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Presentazione di PowerPoint - Università degli Studi di Milano

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Presentazione di PowerPoint - Università degli Studi di Milano
Le origini della misura meccanica del tempo
Prima parte:
dal mondo antico a Giovanni de’ Dondi
Marisa Addomine
Registro Italiano degli Orologi da Torre, Presidente
Membro del consiglio direttivo di Hora
I primi indicatori temporali
Le prime indicazioni che l'uomo utilizzò
per distinguere i diversi momenti del giorno
furono di carattere naturale
• Giorno e notte, indicati dal Sole
• Il periodo mensile, indicato dal susseguirsi
delle fasi della Luna
• Il susseguirsi delle stagioni, per il ciclo annuale
Gli strumenti per la misura del tempo
Le ore del giorno vennero misurate mediante
quadranti solari
L'inclinazione dell'asse terrestre implica
durate diverse del giorno e della notte
nelle diverse stagioni
Il giorno ha la stessa durata della notte solo
in corrispondenza degli equinozi
(21 marzo e 21 settembre)
Gli strumenti per la misura del tempo
Gli strumenti per la misura del tempo
Le più antiche notizie dell'utilizzo di quadranti solari per la
determinazione delle ore del giorno sono di origine Egizia
La più antica meridiana risale probabilmente al 1500 a.C., ma
non possiamo dimenticare che gli obelischi stessi erano gli
gnomoni di quadranti solari che venivano tracciati al suolo
Presso gli Egizi nacque la divisione della giornata in 24 ore, 12
per il giorno e 12 per la notte. Questo implicava la diversa durata
delle ore nelle stagioni, al variare della durata del periodo di luce
Le ore misurate secondo questo criterio presero il nome di Ore
Ineguali, mentre le ore moderne, in cui la durata di ogni ora e'
costante, come accade di fatto solo all'Equinozio, prendono il
nome di Ore Eguali o Ore Equinoziali
Gli strumenti per la misura del tempo
Che gli dei smascherino il primo che ha inventato
la divisione delle ore, il primo che ha messo
in questa città un orologio solare.
Per nostra sfortuna, ci ha tagliato il giorno a fette.
Durante la mia infanzia non esistevano orologi
all'infuori della mia pancia.
Era per me l'orologio migliore, il più esatto;
quando si faceva sentire, si mangiava,
a meno che non ci fosse niente da mangiare.
Adesso, anche se c’è abbondanza di cibo,
si mangia solo quando piace al Sole.
La città è piena di orologi solari, ma quasi tutti
gli abitanti si trascinano mezzi morti di fame.
(Plauto, Boeotia II sec. a.C.)
I primi osservatori astronomici
Nel mondo antico, praticamente ogni civiltà giunse,
per contaminazione culturale o per sviluppo proprio,
all'osservazione della ciclicità e delle regolarità dei
moti del Sole, della Luna, delle stelle e dei pianeti
nella volta celeste
Il concetto di calendario
Il ciclo annuale ed il ciclo metonico: quando Sole e
Luna si reincontrano (ogni 19 anni)
I primi osservatori astronomici
Stonehenge ed i circoli litici celtici
gli astronomi del IV millennio a.C.
La sacralizzazione del tempo e dello spazio
La nascita degli strumenti per la determinazione del tempo e
dello spazio
L'analisi dei moti celesti e la trasmissione delle osservazioni:
culture scritte e culture orali
Gli orologi ad acqua
Il deflusso o l'afflusso regolare di acqua in un contenitore
graduato dà origine alle prime clessidre
Quella che noi chiamiamo comunemente clessidra, dovrebbe
essere a rigore definita clepsammia
Questi orologi ad acqua non
presentano parti in movimento,
ne' uso di ruote dentate
Astronomia ed astrologia
Nel mondo antico, era comune la
concezione di un'influenza degli Astri
sul destino del mondo e degli umani
La predeterminazione di eventi
eccezionali
La predizione delle eclissi come
strumento di potere politico e
religioso
Lo studio del Cielo come strumento
di orientamento per la navigazione
L’Atlante Farnese
Introduzione all'orologio meccanico
Secondo una definizione largamente accettata,
possiamo parlare di orologio meccanico quando ci troviamo
di fronte ad un segnatempo in cui l'energia potenziale insita in
una fonte (pesi, molla) viene rilasciata in modo frazionato
per mezzo di un dispositivo di parzializzazione (scappamento),
il cui isocronismo è controllato da un organo regolatore (pendolo,
bilanciere, foliot) di tipo oscillante. Lo scorrere del tempo viene
indicato per mezzo di ausili visivi (quadrante) od
acustici (rintocchi, suoni)
Una comune diceria: l'orologeria meccanica nasce in Europa nel
XIV secolo
Possiamo affermare che l'orologeria meccanica mossa da pesi
nasca in Europa sicuramente già nel XIII secolo, ma che tragga le
sue origini da tempi molto più antichi
Scienza ellenistica
Un libro da leggere:
Lucio Russo - La Rivoluzione Dimenticata - Feltrinelli
Nel mondo ellenistico, cioè nel mondo culturale di influenza
greca a partire da Alessandro Magno sino alla conquista
romana dell'Egitto (323 a.C - 31 a.C.) vennero a confluire i
saperi tecnici e scientifici del mondo iranico, indiano, egizio,
greco
Lo straordinario contributo del mondo ellenistico fu lo sviluppo
del sapere teorico coniugato ad un metodo che, sempre più,
scopriamo essere il vero precursore del Rinascimento
Scientifico che, da radici trecentesche, fiorirà in Europa a
partire dal XVI secolo
Scienza ellenistica
La Pneumatica di Erone (10 a.C. 70 d.C.), di derivazione
ellenistica
La straordinario sviluppo dell'Astronomia e del modello
pretolemaico e tolemaico
Il problema della modellizzazione del moto apparente dei
pianeti
I nostri preconcetti sul sapere degli Antichi
Scienza ellenistica
Scienza ellenistica
La torre dei Venti di
Andronikos di Cyrros
ad Atene
Opera del II secolo a. C.:
orientata astronomicamente,
riportava sui lati esterni
quadranti solari ed all'interno
proteggeva
un orologio ad acqua
Dell'interno restano solo,
nonostante gli scavi accurati
compiuti, le tracce dei
passaggi delle tubazioni
Scienza ellenistica
Vitruvio, architetto ed
ingegnere del I secolo d.C.
Il De Architectura e gli orologi
idraulici descritti nel IX Libro
La loro attribuzione a Ctesibio
(IV secolo a.C.)
I vantaggi di un orologio
idraulico
Scienza ellenistica
Analisi di un orologio
vitruviano
Differenze rispetto alla
definizione di orologio
meccanico: assenza di uno
scappamento
Limiti degli orologi idraulici
Presenza di indicazioni
astronomiche
Il quadrante astrolabico
Scienza ellenistica
Modelli dell'universo conosciuto: planetari ed astrari
Tra i preconcetti che riguardano le capacità tecnologiche degli
Antichi, uno dei più comuni è quello riguardante la loro scarsa
capacità di realizzare oggetti tecnologicamente raffinati
Non sopravvive, purtroppo, tranne il meccanismo di
Antikythera, nessuna macchina astronomica del mondo antico
Le fonti che parlano di questi modelli planetari sono molte, ed
assolutamente attendibili
Planetari e Astrari
Archimede siracusano (287-212 a.C.)
Narrano le fonti che, quando Siracusa fu espugnata dal
Console romano Marcello, nel 212 a.C., quest'ultimo avesse
ordinato di salvare Archimede
Un soldato, non avendolo riconosciuto mentre era intento nei
suoi studi, lo trafisse con la spada
L'unico bottino che Marcello volle per sé dal sacco della
ricchissima Siracusa furono una globo celeste ed un
planetario, che erano stati, pare, costruiti da Archimede
Planetari e Astrari
Il planetario era un oggetto straordinario che mostrava a ogni
rotazione la Luna levarsi dopo il Sole sopra la Terra immobile,
le eclissi di Luna e di Sole a intervalli di tempo debiti, nonché i
moti degli altri cinque pianeti noti: Mercurio, Venere, Marte,
Giove e Saturno (De re publica, I, 14, 21-22; Tusculanae
disputationes, I, 63)
Questo planetario è menzionato anche da Ovidio (I sec. a.C.)
nei Fasti (VI, 263-283), da Lattanzio (IV sec. d.C.) nelle
Divinae institutiones (II, 5, 18) e in un epigramma di Claudiano
(IV sec. d.C.) intitolato In sphaeram Archimedis
Planetari e Astrari
"Ci diceva infatti Gallo che quell'altra sfera, solida e piena, era
un'invenzione anteriore di Archimede e che Talete di Mileto ne aveva dato
per primo il modello che poi da Cnidio Eudoxo, discepolo, come si diceva,
di Platone, era stato ornato con la raffigurazione delle costellazioni, e che
tutta questa ornamentazione descrittiva, desunta da Eudoxo, era stata
molti anni dopo esaltata in versi da Arato che non aveva alcuna cultura
astronomica ma solo un certo estro poetico. Senonché, una rotazione
sintetica, comprendente il moto del sole e della luna e delle cinque stelle
che si chiamano erranti, e quasi vagabonde, non avrebbe, ci spiegava
Gallo, mai potuto essere riprodotta in quella primitiva sfera solida, e in ciò
per l'appunto era il lato mirabile dell'invenzione di Archimede: egli aveva
trovato il modo di riprodurre in una rotazione unica gli ineguagliabili moti
delle stelle e la loro varia corsa. Mentre Gallo faceva muovere questa
sfera, si vedeva la luna succedere al sole nell'orizzonte terrestre ad ogni
giro come gli succede anche in cielo e si verificava la stessa scomparsa
del sole dal cielo e lo stesso collocarsi della luna nell'ombra della terra non
appena il sole fosse dal lato opposto...”
(Cicerone, De Re Publica - Liber I . 21)
Planetari e Astrari
Gli Antichi quindi conoscevano l'uso di modelli meccanici dei
moti astronomici. Molto probabilmente erano mossi a mano,
non siamo in grado di dire se fossero azionati da un qualche
tipo di meccanismo di tipo automatico
Altre fonti storiche per dispositivi analoghi:
Filone di Bisanzio (II secolo a.C.)
Persistenze dopo Roma
Una preziosa testimonianza: la lettera di Teodorico a Boezio,
nel VI secolo, ci parla di un orologio ad acqua di notevole
complessità
E’ l'invio di un dono di stato dal re dei Goti a Gundebaldo, re
dei Burgundi:
Quapropter salutantes gratia consueta per harum portitores
illum et illum oblectamenta prudentiae vestrae, horologia cum
suis dispositoribus credidimus destinanda: unum, in quo
humana sollertia videtur colligi, quod totius caeli noscitur
spatia pervagari: aliud, ubi solis meatus sine sole cognoscitur
et aquis guttantibus horarum spatia terminantur.
(Cassiodoro (490-583 d.C.), Variae)
Persistenze dopo Roma
Il ruolo delle comunità monastiche nella tradizione culturale
Le ore benedettine
L'importanza della sincronicità degli atti sacri
Il tempo dei monasteri regolato dalle ore canoniche
Medioevo orologistico
La cultura del mondo antico continua presso i Bizantini e da
essi passa all'Islam: ritroviamo gli stessi personaggi di cui ha
parlato la dottoressa Ambrosetti
I matematici, erano anche astronomi e meccanici: l'unità del
sapere, che contraddistinguerà l'uomo rinascimentale, nasce
nel mondo antico
Al-Jazari (1136 / 1206) nel suo Libro degli Ingegnosi
Dispositivi Meccanici, fa riferimento addirittura ad un testo
(detto dello pseudo-Archimede) per le cognizioni di idraulica
che gli furono necessarie per la realizzazione di alcuni suoi
orologi
La tradizione degli orologi ad acqua nel mondo islamico
Medioevo orologistico
Orologio astronomico
di Al-Jazari
Medioevo orologistico
Orologio della Moschea
di Fez (XIV secolo)
Medioevo orologistico
I doni dell'Islam al mondo cristiano
Tra le diverse notizie di dispositivi straordinari pervenuti,
in qualità di doni di stato, dall'Oriente verso sovrani cristiani,
ricordiamo:
• L'orologio donato da Haroun al-Rashid (il califfo delle Mille ed una Notte)
a Carlomagno, agli inizi del IX secolo, di cui ci dà testimonianza Eginardo,
biografo, nella sua Vita Karoli. Si trattava di un orologio in ottone (ex
aurichalco) in cui, allo scadere delle ore, delle sfere metalliche cadevano
ritmicamente in un bacile sonoro
• Il planetario donato dal Sultano di Damasco a Federico II di Svevia nel
1230. Purtroppo, le fonti sono vaghe, e citano solo che si trattava di una
tenda all'interno della quale erano riprodotti i moti degli astri e dei pianeti
Medioevo orologistico
Mille e non più Mille: Gerbert d'Aurillac, papa Silvestro II
La tradizione gli attribuisce l'invenzione degli orologi a pesi
La sua formazione di matrice arabo-ispanica
I suoi scritti che ci testimoniano la costruzione in prima
persona di modelli astronomici (sfere) che barattava contro
preziosi manoscritti
Prima che papa, abate di Bobbio: la linea di tradizione del
sapere astronomico celtico-irlandese
Medioevo orologistico
Il mondo dei Cistercensi: un ordine monastico di ingegneri e
tecnologi
Fondati nel 1098 secolo da Roberto di Molesme (1028-1111)
La presenza di Bernardo da Chiaravalle
Il continuo scambio culturale con i Templari,
portatori del sapere tecnico del medio Oriente
Medioevo orologistico
La regola Cistercense: i riferimenti alla
puntualità e le sanzioni per il Temperatore
Le Consuetudines o Ecclesiastica Officia
Le capacità tecnologiche
dei monaci cistercensi
Le tavole di Villers nel Brabante: le regole
per la sincronizzazione di un orologio
ad acqua sulla base di eventi astronomici
e del calendario nell'anno 1275
Medioevo orologistico
Lo svegliatore monastico:
un orologio semplicissimo
Medioevo orologistico
La vexata quaestio: l'orologeria meccanica quando nasce?
Evolve verso la complessità a partire dagli svegliatori, o lo
svegliatore è una soluzione semplice ed economica ottenuta
per alleggerimento da dispositivi più complessi?
Medioevo orologistico
I testi antichi parlano di horologia indifferentemente per
indicare strumenti meccanici o quadranti solari
I fondi archivistici sono lungi dall'essere esplorati
sistematicamente
I primi orologi a pesi compaiono in Inghilterra, Germania,
Fiandre, Italia del Nord, Francia con ogni probabilità nel XIII
secolo, e la loro diffusione è velocissima, nonostante gli
elevatissimi costi che comportavano per le comunità che se
ne dotavano
Medioevo orologistico
Wells 1392
Orologi in Italia
 Milano (Sant'Eustorgio (1309), San Gottardo in Corte
(Galvano Fiamma, 1335, Horilogium Mirabile...)
 Genova (donato dai Visconti di Milano, 1377)
 Chiaravalle – astronomico (prima indicazione al mondo di
una lancetta dei minuti)
 Padova - astronomico (XIV e XV secolo)
 Chioggia (ante 1386)
Orologi in Italia
L’orologio della Torre
di Sant’Andrea
a Chioggia
Richard di Wallingford
Richard di Wallingford (1292 - 1336)
Figlio di un fabbro, presto orfano
Adottato dall'abate di Wallingford per
la sua straordinaria intelligenza
Dottore ad Oxford
Abate di St Albans (importantissima
abbazia inglese, in cui era conservata
la Magna Charta) a soli 34 anni
Matematico, scienziato, astronomo, autore di trattati
matematici, astrologici, e di uno straordinario orologio
astronomico
Richard di Wallingford
Un uomo straordinario: dove ci sono grandi luci ci sono anche
grandi ombre...
Colpito dalla lebbra
Abilissimo gestore, ma dispotico nei rapporti con i contadini
Pensatore solitario
Muore a soli 44 anni lasciando l'orologio astronomico
incompiuto (verrà ultimato circa 30 anni dopo), a causa dei
postumi delle ferite ricevute nell'incendio della torre in cui
dormiva, colpita da un fulmine in una notte tempestosa
Richard di Wallingford
Una possibile ricostruzione
dell’orologio astronomico
di St. Albans
I Dondi dell’Orologio
Da Chioggia a Padova, a Pavia
Jacopo Dondi (1293-1359): progetta e fa costruire (da
Giovanni dalle Caldiere) l'orologio astronomico di Padova nel
1344
Il quadrante di Jacopo sarà l'archetipo cui si ispireranno
praticamente tutti i quadranti astronomici nord italiani sino alle
fine del XVI secolo
L'astronomico di Padova viene distrutto in occasione di un
evento bellico, e l'orologio viene ricostruito (stando alla
tradizione, seguendo i disegni originali) agli inizi del XV secolo
(dopo il 1428).
I Dondi dell’Orologio
L’astronomico
di Padova
I Dondi dell’Orologio
Giovanni de' Dondi (1330-1388)
Professore di Medicina a Padova, ma anche, insieme al
padre, ambasciatore impegnato in missioni diplomatiche sia
ufficiali che segrete
Profondo conoscitore della meccanica e dell'astronomia
Utilizzando come modello delle sfere celesti la Theorica
Planetarum di Campano da Novara (1220-1296), testo
ampiamente utilizzato anche da Richard di Wallingford,
progetta e realizza un astrario straordinario
L'astrario, portato da Padova al Castello Visconteo di Pavia,
dopo una cinquantina d'anni necessita di riparazioni
I Dondi dell’Orologio
L’Astrario
nell’interpretazione
di Luigi Pippa
I Dondi dell’Orologio
Nessuno è in grado di mettere mano a uno strumento tanto
complesso: viene chiamato Giovanni Zelandino, orologiaio
olandese, che vive a Carpentras (Francia)
Zelandino ripristina le funzionalità, ma in seguito neppure
Gianello Torriano, orologiaio cremonese di Carlo V, riuscirà a
ripararlo nuovamente
Le ultime notizie storiche lo danno nel Seicento come rottame
in una stanza del castello di Rosate
Un eredità straordinaria: Il Tractatus Astrarii
I Dondi dell’Orologio
Grazie alla descrizione puntuale
(anche se a volte di difficile interpretazione) diversi esperti si
sono cimentati nella ricostruzione dell'astrario
La progettazione di Giovanni de' Dondi contiene elementi
straordinari, quali la presenza di ingranaggi non circolari, e
dimostra la capacità di gestire progetti meccanici che
sarebbero complessi anche ai giorni nostri, con gli strumenti
disponibili ai tempi
Riesce difficile, davanti a tanta maestria, ritenere la
meccanica del Trecento qualcosa di primitivo...
Le origini della misura meccanica del tempo
Prima parte:
dal mondo antico a Giovanni de’ Dondi
Marisa Addomine
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02 6695254 - 348 6055008
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