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Si è evitato che ci scappasse il morto

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Si è evitato che ci scappasse il morto
PERIODICO INDIPENDENTE CULTURALE - ECONOMICO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE
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Anno XX N° 10/2011 - 17 Ottobre
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«Il rischio concreto che ci scappasse il morto perché i violenti, veri criminali, si sono fatti scudo del corteo»
Si è evitato che ci scappasse il morto
Alemanno: «Ora mi auguro che non ci sia alcun buonismo e nessun
permissivismo: bisogna colpire con l’adeguata durezza questi animali»
Giorgio Lambrinopulos
A
Roma si è corso “il
rischio concreto che
ci scappasse il morto
perché i violenti si sono fatti scudo del corteo”, “veri
criminali” che devono pagare in “modo esemplare”.
Così il ministro dell’Interno
Maroni sugli scontri scatenati da gruppi di black bloc
durante la manifestazione
degli indignati. D’accordo
anche La Russa: cercavano
di uccidere.
Un ringraziamento alle
forze dell’ordine, al prefetto
e al questore è arrivato dal
ministro dell’Interno Roberto Maroni. Grazie a loro
“si è evitato che ci scappasse il morto. Il rischio era
concreto perché i violenti si
sono volutamente fatti scudo del corteo”. “Voglio che
gli autori di queste violenze, veri e propri criminali,
paghino in modo esemplare” ha aggiunto il ministro
dell’Interno. “Attenzione: il
Paese non può dividersi”: è
l’appello di Maroni. Quanto accaduto “è un fatto di
inaudita gravità che va condannato da tutti senza esitazioni”, ha aggiunto.
“Credo che sabato si sia
veramente cercato il morto.
Onore e merito alle forze
dell’ordine che sono riuscite ad evitarlo”. Lo ha detto
il ministro della Difesa,
Ignazio La Russa, parlando
con i giornalisti a Washington.
“Roma si costituirà ancora una volta parte civile per
i danneggiamenti di sabato,
non solo per i danni materiali ma per quelli morali”.
Lo ha detto il sindaco di
Roma, Gianni Alemanno,
parlando dalla centrale di
controllo della stazione Termini dopo aver visionato il
video della telecamera di
sorveglianza che ha ripreso
i black block. “Questi video
- ha detto il sindaco - sono
preziosi per fare una vera e
propria opera preventiva e
la denuncia di chi ha partecipato a questi disordini.
Dobbiamo liberarci dall’incubo dei violenti che girano
durante le manifestazioni”.
Alemanno,
intervistato dal TG1, ha ribadito la
volontà del Campidoglio
di costituirsi parte civile chiedendo “la massima
fermezza” contro i teppisti.
Cosa non ha funzionato? “Il
problema è che la violenza
Scontri e incendi durante il corteo degli indignati a Roma
va combattuta tutto l’anno
- risponde Alemanno -, bisogna prevenire e isolare i
violenti anche politicamente”. Il sindaco di Roma si è
augurato “che non succeda
come il 14 dicembre che il
giorno dopo quelli che erano stati arrestati, dopo le
violenze a Roma, sono stati
rilasciati. Il fatto che stiano
in galera è il primo segnale
da dare”.
“Non ci sono state azioni
preventive perché c’é troppo buonismo in giro: quanto si sarebbe protestato?
Quanto si sarebbe parlato
di azione poliziesca?”. Ha
detto ancora il sindaco di
Roma. “Ora mi auguro che
non ci sia alcun buonismo e
nessun permissivismo: bisogna colpire con l’adeguata durezza questi animali”.
“Quello che è accaduto
ieri a Roma é cosi grave e
cosi significativo che lunedì chiederemo formalmente
che il ministro degli Interni
venga a riferire alla Camera dei Deputati”: lo dice il
capogruppo del Pdl alla
Camera Fabrizio Cicchitto.
“Vediamo - aggiunge - che
alcuni banchieri e un industriale manager ieri si erano
affrettati a solidarizzare con
gli indignati, non sappiamo se per un complesso di
colpa o se per indirizzare
solo sulla cosiddetta classe
politica le responsabilità
della crisi in corso del capitalismo con conseguenze
sociali assai gravi. Siccome
la protesta sociale, al di là
di quello che è avvenuto
a Roma, sta avvenendo in
tutto il mondo occidentale
- osserva - è evidente che è
indispensabile una riflessione seria che non può essere
risolta dalle ‘piccolissime
frasi’ di qualche banchiere
o di qualche manager che,
per parte sua, sta cercando
di scendere in politica”.
Contro gli speculatori finanziari e i “provocatori”
visti in azione a Roma, la risposta è che l’Italia “riprenda in mano il suo destino” e
la sua “dignità” per evitare
di finire come la Grecia. Lo
scrive il segretario del Pd,
Pierluigi Bersani, in un post
su Facebook. “Oggi molti
si chiedono - scrive Bersani - come mai solo da noi,
fra 80 paesi del mondo, la
protesta degli indignati sia
stata l’occasione per gravissime provocazioni e violenze. La risposta è molto semplice. Chi è sul fronte della
crisi è anche sul fronte della
provocazione”. “Molti pensano che finiremo come la
Grecia - prosegue il segretario Pd - e quindi pensano
di trattarci come la Grecia,
speculatori o provocatori
che siano. C’é una sola risposta agli uni e agli altri:
riprendere in mano il nostro
destino, rimettere in cammino la dignità dell’Italia,
alzarsi in piedi e far vedere
a tutti la forza e l’orgoglio
degli italiani”.
“Di manifestazioni ne ho
fatte, ma non ho visto mai
una cosa così. Per fortuna
avevo il casco, altrimenti
sarei morto”. A parlare è il
carabiniere F.T., 31 anni,
il militare che è riuscito a
sfuggire, durante gli scontri a piazza San Giovanni,
al suo blindato dato alle
fiamme dai teppisti. ‘’Non
riuscivo ad andare ne’ avanti ne’ indietro’’ ha aggiunto
l’uomo, in forza a Roma,
che era alla guida del mezzo. Il militare si trova ora ricoverato al Policlinico Um-
berto I di Roma con fratture
al volto. Le sue condizioni
non destano preoccupazione ai sanitari. Non ricorda
molto di quei convulsi momenti: ‘’Mi hanno rotto lo
specchietto e sono riusciti a
forzare la portiera del mezzo. Poi non ricordo più nulla, sono scappato via’’.
‘’Il card. Vallini, Vicario
di Roma, ha già espresso
bene il sentimento di sgomento e di tristezza per
quanto e’ accaduto sabato.
Esprimiamo condanna per
violenze immotivate e gli
atti di offesa alla sensibilità
dei credenti compiuti sabato’’. Così padre Federico
Lombardi, portavoce vaticano, commenta i disordini
a Roma. “Ovviamente siamo pienamente d’accordo
con il cardinale Vallini. E
naturalmente esprimiamo
condanna”, ha aggiunto
Lombardi, riferendosi ai
gruppi di teppisti che hanno
provocato per ore una vera
e propria guerriglia, con decine di feriti. Interpellato su
quanto accaduto Lombardi,
nelle sue parole, richiama
l’episodio avvenuto nel
pomeriggio di sabato nella
parrocchia di San Marcellino e Pietro, poco distante da San Giovanni, che è
stata presa d’assalto. Alcuni manifestanti violenti,
entrati nella sala della casa
parrocchiale, hanno preso
un crocefisso e una Madonna di Lourdes e li hanno
distrutti in strada. La foto
della statua della madonnina in frantumi è una delle
immagini che ha segnato
la giornata di violenze. “E’
stata offesa gravemente la
sensibilità rispetto alla fede
dei credenti. Un’offesa che
si aggiunge alle altre, frutto
di una violenza immotivata”.
All’indomani degli scontri nella giornata degli Indignati, il presidente della
Confcommercio capitolina
Giuseppe Roscioli chiede
nuove regole per le manifestazioni: zone interdette
come “le piazze storiche”
e un “limite massimo per
i partecipanti, perché non
possiamo permetterci altre
devastazioni del genere”.
“Noi abbiamo un diritto
costituzionale che è quello a manifestare - spiega
Roscioli -, ma ne abbiamo
un altro è quello al lavoro.
Quando due diritti del genere confliggono vuol dire
che c’é qualcosa che non
funziona. Dopo i fatti di sabato c’é il rischio che questi
teppisti approfittino anche
di altre manifestazioni per
devastare e noi lo dobbiamo impedire”. Secondo
Roscioli “a questo punto
serve una regolamentazione
più ferrea anche sulle future manifestazioni e cortei.
Dobbiamo preservare il patrimonio storico, artistico
ed economico di Roma e
proteggere da questi rischi
zone come piazza Venezia,
piazza del Popolo, piazza
Navona e il Pantheon. Dobbiamo individuare piazze in
cui le manifestazioni si possano tenere sotto controllo.
E in più - aggiunge -, è necessario stabilire un limite
fisico di partecipanti, che a
Circo Massimo può essere
anche di 80-100 mila persone ma altrove no. Sono
finiti i
Continua a pag 2
Angela Bianca Saponari
Puglia. Passeggiate nei film
Progedit
pp. 116 €. 20,00
Tra il cinema e la Puglia si è instaurato un
forte legame. Questa regione non solo produce
numerosi film e genera talenti, ma, soprattutto,
possiede una forza d’attrazione che risiede
tutta nella sua storia e nella sua bellezza.
L’incanto del suo paesaggio custodisce le
ragioni di uno sviluppo culturale che non si
può ignorare. Nel libro, partendo dal nuovo
e fecondo rapporto tra il cinema italiano
e la Puglia, si passa all’analisi di quattro
film che hanno come sfondo la Puglia: “Il
miracolo”, “Chi ruba donne”, “La casa delle
donne” e “La seconda notte di nozze”, con le
testimonianze dei quattro registi che li hanno
diretti: Edoardo Winspeare, Maurizio Sciarra,
Mimmo Mongelli, Pupi Avati. L’analisi di
film ambientati in Puglia offre l’occasione per
aprire un discorso più ampio sulla cultura e
sul paesaggio privilegiando il punto di vista
di un curioso e consapevole spettatore “con la
valigia”, per il quale è stata realizzata una vera
e propria “guida turistico-culturale”, che oltre
a indicare le location di alcuni film e i luoghi
descritti dal cinema, si estende alle meraviglie
di una terra sempre ricca e attraente nella sua
diversità. Il volume nasce da un progetto
della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
dell’Università degli Studi di Bari, un
esempio concreto di condivisione dei saperi,
che ha visto impegnati sullo stesso fronte
docenti e studenti, registi e tecnici, integrando
discipline artistiche e didattica.
P
olitica
2
Si è evitato che ci scappasse ...
Segue dalla prima
tempi in cui la contestazione deve
passare necessariamente per le
piazze - conclude -, c’é il web e
altri mezzi di comunicazione che
oggi sono molto più incisivi”.
Hanno incendiato un mezzo dei
carabinieri assaltandolo quasi a
mani nude e costringendo i due
militari a bordo a scappare per non
finire bruciati. Dietro di sé avevano lasciato una scia di distruzione
su via Labicana, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto. In
quest’ultima, che porta a piazza
San Giovanni, il manto stradale
in certi punti appariva sventrato
per fare dei sampietrini-proiettili.
Dietro le vetrate dell’albergo President i turisti guardavano fuori
sgomenti. Sul vetro i teppisti avevano scritto ‘Kill the President’.
Altri cittadini, sconvolti, si erano
rifugiati in un portone. Una battaglia durata oltre cinque ore. Una
battaglia di posizione con i teppisti pronti ad attaccare ad ogni
carica, sempre più determinati e
violenti.
Violenza portata fin dentro le
chiese, come quella di san Marcellino e Pietro profanata con una
statua della Madonna frantumata,
e che si è scagliata contro chi ha
tentato di ostacolarla, come un
manifestante di Sinistra e Libertà e un cittadino, entrambi rimasti feriti. Poi, una volta arrivati a
San Giovanni è stata guerriglia,
studiata e giocata anche sui nervi,
con blitz e barricate, pali stradali
usati come arieti e fionde. E tantissima violenza consumata tra i
veri manifestanti terrorizzati, alla
fine cacciati dalla piazza. Il fuoco e il fumo vicino alla Basilica
del Laterano non si vedevano dagli attentati mafiosi del 1993. La
battaglia del 15 ottobre ha avuto a
lungo il suo epicentro nei giardini di fronte al sagrato di una delle basiliche più importanti della
cristianità. Centinaia di giovani
a volto coperto, molti vestiti di
nero e con il casco in testa, hanno attaccato a ondate i contingenti
di polizia, carabinieri e finanzieri
confluiti sul posto. Hanno attaccato anche i blindati, senza paura.
Gli indignati negli Stati Uniti
Gli indignati a stelle e strisce
hanno conquistato Times Square.
Erano almeno 10.000, secondo gli
organizzatori, le persone stipate
nella piazza simbolo di New York
per manifestare contro Wall Street. A monitorare la situazione per
impedire lo scoppio di violenze
c’era un cordone di agenti in assetto anti-sommossa e poliziotti
a cavallo. Il bilancio parla di una
novantina di persone arrestate e
due poliziotti finiti in ospedale
con ferite di lieve entità dopo la
carica di alcuni manifestanti che
cercavano di sfondare le barricate.
Ma qui, in America, a volte basta
scendere da un marciapiede per
essere fermato dagli agenti. Secondo quanto riportato dal portavoce della polizia Paul Browne 42
persone sono finite in manette a
Times Square per non aver rispettato l’ordine di allontanarsi, dopo
aver scatenato alcuni tafferugli
tra la 46esima e la settima strada.
Altri 14 dimostranti hanno violato il coprifuoco di mezzanotte e
sono stati arrestati a Washington
Square Park. Ventiquattro persone
erano già state fermate nel primo
pomeriggio in una sede della Citibank nel Village e altri cinque
attivisti mascherati sulla 27esima
strada all’altezza della sesta avenue. Si tratta comunque di incidenti di lieve entità. La protesta
newyorkese infatti, come hanno
confermato fonti della polizia, è
stata per lo più una manifestazione pacifica all’insegna della non
violenza. Anche nel resto del paese non si sono registrati scontri
gravi tra polizia e indignati. La
città più ‘violenta’, per così dire,
è stata Chicago, dove gli agenti
hanno arrestato 175 persone che
si erano accampate a Grant Park.
Alte quaranta persone, secondo i
media americani, sarebbero finite
in manette a Phoenix, Arizona, e
una trentina a Denver.
LONDRA: Blitz di Julian Assange tra gli ‘indignati’ di Londra. “Oggi è una combinazione
di sogni che si avvera, che molti
popoli in giro per il mondo, dal
Cairo a Londra, hanno lavorato
perché diventassero realtà. Quello
a cui siamo stati sottoposti é una
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distruzione dello stato di diritto.
Questo movimento non è per la
distruzione della legge, ma per la
costruzione della legge”, ha detto
il fondatore di WikiLeaks che con
un megafono ha arringato la folla
radunatasi sul sagrato della cattedrale di St.Paul’s. Assange, che è
ancora agli arresti domiciliari, si
è poi dileguato protetto dalle sue
guardie del corpo.
SPAGNA: Decine di migliaia
di ‘indignati’ spagnoli sono tornati in piazza a Madrid, dove il
movimento è nato lo scorso maggio per poi diffondersi in tutto il
mondo. Cinque cortei partiti da
quartieri periferici sono confluiti
a fine giornata verso la Puerta del
Sol, punto di partenza simbolico
del movimento che la occupò per
un mese la scorsa primavera.
FRANCOFORTE:
Oltre
5.000 persone hanno manifestato pacificamente a Francoforte,
al grido di “Non svendiamo la
democrazia alla Bce!”, davanti
all’edificio della Banca centrale
europea, definita dagli ‘indignati’
simbolo di un sistema finanziario
“irresponsabile” ed incapace di
gestire la crisi.
BRUXELLES: Circa 10 mila
‘indignati’ hanno manifestato per
le strade del centro di Bruxelles. Il
corteo, dopo aver toccato la piazza della Borsa, si è diretto verso
il quartiere delle istituzioni comunitarie per concludersi nel vicino
parco del Cinquantenario.
ATENE: Diverse migliaia di
persone si sono radunate questa
sera davanti al Parlamento di Atene per protestare contro le misure di austerità varate dal governo
greco per fronteggiare la crisi.
Alla manifestazione in piazza
Syntagma sono anche intervenuti
immigrati siriani che gridavano
slogan per la libertà del loro Paese. Molti manifestanti innalzavano cartelli contro l’Ue e l’Fmi,
alcuni con la scritta “Non paghiamo” e altri che rivendicavano la
“sovranità” della Grecia contro le
grandi organizzazioni internazionali. Molte le bandiere greche.
BELGRADO: Alcune centinaia di persone hanno manifestato a
Belgrado e in altre città dei Balcani con lo slogan “Uniti per i cambiamenti globali”.
NUOVA ZELANDA: Migliaia di persone hanno marciato ad
Auckland urlando slogan contro
le grandi corporazioni. Analoghe
manifestazioni anche nella capitale Wellington.
AUSTRALIA: A Sydney circa
duemila persone, tra cui alcuni
aborigeni, hanno manifestato davanti alla Banca centrale.
GIAPPONE: A centinaia in
marcia a Tokyo, per una protesta
che comprende anche gli antinuclearisti.
FILIPPINE: A Manila un piccolo gruppo di manifestanti si è
diretto verso l’ambasciata americana urlando slogan contro “l’imperialismo americano”.
TAIWAN: Un centinaio di persone hanno occupato simbolicamente il grattacielo Taipei 101,
sede della Borsa.
TEL AVIV: Alcune centinaia
di persone sono sfilate a Tel Aviv
senza incidenti, ma in tono minore rispetto alle manifestazioni
svolte in Israele negli ultimi mesi.
MONTREAL: Alcune centinaia di ‘indignati’ hanno piantato le
tende a Victoria Square, nel centro della città.
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
Violenze contro i
cristiani copti in Egitto
I
ministri degli esteri della
Ue hanno in modo univoco
espresso una forte condanna
delle violenze esplose in Egitto
contro i cristiani copti ed hanno
chiesto alle autorità egiziane di
agire per tutelare le minoranze religiose. Le violenze “sono molto
allarmanti”, ha dichiarato il ministro britannico William Hague,
mentre il suo collega tedesco
Guido Westerwelle ha definito le
violenze “inaccettabili”. “Penso
che sia molto importante che le
autorità egiziane riaffermino la libertà religiosa in Egitto e che tutte
le parti si astengano dalla violenza”, ha detto Hague, in margine al
Consiglio esteri a Lussemburgo.
Forte condanna è stata espressa
anche dal ministro danese Villy
Sovendal, molto preoccupato per-
dere il regime di Mubarak.
Secondo l’agenzia di stato
MENA, le violenze sarebbero
cominciate “dopo spari e lanci
di pietre da parte dei manifestanti copti che marciavano verso il
quartier generale della televisione
per protestare contro tensioni riguardanti una chiesa di Assuan”.
Secondo testimoni oculari sentiti
dall’ANSA, i copti che in corteo
si stavano recando verso il palazzo Maspero sarebbero stati attaccati con bottiglie molotov, lanci di
pietre e armi da fuoco da teppisti e
“baltageya” (si definiscono cosi”
in arabo violenti e criminali comuni al soldo dei controrivoluzionari). Alla reazione con lanci di
pietre dei partecipanti alla manifestazione sarebbero poi intervenuti soldati e poliziotti sparando
ché in Egitto si è giunti al punto
di avere scontri religiosi. Il capo
della diplomazia olandese Uri
Rosenthal ha parlato di “preoccupazione estrema”, così come il
ministro degli esteri svedese Carl
Bildt. “Le autorità hanno la responsabilità di proteggere tutti ed
ognuno, così come il loro diritto
di esprimere opinioni”, ha detto
Bildt.
La libertà di culto è un “diritto
fondamentale che va rispettato”:
lo ha detto l’Alto rappresentante della Politica estera della Ue,
Catherine Ashton, al suo arrivo al
Consiglio Esteri della Ue a Lussemburgo. La Ashton ha espresso
preoccupazione per le violenze al
Cairo e sottolineato che “é tempo
che l’Egitto proceda verso libere
elezioni” che possano portare il
paese verso la democrazia.
La protesta dei copti al Cairo
era stata annunciata nei giorni
scorsi e doveva radunare decine di
migliaia di fedeli in piazza Tahrir
per manifestare anche contro il
capo del Consiglio Supremo della
Difesa, maresciallo Hussein Tantaui, accusato di non essersi impegnato per far rispettare i diritti
dei cristiani egiziani da parte della
maggioranza musulmana (i copti
in Egitto sono circa il 10 per cento
della popolazione, di 80 milioni di
abitanti).
I copti sono anche convinti
dell’esistenza di un accordo tra i
militari che detengono il potere
in Egitto dalle dimissioni dell’ex
presidente Mubarak, cioè dall’11
febbraio scorso, e la confraternita dei Fratelli Musulmani, l’unica
forza organizzata che sarebbe in
grado di partecipare alle elezioni
legislative fissate per il 28 novembre prossimo. Non sarebbe stato
dato invece tempo sufficiente per
organizzare campagne elettorali
ai gruppi che hanno promosso e
portato avanti la rivoluzione del
25 gennaio scorso che ha fatto ca-
con le armi in dotazione e lanciando lacrimogeni per disperdere
i protestatari.
Sarebbero 36 i copti morti negli scontri avvenuti domenica 9
ottobre davanti alla sede della tv
di stato, durante una protesta contro la distruzione di una chiesa ad
Assuan. Lo affermano fonti copte, che hanno annunciato per oggi
alle 14 i funerali nella cattedrale
di Hamra. Fonti ufficiali parlano
invece di 25 morti (tre dei quali
soldati). Secondo le fonti, i feriti sono 200. Si è appreso che nel
quartiere di Hamra - dove è più
alta la concentrazione di abitanti
copti del Cairo - per ragioni precauzionali sono state chiuse le
scuole ed è stato raccomandato
alle persone di rimanere in casa,
in un clima da coprifuoco non ufficializzato.
“Spero che vi sarà la condanna
di tutto il Consiglio dei ministri
Ue per le gravissime violenze
contro i copti cristiani dell’Egitto” e “sono certo che le autorità
egiziane vorranno investigare e
processare subito i responsabili”:
così il ministro Franco Frattini, al
suo arrivo al consiglio Ue a Lussemburgo.
In Egitto, sarebbero già in corso
esodo di cristiani copti. E’ quanto ha riferito il ministro degli
esteri.”Abbiamo sentito di esodi
di cristiani. Si parla di 100 mila
cristiani che avrebbero lasciato
l’Egitto, ma non sappiamo se queste cifre sono vere”, ha precisato
il ministro.
“Queste violenze non si devono più ripetere”, ha ammonito
Frattini al suo arrivo al Consiglio
Ue a Lussemburgo riferendosi
agli scontri avvenuti al Cairo fra
cristiani copti e forze dell’ordine
con un bilancio di 24 morti e 200
feriti.
G.L.
P
re
agina T
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
3
Pio IX e la Questione Romana
a cura di Roberto Cavallo
D
opo aver ricevuto una
autorevole menzione su
“L’Osservatore
Romano”, con l’articolo pubblicato
da Sandro Bulgarelli (“Quando Cavour cercò di «comprare»
Roma capitale”, 30 agosto 2011,
pag. 5) nel quale si fa stato del
convegno tenutosi a Gorga, in
provincia di Roma, il 12 agosto
scorso e del ruolo svolto per la
soluzione diplomatica (c.d. missione Pantaleoni-Passaglia) della
Questione Romana dal cardinal
Santucci, con Giuseppe Brienza,
biografo di questo poco conosciuto protagonista della storia italiana del Risorgimento, e coautore
del volume degli Atti: “Pio IX e
la Questione Romana. Atti del
Convegno sul cardinal Vincenzo
Santucci (1796-1861)” (a cura
di OMAR EBRAHIME, con un
Invito alla lettura di Mons. Luigi
Negri, D’Ettoris Editori, 2a edizione aum. e corr., Crotone 2011,
pp. 154), dialogheremo sulla recente storiografia del Risorgimento che, dopo 150 anni, sta finalmente evolvendosi nell’apertura
anche alle ragioni dei “vinti”.
D. Crede che a distanza di 150
anni dal Risorgimento sia finalmente arrivato il momento di un
dibattito anche sulle ombre che
hanno caratterizzato il processo di
unificazione italiana?
R. Certamente, il fatto nuovo è
che negli ultimi due anni è uscita nel nostro Paese una rilevante
pubblicistica – anche di valore –
contro la ricorrente retorica delle
celebrazioni che, innanzitutto, ha
ricordato come l’unificazione del
Regno d’Italia fu subìta da diversi
territori manu militari. Oltre alle
vittime dell’espansionismo militare del piemontese Regno di Sardegna, penso sia giusto restituire
agli italiani anche la memoria dei
contadini meridionali “giustiziati”
sommariamente per l’entrata in
vigore di una iniqua legge marziale. Molti protagonisti del “Risorgimento” aderivano a un progetto
interamente ideologico: sostituire
la cultura tradizionale e cattolica
dei popoli della Penisola con un
diverso abito di pensiero, improntato alle filosofie politiche scaturite dalla svolta antropologica
del pensiero ateo e illuminista del
settecento che scatenò la Rivoluzione in Francia del 1789. Questo
spiega anche le leggi sabaude che
portarono alla soppressione degli
ordini religiosi e delle organizza-
zioni assistenziali cattoliche (le
benemerite Opere Pie). L’effetto
più decisivo di tale operazione
sarà la riduzione dell’influsso del
cattolicesimo sulla cultura e sugli
statuti dei popoli e delle comunità, nonché la sua rimozione, emarginazione o inquinamento — soprattutto attraverso la spiritualità
“fredda” del giansenismo — nella
vita pratica.
D. Per quanto riguarda invece il
suo contributo al volume “Pio IX
e la Questione Romana”, cosa ci
può dire sul discusso ruolo politico-diplomatico svolto da questo
protagonista da lei meritoriamente riscoperto, il cardinal Vincenzo
Santucci, durante il processo rivoluzionario che ha condotto all’Unità d’Italia?
R. Prima di tutto andrebbe chiarito che questo ruolo è “discusso”
a causa delle infondate accuse rivoltegli di aver fatto parte del partito curiale “liberale” durante il
Pontificato di Pio IX. E’ forse per
questo che la vicenda biografica
di questo tutt’altro che irrilevante
testimone della storia della Chiesa
e della Nazione italiana dell’800
è intessuta da non poche “singolarità”. Una delle quali è quella
del testo del necrologio dedicatogli dall’Osservatore Romano.
Il giorno successivo alla morte di
Santucci, il 20 agosto 1861, quello che è oggi il “quotidiano uffi-
colare, per le infondate accuse di
aver fatto parte del partito curiale
“liberale”. Dopo una buona prova
data nel servizio alla Segreteria di
Stato di Pio IX (1846-1878), l’11
luglio 1850 Santucci è promosso
a Segretario della Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici
Straordinari, incarico che ricoprì fino al 1853, nell’ambito del
quale fu chiamato ad affrontare le
controversie che erano sorte tra la
S. Sede ed il Regno di Sardegna
in conseguenza dell’emanazione,
da parte di quest’ultimo Stato,
della c.d. “legislazione eversiva
dell’asse ecclesiastico”. L’apporto del Presule gorgano alla risoluzione delle relative problematiche fu condotto con una visione
in parziale, sebbene ossequiosa,
divergenza d’idee con l’allora
cardinale Segretario di Stato (dal
1848 al 1876) Giacomo Antonelli. In effetti, come non ha mancato di sottolineare la pubblicistica
risorgimentale nelle scarne (seppur uniche) voci biografiche a lui
dedicate nei decenni successivi
alla “breccia di Porta Pia”, al fine
di tentarne in qualche modo una
legittimazione presso i cattolici
fedeli al Papa, Santucci fu incaricato da Pio IX di presiedere una
Commissione di canonisti, la quale, come scrissero i risorgimentali, «[…] opinò che in compenso
di benefici spirituali il Pontefice
Stemma del Casato Spada
cioso” della Santa Sede, ne recava
infatti una rievocazione piuttosto
strana. Si trattava, infatti, di un
testo non titolato, anonimo, non
firmato e, persino, di difficile individuazione grafica, che terminava molto insolitamente dispensandosi l’articolista dal tessere, cito,
«[…] ora un particolare elogio
[del Santucci], persuasi che altra
penna e più della nostra autorevole si farà interprete colla dovuta
ampiezza delle doti che adornavano l’illustre defunto, e del vivo
desiderio che di sé lascia in tutti
e specialmente negli eminentissimi suoi Colleghi». Sono passati
più di 150 anni e quella “penna”
non si è ancora trovata perché,
del cardinale gorgano, non è apparsa finora alcuna biografia.
Questo, probabilmente, proprio a
causa del delicato ruolo politicodiplomatico da lui svolto durante i tentativi di risoluzione della
“Questione romana” e, in parti-
avrebbe potuto rinunziare al Potere temporale».
D. Invece, da quanto lei scrive,
il cardinal Santucci in realtà era a
favore di un ridimensionamento
dei domini territoriali del Papato,
dato che erano ormai mutate le
condizioni storiche che ne giustificavano la persistenza…
R. Confermo. Quando Cavour
affidò l’incarico di condurre le
trattative per la risoluzione della
“Questione romana” a Diomede
Pantaleoni e Carlo Passaglia, i
quali furono appunto i protagonisti dell’omonima “missione” tra
l’ottobre del 1860 e il marzo del
1861, risulta che il primo dei due
presentò a Santucci un’ampia memoria da lui redatta, ispirata alle
idee di Cavour tanto da passare
alla storia come “Memorandum
Cavour”. Tale documento fu trasmesso dal cardinale a Pio IX, che
certamente lo lesse e, con ogni
probabilità, lo fece esaminare
Giuseppe Spada
dal Segretario di Stato Antonelli.
Dopo la consegna del Memorandum seguirono, presieduti dallo
stesso cardinal Antonelli, diversi incontri per la discussione dei
suoi termini, il primo con Pantaleoni e Santucci, il 18 gennaio
1861, il secondo il 9 febbraio successivo, con vari cardinali di curia
ed, esclusivamente fra Antonelli
e Passaglia, in ben sei occasioni,
vale a dire a fine gennaio, il 18 e
19 febbraio, il 16 e 25 marzo ed,
infine, il 5 aprile dello stesso anno,
vale a dire quasi un mese dopo la
proclamazione del “Regno d’Italia”! Questo a dimostrazione che
Pio IX fece di tutto per evitare lo
scontro che, poi, immancabilmente vi fu con l’invasione di Roma
pontificia con la c.d. breccia di
Porta Pia. Il presupposto da cui
partiva Cavour, infatti, era la rinunzia pura e semplice al potere
temporale del Papato mentre il
Papa beato ed, a mio avviso, anche il cardinal Santucci con lui,
non intendevano rinunciare ad
una sovranità territoriale, seppur
minima, a presidio dell’esercizio
della potestà spirituale del Pontefice.
D. In Appendice allo stesso
volume, lei ha curato la ripubblicazione, a 150 anni di distanza,
di un interessante saggio di un
altro protagonista sconosciuto
della storiografia risorgimentale, anch’egli romano, lo storico legittimista Giuseppe Spada.
Cosa ci può dire a proposito delle
sue“Osservazioni storiche sulla
unità e nazionalità italiana”?
R. In effetti, ben prima dell’inizio della “missione PantaleoniPassaglia”, non solo nella Curia
romana ma anche nell’ambito
della migliore intellighenzia suddita pontificia, le idee su Cavour e
sulle intenzioni della “Rivoluzione italiana” erano già ben chiare.
Basti pensare al caso del romano
Giuseppe Spada (1796-1867), che
assume in più occasioni incarichi
politico-amministrativi
duran-
te il Pontificato di Pio IX, la cui
intera opera storico-saggistica si
può dire sia “consacrata” a documentare e denunciare il carattere
anti-religioso e cospirativo del
pro­cesso di edificazione dell’Italia unita sotto la Corona dei Savoia. Fra le principali opere dello
storico cattolico solo due sono
state pubblicate durante la sua
vita, con l’implicita approvazione
della Santa Sede benché prive naturalmente di “imprimatur”, dato
lo stato laicale dell’interessato.
Entrambe testimoniano l’atteggiamento anti-risorgimentale della borghesia romana dell’epoca.
La prima è Della Banca romana
e della presente crisi monetaria
in Roma, la seconda s’intitola
Osservazioni storiche sulla unità e nazionalità italiana e, poiché
pubblicata proprio a Roma in un
anno cruciale come il 1860, attesta a mio avviso come l’interruzione repentina delle “trattative”
con gli emissari cavouriani non
sia stato un fulmine a ciel sereno
dettato solo dalle vicende militari,
interpretandosi piuttosto l’inizio
stesso degli incontri con Passaglia e Pantaleoni come degli “atti
dovuti” dettati dalla tradizionale
apertura al dialogo della diplomazia vaticana, ma considerati e
considerabili fin dall’inizio inevitabilmente destinati a fallire.
D. In sintesi, cosa scriveva in
questo pamphlet lo Spada a proposito dell’Unità d’Italia?
R. Che, per le sue caratteristiche culturali, storiche e geografiche, l’Italia non aveva mai avuto
né poteva efficacemente avere in
futuro, come scrisse all’inizio del
suo saggio, «[…] una unità assoluta, una autonomia sua propria,
uniforme, distinta e indipendente». Alla luce delle conseguenze
negative dell’Unità che, fino ad
oggi, si palesano con problemi
irrisolti e divisioni pro-secessionistiche, mi pare che le riflessioni di Spada vadano attentamente
rivalutate.
P
olitica
4
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
La manovra senza tagli alle caste
F
orse perché bisognava fare
in fretta, fatto sta che l’ultima manovra del governo
ha lasciato intatte le varie caste
che governano il Paese Italia. E
forse anche come sostiene il presidente Berlusconi una manovra
economica meglio di questa non
si poteva fare, sarebbe stato interessante vedere cosa avrebbero fatto i vari Bersani o meglio
la pasionaria della Cgil Susanna
Camusso. Fatta questa premessa,
in questi giorni ho avuto modo
di documentarmi, leggendo qualche testo interessante, per capire
meglio come abbiamo raggiunto
il più grande debito pubblico del
mondo occidentale. Del resto leggendo un libro invece di affidarsi ai soliti mezzi informativi, si
ha un panorama più completo di
come le varie caste hanno ridotto
il nostro Paese.
Non voglio fare dell’antipolitica, o del qualunquismo, sono
consapevole che la democrazia,
la politica hanno dei costi, ma
dopo aver letto I Faraoni di Aldo
Forbice e Giancarlo Mazzucchi,
(Piemme), L’onorata società, di
Carmelo Abbate e Sandro Mangiaterra, (Piemme), L’altra casta,
di Stefano Liviadotti, (Bompiani)
e infine “Più meglio di così”...
Errori voluti e fatti, di Aldo Salvi, (Edb), la mia indignazione, lo
sconcerto, l’inquietudine non si
arrestano, anzi aumentano. I testi sono stati pubblicati qualche
anno fa, non per questo hanno
perso la loro attualità, gli autori
fanno un elenco dettagliato delle
“mille caste del potere pubblico”,
che hanno e stanno dissanguando
l’Italia, e che a quanto pare sono
state soltanto sfiorate dalla scure
dell’ultima manovra del governo.
Di solito sono i politici ad essere presi di mira, tutti sono concordi
che bisogna ridurre le spese, non
è possibile continuare con i tanti
privilegi che caratterizzano ormai
la casta dei politici. Tutto vero,
Berlusconi e Tremonti
sono troppi e hanno degli stipendi
e vitalizi eccessivi, tuttavia però
non ci sono solo loro con i vistosi
privilegi, troviamo i sindacati, la
Cgil, Cisl e Uil, le tre sorelle, che
rappresentano l’ottava azienda
privata italiana e poi soprattutto
c’è la cosiddetta società civile, di
cui fanno parte per esempio tutti
gli ordini professionali, dai medici e odontoiatri, agli ingegneri,
gli architetti, e poi gli avvocati, i
farmacisti, i notai. Questi ordini
professionali alla fine sono delle vere e proprie corporazioni,
delle caste sui generis. A questo
proposito, Abbate e Mangiaterra scrivono: “Ordine continua a
significare difesa dei privilegi di
casta, controllo sull’eccesso e di
conseguenza scarsa apertura ai
giovani, farraginosità burocratiche, eccessivi costi di automantenimento. Ma soprattutto, mancanza di concorrenza, sotto forma
di prezzi concordati, più alti di
quanto si potrebbe e si dovrebbe
offrire. A tutto discapito dei cittadini. Piero Ostellino, intellettuale
liberale, ex direttore del ‘Corriere
della Sera’, ironizza amaro: non
puoi nemmeno chiedere l’elemosina se non sei iscritto all’Ordine
dei mendicanti”. (Carmelo Abbate – Giancarlo Mangiaterra, L’onorata società, edizione Piemme
2009). Categoricamente gli autori
concludono che la salvezza non
arriverà neanche dalla tanto celebrata società civile.
Aldo Forbice, un ottimo giornalista che conduce da molti anni su
Rai 1il seguitissimo programma
Zapping e Giancarlo Mazzuca,
parlamentare, nell’introduzione
a I Faraoni, scrivono: “L’Italia è
il Paese delle caste, delle castine,
delle lobby e delle corporazioni,
ma anche dei furbi e dei furbetti.
Un Paese in cui tutti o quasi hanno qualcosa da chiedere, da rivendicare, ma pochi sono disponibili
a fare il loro dovere, a dare una
contropartita o anche solo un obolo per gli interessi generali”. Tutti
condannano gli altri per le piccole
truffe, bugie, ma per se stessi, gli
amici, i familiari, sono pronti a
chiudere un occhio e talvolta tutti
e due. Il testo si propone di fare
luce sui tanti nodi del sistema di
potere faraonico della società italiana, aggiornando i dati di altri
saggi sulle caste e allargando l’analisi ad altri settori, come quello
sindacale, poco esplorato. Soltanto Liviadotti con il suo L’altra casta. Inchiesta sul Sindacato. Privilegi. Carriere. Misfatti e fatturati
da multinazionale, ha dimostrato
coraggio di pubblicare un saggio
dedicato interamente allo strapotere dei sindacati e forse per
questo ha avuto meno successo di
Le vere emergenze planetarie
H
o avuto l’onore di porgere
i saluti per conto del Parlamento Italiano al recente Seminario Internazionale sulle
emergenze planetarie che ha visto
100 scienziati di fama mondiale
riunirsi a Erice per la 44^ Edizione.
Per far comprendere l’importanza di questo appuntamento
annuale della comunità scientifica
internazionale va ricordato che
se la guerra nucleare, tra USA e
Unione Sovietica durante gli anni
’80, non scoppiò fu dovuto anche alla capacità che ebbero gli
scienziati dell’epoca, appartenenti ad entrambi gli schieramenti,
di riuscire, attraverso il dialogo,
a stemperare le tensioni dei loro
capi politici e militari.
Negli ultimi anni le emergenze
si sono modificate ed oggi il mondo è a rischio per altre ragioni.
Fra queste, al contrario di quello
che dicono le lobby ideologizzate
della “deep ecology” non ci sono
né il riscaldamento del pianeta, né
l’eccesso di anidride carbonica.
Sentite cosa dice il più famoso
scienziato al mondo, nonché Presidente della World Federation
Scientist, il Prof. Antonino Zichichi : “L’anidride carbonica non è
veleno ma cibo per le piante. Siccome la vita animale viene dopo
quella vegetale, senza anidride
carbonica non avremmo piante
e quindi vita animale. Ancora,
l’effetto serra non dipende dalle
attività umane; infatti esisteva già
prima che la vita nascesse sulla
Terra. È grazie all’effetto serra
che la temperatura media della
Terra è di 15 gradi positivi. Se non
fosse per l’effetto serra la temperatura su questo satellite del Sole
sarebbe diciotto gradi sotto zero:
addio vita.”
Il Prof. Zichichi continua: “La
Cultura detta Moderna è riuscita
a demonizzare queste due “cose”
essenziali per la nostra vita non
parlando mai delle vere Emergenze Planetarie. Tra le Emergenze
Ambientali quindi non ci sono
né l’effetto serra, né l’anidride
carbonica, invece ci sono l’acqua
e l’energia. L’acqua ogni anno
subisce perdite enormi e minaccia di diventare più preziosa del
petrolio. L’energia è come l’aria
e l’acqua, delle quali non si può
fare a meno”.
Tutti sanno che nel mondo
ci sono vaste aree nelle quali la
quantità di energia pro-capite è
identica a quella che aveva l’uo-
mo dell’età della pietra. Tutti
sanno anche che in queste aree
centinaia di milioni di persone
vivono in condizioni primordiali
e i morti sono milioni ogni anno.
Ma di quest ultimo fatto nessuno
ne parla.
Gli specialisti della WFS (World
Federation of Scientists) sono
concordi nel dire che oggi il parametro più obiettivo per valutare
il livello di qualità della vita di un
popolo sia “l’energia pro-capite”.
Ebbene, continua Zichichi, “l‘unica sorgente d’energia che può realmente soddisfare le richieste di
miliardi di persone che sono desiderose di vivere come noi è quella
nucleare. Ecco perché sono venuti
a Erice il responsabile “numero
uno” di Chernobyl, il famoso professore Yevgeniy Velikhov, che
ha trattato il tema dell’energia nucleare a 25 anni da Chernobyl, e i
due grandi luminari giapponesi, i
professori Tetsuo Yuhara e Norio
Yamamoto, che invece hanno parlato del disastro di Fukushima”.
Questi autorevolissimi scienziati
hanno spiegato che i problemi del
nucleare si sono manifestati solo
quando l’economia e la politica
hanno preso il sopravvento rispetto ai parametri di sicurezza che
altri saggi. Gli autori de I Faraoni non intendono fare antipolitica
come i vari Beppe Grillo, novelli
Masaniello, che tra “vaffa”, parolacce, ovvietà e altri lazzi, “non si
sono accorti di essere entrati nello
scenario della casta e dei faraoni,
godendone i vantaggi, come protagonisti indiscussi del teatrino
dell’antipolitica”.
I primi a scrivere dei costi della politica e delle istituzioni non
sono stati Sergio Rizzo e Gian
Antonio Stella, autori del noto
saggio La Casta ma già nel 1991,
lo aveva evidenziato Giovanni
Berlinguer ne I duplicanti. Politici in Italia (Laterza), e tuttavia
passò stranamente sotto silenzio.
Anche il Pci, erede di Enrico Berlinguer lo ignorò. Nel 2005 c’è
stato un altro saggio di Cesare
Salvi e Massimo Villone (senatori Ds), Il costo della democrazia
(Mondadori), sollevò un po’ di
polvere e procurò molte critiche
agli autori soprattutto dall’apparato dei Ds che emarginò subito i
due senatori. In questo libro, per
la prima volta, si conobbero i veri
costi della politica italiana, che
nel 2005 ammontavano a 3-4 miliardi l’anno. Era il costo dei circa mezzo milione di persone che
vivevano e continuano a vivere
(stipendiate) di politica. Allora assorbivano lo 0,2 per cento annuo
del Pil.
Dopo tutte queste analisi dettagliate dei vari sprechi e costi della
politica, per Forbice e Mazzuca
non è cambiato nulla. In questi
mesi di crisi economica si parla
e si scrive di ridurre gli stipendi
le indennità, le pensioni, i “vitalizi” dei consiglieri, degli assessori,
dei presidenti, dei parlamentari,
a volte sembra una gara nel fare
proposte, ma non si va oltre il misero 0,5 per cento in meno. Dove
sono le cancellazioni delle Province, l’accorpamento dei piccoli
Comuni, degli enti inutili, le Comunità Montane, i Consigli Cir-
coscrizionali, delle stesse leggi,
ritenute obsolete, anacronistiche o
dotate di doppioni? Ad oggi niente di tutto questo, solo promesse.
Per esempio ci sono circa 110
enti inutili (al 2008), una giungla costosa di sigle che riesce a
sopravvivere perché commissari,
direttori generali, funzionari e impiegati non sono andati in pensione. Pensate soltanto nel 2007 ne è
stato abolito uno fondato da Italo
Balbo, la Lati (Linee aeree transcontinentali italiane).
Poi c’è la selva dei comitati,
costituiti per affrontare o risolvere i problemi, che poi diventa
arduo scioglierli. In dieci anni lo
Stato italiano ha speso 67 milioni
di euro per finanziare le attività
di 158 comitati nazionali. Forbice e Mazzuca fanno riferimento
a qualcuno come quello che ha
l’incarico di redigere l’elenco degli aracnidi, i ragni pericolosi per
l’uomo, o il comitato per l’Antardide, o per verificare i danni provocati dai campi di calcio in erba
sintetica e ancora quello curioso
per il Viaggio dei Re Magi. Ovviamente la parte del leone l’hanno fatta i comitati per celebrare
i grandi anniversari storici, personaggi della politica, dell’arte,
della letteratura etc. Quindi c’è il
Cnl (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), un “organo
ausiliario” dello Stato, composto
da “esperti”, in questi anni pochi
sanno a che cosa sia servito; i consiglieri, nominati dalle organizzazioni imprenditoriali, dalle confederazioni sindacali (Cgil, Csil
e Uil), tutti percepiscono, 1600
euro al mese, una cifra modesta,
ma per un impegno molto ridotto:
la partecipazione a una riunione
del ‘parlamentino’ una volta al
mese e ai lavori delle commissioni, dove l’assenteismo è molto
elevato. Si può continuare, per ora
rinvio alla prossima puntata.
aveva chiesto, senza purtroppo
essere stata ascoltata, la Scienza.
“Il fuoco nucleare di pace, ha
continuato Zichichi, in parecchie
occasioni, permette di produrre
energia a costi più bassi e senza
la gravità di pesanti impatti ambientali. Con un chilo di materiale
fissile (Uranio, Plutonio, ecc.), infatti, è possibile produrre la stessa
quantità di energia che viene fuori
bruciando un milione di chili di
materiale combustibile classico
(petrolio, gas, carbone, legna,
ecc.)”.
“Se la cultura dominante oggi
avesse diffuso la verità, avremmo un’opinione pubblica diversa e tutta tesa a risolvere le vere
Emergenze Planetarie, delle quali è necessario studiare non solo
la parte teorica ma anche quella
legata alla loro soluzione. E la
WFS sta lavorando proprio alle
soluzioni visto che sono tantissimi i progetti elaborati e messi a
disposizione dei
governi nazionali, i quali in molti casi ne fanno
buon uso, come
ci ha dimostrato
l’Australia che è
stata capace di risparmiare ingenti
somme nella lotta
alle Emergenze Planetarie grazie
ai progetti del WFS”.
“Ed ecco perché i Seminari di
Erice, sulle Emergenze Planetarie”, ha concluso Zichichi, debbono entrare nel cuore della nostra Cultura che la deve smettere
di demonizzare le cose di vitale
importanza per la nostra vita e si
deve concentrare a combattere i
veri pericoli che incombono sul
futuro della nostra civiltà”.
Questo in sintesi è il documento che i rappresentanti dei 10.000
scienziati di 115 Nazioni che fanno parte della comunità scientifica internazionale hanno prodotto
a Erice e che oggi, abbiamo ritenuto doveroso diffondere, al fine
di non essere travolti dalle menzogne delle moderne ideologie e
dagli interessi economici delle
potenti lobby affaristiche.
Domenico Bonvegna
Alessandro Pagano
Il prof. Antonino Zichichi
Cultura
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
La porta della felicità
H
o appena letto La porta
della felicità, di Eugenio Fizzotti, pubblicato
da D’Ettoris Editori di Crotone
(www.dettoriseditori.it), un libro
con un titolo così impegnativo e
pretensioso dovrebbe andare a
ruba, e magari destinato ad avere
un successo di vendite straordinarie. Devo chiedere al mio amico
Antonio D’Ettoris di Crotone per
avere qualche notizia in merito
alla diffusione del volumetto.
Eugenio Fizzotti, già docente
ordinario di Psicologia della Religione e di Deontologia Professionale all’Università Salesiana di
Roma presenta nel volumetto (di
sole 127 pagine) della D’Ettoris
editori, una chiara esposizione del
medico e psichiatra, filosofo e psicoterapeuta, saggista e conferenziere di fama mondiale, Viktor E.
Frankl viennese che ha elaborato
la teoria della logoterapia, una teoria che aiuta l’uomo a ritrovare il
senso della propria vita.
La teoria di Frankl, viene anche
definita la terza scuola viennese,
cronologicamente successiva alla
psicoanalisi di Sigmund Freud e
alla psicologia individuale di Alfred Adler. La logoterapia è stata
concepita allo scopo combattere,
sul piano terapeutico, il sentimento della mancanza di senso della
vita. Il fine della pratica logoterapica è quello di aiutare la persona ad individuare e recuperare il
significato della propria esistenza,
il senso profondo di ciò che si è
e di quello che si fa. Si tratta di
un orientamento psicoterapeutico
composto da un consistente apparato filosofico le cui radici troviamo nell’esistenzialismo.
Eugenio Fizzotti, sacerdote salesiano nonché traduttore e curatore della maggior parte dei testi
di Frankl pubblicati in Italia, sostiene che «attraverso la logoterapia, una concezione della vita in
perenne ricerca di significati e di
compiti da realizzare nel quotidiano, Frankl non soltanto ha ribaltato le obsolete interpretazioni
psicoanalitiche, che vedono all’origine dei disturbi psichici solo
repressioni e complessi, ma ha soprattutto individuato gli itinerari
Viktor Frankl
da seguire per aiutare l’uomo nel
recupero della sua identità e della
sua maturità».
Frankl mette in dubbio la furia
di interpretare della psicologia
riduzionistica, è un grave errore
voler leggere ogni comportamento e ogni azione con le categorie
interpretative. Lo ha fatto Freud,
ma anche Adler. “Dire che le decisioni sono ‘nient’altro che’ il frutto di una battaglia tra gli impulsi
personali e la società, - scrive Fizzotti - oppure frutto di una serie di
determinismi socioculturali, oppure frutto di un compromesso tra
le richieste ambientali e le proprie
aspirazioni, vorrebbe dire ridurre
la persona umana a un puro automa, incapace di una riflessione
personale e, soprattutto, impossibilitata a prendere una posizione
autentica dinanzi alle domande
esistenziali, spesso tragiche, perché connesse a situazioni di dolore, di solitudine, di vecchiaia, di
malattia incurabile”.
Non si può assolutizzare tutto, come il fatto che una persona
sia del Sud, comporta che automaticamente venga etichettata
come pigra, parassita, indolente,
scansafatica, camorrista, mafiosa,
‘ndranghetista’. “Assolutizzare è
l’errore più grande che si possa
fare – per Fizzotti - E non raramente la psicologia si è fatta prendere dalla smania di generalizzare.
Ogni comportamento deriverebbe
dal tentativo di soddisfare impulsi
repressi o tensioni nascoste. Ogni
decisione scaturirebbe dalle condizioni ambientali, dalla cultura,
dalle strutture”. Certamente l’ereditarietà, essere figli unici, l’aver
avuto una infanzia difficile, sono
senza alcun dubbio elementi che
intervengono nella formazione
della persona, ma non si può certo
dire che tutto dipende da essi.
Secondo Frankl, “la motivazione centrale dell’agire umano
non è, il raggiungimento del piacere (Freud) e neppure il conseguimento del successo e della
supremazia (Adler), quanto piuttosto la ricerca e la possibilità di
trovare un significato nella propria esistenza”. Il problema è dare
un senso alla vita. Per Frankl, al
contrario di Freud per il quale
nel momento in cui ti interroghi
sul senso, sul valore della vita, ti
ammali, l’uomo ha il diritto, oltre che il dovere, di chiedersi il
‘perché’ della sua esistenza. Per
ogni uomo è fondamentale perseguire uno scopo.“Una persona,
infatti, che tende sempre verso un
ideale e si pone in una dinamica
di continuo divenire, risulta essere senz’altro molto più integrata
psicologicamente di chi ritiene di
aver già raggiunto uno scopo soddisfacente nella vita e non sa più
dove andare”.
Nel 3° capitolo il testo di Fizzotti affronta il tema del vuoto
esistenziale nella nostra società,
un vero tabù, come lo era nei decenni passati la sessualità. Per il
mondo di oggi secondo Fizzotti
non bisognerebbe interrogarsi sul
significato della vita, del lavoro,
dell’amore, della sofferenza, della morte. “Va solo affermato che
la vita dell’uomo è una candela
che si consuma lentamente come
un processo di combustione, che
egli e dominato da meccanismi di
azione e reazione, che è vittima assoluta di processi condizionanti di
carattere psicologico, sociologico,
biologico. Dire, invece che la vita
ha un senso nonostante tutto, che
la vita è degna di essere vissuta in
qualsiasi condizione, che l’uomo
è realmente tale quando anela a un
significato autentico da realizzare:
questo è tabù”.
Nel 4° capitolo il libro addirittura sostiene che anche la sofferenza
ha un valore positivo per l’uomo.
Il medico o il terapeuta, non devono occuparsi solo della salute
fisica e psichica del malato, ma
devono aiutarlo a sopportare con
accettazione e comprensione le
inevitabili sofferenze, deve essere
aiutato a soffrire. Nel mondo scrive Fizzotti “troviamo uomini che
vivono nella disperazione interiore nonostante un successo esteriore, proprio perché la loro esistenza
è piombata nel vuoto esistenziale,
ci sono anche uomini che vivono
con pienezza nonostante l’apparente fallimento”. Basta vedere la
fine che hanno fatto certi uomini o
donne dello spettacolo.
Per essere felici c’è la necessità
di un incontro esistenziale, affettivo ed effettivo, con altre persone.
Occorre per il professore Fizzotti,
uscire dall’anonimato costruendo
un’identità forte, grazie alla qua-
5
le agire con responsabilità e con
entusiasmo, senza mezze misure,
senza nascondigli, senza maschere sul volto. Così appartenere a
un’associazione, significa, conquistare un modo di pensare, un
modo di rapportarsi con gli altri,
uno stile di vita, un cuore che pulsa per chi soffre. Occorre partecipare attivamente, alla trasforma-
ottengono mettendo al centro la
nostra narcisistica immagine, ma
si raggiungono nella misura in
cui ci occupiamo degli altri e ci
dimentichiamo di noi stessi. In
questo momento penso a Madre
Teresa di Calcutta, forse la persona che ha sperimentato una grande felicità occupandosi degli ultimi su questa terra. Pertanto, “una
Eugenio Fizzotti
zione del mondo (…) senza stare
alla finestra a guardare ciò che
altri, magari per interessi privati,
decidono sulla pelle degli altri.
Partecipare spesso significa fare
scelte coraggiose e controcorrente. In queste riflessioni del professore Fizzotti ritrovo molto della
mia vita sociale. L’uomo si realizza quando vive per uno scopo,
per Frankl, essere uomo significa
andare aldilà di se stessi (…) vuol
dire essere sempre rivolto verso
qualcosa o verso qualcuno...
Nella società odierna dove
si cerca la felicità e la propria
auto-realizzazione nei successi
professionali, crescono cliniche
mediche che offrono, sostenute da
martellanti messaggi pubblicitari,
e seguendo le loro istruzioni, meravigliosi e stilizzati corpi secondo la “moda”imperante. Frankl,
inverte questo ordine di valori, i
presupposti della felicità non si
personalità sana e ben formata
psicologicamente è, per Fizzotti,
piuttosto, quella che sa aprire le
porte e le finestre della sua coscienza verso la luce e il chiarore
del mondo esterno, dirigendosi
verso la gente che la circonda e
interessandosi di essa”. Bloccare
questa apertura naturale verso gli
altri, può procurare vere e proprie
malattie, disturbi nevrotici, un accumulo di infelicità.
In conclusione si può affermare che chi insegue la felicità con
ansia non la raggiungerà mai,
più la cerchiamo e più ci sfugge.
La felicità è una conseguenza di
un modo di vivere, è il risultato,
il frutto maturo... che si ottiene
quando si vive con un atteggiamento di apertura verso gli altri,
dimenticando se stessi.
Domenico Bonvegna
Il dialogo fonte del benessere dei giovani
L
a società già matura con
gli anni, a nostro avviso, fa
finta di non sapere. Di non
essere consapevole del fatto che,
se non si dà peso ed importanza
alla giovinezza biologica e ad un
futuro delle giovani generazioni,
si è già persa la partita! Ecco, un
esempio per tutti.
La potenza ideativa registra il picco
in giovinezza, ma
chi investe, oggi,
sui giovani? Purtroppo, la realtà
italiana schiaccia
i giovani con una
pesantezza di dati
( gli ultimi Istat
e Censis) che già
producono macerie: 532 mila i posti
di lavoro persi tra
il 2009 e il 2010
di cui 501 mila di
lavoratori tra i 15
e i 29 anni. Dal
lato loro, i giovani
preferiscono vivere di notte. Ma
solo, perché, durante il giorno
nessuno li convoca, nessuno li
chiama per nome; insomma, diciamo, senza mezzi termini, non
c’è la persona giusta che gli sappia parlare. Ovvero, nessuno investe su di loro e loro si nascon-
dono nel buio di questo contesto
sociale: non si capisce più ciò che
è giusto, buono, ma soltanto ciò
che è utile; le parole chiave sono
efficienza e produttività. Pertanto,
parlando di giovani non esiste,
oggi, orizzonte che non sia provvisorio; si pensi, per un attimo,
alla diffusione del lavoro precario
dei giovani. Ma c’è di più. “Alcuni spazi giovanili importanti
come l’università soffrono, in Italia, di una carenza di opportunità
e strutture che rende problematica
la formazione e ridimensiona l’aspetto, altrimenti arricchente del-
la circolazione delle persone” ha
osservato monsignor Giancarlo
Perego, direttore generale di Migrantes. Tutto questo non ha fatto
altro che creare il nichilismo delle
nuove generazioni. Allora, come
gestire quel che ci rimane, ovvero,
l’orizzonte mobile dei giovani?
Come agire, quali
risposte aspettarsi,
quali comportamenti adottare per
riuscire nell’impresa? Noi, in
primis, diciamo
che è necessario
un aperto dialogo
costruttivo tra generazioni e, poi, in
conclusione, confidiamo in questo
pensiero di speranza del grande
filosofo, Umberto
Galimberti:”
In
Europa stanno arrivando i giovani
immigrati ricchi
di entusiasmo, forti di una enorme
capacità di sacrificio. Giovani che
hanno conosciuto il dolore. Ecco,
forse un processo di contaminazione può salvare i nostri giovani.
E salvare tutti noi”.
Salvatore Resta
Cultura
6
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
“Se Franco non fosse intervenuto, probabilmente in Spagna non sarebbe sopravvissuto nessun cristiano”
L’olocausto dei cattolici in Spagna
Intervista a Mons. Vitaliano Mattioli sulla guerra civile spagnola
E
’ prossimo ad uscire nelle
sale italiane il film “There
be Dragons”, ambientato
nella Spagna della seconda Repubblica (1931-39). Racconta la
storia di due compagni di giochi,
uno che diventa prete e poi santo, Josemaría Escrivá, fondatore
dell’Opus Dei, l’altro, il giovane
“Manolo”, che si macchia invece di orrendi crimini, dalla parte
dei Rojos, durante la guerra civile combattuta in quegli anni fra
anarco-comunisti e franchisti.
Ne parliamo con un esperto,
Mons. Vitaliano Mattioli.
D. Quale fu la spinta che condusse miliziani rivoluzionari
come “Manolo” a compiere crimini orribili nei confronti dei cristiani?
R. Purtroppo non ho visto il
film. Tuttavia posso dire in linea
generica che molti protagonisti
della rivoluzione sono stati manipolati dalla propaganda massonica e comunista che faceva vedere
la Chiesa come la vera nemica
del progresso. Di fatto in questo
periodo della Spagna si sono assommate tutte le teorie marxiste e
massoniche che hanno fatto corpo
comune per infondere nell’animo
degli spagnoli un forte odio contro la Chiesa.
D. Come insegna anche san Josemaría, la Chiesa non è né mai
sarà un partito, né una fazione
o gruppo d’interesse. Come si
spiega allora l’appoggio esplicito
dell’episcopato spagnolo all’esercito franchista?
R. L’Episcopato spagnolo, fin
dall’inizio della seconda Repubblica (1931), pur non approvando
la sua linea politica ha appoggiato la nuova linea sperando in tal
modo di riuscire ad equilibrare e
frenare l’ideologia anti-religiosa.
Purtroppo, non essendoci riuscito, ha appoggiato l’intervento di
Franco per porre fine a quella tremenda persecuzione che ha fatto
una mostruosa carneficina dei cristiani. Se Franco non fosse intervenuto, probabilmente in Spagna
non sarebbe sopravvissuto nessun cristiano.
D. Anche nell’attuale “dittatura del relativismo” proliferano e
sono esaltati i “dragons” dell’odio
e dell’egoismo: ne vede similitudini con quelli che hanno condotto agli eccidi del 1931-39?
R. Certamente. Si possono vedere due situazioni. Una cruenta,
nei Paesi a regime dittatoriale o
con sistema religioso che si confonde con lo Stato; oppure, il che
è peggio, con una persecuzione
incruenta ma combattendo, mettendo in minoranza e fuori legge
Nazionalisti
Chi è Monsignor Vitaliano Mattioli
M
Suore di clausura arrestate dai miliziani rossi
tutto ciò che sa di cultura cattolica.
D. Nel suo libro del 2000 sulla
guerra civile spagnola lei ci tiene
a sottolineare come essa fu scatenata da massoni e comunisti, nonostante la Chiesa cercò in ogni
modo di evitare qualsiasi scontro
con le autorità anticlericali della
Repubblica. Secondo il suo parere
quest’ultimo fu un atteggiamento
giusto?
R. Certamente. La Chiesa, come
è successo con i regimi comunisti
e totalitari di destra (classico il
comportamento con il nazionalsocialismo) si sforza sempre di evitare scontri, a rischio di apparire
ingenua. La Chiesa cerca sempre
la concordia. Solo quando avverte che tutti i tentativi pacifici non
possono riuscire, allora cerca di
salvare il salvabile.
D. Quando si capì che la Repubblica voleva far piazza pulita
della Chiesa?
R. Praticamente quasi dall’inizio. Il partito socialista, PSOE
(che è l’attuale partito di Zapatero), arrivato al potere scoprì subito le carte e le sue vere intenzioni.
D. Come si spiega la massiccia
campagna di persecuzioni in un
Paese profondamente cattolico
come la Spagna degli anni Trenta?
R. Questo è un punto interessante. Una delle cause consistette
nella mancanza di vera conoscenza della ideologia comunista. I
cattolici si cullarono in un pericoloso irenismo. Inoltre, vi fu un
desiderio irrazionale di ricambio
politico che condusse a dare la
precedenza alla soluzione delle
problematiche economiche e sociali senza pensare ai profondi
risvolti religiosi che sarebbero derivati dall’ascesa dei partiti di sinistra. Da questo punto di vista, si
può fare un paragone con le cause
della vittoria di Zapatero. Da non
dimenticare poi, ora come allora,
l’influsso indiretto della Massoneria, che non appare esternamente,
ma che contribuisce in tutti i modi
a creare una mentalità ed un clima
favorevole a quelle forze politiche che hanno come programma
di perseguitare la Chiesa.
D. Perché la Santa Sede non riuscì a fermare il massacro dei cattolici durante la prima Repubblica
spagnola?
R. La Santa Sede non intervenne all’inizio in quanto non c’erano notizie certe sulla terribile
realtà. Solo quando se ne rese
scientificamente conto, non esitò
ad elogiare Franco per il suo intervento.
D. Hanno suscitato sorprese i
documenti vaticani resi pubblici nel 2006 riguardanti la storia
della Chiesa in Spagna negli anni
Trenta?
R. Per chi sta addentro alla storia, no. Probabilmente per coloro
che non ne avevano una profonda
conoscenza penso hanno molto
contribuito a farli rendere conto
della realtà ed a meglio comprendere l’atteggiamento della Chiesa
spagnola e della Santa Sede in
quel periodo.
D. Qual era la situazione della
Chiesa durante la seconda Repubblica spagnola, e quale quella durante la guerra civile?
R. Purtroppo la seconda Repubblica non trovò un clero ben
formato nel suo insieme. Anche
la stessa Gerarchia all’inizio non
avendo una idea chiara sulla situazione, non si trovò del tutto unita.
Durante la guerra civile recuperò
questa unità d’intenti e vide l’alzamiento del Generale Franco in
chiave provvidenziale. Purtroppo
onsignor Vitaliano Mattioli è nato nel 1938 a Roma. Dopo
aver frequentato gli studi classici, ha studiato filosofia e
diritto canonico presso la prestigiosa “Pontificia Università Lateranense”, dove ha conseguito anche il dottorato in teologia.
In seguito all’ordinazione sacerdotale - avvenuta il 10 marzo 1963 a
Roma - per diversi anni è stato professore di Teologia Morale e Bioetica presso la “Pontificia Università Urbaniana”, nonché vicepreside del “Pontificio Istituto Sant’Apollinare”. La sua attività di docente e pedagogo lo ha visto a lungo impegnato quale redattore della
rivista mensile di cultura e pratica ecclesiastica Palestra del clero
(fondata nel 1921) con dei fortunati saggi su una serie di personalità
anti-cristiane e al tempo stesso espressive di una Weltanschauung radicalmente alternativa e pseudo-religiosa, come il filosofo materialista tedesco Karl Marx (1818-1883) e l’ideologo della rivoluzione
russa Vladimir Il’ič Ul’janov, detto ‘Lenin’ (1870-1924). Sono state
però le minuziose ricerche d’archivio – costantemente controcorrente – e gli studi di carattere storico a dargli notorietà, da Gli ebrei
e la Chiesa: 1933-1945 (Mursia, 1997) a Rilettura di una conquista
(Marietti, 1998), fino al recente L’eredità di Pio XII (Fede & Cultura, 2008), oltre al best-seller Massoneria e comunismo contro la
Chiesa in Spagna (1931-1939) (Effedieffe, 2000) sulla drammatica
persecuzione anarco-comunista patita da migliaia di cattolici spagnoli nel corso degli anni Trenta, prima dell’alzamiento capeggiato
dal generale Francisco Franco (1892-1975). Attualmente svolge il
suo intenso ministero in Brasile, dove tiene conferenze e seminari presso la “Pontificia Università Cattolica ‘Rainha do Sertão’” di
Quixadá (stato del Cearà) e nella “Università Federale de Minas Gerais” (stato del Sudeste) a Belo Horizonte. Vanta inoltre al suo attivo
diversi volumi di carattere divulgativo su argomenti di bioetica e
spiritualità, oltre a numerosi saggi di livello specialistico pubblicati
su riviste sia italiane che brasiliane.
O.E.
fuori della Spagna, non tutti i sacerdoti e laici cattolici la pensarono nello stesso modo.
D. Storici come Vicente Cárcel
Ortí hanno parlato di “olocausto
di sacerdoti, religiosi e cattolici”
tra il 1936 e il 1939. Ritiene cor-
retta questa definizione?
R. Purtroppo è profondamente
vera. Si è trattato di un vero olocausto, anche se questo termine
non piace a tutti.
Giuseppe Brienza
Gli intellettuali tra
cultura e politica
G
li intellettuali: siccome c’è
un dibattito sempre aperto
sulla funzione degli intellettuali nella società, possiamo
affermare che l’influenza degli intellettuali nella società di massa,
moderna, è andata aumentando,
soprattutto, grazie alla imponente
crescita dei mezzi di comunicazione. Indro Montanelli, in un sua
articolo sul “Corriere della Sera”
riteneva, però, che “l’intellettuale
italiano, a partire da quello rinascimentale, era sempre stato al
servizio del potere, esprimendo o
una cultura raffinata o destinata a
magnificare il suo Signore. Oggi,
in verità, noi diciamo che questo
rapporto tra politica ed intellettuali, in linea generale, si è molto
indebolito; esiste ancora, ma conta molto meno, perché, c’è una
segmentazione del sapere e dei
circuiti corrispondenti. Ma c’è di
più. I nostri intellettuali chi sono e
dove sono stati, finora, se non nelle torri d’avorio? In questa visione del rapporto tra gli intellettuali
e la politica entrò, anche, il poeta
Pier Paolo Pisolini sostenendo: “Il
coraggio intellettuale della verità
e la pratica politica sono due posizioni inconciliabili, in Italia”.
Così, pure, nel tempo odierno
dell’antipolitica, nel nostro Paese,
sembra sostenersi che, ormai, il
rapporto tra politica e cultura sia
quasi del tutto inesistente. Pertanto, a nostro avviso, le conseguenze che da ciò sono derivate sono
sotto gli occhi di tutti. Nel campo politico: un calo vistoso della
partecipazione, scomparsa dei
luoghi di elaborazione politica,
delle scuole di formazione politica, delle riviste politiche che si
cimentano con i temi nuovi della
modernità. Nel campo culturale:
Università che si separano dalla
vita della nazione e si accademizzano, un ceto degli intellettuali
che incapace di fornire analisi aggiornate si rifugia nel tecnicismo
disciplinare senza anima storica
o nelle stravaganze culturali, restio a qualsiasi autocritica e assunzione di responsabilità circa il
processo di emarginazione della
cultura. Ma, attenzione, per onestà intellettuale, noi diciamo che
il tempo di piangerci addosso, bisogna spezzarlo. E’ tempo, invece, che cultura e politica lavorino
insieme, di concerto, per aprire
una nuova prospettiva di crescita
dell’intero Paese.
Salvatore Resta
INSERTO
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
7
Corriere Letterario
A cura di Antonio D’Ettoris
Un “ordine civile” che merita di essere ripreso
Ripubblicata un’opera fondamentale di Baget Bozzo
Giuseppe Brienza
L
’editore Cantagalli di Siena, a quarant’anni dalla sua
uscita, ha ripubblicato Cristianesimo e ordine civile (Siena
2011, pp. 160, euro 12,00) saggio
breve ma fondamentale di don
Gianni Baget Bozzo (1925-2009),
anche per l’epoca nella quale
coraggiosamente fu scritto, cioè
l’immediata vigilia del varo del
“centro-sinistra” in Italia (l’opera
uscì originariamente nel 1961). In
effetti, se i cattolici avessero letto e meglio com¬preso le analisi
contenute in questo come in altri
aurei libri, in certo senso “analoghi”, pubblicati in quel periodo
(Il problema dell’ateismo di Del
Noce, Introduzione al cristianesimo di Ratzinger e Il contadino
della Garonna di Maritain per
fare solo tre esempi), forse avrebbero posto maggiore resistenza
alle strategie sovvertitrici che,
dentro e fuori la Chiesa, hanno
sconvol¬to la società sfo¬ciando
poi nella Rivoluzione culturale
ideologica del tardo “secolo breve” (1968-1991).
La battaglia per l’ordine naturale e cristiano in quegli anni
era promossa nella Chiesa italiana dal cardinal Giuseppe Siri
(1906-1989), sotto la cui guida
era appunto Gianni Baget Bozzo. A questo punto mi si permetta
una piccola digressione. Insieme
al grande arcivescovo di Genova
(1946-1987), soprattutto nell’ultimo periodo del Pontificato di Pio
XII ed all’inizio di quello di Giovanni XXIII, si schierò una figura
meno nota di Pastore, monsignor
Roberto Ronca (1901-1977). La
sua opera di promozione sociopolitica può essere qui ricordata
anche perché, a livello personale, ho avu¬to l’onore di entrare
in contatto con don Gianni Baget
Bozzo, negli ultimi anni della sua
vita, proprio in relazione alle ricerche che feci su questa figura
poco nota di vescovo romano, poi
sfociate nel libro “Identità cattolica e antico¬munismo nell’Italia
del dopoguerra. La figura e l’opera di mons. Roberto Ronca”
(D’Ettoris Editori, Crotone 2008).
Mons. Ronca ebbe una fitta corrispondenza con il cardinal Siri
soprattutto alla vigilia del “centrosinistra”, dato che si trattava di
due fra i più determinati ve¬scovi
italiani allora decisa¬mente contrari all’infausta scelta democristiana di far involvere in tal senso
il quadro politico-culturale del
nostro Paese (da qui nascono le
premesse per le successive leggi
sul divorzio, aborto etc.).
Da me interrogato su tali
rap¬porti, nonostante non lo conoscessi personalmente e già
avesse una vene¬randa età, don
Gianni mi rispose prontamente
tramite una e-mail il 9 ago¬sto
2005, dopo aver let¬to un non
brevissimo appunto che gli mandavo su Ronca ed il movimento
civico-cultu¬rale dai lui fondato,
“Civiltà Italica” (1946-1955). Mi
scrisse, tra l’altro, «Caro Giuseppe, è certa la conoscenza fra
Monsignor Ronca e Siri, visti i
comuni interessi. Credo, risalga
agli anni ‘40. A causa della mia
ignoranza la ringrazio del¬le cose
che ho appreso da lei». Oltre tut-
to, da quest’ultima “chiusa” penso
risalti ancora di più, nel sacerdote
ge¬novese, un carattere ed una
persona¬lità da ammirare anche
per l’umiltà intellettuale, se non
altro perché pas¬savano allora tra
di noi quasi cin¬quant’anni di differenza!
Ritornando a Cristianesimo e
ordine civile, come dicevo, la sua
importanza storica si vede anche
perché uscì alla vigilia del Concilio Vaticano II e del Sessantotto.
Baget Bozzo in esso dava prova di
vedere lucidamente i problemi che
allora (ed ancora oggi, mutate circostanze e finalità), ci affliggevano. Dopo una breve ma ambiziosa
Premessa, nella quale il sacerdote
genovese (non lo era però ancora
al momento in cui scrisse questo
libro, perché sarà ordinato solo
nel 1967) si proponeva di «definire una posizione civile cristiana a
partire dai problemi della cultura
moderna», questi ultimi venivano
snocciolati in chiave storico-filosofica in 10 densi capitoli.
Uno dei più significativi è quello dedicato al Problema comunista (cap. VI). Il comunismo è indicato come ideologia potentemente
negativa perché assomma in sé
tutte le negazioni, tutte le forme
di salvezza senza conversione. Il
comunismo, quindi, sintetizza in
pieno, secondo Baget Bozzo, tutte
le negazioni della modernità ed è,
Marco Leonardi
L’età del vespro siciliano
nella storiografia tedesca
Olschki
pp. X-148 €. 22,00
Da Heinrich Finke (1855-1938) all’ultima
mostra internazionale sugli Staufer (2011), lo
studio e l’interpretazione dell’Età del Vespro
Siciliano (1250-1302) costituisce un elemento
costante della produzione storiografica tedesca. Lo studio qui presentato ricostruisce, in un
quadro d’insieme, il contributo dato dalla scienza storica tedesca, analizzata attraverso i
molteplici mutamenti di ordine metodologico e interpretativo propri di ogni epoca, allo
studio di un’epoca sentita come decisiva nella formazione di una propria “coscienza
nazionale”.
AA. VV.
Gli autori di questo libro ripercorrono la geL’Italia s’è desta
nesi dei due simboli nazionali per eccellenza
Cairo
e raccontano la storia del tricolore, fatta di
pp. 319 €. 16,00
momenti di clandestinità ma anche di gloria,
dalla nascita a Reggio Emilia nel 1797 alla sua adozione da parte della Repubblica italiana un secolo e mezzo dopo. E narrano anche la vicenda del nostro
inno, Fratelli d’Italia, ricostruendo la figura suggestiva del suo autore, Goffredo Mameli.
Ricky Martin
quindi, «lo svolgimento della capacità che la natura umana ha di
non attuarsi».
Altro tema centrale del libro
è quello della Restaurazione
dell’ordine civile (cap. VII), concetto quest’ultimo interpretato
fondamentalmente come una «crisi dell’universalità dell’autorità»,
che allora stava significando «direttamente ed immediatamente, la
crisi del suo fondamento trascendente».
Infine può menzionarsi, per il
suo andare contro-corrente rispetto alla cultura cattolica europea
del tempo, la riflessione anti-illuministica intitolata Dell’individualismo (cap. VIII).
Fra gli altri punti fondamentali,
d’interesse specificamente nazionale, si può citarne un altro, particolarmente attuale in quest’anno
anniversario dell’unità d’Italia.
Nel capitolo V, infatti, Baget Bozzo spiega per¬ché il c.d. Risorgimento sia so¬stanzialmente
fallito. Il motivo, se¬condo lui, è
che non è riuscito a fon¬dare in
modo giusto il concetto di nazione, rimanendo dipendente dalla
concezione del contrattualismo
francese «che porta nel suo se¬no
la decomposizione della società
e l’anarchia», mentre «la politica
è im¬potente senza un’autentica
verità». Ecco perché, scriveva,
«l’Italia si trova davanti al problema di una po¬litica
nuova, cioè di una
politica co¬stituita
organicamente in
rapporto con la verità, una politica
conforme alla fede
e mediata dalla
Gianni Baget Bozzo
filosofia,una nuova politica cristiana».
L’attuale “dittatura del relativismo” conferma il grande valore
della rivendicazione (quarant’anni fa’!) di una politica co¬stituita
organicamente in rapporto con la
verità che rappresenta il maggiore “lascito” culturale di Cristianesimo e ordine civile. In questo
li¬bro Baget Bozzo ebbe il coraggio di fissare dei punti fermi
che invece, negli anni seguenti,
sarebbe¬ro stati ampiamente abbandonati dalla classe dirigente
cattolica, cui ricordava, alla scuola di san Tommaso d’Aquino,
che l’ordine della grazia solleva
l’intero ordine naturale, sicché il
cristiano trova non nella natura
semplicemente, ma nella natura
elevata alla grazia, i criteri per il
retto operare. La Regalità di Cristo, quindi, secondo il sacerdote
genovese, non può non riguardare anche l’ordine naturale che, a
sua volta, è adeguatamente compreso solo nell’economia della
Grazia. Se non altro per la lucida
riproposizione di queste riflessioni, il libro di Baget Bozzo merita di essere riletto e considerato,
nell’ambito della cultura italiana,
nel novero (e, come ha fatto intelligentemente David Can¬tagalli,
inse¬rito nella collana editoriale)
dei “classici cri¬stiani”.
Edwin A. Abbott
Flatlandia
Einaudi
pp. XXXI-138 €. 8,00
“Flatlandia” è stato pubblicato anonimo nel 1882.
Abbott vuole spiegare la natura delle tre dimensioni
che conosciamo, in modo da prepararci all’eventualità di una quarta dimensione, ancora sconosciuta.
Così immagina un mondo a due dimensioni, Flatlandia, dove la terza dimensione è inconcepibile. Ma che cosa succede se
un abitante di Flatlandia si rende conto che un’altra dimensione è, non solo concepibile,
ma addirittura esistente?
Attraverso il confronto con il teologo Dietrich Giuseppe Pellegrino
Il travaglio
Bonhoeffer, ucciso nel campo di concentramento
della libertà
nazista di Flossenbürg nell’aprile del 1945, l’autore
Effatà
mostra come sia l’itinerario stesso dell’esistenza a
pp. 176 €. 19,00
raccontare ciò che è la libertà, che nell’intreccio
dell’accadere storico appare travagliata.
Nella storia, infatti, si manifestano la forza e il limite dell’agireumano, ma
nello stesso tempo le tracce dell’agire divino.
Per tutto l’arco di una carriera lunga quasi tre decenni,
Ricky Martin ha tracciato una linea tra la persona
reale e quella pubblica, scegliendo di tenere per sé
Arcana
le emozioni più profonde. Ora, per la prima volta,
pp. 252 €. 18,00
il Martin privato rivela dove l’ha portato la vita e
racconta il viaggio compiuto per raggiungere quel
luogo. In “Me”, Martin condivide i ricordi della sua infanzia, dei sacrifici della famiglia
per alimentare i suoi sogni e dell’esperienza, appena adolescente, con la celebre boy
band Menudo, cosa gli è costato e cosa gli ha insegnato.
Fernando Acitelli Può un padre lasciare un segno così indelebile da
Sulla Strada del padre indurre suo figlio a seguirne il solco per tutta la
Cavallo di Ferro vita? Spinto dal ricordo intenso del genitore, il
pp. 301 €. 17,50 figlio ci porta con sé in un emotivo viaggio a piedi
attraverso le strade di Roma, partendo dai resti della città antica per arrivare fino alla periferia sud (quella dove con il padre
ha condiviso l’amore per il calcio e i racconti della guerra), passando per i quartieri che hanno da raccontare qualcosa sul suo passato.
Il volume, che segue altri lavori pubblicati con lo stesso
Patrizia Patrizi
editore dalla scuola romana di psicologia giuridica, Psicologia della
propone una panoramica degli studi sulla devianza di devianza criminale
tipo criminale, affrontando diversi temi: l’evoluzione
Carocci
storica delle risposte istituzionali, gli attuali strumenti pp. 231 €. 20,00
normativi di conoscenza e intervento, le prospettive di
cambimento che lo stato dell’arte sembra sollecitare.
Tamora Pierce
“D’ora in poi sarò Alan di Trebond, l’altro gemello.
La
principessa
Alanna
E un giorno sarò cavaliere.” Nonostante sia una
Fanucci
ragazza, Alanna ha sempre desiderato diventare
pp. 212 €. 16,00
un cavaliere e avere una vita avventurosa. Suo
padre però ha predisposto per lei un avvenire diverso: studierà in convento
per essere una dama perfetta. Il suo gemello Thom, invece, farebbe di tutto
per evitare l’addestramento da cavaliere.
Me
LIBRI
LIBRI DA LEGGERE
8
L
INSERTO
Max Décharné
A rocket in my pocket
Arcana
pp. 317 €. 19,50
è
LEGGERE
Questa “Storia vera del Rockabilly” celebra le origini della
musica dei teenager, quella
primordiale miscela di country,
blues e hillbilly che sgorgò nel
Sud degli Usa per andare alla
conquista del mondo.
Una casa senza biblioteca è
come una fortezza senza armeria
(da un antico detto monastico)
a cura di Maria Grazia D’Ettoris
così recuperare in chiave medicea gli echi dell’antica tradizione familiare ghibellina.
La Storia d’Europa, infatti,
costituiva una palese esaltazione dell’ordine imperiale imposto nella respublica
christiana dalla dinastia di
Sassonia, egemone negli ultimi decenni del primo millennio, e in particolare da Ottone
I. Questo imperatore risollevò
le sorti dell’Europa cristiana, fortemente fiaccata dalla
decadenza politica ed ecclesiastica prodotta nel corso
dei regni degli ultimi sovrani
dell’indebolita dinastia carolingia. Con questa interpretazione Giambullari voleva additare nella cultura imperiale
un elemento di stabilità e di
ordine nella variegata penisola italiana. Alludeva così non
troppo velatamente all’idea
di Europa propria di Carlo V,
progettata, per quanto riguarda gli antichi Stati italiani,
già nella pace di Bologna del
1530. La sua storia, quindi,
rimarcava il favore per la politica imperiale germanica.
A riparlare approfonditamente del letterato fiorentino
è Francesco Vitale, studioso
di temi di storia cinquecen-
C
L’autore
Francesco Vitali si è laureato in Scienze Politiche
all’Università “La Sapienza” di Roma, dove ha successivamente conseguito il dottorato di ricerca in
“Storia della formazione dell’Europa moderna. Culture nazionali e idea d’Europa”. Si è occupato di storiografia cantimoriana e di temi di storia cinquecentesca fiorentina ed europea.
tesca fiorentina ed europea, nello studio Pierfrancesco
Giambullari e la prima storia d’Europa dell’età moderna, che esce presso FrancoAngeli (pp. 192, € 24).
Marco Bertoncini
Composti per varie occasioni in una lunga
serie di anni, i venti testi qui raccolti si inseriscono nell’appello alla memoria degli
italiani, sollecitato dal centocinquantenario
dell’Unità del Paese. Uomini e donne vi
appaiono immersi nei contesti delle loro
vicende individuali, e tuttavia sempre rivolti
alle ragioni di un migliore futuro per la
comunità, la nazione, il mondo.
R. Baritono e E. Vezzosi
Oltre il secolo americano?
Carocci
pp. 302 €. 22,10
Attacco all’America, trauma, lacerazione,
vulnerabilità, l’Orrore: sono solo alcune delle
espressioni usate per evocare l’attentato alle
Torri gemelle, l’11 settembre 2001. A dieci
anni da quel tragico evento, si può azzardare
una riflessione sul suo significato, sulla storia
e sulla politica statunitense? Si può considerare l’11 settembre uno spartiacque, una data
che segna un prima e un dopo?
1861-1901: è il quarantennio
cruciale della storia d’Italia.
“Iniziava da quel momento
una nuova storia, in cui lo
Stato e le istituzioni, le culture e i protagonisti che li
presupponevano si andavano
trasformando in moltiplicatori di energie ed eventi
sempre più lontani dalle
tematiche risorgimentali, soprattutto dopo il completamento
dell’unificazione nel 1870. In quegli anni fondativi l’Italia,
coerentemente con quanto accadeva sulla scena europea,
attraversò l’età del ‘liberalismo classico’, una fase storica
in cui si mantenne viva la convinzione della classe dirigente
di poter operare sul consolidato terreno del rapporto Parlamento/società civile, secondo il ‘classico’ mito del modello
britannico. Ciò era plausibile anche perché quel Parlamento
rappresentava, nel bene e nel male, l’istituzione in cui i liberali
credevano di ravvisare non solo l’organo di rappresentanza,
ma anche il motore ‘legislativo’ e ‘pedagogico’ dello sviluppo
della società civile.
Laurent Binet
HHHH
Il cervello di Himmler si
chiama Heydrich
Einaudi
pp. 342 €. 20,00
La storia che viene qui raccontata è una storia nota. Apparentemente nota: l’attentato a
Francesco Vitali Heydrich del 27 maggio 1942.
Pierfrancesco Giambullari In realtà, la sensazione è quella
e la prima storia
di leggerla per la prima volta,
d’Europa dell’età
in tutta la sua trascinante forza
moderna
narrativa e nella sua drammatica
verità documentaria. Il primo
FrancoAngeli
protagonista della storia è Reynard Heydrich, il braccio destro di
pp. 192 €. 24,00 Himmler, l’ideatore, nel gennaio del 1942 della Soluzione finale, lo
sterminio sistematico degli ebrei. Heydrich è il gerarca più spietato
del Terzo Reich, il macellaio di Praga, la bestia bionda. L’uomo
dall’infanzia problematica, segnata da due traumi: da una parte la
voce stridula e l’aspetto effeminato che gli valsero l’appellativo
di capra, e dall’altra il mistero di una presenza ebraica all’interno
della sua famiglia. Ben presto il giovane Heydrich comincia a
trasformarsi nell’incarnazione dell’ariano, ammirato da Hitler per
la ferocia e per l’efficacia delle sue azioni.
onservali nella tua
P. Francesco Casavola
Ritratti italiani
Guida
pp. 210 € 20,00
Fulvio Cammarano
Storia dell’Italia liberale
Laterza
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CULTURA
La Storia d’Europa
di Giambullari
a prima Storia d’Europa fu scritta tra
il 1544 e il 1555
dal letterato fiorentino, di
stretta osservanza medicea,
Pierfrancesco Giambullari.
Era una sorprendente analisi del divenire dell’Europa
dopo Carlo Magno, fra IX
e X secolo. Ne venne stampata un’edizione a Venezia,
postuma, nel 1566, sicché
l’opera non fu di fatto conosciuta fino alla riscoperta
ottocentesca attuata da Pietro Giordani. E nell’Ottocento molte furono le riproposte della Storia d’Europa,
soprattutto per ragioni di
purezza stilistica, fino alla
stroncatura operata da Benedetto Croce.
L’analisi dell’opera mostra un modello erudito di
stampo erodoteo, con un
uso preponderante di autori e fonti dell’umanesimo
germanico. Sotto il profilo
ideologico,
Giambullari
perseguiva una linea politico-culturale antiromana e
filo-asburgica, funzionale
alla politica antifarnesiana e antifrancese condotta
dall’allora duca di Firenze
Cosimo I. Egli intendeva
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
Giovanni Sale
La Chiesa di Mussolini
Rizzoli
pp. 299 €. 20,00
B
“Pregare. Se non aiuta certamente non
nuoce”: così Benito Mussolini riassumeva
il suo rapporto volutamente ambiguo con
il cattolicesimo. Ateo convinto, si era conquistato il favore degli squadristi grazie alla
sua veemente retorica anticlericale, ma una
volta salito al potere nel 1922 non esitò a
cambiare rotta pur di assicurarsi il sostegno
e la legittimazione delle gerarchie vaticane.
Antonio Turco
Anime prigioniere
Carocci
pp. 254 €. 23,50
Nell’attuale sistema penitenziario vige una
burocratizzazione del ruolo degli operatori
penitenziari e, in particolare, degli educatori.
Il sovraffollamento delle carceri e il numero ridotto di educatori nelle carceri hanno
svuotato di senso l’idea stessa di trattamento.
Appare utile rilanciare l’ipotesi di un modello poliprofessionale che raccolga in una
sola identità operativa capacità di gestione
del quotidiano e visioni di prospettiva che
sì muovano in direzione dell’inclusione
sociale.
iblioteca
David Finkel
I bravi soldati
Mondadori
pp. 305 €. 17,50
Gennaio 2007: era un momento difficile
della guerra in Iraq, il presidente Gorge W.
Bush aveva annunciato una nuova strategia
che comportava l’invio di altre truppe. A tal
scopo vennero mandati in Iraq molti giovani
soldati pieni di ottimismo, tra i quali i componenti del 2° battaglione, 16° reggimento
di fanteria americano. Il loro compito era
quello di pattugliare una delle zone più pericolose di Bagdad. Il libro racconta questa
esperienza.
Michele Pizzi
Frank Zappa
Arcana
pp. 511 €. 19,50
Frank Zappa “È stato la mente più acuta e
il critico sociale più sottile del rock”. La
parabola umana e artistica del musicista di
Baltimora si è snodata infatti in un confronto
continuo con i grandi temi della modernità,
analizzati con una lente spesso volutamente
deformante: la comunicazione, la sessualità, le convenzioni sociali, la politica come
“critica praticata”, la musica come veicolo
di cambiamento, la mercificazione crescente.
Matteo Plebani
Introduzione alla filosofia
della matematica
Carocci
pp. 174 €. 17,00
Di cosa si occupa esattamente la matematica? Che
cosa sono entità come numeri, insiemi, funzioni?
Che proprietà hanno (di cosa sono fatti, dove si trovano, quando hanno iniziato ad esistere)? Esistono
davvero? E se sì, in che senso? Come fanno i matematici a conoscere questi oggetti: scoprono come
sono fatti o li inventano? Di fronte alla matematica, i
filosofi si sono sempre posti domande di questo tipo.
Guido Ceronetti
Ti saluto mio secolo crudele
Einaudi
pp. 128 €. 17,50
“Rappresentare” il presente, graffiare il futuro,
proteggere il passato. E farlo attraverso frammenti pulsanti, che restituiscano il peso di un
secolo. Dalla parabola del cinema all’ultimo
grido del telegrafo, dal demoniaco Helter Skelter
dei Beatles al delitto di Novi Ligure, dal suicidio di Marilyn Monroe alla figura anonima di
un lucidatore di scarpe ebreo, dall’invenzione
del napalm alla tragedia dell’Undici Settembre,
dalle cui ceneri nasce, funesta fenice, il nuovo
millennio.
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
Letteratura Mediterranea
INSERTO
Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura.
L’uomo senza nome
Giovanna Crisà
A
mareggiati per aver
dovuto
abbandonare uno dei loro
fidati compagni in una tomba nel deserto, Harold e la
sua eterogenea combriccola
continuano il viaggio per
recuperare il Como dell’Arcobaleno. È un’impresa tanto ardua quanto eroica, resa
ancora più complicata dal
fatto che una notte i servitori del Senza Nome ruba-
no la Chiave, l’artefatto in
grado di aprire le porte che
conducono al terzo livello di
Hrad Spein. Fortunatamente
Harold e gli altri riescono
a localizzare la Chiave nel
palazzo del conte Balistan
Pargaid, servitore del Maestro, e Miralissa, l’affascinante principessa elfi-ca,
concepisce un ardito piano
per recuperarla. Ma i servitori del Maestro e le insidie
del Senza Nome continuano
a frapporre mille ostacoli tra
loro e il Corno: dovranno
lottare ancora contro inimmaginabili tradimenti, dolorose perdite ed esseri dai
pericolosi e arcani poteri
prima di riuscire a eludere i
temibili nemici che si sono
messi sulle loro tracce, e
completare così la missione
che salverà la loro amata terra da colui che è conosciuto
come il Senza Nome... L’uomo Senza Nome è il secondo episodio della serie Le
cronache di Siala.
Aleksej Pechov
L’uomo senza nome
Fanucci
pp. 408 €. 18,00
Breve storia dell’amore eterno
Quando iniziano ad amarsi, Till e Orsolya sono ancora due bambini. Bruno e
povero, lui. Bionda e aristocratica, lei. Mondi distanti
che si attraggono, nell’Ungheria sottosopra del secondo dopoguerra. L’amore
infantile cresce e li segue
fino all’università, dove le
rispettive differenze incrinano fatalmente la superficie del sentimento. Inizia
così una vertiginosa discesa
nell’abisso: di umiliazione
in litigio, di rottura in rappacificazione, i due si spo-
sano, si odiano, scendono a
improponibili compromessi, si avvelenano l’esistenza, si lasciano. Ma l’amour
fou che ha segnato a fuoco
la loro giovinezza sarà per
Till una condanna senza appello. Pubblicata nel 1963
in pieno socialismo reale,
questa storia che tesse colpa
e sentimenti fu presto soffocata dal clima austero del
regime comunista. Postfazione di Péter Esterházy.
Szilard Rubin
Breve storia
dell’amore eterno
Bur
pp. 268 €. 9,90
Christopher
Moore
Demoni
Elliot
pp. 256 €. 16,50
G. C.
Per mare e per terra
S
pagna 1481. Durante
il regno di Ferdinando e Isabella la penisola iberica vive una delle
pagine più oscure della sua
storia: Tomàs de Torquemada, a capo della Nuova
Inquisizione in Castiglia e
in Aragona, dà avvio a una
persecuzione senza pari nei
confronti degli ebrei e dei
conversos, i cattolici provenienti da famiglie giudaiche
convertite. La violenza è
inaudita, per essere sommariamente processati e gettati
in carcere basta un sospetto
anche non confermato, e gli
accusatori vengono gratificati con laute ricompense.
In quest’epoca di tumulti e
sconvolgimenti, la vita di
Luis de Santángel, cancelliere alla corte spagnola,
scorre tra mille insidie e
difficoltà. Uomo ricco e di
successo, Santángel tiene
nascoste le proprie origini
di converso con grande ap-
prensione, poiché il prestigioso ruolo che ricopre rende ogni suo gesto ancora più
visibile agli occhi degli inquisitori. Quando nelle sue
mani capitano dei misteriosi
testi ebraici, la prima reazione non può quindi essere che
di terrore cieco. Latore degli
antichi testi è un giovane
navigatore genovese, che ha
accompagnato Santángel in
un inutile viaggio a Roma
per cercare di convincere
il papa a frenare la follia di
Torquemada. Il capitano, un
uomo ambizioso che coltiva il sogno di raggiungere
un giorno via mare le Indie,
si chiama Cristoforo Colombo, e quei manoscritti
gli sono stati affidati da un
cartografo ebreo di Lisbona, con l’indicazione che tra
essi vi è una pergamena di
valore incalcolabile...
G. C.
Travis O’Hearn giunge a
Pine Cove convinto di aver
individuato in quella cittadina la persona in grado di
liberarlo dall’incubo che lo
ha perseguitato negli ultimi
settant’anni. L’incubo on
questione si chiama Catch,
è un demone voracissimo e
molto furbo che si trasforma
da creaturina invisibile di 90
centimetri a mostro squamato di 45 metri, ha sempre la
battuta pronta e gode di un
carisma niente male per essere un “cattivone”…
Silvia Marinozzi
Il campo di
fragole
Nuovi Autori
pp. 136 €. 15,00
J. Mitchell Kaplan
Per mare
e per terra
Neri Pozza
pp. 350 €. 17,00
Stella, Telly per parenti e
amici, unica figlia amata e
coccolata di una ricca famiglia pugliese, è in procinto
di coronare il suo sogno:
sposare entro breve James,
amico d’infanzia e poi unico
e grande amore. Un destino
crudele, però, li attende. James troverà la morte in un
incidente d’auto e Telly si
lascerà sprofondare in una
disperazione senza limiti...
9
Èdouard Bourdet
Fabio Caminada
Il ponte della luna
Gabriele Cappelli
pp. 248 €. 20,00
Gianmarco si trova in uno stato di incoscienza apparente.
Riuscendo comunque a percepire il mondo circostante, inizia un viaggio nei suoi ricordi e ripercorre la sua vita. Figlio
adottivo, oppresso da una madre possessiva e iperprotettiva
che gli nasconde il suo passato e le sue origini e praticamente ignorato da un padre sempre assente, viene ricoverato in
una clinica per disintossicarsi. Lì conosce Anselmo, vecchio
e burbero giardiniere della struttura che lo prende sotto la sua
ala protettiva e lo aiuta a emanciparsi “assumendolo” come
aiutante e diventando una vera e propria figura paterna, una
fonte di stimoli mai ricevuti prima.Con un estremo atto d’amore il giardiniere induce Gianmarco a partire furtivamente per un lungo viaggio ai confini del mondo e di se stesso.
Questo viaggio lo arricchirà di nuove esperienze e amicizie
riuscendo ad aiutarlo là dove la terapia e i farmaci avevano
fallito. Un viaggio che è una rinascita, una seconda possibilità. Con un coraggio che non credeva di possedere, il protagonista approfitta pienamente di questa occasione godendo ogni
giorno di quella nuova vita.Sia nel bene che nel male.
Alkison Noel
Night star
Fanucci
pp. 297 €. 16,00
Migliori amici a volte possono diventare i peggiori nemici,
quando conoscono tutti i tuoi segreti e le tue debolezze. Ever
è ancora alle prese con i capricci di Haven, la sua ex migliore amica, che la incolpa della morte di Roman; non importa
quanto lei cerchi di convincerla che si è trattato solo di un incidente, la sua furia non ha limiti ed è così determinata che
vuole vendicarsi distruggendo Damen ed eliminando Jude dalla propria strada. E inoltre sta per mettere insieme i tasselli di
un puzzle che può causare la loro rovina, soprattutto per il fatto
che nel passato di Damen si nasconde un terribile segreto che
getta nuova luce sulla sua relazione con Jude: è una verità così
oscura e brutale che potrebbe essere sufficiente a separare i due
ragazzi una volta per tutte. Per vincere la sfida con Haven, Ever
dovrà prima chiedere a sé stessa se l’unica strada percorribile
sia condannare la sua ex amica al buio dell’eternità, e soprattutto capire se apprendere la verità sul passato di Damen rappresenti davvero la chiave di volta del loro futuro insieme. Ever
e Damen sono alle prese con prove sempre più impegnative
per salvare il loro amore e vincere le imprevedibili sfide che si
affacciano sul loro futuro.
Paul Cleave
The Cleaner
Elliot
pp. 320 €. 18,50
Joe tiene sotto controllo ogni aspetto della sua modesta esistenza, incluso il lavoro che svolge di giorno presso il Dipartimento di polizia e quello “notturno” consumato nelle
strade della sua città, Christchurch, in Nuova Zelanda. Così,
quando scopre che una settima vittima è stata attribuita a un
famoso serial killer, soprannominato l’Intagliatore, rimane
piuttosto seccato. Il fatto è che Joe sa che l’Intagliatore ne ha
uccise solo sei, di quelle donne. Lo sa con certezza. Per questo ora si metterà sulle tracce di chi lo ha emulato, lo punirà
per quell’omicidio in più e farà in modo di incolparlo anche
per tutti gli altri. È un piano perfetto. Perché Joe “il lento”
è molto più sveglio di chiunque altro, anche se in centrale
pensano che sia lo scemo del villaggio, e sa già come fregare
la polizia. Deve solo riuscire a tenere sotto controllo le donne che gli stanno intorno, a cominciare da quell’invadente di
sua madre. Poi c’è Sally, che si occupa della manutenzione
della centrale, e che sembra averlo scambiato per il fratello
morto; e infine la misteriosa Melissa, l’unica donna che lo
abbia mai davvero capito, ma la cui sete di ricatti e torture
si fa ogni giorno più pericolosa… Ricco di suspense e di
umorismo nero, questo irresistibile romanzo d’esordio è stato il grandissimo best-seller internazionale che ha lanciato
il giovane scrittore neozelandese Paul Cleave tra i grandi
autori del thriller.
Religione
10
In dodicimila per don Guanella
A
rriveranno a Roma in oltre 12mila
per la canonizzazione di don Luigi
Guanella. Il Garibaldi della Carità
nato a Fraciscio (Sondrio) nel 1842 - così
chiamato da Pio XI - per il coraggio nell’affrontare ogni genere di impresa e diffondere, con parole ed opere di carità, Cristo nei
cuori dei bisognosi, è stato sacerdote zelante con una grande voglia di bene e fiducia
nella Divina Provvidenza. Così il cardinale
Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, nel corso della
conferenza stampa in Campidoglio di presentazione delle iniziative in programma
per l’occasione. «Imprenditore nel sociale
con una grande attenzione
alla persona,
don Guanella
a Roma va in
periferia e trasforma la cosiddetta Valle
dell’Inferno in
Valle Aurelia ha proseguito il
porporato -offrendo a gente Don Guanella
povera e ignorante un percorso di istruzione religiosa e civile. Per questa e tante altre
opere entra a far parte dei santi sociali che
hanno contribuito a fare gli italiani e di cui
purtroppo non c’è traccia nei libri di storia».
Oggi i guanelliani, presenti in 20 nazioni
di 4 continenti, offrono a Roma uno scudo
di carità che va dall’Appia Antica a Valle
Aurelia, ha evidenziato la vicaria generale Sr. Giustina Valicenti. Tre centri di riabilitazione, oltre 700 disabili accolti, 400
operatori, una mensa per i poveri, un centro di ascolto e orientamento lavorativo per
immigrati, una parrocchia (S. Giuseppe al
Trionfale), una scuola materna ed elementare, una casa per anziani e una per ferie.
25 i religiosi, 150 le religiose, centinaia i
volontari. La capitale deve molto a Don
Guanella, ha sottolineato il sindaco Gianni
Alemanno, che attesta come, dopo la caduta delle ideologie, la dottrina sociale della
Francesco Scognamiglio
Francesco e il sultano
Messaggero
pp. 119 €. 7,00
Attraverso una rilettura del capitolo XII
della Regola Scognamiglio offre un’indagine storico-critica sul complesso rapporto tra Francesco e l’islam, nel contesto
della fraternità in missione. Infine, l’autore si sofferma sulle ricadute della proposta
francescana per l’oggi della nostra storia,
lasciandoci stimolare dalla profezia dello
“Spirito di Assisi” per il dialogo tra le
religioni, in particolare con l’islam, e tra
le culture e l’impegno per la pace.
Lorenzo Fazzini
Un Vangelo per l’Africa
Lindau
pp. 142 € 12,00
Cesare Mazzolari intrepido annunciatore del
Vangelo, ha sfidato i bombardamenti, la carestia, i sequestri per portare la consolazione di
Cristo e far sentire la vicinanza della Chiesa.
A 74 anni racconta in questo libro la vita
della sua missione. E lancia un severo monito
all’Europa e all’Occidente: solo il primato
di Dio e il sentirsi una famiglia “globale”
potranno garantire un futuro di pace in tutto
il mondo.
Chiesa continua a produrre opere che sono
vive e che si mettono al servizio degli uomini.
Tra le iniziative presentate dal Centro
Studi Guanelliani, che prosegue la sua ricerca di materiale storico, (centro.studi@
guanelliani.it) - due volumi editi dalla san
Paolo: «Accordò la terra con il cielo», «Luigi Guanella santo» e «Le vie della Provvidenza. Autobiografia di un santo»; inoltre
è previsto un congresso nazionale a Roma
(6-8 ottobre) sulle nuove frontiere della disabilità con esperti da tutto il mondo e, poi,
una mostra d’arte realizzata dai ragazzi di
Via Aurelia
Antica (1531 ottobre al
Chiostro del
Bramante).
Venerdì 21 a
San Giuseppe
al Trionfale è
prevista una
serata
con
i
cantautori
guanelliani ci
sarranno anche don Giosy
Cento ,Roberto Bignoli e il
Coro Nivalis mentre sabato 22 a S. Paolo
fuori Le Mura è in programma una veglia
di preghiera; e lunedì 24 (festa liturgica del
Santo) una messa di ringraziamento presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone. Da
martedì 25, infine, il pellegrinaggio a Como
e nei luoghi guanelliani. Per romani e turisti
un’attenzione particolare: dal 16 al 22 ottobre sul circuito tv della metro la clip realizzata per condividere la notizia della canonizzazione e domenica 23 nel pomeriggio
festa a Piazza Farnese.
Per Roma ha sottolineato don Mario Carrera, postulatore generale- sono in cantiere
inoltre tre progetti speciali: uno destinato
ai giovani delle scuole superiori e delle
università (settimane di volontariato per
tornare alla scuola della vita), una grande
festa per la cittadinanza in uno dei parchi
di Roma con attività proposte dai ragazzi
dei centri; un convegno, dove saranno loro
maestri di vita a salire in cattedra..
I
L
Questo libro racconta la storia di una donna
(1891-1942) che è stata chiamata Edith in
famiglia, signorina Edith Stein al liceo, dottoressa Edith Stein all’università, suor Teresa
nel Carmelo, matricola 44074 ad Auschwitz
e santa Teresa Benedetta della Croce dalla
chiesa. Un’ebrea convertita al cattolicesimo
grazie a santa Teresa d’Avila e proclamata
dalla Chiesa compatrona d’Europa.
Diego Manetti
Ipotesi su Medjugorie
San Paolo
pp. 184 €. 14,00
I dieci segreti, le conversioni, le guarigioni
e i documenti scientifici. Dalle prime apparizioni del 24 giugno 1981 a oggi, l’autore
introduce il lettore nel mistero di Medjugorje, ponendosi le domande di ognuno ed
elaborando ipotesi che obbligano a riflettere.
Perché tanta gente si converte? Quali sono
i dieci segreti annunciati? E ancora, i sei
giovani veggenti e la loro esperienza.
Riflettiamo con i Libri
Chi siamo? Da dove veniamo? Qual è il nostro
destino? La novità è quella di concepire un Dio
non solo come creator, ma anche e soprattutto
comeevolutor. Questo libro intende dimostrare che
le risposte alle questioni sull’origine del mondo
e dell’uomo nascono da un insieme di contributi scientifici, filosofici e
teologici. Contributi, tra gli altri, di Gianfranco Ravasi, Antonio Lattuada, Giorgio
Manzi, Santiago Sanz Sánchez.
Antonio Ventre
Il barbone
Edb
pp. 140 €. 12,50
Dopo aver descritto cos’è e quali sono gli elementi
che determinano l’autostima, il libro suggerisce
anche numerosi atteggiamenti pedagogici, accorgimenti e strategie, per imparare a educare e
conservare l’autostima nei propri figli e in generale
nei bambini e ragazzi (da 0 a 12 anni).
Germain Duclos
L’autostima di
tuo figlio
San Paolo
pp. 69 €. 8,00
Il testo intende raccontare come stia cambiando l’Italia
dal punto di vista religioso. La trama è costruita su due
registri: da un lato, raccogliendo e commentando i dati
disponibili sulle molte e diverse presenze religiose (dai
sikh ai musulmani, dagli ortodossi alle nuove chiese
cristiane di matrice pentecostale latino-americane, africane e asiatiche) e,
dall’altro, illustrando i vari volti dei nuovi credenti. La finalità è di fornire al lettore una
bussola per orientarsi.
Enzo Pace
Vecchi e nuovi dei
Paoline
pp. 165 €. 14,00
L’itinerario guida i bambini, i loro catechisti e i M. Pappalardo, L. Scolari
genitori nella preparazione della prima comunione,
Per me tu prepari
considerata come culmine e paradigma della vita
una mensa
cristiana; l’obiettivo è invitarli ad accostarsi a Dio
Edb
e al suo amore per gli uomini. Ciascuna delle otto
pp. 154 €. 10,00
tappe sottolinea un aspetto o un dono che scaturisce
dall’eucaristia, con uno sguardo che abbraccia tutte le dimensioni proprie di un
percorso di catechesi.
“Perché la Chiesa, maestra di cose
spirituali, che possiede un tesoro
straordinario, che propone una soluzione alla vita da millenni, non sa
più parlare al cuore delle persone?
Perché è entrata in una incomunicabilità insostenibile? Perché, mentre le giovani generazioni esprimono
il disagio di vivere, non riesce a essere credibile mentre comunica il Vangelo?” Paolo Curtaz, prete per molti anni, oggi ha una famiglia e un figlio. Ora cerca
di rispondere a queste domande.
Paolo Curtaz
Perché restare cristiani
Mondadori
pp. 148 €. 17,50
Un’accurata analisi del cambiamento delle relaDomenico Cravero
zioni affettive, familiari e sociali e una proposta La pastorale centrata
di un percorso pastorale innovativo e concreto
sull’affetto
per dare centralità alla pastorale matrimoniale,
Messaggero
lasciando intravvedere come la catechesi sia il
pp. 423 €. 33,00
banco di prova della parrocchia rinnovata.
ibri dello
Yann Moix
Morte e vita di Edith Stein
Messaggero
pp. 126 €. 11,00
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
S
pirito
Paola Radif
Con Dio al fianco
Paoline
pp. 52 € 4,00
Come parlare dei sacramenti ai figli, ai bambini
che si preparano a riceverli? Come parlarne agli
adulti che li ricevono per la prima volta?In sette
capitoli, uno per ogni sacramento, viene presentata la storia, esaminati alcuni luoghi comuni che
ne impoveriscono la comprensione, illustrato il
rito e offerta una sintesi, essenziale come uno slogan, che aiuta a concretizzare un atteggiamento
vitale relativo al sacramento presentato.
Benedetto XVI
Un cuor solo, un’anima sola
Marcianum Press
pp. 100 €. 7,00
“Senza di me non potete fare nulla. Chi rimane in me e le mie parole rimangono in lui
porta molto frutto. Rimanete nel mio amore”.
Dal Vangelo di Giovanni.
Benedetto XVI indica la strada per rimanrere
in Gesù di Nazareth e lasciarsi istruire da
Lui. Al mondo della cultura il Papa chiede di
essere capace di attingere costantemente alla
bellezza dell’arte, del sapere e delle relazioni
tra gli uomini e i popoli.
Giovanni della Croce
Notte oscura
Edb
pp. 184 €. 14,00
Il trattato la Notte Oscura del grande mistico
spagnolo (1542-1591), ­fondatore dell’Ordine
dei Carmelitani Scalzi, santo e dottore della
Chiesa, considerato uno dei maggiori poeti in
lingua spagnola ­costituisce un dittico dottrinale
con la Salita del Monte Carmelo, a cui si ispira.
In esso Giovanni commenta e spiega il significato del suo testo poetico, in cui descrive il
viaggio dell’anima dalla propria sede corporea
verso l’unione con Dio. Il testo ha un forte
significato teologico e letterario.
Innocenzo Gargano
Lectio divina sul
Vangelo di Matteo/5
Edb
pp. 159 €. 13,50
Il testo commentato appartiene a uno dei
cinque grandi discorsi in cui Matteo struttura il suo Vangelo, il “discorso ecclesiastico”, nonché alla sezione narrativa che lo
introduce. Non mancano eventi, episodi,
miracoli, situazioni personali di Gesù e dei
suoi discepoli sui quali Matteo sollecita la
particolare attenzione dei lettori.
Informazione Regionale
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
dalla
Calabria
D
rapia (VV) - «E’ora
di svegliarsi». E’ questo il monito di Mons.
Giuseppe Morosini, vescovo di
Locri-Gerace, a conclusione del
convegno regionale di pastorale
giovanile, svoltosi dal 30 settembre al 2 ottobre a Drapia, vicino
Tropea, al quale ha partecipato anche una delegazione della diocesi
crotonese. «La vita non ci attende
- ha continuato Mons. Morosini,
coordinatore del convegno - la
frattura della Chiesa con il mondo
giovanile si è già consumata, dobbiamo recuperarla, inserendo il
movimento di pastorale giovanile
in un contesto di apertura missionaria». Parole queste in linea con
il titolo del convegno “faceGod
(volto di Dio) - tanti contatti più
relazioni”, che ha visto la partecipazione di tutte le dodici diocesi
della Calabria. Dal convegno è
300 bambini al Recital “
Aspettando con gioia il Papa”
Lamezia Terme - Oltre 300
alunni dell’ Istituto Comprensivo
“ Don Milani, diretto da Maria
Miceli, hanno assistito al Recital
“ Aspettando con gioia il Papa”
presentato loro dai bambini dell’
Oratorio della parrocchia di San
Michele Arcangelo di Platania
nella sala polifunzionale dell’ istituto. Aprire il cuore al Vicario di
Cristo, Benedetto XVI, per la sua
visita alla città
di Lamezia Terme, tanto attesa
da tutta la città,
e comunicare a
tutti la loro gioia
fino all’ ultimo è
stato, secondo il
parroco don Pino
Latelli, il motivo
propulsore
che
ha spinto i bambini dell’ Oratorio parrocchiale a
riproporre, agli alunni del “Don
Milani” e ai genitori, lo spettacolo, già presentato con successo
a Platania qualche mese fa. Musica, balli e canti sono stati gli
elementi fondanti del Recital durante il quale è stata raccontata la
biografia del Pontefice Benedetto
XVI nei tratti più salienti a partire
dall’ infanzia fino all’ elevazione
tutta la platea. Sullo sfondo di una
grande slide, sulla quale si sono
alternate le splendide immagini del Papa risalenti al tempo in
cui era bambino a quelle dell’ età
adulta e recenti, i bambini hanno portato a termine lo spettacolo
in un clima gioioso e sereno che
ha favorito la socializzazione e
il confronto tra le scuole di Platania e Lamezia. È stata, questa,
un’ opportunità che ha permesso
di arricchire il percorso educativo e la formazione dei bambini attraverso contenuti religiosi
e contemporanei riferiti al Sommo Pontefice e intrecciati con la
quotidianità. « Sembra strano - ha
detto don Pino Latelli durante la
conduzione del Recital - che ci
siano piccoli studenti ignari dell’
evento storico riguardante la venuta
del Papa e che non
seguono la Tv da
cui attingere queste
importanti notizie».
Soddisfatta la dirigente scolastica del
“Don Milani”, Maria Miceli, per aver
contribuito, con la
sua disponibilità ed
apertura, ad elevare
il livello culturale
al trono di Pietro. Lo spettacolo è dei suoi alunni e per aver favoiniziato con un ballo di gruppo nel rito un valido processo di sociaquale i bambini hanno subito evi- lizzazione e integrazione fra due
denziato una grande abilità che ha scuole un po’ distanti tra loro ma
permesso loro di controllare i mo- appartenenti al comprensorio lavimenti della danza un po’ limitati metino. Un riconoscimento per il
a causa del palco risultato un po’ felice esito dello spettacolo va alle
angusto e allestito in base all’ am- animatrici dell’oratorio parrocpiezza della sala. Subito dopo i chiale di Platania, Suor Luciana,
bambini hanno eseguito il canto “ Lorena Villella, Sharon Gigliotti,
Mamma Maria” con buona tonali- Elena Villella e Maddalena Cimità e ritmo adeguato coinvolgendo no che con impegno ed entusiai compagni del “Don Milani” che smo hanno preparato i bambini
hanno cantato insieme a loro con dell’ Oratorio.
trasporto ed entusiasmo facendo
risuonare la loro voce briosa in
Don Pino Latelli
11
Ripensare la pastorale giovanile
emersa la necessità di tornare ad
evangelizzare, in un periodo storico in cui si assiste ad una vera
e propria epoca di “scristianizzazione”. In Calabria, in particolare, la catechesi rivolta ai giovani
non può non essere legata al tema
della legalità. «Se si viene meno
alla legalità - ha aggiunto ancora
Mons. Morosini- e come se si venisse meno ad uno dei comandamenti di Dio».
Il convegno è stato struturato
in due fasi principali. Nella prima
fase, attraverso diverse relazioni,
è stata fatta una lettura della condizione giovanile, sia dal punto
di vista socio-culturale che dal
punto di vista educativo-pastorale. Tra i tanti interventi quello di
Enzo Romeo, giornalista calabrese, vaticanista e inviato del TG2,
il quale ha sottolineato che la piaga peggiore della nostra regione
è l’assuefazione. «I giovani della
Calabria - ha dichiarato Romeo
- devono imparare a camminare
su due gambe: la riscoperta del
senso civico e l’appartenza religiosa. I giovani calabresi devo-
no rimanere
nella propria
terra perché
la Calabria si
sta desertificando, puntando
sulla
forza
della
fede, in una
società nella
quale Dio viene escluso, è
messo tra parentesi».
La seconda
fase del con- Rappresentanti della diocesi di Crotone-Drapia (Vv)
vegno ha visto protagonisti i gioAl convegno sono intervevani che, divisi in diversi gruppi nuti anche il Prof. Enzo Bova,
di studio, hanno affrontato, con- docente Unical, Don Armando
frontandosi tra di loro, la tematica Matteo, autore del libro La pridella cittadianza attiva, della for- ma generazione incredula, Don
mazione, del lavoro, del tempo li- Giovanni Maurello e Mons. Piebero, dell’evangelizzazione, della tro Santoro,vescovo di Avezzano.
vita nello Spirito. Il confronto tra Due sono stati i principali mole diverse realtà giovanili diocesa- menti di preghiera vissuti intenne ha portato in luce una serie di samente da vescovi, preti, suore,
punti di debolezza da trasformare educatori, educandi che hanno
in punti di forza, quali la mancan- preso parte al convegno: la veglia
za di formazione, di coesione e di di preghiera, presieduta da Mons.
speranza.
Vittorio Mondello, arcivesco metropolita di Reggio Calabria, e la
celebrazione eucaristica domenicale, presieduta da Mons. Mariano Crociata, segretario generale
Cei. Quest’ultimo, durante l’omelia, sottolineando l’importanza
della responsabilità personale di
ciascuno, ha citato una frase di
Sant’Ignazio di Loyola “Agisci
come se tutto dipendesse da te
stesso”.
Antonella Palermo
Un momento della veglia di preghiera-Drapia (Vv)
Miss Italia a Palazzo Campanella
R
eggio Calabria - Il presidente del Consiglio regionale della Calabria
Francesco Talarico ha ricevuto
a Palazzo Campanella la nuova
Miss Italia, la calabrese Stefania
Bivone. Talarico, si è congratulato con la giovane studentessa di
Sinopoli per il successo ottenuto
al concorso di bellezza di Montecatini ed ha auspicato che possa
essere idealmente ambasciatrice
delle nuove generazioni calabresi,
trasmettendo un messaggio di positività, intelligenza e modernità.
“Non solo la sua fresca e naturale
bellezza – ha detto Talarico – ma
per il suo stile, la compostezza e ra Talarico – tutti i suoi sogni di
la maturità, con cui si è espressa giovane studentessa e di più bella
nelle interviste e in altre occasioni d’Italia e di continuare a sentirsi
pubbliche, possiamo affidarle il orgogliosa delle sue radici calacompito di rappresentare il volto bresi e mediterranee”.
nuovo e sereno
della nostra Calabria e dei giovani
che in tutti i campi, principalmente
in quello scientifico e culturale,
rappresentano il
futuro della nostra
regione. Le auguro di realizzare
– ha detto ancoIl Presidente e Talarico e Miss Italia
La Calabria alla fiera
mondiale dell’agroalimentare
S
i è inaugurata sabato 8 ottobre a Colonia in Germania l’edizione 2011 della
fiera internazionale della agroalimentare “Anuga”. La Regione Calabria, grazie all’impegno
dell’Assessorato all’Agricoltura
Foreste e Forestazione, ha risposto positivamente consentendo la
partecipazione di ben 43 aziende
del comparto che hanno avuto una
grande occasione di visibilità e di
confronto in quella che è definita
la vetrina più importante d’Europa per l’agroalimentare. E’ stato
lo stesso Ministro italiano per le
politiche agricole Saverio Romano insieme all’Ambasciatore
italiano in Germania Michele Va-
lensise ad inaugurare il padiglione
Italia all’interno del quale trova
spazio anche l’area della Regione
Calabria. Per l’occasione era presente l’Assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra che
ha accompagnato il Ministro e
l’Ambasciatore per una visita con
degustazione dei prodotti tipici
calabresi, soffermandosi sulle numerose eccellenze regionali quali
la nduja, la cipolla rossa, l’olio, i
salumi ed i vini. Grande apprezzamento è stato espresso dal Ministro Romano per la presenza così
qualificata di prodotti calabresi ad
“Anuga”, una scelta strategica che
la Regione, guidata dal Presidente
Scopelliti, ha voluto fare, offren-
do una concreta opportunità ai
produttori calabresi nella più importante vetrina mondiale dell’agroalimentare. Anche in questo
caso si tratta di promuove al meglio il proprio territorio, puntando
anche su un settore che offre molti
prodotti di qualità e che in molti
casi caratterizzano il territorio di
produzione. Un esempio, è stato
detto, che dovrebbe essere preso a
modello da altre Regioni. La Germania rappresenta, in percentuale,
il mercato più importante per l’export italiano nel settore dell’agroalimentare, una scelta quindi ben
ponderata dalla Regione che mira
rafforzare i contatti internazionali
delle aziende calabresi.
12
Informazione Regionale
Il fascino delle “vecchie signore”
ammalia gli appassionati
dalla
Sicilia
R
agusa - Non avranno il
rossetto. Né l’ombretto.
Ma il fascino che riescono
ad emanare non ha nulla da invidiare a quello delle belle donne.
Ecco perché, sabato mattina 10
settembre, a Ibla, cuore barocco
di Ragusa, le “vecchie signore”
che partecipano alla sedicesima
edizione della rievocazione storica dell’Autogiro della provincia di Ragusa hanno ammaliato i
presenti grazie alla magia ancora
in grado di trasmettere. La manifestazione internazionale di regolarità per auto storiche promossa
dal Veteran Car Club Ibleo, valida come trofeo “Vittorio Zanon”,
dopo il raduno di ieri pomeriggio,
è entrata nel vivo con la passeggiata culturale che, da Poggio del
Sole, sulla strada provinciale per
Marina, ha permesso ai partecipanti di immergersi nelle fantastiche atmosfere dell’area iblea.
Quindi sosta in piazza Odierna,
dinanzi ai Giardini iblei, dove,
per i partecipanti, c’è stata la possibilità di conoscere più da vicino
la storia dei monumenti barocchi, con la sapiente visita guidata dall’architetto Salvo Giliberto.
Pane per i denti dei tanti appassionati che, approfittando della sosta
delle auto storiche, si sono dilettati a riconoscere i tanti “pezzi”
celebri che rappresentano i tasselli incantevoli di una collezione
insostituibile.
Occhi puntati,
ad esempio,
sulla prima
“Pantera”
della Polizia
di Stato, una
Alfa Romeo
Super 1900
del 1954 guidata dall’equipaggio
MonterossoRizza. Un’au-
to che ha, semplicemente, fatto la
storia delle forze dell’ordine nel
nostro Paese. Non di meno gli
occhi degli attenti curiosi sono
andati a finire su un’altra Alfa Romeo, una 1750 Gt addirittura del
1930. Un “Coupè” di grande tradizione motoristica e dalle ottime
condizioni che costituisce uno dei
pezzi di impareggiabile bellezza di questa sedicesima edizione
dell’Autogiro. Lo stesso dicasi
per la Jeep motorizzata Ford del
1944, abbandonata dalle truppe
americane di stanza negli Iblei in
occasione della Seconda Guerra
mondiale e rimessa a nuovo. Altra
auto storica che merita i riflettori,
per l’anzianità che non ne scalfisce, però, il fascino, la De Soto
Six Torpedo del 1928, con equi-
paggio Amico-Giannone. E poi in
primo piano le sfide di carrozzeria e di linee tra Porsche 911 E,
Lancia Montecarlo e Alfa Romeo
Spider che garantiscono una ideale continuità tra il passato e un
presente relativamente recente.
Tra le altre auto, una Fiato 508 C
del 1937 e una Lancia Ardea del
1952. “Ma tutte le vetture che rievocano l’Autogiro – chiariscono
gli organizzatori del Veteran Car
Club Ibleo – meritano la massima
attenzione perché sono curate con
grande passione da estimatori che
fanno rivivere l’epopea motoristica dei tempi andati”. Dopo la
prima prova di precisione, che si
terrà nel pomeriggio, dalla diga
di Santa Rosalia sino a Giarratana, per poi raggiungere contrada
Cento anni di presenza carmelitana a Ragusa
“
Un monastero di clausura in
un ambiente come la città è
un luogo di una straordinaria
intensità di preghiera”. Ha esordito così don Carmelo Mezzasalma,
fondatore e superiore della comunità San Leolino di Firenze, nel
presentare, mercoledì 13 settembre scorso, i motivi che ha spinto
il monastero di Santa Teresa a organizzare il convegno avente per
tema “Cento anni di presenza carmelitana nella città di Ragusa”.
Un convegno, tenutosi nella chiesa di Santa Teresa del Gesù, che
ha visto la presenza del vescovo
di Ragusa, mons. Paolo Urso, del
prof. Giuseppe Barone, preside
della facoltà di Scienze politiche
di Catania e ordinario di Storia
contemporanea, di padre Diego
Ciccarelli, docente di Paleografia
all’Università di Palermo e direttore della biblioteca francescana,
della studiosa Tullia Giardina,
di padre Gaudenzio Gianninoto,
commissario di Sicilia dell’Ordine dei carmelitani. C’erano anche
padre Angelo Gatto, superiore dei
carmelitani scalzi di Ragusa, e
Carmelo Arezzo che, durante i lavori del convegno, ha presentato
il volume celebrativo del centenario di fondazione del monastero.
“La comunità delle carmelitane
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
scalze – ha ricordato don
Mezzasalma – che ha il carisma della preghiera, rappresenta per tutta la città
una grande benedizione. La
preghiera, infatti, è il fondamento della vita cristiana. E in questo monastero,
anche con l’esperienza di
vita che ci arriva dalla beata Maria Candida dell’Eucaristia, ha raggiunto il suo
livello più elevato”. Anche
il vescovo di Ragusa ha chiarito
che il “monastero rappresenta un
polmone di spiritualità, un luogo
che diventa un’oasi di pace, di
silenzio, di preghiera, quella realtà ricca che permette a chi opera
all’esterno di ricevere tutte quelle
forze, quelle energie necessarie
per affrontare la vita di tutti i giorni. Cento anni di presenza silenziosa a Ragusa ma certamente efficace”. Padre Ciccarelli, invece,
ha offerto una inedita descrizione
dell’Ordine carmelitano in Sicilia
visto da un’angolazione culturale, chiarendo come insegnavano,
cosa scrivevano, come sviluppavano i propri studi anche nell’articolazione delle biblioteche. Si
è pure soffermato in breve sulla
“Bolla Sabatina” e sullo sviluppo
della devozione dello scapolare,
una delle più amate e
praticate in tutto il mondo cattolico.
Di grande impatto, poi,
l’illustrazione
storica
del prof. Barone che ha
fatto riferimento alla
realtà ragusana dell’ultimo secolo. “Questo
centenario – ha spiegato
– pone tre grandi questioni. Una riguarda la
storia religiosa e della
R
spiritualità che tra fine Ottocento
e primo Novecento è una caratteristica di Ragusa e della società
del capoluogo. E’ difficile riscontrare in altre città della provincia
un simile afflato religioso che poi
peserà nelle vicende successive. Il
secondo elemento è che questo rifiorire della religiosità si inquadra
in una straordinaria crescita della
città, economica, culturale, proprio nei primi anni del Novecento.
Non è solo l’agricoltura dell’altopiano ma è anche l’attività mineraria, una crescita delle professioni, delle attività terziarie, la città,
insomma, si prepara a diventare
il futuro capoluogo di provincia.
Infine, il terzo elemento. C’è una
questione grande che si chiama
famiglia Schininà e che è la protagonista assoluta della spettacolare
crescita di Ragusa superiore, dal
marchese di Sant’Elia al ramo cadetto dei baroni di San Filippo, a
suor Maria Schininà, figura prestigiosissima. E pone un interrogativo agli studiosi che spesso studiano solo Ibla e magari la famiglia
Arezzo e non sottolineano la centralità di quest’altra famiglia che
è stata la protagonista indiscussa
della crescita della parte superiore
della città”.
Mandrie Vecchie alle porte di
Monterosso Almo, l’Autogiro si
preparerà per la giornata di domani. Partenza alle 9 da Poggio del
Sole resort, sulla provinciale per
Marina di Ragusa, e quindi i concorrenti affronteranno la seconda
tappa con delle prove speciali in
cui si metteranno a confronto i
tempi sui cronologici. L’itinerario prevede un tratto sino alla
frazione rivierasca del capoluogo,
attraverso la vecchia strada per
Donnalucata, mentre dopo si raggiungerà il porto turistico. Quindi,
Casuzze, Caucana e Punta Secca
per poi fare ritorno alla base attraverso la zona di contrada Cimillà.
La premiazione è fissata domani,
dopo il pranzo, a Poggio del sole
resort.
Boom di presenze alla
25° “Sagra dell’Uva”
occazzo (RG) - Un boom
inaspettato. Ma proprio
per questo motivo ancora
più gradito. Ben sedicimila presenze in due giorni a Roccazzo per
l’edizione della “Sagra dell’Uva”
che ha festeggiato il traguardo
del quarto di secolo. Venticinque
appuntamenti che testimoniano
la bontà di una formula che, ogni
anno, sotto il segno della genuinità, riesce a catturare un numero sempre maggiore di visitatori.
Con la novità, quest’anno, della
nuova location al mercato ortofrutticolo che è risultata parecchio
apprezzata visto che ha permesso
una sistemazione più articolata
degli stand della degustazione,
una maggiore disponibilità di
parcheggio oltre alla presenza
di numerosi venditori ambulanti
che hanno reso ancora più effervescente tutto ciò che ha fatto da
corollario alla sagra. Senza dimenticare la predisposizione di un
palco dalle grandi dimensioni su
cui si sono esibiti Giò Dipasquale,
finalista a Castrocaro 2011, e i ragazzi di “Amici”, Andrea Vigentini e Iacopo Distefano, magistralmente accompagnati dalla Live
Modern Orchestra. Ma a recitare
la parte del leone, nella kermesse
promossa dall’Associazione Giovanile Roccazzo, è stata la degustazione dei sapori classici della
vendemmia, con oltre cinquemila litri di mosto utilizzati per la
preparazione di mostarda e “cudduredde”, per non parlare delle
centinaia di chili di salsiccia e di
frittelle che sono andati via come
se nulla fosse tra l’apprezzamento
generale. Non è mancata neppure l’attenzione riservata all’uva,
messa a disposizione dei visitatori
in diverse varietà, a cominciare
dalla specialità Italia, la regina
della tavola. I settanta compo-
nenti che fanno capo all’Associazione Giovanile Roccazzo hanno
animato una macchina organizzativa perfetta che ha fatto fronte
in maniera efficace alla continua
richiesta di prodotti saporiti e genuini, trasformando il cuore logistico del mercato ortofrutticolo in
una vera e propria “cittadella della
vendemmia”. Presenti il presidente della Provincia regionale, Franco Antoci, il consigliere provinciale Giovanni Mallia, il sindaco
di Chiaramonte Gulfi, Giuseppe
Nicastro. “Non ci aspettavamo
un simile successo – spiegano
gli organizzatori – siamo rimasti
spiazzati. Mai la sagra aveva visto
una simile partecipazione di visitatori. Segno che, nel corso degli
anni, la manifestazione è cresciuta
e che, adesso, viene vista come un
vero e proprio punto di riferimento sul fronte della degustazione e
dell’intrattenimento all’insegna
della spensieratezza in questa fase
di fine estate e d’inizio autunno”.
Cultura
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
Alla riscoperta dei grandi d’ogni tempo che hanno
I
San Francesco in meditazione
olio su tela cm 123x 92,5
Roma, chiesa di San Pietro a
Carpineto in deposito presso
la Galleria Nazionale
d’Arte antica
I
U
Caravaggio l’antiaccademico, Caravaggio che non mistifica, che
non nasconde il suo essere concretamente uno del popolo, calato
nella veracità del suo tempo, entusiasta della cristianità dei primordi ispirata ai dettami della povertà e della semplicità.
nvito all’
U
prio alla Cultura fare da volàno al Turismo
quando il binomio “sole &mare” non è meteorologicamente spendibile.
occa a Rosalba Leonardi, già presente al “Padiglione Sicilia” sede di Siracusa della Biennale, firmare il gran
debutto di “OMAGGIO A TAORMINA”: il
1 ottobre, il Palazzo Duchi S. Stefano ospita la sua intrigante mostra di pittura e “concrezioni” “Percorso Ma-Donna”, a seguire,
il 2 ottobre, nell’ex- Chiesa S. Francesco di
Paola, antica Cattedrale della Città, la mostra “I Cunti”, organizzata dall’Associazione Dyonisos. Sempre nel mese di ottobre,
alla Chiesa di Santa Caterina, si terranno
due concerti: l’8 quello del ”Taormina Ensemble”, con il mezzo-soprano Carmine
Elisa Moschella, ed il 28 “Il quintetto Orchestra a Plettro Città di Taormina”, mentre
in Piazza IX aprile il 15 si scatenerà la band
“XRM” di Mario Grimaudo, ed al Duomo,
il 22, sarà la volta del recital melodico del
M° Filippo Arlia e del M° Giuseppe Scigliano, dell’Associazione “Mousikè”.
La programmazione di novembre prevede tre mostre, due di fotografia - “Verso
Nord” di Giuseppe Ragonese e “Scarti di
Maree - Frasciameddi” di C. Elisa Moschella - ed una di pittura - “Ut Pictura
Poesis” - dell’Associazione Dyonisos. Per
la sezione concerti, al Duomo: il 5, concerto della pluripremiata “Orchestra a plettro
Città di Taormina”, diretta dal M° Tonino
Pellitteri, ed il 19 il recital a quattro mani di
Tonino ed Enzo Pellitteri.
dicembre, per la sezione visiva, Lidia Bolognari presenta la sua mostra
di fotografie “Ap(pesi) Pensieri”
(Palazzo Duchi S. Stefano) mentre l’Associazione Dyonisos quella di pittura “Arte
sacra contemporanea (ex-Chiesa S. Francesco). Unico concerto: il 19 dicembre, al
Duomo, con la ”Orchestra e il Coro Giovanile Città di Taormina - Comprensivo 1”, la
formazione juniores diretta dal M° Mirko
Raffone.
A gennaio saranno protagoniste ben tre
T
A
Visitatori ammaliati
da Caravaggio
n successo con innumerevoli presenze alla mostra dell’artista Mariella Flammà inaugurata il 27 Settembre 2011 e svoltasi, con il patrocinio del
Comune di Caltanissetta, presso il Palazzo
Comunale di Caltanissetta (locali ex circolo dei nobili). Inaugurata dall’Avv. Pietro
Milano Vice Presidente e Assessore alla
Cultura della Provincia Regionale e dalla
Prof.ssa Loredana Schillace Assessore alla
P.I. e Cultura del Comune di Caltanissetta,
e presenziata dall’Attore Gaetano Ingala.
Si sarebbe dovuta concludere il 30 Settembre, ma dopo il successo e i notevoli apprezzamenti riscossi, durante i primi giorni,
da critici e artisti provenienti da tutta Italia,
l’esposizione delle tele è stata prolungata
fino al 2 Ottobre. La mostra dal titolo “Tra
luce e ombre” dedicata a Michelangelo
Merisi da Caravaggio e al Naturalismo, con
opere della stessa artista, in occasione del
440° anniversario della sua nascita, è stata organizzata dall’Associazione Culturale
StudioEventi, redazione della rivista Newatri, in collaborazione con il Club artistico
A
CARAVAGGIO
Omaggio a Taormina
l 30 settembre scorso, nel corso di una
conferenza stampa “allargata” ai tanti
artisti coinvolti, ospiti del salone delle
conferenze dell’Hotel Metropole Maisons
d’hôtes, alla presenza del sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua, del padrone
di casa, Maurizio Corvaia, e del pittore
Giovanni Iudice - reduce dal successo riscosso dalla sua “Umanità” alla Biennale
di Venezia e legato a Taormina da antiche
frequentazioni – è toccato a MariaTeresa
Papale, presidente di “ARTE & CULTURA a TAORMINA”, neonata associazione
che ha ideato ed organizzato “OMAGGIO
a TAORMINA” illustrare motivazioni ed
eventi del vasto programma. Un cartellone
di manifestazioni che vanno dal 1 ottobre
2011 al 29 aprile 2012: 23 esposizioni d’arte visiva con ben 3 artisti “targati” Biennale
di Venezia, 19 eventi musicali ed un paio
di incontri letterari gli appuntamenti previsti; ambedue le Orchestre“ufficiali” della
Città, compresa quella juniores, coinvolte
insieme ad altre 6 associazioni culturali; 8
le blasonate “locations” sedi di eventi, dal
trecentesco Palazzo dei Duchi di S.Stefano,
sede della “Fondazione Mazzullo”, alla
massiccia fortezza-Cattedrale dedicata a
S.Nicolò di Bari del XV° sec.
n progetto – come ha tenuto a sottolineare il presidente di “Arte &
Cultura a Taormina” - che vede un
centinaio di artisti Taorminesi – di nascita,
d’adozione, per scelta di vita o… d’amore
– riunirsi, per la prima volta, sotto un’unica
egida ed offrire alla Città, ed ai suoi ospiti,
un susseguirsi di performances, concerti,
mostre di grande respiro. Rendendo così
anche la Taormina versione “invernale” un
contenitore “all-inclusive” d’arte e di cultura, in un dipanarsi e sovrapporsi di eventi
che si susseguono in contemporanea, occasioni tutte in cui gli artisti si esibiscono a
titolo gratuito. Tutto ciò nella convinzione che a Taormina, come forse in nessun
altra località siciliana, Turismo e Cultura
coincidano perfettamente e che tocchi pro-
saputo rendere visibile ciò che non si vedeva
nisseno “Michele Tripisciano” e allestita
dall’artista Elio Ingala.
I visitatori sono rimasti ammaliati dalle
opere proposte dalla pittrice invogliata a
mostrare con la sua arte, l’amore e la passione per uno dei più celebri pittori italiani
di tutti i tempi: “Caravaggio”. All’artista è
stato proposto di esporre due delle grandi
tele riprodotte all’interno della sede del
vescovato di Caltanissetta. A Novembre
parteciperà all’importante estemporanea di
pittura che si tiene a San Luca. Inoltre Mariella Flammà, sarà impegnata in un grande
e importante nuovo progetto. Si terranno
infatti, a breve, dei provini sotto la Direzione Artistica dell’attore Gaetano Ingala,
per selezionare gente comune. Il tutto finalizzato alla realizzazione di nuove opere
pittoriche raffiguranti scene bibliche dove,
le figure umane selezionate ai provini, sostituiranno i personaggi iconologici del
passato con vestiari e accessori attuali. In
questo modo, la pittrice, se pur in maniera
rivoluzionaria, ripristinerà temi e linguaggi
del classicismo.
mostre: quella di Ghumbert di Cattolica,
“Non solo caos” (Palazzo Duchi S. Stefano); di Rogika “Street Photography” (exChiesa S. Francesco di Paola) e di OrSo
“Portraits around the World (Biblioteca
Comunale). Per i concerti, al Palazzo dei
Congressi gli “Shine Records”, di Vera
Sorrentino e Giovanni Dall’O’, si esibiranno in melodici brani, molti di loro stessa
produzione (7 gennaio), mentre al ritmo
elettrizzante della “Jazz Band” di Giuseppe Ferrari canterà con Daniela Di Leo (21
gennaio).
febbraio due mostre di pittura che
certamente non mancheranno di
suscitare grande interesse. ”Arte
metropolitana” che, dopo il grande successo ottenuto nel 2009 con Paul Kostabi al
Palazzo Duchi S. Stefano, riporta a Taormina l’esplosione cromatica e lo stile raffinatamente “primitivo” di Thomas Berra,
(ex-Chiesa S. Francesco di Paola) e la suggestiva, intrigante, coinvolgente “La stanza
del Mito” di Tila, pseudonimo sotto cui si
celano due giovani artisti emergenti, la cui
“ricerca” artistica affonda le proprie radici
in una ancestrale mediterraneità (ex-Chiesa
del Carmine). Da parte sua, Katarina Vargova, slovacca di origine, ferma scorci di
paesaggi e frammenti di natura nella mostra fotografica “Go with the flow” (Biblioteca Comunale). Ancora, in concomitanza
del carnevale saranno organizzati due concerti in Piazza IX Aprile. Sul palco, il gruppo rock “Night Shape” (17 febbraio) ed il
gruppo Pop “Ottava Nota” (18 febbraio),
mentre al Duomo, il 25 febbraio, sarà la
volta di un recital lirico che si preannunzia
“sold out” vista la presenza del noto tenore
taorminese Aldo Filistad, che si esibirà accompagnato dai Maestri Maria Intelisano e
Agatino Scuderi.
Il mese di marzo sarà inaugurato con la
mostra, al Palazzo Duchi S. Stefano, delle
incisioni e dei quadri di “Lo zodiaco ed ol-
A
13
Natività con i
santi Lorenzo e
Francesco
olio su tela
cm 268 x 197
rte
tre” di Luca Indaco, selezionato quest’anno
per le Accademie di Belle Arti alla Biennale di Venezia. Sempre a marzo, ancora due
mostre di pittura: alla ex-Chiesa del Carmine la denunzia, dirompente e civilmente
impegnata, di “Delitti di Mafia” dell’italoargentino Juan Miano ed alla Biblioteca
Comunale la personale di Francesco Calabrò. Il Duomo il 10 ospita l’esibizione degli
allievi del M° Maurizio Gullotta e il 31 il
ritorno della ”Orchestra a Plettro Città di
Taormina”, mentre il Palazzo dei Congressi, il 24, il recital pianistico di Giuseppe e
Roberto Ferrari.
Ad Aprile, chiusura “col botto” della programmazione autunno - inverno dell’Associazione “Arte & Cultura a Taormina”:
al Palazzo Duchi di S. Stefano è, infatti,
Giovanni Iudice, l’omaggiato autore de “I
clandestini”, con la sua pittura su tela talmente realistica da sembrare una foto, a
rendere a sua volta “Omaggio a Taormina”
in una mostra che esibisce, appunto, la sua
nuova opera “taorminese”. Seguiranno la
mostra della pittrice e scultrice di origine
polacca Edyta Grzegorczyk, “Riflessi di
luce”; le foto e le installazioni di Turi Tudisco in “Blu”; la personale “Enneagramma”
di Aykut Saribas, l’artista nato ad Istanbul
che trasfonde nelle sue opere la magia degli
echi e delle atmosfere d’Oriente.
E poi…i fuochi d’artificio finali con
“Uovo di artista”, dell’Associazione Dyonisos. Un parterre de roi di artisti coinvolti
– da Piero Guccione a Giuseppe Colombo,
da Thomas Berra a Giovanni Iudice oltre
agli artisti “taorminesi” creerà ciascuno un
“uovo d’autore”, secondo il proprio stile ed
il proprio estro. Messi all’asta, il ricavato
della vendita sarà devoluto al “Progetto
Corazon”, cui da anni Taormina ed il suo
ospedale “San Vincenzo” sono legati, progetto che organizza missioni all’estero in
favore di bambini cardiopatici in attesa di
intervento chirurgico.
L’artista
Mariella Flammà, nata a Enna, vive a Barrafranca, dove si dedica alle sue opere con
impegno e dedizione. Sposata con Alessandro Giuliana e mamma di due bambini Paolo
e Giusy. Durante l’adolescenza trascorre un periodo a Milano dove, all’età di quattordici
anni, in giro tra pinacoteche e gallerie d’arte rimane rapita di fronte a un quadro del
padre del Naturalismo Michelangelo Merisi detto “il Caravaggio”, che diverrà il suo
mentore guidandola nel corso degli anni e inducendola a coltivare i generi tradizionali
della pittura Neoclassica. Immediatamente affascinata dal realismo drammatico con
cui Caravaggio rappresentava le sue opere, il suo talento innato la spinge a seguire
il desiderio di riprodurre i soggetti e le atmosfere dei suoi dipinti, evidenziati dalla
particolare illuminazione che quasi conferisce ai corpi incredibilmente vividi, la
capacità di uscire improvvisamente dal buio della scena, generalmente rappresentati su
uno sfondo monocromo e illuminati da una luce violenta. Spinta dalla sua passione, la
pittrice inizia il suo percorso artistico dalla cultura figurativa lombarda dando origine
alle sue prime opere per poi maturare, nel corso degli anni, una profonda preparazione
artistica pur facendo affidamento unicamente al suo istinto e talento. La ricerca pittorica
dell’artista verte essenzialmente al recupero della pittura e del disegno figurativo, in
contrapposizione alle tendenze concettuali dell’arte contemporanea, riproducendo e
rivalutando disegno, colore e strumenti che si rifanno al Neoclassicismo. Nonostante
abbia acquisito esperienze impressionistiche, futuristiche, nonché surrealistiche,
l’Iperrealismo rimane il genere che più preferisce rappresentare, delineando così
anche il suo personale
stile di pittura. Tra i
soggetti raffigurati,
l’artista
predilige
dipingere
figure,
nature morte, ritratti,
con una incredibile
capacità nell’estrarre
dalla realtà l’essenza
stessa del soggetto e
inoltre paesaggi, in
cui si evince l’amore
profondo e il rispetto
che nutre per la sua
terra di origine.
14
Informazione Regionale
“Mito/Mania” chiude con un grande concerto
dalla
Sicilia
R
AGUSA – I due talentuosi musicisti Anja Lechner
al violoncello e Vassilis
Tsabropoulos al pianoforte hanno
chiuso sabato 24 settembre con
un suggestivo concerto, tenutosi
nella chiesa di San Rocco, a Ragusa Ibla, il ciclo “Mito/Mania”.
I due musicisti di calibro internazionale hanno proposto al pubblico “Chant from a Holy Book” di
Georges I. Gurdjieff (1872-1949),
il mistico armeno il cui dettame
primario era il risveglio dall’inconsapevolezza in cui viviamo. A
questo scopo la musica, come altre
forme d’arte, risolve questo stato
di dormiveglia continuo inviando
dei messaggi di “conoscenza”. Le
vibrazioni della musica, secondo Gurdjieff, provocavano degli
effetti oggettivi sull’ascoltatore:
sia sul corpo fisico che su quello
che potremmo chiamare “eterico”. Il concerto è stato preceduto dall’ultima conversazione con
San Giovanni e San Giorgio, promossa dall’associazione Pergamo
di Annapaola Giannelli e Sonia
Grandis, in cui è emerso che non
esiste contrapposizione tra le realtà aggregative che si riconoscono
attorno ai due santi ma possibilità
di interazione e coesistenza in alternanza, soprattutto per il futuro.
A moderare gli interventi, uno
psicoanalista di fama internazio-
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
nale come Saranthis Thanopulos
che ha ripercorso, nella fase introduttiva, i miti dell’uccisione
del drago e della decollazione
del Battista. Anche stavolta, di
grande spessore le interpretazioni
fornite dagli intellettuali presenti.
A cominciare dal filosofo Giuseppe Girgenti, dell’Università San
Raffaele di Milano, il quale, riferendosi alle simbologie contenute
nella leggenda di San Giorgio, ha
spiegato che esiste anche un collegamento ad una simbologia più
antica, greca, che è quasi sempre
al femminile. “Idra, Echidna sono
al femminile – ha detto – la chimera e la sfinge rappresentano
altri esempi. Per non parlare delle prime due fatiche di Ercole,
l’uccisione del leone e l’uccisione dell’Idra. Ecco perché la lotta
contro il drago non è solo la lotta
dell’uomo contro le forze ostili
della natura ma rappresenta una
lotta interiore. Ercole, una volta
ucciso il leone, ne prende le pelli,
si veste di esse e acquista la sua
forza. C’è un quadro di Ercole che
trafigge la bestia vestito di pelli,
come San Giorgio di Paolo Uccello che uccide il drago. Ecco,
riscontriamo elementi simbolici
simili tra il mondo greco e l’universo paleocristiano”.
Il catanese Riccardo Romano,
psicoanalista della Società psicoa-
nalitica italiana, ha invece affrontato il concetto di santità nell’ambito religioso. “Ha una natura
interessante – ha detto – ancora
di più se avvicinata da un miscredente che vede il grande merito di
influenza sulla psicologia collettiva della religione. Spesso santità è confusa con sacralità, ma ci
sono differenze significative: il
sacro è la manifestazione del divi-
flessione fatta dallo storico Giuseppe Barone, preside della facoltà
di Scienze politiche dell’Università di Catania. “Ogni città ha il
suo patrono – ha spiegato – nel
caso di Ragusa ha i suoi patroni
che mettono in rilievo identità diverse. Il processo di espansione
urbana rafforza o meno il senso di
appartenenza ad un santo piuttosto che all’altro. Fino al Cinquecento
c’era
la tendenza a
rendere santo
il nobile. I primi esempi di
santi in senso
“moderno”, di
origine umile cioè, sono
San Guglielmo a Scicli e
San Corrado
a Noto. Senza
dimenticare
Il concerto di Lechner e Tsabropoulos
che il discorso
no, la santità è la manifestazione sul patronato e la matricità delle
dell’umano. Il sacro non può es- chiese spesso crea conflitto. Ragusere attribuito all’uomo. La figu- sa ha vissuto questo contrasto forra del santo nel piccolo gruppo è temente. Contrasto diverso dagli
accostabile alla figura del mistico altri, molto più lungo nel tempo
o del profeta, possiede un forte (dura 300 anni mentre in altri conpotere catartico. Il santo, quindi, testi viene assorbito prima). Porta
ha una funzione di miglioramento alla divisione amministrativa delrazionale nel gruppo. Il miracolo la città. Ragusa si divide due volmigliora lo stato psicologico del te. Poi si riunisce definitivamensingolo. La figura di un santo con te nei primi anni del Novecento.
le caratteristiche di San Giovanni Cosa c’è dietro questo conflitto?
ha un effetto fondamentale nelle Questioni religiose, ideologiche?
dinamiche di un gruppo sociale: Antropologiche? Il nodo vero sta
favorisce e difende un legame che nel fatto che nel passaggio all’età
placa intenti disastrosi e guerra- moderna, c’è un’oligarchia locale
fondai. San Giorgio, invece, ha di grandi famiglie che ha un mouna funzione strettamente connes- nopolio pubblico che altre famisa tra mito e santità”.
glie non riconoscono più. Ad aniDi grande interesse, poi, la ri- mare la protesta contro la vecchia
oligarchia l’accesso non aperto a
tutti delle cariche pubbliche. Registriamo i tumulti dei “sangiovannari” a partire dal 1621 perché
non vogliono più assoggettarsi al
potere oligarchico. Dietro questi
due grandi santi c’è, insomma, la
storia di una città”.
La psicoanalista palermitana della Spi, Malde Vigneri, ha
messo, invece, a confronto le due
fanciulle, Silene (Margherita)
per San Giorgio, Salomè per San
Giovanni. “Figure complementari
– ha chiarito - che esprimono le
più segrete fantasie di ogni donna,
una potenza seduttiva alla quale
nessun uomo può resistere. Pura
Silene, atroce Salomè. Il mio pensiero analitico è stato molto stimolato attorno a loro. Si tratta di
figure caricate di intensità drammatica e che, così come sono state
ritratte dai grandi artisti (Caravaggio, Mantegna e altri), mettono in
rilievo le loro dinamicità”. Dopo
il concerto, l’attore Alessandro
Sparacino ha tenuto, sul sagrato
della chiesa di San Rocco, una
performance teatrale interpretando il testo di “San Giorgi cavalieri” scritto da “Ninu Vasili”, testo
che era stato presentato giovedì
scorso dal critico d’arte Andrea
Guastella.
L’associazione Pergamo ha
poi rivolto un ringraziamento a
tutti gli artisti intervenuti (Claudia Gafà, Innocenzo Carbone,
Giovanni Arezzo, Giovanni Occhipinti, Carmelo Mezzasalma,
Ruggero Laganà, Salvo Barone,
Maddalena Ferraresi, Umberto
Agnello) che hanno reso ancora
più importante l’edizione 2011
del ciclo “Mito/Mania”.
Maria Addolorata, una processione con numerosi fedeli
L
a carica di spiritualità e
il misticismo della fede.
Sono elementi che si ritrovano in una festa ricca di fascino
religioso. Tra quelle che vengono celebrate a Ragusa Ibla è di
certo la più intimista, quella che
consente di scandagliare meglio
le sottili sfumature del credo di
ognuno. Anche quest’anno, la
processione di Maria Santissima
Addolorata non ha tradito le attese, raccogliendo attorno a sé un
consistente numero di devoti, gli
stessi che hanno preceduto il simulacro della Vergine con i ceri,
accompagnando il fercolo tra le
viuzze e le fascinose scale del
quartiere barocco. Un rito sacrale ripetutosi domenica pomeriggio 18 settembre all’uscita della
chiesa di Santa Maria dell’Itria
caratterizzata da una esplosione
di gioia. Poi, il momento della riflessione che ha sostenuto quanti
percorrono la strada del dolore,
come quello dell’Addolorata che
soffre per il Figlio morto sulla
Croce. Attenzione sospesa verso i
canoni della crescita spirituale che
accompagna ogni devoto come ha
sottolineato il parroco, don Gino
L’arancino più grande del mondo
Piedimonte etneo (CT), scrive oltre ad una migliore trasportabiil suo nome nel registro dei Guin- lità. Pertanto inizialmente, l’aranness World Records, poiché ha cino era un cibo da asporto, posrealizzato l’ arancino al ragù più sibilmente anche per il lavoro in
grande del mondo, che pesa 20 kg. campagna. Ecco perché si sposa
Si sono cimentati in questa prova bene con la Festa della Vendemda primato, sotto l’ insindacabile mia – ha aggiunto il primo cittadiverdetto del giudice Lorenzo Vel- no piediomontese. Siamo felici di
tri, di Londra, la signora Amalia aver ottenuto questo primato che
Alice Bucurei della gastronomia fa conoscere Piedimonte etneo e
“L’Aurora” di Linguaglossa, col- soprattutto la Festa della Vendemlaborata da Francesco Trovato di mia, in tutto il mondo”. .
Piedimonte etneo. L’arancino più
grande del mondo, di forma conica, è stato realizzato nell’ ambito
della 14^edizione della Festa della
Vendemmia, superando il record
di 11,560 dell’ arancino di Cosimo
Raciti. “L’arancino – ha detto il
sindaco Giuseppe Pidoto, fa parte
della nostra tradizione gastronomica. La panatura croccante, infatti, assicurava un’ottima conservazione del riso e del condimento, I premiati
Scrofani, il quale, durante l’omelia in occasione della santa messa
prima della processione, ha voluto lanciare un messaggio carico di
significati spirituali, additando la
Gerusalemme celeste come il luogo in cui si compiono i cammini
della sofferenza di chi sta sulla
terra. La processione è stata seguita con particolare interesse anche da numerosi turisti che si sono
soffermati a fotografare i momenti salienti della fase dell’uscita e
del transito del simulacro nelle
zone più suggestive, dal punto di
vista monumentale, del quartiere
barocco. Il momento solenne dei
festeggiamenti che, per tutta la
settimana, hanno animato il fervore religioso di un’intera zona di
Ibla, è stato seguito con estrema
partecipazione dai fedeli che hanno rinnovato il proprio affetto nei
confronti della Madre piangente.
Padre Gino Scrofani e il
simulacro dell’Addolorata
Accompagnato dal corpo bandistico “San Giorgio” di Ragusa, il
simulacro ha fatto rientro in chiesa dopo circa due ore. Il rientro è
stato caratterizzato da uno spettacolo pirotecnico che ha riempito
il cielo della zona nord di Ibla di
speciali immagini coreografiche.
La processione lungo le scale a Ibla
L’Addolorata in piazza della Repubblica
Economia
N° 10/2011 - ANNO XX - 17 ottobre
15
A cura di Gianfranco D’Ettoris
Affitti e condominio
Confedilizia risponde
La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né
a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi
all’Autorità Giudi­zia­ria.
I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200
Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è
possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli
indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.con­fe­dilizia.it
www.con­fe­di­li­zia.­eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489.
DEROGA ALLE
MAGGIORANZE
espressa l’Agenzia dell’Entrate nella
circolare n. 26/E dell’1.6.’11.
Può un regolamento di origine
contrattuale prevedere eccezioni
all’art. 1136 c.c. in tema d i
maggioranze?
CONTROVERSIE
CONDOMINIALI E
CONCILIAZIONE
OBBLIGATORIA
No. La disposizione in questione è,
per espressa disposizione di legge,
inderogabile (art. 1138, quarto comma,
c.c.). Ciò è stato confermato anche
dalla Cassazione con sentenza n. 4905
del 26.5.’90.
È vero che per le controversie di
natura condominiale dallo scorso
marzo è obbligatorio, prima di
adire le vie giudiziarie, esperire un
tentativo di conciliazione?
PRIMA SCADENZA
CONTRATTUALE E
DINIEGO DI RINNOVO
Sono proprietario di un
appartamento locato da un paio
d’anni con contratto 4+4. Posso
disdettare il contratto alla prima
scadenza per destinare l’immobile
ad abitazione dei miei genitori?
La risposta è positiva. Intendere
destinare ai genitori l’immobile locato,
infatti, rientra tra le ipotesi contemplate
dall’art. 3, comma 1, lett. a), l. 431/’98,
per le quali il locatore può avvalersi
della facoltà di diniego di rinnovo del
contratto alla prima scadenza.
IL 19% VALE ANCHE
PER GLI STUDENTI
UNIVERSITARI
Si domanda se, per i contratti di
locazione per studenti universitari
di cui alla legge n. 431/’98, l’aliquota
della cedolare secca sia del 19 o del
21%.
L’aliquota è del 19%. In tal senso si è
No. In materia condominiale tale
obbligo scatta dal prossimo 20 marzo
2012.
I
Le aspettative dei “millennials”
C’è una intera generazione di
dipendenti 2.0., pronti ad entrare
nel mondo del lavoro, hanno dai
18 ai 30 anni e sono cresciuti a
pane e tablet. Si chiamano “millennials” e non vogliono separarsi
dal loro notebook e smartphone,
neppure in ufficio. Ma la loro
fame di connessione rappresenta
un serio problema per le aziende, che temono la fuga di dati
sensibili(leggi:privacy)attraverso
le falle nelle reti internet di cui
abusano i dipendenti. Ebbene, le
aziende italiane non sono ancora pronte a valorizzare i giovani
lavoratori cresciuti nell’era dei
social network. Lo dicono i dati
di “Ca Tecnologies: “gli imprenditori devono cambiare mentalità,
o rischiano di perdere il contatto
con un’intera generazione di creativi digitali”. Questa immagine
è emersa da una ricerca promossa da Ca Tecnologies e realizzata da NetConsulting la quale, in
particolare, ha preso in esame un
campione di 280 studenti di quat-
tro atenei italiani e un campione
di circa 150 aziende operanti nei
settori di telecomunicazioni, energia, industria, finanza e pubblica
amministrazione. Così, si è creata questa situazione: da un lato
i “millennials con gli strumenti
della rete ci lavorano e lo sanno
fare meglio di chiunque altro,
stando ai dati di Ca Technologies; dall’altra le aziende italiane,
ancora non riescono ad aggiornarsi, ovvero, a trovare soluzioni
tecnologiche capaci di preservare
l’integrità dei dati sensibili, senza
ledere la creatività digitale delle
nuove leve, ovvero dei “millennials”.Ma c’è di più. La paura dei
datori di lavoro,- a nostro avviso
non sempre giustificata- è, anche,
quella di ritrovarsi in ufficio un
esercito di lassisti che trascorre
gran parte della giornata a curare i
profili sui social network, con gravi ripercussioni sulla produttività
aziendale. C’è da dire, pure, che
in Italia il fronte di innovazione
disposto a realizzare un ufficio 2.0
è, ancora, traballante. I tre quarti
delle aziende ammette di essere
frenato nella scalata alla digitalizzazione da resistenze culturali
che non accennano a tramontare.
Gli ambienti di lavoro interconnessi, in cui vengono utilizzate
piattaforme di collaborazione e
file sharing, sono diffusi su larga scala solo nel 37% dei casi.
Ancora, circa la metà delle imprese italiane pensa, ancora, che
i nuovi dipendenti 2.0. influenzeranno marginalmente i modelli
di organizzazione del business.
In conclusione diciamo, che è
auspicabile che ci sia un dialogo
reciproco tra imprenditori italiani
e dipendenti “millennials” onde
evitare che questi ultimi, in particolare, prendano la via dell’emigrazione nel resto d’Europa dove
già si contano circa, 150 milioni
di “Millennials”.
Salvatore Resta
Il futuro precario dei giovani
n Italia, bisogna fare di più
per migliorare in modo durevole la situazione del mercato del lavoro dei giovani. Il
46,7% dei giovani tra i 15 e i 24
anni che lavorano ha un impiego
temporaneo. Lo riporta l’Ocse
nel suo Employment Outlook,
basato su dati di fine 2010. Benedetto XVI, ad Ancona, a conclusione del Congresso Eucaristico, così si è espresso sul lavoro
temporaneo;”Dignità al lavoro,
basta con il precariato che ai lavoratori finisce per dare pietre al
posto del pane”. La questione, a
Zygmunt Bauman
Capitalismo parassitario
Laterza
pp. 80 €. 7,50
Le idee si sono trasformate in merci da accatastare sugli scaffali di un supermercato globale
dove devono attrarre l’attenzione dei consumatori immediatamente ed essere sostituite in
pochissimo tempo. Nella fase “solida” della
modernità un sistema culturale doveva offrire
norme rigide e narrazioni coerenti alle quali
conformarsi, nei nostri tempi liquidi, all’opposto, suggestioni ed emozioni che seducono e
non implicano obblighi e responsabilità.
Dave Goldberg, Jeff Blomquist
Universo istruzioni
per l’uso
Dedalo
pp. 306 €. 20,00
La fisica ha una pessima reputazione. È
considerata difficile (con tutta quella matematica!), arida e, molto spesso, semplicemente noiosa o inutile. Ma ne siamo poi così
sicuri? Muovendo dalla constatazione che
tali pregiudizi hanno portato al dilagare di
un analfabetismo scientifico a dir poco pericoloso in un’era caratterizzata dallo sviluppo
incessante di nuove tecnologie, Goldberg e
Blomquist affrontano gli interrogativi che
stimolano realmente l’immaginazione di
tutti noi.
nostro avviso, deve passare, in testa all’agenda politica, in quanto,
bisogna affrontare l’ampio costo
umano della disoccupazione giovanile, con una posizione stabile
nel mondo del lavoro, vista come
una priorità, cercando, anche, di
raggiungere una migliore corrispondenza tra le competenze che
i giovani acquisiscono a scuola e
quelle necessarie nel mondo del
lavoro. Il Presidente, Giorgio Napoletano nel suo messaggio di fine
anno 2010, disse: “Se non si offrono ai giovani nuove possibilità
di occupazione e di vita dignitosa,
U
nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è
persa non solo per loro, ma per
tutti, per l’Italia; ed è in scacco
la democrazia”. Indubbiamente,
non esiste ingenuità che consenta
di pensare alla possibilità di uno
sviluppo economico e sociale di
un territorio senza una concreta
valorizzazione delle risorse intellettuali e professionali di tanti
giovani in cerca di occupazione,
avendo di fronte la incrollabile
barriera del precariato. Non c’è
civiltà che possa crescere, non
c’è mercato che possa progredire
Quando il titolo di rilievo su un quotidiano
nazionale definisce “musi gialli” i giapponesi,
e un altro quotidiano insinua che gli anziani
venuti dalla Cina siano cucinati nei ristoranti
cinesi, è d’obbligo domandarsi perché, dove
e quando nascano simili pregiudizi. Questo
libro offre per la prima volta una panoramica
sui razzismi e i luoghi comuni nei confronti
degli asiatici.
Vinicio Ongini
Noi domani
Un viaggio nella scuola
multiculturale
Laterza
pp. 170 €. 15,00
“Dai nostri bambini impariamo moltissime
cose. E quante altre potremmo impararne,
da tutti i bambini del mondo. Ora che i
nostri bambini vanno a scuola con bambini
di ogni parte del mondo, è tempo di tornare
tra i banchi anche per noi. Grazie a questo
libro appassionato e ricco di esperienze
preziose possiamo farlo. Vinicio Ongini va
al concreto e viaggia attraverso le scuole
italiane documentando difficoltà e scacchi
della scuola multiculturale.
Salvatore Resta
A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192
Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr
tilità
Fabio Giovannini
Musi gialli
Stampa Alternativa
pp. 317 €. 14,00
o risanarsi, non c’è possibilità di
qualificazione o riqualificazione professionale dei giovani e
dell’intero tessuto sociale. Peraltro, va detto pure, senza mezzi
termini, che fasi prolungate di disoccupazione o precariato, sono
particolarmente penalizzanti, soprattutto, per i giovani, perché,
aumentano il rischio di una loro
marginalizzazione
permanente
nel mercato del lavoro, come risultato del deprezzamento delle
abilità e della perdita di autostima
e motivazione personale.
A cura di Daniele Fedeli
ll Bambino digitale
Carocci
pp. 128 €. 10,50
In che modo Internet influenza lo sviluppo
psicologico dei giovani? Quali rischi corrono i bambini quando navigano in rete?
E quali strumenti abbiamo per difenderli
da questi pericoli? Il volume, che si avvale
del contributo di alcuni esperti del settore,
fornisce una serie di chiavi di lettura per
comprendere la vita on line dei bambini e dei
ragazzi digitali nei suoi molteplici aspetti.
Comitato per il progetto
culturale della CEI ( a cura del)
Il cambiamento demografico
Laterza
pp. 216 €. 14,00
“Abbiamo bisogno di un’alleanza, o di una
grande sinergia, per affrontare la nostra crisi
demografica. Per essere efficace, questa sinergia deve rendere consapevoli e coinvolgere
ciascuna delle componenti della nostra società,
arrivando fino alle persone e alle famiglie.
Solo così sarà possibile far entrare, finalmente
e sul serio, la questione demografica nell’agenda politica”. Camillo Ruini
Maurizio Ambrosini
Sociologia delle migrazioni
Il Mulino
pp. 336 €. 28,00
Tra i fenomeni più rilevanti del nostro tempo,
le migrazioni internazionali pongono sfide
inedite alla convivenza sociale: ci obbligano
a ridefinire chi sono i nostri simili, a decidere
chi intendiamo riconoscere come concittadini,
a interrogarci sui rapporti tra cittadinanza
economica e cittadinanza sociale, a rileggere
i percorsi che producono integrazione o marginalità. Questo manuale fornisce i concetti
per conoscere meglio le migrazioni.
A. Grun e J. Zeitz
Dio, i soldi e la coscienza
Paoline
pp. 316 €. 24,00
Il successo e la responsabilità, l’economia
e il benessere, la cultura e i valori, la produzione e la sostenibilità ambientale... Su
ogni singolo tema si confrontano a due voci,
esprimendo ciascuno la propria opinione
ed esperienza, i due autori Anselm Grün,
monaco benedettino, economo della sua
grande comunità monastica, e Jochen Zeitz,
top manager del famoso marchio Puma.
Guida politicamente scorretta alla storia degli
Stati Uniti d’America
a cura di Marco Respinti
L’autore
Thomas E. Woods Jr. (1972- ) è docente di storia presso
il Ludwig von Mises Institute. Laureatosi ad Harvard e
specializzatosi presso la Columbia University, è autore di
vari volumi di economia, di storia e di diritto
costituzionale americani. Le sue opere sono state tradotte
in più di dieci lingue, fra cui il cinese, il russo, il polacco
e il coreano. In italiano sono già usciti Come la Chiesa
Cattolica ha costruito la civiltà occidentale (Cantagalli,
2007) e La Chiesa e il mercato (liberilibri, 2008), opera
per il quale è stato insignito del Templeton Enterprise
Award. Decine di riviste, tra cui l'American Historical
Review, il Quarterly Journal of Austrian Economic, il
Catholic Social Science Review e Human Events, hanno
ospitato suoi contributi. È stato più volte tra i relatori
dell’annuale CPAC, The Conservative Political Action
Conference e ospite dell’anchorman televisivo
conservatore Glenn Beck. Nella galassia conservatrice
americana, Woods si sente idealmente vicino a Russell
Kirk (1918-1994), Richard Weaver (1910-1963) e
Robert Nisbet (1913-1996), per i quali – sia pur con
diverse sfumature – lo statalismo e il laicismo militante
sono due volti dello stesso nemico dell’ordine
americano.
Proprio questo volume di Thomas Woods, rivelatosi
negli Stati Uniti un vero e proprio best-seller, ha
inaugurato nel 2004 la fortunata collana statunitense
delle Guide politicamente scorrette della Regnery
Publishing, che oggi ospita diciannove titoli, di cui
cinque disponibili in lingua italiana. L’approccio di
Woods alla storia americana, ha affermato lo storico
Clyde N. Wilson, «è ardito, brillante, provocatorio e,
cosa ancora più apprezzabile, è piacevole». L’opera,
spiega l’autore nella sua Prefazione, intende essere
un’introduzione ad alcuni degli aspetti più controversi
della storia americana – dalle origini coloniali fino
all’«era Clinton» – quasi sempre presentati, anche di qua
dell’oceano, con lenti ideologiche deformanti. Il lettore
italiano potrà, ad esempio, scoprire quanto gli ideali
della guerra di indipendenza americana fossero lontani
da quelli della Rivoluzione in Francia del 1789; che la
cosiddetta «guerra di secessione» non fu combattuta solo
e principalmente per la schiavitù; che le politiche
assistenziali nel new deal e lo strapotere dei sindacati
peggiorarono gli effetti della Grande Depressione; che
l’infiltrazione comunista nelle stanze di Washington ai
tempi del senatore McCarthy era reale; che la politica e
la personalità di alcuni tra i Presidenti più amati
dall’establishment liberal – Lincoln, F. D. Roosevelt o J.
F. Kennedy – furono tutt’altro che esenti da ambiguità.
Come per le altre Guide, al testo sono affiancati riquadri
che ne vivacizzano la lettura: suggerimenti bibliografici,
citazioni sorprendenti, soprattutto di «parte avversa», e
incursioni nel bizzarro mondo del politicamente corretto. Opera di
prossima
pubblicazione
I-88900 Crotone, via Lucifero 40
Tel. 0962/90.51.92 Fax 0962/1920413
www.dettoriseditori.it
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