Presentazione - Istituto Comprensivo Mazzini Castelfidardo
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Presentazione - Istituto Comprensivo Mazzini Castelfidardo
Presentazione del progetto La scuola educa alla legalità attraverso il suo essere scuola, è la prima istituzione in cui ci si confronta con gli altri, bisogna rispettare alcune regole e avere precise condotte. La legalità è quindi presente da sempre a livello di apprendimento informale nell’intero arco del tempo scolastico. In questi ultimi anni, però, il tema della legalità è divenuto sempre più centrale nella società e l’ambito giovanile costituisce un terreno fragile, ma al tempo stresso sensibile e ricettivo, rispetto alle problematiche legate al rispetto delle regole e dell’altro ecco quindi l’attivazione (la ricerca) da parte delle scuole di percorsi per costruire conoscenza, coscienza, rispetto dei diritti e dei doveri e programmare una risposta all’incalzare di fenomeni di legalità e devianza sociale. I docenti sottolineano spesso che la legalità ha un valore per gli studenti se non rappresenta qualcosa di astratto, ma si applica ai contenuti e ai metodi del fare scuola. La legalità è infatti riconoscibile quando si traduce in conoscenze sui principi che regolano la convivenza tra gruppi umani sempre più vasti, complessi e globalizzati e significa anche capire che le regole non sono e non vanno vissute come un’imposizione: dalla più piccola alla più grande, tutte insieme esse rappresentano il risultato del patto sociale che garantisce libertà e dignità al singolo individuo, svolgimento ordinato e proficuo delle attività di apprendimento e crescita complessiva all’interno del gruppo. L’istituto Comprensivo “Mazzini” in quest’ottica già da qualche anno attua percorsi formativi che vanno dai laboratori di “Educazione ambientale e stradale”, “Educazione alla Salute” al “Consiglio dei Ragazzi”, allo sportello “Scuola-Famiglia”, alle “Cooperative ACS”. Finalità di questo progetto è quella di supportare azioni didattiche che integrino questa progettualità e che vedano l’intervento quotidiano e diretto dei docenti sul curriculum: saperi disciplinari intercettano problemi e valori educativi nella prospettiva del successo formativo degli studenti e della formazione di cittadini onesti e consapevoli del valore della democrazia, privilegiando ovviamente le aree tematiche più rispondenti alle urgenze educative che il contesto in cui operiamo esprime. Breve descrizione del contesto di riferimento Il contesto in cui opera la scuola rispecchia il contesto nazionale. Per l’infanzia e l’adolescenza ci sono pochi circoli ricreativi. Cominciano a svilupparsi diverse tipologie di famiglia e i minori subiscono l’influenza dei mass media e dei falsi modelli spesso proposti. Soprattutto le nuove generazioni manifestano forme di individualismo e una certa fatica nel rispetto di alcune regole della convivenza civile. Il territorio è caratterizzato da forti flussi migratori (interni, comunitari ed extracomunitari) per cui le scuole si trovano a gestire classi molto eterogenee (studenti di diverse etnie e significativa % di studenti con BES). Da sottolineare inoltre un background socio - culturale medio- basso. Si evidenziano lievi forme di intolleranza che si manifestano in una certa diffidenza e in pensieri stereotipati nei confronti dello “straniero” e/o del “diverso”. La sfida educativa, quindi, è quella di formare le nuove generazioni a sviluppare dinamiche relazionali positive, rispettare le regole della democrazia e del vivere civile, avere consapevolezza di essere soggetti di diritti e di doveri, accettare e accogliere tutti, anche il diverso, sapersi confrontare pacificamente, voler superare il conflitto, promuovere l’educazione al benessere. Finalità Educare al senso civico e alla cittadinanza attiva Educare alla solidarietà e alla cooperazione Educare a prestare attenzione ai differenti punti di vista e ai valori della comunità sviluppando un pensiero critico Educare al rispetto delle altre culture e all’accettazione della diversità Sviluppare negli alunni la capacità a partecipare Obiettivi Comprendere l’importanza del rispetto di regole e valori che costituiscono ogni società civile Comprendere che ci sono diritti ma anche doveri da rispettare e condividere Rendere gli alunni protagonisti dei diritti e dei doveri loro e degli adulti Sviluppare negli alunni la capacità ad acquisire consapevolezza della dignità sociale e dell’uguaglianza di tutti i cittadini Conoscere le situazioni di conflitto e perché si sviluppano (dal banale litigio alla guerra) Consentire che i conflitti e i litigi diventino occasione di negoziazione, di apprendimento e di crescita Sapere che tutte le religioni hanno come finalità la pace fra gli uomini e il benessere dei popoli Soggetti esterni coinvolti Questura Tribunale dei Minori Ombudsman Polizia Postale Associazioni impegnate nella promozione della cultura della legalità Metodologia Diversificate, anche all’interno di uno stesso modulo didattico, saranno le metodologie messe in atto dai docenti con la classe: lezioni frontali, ricerca e raccolta di documenti, lavoro di gruppo,laboratori di drammatizzazione, laboratorio di scrittura creativa, cineforum, incontri con rappresentati delle Forze dell’ordine, della Magistratura, di Istituzione e Associazioni impegnate nella promozione della cultura della legalità, sondaggi tramite questionari e/o interviste, simulazioni, letture di testi di particolare rilevanza, realizzazione di racconti, poesie video canzoni, giochi e slogan pubblicitari. Da segnalare anche l’utilizzo di tecniche specifiche per promuovere abilità pro-sociali e gestire il gruppo quali: cooperative learning, brain storming, circle time, role playing, giochi cooperativi, peer education. Monitoraggio e valutazione Compito degli insegnanti sarà quello di guidare gli alunni a prendere coscienza delle regole come necessità, valutando in itinere il processo che gli stessi compiono. Ci si avvarrà di osservazioni sistematiche riguardo alla partecipazione degli alunni alle attività, questionari (iniziali e finali), valutazione dei prodotti. Il progetto sarà inoltre sistematicamente monitorato dal gruppo di progetto e dai Consigli di Classe e sezione negli incontri periodici previsti. Ricadute per gli alunni Occasioni di aggregazione, dialogo e collaborazione nelle azioni previste dal progetto. Valorizzazione del concetto del rispetto delle regole. Prevenzione del disagio e della demotivazione attraverso la creazione di spazi in cui i ragazzi divengano protagonisti delle azioni di insegnamento/apprendimento. Ricadute per le famiglie Maggior coinvolgimento nel percorso formativo della vita dei figli. Promozione del dialogo nei rapporti scuola famiglia. Documentazione Realizzazione di un CD o DVD che illustri le azioni più significative del progetto che ha visto protagonisti le regole e gli studenti. Diario di bordo delle azioni previste. Pubblicazione sul sito web della scuola. Piano delle attività 20 novembre 2012: adesione alla Giornata mondiale dell’infanzia. Svolgimento di laboratori di approfondimento per gli alunni, durante l’orario scolastico, sul tema del diritto all’ascolto dei minori. Intervento di operatori specializzati e produzione di un video che documenta le attività svolte e le conclusioni raggiunte. Nel pomeriggio seminario su diritti dell’infanzia per insegnanti e operatori in ambito minorile; a seguire assemblea per i genitori e le famiglie. 20 dicembre 2012: visione di “Game over”, un cortometraggio realizzato dagli alunni della Scuola Media “Rinascita – A.Livi” di Milano; somministrazione di un test per valutare l’indice generale di prepotenza e l’indice di prosocialità nella classe. 22 dicembre 2012: presentazione dei contenuti del video sul bullismo attraverso un questionario di sintesi svolto dagli alunni al PC. 19 gennaio 2013: lettura del libro “In una notte di temporale” e lavoro di approfondimento, a partire dal testo, sul rapporto con gli altri. 5 marzo 2013: presentazione del “Safer Internet Center”, per la prevenzione del bullismo su Internet. 18 marzo 2013: i 4 alunni delle classi prime, scelti come rappresentanti della scuola, partecipano ad un incontro del “Safer Internet Center” e ricevono materiale da presentare ai loro compagni per proporre un lavoro individuale di approfondimento. 26 aprile 2013: primo incontro di formazione a cura degli esperti del Safer Internet Center rivolto a tutti gli alunni della classe; preparazione di un cartellone. 20 maggio 2013: secondo incontro di formazione a cura degli esperti del Safer Internet Center rivolto a tutti gli alunni della classe. Bilancio finale di tutta l’attività svolta. Giornata mondiale dell’infanzia 20 novembre 2012 In occasione della Giornata dell'infanzia e dell'adolescenza, celebrata in tutto il mondo il 20 novembre in ricordo dell'approvazione della Convenzione internazionale dell'Onu del 1989, l'Ombudsman regionale ha promosso un ciclo di incontri dedicati all'affermazione di quattro diritti fondamentali: il diritto all'istruzione, il diritto al gioco, il diritto all'ascolto e il diritto alla famiglia. Nella nostra scuola alcuni operatori ci hanno fatto riflettere sul diritto all’ascolto dei minori e hanno ripreso i nostri interventi producendo un video, che è possibile vedere al seguente indirizzo internet: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=QXy-kslO5QQ Visione del video “Game over” 20 dicembre 2012 Gli alunni seguono con interesse il video “Game over”, il cortometraggio della durata di 40 minuti, realizzato dal regista Valerio Finessi con gli alunni della classe prima E (a.s. 2002/2003) della Scuola Media “Rinascita – A. Livi” di Milano, la cui visione viene proposta a tutte le classi prime del nostro istituto. Il video è contenuto nel libro di Nicola Iannaccone “Stop al bullismo” – Edizioni La Meridiana. Dopo la visione gli alunni svolgono un test di comprensione su ciò che hanno visto, così da riflettere in maniera più approfondita sul problema ed esprimere un loro personale parere. In un secondo momento gli alunni vengono invitati a compilare, in forma anonima, un test per valutare gli indici di prepotenze e prosocialità presenti nella propria classe. I due protagonisti del video “Game over” Questionario - guida per la comprensione e la sintesi del video sul bullismo 1. Chi è il protagonista del video? Il protagonista del video si chiama Luca e frequenta la prima media in un Istituto di Milano. Viene soprannominato Mummia perché non rideva mai e stava sempre serio e da solo. 2. Come si chiamano i suoi compagni di scuola (quelli che ricordi)? Si chiamano Andrea, suo compagno di banco, Sara, l’amica che piaceva a Luca, Marco, il bullo e Laura, una compagna che assiste alle scene di bullismo. 3. Chi è che lo perseguita? Lo perseguita un ragazzo che si chiama Marco, un alunno ripetente che è più grande e più alto di Luca e quindi si sente più potente facendo il bullo. Marco, era chiamato anche capra perché quando giocava con gli amici, per farsi strada, dava delle testate a tutti quelli che lo ostacolavano. 4. In che modo lo perseguita? Per Luca, anche andare in bagno era diventato un problema perché c’era sempre Marco con i suoi amici che lo attendevano, gli rubavano la merenda e tutto ciò che aveva in tasca, erano arrivati persino a picchiarlo all’uscita e a chiedergli di comprare riviste non adatte alla loro età. 5. Come reagisce la classe agli episodi di bullismo(all’inizio)? All’inizio fanno finta di niente, non parlano e qualche volta lo prendono in giro partecipando tutti quanti: ad esempio quando hanno fatto finta di prendere da Luca un palla di puzza e poi se la lanciavano in giro per la classe perché nessuno la voleva, persino Sara lancia la palla e Luca rimane offeso. Questionario - guida per la comprensione e la sintesi del video sul bullismo 6. Quale soluzione trovano alla fine tutti i compagni? Alla fine tutti quanti aiutano Luca e spaventano Marco per fargli capire cosa si prova ad essere perseguitati e poi ne parlano subito alla professoressa dicendogli che è un problema urgente. Da quel giorno decisero di fare un incontro una volta alla settimana nel quale ognuno parlava dei suoi problemi e timori. 7. Come giudichi il comportamento degli adulti (insegnanti e genitori) in questa situazione? Gli insegnanti in questa situazione sono molto ingenui perché non si accorgono di niente mentre i genitori alla fine reagiscono, anche se all’inizio non si erano accorti di niente pur chiedendo a Luca se andava tutto bene. La mamma gli propone diverse soluzioni (parlare di più con gli altri, comportarsi bene e non crearsi dei nemici) e il papà gli dice di non farsi mettere i piedi in testa, picchiando anche lui se gli altri lo picchiano. Quando alla fine scoprono il problema del figlio, vorrebbero fargli cambiare scuola, ma Luca decide di rimanere perché ormai i suoi compagni lo sostengono. 8. Tu come avresti risolto il problema? Io l’avrei detto subito al primo adulto che incontravo e soprattutto ai miei genitori e non avrei accettato i ricatti del bullo. Valutare gli indici di prepotenza e di prosocialità Durante questi anni alla scuola media un alunno a scuola: Griglia di valutazione del test Risultati della valutazione nella classe I D Alunni che compilano il test: 17/19 Indice di bullismo fisico: 5,88 Indice di bullismo indiretto: 17,64 Indice di bullismo verbale: 21,17 Indice generale di prepotenza: 14,89 Indice di prosocialità: 67,64 CONCLUSIONI: gli indici ottenuti vengono presentati agli alunni che condividono i valori risultati dal test e riconoscono che, tra le forme di bullismo analizzate, quella verbale è sicuramente la più presente in classe. Sono abbastanza soddisfatti del basso indice di prepotenza ottenuto, che attesta come nella classe non si manifestino episodi di intolleranza grave o veri e propri atti di violenza fisica. Sono molto contenti dell’indice di prosocialità ottenuto, perché rispecchia il fatto che vengono a scuola volentieri, che si sentono inseriti nel gruppo classe e rispettati dagli altri. “In una notte di temporale” Viene proposta agli alunni la lettura del libro “In una notte di temporale” di Yuichi Kimura, uno scrittore giapponese autore di oltre 250 libri e testi teatrali per ragazzi. Questa sua opera è diventata un classico del teatro per ragazzi, rappresentata in moltissimi paesi. Agli alunni è stato chiesto di inventare un finale della storia, come richiesto dal finale del libro: Che cosa sarebbe successo il giorno dopo, ai piedi di quella collina? Il mattino dopo il lupo era curioso di vedere il suo nuovo amico e per questo a mezzogiorno in punto si presentò davanti alla casetta. Dopo un po’ sbucò da un cespuglio una capretta bianca. Il lupo la mirò da lontano:era un ottimo pranzo! Così tirò fuori gli artigli e iniziò a correre. La capretta se ne accorse e corse a più non posso. Arrivarono fino ad un torrente quando il lupo inciampò sbadatamente su un ramo secco caduto da un albero a causa del temporale. Scivolò nel punto più profondo del torrente e, non sapendo nuotare, rischiò di affogare. Allora cominciò ad agitarsi ed a chiedere aiuto alla capretta: “Bella capretta salvami ti prego! Se mi aiuti ti prometto che ti lascerò vivere!”. La capretta, buona d’ animo, si tuffò subito nel torrente nuotando velocemente. Afferrò con la bocca il collo del lupo e lo trascinò a riva giusto in tempo. Il lupo abbracciò molte volte la capretta, ma scappò via verso la casetta perché era in ritardo per l’ appuntamento. Anche la capretta si diresse verso la casetta e il lupo vedendola le disse: “Cosa ci fai qui, mi segui!?”. La capretta rispose che aspettava un amico che aveva conosciuto la notte prima durante il temporale dentro quella casa. “Che strana coincidenza!” disse il lupo “Anche io sto aspettando un amico che ho conosciuto ieri notte durante il temporale in questa casetta!”. “La nostra parola d’ ordine è - in una notte di temporale -!” esclamò la capretta. I due animali si guardarono negli occhi e capirono tutto. Da allora la loro amicizia durò per sempre. Federica Boccanera Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo il lupo arrivò alla capanna, ma la capra non arrivò. Il lupo aspettò per molte ore, e finalmente la capra arrivò. Il lupo sentiva gli zoccoli che si avvicinavano - questa deve essere una capra – pensò, e decise di nascondersi dietro la capanna. La capra si accorse della presenza di un lupo nelle vicinanze, e rifletté: - adesso giro dall’altra parte e mi nascondo dietro la capanna. Tutti e due si scontrarono, la capra gridò e il lupo la inseguì. Arrivarono al chilometro 24; la capra era esausta per il correre mentre il lupo era ancora energico. La capra allora si fermò dietro un albero mentre il lupo continuò a correre. La capra tirò un sospiro, per fortuna era salva ma si ritrovò dietro le spalle il lupo. La capra provò a correre via, ma il lupo aveva gli occhi fissi su di lei, e le disse di fermarsi. Il lupo alla fine la catturò e se la mangiò con molto gusto. Giuseppe Castellucci Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo, il lupo, una volta messo lo smoking dalle sfumature rosse, si diresse verso la capanna dove quella notte si era rifugiato; stessa cosa fece la capra, si mise uno smoking dalle sfumature blu e anch’essa si diresse verso la capanna. Una volta arrivati, entrambi si presero un bel spavento, pensando che loro, quella notte, erano diventati amici. Il lupo iniziò a parlare: - E..e..e.. e così ieri notte noi due siamo diventati amici, vero? - E..e già, a quanto pare ieri notte, noi due siamo diventati amici!! – affermò la capra - Be’, dopotutto potremmo diventare amici ugualmente, io non ti mangio e tu non mi fai male con le tue corna! - Infatti non sarebbe una cattiva idea! Però devi promettere solennemente che non mi mangerai! - Anche tu, devi promettere solennemente di non farmi male con le tue corna! - Ok, lo prometto anch’io! Poi entrambi dissero: - IN UNA NOTTE DI TEMPORALE!!!! E dopo quella promessa, tutti e due capirono che ormai la loro vera amicizia era realmente iniziata. Ivan Chiarello Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Nella giornata seguente, i due amici, il lupo e la capretta, si dovevano incontrare per il loro appuntamento, che si erano dati il giorno precedente; nella capanna abbandonata sul pendio della collina. La capretta, mentre camminava per ritornare sulla collina, incontrò diverse caprette, e ad ognuna; che passava di li, gli diceva: “in una notte di temporale sei per caso tu?” Le altre caprette, sentendo pronunciare quelle parole, credevano, che la poveretta fosse impazzita! Il lupo, anche lui durante il suo percorso, ad ogni suo compagno chiedeva: “In una notte di temporale sei tu?”. Gli altri lupi sentendolo pronunciare quelle parole credevano che anche lui come la sua amica fosse impazzito! Finalmente i due si incontrarono sulla collina, ma per la stanchezza, si chiesero tutti e due a testa bassa: “in una notte di temporale sei tu?”Contemporaneamente risposero si, e alzarono la testa. Quando i due si guardarono capirono che erano totalmente diversi, e così il lupo, iniziò ad inseguire la capretta; per farla diventare il suo pranzo. Annalisa Di Vivo Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? La mattina dopo tutti e due, verso le 9:00, andarono a procurarsi cibo; si sa che le capre mangiano tutto, quindi la capretta portò qualche lattina vuota e un po’ d’erba e poi si recò verso la capanna. Invece il lupo si procurò due conigli che acchiappò quella stessa mattina, e anche lui si recò alla capanna. La capretta, che era in anticipo, si chiuse dentro aspettando il lupo. Poco dopo sentì bussare alla porta e udì pronunciare:“ In una notte di temporale” così aprì la porta e vide il lupo. Si spaventò, e allo stesso modo si spaventò il lupo, quindi urlarono contemporaneamente. Alla fine il lupo capì che era lei l’amica sconosciuta della notte di temporale, e le disse : “Ok, ti accetto per quello che sei” perciò divennero migliori amici, facendo un gran pranzo. Aiman Eddaroua Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi della collina? Il mattino seguente, appena spuntato il sole, l’ agnello giunse prima del lupo e lo aspettò, senza nessun sospetto, all’interno della capanna. Dopo ore e ore giunse il lupo e finalmente si accorse che l’amico con cui aveva trascorso tutta la notte era un agnello. Lo aggredì di sorpresa e se lo mangiò. Pablo Nicolas Fogante Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo il sole splendeva alto nel cielo ed illuminava le gocce della pioggia e creò un arcobaleno. Per prima arrivò la capra e non vedendo il suo amico disse :- Ma dove sarà? Forse si è alzato tardi per aspettarlo mi metterò dentro la casetta. Arrivò il lupo e non vedendola disse:- Ma dove sarà? Forse si è scordata, mentre la aspetto mi metterò dentro la capanna. La capra sentendo dei passi urlò :- Chi è?, Sei tu in una notte di temporale? Si sono io dai usciamo così ci vediamo in faccia, Ottima idea. Quando uscirono dalla capanna rimasero sconvolti e quasi non credevano di essere loro “ in una notte di temporale”. Il lupo cominciò a corre per acchiappare e mangiare la capretta e la capretta cominciò a scappare per non farsi prendere e così andarono avanti per3 giorni e 3 notti. Il terzo giorno la capretta venne acciuffata ma per fortuna, un cacciatore che passava di lì vide il lupo e gli sparò. Così la capretta scappò e visse per tutta la sua vita felice e contenta, e il lupo? Venne usato per fare pellicce e tappeti e la sua carne fu data in pasto ai cani. Stefano Franchi Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno seguente, a mezzogiorno, c’ era un sole splendente, la vegetazione era rigogliosa ed il lupo fu puntualissimo. Il sole rifletteva il pelo nero del lupo. Dopo pochi minuti arrivò la capra, ma mentre si avvicinava udì: “In una notte di temporale, dove sei?” La capra stava per rispondere, ma vide un lupo e scappò via. Il lupo, appena vide una capra ebbe l’ acquolina in bocca e gli corse subito dietro. Con un lungo balzo il lupo raggiunse quasi la capra, essa corse più che poté, ma non riuscì a scappare a causa dell’enorme velocità del lupo … ma prima che il lupo catturasse la capra, li vide un cacciatore che li mise a terra con due frecce. “Mi dispiace, non doveva finire così, volevo incontrare in una notte di temporale”… Prima che la capra parlasse, il cacciatore li uccise con un colpo di bazooka. Alessio Frati Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Tutti e due erano molto curiosi, entrambi immaginavano il compagno come una persona speciale, ovviamente della propria specie. La capretta fu più puntuale, attese alcuni minuti, ma il sole era troppo potente, così decise di aspettare il suo nuovo amico dentro la capanna, e, siccome aveva paura di dimenticare la parola d’ordine, la scrisse su un foglio che portò sempre con sé. Il lupo, arrivò davanti alla capanna e, vedendo che il suo amico non era ancora arrivato, decise di attenderlo dentro la capanna; appena il lupo vide la capretta, non esitò un momento e la divorò in un sol boccone. Ad un certo punto, sentì brontolare lo stomaco che diceva: “IN UNA NOTTE DI TEMPORALE” solo allora capì che la capretta era il suo nuovo amico. Sazio e un po’ dispiaciuto, si sdraiò sul pavimento e fece un bel riposino. Quando si svegliò, ebbe la conferma che la capretta era il suo amico: trovò a terra il biglietto che la capretta si era scritta per ricordarsi la parola d’ordine: a questo punto il suo morale era ormai a terra. Solo allora capì che, in fondo, non c’era molta soddisfazione nel mangiare una povera e indifesa creatura. Da allora si fece vegetariano e divenne amico di tutte le caprette, che divertimento! Giulia Galluccio Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno seguente il lupo e la capra mentre saltellavano all’ indietro si scontrarono, si girarono di scatto e si dissero contemporaneamente: “In una notte di temporale”, lupo disse arrabbiato: “Ma non puoi essere tu, perché non sei uguale a me!”; la capra disse la stessa cosa, e il lupo cominciò a rincorrerla e dopo tanta corsa riuscì a prenderla. La capra disperata disse terrorizzata : “Possiamo parlare; perché non essere amici anche se siamo diversi ?!”. Il lupo ragionò a lungo e rispose sereno: “Va bene, ma a una condizione che non ci dobbiamo mai lasciarci, perché tutti gli amici che ho avuto, mi hanno abbandonato per paura di morire”.La capra mantenne la promessa e anche il lupo di non mangiarla e finalmente vissero felici e contenti. Miranda Iglesias Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo c’era un sole splendente, alla mattina il lupo arrivò nella capanna abbandonata della collina, un po’ dopo arrivò la capretta e disse : - Ci siamo conosciuti ieri sera, e la parola chiave è “In una notte di temporale”. - Si, è giusto - rispose il lupo. Loro due scoprirono chi erano ma continuarono a essere amici. Letizia Mandolini Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo il lupo arrivò ai piedi della collina pronunciò la parola d’ordine ma nessuno gli rispose così aspettò. Poi arrivò la capra e disse la parola d’ordine insieme al lupo ma non videro nessuno che si aspettavano; così il lupo la pronunciò di nuovo e i due capirono tutto, la capretta impaurita scappo scappò inseguita dal lupo poi però ad un tratto il lupo inciampò e si fratturò la caviglia la capra aveva tutto il tempo per scappare e così lasciar morire il lupo ma ricordò quello che avevano passato nella casetta e così salvò il lupo quasi senza vita, e da quella momento i due diventarono amici per la pelle. Il lupo promise di non mangiare più capre ma altri animali. Antonio Manfredi Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno seguente, a mezzogiorno, il lupo vide una capretta vicino alla capanna e le chiese se aveva visto un lupo come lui, che si chiamava con il loro nome segreto, cioè “in una notte di temporale”; ma la capretta rispose di no. Lei chiese al lupo:“Scusi, lei invece ha visto una capretta?” e lui rispose:“certo che no, perché di sicuro avrei avuto la pancia pienissima”. La capretta, che non sapeva spiegare il ritardo della sua amica, decise di raccontare al lupo che cosa le era successo nella notte di temporale. Incominciò il suo discorso dicendo che in quella notte aveva fatto amicizia con una capra e che si erano messe d’accordo per un pranzo in cima alla collina e che, per riconoscersi, dovevano dire la parola che le aveva fatte conoscere, cioè “in una notte di temporale”. Il lupo, dopo il racconto della capretta, capì che in quella notte era stata lei la sua nuova migliore amica. Dopo questa avventura il lupo e la capretta divennero amici per la pelle e si videro molte altre volte. Il lupo divenne vegetariano e non gli venne più voglia di mangiare una capra. Elisa Mengoni Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo i due animali andarono ai piedi della collina; la CAPRETTA dice a un lupo: “Tu sei una notte di temporale?”, il LUPO risponde: “Sì, e tu sei una notte di temporale?” la CAPRETTA dice sì. Allora il lupo pensa: “Io potrei mangiarla ma non lo faccio, perché mi vedranno” e la CAPRETTA pensa: “Io potrei scappare ma non lo faccio perché penseranno che mi voleva mangiare”. Tutti e due dicono: “Vuoi diventare mio amico?” e rispondono di sì, ma proprio quando diventano amici una guardia dello zoo li cattura e li rinchiude nella stessa gabbia. Ogni giorno si parlano ma, dopo qualche tempo, il LUPO muore di malattia perché aveva il raffreddore; allora la CAPRETTA uscì dallo zoo ma un cacciatore la uccise e se la mangiò. Manuel Mogliani Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo c’era un bel sole e il lupo andò sulla collina e trovò tante capre che pascolavano; il lupo decise di aspettare il suo amico. Poi però, siccome aveva fame, corse verso le capre ma arrivò un cane, che assomiglia molto ad un lupo. Il lupo, pensando che fosse il suo amico, gli disse: “È vero, qui c’è tutto quello che serve ad un lupo, capre e spazio per correre, divertiamoci a rincorrere queste capre”. Il cane rimase stupito e disse: “Queste capre sono di mia proprietà e non intendo mangiarle.” Ad un certo punto arrivò la capra che ripeteva: “In una notte di temporale” allora il lupo, che non ci stava capendo niente, le disse: “Ehi tu, capra, perché ripeti continuamente quella frase?”. La capra rispose: “È una frase che mi devo ricordare”. Siccome si erano fatte le dieci, il lupo si diresse verso la capanna, poi, qualche minuto dopo, pure la capra salì. I due si incontrarono tutti e due stupiti, ma poi si rassegnarono e decisero di diventare amici e il lupo promise alla capra che non avrebbe mangiato più i suoi simili. Infine tutti e due andarono a pranzo e diventarono migliori amici per sempre. Clayton Monteiro Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Il giorno dopo i due si incontrarono. La capra arrivò per prima, il lupo vedendo quella delizia gli venne una fame tremenda, si nascose dietro la capanna, e non vedeva l’ora di mangiarla, ma quando il lupo sentì la parola d’ordine In una notte di temporale detta dalla sua compagna capra, gli venne un dubbio. La capra si insospettì e se ne andò. Il lupo in un istante la fermò e le chiese:” Ma sei davvero tu compagno di una notte di temporale ?”. La capra rispose :” Ma certo che sono io”, essa ripose la stessa domanda al lupo, e ricevette la stessa risposta. I due, fecero amicizia, si conobbero meglio, e fecero il loro esilarante picnic. Martina Piccinini Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? La mattina dopo, a mezzogiorno, la capretta e il lupo andarono alla capanna. I due non si riconobbero e il lupo, vedendo la capretta, si mise subito a rincorrere l’animale; la capretta, spaventata, corse verso la capanna gridando: “In una notte di temporale”. Dopo quelle parole il lupo capì che il suo amico era una capra e anche la capra capì che il suo amico era un lupo. La capretta allora uscì dalla capanna e i due pranzarono in pace. Luca Romiti Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? Quando il lupo arrivò, all’alba, davanti alla capanna, vide che non c’era nessuno; aspettò, aspettò finché, in lontananza, vide arrivare una capra. Il lupo, affamato perché non aveva fatto cena la sera prima, pensò: “Oh … adesso quella bella capretta me la mangio tutta! Aspetta un attimo … ma … quella capra sta urlando la parola d’ordine sulla quale mi sono accordato ieri sera con la mia amica! Vuol dire che è lei In una notte di temporale? Adesso mi metto a gridare la parola d’ordine anch’io, così vediamo!” Quindi il lupo urlò: “In una notte di temporale!”. La capra, quando sentì un lupo grande e grosso urlare la parola d’ordine, rimase a bocca aperta e cominciò a scappare a zampe levate, ma il lupo, dopo qualche riflessione, da lontano le gridò: “Fermati, non ti voglio mangiare, restiamo qui a chiacchierare nella nostra capanna; se ieri sera siamo andati d’accordo vuol dire che resteremo per sempre amici, ovviamente senza litigare o mangiarci!”. Si incontrarono così, per tanti e tanti giorni, davanti alla capanna dove si erano conosciuti in quella buia e oscura notte di temporale. Ellen Severini Che cosa sarebbe successo il giorno dopo ai piedi di quella collina? La mattina seguente, su quella collina, in quella capanna arrivò per prima la capretta; dato che aveva fame si mise a mangiare l’erba e non si accorse dell’arrivo del lupo. Il lupo vide una capretta e si mise a rincorrerla, senza sapere che era la sua amica. La capretta iniziò a scappare, perché non voleva essere mangiata. Quando il lupo afferrò la capretta le disse: “ Questo è il tuo ultimo giorno”. La capretta in preda al panico disse: “ In una notte di temporale”. E il lupo disse: “Che cosa hai detto? Saresti tu l’amico con cui sono stato ieri sera?”. E la capretta rispose: “ Ma se io ieri sera sono stata con una capretta, come ho fatto a stare con te? Avevamo gli stessi gusti, ci piacevano le stesse cose e quindi, di certo, non sono stato con te.” “E allora come fai a sapere la frase segreta?”. “Ieri stavo con una capretta, in una notte di temporale”. “Allora eravamo insieme, - disse il lupo - ma comunque la nostra amicizia non può continuare perché altrimenti ti mangerei; quindi vattene”. “Ma non voglio andarmene”. “Addio capretta”. Rebecca Toccaceli Presentazione del Safer Internet Center 5 marzo 2013 La mattina del 5 marzo 2013, i nostri insegnanti ci hanno accompagnato nell’ex cinema di Castelfidardo,dove due esperti nel campo della legalità, appartenenti all’associazione “Save the children” ci hanno spiegato cos’è il cyberbullismo, una modalità di bullismo che si svolge interamente in rete, ad esempio attraverso i social network, ai quali sempre più ragazzini si iscrivono, anche prima dell’età opportuna. È stato un incontro davvero molto interessante, gli esperti ci hanno fatto comprendere divertendoci: ad esempio, se dei nostri compagni vogliono fare uno scherzo di cattivo gusto ad una persona della nostra classe emarginata, noi non dobbiamo partecipare, perché, anche non volendo, possiamo diventare veri e propri bulli anche noi. Ci hanno mostrato dei video molto interessanti, che rappresentavano persone in difficoltà che, invece di essere aiutate, venivano emarginate e, la cosa più brutta, era che collaboravano all’emarginazione proprio tutti i compagni di scuola. Un video, in particolare, raffigurava un ragazzino di nome Gaetano, che veniva brutalmente preso in giro e soprannominato Gay Tano. Ad un certo punto gli esperti ci hanno posto un importante interrogativo: anche noi avremmo retto il gioco dei compagni di Gaetano, mettendolo continuamente in ridicolo, oppure no? Sono uscite risposte molto diverse: qualcuno avrebbe voluto reggere il gioco, mentre altri avrebbero aiutato Gaetano a superare questo momento nel modo più tranquillo possibile. Alla fine i due esperti ci hanno proposto di eleggere quattro alunni, uno per ogni classe, due maschi e due femmine, che dovranno partecipare a degli incontri che si terranno a distanza di tempo e che toccheranno il tema cyberbullismo, e dovranno poi riferire agli altri alunni delle rispettive classi prime ciò che avranno ascoltato e imparato. Cyberbulli a scuola: come difendersi (dal giornalino d’istituto) In queste settimane, noi ragazzi della scuola media Mazzini di Castelfidardo, siamo venuti a contatto con un tema, ormai, molto ricorrente, il Cyberbullismo. Infatti, un nostro compagno di scuola, A. K., è stato vittima di un atto di questo tipo: una persona da noi ancora sconosciuta, ha pubblicato una recensione, nel nostro sito scolastico, da noi gestito, di un videogioco, inserendoci parolacce, per poi firmarlo con il nome del nostro compagno. Il 5 marzo scorso, nella sala dell’ex cinema di Castelfidardo, si è tenuto un incontro nel quale si è parlato molto di Cyberbullismo, una modalità di bullismo che consiste nel postare delle immagini spiacevoli della vittima nei social network o semplicemente nell’inviare messaggi o e-mail di ricatto a ragazzi minorenni. Questo fenomeno si sta ampliando sempre di più a causa del numero in crescita delle iscrizioni ai social network. Esistono anche casi di Cyberbullismo che fortunatamente si sono risolti: per esempio, alcune foto postate in rete che poi però sono state eliminate dal bullo stesso che si è pentito di ciò che ha precedentemente fatto. La vittima del cyber bullo, in genere, ha difficoltà a parlare di questo problema, perché si vergogna. A volte, alcuni ragazzi diventano bulli per non subire scherzi di cattivo gusto, ma poi non riescono più ad uscire dalla mischia. Molte vittime hanno deciso di parlare, anche se mantenendo l’anonimato, e,tra loro, ce ne sono alcuni che, anche a distanza di diversi anni, soffrono ancora. Fortunatamente, esistono molti ragazzi che hanno ben compreso il significato del Cyberbullismo e hanno deciso di ribellarsi e di far capire a tutti che non è un gioco, anche se all’inizio può sembrare tale. Ormai, ci sono molti mezzi per superare questi momenti difficili, ad esempio la consulenza di psicologi specializzati in tale campo, che possono aiutare a rielaborare ciò che è stato subìto. Come il nostro amico, però, esistono molte altre persone che hanno subìto lo stesso trattamento, quindi, noi ragazzi, abbiamo deciso di ribellarci attraverso iniziative e progetti istituiti dalla nostra scuola. In questo momento, ci stiamo occupando del progetto dal nome “Safer Internet Center”, formato da persone molto qualificate che ci hanno fatto comprendere tutti gli aspetti del Cyberbullismo, ma soprattutto, come agire, se ci troviamo personalmente in queste situazioni. Giulia Galluccio e Rebecca Toccaceli I Tutor del Safer Internet Center Dopo la presentazione del Safer Internet Center, sono stati scelti quattro alunni delle classi prime, uno per ogni sezione, per formare un gruppo di tutor che faranno da tramite fra gli operatori di “Save the children” che curano il progetto e il resto degli alunni del nostro istituto. Ai tutor, in un incontro tenutosi ad Osimo in data 18 marzo 2013, viene consegnata una presentazione con alcune diapositive (qui ne vedete alcuni esempi) che invitano i ragazzi a riflettere sul loro rapporto con Internet. 1° intervento in classe Safer Internet Center 26/04/2013 Il materiale dato ai tutor viene presentato nelle quattro classi prime durante alcuni incontri che si sono tenuti nelle mattinate del 9 e del 26 aprile 2013 (due classi per ogni mattina). Dalla visione del materiale nasce una discussione, che porta alla preparazione di un cartellone e a sviluppare alcune riflessioni che poi saranno riportate dagli alunni sui PC della scuola. Ecco alcune riflessioni: Secondo me su internet tutti si sentono più forti perché lo schermo li fa sentire liberi di scrivere ciò che si pensa, anche se a volte, esprimendo le proprie opinioni, ci si può cacciare in guai molto seri. Internet,secondo me crea dipendenza e bisognerebbe farne un buon uso per evitarlo. Su internet a volte, nessuno sa chi sei, ad esempio su Facebook o altri social network ci si può iscrivere con un nome falso, coprendo dunque la propria identità. Internet può essere un problema o una cosa che col tempo possiamo iniziare a temere, io sono iscritta a Facebook e, un po’ di tempo fa, hanno pubblicato a mio nome post spiacevoli sulle bacheche dei miei amici che si sono arrabbiati con me. Secondo me è vero che su Facebook si può scrivere ciò che si vuole senza essere troppo giudicati, ma non bisogna comunque esagerare per evitare spiacevoli inconvenienti. Internet crea molta dipendenza, anche io sono molto dipendente da internet e dai social network. Io non sono su Facebook e non ci voglio mai essere, perché secondo me è molto pericoloso. Su internet si sentono tutti più forti perché nessuno li può vedere. Su internet nessuno sa chi sei perché nessuno ti conosce realmente. Internet crea dipendenza, perché chi inizia e non si controlla non smette più, è come un’epidemia. Io su internet non mi sento più forte perché secondo me non bisogna sentirsi sempre al centro dell’attenzione per essere sicuri di sé. Internet crea dipendenza solo se ci stai cinque o sei ore al giorno. Secondo me su internet nessuno è più forte, tutti sono uguali perché nessuno sa chi sei veramente quindi puoi nascondere la tua vera identità e puoi mentire fingendoti qualcun altro . È vero che internet spesso tira fuori la parte più stupida di te e la rende visibile al mondo intero e quindi anche alle persone che conosci e che poi potrebbero prenderti in giro per tutto quello che pubblichi. Spesso quando ho il tempo libero sto davanti al mio PC soprattutto perché voglio parlare con i miei amici, chattare e pubblicare le mie foto e video. Internet può essere un problema anche perché è pericoloso e ti crea dipendenza. Inoltre non sempre sei sicura che la persona con cui stai parlando è veramente quella che tu credi. Internet è talmente esteso che ad esempio se posti una foto stupida a 15 anni, te la ritrovi anche a 50 anni, senza poterla rimuovere. C’è chi dice che senza Facebook non vive, ma secondo me lo dice solo perché non ha amici nella realtà. Io non amo il PC perché lì ci vivono i miei amici, ma perché ci faccio dei giochi per riposarmi. Io amo il mio PC sia perché ci vivono i miei amici ma anche per sentire canzoni e sapere altre cose. 2° intervento in classe Safer Internet Center 20/05/2013 Con quest’ultimo intervento in classe dell’operatrice del Safer Internet Center si chiude anche il progetto legalità; gli alunni si confrontano e mettono in comune le loro riflessioni facendo un bilancio di tutta l’esperienza. Ecco alcune loro riflessioni: Il progetto legalità mi è piaciuto molto, perché ho imparato molte cose che non sapevo e che ignoravo, come i grandi pericoli di internet e dei social network; prima non sapevo che il fenomeno del cyber bullismo fosse cosi diffuso. Abbiamo appreso tante cose nuove e interessanti, però ci sono stati anche aspetti negativi, ad esempio abbiamo più scritto che parlato. Io migliorerei il progetto facendo fare più cose manuali agli alunni, del tipo cartelloni o altre cose, invece di fare sempre cose orali o scritte. Questo progetto mi è piaciuto molto perché ero interessata in quanto riguarda i problemi dei ragazzi della mia età. Ho scoperto tante nuove cose come il significato e gli effetti che può provocare il cyber bullismo. Gli operatori che ci aiutavano e che ci hanno accompagnato lavorano per associazioni che aiutano ragazzi con problemi molto ricorrenti in questi anni. Credo che, questo progetto abbia avuto soprattutto lati positivi, l’unica cosa che non mi è piaciuta molto è la faccenda dei tutor, non credo che sia giusto che solo alcuni ragazzi siano stati più a contatto con questo progetto, conoscendone più aspetti. Se il “Safer Internet Centre” dovesse cambiare qualche cosa, consiglierei di organizzare più incontri e ancora più coinvolgenti, perché noi ragazzi, abbiamo un carattere particolare: per essere davvero concentrati su quello che stiamo guardando e vivendo, dobbiamo trovarci davanti a qualcosa di davvero interessante e coinvolgente. Il progetto legalità mi è piaciuto perché ho capito cos’è il cyber bullismo e il bullismo in rete. La cosa negativa è che mi sembra che l’abbiamo fatto poche volte, invece gli aspetti positivi sono: abbiamo saltato qualche ora di lezione, abbiamo imparato cose nuove, ad esempio che non si deve fare il bullismo, cioè non ricattare, non picchiare. Il progetto legalità mi è piaciuto molto perché ho scoperto delle cose nuove come il cyber bullismo, cioè il bullismo in rete. Questo progetto ha avuto molti aspetti positivi ma anche negativi; un aspetto positivo è quello che ci è servito a fare degli articoli per il nostro giornalino. Questo progetto è servito anche al nostro rapporto in classe; io però cambierei delle cose di questo progetto tipo: molti più incontri e delle spiegazioni più approfondite. Il progetto è stato molto bello perché è riuscito a mettermi in allerta sul bullismo. Io, essendo uno dei tutor, credo anche che abbia coinvolto i ragazzi di tutte le classi prime e abbia spinto loro a comprendere le conseguenze di questo problema. In questo progetto del “Cyber Bullismo” ho trovato degli aspetti positivi e negativi: positivo è che mi è piaciuto fare queste lezioni invece l’aspetto negativo è che secondo me dovevano approfondire di più. Ho imparato che su alcuni social network non bisogna accettare le amicizie di estranei. Per migliorare questo progetto bisogna fare più riunioni per i genitori. A me questo progetto è piaciuto molto perché ho capito come ci si comporta insieme agli altri. A dire la verità in questo progetto ci sono degli aspetti negativi: una volta ci hanno fatto vedere quali sono i pericoli di internet e in quella lezione mi sono un po’ annoiato; la cosa che mi è piaciuta di più è stato il film su Gaetano. Da questo progetto la cosa nuova che ho capito è quanto può essere difficile per gli anziani usare internet. Direi che questo progetto è importantissimo e non bisogna cambiarlo. Mi è piaciuta l’esperienza della legalità e del Safer Internet Centre perché non l’avevo mai fatto finora. Positivo è stato imparare cose nuove e scoprire che questi problemi esistevano anche in passato. Negativo è che su Internet le persone guardano le foto degli altri. Ho imparato che non si deve perseguitare e dare fastidio agli altri e bisogna imparare a stare insieme. Tale progetto lo vorrei migliorare chiarendo meglio alcuni contenuti. Questo progetto mi è piaciuto molto, perché ho scoperto dei problemi che io non avevo mai provato sulla mia pelle. Ho scoperto anche che ci sono associazioni contro il bullismo e il cyber bullismo. L’aspetto positivo è che ora so difendermi dai bulli. Ho imparato che, se qualcuno mi fa degli atti di bullismo, io devo subito dirlo ai professori e ai miei genitori. Mi è piaciuto soprattutto quando io e una mia amica, Giulia, abbiamo scritto un articolo sul giornalino della scuola. Mi è piaciuta l’esperienza, perché ho imparato che nei social network ci sono dei pericoli seri e io questo prima non lo sapevo. Il lato negativo è quello che a me non mi sta bene che solo i tutor, durante l’orario scolastico, debbano andare a delle riunioni per il progetto, perché non è giusto nei confronti di tutti gli altri alunni. A me il progetto è piaciuto perché i ragazzi del Safer Internet Center hanno esposto bene le cose che volevano dire. Il lato positivo è che anche noi abbiamo saputo del cyber bullismo; il lato negativo è che è durato poco e ci sono stati pochi incontri, ma soprattutto quello che mi è piaciuto di più è stato il 20 novembre . Questa esperienza del lavoro della legalità secondo me è servita molto a tutti perché ci ha spiegato quanto può essere pericoloso internet ma, contemporaneamente, quanto può essere utile per avere delle informazioni o per mettersi in contatto con i parenti che magari abitano lontano. Tra i lati negativi ci hanno spiegato molto la pericolosità dei social network come Facebook e Twitter, a cui possono accedere tutte le persone del mondo e, probabilmente, alcune di queste persone si sono create un profilo falso su Facebook fingendosi altri che credi di conoscere; in questo modo possono accedere ai tuoi dati e tu sei incosciente di quello che sta accadendo. Invece tra le cose positive ci sono dei programmi come Skype che ti permettono di vedere i tuoi parenti o persone a te affezionate che abitano in un altro paese e quindi molto lontano da te; perciò effettuando una semplice videochiamata puoi parlare tranquillamente con loro. Questa esperienza mi è piaciuta molto e la rifarei un’altra volta. La cosa più bella è stata la giornata mondiale dell’infanzia dove abbiamo potuto esprimere i nostri pensieri liberamente. Ho imparato a stare bene insieme agli altri e a difendermi dal bullismo. A me il progetto è piaciuto così e lo vorrei rifare. Il progetto mi è piaciuto molto perché mi ha aiutato a capire che stando insieme si sconfigge sempre la paura dei bulli e la brutta solitudine di quando uno scherzo inizia e non finisce più. L’aspetto più positivo del progetto legalità è il video che abbiamo fatto il 20 novembre, perché ci siamo divertiti tutti e in più siamo finalmente riusciti a parlare e ad essere ascoltati con attenzione, mentre quello negativo è stato l’ultimo giorno del progetto perché non volevo che finisse. Sinceramente già sapevo tutto, ma ho capito che bisogna stare sempre insieme e che bisogna fare in modo che il bullismo finisca. Mi è piaciuto il progetto, perché mi ha fatto capire gli aspetti negativi del cyber bullismo e del bullismo. Uno degli aspetti negativi che ho notato del progetto è che abbiamo fatto poche ore di incontri, secondo me dovevamo farne un po’ di più. Invece l’aspetto positivo è che mi ha fatto imparare i pericoli di internet. Ho imparato molte cose nuove del bullismo e dello stare insieme. Migliorerei il progetto aggiungendo qualche ora in più per approfondire alcuni concetti. Il progetto legalità è stato molto bello perche mi ha dato un avvertimento molto importante sui pericoli di internet e sui social network. I lati positivi sono stati che ci lasciavano parlare su come usiamo internet; quelli negativi sono che passavamo soltanto poco tempo con gli esperti e non di più. Io non ho imparato molto di nuovo perche già lo sapevo. Il progetto lo migliorerei mettendo più ore per parlare, affinché ci insegnino qualcosa di nuovo. Il progetto legalità mi è piaciuto molto perché mi ha fatto capire che il bullismo è un fatto bruttissimo. Inoltre è pericoloso andare su siti come Facebook, Youtube e Skype perché il bullismo si può manifestare anche in rete. Però è anche utile andare su questi siti perché si può parlare con persone lontane.