nel 1938 a Roma. Dopo aver frequentato gli studi classici, ha studiato filosofia e diritto canonico presso la prestigiosa “Pontificia Università Lateranense”, dove ha conseguito anche il dottorato in teologia. In seguito all’ordinazione sacerdotale - avvenuta il 10 marzo 1963 a Roma - per diversi anni è stato professore di Teologia Morale e Bioetica presso la “Pontificia Università Urbaniana”, nonché vicepreside del “Pontificio Istituto Sant’Apollinare”. La sua attività di docente e pedagogo lo ha visto a lungo impegnato quale redattore della rivista mensile di cultura e pratica ecclesiastica Palestra del clero (fondata nel 1921) con dei fortunati saggi su una serie di personalità anti-cristiane e al tempo stesso espressive di una Weltanschauung radicalmente alternativa e pseudo-religiosa, come il filosofo materialista tedesco Karl Marx (1818-1883) e l’ideologo della rivoluzione russa Vladimir Il’ič Ul’janov, detto ‘Lenin’ (1870-1924). Sono state però le minuziose ricerche d’archivio – costantemente controcorrente – e gli studi di carattere storico a dargli notorietà, da Gli ebrei e la Chiesa: 1933-1945 (Mursia, 1997) a Rilettura di una conquista (Marietti, 1998), fino al recente L’eredità di Pio XII (Fede & Cultura, 2008), oltre al best-seller Massoneria e comunismo contro la Chiesa in Spagna (1931-1939) (Effedieffe, 2000) sulla drammatica persecuzione anarco-comunista patita da migliaia di cattolici spagnoli nel corso degli anni Trenta, prima dell’alzamiento capeggiato dal generale Francisco Franco (1892-1975). Attualmente svolge il suo intenso ministero in Brasile, dove tiene conferenze e seminari presso la “Pontificia Università Cattolica ‘Rainha do Sertão’” di Quixadá (stato del Cearà) e nella “Università Federale de Minas Gerais” (stato del Sudeste) a Belo Horizonte. Vanta inoltre al suo attivo diversi volumi di carattere divulgativo su argomenti di bioetica e spiritualità, oltre a numerosi saggi di livello specialistico pubblicati su riviste sia italiane che brasiliane. O.E. fuori della Spagna, non tutti i sacerdoti e laici cattolici la pensarono nello stesso modo. D. Storici come Vicente Cárcel Ortí hanno parlato di “olocausto di sacerdoti, religiosi e cattolici” tra il 1936 e il 1939. Ritiene cor- retta questa definizione? R. Purtroppo è profondamente vera. Si è trattato di un vero olocausto, anche se questo termine non piace a tutti. Giuseppe Brienza Gli intellettuali tra cultura e politica G li intellettuali: siccome c’è un dibattito sempre aperto sulla funzione degli intellettuali nella società, possiamo affermare che l’influenza degli intellettuali nella società di massa, moderna, è andata aumentando, soprattutto, grazie alla imponente crescita dei mezzi di comunicazione. Indro Montanelli, in un sua articolo sul “Corriere della Sera” riteneva, però, che “l’intellettuale italiano, a partire da quello rinascimentale, era sempre stato al servizio del potere, esprimendo o una cultura raffinata o destinata a magnificare il suo Signore. Oggi, in verità, noi diciamo che questo rapporto tra politica ed intellettuali, in linea generale, si è molto indebolito; esiste ancora, ma conta molto meno, perché, c’è una segmentazione del sapere e dei circuiti corrispondenti. Ma c’è di più. I nostri intellettuali chi sono e dove sono stati, finora, se non nelle torri d’avorio? In questa visione del rapporto tra gli intellettuali e la politica entrò, anche, il poeta Pier Paolo Pisolini sostenendo: “Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due posizioni inconciliabili, in Italia”. Così, pure, nel tempo odierno dell’antipolitica, nel nostro Paese, sembra sostenersi che, ormai, il rapporto tra politica e cultura sia quasi del tutto inesistente. Pertanto, a nostro avviso, le conseguenze che da ciò sono derivate sono sotto gli occhi di tutti. Nel campo politico: un calo vistoso della partecipazione, scomparsa dei luoghi di elaborazione politica, delle scuole di formazione politica, delle riviste politiche che si cimentano con i temi nuovi della modernità. Nel campo culturale: Università che si separano dalla vita della nazione e si accademizzano, un ceto degli intellettuali che incapace di fornire analisi aggiornate si rifugia nel tecnicismo disciplinare senza anima storica o nelle stravaganze culturali, restio a qualsiasi autocritica e assunzione di responsabilità circa il processo di emarginazione della cultura. Ma, attenzione, per onestà intellettuale, noi diciamo che il tempo di piangerci addosso, bisogna spezzarlo. E’ tempo, invece, che cultura e politica lavorino insieme, di concerto, per aprire una nuova prospettiva di crescita dell’intero Paese. Salvatore Resta INSERTO N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre 7 Corriere Letterario A cura di Antonio D’Ettoris Un “ordine civile” che merita di essere ripreso Ripubblicata un’opera fondamentale di Baget Bozzo Giuseppe Brienza L ’editore Cantagalli di Siena, a quarant’anni dalla sua uscita, ha ripubblicato Cristianesimo e ordine civile (Siena 2011, pp. 160, euro 12,00) saggio breve ma fondamentale di don Gianni Baget Bozzo (1925-2009), anche per l’epoca nella quale coraggiosamente fu scritto, cioè l’immediata vigilia del varo del “centro-sinistra” in Italia (l’opera uscì originariamente nel 1961). In effetti, se i cattolici avessero letto e meglio com¬preso le analisi contenute in questo come in altri aurei libri, in certo senso “analoghi”, pubblicati in quel periodo (Il problema dell’ateismo di Del Noce, Introduzione al cristianesimo di Ratzinger e Il contadino della Garonna di Maritain per fare solo tre esempi), forse avrebbero posto maggiore resistenza alle strategie sovvertitrici che, dentro e fuori la Chiesa, hanno sconvol¬to la società sfo¬ciando poi nella Rivoluzione culturale ideologica del tardo “secolo breve” (1968-1991). La battaglia per l’ordine naturale e cristiano in quegli anni era promossa nella Chiesa italiana dal cardinal Giuseppe Siri (1906-1989), sotto la cui guida era appunto Gianni Baget Bozzo. A questo punto mi si permetta una piccola digressione. Insieme al grande arcivescovo di Genova (1946-1987), soprattutto nell’ultimo periodo del Pontificato di Pio XII ed all’inizio di quello di Giovanni XXIII, si schierò una figura meno nota di Pastore, monsignor Roberto Ronca (1901-1977). La sua opera di promozione sociopolitica può essere qui ricordata anche perché, a livello personale, ho avu¬to l’onore di entrare in contatto con don Gianni Baget Bozzo, negli ultimi anni della sua vita, proprio in relazione alle ricerche che feci su questa figura poco nota di vescovo romano, poi sfociate nel libro “Identità cattolica e antico¬munismo nell’Italia del dopoguerra. La figura e l’opera di mons. Roberto Ronca” (D’Ettoris Editori, Crotone 2008). Mons. Ronca ebbe una fitta corrispondenza con il cardinal Siri soprattutto alla vigilia del “centrosinistra”, dato che si trattava di due fra i più determinati ve¬scovi italiani allora decisa¬mente contrari all’infausta scelta democristiana di far involvere in tal senso il quadro politico-culturale del nostro Paese (da qui nascono le premesse per le successive leggi sul divorzio, aborto etc.). Da me interrogato su tali rap¬porti, nonostante non lo conoscessi personalmente e già avesse una vene¬randa età, don Gianni mi rispose prontamente tramite una e-mail il 9 ago¬sto 2005, dopo aver let¬to un non brevissimo appunto che gli mandavo su Ronca ed il movimento civico-cultu¬rale dai lui fondato, “Civiltà Italica” (1946-1955). Mi scrisse, tra l’altro, «Caro Giuseppe, è certa la conoscenza fra Monsignor Ronca e Siri, visti i comuni interessi. Credo, risalga agli anni ‘40. A causa della mia ignoranza la ringrazio del¬le cose che ho appreso da lei». Oltre tut- to, da quest’ultima “chiusa” penso risalti ancora di più, nel sacerdote ge¬novese, un carattere ed una persona¬lità da ammirare anche per l’umiltà intellettuale, se non altro perché pas¬savano allora tra di noi quasi cin¬quant’anni di differenza! Ritornando a Cristianesimo e ordine civile, come dicevo, la sua importanza storica si vede anche perché uscì alla vigilia del Concilio Vaticano II e del Sessantotto. Baget Bozzo in esso dava prova di vedere lucidamente i problemi che allora (ed ancora oggi, mutate circostanze e finalità), ci affliggevano. Dopo una breve ma ambiziosa Premessa, nella quale il sacerdote genovese (non lo era però ancora al momento in cui scrisse questo libro, perché sarà ordinato solo nel 1967) si proponeva di «definire una posizione civile cristiana a partire dai problemi della cultura moderna», questi ultimi venivano snocciolati in chiave storico-filosofica in 10 densi capitoli. Uno dei più significativi è quello dedicato al Problema comunista (cap. VI). Il comunismo è indicato come ideologia potentemente negativa perché assomma in sé tutte le negazioni, tutte le forme di salvezza senza conversione. Il comunismo, quindi, sintetizza in pieno, secondo Baget Bozzo, tutte le negazioni della modernità ed è, Marco Leonardi L’età del vespro siciliano nella storiografia tedesca Olschki pp. X-148 €. 22,00 Da Heinrich Finke (1855-1938) all’ultima mostra internazionale sugli Staufer (2011), lo studio e l’interpretazione dell’Età del Vespro Siciliano (1250-1302) costituisce un elemento costante della produzione storiografica tedesca. Lo studio qui presentato ricostruisce, in un quadro d’insieme, il contributo dato dalla scienza storica tedesca, analizzata attraverso i molteplici mutamenti di ordine metodologico e interpretativo propri di ogni epoca, allo studio di un’epoca sentita come decisiva nella formazione di una propria “coscienza nazionale”. AA. VV. Gli autori di questo libro ripercorrono la geL’Italia s’è desta nesi dei due simboli nazionali per eccellenza Cairo e raccontano la storia del tricolore, fatta di pp. 319 €. 16,00 momenti di clandestinità ma anche di gloria, dalla nascita a Reggio Emilia nel 1797 alla sua adozione da parte della Repubblica italiana un secolo e mezzo dopo. E narrano anche la vicenda del nostro inno, Fratelli d’Italia, ricostruendo la figura suggestiva del suo autore, Goffredo Mameli. Ricky Martin quindi, «lo svolgimento della capacità che la natura umana ha di non attuarsi». Altro tema centrale del libro è quello della Restaurazione dell’ordine civile (cap. VII), concetto quest’ultimo interpretato fondamentalmente come una «crisi dell’universalità dell’autorità», che allora stava significando «direttamente ed immediatamente, la crisi del suo fondamento trascendente». Infine può menzionarsi, per il suo andare contro-corrente rispetto alla cultura cattolica europea del tempo, la riflessione anti-illuministica intitolata Dell’individualismo (cap. VIII). Fra gli altri punti fondamentali, d’interesse specificamente nazionale, si può citarne un altro, particolarmente attuale in quest’anno anniversario dell’unità d’Italia. Nel capitolo V, infatti, Baget Bozzo spiega per¬ché il c.d. Risorgimento sia so¬stanzialmente fallito. Il motivo, se¬condo lui, è che non è riuscito a fon¬dare in modo giusto il concetto di nazione, rimanendo dipendente dalla concezione del contrattualismo francese «che porta nel suo se¬no la decomposizione della società e l’anarchia», mentre «la politica è im¬potente senza un’autentica verità». Ecco perché, scriveva, «l’Italia si trova davanti al problema di una po¬litica nuova, cioè di una politica co¬stituita organicamente in rapporto con la verità, una politica conforme alla fede e mediata dalla Gianni Baget Bozzo filosofia,una nuova politica cristiana». L’attuale “dittatura del relativismo” conferma il grande valore della rivendicazione (quarant’anni fa’!) di una politica co¬stituita organicamente in rapporto con la verità che rappresenta il maggiore “lascito” culturale di Cristianesimo e ordine civile. In questo li¬bro Baget Bozzo ebbe il coraggio di fissare dei punti fermi che invece, negli anni seguenti, sarebbe¬ro stati ampiamente abbandonati dalla classe dirigente cattolica, cui ricordava, alla scuola di san Tommaso d’Aquino, che l’ordine della grazia solleva l’intero ordine naturale, sicché il cristiano trova non nella natura semplicemente, ma nella natura elevata alla grazia, i criteri per il retto operare. La Regalità di Cristo, quindi, secondo il sacerdote genovese, non può non riguardare anche l’ordine naturale che, a sua volta, è adeguatamente compreso solo nell’economia della Grazia. Se non altro per la lucida riproposizione di queste riflessioni, il libro di Baget Bozzo merita di essere riletto e considerato, nell’ambito della cultura italiana, nel novero (e, come ha fatto intelligentemente David Can¬tagalli, inse¬rito nella collana editoriale) dei “classici cri¬stiani”. Edwin A. Abbott Flatlandia Einaudi pp. XXXI-138 €. 8,00 “Flatlandia” è stato pubblicato anonimo nel 1882. Abbott vuole spiegare la natura delle tre dimensioni che conosciamo, in modo da prepararci all’eventualità di una quarta dimensione, ancora sconosciuta. Così immagina un mondo a due dimensioni, Flatlandia, dove la terza dimensione è inconcepibile. Ma che cosa succede se un abitante di Flatlandia si rende conto che un’altra dimensione è, non solo concepibile, ma addirittura esistente? Attraverso il confronto con il teologo Dietrich Giuseppe Pellegrino Il travaglio Bonhoeffer, ucciso nel campo di concentramento della libertà nazista di Flossenbürg nell’aprile del 1945, l’autore Effatà mostra come sia l’itinerario stesso dell’esistenza a pp. 176 €. 19,00 raccontare ciò che è la libertà, che nell’intreccio dell’accadere storico appare travagliata. Nella storia, infatti, si manifestano la forza e il limite dell’agireumano, ma nello stesso tempo le tracce dell’agire divino. Per tutto l’arco di una carriera lunga quasi tre decenni, Ricky Martin ha tracciato una linea tra la persona reale e quella pubblica, scegliendo di tenere per sé Arcana le emozioni più profonde. Ora, per la prima volta, pp. 252 €. 18,00 il Martin privato rivela dove l’ha portato la vita e racconta il viaggio compiuto per raggiungere quel luogo. In “Me”, Martin condivide i ricordi della sua infanzia, dei sacrifici della famiglia per alimentare i suoi sogni e dell’esperienza, appena adolescente, con la celebre boy band Menudo, cosa gli è costato e cosa gli ha insegnato. Fernando Acitelli Può un padre lasciare un segno così indelebile da Sulla Strada del padre indurre suo figlio a seguirne il solco per tutta la Cavallo di Ferro vita? Spinto dal ricordo intenso del genitore, il pp. 301 €. 17,50 figlio ci porta con sé in un emotivo viaggio a piedi attraverso le strade di Roma, partendo dai resti della città antica per arrivare fino alla periferia sud (quella dove con il padre ha condiviso l’amore per il calcio e i racconti della guerra), passando per i quartieri che hanno da raccontare qualcosa sul suo passato. Il volume, che segue altri lavori pubblicati con lo stesso Patrizia Patrizi editore dalla scuola romana di psicologia giuridica, Psicologia della propone una panoramica degli studi sulla devianza di devianza criminale tipo criminale, affrontando diversi temi: l’evoluzione Carocci storica delle risposte istituzionali, gli attuali strumenti pp. 231 €. 20,00 normativi di conoscenza e intervento, le prospettive di cambimento che lo stato dell’arte sembra sollecitare. Tamora Pierce “D’ora in poi sarò Alan di Trebond, l’altro gemello. La principessa Alanna E un giorno sarò cavaliere.” Nonostante sia una Fanucci ragazza, Alanna ha sempre desiderato diventare pp. 212 €. 16,00 un cavaliere e avere una vita avventurosa. Suo padre però ha predisposto per lei un avvenire diverso: studierà in convento per essere una dama perfetta. Il suo gemello Thom, invece, farebbe di tutto per evitare l’addestramento da cavaliere. Me LIBRI LIBRI DA LEGGERE 8 L INSERTO Max Décharné A rocket in my pocket Arcana pp. 317 €. 19,50 è LEGGERE Questa “Storia vera del Rockabilly” celebra le origini della musica dei teenager, quella primordiale miscela di country, blues e hillbilly che sgorgò nel Sud degli Usa per andare alla conquista del mondo. Una casa senza biblioteca è come una fortezza senza armeria (da un antico detto monastico) a cura di Maria Grazia D’Ettoris così recuperare in chiave medicea gli echi dell’antica tradizione familiare ghibellina. La Storia d’Europa, infatti, costituiva una palese esaltazione dell’ordine imperiale imposto nella respublica christiana dalla dinastia di Sassonia, egemone negli ultimi decenni del primo millennio, e in particolare da Ottone I. Questo imperatore risollevò le sorti dell’Europa cristiana, fortemente fiaccata dalla decadenza politica ed ecclesiastica prodotta nel corso dei regni degli ultimi sovrani dell’indebolita dinastia carolingia. Con questa interpretazione Giambullari voleva additare nella cultura imperiale un elemento di stabilità e di ordine nella variegata penisola italiana. Alludeva così non troppo velatamente all’idea di Europa propria di Carlo V, progettata, per quanto riguarda gli antichi Stati italiani, già nella pace di Bologna del 1530. La sua storia, quindi, rimarcava il favore per la politica imperiale germanica. A riparlare approfonditamente del letterato fiorentino è Francesco Vitale, studioso di temi di storia cinquecen- C L’autore Francesco Vitali si è laureato in Scienze Politiche all’Università “La Sapienza” di Roma, dove ha successivamente conseguito il dottorato di ricerca in “Storia della formazione dell’Europa moderna. Culture nazionali e idea d’Europa”. Si è occupato di storiografia cantimoriana e di temi di storia cinquecentesca fiorentina ed europea. tesca fiorentina ed europea, nello studio Pierfrancesco Giambullari e la prima storia d’Europa dell’età moderna, che esce presso FrancoAngeli (pp. 192, € 24). Marco Bertoncini Composti per varie occasioni in una lunga serie di anni, i venti testi qui raccolti si inseriscono nell’appello alla memoria degli italiani, sollecitato dal centocinquantenario dell’Unità del Paese. Uomini e donne vi appaiono immersi nei contesti delle loro vicende individuali, e tuttavia sempre rivolti alle ragioni di un migliore futuro per la comunità, la nazione, il mondo. R. Baritono e E. Vezzosi Oltre il secolo americano? Carocci pp. 302 €. 22,10 Attacco all’America, trauma, lacerazione, vulnerabilità, l’Orrore: sono solo alcune delle espressioni usate per evocare l’attentato alle Torri gemelle, l’11 settembre 2001. A dieci anni da quel tragico evento, si può azzardare una riflessione sul suo significato, sulla storia e sulla politica statunitense? Si può considerare l’11 settembre uno spartiacque, una data che segna un prima e un dopo? 1861-1901: è il quarantennio cruciale della storia d’Italia. “Iniziava da quel momento una nuova storia, in cui lo Stato e le istituzioni, le culture e i protagonisti che li presupponevano si andavano trasformando in moltiplicatori di energie ed eventi sempre più lontani dalle tematiche risorgimentali, soprattutto dopo il completamento dell’unificazione nel 1870. In quegli anni fondativi l’Italia, coerentemente con quanto accadeva sulla scena europea, attraversò l’età del ‘liberalismo classico’, una fase storica in cui si mantenne viva la convinzione della classe dirigente di poter operare sul consolidato terreno del rapporto Parlamento/società civile, secondo il ‘classico’ mito del modello britannico. Ciò era plausibile anche perché quel Parlamento rappresentava, nel bene e nel male, l’istituzione in cui i liberali credevano di ravvisare non solo l’organo di rappresentanza, ma anche il motore ‘legislativo’ e ‘pedagogico’ dello sviluppo della società civile. Laurent Binet HHHH Il cervello di Himmler si chiama Heydrich Einaudi pp. 342 €. 20,00 La storia che viene qui raccontata è una storia nota. Apparentemente nota: l’attentato a Francesco Vitali Heydrich del 27 maggio 1942. Pierfrancesco Giambullari In realtà, la sensazione è quella e la prima storia di leggerla per la prima volta, d’Europa dell’età in tutta la sua trascinante forza moderna narrativa e nella sua drammatica verità documentaria. Il primo FrancoAngeli protagonista della storia è Reynard Heydrich, il braccio destro di pp. 192 €. 24,00 Himmler, l’ideatore, nel gennaio del 1942 della Soluzione finale, lo sterminio sistematico degli ebrei. Heydrich è il gerarca più spietato del Terzo Reich, il macellaio di Praga, la bestia bionda. L’uomo dall’infanzia problematica, segnata da due traumi: da una parte la voce stridula e l’aspetto effeminato che gli valsero l’appellativo di capra, e dall’altra il mistero di una presenza ebraica all’interno della sua famiglia. Ben presto il giovane Heydrich comincia a trasformarsi nell’incarnazione dell’ariano, ammirato da Hitler per la ferocia e per l’efficacia delle sue azioni. onservali nella tua P. Francesco Casavola Ritratti italiani Guida pp. 210 € 20,00 Fulvio Cammarano Storia dell’Italia liberale Laterza pp. 318 € 24,00 CULTURA La Storia d’Europa di Giambullari a prima Storia d’Europa fu scritta tra il 1544 e il 1555 dal letterato fiorentino, di stretta osservanza medicea, Pierfrancesco Giambullari. Era una sorprendente analisi del divenire dell’Europa dopo Carlo Magno, fra IX e X secolo. Ne venne stampata un’edizione a Venezia, postuma, nel 1566, sicché l’opera non fu di fatto conosciuta fino alla riscoperta ottocentesca attuata da Pietro Giordani. E nell’Ottocento molte furono le riproposte della Storia d’Europa, soprattutto per ragioni di purezza stilistica, fino alla stroncatura operata da Benedetto Croce. L’analisi dell’opera mostra un modello erudito di stampo erodoteo, con un uso preponderante di autori e fonti dell’umanesimo germanico. Sotto il profilo ideologico, Giambullari perseguiva una linea politico-culturale antiromana e filo-asburgica, funzionale alla politica antifarnesiana e antifrancese condotta dall’allora duca di Firenze Cosimo I. Egli intendeva N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre Giovanni Sale La Chiesa di Mussolini Rizzoli pp. 299 €. 20,00 B “Pregare. Se non aiuta certamente non nuoce”: così Benito Mussolini riassumeva il suo rapporto volutamente ambiguo con il cattolicesimo. Ateo convinto, si era conquistato il favore degli squadristi grazie alla sua veemente retorica anticlericale, ma una volta salito al potere nel 1922 non esitò a cambiare rotta pur di assicurarsi il sostegno e la legittimazione delle gerarchie vaticane. Antonio Turco Anime prigioniere Carocci pp. 254 €. 23,50 Nell’attuale sistema penitenziario vige una burocratizzazione del ruolo degli operatori penitenziari e, in particolare, degli educatori. Il sovraffollamento delle carceri e il numero ridotto di educatori nelle carceri hanno svuotato di senso l’idea stessa di trattamento. Appare utile rilanciare l’ipotesi di un modello poliprofessionale che raccolga in una sola identità operativa capacità di gestione del quotidiano e visioni di prospettiva che sì muovano in direzione dell’inclusione sociale. iblioteca David Finkel I bravi soldati Mondadori pp. 305 €. 17,50 Gennaio 2007: era un momento difficile della guerra in Iraq, il presidente Gorge W. Bush aveva annunciato una nuova strategia che comportava l’invio di altre truppe. A tal scopo vennero mandati in Iraq molti giovani soldati pieni di ottimismo, tra i quali i componenti del 2° battaglione, 16° reggimento di fanteria americano. Il loro compito era quello di pattugliare una delle zone più pericolose di Bagdad. Il libro racconta questa esperienza. Michele Pizzi Frank Zappa Arcana pp. 511 €. 19,50 Frank Zappa “È stato la mente più acuta e il critico sociale più sottile del rock”. La parabola umana e artistica del musicista di Baltimora si è snodata infatti in un confronto continuo con i grandi temi della modernità, analizzati con una lente spesso volutamente deformante: la comunicazione, la sessualità, le convenzioni sociali, la politica come “critica praticata”, la musica come veicolo di cambiamento, la mercificazione crescente. Matteo Plebani Introduzione alla filosofia della matematica Carocci pp. 174 €. 17,00 Di cosa si occupa esattamente la matematica? Che cosa sono entità come numeri, insiemi, funzioni? Che proprietà hanno (di cosa sono fatti, dove si trovano, quando hanno iniziato ad esistere)? Esistono davvero? E se sì, in che senso? Come fanno i matematici a conoscere questi oggetti: scoprono come sono fatti o li inventano? Di fronte alla matematica, i filosofi si sono sempre posti domande di questo tipo. Guido Ceronetti Ti saluto mio secolo crudele Einaudi pp. 128 €. 17,50 “Rappresentare” il presente, graffiare il futuro, proteggere il passato. E farlo attraverso frammenti pulsanti, che restituiscano il peso di un secolo. Dalla parabola del cinema all’ultimo grido del telegrafo, dal demoniaco Helter Skelter dei Beatles al delitto di Novi Ligure, dal suicidio di Marilyn Monroe alla figura anonima di un lucidatore di scarpe ebreo, dall’invenzione del napalm alla tragedia dell’Undici Settembre, dalle cui ceneri nasce, funesta fenice, il nuovo millennio. N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre Letteratura Mediterranea INSERTO Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. L’uomo senza nome Giovanna Crisà A mareggiati per aver dovuto abbandonare uno dei loro fidati compagni in una tomba nel deserto, Harold e la sua eterogenea combriccola continuano il viaggio per recuperare il Como dell’Arcobaleno. È un’impresa tanto ardua quanto eroica, resa ancora più complicata dal fatto che una notte i servitori del Senza Nome ruba- no la Chiave, l’artefatto in grado di aprire le porte che conducono al terzo livello di Hrad Spein. Fortunatamente Harold e gli altri riescono a localizzare la Chiave nel palazzo del conte Balistan Pargaid, servitore del Maestro, e Miralissa, l’affascinante principessa elfi-ca, concepisce un ardito piano per recuperarla. Ma i servitori del Maestro e le insidie del Senza Nome continuano a frapporre mille ostacoli tra loro e il Corno: dovranno lottare ancora contro inimmaginabili tradimenti, dolorose perdite ed esseri dai pericolosi e arcani poteri prima di riuscire a eludere i temibili nemici che si sono messi sulle loro tracce, e completare così la missione che salverà la loro amata terra da colui che è conosciuto come il Senza Nome... L’uomo Senza Nome è il secondo episodio della serie Le cronache di Siala. Aleksej Pechov L’uomo senza nome Fanucci pp. 408 €. 18,00 Breve storia dell’amore eterno Quando iniziano ad amarsi, Till e Orsolya sono ancora due bambini. Bruno e povero, lui. Bionda e aristocratica, lei. Mondi distanti che si attraggono, nell’Ungheria sottosopra del secondo dopoguerra. L’amore infantile cresce e li segue fino all’università, dove le rispettive differenze incrinano fatalmente la superficie del sentimento. Inizia così una vertiginosa discesa nell’abisso: di umiliazione in litigio, di rottura in rappacificazione, i due si spo- sano, si odiano, scendono a improponibili compromessi, si avvelenano l’esistenza, si lasciano. Ma l’amour fou che ha segnato a fuoco la loro giovinezza sarà per Till una condanna senza appello. Pubblicata nel 1963 in pieno socialismo reale, questa storia che tesse colpa e sentimenti fu presto soffocata dal clima austero del regime comunista. Postfazione di Péter Esterházy. Szilard Rubin Breve storia dell’amore eterno Bur pp. 268 €. 9,90 Christopher Moore Demoni Elliot pp. 256 €. 16,50 G. C. Per mare e per terra S pagna 1481. Durante il regno di Ferdinando e Isabella la penisola iberica vive una delle pagine più oscure della sua storia: Tomàs de Torquemada, a capo della Nuova Inquisizione in Castiglia e in Aragona, dà avvio a una persecuzione senza pari nei confronti degli ebrei e dei conversos, i cattolici provenienti da famiglie giudaiche convertite. La violenza è inaudita, per essere sommariamente processati e gettati in carcere basta un sospetto anche non confermato, e gli accusatori vengono gratificati con laute ricompense. In quest’epoca di tumulti e sconvolgimenti, la vita di Luis de Santángel, cancelliere alla corte spagnola, scorre tra mille insidie e difficoltà. Uomo ricco e di successo, Santángel tiene nascoste le proprie origini di converso con grande ap- prensione, poiché il prestigioso ruolo che ricopre rende ogni suo gesto ancora più visibile agli occhi degli inquisitori. Quando nelle sue mani capitano dei misteriosi testi ebraici, la prima reazione non può quindi essere che di terrore cieco. Latore degli antichi testi è un giovane navigatore genovese, che ha accompagnato Santángel in un inutile viaggio a Roma per cercare di convincere il papa a frenare la follia di Torquemada. Il capitano, un uomo ambizioso che coltiva il sogno di raggiungere un giorno via mare le Indie, si chiama Cristoforo Colombo, e quei manoscritti gli sono stati affidati da un cartografo ebreo di Lisbona, con l’indicazione che tra essi vi è una pergamena di valore incalcolabile... G. C. Travis O’Hearn giunge a Pine Cove convinto di aver individuato in quella cittadina la persona in grado di liberarlo dall’incubo che lo ha perseguitato negli ultimi settant’anni. L’incubo on questione si chiama Catch, è un demone voracissimo e molto furbo che si trasforma da creaturina invisibile di 90 centimetri a mostro squamato di 45 metri, ha sempre la battuta pronta e gode di un carisma niente male per essere un “cattivone”… Silvia Marinozzi Il campo di fragole Nuovi Autori pp. 136 €. 15,00 J. Mitchell Kaplan Per mare e per terra Neri Pozza pp. 350 €. 17,00 Stella, Telly per parenti e amici, unica figlia amata e coccolata di una ricca famiglia pugliese, è in procinto di coronare il suo sogno: sposare entro breve James, amico d’infanzia e poi unico e grande amore. Un destino crudele, però, li attende. James troverà la morte in un incidente d’auto e Telly si lascerà sprofondare in una disperazione senza limiti... 9 Èdouard Bourdet Fabio Caminada Il ponte della luna Gabriele Cappelli pp. 248 €. 20,00 Gianmarco si trova in uno stato di incoscienza apparente. Riuscendo comunque a percepire il mondo circostante, inizia un viaggio nei suoi ricordi e ripercorre la sua vita. Figlio adottivo, oppresso da una madre possessiva e iperprotettiva che gli nasconde il suo passato e le sue origini e praticamente ignorato da un padre sempre assente, viene ricoverato in una clinica per disintossicarsi. Lì conosce Anselmo, vecchio e burbero giardiniere della struttura che lo prende sotto la sua ala protettiva e lo aiuta a emanciparsi “assumendolo” come aiutante e diventando una vera e propria figura paterna, una fonte di stimoli mai ricevuti prima.Con un estremo atto d’amore il giardiniere induce Gianmarco a partire furtivamente per un lungo viaggio ai confini del mondo e di se stesso. Questo viaggio lo arricchirà di nuove esperienze e amicizie riuscendo ad aiutarlo là dove la terapia e i farmaci avevano fallito. Un viaggio che è una rinascita, una seconda possibilità. Con un coraggio che non credeva di possedere, il protagonista approfitta pienamente di questa occasione godendo ogni giorno di quella nuova vita.Sia nel bene che nel male. Alkison Noel Night star Fanucci pp. 297 €. 16,00 Migliori amici a volte possono diventare i peggiori nemici, quando conoscono tutti i tuoi segreti e le tue debolezze. Ever è ancora alle prese con i capricci di Haven, la sua ex migliore amica, che la incolpa della morte di Roman; non importa quanto lei cerchi di convincerla che si è trattato solo di un incidente, la sua furia non ha limiti ed è così determinata che vuole vendicarsi distruggendo Damen ed eliminando Jude dalla propria strada. E inoltre sta per mettere insieme i tasselli di un puzzle che può causare la loro rovina, soprattutto per il fatto che nel passato di Damen si nasconde un terribile segreto che getta nuova luce sulla sua relazione con Jude: è una verità così oscura e brutale che potrebbe essere sufficiente a separare i due ragazzi una volta per tutte. Per vincere la sfida con Haven, Ever dovrà prima chiedere a sé stessa se l’unica strada percorribile sia condannare la sua ex amica al buio dell’eternità, e soprattutto capire se apprendere la verità sul passato di Damen rappresenti davvero la chiave di volta del loro futuro insieme. Ever e Damen sono alle prese con prove sempre più impegnative per salvare il loro amore e vincere le imprevedibili sfide che si affacciano sul loro futuro. Paul Cleave The Cleaner Elliot pp. 320 €. 18,50 Joe tiene sotto controllo ogni aspetto della sua modesta esistenza, incluso il lavoro che svolge di giorno presso il Dipartimento di polizia e quello “notturno” consumato nelle strade della sua città, Christchurch, in Nuova Zelanda. Così, quando scopre che una settima vittima è stata attribuita a un famoso serial killer, soprannominato l’Intagliatore, rimane piuttosto seccato. Il fatto è che Joe sa che l’Intagliatore ne ha uccise solo sei, di quelle donne. Lo sa con certezza. Per questo ora si metterà sulle tracce di chi lo ha emulato, lo punirà per quell’omicidio in più e farà in modo di incolparlo anche per tutti gli altri. È un piano perfetto. Perché Joe “il lento” è molto più sveglio di chiunque altro, anche se in centrale pensano che sia lo scemo del villaggio, e sa già come fregare la polizia. Deve solo riuscire a tenere sotto controllo le donne che gli stanno intorno, a cominciare da quell’invadente di sua madre. Poi c’è Sally, che si occupa della manutenzione della centrale, e che sembra averlo scambiato per il fratello morto; e infine la misteriosa Melissa, l’unica donna che lo abbia mai davvero capito, ma la cui sete di ricatti e torture si fa ogni giorno più pericolosa… Ricco di suspense e di umorismo nero, questo irresistibile romanzo d’esordio è stato il grandissimo best-seller internazionale che ha lanciato il giovane scrittore neozelandese Paul Cleave tra i grandi autori del thriller. Religione 10 In dodicimila per don Guanella A rriveranno a Roma in oltre 12mila per la canonizzazione di don Luigi Guanella. Il Garibaldi della Carità nato a Fraciscio (Sondrio) nel 1842 - così chiamato da Pio XI - per il coraggio nell’affrontare ogni genere di impresa e diffondere, con parole ed opere di carità, Cristo nei cuori dei bisognosi, è stato sacerdote zelante con una grande voglia di bene e fiducia nella Divina Provvidenza. Così il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, nel corso della conferenza stampa in Campidoglio di presentazione delle iniziative in programma per l’occasione. «Imprenditore nel sociale con una grande attenzione alla persona, don Guanella a Roma va in periferia e trasforma la cosiddetta Valle dell’Inferno in Valle Aurelia ha proseguito il porporato -offrendo a gente Don Guanella povera e ignorante un percorso di istruzione religiosa e civile. Per questa e tante altre opere entra a far parte dei santi sociali che hanno contribuito a fare gli italiani e di cui purtroppo non c’è traccia nei libri di storia». Oggi i guanelliani, presenti in 20 nazioni di 4 continenti, offrono a Roma uno scudo di carità che va dall’Appia Antica a Valle Aurelia, ha evidenziato la vicaria generale Sr. Giustina Valicenti. Tre centri di riabilitazione, oltre 700 disabili accolti, 400 operatori, una mensa per i poveri, un centro di ascolto e orientamento lavorativo per immigrati, una parrocchia (S. Giuseppe al Trionfale), una scuola materna ed elementare, una casa per anziani e una per ferie. 25 i religiosi, 150 le religiose, centinaia i volontari. La capitale deve molto a Don Guanella, ha sottolineato il sindaco Gianni Alemanno, che attesta come, dopo la caduta delle ideologie, la dottrina sociale della Francesco Scognamiglio Francesco e il sultano Messaggero pp. 119 €. 7,00 Attraverso una rilettura del capitolo XII della Regola Scognamiglio offre un’indagine storico-critica sul complesso rapporto tra Francesco e l’islam, nel contesto della fraternità in missione. Infine, l’autore si sofferma sulle ricadute della proposta francescana per l’oggi della nostra storia, lasciandoci stimolare dalla profezia dello “Spirito di Assisi” per il dialogo tra le religioni, in particolare con l’islam, e tra le culture e l’impegno per la pace. Lorenzo Fazzini Un Vangelo per l’Africa Lindau pp. 142 € 12,00 Cesare Mazzolari intrepido annunciatore del Vangelo, ha sfidato i bombardamenti, la carestia, i sequestri per portare la consolazione di Cristo e far sentire la vicinanza della Chiesa. A 74 anni racconta in questo libro la vita della sua missione. E lancia un severo monito all’Europa e all’Occidente: solo il primato di Dio e il sentirsi una famiglia “globale” potranno garantire un futuro di pace in tutto il mondo. Chiesa continua a produrre opere che sono vive e che si mettono al servizio degli uomini. Tra le iniziative presentate dal Centro Studi Guanelliani, che prosegue la sua ricerca di materiale storico, (centro.studi@ guanelliani.it) - due volumi editi dalla san Paolo: «Accordò la terra con il cielo», «Luigi Guanella santo» e «Le vie della Provvidenza. Autobiografia di un santo»; inoltre è previsto un congresso nazionale a Roma (6-8 ottobre) sulle nuove frontiere della disabilità con esperti da tutto il mondo e, poi, una mostra d’arte realizzata dai ragazzi di Via Aurelia Antica (1531 ottobre al Chiostro del Bramante). Venerdì 21 a San Giuseppe al Trionfale è prevista una serata con i cantautori guanelliani ci sarranno anche don Giosy Cento ,Roberto Bignoli e il Coro Nivalis mentre sabato 22 a S. Paolo fuori Le Mura è in programma una veglia di preghiera; e lunedì 24 (festa liturgica del Santo) una messa di ringraziamento presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone. Da martedì 25, infine, il pellegrinaggio a Como e nei luoghi guanelliani. Per romani e turisti un’attenzione particolare: dal 16 al 22 ottobre sul circuito tv della metro la clip realizzata per condividere la notizia della canonizzazione e domenica 23 nel pomeriggio festa a Piazza Farnese. Per Roma ha sottolineato don Mario Carrera, postulatore generale- sono in cantiere inoltre tre progetti speciali: uno destinato ai giovani delle scuole superiori e delle università (settimane di volontariato per tornare alla scuola della vita), una grande festa per la cittadinanza in uno dei parchi di Roma con attività proposte dai ragazzi dei centri; un convegno, dove saranno loro maestri di vita a salire in cattedra.. I L Questo libro racconta la storia di una donna (1891-1942) che è stata chiamata Edith in famiglia, signorina Edith Stein al liceo, dottoressa Edith Stein all’università, suor Teresa nel Carmelo, matricola 44074 ad Auschwitz e santa Teresa Benedetta della Croce dalla chiesa. Un’ebrea convertita al cattolicesimo grazie a santa Teresa d’Avila e proclamata dalla Chiesa compatrona d’Europa. Diego Manetti Ipotesi su Medjugorie San Paolo pp. 184 €. 14,00 I dieci segreti, le conversioni, le guarigioni e i documenti scientifici. Dalle prime apparizioni del 24 giugno 1981 a oggi, l’autore introduce il lettore nel mistero di Medjugorje, ponendosi le domande di ognuno ed elaborando ipotesi che obbligano a riflettere. Perché tanta gente si converte? Quali sono i dieci segreti annunciati? E ancora, i sei giovani veggenti e la loro esperienza. Riflettiamo con i Libri Chi siamo? Da dove veniamo? Qual è il nostro destino? La novità è quella di concepire un Dio non solo come creator, ma anche e soprattutto comeevolutor. Questo libro intende dimostrare che le risposte alle questioni sull’origine del mondo e dell’uomo nascono da un insieme di contributi scientifici, filosofici e teologici. Contributi, tra gli altri, di Gianfranco Ravasi, Antonio Lattuada, Giorgio Manzi, Santiago Sanz Sánchez. Antonio Ventre Il barbone Edb pp. 140 €. 12,50 Dopo aver descritto cos’è e quali sono gli elementi che determinano l’autostima, il libro suggerisce anche numerosi atteggiamenti pedagogici, accorgimenti e strategie, per imparare a educare e conservare l’autostima nei propri figli e in generale nei bambini e ragazzi (da 0 a 12 anni). Germain Duclos L’autostima di tuo figlio San Paolo pp. 69 €. 8,00 Il testo intende raccontare come stia cambiando l’Italia dal punto di vista religioso. La trama è costruita su due registri: da un lato, raccogliendo e commentando i dati disponibili sulle molte e diverse presenze religiose (dai sikh ai musulmani, dagli ortodossi alle nuove chiese cristiane di matrice pentecostale latino-americane, africane e asiatiche) e, dall’altro, illustrando i vari volti dei nuovi credenti. La finalità è di fornire al lettore una bussola per orientarsi. Enzo Pace Vecchi e nuovi dei Paoline pp. 165 €. 14,00 L’itinerario guida i bambini, i loro catechisti e i M. Pappalardo, L. Scolari genitori nella preparazione della prima comunione, Per me tu prepari considerata come culmine e paradigma della vita una mensa cristiana; l’obiettivo è invitarli ad accostarsi a Dio Edb e al suo amore per gli uomini. Ciascuna delle otto pp. 154 €. 10,00 tappe sottolinea un aspetto o un dono che scaturisce dall’eucaristia, con uno sguardo che abbraccia tutte le dimensioni proprie di un percorso di catechesi. “Perché la Chiesa, maestra di cose spirituali, che possiede un tesoro straordinario, che propone una soluzione alla vita da millenni, non sa più parlare al cuore delle persone? Perché è entrata in una incomunicabilità insostenibile? Perché, mentre le giovani generazioni esprimono il disagio di vivere, non riesce a essere credibile mentre comunica il Vangelo?” Paolo Curtaz, prete per molti anni, oggi ha una famiglia e un figlio. Ora cerca di rispondere a queste domande. Paolo Curtaz Perché restare cristiani Mondadori pp. 148 €. 17,50 Un’accurata analisi del cambiamento delle relaDomenico Cravero zioni affettive, familiari e sociali e una proposta La pastorale centrata di un percorso pastorale innovativo e concreto sull’affetto per dare centralità alla pastorale matrimoniale, Messaggero lasciando intravvedere come la catechesi sia il pp. 423 €. 33,00 banco di prova della parrocchia rinnovata. ibri dello Yann Moix Morte e vita di Edith Stein Messaggero pp. 126 €. 11,00 N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre S pirito Paola Radif Con Dio al fianco Paoline pp. 52 € 4,00 Come parlare dei sacramenti ai figli, ai bambini che si preparano a riceverli? Come parlarne agli adulti che li ricevono per la prima volta?In sette capitoli, uno per ogni sacramento, viene presentata la storia, esaminati alcuni luoghi comuni che ne impoveriscono la comprensione, illustrato il rito e offerta una sintesi, essenziale come uno slogan, che aiuta a concretizzare un atteggiamento vitale relativo al sacramento presentato. Benedetto XVI Un cuor solo, un’anima sola Marcianum Press pp. 100 €. 7,00 “Senza di me non potete fare nulla. Chi rimane in me e le mie parole rimangono in lui porta molto frutto. Rimanete nel mio amore”. Dal Vangelo di Giovanni. Benedetto XVI indica la strada per rimanrere in Gesù di Nazareth e lasciarsi istruire da Lui. Al mondo della cultura il Papa chiede di essere capace di attingere costantemente alla bellezza dell’arte, del sapere e delle relazioni tra gli uomini e i popoli. Giovanni della Croce Notte oscura Edb pp. 184 €. 14,00 Il trattato la Notte Oscura del grande mistico spagnolo (1542-1591), fondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, santo e dottore della Chiesa, considerato uno dei maggiori poeti in lingua spagnola costituisce un dittico dottrinale con la Salita del Monte Carmelo, a cui si ispira. In esso Giovanni commenta e spiega il significato del suo testo poetico, in cui descrive il viaggio dell’anima dalla propria sede corporea verso l’unione con Dio. Il testo ha un forte significato teologico e letterario. Innocenzo Gargano Lectio divina sul Vangelo di Matteo/5 Edb pp. 159 €. 13,50 Il testo commentato appartiene a uno dei cinque grandi discorsi in cui Matteo struttura il suo Vangelo, il “discorso ecclesiastico”, nonché alla sezione narrativa che lo introduce. Non mancano eventi, episodi, miracoli, situazioni personali di Gesù e dei suoi discepoli sui quali Matteo sollecita la particolare attenzione dei lettori. Informazione Regionale N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre dalla Calabria D rapia (VV) - «E’ora di svegliarsi». E’ questo il monito di Mons. Giuseppe Morosini, vescovo di Locri-Gerace, a conclusione del convegno regionale di pastorale giovanile, svoltosi dal 30 settembre al 2 ottobre a Drapia, vicino Tropea, al quale ha partecipato anche una delegazione della diocesi crotonese. «La vita non ci attende - ha continuato Mons. Morosini, coordinatore del convegno - la frattura della Chiesa con il mondo giovanile si è già consumata, dobbiamo recuperarla, inserendo il movimento di pastorale giovanile in un contesto di apertura missionaria». Parole queste in linea con il titolo del convegno “faceGod (volto di Dio) - tanti contatti più relazioni”, che ha visto la partecipazione di tutte le dodici diocesi della Calabria. Dal convegno è 300 bambini al Recital “ Aspettando con gioia il Papa” Lamezia Terme - Oltre 300 alunni dell’ Istituto Comprensivo “ Don Milani, diretto da Maria Miceli, hanno assistito al Recital “ Aspettando con gioia il Papa” presentato loro dai bambini dell’ Oratorio della parrocchia di San Michele Arcangelo di Platania nella sala polifunzionale dell’ istituto. Aprire il cuore al Vicario di Cristo, Benedetto XVI, per la sua visita alla città di Lamezia Terme, tanto attesa da tutta la città, e comunicare a tutti la loro gioia fino all’ ultimo è stato, secondo il parroco don Pino Latelli, il motivo propulsore che ha spinto i bambini dell’ Oratorio parrocchiale a riproporre, agli alunni del “Don Milani” e ai genitori, lo spettacolo, già presentato con successo a Platania qualche mese fa. Musica, balli e canti sono stati gli elementi fondanti del Recital durante il quale è stata raccontata la biografia del Pontefice Benedetto XVI nei tratti più salienti a partire dall’ infanzia fino all’ elevazione tutta la platea. Sullo sfondo di una grande slide, sulla quale si sono alternate le splendide immagini del Papa risalenti al tempo in cui era bambino a quelle dell’ età adulta e recenti, i bambini hanno portato a termine lo spettacolo in un clima gioioso e sereno che ha favorito la socializzazione e il confronto tra le scuole di Platania e Lamezia. È stata, questa, un’ opportunità che ha permesso di arricchire il percorso educativo e la formazione dei bambini attraverso contenuti religiosi e contemporanei riferiti al Sommo Pontefice e intrecciati con la quotidianità. « Sembra strano - ha detto don Pino Latelli durante la conduzione del Recital - che ci siano piccoli studenti ignari dell’ evento storico riguardante la venuta del Papa e che non seguono la Tv da cui attingere queste importanti notizie». Soddisfatta la dirigente scolastica del “Don Milani”, Maria Miceli, per aver contribuito, con la sua disponibilità ed apertura, ad elevare il livello culturale al trono di Pietro. Lo spettacolo è dei suoi alunni e per aver favoiniziato con un ballo di gruppo nel rito un valido processo di sociaquale i bambini hanno subito evi- lizzazione e integrazione fra due denziato una grande abilità che ha scuole un po’ distanti tra loro ma permesso loro di controllare i mo- appartenenti al comprensorio lavimenti della danza un po’ limitati metino. Un riconoscimento per il a causa del palco risultato un po’ felice esito dello spettacolo va alle angusto e allestito in base all’ am- animatrici dell’oratorio parrocpiezza della sala. Subito dopo i chiale di Platania, Suor Luciana, bambini hanno eseguito il canto “ Lorena Villella, Sharon Gigliotti, Mamma Maria” con buona tonali- Elena Villella e Maddalena Cimità e ritmo adeguato coinvolgendo no che con impegno ed entusiai compagni del “Don Milani” che smo hanno preparato i bambini hanno cantato insieme a loro con dell’ Oratorio. trasporto ed entusiasmo facendo risuonare la loro voce briosa in Don Pino Latelli 11 Ripensare la pastorale giovanile emersa la necessità di tornare ad evangelizzare, in un periodo storico in cui si assiste ad una vera e propria epoca di “scristianizzazione”. In Calabria, in particolare, la catechesi rivolta ai giovani non può non essere legata al tema della legalità. «Se si viene meno alla legalità - ha aggiunto ancora Mons. Morosini- e come se si venisse meno ad uno dei comandamenti di Dio». Il convegno è stato struturato in due fasi principali. Nella prima fase, attraverso diverse relazioni, è stata fatta una lettura della condizione giovanile, sia dal punto di vista socio-culturale che dal punto di vista educativo-pastorale. Tra i tanti interventi quello di Enzo Romeo, giornalista calabrese, vaticanista e inviato del TG2, il quale ha sottolineato che la piaga peggiore della nostra regione è l’assuefazione. «I giovani della Calabria - ha dichiarato Romeo - devono imparare a camminare su due gambe: la riscoperta del senso civico e l’appartenza religiosa. I giovani calabresi devo- no rimanere nella propria terra perché la Calabria si sta desertificando, puntando sulla forza della fede, in una società nella quale Dio viene escluso, è messo tra parentesi». La seconda fase del con- Rappresentanti della diocesi di Crotone-Drapia (Vv) vegno ha visto protagonisti i gioAl convegno sono intervevani che, divisi in diversi gruppi nuti anche il Prof. Enzo Bova, di studio, hanno affrontato, con- docente Unical, Don Armando frontandosi tra di loro, la tematica Matteo, autore del libro La pridella cittadianza attiva, della for- ma generazione incredula, Don mazione, del lavoro, del tempo li- Giovanni Maurello e Mons. Piebero, dell’evangelizzazione, della tro Santoro,vescovo di Avezzano. vita nello Spirito. Il confronto tra Due sono stati i principali mole diverse realtà giovanili diocesa- menti di preghiera vissuti intenne ha portato in luce una serie di samente da vescovi, preti, suore, punti di debolezza da trasformare educatori, educandi che hanno in punti di forza, quali la mancan- preso parte al convegno: la veglia za di formazione, di coesione e di di preghiera, presieduta da Mons. speranza. Vittorio Mondello, arcivesco metropolita di Reggio Calabria, e la celebrazione eucaristica domenicale, presieduta da Mons. Mariano Crociata, segretario generale Cei. Quest’ultimo, durante l’omelia, sottolineando l’importanza della responsabilità personale di ciascuno, ha citato una frase di Sant’Ignazio di Loyola “Agisci come se tutto dipendesse da te stesso”. Antonella Palermo Un momento della veglia di preghiera-Drapia (Vv) Miss Italia a Palazzo Campanella R eggio Calabria - Il presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico ha ricevuto a Palazzo Campanella la nuova Miss Italia, la calabrese Stefania Bivone. Talarico, si è congratulato con la giovane studentessa di Sinopoli per il successo ottenuto al concorso di bellezza di Montecatini ed ha auspicato che possa essere idealmente ambasciatrice delle nuove generazioni calabresi, trasmettendo un messaggio di positività, intelligenza e modernità. “Non solo la sua fresca e naturale bellezza – ha detto Talarico – ma per il suo stile, la compostezza e ra Talarico – tutti i suoi sogni di la maturità, con cui si è espressa giovane studentessa e di più bella nelle interviste e in altre occasioni d’Italia e di continuare a sentirsi pubbliche, possiamo affidarle il orgogliosa delle sue radici calacompito di rappresentare il volto bresi e mediterranee”. nuovo e sereno della nostra Calabria e dei giovani che in tutti i campi, principalmente in quello scientifico e culturale, rappresentano il futuro della nostra regione. Le auguro di realizzare – ha detto ancoIl Presidente e Talarico e Miss Italia La Calabria alla fiera mondiale dell’agroalimentare S i è inaugurata sabato 8 ottobre a Colonia in Germania l’edizione 2011 della fiera internazionale della agroalimentare “Anuga”. La Regione Calabria, grazie all’impegno dell’Assessorato all’Agricoltura Foreste e Forestazione, ha risposto positivamente consentendo la partecipazione di ben 43 aziende del comparto che hanno avuto una grande occasione di visibilità e di confronto in quella che è definita la vetrina più importante d’Europa per l’agroalimentare. E’ stato lo stesso Ministro italiano per le politiche agricole Saverio Romano insieme all’Ambasciatore italiano in Germania Michele Va- lensise ad inaugurare il padiglione Italia all’interno del quale trova spazio anche l’area della Regione Calabria. Per l’occasione era presente l’Assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra che ha accompagnato il Ministro e l’Ambasciatore per una visita con degustazione dei prodotti tipici calabresi, soffermandosi sulle numerose eccellenze regionali quali la nduja, la cipolla rossa, l’olio, i salumi ed i vini. Grande apprezzamento è stato espresso dal Ministro Romano per la presenza così qualificata di prodotti calabresi ad “Anuga”, una scelta strategica che la Regione, guidata dal Presidente Scopelliti, ha voluto fare, offren- do una concreta opportunità ai produttori calabresi nella più importante vetrina mondiale dell’agroalimentare. Anche in questo caso si tratta di promuove al meglio il proprio territorio, puntando anche su un settore che offre molti prodotti di qualità e che in molti casi caratterizzano il territorio di produzione. Un esempio, è stato detto, che dovrebbe essere preso a modello da altre Regioni. La Germania rappresenta, in percentuale, il mercato più importante per l’export italiano nel settore dell’agroalimentare, una scelta quindi ben ponderata dalla Regione che mira rafforzare i contatti internazionali delle aziende calabresi. 12 Informazione Regionale Il fascino delle “vecchie signore” ammalia gli appassionati dalla Sicilia R agusa - Non avranno il rossetto. Né l’ombretto. Ma il fascino che riescono ad emanare non ha nulla da invidiare a quello delle belle donne. Ecco perché, sabato mattina 10 settembre, a Ibla, cuore barocco di Ragusa, le “vecchie signore” che partecipano alla sedicesima edizione della rievocazione storica dell’Autogiro della provincia di Ragusa hanno ammaliato i presenti grazie alla magia ancora in grado di trasmettere. La manifestazione internazionale di regolarità per auto storiche promossa dal Veteran Car Club Ibleo, valida come trofeo “Vittorio Zanon”, dopo il raduno di ieri pomeriggio, è entrata nel vivo con la passeggiata culturale che, da Poggio del Sole, sulla strada provinciale per Marina, ha permesso ai partecipanti di immergersi nelle fantastiche atmosfere dell’area iblea. Quindi sosta in piazza Odierna, dinanzi ai Giardini iblei, dove, per i partecipanti, c’è stata la possibilità di conoscere più da vicino la storia dei monumenti barocchi, con la sapiente visita guidata dall’architetto Salvo Giliberto. Pane per i denti dei tanti appassionati che, approfittando della sosta delle auto storiche, si sono dilettati a riconoscere i tanti “pezzi” celebri che rappresentano i tasselli incantevoli di una collezione insostituibile. Occhi puntati, ad esempio, sulla prima “Pantera” della Polizia di Stato, una Alfa Romeo Super 1900 del 1954 guidata dall’equipaggio MonterossoRizza. Un’au- to che ha, semplicemente, fatto la storia delle forze dell’ordine nel nostro Paese. Non di meno gli occhi degli attenti curiosi sono andati a finire su un’altra Alfa Romeo, una 1750 Gt addirittura del 1930. Un “Coupè” di grande tradizione motoristica e dalle ottime condizioni che costituisce uno dei pezzi di impareggiabile bellezza di questa sedicesima edizione dell’Autogiro. Lo stesso dicasi per la Jeep motorizzata Ford del 1944, abbandonata dalle truppe americane di stanza negli Iblei in occasione della Seconda Guerra mondiale e rimessa a nuovo. Altra auto storica che merita i riflettori, per l’anzianità che non ne scalfisce, però, il fascino, la De Soto Six Torpedo del 1928, con equi- paggio Amico-Giannone. E poi in primo piano le sfide di carrozzeria e di linee tra Porsche 911 E, Lancia Montecarlo e Alfa Romeo Spider che garantiscono una ideale continuità tra il passato e un presente relativamente recente. Tra le altre auto, una Fiato 508 C del 1937 e una Lancia Ardea del 1952. “Ma tutte le vetture che rievocano l’Autogiro – chiariscono gli organizzatori del Veteran Car Club Ibleo – meritano la massima attenzione perché sono curate con grande passione da estimatori che fanno rivivere l’epopea motoristica dei tempi andati”. Dopo la prima prova di precisione, che si terrà nel pomeriggio, dalla diga di Santa Rosalia sino a Giarratana, per poi raggiungere contrada Cento anni di presenza carmelitana a Ragusa “ Un monastero di clausura in un ambiente come la città è un luogo di una straordinaria intensità di preghiera”. Ha esordito così don Carmelo Mezzasalma, fondatore e superiore della comunità San Leolino di Firenze, nel presentare, mercoledì 13 settembre scorso, i motivi che ha spinto il monastero di Santa Teresa a organizzare il convegno avente per tema “Cento anni di presenza carmelitana nella città di Ragusa”. Un convegno, tenutosi nella chiesa di Santa Teresa del Gesù, che ha visto la presenza del vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso, del prof. Giuseppe Barone, preside della facoltà di Scienze politiche di Catania e ordinario di Storia contemporanea, di padre Diego Ciccarelli, docente di Paleografia all’Università di Palermo e direttore della biblioteca francescana, della studiosa Tullia Giardina, di padre Gaudenzio Gianninoto, commissario di Sicilia dell’Ordine dei carmelitani. C’erano anche padre Angelo Gatto, superiore dei carmelitani scalzi di Ragusa, e Carmelo Arezzo che, durante i lavori del convegno, ha presentato il volume celebrativo del centenario di fondazione del monastero. “La comunità delle carmelitane N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre scalze – ha ricordato don Mezzasalma – che ha il carisma della preghiera, rappresenta per tutta la città una grande benedizione. La preghiera, infatti, è il fondamento della vita cristiana. E in questo monastero, anche con l’esperienza di vita che ci arriva dalla beata Maria Candida dell’Eucaristia, ha raggiunto il suo livello più elevato”. Anche il vescovo di Ragusa ha chiarito che il “monastero rappresenta un polmone di spiritualità, un luogo che diventa un’oasi di pace, di silenzio, di preghiera, quella realtà ricca che permette a chi opera all’esterno di ricevere tutte quelle forze, quelle energie necessarie per affrontare la vita di tutti i giorni. Cento anni di presenza silenziosa a Ragusa ma certamente efficace”. Padre Ciccarelli, invece, ha offerto una inedita descrizione dell’Ordine carmelitano in Sicilia visto da un’angolazione culturale, chiarendo come insegnavano, cosa scrivevano, come sviluppavano i propri studi anche nell’articolazione delle biblioteche. Si è pure soffermato in breve sulla “Bolla Sabatina” e sullo sviluppo della devozione dello scapolare, una delle più amate e praticate in tutto il mondo cattolico. Di grande impatto, poi, l’illustrazione storica del prof. Barone che ha fatto riferimento alla realtà ragusana dell’ultimo secolo. “Questo centenario – ha spiegato – pone tre grandi questioni. Una riguarda la storia religiosa e della R spiritualità che tra fine Ottocento e primo Novecento è una caratteristica di Ragusa e della società del capoluogo. E’ difficile riscontrare in altre città della provincia un simile afflato religioso che poi peserà nelle vicende successive. Il secondo elemento è che questo rifiorire della religiosità si inquadra in una straordinaria crescita della città, economica, culturale, proprio nei primi anni del Novecento. Non è solo l’agricoltura dell’altopiano ma è anche l’attività mineraria, una crescita delle professioni, delle attività terziarie, la città, insomma, si prepara a diventare il futuro capoluogo di provincia. Infine, il terzo elemento. C’è una questione grande che si chiama famiglia Schininà e che è la protagonista assoluta della spettacolare crescita di Ragusa superiore, dal marchese di Sant’Elia al ramo cadetto dei baroni di San Filippo, a suor Maria Schininà, figura prestigiosissima. E pone un interrogativo agli studiosi che spesso studiano solo Ibla e magari la famiglia Arezzo e non sottolineano la centralità di quest’altra famiglia che è stata la protagonista indiscussa della crescita della parte superiore della città”. Mandrie Vecchie alle porte di Monterosso Almo, l’Autogiro si preparerà per la giornata di domani. Partenza alle 9 da Poggio del Sole resort, sulla provinciale per Marina di Ragusa, e quindi i concorrenti affronteranno la seconda tappa con delle prove speciali in cui si metteranno a confronto i tempi sui cronologici. L’itinerario prevede un tratto sino alla frazione rivierasca del capoluogo, attraverso la vecchia strada per Donnalucata, mentre dopo si raggiungerà il porto turistico. Quindi, Casuzze, Caucana e Punta Secca per poi fare ritorno alla base attraverso la zona di contrada Cimillà. La premiazione è fissata domani, dopo il pranzo, a Poggio del sole resort. Boom di presenze alla 25° “Sagra dell’Uva” occazzo (RG) - Un boom inaspettato. Ma proprio per questo motivo ancora più gradito. Ben sedicimila presenze in due giorni a Roccazzo per l’edizione della “Sagra dell’Uva” che ha festeggiato il traguardo del quarto di secolo. Venticinque appuntamenti che testimoniano la bontà di una formula che, ogni anno, sotto il segno della genuinità, riesce a catturare un numero sempre maggiore di visitatori. Con la novità, quest’anno, della nuova location al mercato ortofrutticolo che è risultata parecchio apprezzata visto che ha permesso una sistemazione più articolata degli stand della degustazione, una maggiore disponibilità di parcheggio oltre alla presenza di numerosi venditori ambulanti che hanno reso ancora più effervescente tutto ciò che ha fatto da corollario alla sagra. Senza dimenticare la predisposizione di un palco dalle grandi dimensioni su cui si sono esibiti Giò Dipasquale, finalista a Castrocaro 2011, e i ragazzi di “Amici”, Andrea Vigentini e Iacopo Distefano, magistralmente accompagnati dalla Live Modern Orchestra. Ma a recitare la parte del leone, nella kermesse promossa dall’Associazione Giovanile Roccazzo, è stata la degustazione dei sapori classici della vendemmia, con oltre cinquemila litri di mosto utilizzati per la preparazione di mostarda e “cudduredde”, per non parlare delle centinaia di chili di salsiccia e di frittelle che sono andati via come se nulla fosse tra l’apprezzamento generale. Non è mancata neppure l’attenzione riservata all’uva, messa a disposizione dei visitatori in diverse varietà, a cominciare dalla specialità Italia, la regina della tavola. I settanta compo- nenti che fanno capo all’Associazione Giovanile Roccazzo hanno animato una macchina organizzativa perfetta che ha fatto fronte in maniera efficace alla continua richiesta di prodotti saporiti e genuini, trasformando il cuore logistico del mercato ortofrutticolo in una vera e propria “cittadella della vendemmia”. Presenti il presidente della Provincia regionale, Franco Antoci, il consigliere provinciale Giovanni Mallia, il sindaco di Chiaramonte Gulfi, Giuseppe Nicastro. “Non ci aspettavamo un simile successo – spiegano gli organizzatori – siamo rimasti spiazzati. Mai la sagra aveva visto una simile partecipazione di visitatori. Segno che, nel corso degli anni, la manifestazione è cresciuta e che, adesso, viene vista come un vero e proprio punto di riferimento sul fronte della degustazione e dell’intrattenimento all’insegna della spensieratezza in questa fase di fine estate e d’inizio autunno”. Cultura N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre Alla riscoperta dei grandi d’ogni tempo che hanno I San Francesco in meditazione olio su tela cm 123x 92,5 Roma, chiesa di San Pietro a Carpineto in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte antica I U Caravaggio l’antiaccademico, Caravaggio che non mistifica, che non nasconde il suo essere concretamente uno del popolo, calato nella veracità del suo tempo, entusiasta della cristianità dei primordi ispirata ai dettami della povertà e della semplicità. nvito all’ U prio alla Cultura fare da volàno al Turismo quando il binomio “sole &mare” non è meteorologicamente spendibile. occa a Rosalba Leonardi, già presente al “Padiglione Sicilia” sede di Siracusa della Biennale, firmare il gran debutto di “OMAGGIO A TAORMINA”: il 1 ottobre, il Palazzo Duchi S. Stefano ospita la sua intrigante mostra di pittura e “concrezioni” “Percorso Ma-Donna”, a seguire, il 2 ottobre, nell’ex- Chiesa S. Francesco di Paola, antica Cattedrale della Città, la mostra “I Cunti”, organizzata dall’Associazione Dyonisos. Sempre nel mese di ottobre, alla Chiesa di Santa Caterina, si terranno due concerti: l’8 quello del ”Taormina Ensemble”, con il mezzo-soprano Carmine Elisa Moschella, ed il 28 “Il quintetto Orchestra a Plettro Città di Taormina”, mentre in Piazza IX aprile il 15 si scatenerà la band “XRM” di Mario Grimaudo, ed al Duomo, il 22, sarà la volta del recital melodico del M° Filippo Arlia e del M° Giuseppe Scigliano, dell’Associazione “Mousikè”. La programmazione di novembre prevede tre mostre, due di fotografia - “Verso Nord” di Giuseppe Ragonese e “Scarti di Maree - Frasciameddi” di C. Elisa Moschella - ed una di pittura - “Ut Pictura Poesis” - dell’Associazione Dyonisos. Per la sezione concerti, al Duomo: il 5, concerto della pluripremiata “Orchestra a plettro Città di Taormina”, diretta dal M° Tonino Pellitteri, ed il 19 il recital a quattro mani di Tonino ed Enzo Pellitteri. dicembre, per la sezione visiva, Lidia Bolognari presenta la sua mostra di fotografie “Ap(pesi) Pensieri” (Palazzo Duchi S. Stefano) mentre l’Associazione Dyonisos quella di pittura “Arte sacra contemporanea (ex-Chiesa S. Francesco). Unico concerto: il 19 dicembre, al Duomo, con la ”Orchestra e il Coro Giovanile Città di Taormina - Comprensivo 1”, la formazione juniores diretta dal M° Mirko Raffone. A gennaio saranno protagoniste ben tre T A Visitatori ammaliati da Caravaggio n successo con innumerevoli presenze alla mostra dell’artista Mariella Flammà inaugurata il 27 Settembre 2011 e svoltasi, con il patrocinio del Comune di Caltanissetta, presso il Palazzo Comunale di Caltanissetta (locali ex circolo dei nobili). Inaugurata dall’Avv. Pietro Milano Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia Regionale e dalla Prof.ssa Loredana Schillace Assessore alla P.I. e Cultura del Comune di Caltanissetta, e presenziata dall’Attore Gaetano Ingala. Si sarebbe dovuta concludere il 30 Settembre, ma dopo il successo e i notevoli apprezzamenti riscossi, durante i primi giorni, da critici e artisti provenienti da tutta Italia, l’esposizione delle tele è stata prolungata fino al 2 Ottobre. La mostra dal titolo “Tra luce e ombre” dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio e al Naturalismo, con opere della stessa artista, in occasione del 440° anniversario della sua nascita, è stata organizzata dall’Associazione Culturale StudioEventi, redazione della rivista Newatri, in collaborazione con il Club artistico A CARAVAGGIO Omaggio a Taormina l 30 settembre scorso, nel corso di una conferenza stampa “allargata” ai tanti artisti coinvolti, ospiti del salone delle conferenze dell’Hotel Metropole Maisons d’hôtes, alla presenza del sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua, del padrone di casa, Maurizio Corvaia, e del pittore Giovanni Iudice - reduce dal successo riscosso dalla sua “Umanità” alla Biennale di Venezia e legato a Taormina da antiche frequentazioni – è toccato a MariaTeresa Papale, presidente di “ARTE & CULTURA a TAORMINA”, neonata associazione che ha ideato ed organizzato “OMAGGIO a TAORMINA” illustrare motivazioni ed eventi del vasto programma. Un cartellone di manifestazioni che vanno dal 1 ottobre 2011 al 29 aprile 2012: 23 esposizioni d’arte visiva con ben 3 artisti “targati” Biennale di Venezia, 19 eventi musicali ed un paio di incontri letterari gli appuntamenti previsti; ambedue le Orchestre“ufficiali” della Città, compresa quella juniores, coinvolte insieme ad altre 6 associazioni culturali; 8 le blasonate “locations” sedi di eventi, dal trecentesco Palazzo dei Duchi di S.Stefano, sede della “Fondazione Mazzullo”, alla massiccia fortezza-Cattedrale dedicata a S.Nicolò di Bari del XV° sec. n progetto – come ha tenuto a sottolineare il presidente di “Arte & Cultura a Taormina” - che vede un centinaio di artisti Taorminesi – di nascita, d’adozione, per scelta di vita o… d’amore – riunirsi, per la prima volta, sotto un’unica egida ed offrire alla Città, ed ai suoi ospiti, un susseguirsi di performances, concerti, mostre di grande respiro. Rendendo così anche la Taormina versione “invernale” un contenitore “all-inclusive” d’arte e di cultura, in un dipanarsi e sovrapporsi di eventi che si susseguono in contemporanea, occasioni tutte in cui gli artisti si esibiscono a titolo gratuito. Tutto ciò nella convinzione che a Taormina, come forse in nessun altra località siciliana, Turismo e Cultura coincidano perfettamente e che tocchi pro- saputo rendere visibile ciò che non si vedeva nisseno “Michele Tripisciano” e allestita dall’artista Elio Ingala. I visitatori sono rimasti ammaliati dalle opere proposte dalla pittrice invogliata a mostrare con la sua arte, l’amore e la passione per uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi: “Caravaggio”. All’artista è stato proposto di esporre due delle grandi tele riprodotte all’interno della sede del vescovato di Caltanissetta. A Novembre parteciperà all’importante estemporanea di pittura che si tiene a San Luca. Inoltre Mariella Flammà, sarà impegnata in un grande e importante nuovo progetto. Si terranno infatti, a breve, dei provini sotto la Direzione Artistica dell’attore Gaetano Ingala, per selezionare gente comune. Il tutto finalizzato alla realizzazione di nuove opere pittoriche raffiguranti scene bibliche dove, le figure umane selezionate ai provini, sostituiranno i personaggi iconologici del passato con vestiari e accessori attuali. In questo modo, la pittrice, se pur in maniera rivoluzionaria, ripristinerà temi e linguaggi del classicismo. mostre: quella di Ghumbert di Cattolica, “Non solo caos” (Palazzo Duchi S. Stefano); di Rogika “Street Photography” (exChiesa S. Francesco di Paola) e di OrSo “Portraits around the World (Biblioteca Comunale). Per i concerti, al Palazzo dei Congressi gli “Shine Records”, di Vera Sorrentino e Giovanni Dall’O’, si esibiranno in melodici brani, molti di loro stessa produzione (7 gennaio), mentre al ritmo elettrizzante della “Jazz Band” di Giuseppe Ferrari canterà con Daniela Di Leo (21 gennaio). febbraio due mostre di pittura che certamente non mancheranno di suscitare grande interesse. ”Arte metropolitana” che, dopo il grande successo ottenuto nel 2009 con Paul Kostabi al Palazzo Duchi S. Stefano, riporta a Taormina l’esplosione cromatica e lo stile raffinatamente “primitivo” di Thomas Berra, (ex-Chiesa S. Francesco di Paola) e la suggestiva, intrigante, coinvolgente “La stanza del Mito” di Tila, pseudonimo sotto cui si celano due giovani artisti emergenti, la cui “ricerca” artistica affonda le proprie radici in una ancestrale mediterraneità (ex-Chiesa del Carmine). Da parte sua, Katarina Vargova, slovacca di origine, ferma scorci di paesaggi e frammenti di natura nella mostra fotografica “Go with the flow” (Biblioteca Comunale). Ancora, in concomitanza del carnevale saranno organizzati due concerti in Piazza IX Aprile. Sul palco, il gruppo rock “Night Shape” (17 febbraio) ed il gruppo Pop “Ottava Nota” (18 febbraio), mentre al Duomo, il 25 febbraio, sarà la volta di un recital lirico che si preannunzia “sold out” vista la presenza del noto tenore taorminese Aldo Filistad, che si esibirà accompagnato dai Maestri Maria Intelisano e Agatino Scuderi. Il mese di marzo sarà inaugurato con la mostra, al Palazzo Duchi S. Stefano, delle incisioni e dei quadri di “Lo zodiaco ed ol- A 13 Natività con i santi Lorenzo e Francesco olio su tela cm 268 x 197 rte tre” di Luca Indaco, selezionato quest’anno per le Accademie di Belle Arti alla Biennale di Venezia. Sempre a marzo, ancora due mostre di pittura: alla ex-Chiesa del Carmine la denunzia, dirompente e civilmente impegnata, di “Delitti di Mafia” dell’italoargentino Juan Miano ed alla Biblioteca Comunale la personale di Francesco Calabrò. Il Duomo il 10 ospita l’esibizione degli allievi del M° Maurizio Gullotta e il 31 il ritorno della ”Orchestra a Plettro Città di Taormina”, mentre il Palazzo dei Congressi, il 24, il recital pianistico di Giuseppe e Roberto Ferrari. Ad Aprile, chiusura “col botto” della programmazione autunno - inverno dell’Associazione “Arte & Cultura a Taormina”: al Palazzo Duchi di S. Stefano è, infatti, Giovanni Iudice, l’omaggiato autore de “I clandestini”, con la sua pittura su tela talmente realistica da sembrare una foto, a rendere a sua volta “Omaggio a Taormina” in una mostra che esibisce, appunto, la sua nuova opera “taorminese”. Seguiranno la mostra della pittrice e scultrice di origine polacca Edyta Grzegorczyk, “Riflessi di luce”; le foto e le installazioni di Turi Tudisco in “Blu”; la personale “Enneagramma” di Aykut Saribas, l’artista nato ad Istanbul che trasfonde nelle sue opere la magia degli echi e delle atmosfere d’Oriente. E poi…i fuochi d’artificio finali con “Uovo di artista”, dell’Associazione Dyonisos. Un parterre de roi di artisti coinvolti – da Piero Guccione a Giuseppe Colombo, da Thomas Berra a Giovanni Iudice oltre agli artisti “taorminesi” creerà ciascuno un “uovo d’autore”, secondo il proprio stile ed il proprio estro. Messi all’asta, il ricavato della vendita sarà devoluto al “Progetto Corazon”, cui da anni Taormina ed il suo ospedale “San Vincenzo” sono legati, progetto che organizza missioni all’estero in favore di bambini cardiopatici in attesa di intervento chirurgico. L’artista Mariella Flammà, nata a Enna, vive a Barrafranca, dove si dedica alle sue opere con impegno e dedizione. Sposata con Alessandro Giuliana e mamma di due bambini Paolo e Giusy. Durante l’adolescenza trascorre un periodo a Milano dove, all’età di quattordici anni, in giro tra pinacoteche e gallerie d’arte rimane rapita di fronte a un quadro del padre del Naturalismo Michelangelo Merisi detto “il Caravaggio”, che diverrà il suo mentore guidandola nel corso degli anni e inducendola a coltivare i generi tradizionali della pittura Neoclassica. Immediatamente affascinata dal realismo drammatico con cui Caravaggio rappresentava le sue opere, il suo talento innato la spinge a seguire il desiderio di riprodurre i soggetti e le atmosfere dei suoi dipinti, evidenziati dalla particolare illuminazione che quasi conferisce ai corpi incredibilmente vividi, la capacità di uscire improvvisamente dal buio della scena, generalmente rappresentati su uno sfondo monocromo e illuminati da una luce violenta. Spinta dalla sua passione, la pittrice inizia il suo percorso artistico dalla cultura figurativa lombarda dando origine alle sue prime opere per poi maturare, nel corso degli anni, una profonda preparazione artistica pur facendo affidamento unicamente al suo istinto e talento. La ricerca pittorica dell’artista verte essenzialmente al recupero della pittura e del disegno figurativo, in contrapposizione alle tendenze concettuali dell’arte contemporanea, riproducendo e rivalutando disegno, colore e strumenti che si rifanno al Neoclassicismo. Nonostante abbia acquisito esperienze impressionistiche, futuristiche, nonché surrealistiche, l’Iperrealismo rimane il genere che più preferisce rappresentare, delineando così anche il suo personale stile di pittura. Tra i soggetti raffigurati, l’artista predilige dipingere figure, nature morte, ritratti, con una incredibile capacità nell’estrarre dalla realtà l’essenza stessa del soggetto e inoltre paesaggi, in cui si evince l’amore profondo e il rispetto che nutre per la sua terra di origine. 14 Informazione Regionale “Mito/Mania” chiude con un grande concerto dalla Sicilia R AGUSA – I due talentuosi musicisti Anja Lechner al violoncello e Vassilis Tsabropoulos al pianoforte hanno chiuso sabato 24 settembre con un suggestivo concerto, tenutosi nella chiesa di San Rocco, a Ragusa Ibla, il ciclo “Mito/Mania”. I due musicisti di calibro internazionale hanno proposto al pubblico “Chant from a Holy Book” di Georges I. Gurdjieff (1872-1949), il mistico armeno il cui dettame primario era il risveglio dall’inconsapevolezza in cui viviamo. A questo scopo la musica, come altre forme d’arte, risolve questo stato di dormiveglia continuo inviando dei messaggi di “conoscenza”. Le vibrazioni della musica, secondo Gurdjieff, provocavano degli effetti oggettivi sull’ascoltatore: sia sul corpo fisico che su quello che potremmo chiamare “eterico”. Il concerto è stato preceduto dall’ultima conversazione con San Giovanni e San Giorgio, promossa dall’associazione Pergamo di Annapaola Giannelli e Sonia Grandis, in cui è emerso che non esiste contrapposizione tra le realtà aggregative che si riconoscono attorno ai due santi ma possibilità di interazione e coesistenza in alternanza, soprattutto per il futuro. A moderare gli interventi, uno psicoanalista di fama internazio- N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre nale come Saranthis Thanopulos che ha ripercorso, nella fase introduttiva, i miti dell’uccisione del drago e della decollazione del Battista. Anche stavolta, di grande spessore le interpretazioni fornite dagli intellettuali presenti. A cominciare dal filosofo Giuseppe Girgenti, dell’Università San Raffaele di Milano, il quale, riferendosi alle simbologie contenute nella leggenda di San Giorgio, ha spiegato che esiste anche un collegamento ad una simbologia più antica, greca, che è quasi sempre al femminile. “Idra, Echidna sono al femminile – ha detto – la chimera e la sfinge rappresentano altri esempi. Per non parlare delle prime due fatiche di Ercole, l’uccisione del leone e l’uccisione dell’Idra. Ecco perché la lotta contro il drago non è solo la lotta dell’uomo contro le forze ostili della natura ma rappresenta una lotta interiore. Ercole, una volta ucciso il leone, ne prende le pelli, si veste di esse e acquista la sua forza. C’è un quadro di Ercole che trafigge la bestia vestito di pelli, come San Giorgio di Paolo Uccello che uccide il drago. Ecco, riscontriamo elementi simbolici simili tra il mondo greco e l’universo paleocristiano”. Il catanese Riccardo Romano, psicoanalista della Società psicoa- nalitica italiana, ha invece affrontato il concetto di santità nell’ambito religioso. “Ha una natura interessante – ha detto – ancora di più se avvicinata da un miscredente che vede il grande merito di influenza sulla psicologia collettiva della religione. Spesso santità è confusa con sacralità, ma ci sono differenze significative: il sacro è la manifestazione del divi- flessione fatta dallo storico Giuseppe Barone, preside della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania. “Ogni città ha il suo patrono – ha spiegato – nel caso di Ragusa ha i suoi patroni che mettono in rilievo identità diverse. Il processo di espansione urbana rafforza o meno il senso di appartenenza ad un santo piuttosto che all’altro. Fino al Cinquecento c’era la tendenza a rendere santo il nobile. I primi esempi di santi in senso “moderno”, di origine umile cioè, sono San Guglielmo a Scicli e San Corrado a Noto. Senza dimenticare Il concerto di Lechner e Tsabropoulos che il discorso no, la santità è la manifestazione sul patronato e la matricità delle dell’umano. Il sacro non può es- chiese spesso crea conflitto. Ragusere attribuito all’uomo. La figu- sa ha vissuto questo contrasto forra del santo nel piccolo gruppo è temente. Contrasto diverso dagli accostabile alla figura del mistico altri, molto più lungo nel tempo o del profeta, possiede un forte (dura 300 anni mentre in altri conpotere catartico. Il santo, quindi, testi viene assorbito prima). Porta ha una funzione di miglioramento alla divisione amministrativa delrazionale nel gruppo. Il miracolo la città. Ragusa si divide due volmigliora lo stato psicologico del te. Poi si riunisce definitivamensingolo. La figura di un santo con te nei primi anni del Novecento. le caratteristiche di San Giovanni Cosa c’è dietro questo conflitto? ha un effetto fondamentale nelle Questioni religiose, ideologiche? dinamiche di un gruppo sociale: Antropologiche? Il nodo vero sta favorisce e difende un legame che nel fatto che nel passaggio all’età placa intenti disastrosi e guerra- moderna, c’è un’oligarchia locale fondai. San Giorgio, invece, ha di grandi famiglie che ha un mouna funzione strettamente connes- nopolio pubblico che altre famisa tra mito e santità”. glie non riconoscono più. Ad aniDi grande interesse, poi, la ri- mare la protesta contro la vecchia oligarchia l’accesso non aperto a tutti delle cariche pubbliche. Registriamo i tumulti dei “sangiovannari” a partire dal 1621 perché non vogliono più assoggettarsi al potere oligarchico. Dietro questi due grandi santi c’è, insomma, la storia di una città”. La psicoanalista palermitana della Spi, Malde Vigneri, ha messo, invece, a confronto le due fanciulle, Silene (Margherita) per San Giorgio, Salomè per San Giovanni. “Figure complementari – ha chiarito - che esprimono le più segrete fantasie di ogni donna, una potenza seduttiva alla quale nessun uomo può resistere. Pura Silene, atroce Salomè. Il mio pensiero analitico è stato molto stimolato attorno a loro. Si tratta di figure caricate di intensità drammatica e che, così come sono state ritratte dai grandi artisti (Caravaggio, Mantegna e altri), mettono in rilievo le loro dinamicità”. Dopo il concerto, l’attore Alessandro Sparacino ha tenuto, sul sagrato della chiesa di San Rocco, una performance teatrale interpretando il testo di “San Giorgi cavalieri” scritto da “Ninu Vasili”, testo che era stato presentato giovedì scorso dal critico d’arte Andrea Guastella. L’associazione Pergamo ha poi rivolto un ringraziamento a tutti gli artisti intervenuti (Claudia Gafà, Innocenzo Carbone, Giovanni Arezzo, Giovanni Occhipinti, Carmelo Mezzasalma, Ruggero Laganà, Salvo Barone, Maddalena Ferraresi, Umberto Agnello) che hanno reso ancora più importante l’edizione 2011 del ciclo “Mito/Mania”. Maria Addolorata, una processione con numerosi fedeli L a carica di spiritualità e il misticismo della fede. Sono elementi che si ritrovano in una festa ricca di fascino religioso. Tra quelle che vengono celebrate a Ragusa Ibla è di certo la più intimista, quella che consente di scandagliare meglio le sottili sfumature del credo di ognuno. Anche quest’anno, la processione di Maria Santissima Addolorata non ha tradito le attese, raccogliendo attorno a sé un consistente numero di devoti, gli stessi che hanno preceduto il simulacro della Vergine con i ceri, accompagnando il fercolo tra le viuzze e le fascinose scale del quartiere barocco. Un rito sacrale ripetutosi domenica pomeriggio 18 settembre all’uscita della chiesa di Santa Maria dell’Itria caratterizzata da una esplosione di gioia. Poi, il momento della riflessione che ha sostenuto quanti percorrono la strada del dolore, come quello dell’Addolorata che soffre per il Figlio morto sulla Croce. Attenzione sospesa verso i canoni della crescita spirituale che accompagna ogni devoto come ha sottolineato il parroco, don Gino L’arancino più grande del mondo Piedimonte etneo (CT), scrive oltre ad una migliore trasportabiil suo nome nel registro dei Guin- lità. Pertanto inizialmente, l’aranness World Records, poiché ha cino era un cibo da asporto, posrealizzato l’ arancino al ragù più sibilmente anche per il lavoro in grande del mondo, che pesa 20 kg. campagna. Ecco perché si sposa Si sono cimentati in questa prova bene con la Festa della Vendemda primato, sotto l’ insindacabile mia – ha aggiunto il primo cittadiverdetto del giudice Lorenzo Vel- no piediomontese. Siamo felici di tri, di Londra, la signora Amalia aver ottenuto questo primato che Alice Bucurei della gastronomia fa conoscere Piedimonte etneo e “L’Aurora” di Linguaglossa, col- soprattutto la Festa della Vendemlaborata da Francesco Trovato di mia, in tutto il mondo”. . Piedimonte etneo. L’arancino più grande del mondo, di forma conica, è stato realizzato nell’ ambito della 14^edizione della Festa della Vendemmia, superando il record di 11,560 dell’ arancino di Cosimo Raciti. “L’arancino – ha detto il sindaco Giuseppe Pidoto, fa parte della nostra tradizione gastronomica. La panatura croccante, infatti, assicurava un’ottima conservazione del riso e del condimento, I premiati Scrofani, il quale, durante l’omelia in occasione della santa messa prima della processione, ha voluto lanciare un messaggio carico di significati spirituali, additando la Gerusalemme celeste come il luogo in cui si compiono i cammini della sofferenza di chi sta sulla terra. La processione è stata seguita con particolare interesse anche da numerosi turisti che si sono soffermati a fotografare i momenti salienti della fase dell’uscita e del transito del simulacro nelle zone più suggestive, dal punto di vista monumentale, del quartiere barocco. Il momento solenne dei festeggiamenti che, per tutta la settimana, hanno animato il fervore religioso di un’intera zona di Ibla, è stato seguito con estrema partecipazione dai fedeli che hanno rinnovato il proprio affetto nei confronti della Madre piangente. Padre Gino Scrofani e il simulacro dell’Addolorata Accompagnato dal corpo bandistico “San Giorgio” di Ragusa, il simulacro ha fatto rientro in chiesa dopo circa due ore. Il rientro è stato caratterizzato da uno spettacolo pirotecnico che ha riempito il cielo della zona nord di Ibla di speciali immagini coreografiche. La processione lungo le scale a Ibla L’Addolorata in piazza della Repubblica Economia N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre 15 A cura di Gianfranco D’Ettoris Affitti e condominio Confedilizia risponde La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’Autorità Giudiziaria. I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.confedilizia.it www.confedilizia.eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489. DEROGA ALLE MAGGIORANZE espressa l’Agenzia dell’Entrate nella circolare n. 26/E dell’1.6.’11. Può un regolamento di origine contrattuale prevedere eccezioni all’art. 1136 c.c. in tema d i maggioranze? CONTROVERSIE CONDOMINIALI E CONCILIAZIONE OBBLIGATORIA No. La disposizione in questione è, per espressa disposizione di legge, inderogabile (art. 1138, quarto comma, c.c.). Ciò è stato confermato anche dalla Cassazione con sentenza n. 4905 del 26.5.’90. È vero che per le controversie di natura condominiale dallo scorso marzo è obbligatorio, prima di adire le vie giudiziarie, esperire un tentativo di conciliazione? PRIMA SCADENZA CONTRATTUALE E DINIEGO DI RINNOVO Sono proprietario di un appartamento locato da un paio d’anni con contratto 4+4. Posso disdettare il contratto alla prima scadenza per destinare l’immobile ad abitazione dei miei genitori? La risposta è positiva. Intendere destinare ai genitori l’immobile locato, infatti, rientra tra le ipotesi contemplate dall’art. 3, comma 1, lett. a), l. 431/’98, per le quali il locatore può avvalersi della facoltà di diniego di rinnovo del contratto alla prima scadenza. IL 19% VALE ANCHE PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI Si domanda se, per i contratti di locazione per studenti universitari di cui alla legge n. 431/’98, l’aliquota della cedolare secca sia del 19 o del 21%. L’aliquota è del 19%. In tal senso si è No. In materia condominiale tale obbligo scatta dal prossimo 20 marzo 2012. I Le aspettative dei “millennials” C’è una intera generazione di dipendenti 2.0., pronti ad entrare nel mondo del lavoro, hanno dai 18 ai 30 anni e sono cresciuti a pane e tablet. Si chiamano “millennials” e non vogliono separarsi dal loro notebook e smartphone, neppure in ufficio. Ma la loro fame di connessione rappresenta un serio problema per le aziende, che temono la fuga di dati sensibili(leggi:privacy)attraverso le falle nelle reti internet di cui abusano i dipendenti. Ebbene, le aziende italiane non sono ancora pronte a valorizzare i giovani lavoratori cresciuti nell’era dei social network. Lo dicono i dati di “Ca Tecnologies: “gli imprenditori devono cambiare mentalità, o rischiano di perdere il contatto con un’intera generazione di creativi digitali”. Questa immagine è emersa da una ricerca promossa da Ca Tecnologies e realizzata da NetConsulting la quale, in particolare, ha preso in esame un campione di 280 studenti di quat- tro atenei italiani e un campione di circa 150 aziende operanti nei settori di telecomunicazioni, energia, industria, finanza e pubblica amministrazione. Così, si è creata questa situazione: da un lato i “millennials con gli strumenti della rete ci lavorano e lo sanno fare meglio di chiunque altro, stando ai dati di Ca Technologies; dall’altra le aziende italiane, ancora non riescono ad aggiornarsi, ovvero, a trovare soluzioni tecnologiche capaci di preservare l’integrità dei dati sensibili, senza ledere la creatività digitale delle nuove leve, ovvero dei “millennials”.Ma c’è di più. La paura dei datori di lavoro,- a nostro avviso non sempre giustificata- è, anche, quella di ritrovarsi in ufficio un esercito di lassisti che trascorre gran parte della giornata a curare i profili sui social network, con gravi ripercussioni sulla produttività aziendale. C’è da dire, pure, che in Italia il fronte di innovazione disposto a realizzare un ufficio 2.0 è, ancora, traballante. I tre quarti delle aziende ammette di essere frenato nella scalata alla digitalizzazione da resistenze culturali che non accennano a tramontare. Gli ambienti di lavoro interconnessi, in cui vengono utilizzate piattaforme di collaborazione e file sharing, sono diffusi su larga scala solo nel 37% dei casi. Ancora, circa la metà delle imprese italiane pensa, ancora, che i nuovi dipendenti 2.0. influenzeranno marginalmente i modelli di organizzazione del business. In conclusione diciamo, che è auspicabile che ci sia un dialogo reciproco tra imprenditori italiani e dipendenti “millennials” onde evitare che questi ultimi, in particolare, prendano la via dell’emigrazione nel resto d’Europa dove già si contano circa, 150 milioni di “Millennials”. Salvatore Resta Il futuro precario dei giovani n Italia, bisogna fare di più per migliorare in modo durevole la situazione del mercato del lavoro dei giovani. Il 46,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni che lavorano ha un impiego temporaneo. Lo riporta l’Ocse nel suo Employment Outlook, basato su dati di fine 2010. Benedetto XVI, ad Ancona, a conclusione del Congresso Eucaristico, così si è espresso sul lavoro temporaneo;”Dignità al lavoro, basta con il precariato che ai lavoratori finisce per dare pietre al posto del pane”. La questione, a Zygmunt Bauman Capitalismo parassitario Laterza pp. 80 €. 7,50 Le idee si sono trasformate in merci da accatastare sugli scaffali di un supermercato globale dove devono attrarre l’attenzione dei consumatori immediatamente ed essere sostituite in pochissimo tempo. Nella fase “solida” della modernità un sistema culturale doveva offrire norme rigide e narrazioni coerenti alle quali conformarsi, nei nostri tempi liquidi, all’opposto, suggestioni ed emozioni che seducono e non implicano obblighi e responsabilità. Dave Goldberg, Jeff Blomquist Universo istruzioni per l’uso Dedalo pp. 306 €. 20,00 La fisica ha una pessima reputazione. È considerata difficile (con tutta quella matematica!), arida e, molto spesso, semplicemente noiosa o inutile. Ma ne siamo poi così sicuri? Muovendo dalla constatazione che tali pregiudizi hanno portato al dilagare di un analfabetismo scientifico a dir poco pericoloso in un’era caratterizzata dallo sviluppo incessante di nuove tecnologie, Goldberg e Blomquist affrontano gli interrogativi che stimolano realmente l’immaginazione di tutti noi. nostro avviso, deve passare, in testa all’agenda politica, in quanto, bisogna affrontare l’ampio costo umano della disoccupazione giovanile, con una posizione stabile nel mondo del lavoro, vista come una priorità, cercando, anche, di raggiungere una migliore corrispondenza tra le competenze che i giovani acquisiscono a scuola e quelle necessarie nel mondo del lavoro. Il Presidente, Giorgio Napoletano nel suo messaggio di fine anno 2010, disse: “Se non si offrono ai giovani nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, U nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia; ed è in scacco la democrazia”. Indubbiamente, non esiste ingenuità che consenta di pensare alla possibilità di uno sviluppo economico e sociale di un territorio senza una concreta valorizzazione delle risorse intellettuali e professionali di tanti giovani in cerca di occupazione, avendo di fronte la incrollabile barriera del precariato. Non c’è civiltà che possa crescere, non c’è mercato che possa progredire Quando il titolo di rilievo su un quotidiano nazionale definisce “musi gialli” i giapponesi, e un altro quotidiano insinua che gli anziani venuti dalla Cina siano cucinati nei ristoranti cinesi, è d’obbligo domandarsi perché, dove e quando nascano simili pregiudizi. Questo libro offre per la prima volta una panoramica sui razzismi e i luoghi comuni nei confronti degli asiatici. Vinicio Ongini Noi domani Un viaggio nella scuola multiculturale Laterza pp. 170 €. 15,00 “Dai nostri bambini impariamo moltissime cose. E quante altre potremmo impararne, da tutti i bambini del mondo. Ora che i nostri bambini vanno a scuola con bambini di ogni parte del mondo, è tempo di tornare tra i banchi anche per noi. Grazie a questo libro appassionato e ricco di esperienze preziose possiamo farlo. Vinicio Ongini va al concreto e viaggia attraverso le scuole italiane documentando difficoltà e scacchi della scuola multiculturale. Salvatore Resta A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192 Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr tilità Fabio Giovannini Musi gialli Stampa Alternativa pp. 317 €. 14,00 o risanarsi, non c’è possibilità di qualificazione o riqualificazione professionale dei giovani e dell’intero tessuto sociale. Peraltro, va detto pure, senza mezzi termini, che fasi prolungate di disoccupazione o precariato, sono particolarmente penalizzanti, soprattutto, per i giovani, perché, aumentano il rischio di una loro marginalizzazione permanente nel mercato del lavoro, come risultato del deprezzamento delle abilità e della perdita di autostima e motivazione personale. A cura di Daniele Fedeli ll Bambino digitale Carocci pp. 128 €. 10,50 In che modo Internet influenza lo sviluppo psicologico dei giovani? Quali rischi corrono i bambini quando navigano in rete? E quali strumenti abbiamo per difenderli da questi pericoli? Il volume, che si avvale del contributo di alcuni esperti del settore, fornisce una serie di chiavi di lettura per comprendere la vita on line dei bambini e dei ragazzi digitali nei suoi molteplici aspetti. Comitato per il progetto culturale della CEI ( a cura del) Il cambiamento demografico Laterza pp. 216 €. 14,00 “Abbiamo bisogno di un’alleanza, o di una grande sinergia, per affrontare la nostra crisi demografica. Per essere efficace, questa sinergia deve rendere consapevoli e coinvolgere ciascuna delle componenti della nostra società, arrivando fino alle persone e alle famiglie. Solo così sarà possibile far entrare, finalmente e sul serio, la questione demografica nell’agenda politica”. Camillo Ruini Maurizio Ambrosini Sociologia delle migrazioni Il Mulino pp. 336 €. 28,00 Tra i fenomeni più rilevanti del nostro tempo, le migrazioni internazionali pongono sfide inedite alla convivenza sociale: ci obbligano a ridefinire chi sono i nostri simili, a decidere chi intendiamo riconoscere come concittadini, a interrogarci sui rapporti tra cittadinanza economica e cittadinanza sociale, a rileggere i percorsi che producono integrazione o marginalità. Questo manuale fornisce i concetti per conoscere meglio le migrazioni. A. Grun e J. Zeitz Dio, i soldi e la coscienza Paoline pp. 316 €. 24,00 Il successo e la responsabilità, l’economia e il benessere, la cultura e i valori, la produzione e la sostenibilità ambientale... Su ogni singolo tema si confrontano a due voci, esprimendo ciascuno la propria opinione ed esperienza, i due autori Anselm Grün, monaco benedettino, economo della sua grande comunità monastica, e Jochen Zeitz, top manager del famoso marchio Puma. Guida politicamente scorretta alla storia degli Stati Uniti d’America a cura di Marco Respinti L’autore Thomas E. Woods Jr. (1972- ) è docente di storia presso il Ludwig von Mises Institute. Laureatosi ad Harvard e specializzatosi presso la Columbia University, è autore di vari volumi di economia, di storia e di diritto costituzionale americani. Le sue opere sono state tradotte in più di dieci lingue, fra cui il cinese, il russo, il polacco e il coreano. In italiano sono già usciti Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale (Cantagalli, 2007) e La Chiesa e il mercato (liberilibri, 2008), opera per il quale è stato insignito del Templeton Enterprise Award. Decine di riviste, tra cui l'American Historical Review, il Quarterly Journal of Austrian Economic, il Catholic Social Science Review e Human Events, hanno ospitato suoi contributi. È stato più volte tra i relatori dell’annuale CPAC, The Conservative Political Action Conference e ospite dell’anchorman televisivo conservatore Glenn Beck. Nella galassia conservatrice americana, Woods si sente idealmente vicino a Russell Kirk (1918-1994), Richard Weaver (1910-1963) e Robert Nisbet (1913-1996), per i quali – sia pur con diverse sfumature – lo statalismo e il laicismo militante sono due volti dello stesso nemico dell’ordine americano. Proprio questo volume di Thomas Woods, rivelatosi negli Stati Uniti un vero e proprio best-seller, ha inaugurato nel 2004 la fortunata collana statunitense delle Guide politicamente scorrette della Regnery Publishing, che oggi ospita diciannove titoli, di cui cinque disponibili in lingua italiana. L’approccio di Woods alla storia americana, ha affermato lo storico Clyde N. Wilson, «è ardito, brillante, provocatorio e, cosa ancora più apprezzabile, è piacevole». L’opera, spiega l’autore nella sua Prefazione, intende essere un’introduzione ad alcuni degli aspetti più controversi della storia americana – dalle origini coloniali fino all’«era Clinton» – quasi sempre presentati, anche di qua dell’oceano, con lenti ideologiche deformanti. Il lettore italiano potrà, ad esempio, scoprire quanto gli ideali della guerra di indipendenza americana fossero lontani da quelli della Rivoluzione in Francia del 1789; che la cosiddetta «guerra di secessione» non fu combattuta solo e principalmente per la schiavitù; che le politiche assistenziali nel new deal e lo strapotere dei sindacati peggiorarono gli effetti della Grande Depressione; che l’infiltrazione comunista nelle stanze di Washington ai tempi del senatore McCarthy era reale; che la politica e la personalità di alcuni tra i Presidenti più amati dall’establishment liberal – Lincoln, F. D. Roosevelt o J. F. Kennedy – furono tutt’altro che esenti da ambiguità. Come per le altre Guide, al testo sono affiancati riquadri che ne vivacizzano la lettura: suggerimenti bibliografici, citazioni sorprendenti, soprattutto di «parte avversa», e incursioni nel bizzarro mondo del politicamente corretto. Opera di prossima pubblicazione I-88900 Crotone, via Lucifero 40 Tel. 0962/90.51.92 Fax 0962/1920413 www.dettoriseditori.it