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Classificatori con il cuore da ontologi

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Classificatori con il cuore da ontologi
Classificare le Scienze Umane: il caso Filosofia - Padova 2 febbraio 2007
Classificatori con il cuore da ontologi
Ovvero, sul perché la Biblioteca del
Dipartimento di Filosofia
dell’Università di Padova somiglia
così tanto ad una macedonia con
troppo mango e poca mela
Cristiana Bettella* e Massimiliano Carrara^
* Dipartimento di Filosofia, Università di Padova e ISKOI
^ Dipartimento di Filosofia, Università di Padova
Per cominciare:
l’argomento “facile facile” (?)
(P1) L’attività dei classificatori consiste nel produrre
ontologie per (alcuni) sistemi informativi
(P2) L’attività degli ontologi consiste nel produrre ontologie
(P3) L’attività di produrre ontologie per (alcuni) sistemi
informativi è parte dell’attività di produrre ontologie
_________________________________
(C) L’attività dei classificatori è parte dell’attività degli
ontologi
Obiettivi (1, 2)

(1) Mostrare che alcuni dei termini
dell’argomento “facile facile” sono ambigui.

(2) Mostrare che - data una certa semantica di
“ontologia” e “ontologie” - l’argomento non è
fondato, ie: non tutte le premesse sono vere.
Obiettivi (3)

(3) Sulla base di (1, 2) fornire una
diagnosi ad un problema piuttosto
frequente nelle biblioteche di ricerca,
nello specifico della Biblioteca di
Filosofia dell’Università di Padova:
l’estremo dettaglio nella copertura di
alcuni temi/settori e/o periodi storici e l’
estrema carenza di copertura di altri
temi/settori e/o periodi storici
Mango e mela: su (3)

Con (3) si vuole fornire una diagnosi del perché nella nostra
biblioteca si trova, ed è a scaffale, ad esempio, questo testo sulla
vita di un importantissimo filosofo (?):
Il riformatore della Trappa: vita di Armand-Jean de Rancé di Anna
Maria Caneva ; prefazione di Gregorio Penco
Infilato a scaffale in: B.785.R3.Z7C IL MANGO
Ma un testo di filosofia della scienza, come ad esempio quello di Imre
Lakatos:
La metodologia dei programmi di ricerca scientifici
Non solo non è a scaffale, ma non c’è proprio nella Biblioteca del
Dipartimento di Filosofia di PD!!! LA MELA
 Cominciamo
dall’obiettivo (1): ovvero
cominciamo con il mostrare che
alcuni dei termini utilizzati nell’
argomento “facile facile” sono
ambigui.
 Partiamo da alcuni chiarimenti
preliminari.
(I chiarimento)
Su classificatori e bibliotecari, 1
Un primo chiarimento. La prima premessa
dell’argomento “facile facile” dice:
(P1) L’attività dei classificatori consiste nel
produrre ontologie per dei sistemi informativi
Ma, un bibliotecario è un classificatore.
Infatti:
(I chiarimento)
Su bibliotecari e classificatori, 2
(P1) Se il classificatore classifica e
(P2) classificare è “ripartire, ordinare per classi” e
un
(P3) Un bibliotecario “ripartisce, ordina per classi
libri e riviste”
__________________________________
(C) Un bibliotecario è un classificatore.

Possiamo allora sostituire il termine
“classificatore” con il termine “bibliotecario” ed
ottenere che la nostra (P1):
(I chiarimento)
Su bibliotecari e classificatori, 3
(P1) L’attività dei bibliotecari consiste nel
produrre ontologie per dei sistemi
informativi
(II chiarimento)
Sui modi di dire “Sistema informativo”

Ma cosa vuol dire che i bibliotecari
producono ontologie per “i sistemi
informativi?”
(II chiarimento)
Sui modi di dire “Sistema informativo”
“Sistema informativo” è un termine equivoco.
Grossomodo, da una parte:
(1) è stato usato per riferirsi a quella parte delle
information sciences (e studies), delle scienze
cognitive e della linguistica che sono
raggruppate all’interno di aree di ricerca come
l’information technology, la knowledge
representation, e la computational linguistics
(II chiarimento)
Sui modi di dire “Sistema informativo”
Dall’altra:
(2) il termine “sistema informativo” è stato
adoperato per individuare specifici sistemi
informativi: ad esempio una particolare base di
dati, una particolare base di conoscenza, una
specifica software application per il data
processing.
Qui facciamo riferimento SOLO a questo secondo uso. Questo è
anche l’uso prevalente di “sistemi informativi” nell’espressione
“ontologia per i sistemi informativi”.
(II chiarimento)
Sui modi di dire “Sistema informativo”



Nello specifico, una caratterizzazione più o
meno in uso è quella di pensare “l’ontologia per
i sistemi informativi” come
un “qualche tipo speciale di base di
conoscenza” dove, per base di conoscenza
intendiamo un “centralized repository for
information: a public library, a database of
related information about a particular subject
…”
Quindi, una biblioteca
(II chiarimento)
Sui modi di dire “Sistema informativo”
è una base di conoscenza
ovvero
un sistema informativo
Problema:
(P) Cosa s’intende quando si dice che le
ontologie sono tipi speciali di basi di
conoscenza?
(III chiarimento)
Sui modi di dire “ontologie per i sistemi
informativi”, 1

Giaretta e Guarino in “Ontology and Knowledge
Bases” (IOS Press, 1995) avevano classificato
7 modi d’intendere l’espressione “ontologia” nei
lavori di “ontologia per i sistemi informativi”. Se
erano 7 nel ’95...

L’elenco è questo...:
(III chiarimento)
Sui modi di dire “ontologie per i sistemi
informativi”, 2
Ontologia come una disciplina filosofica (con la ‘O’ maiuscola)
Ontologia come un sistema concettuale informale
Ontologia come una descrizione semantica formale
Ontologia come specificazione di una “concettualizzazione”
Ontologia come rappresentazione di un sistema concettuale per
mezzo di una teoria logica
1.
2.
3.
4.
5.
1.
2.
6.
7.
caratterizzata da un certo numero di proprietà formali o
caratterizzata da un certo numero di scopi specifici.
Ontologia come il vocabolario adoperato da una teoria logica
Ontologia come specificazione ad un meta-livello di una teoria
logica.
Ontologia isa base di conoscenza
(di un qualche tipo)?
Per i nostri scopi ci basterà qui osservare che le
ontologie dell’ontology engineering

sono tipi speciali di basi di conoscenza, perché
la base di conoscenza è, semplificando, molto
“classificata, dettagliata, distinta”:

Adottiamo qui la concezione (4) – a soli fine
esplicativi – di “ontologia” sopra fornita: sono la
specificazione di una concettualizzazione
[Gruber 1993]
Ontologia isa base di conoscenza?
Un’ontologia per i sistemi informativi è

una particolare classificazione di un sistema
informativo e

una sua concettualizzazione (una
concettualizzazione del sistema informativo)
Quindi:
Bibliotecario isa Onto-Engineer
(P1) Se il bibliotecario è un classificatore e i classificatori
classificano i libri di una biblioteca e
(P2) una biblioteca è una base di conoscenza con degli
oggetti da classificare e
(P3) se classificare oggetti di una base di conoscenza per
mezzo di una specifica concettualizzazione significa
fare dell’ontology engineering
______________________________________
(C) Un classificatore fa dell’ontology engineering.
Ontologia
Fra le caratterizzazione inoltre che:
 “L’ontology
engineering usa l’Ontologia
con la O maiuscola (quella che fanno i
filosofi) per costruire ontologie” [Guarino,
Giaretta 1995]
Sui molti, molti modi di dire “Ontologia”
Siamo così arrivati ad analizzare la nostra
seconda premessa:
(P2) L’attività degli ontologi consiste nel produrre
ontologie.
In filosofia, produrre ontologie significa rispondere
alla domanda:
(1) Che cosa c’è? Che cosa esiste?
Sui molti, molti modi di dire “Ontologia”
Quine, un filosofo analitico, risponde a (1) dicendo:
(2) Tutto
e (2) per lui vuole dire:
Tutto ciò che c’è
Questa è una risposta certamente condivisibile e, tuttavia, rispondere
a (1) con (2) non è adeguato, anche se ovviamente corretto.
Sui molti, molti modi di dire “Ontologia”
Insoddisfazione. Ciò che gli ontologi vogliono è
caratterizzare questo tutto
 producendo una lista di categorie ontologiche
che non escluda nulla di tutto ciò che c’è

Chiamiamo questo primo senso in cui si può
produrre un’ontologia: generalista
Varietà di generalisti
Ci sono almeno due modi di fare ontologia in
questo primo senso:

Il primo modo consiste nel produrre un sistema
di categorie ontologiche
che alcuni, ad es. la Thomasson (in Fiction and
Metaphysics, Cambridge 1999), distinguono in:
Varietà di generalisti

Sistemi monodimensionali ->

Quando le singole
categorie sono generate
a partire da un’unica
relazione ontologica (ad
es. la relazione di
indipendenza ontologica)

Sistemi multidimensionali ->

Quando le singole
categorie sono generate
a partire da più relazioni
ontologiche (ad es. più
relazioni di dipendenza)
Il riferimento è a più
dimensioni (ad. es. stati
mentali e entità fisiche)

Sistemi mono-dimensionali (1)

Quello aristotelico sarebbe, secondo Hoffman e
Rosekrantz (quando si parla di Aristotele bisogna
sempre attribuire la responsabilità a qualcun altro!!), un
sistema categoriale monodimensionale perché basato
sulla sola relazione di indipendenza ontologica:
Se l’esistenza di x implica (entails) l’esistenza di y, e non
viceversa, allora y è indipendente da x

Per Aristotele solo le sostanze individuali esistono
indipendentemente; ogni altro tipo di entità esistente
dipende da queste realtà fondamentali.
“Alcune cose esistono separatamente altre
no; quelle che esistono separatamente
sono sostanze”
(Aristotele, Metaph. 1070b36-1071a1)
Sistemi mono-dimensionali (3)
Un sistema mono-dimensionale può essere:
 In
parallelo
 Gerarchicamente
ordinato ad albero
Sistemi mono-dimensionali
in parallelo
Quelli di Aristotele sono sistemi categoriali
mono-dimensionali in parallelo. Le
categorie aristoteliche sarebbero un
esempio di questo tipo di sistema perché
non c’è un genere sommo (l’essere) di cui
esse siano specificazioni (così almeno la
pensa Berti 2002).
Sistemi mono-dimensionali
ad albero in stile pirroniano (Chisholm 1996)
Sistemi mono-dimensionali
ad albero

Contrariamente ai sistemi in parallelo,
quelli ad albero sono “sistemi di genere e
specie, dove ogni categoria ontologica è o
un genere o una specie”.
Sistemi multi-dimensionali
(Thomasson 1999)
Dove una categoria è definita sia in
relazione al genere di dipendenza da
entità spazio-temporali che in relazione al
genere di dipendenza da stati mentali
 La categoria cui appartengono le sinfonie
comprende entità che sono
genericamente dipendenti da entità reali
e storicamente dipendenti da stati mentali



a, dove ‘a’ sta per la nostra sinfonia, dipende
genericamente da un ente reale quando
necessariamente se a esiste, allora esiste
qualche ente reale (qualche esecuzione);
a dipende storicamente da b quando
necessariamente, per ogni istante t in cui a
esiste, b esiste a t o è esistito ad un t’ che
precede t (l’attività mentale del compositore)
Buoni sistemi categoriali: proprietà

(a) Esaustivi, ovvero dovrebbero ripartire tutto
ciò che c’è o che potrebbe esserci – e

(b) dovrebbero essere costituiti da categorie
che, per ogni livello, sono fra loro mutuamente
esclusive: perché un sistema categoriale sia
correttamente formulato due entità non
possono appartenere a due categorie
ontologiche differenti dello stesso livello.
Sistemi categoriali ontologici
e Filosofia
Si dubita:
 che sia possibile fondare in modo
adeguato distinzioni categoriali
 che sia possibile fornire una lista di
categorie esaustiva o
 che le categorie del sistema siano
mutuamente esclusive
Tematicisti (1)

Se – come evidenziato – un primo senso di
produrre ontologie consiste nel fornire un
sistema di categorie ontologiche,

un secondo è quello di cercare di stabilire “ciò
che realmente c’è [...] procedendo passo passo
e argomentando a favore o contro l’ammissione
nell’ontologia di certi tipi di enti, siano questi
numeri, universali, atti di coscienza, o oggetti
finzionali” [Thomasson 1999: 115]
Tematicisti (2)

Esistono i fatti?
E prima ancora ci si è chiesto, ma ancora
ci si continua a chiedere:

Esistono gli universali?
Tematicisti (3)
Prendiamo, ad esempio, il caso dei fatti. Alcuni sostengono di avere
buoni argomenti per eliminare tali entità dall’inventario del mondo o
per ridurle ad altre entità, ritenute ontologicamente basilari, come
ad esempio individui, proprietà e relazioni; altri contestano la
sensatezza stessa della nozione di fatto.
Chi si occupa di ontologia in questa prospettiva non è interessato a
produrre un sistema completo, quanto a produrne delle parti che
ritiene fondamentali o ad analizzare un particolare tipo di entità – i
numeri ad esempio – cercando argomenti a favore o contro
l’ammissione di quel particolare tipo di entità nell’inventario del
mondo.
Tematicisti (4)

Si può dire che questo modo di fare
ontologia procede per temi e si può
chiamare tematicista l’ontologo che lo
adotta

Il tematicista ha solitamente un
atteggiamento parsimonioso sui tipi di
entità da ammettere
Tematicisti (5)
L’approccio tematico è di gran lunga il più diffuso in
filosofia analitica, dove l’analisi filosofica è connessa
con l’analisi linguistica e l’introduzione di categorie
ontologiche dipende spesso da quest’ultima. Si dice ad
esempio che:
(*) Dina è bella
è vero perché vi è un individuo di nome “Dina” e questo
individuo ha la proprietà di essere bello. Ciò dicendo si
ritiene che (*) sia reso vero proprio da ciò che,
all’apparenza, lo rende vero, ovvero – nel caso
specifico – un individuo ed una proprietà connessi nel
modo detto dall’enunciato.
Tematicisti (6)
Le categorie ontologiche usate nella formulazione
delle condizioni di verità di un enunciato
dipendono dalla sua forma logica. Ad un
enunciato come (*) si attribuisce solitamente la
forma:
Pa
dove ‘P’ è un simbolo per una proprietà ed ‘a’ per
un individuo.
Ontologia; Ontology Engineering
Ora:
 a chi fanno riferimento i signori dell’ontological
engineering quando parlano di Ontologia con la
O maiuscola?
 Al generalista o al tematicista?
 A quale tipo di generalista: a quello
multidimensionale o a quello
monodimensionale? Se a quello
monodimensionale,
 a quello in parallelo o a quello gerarchicamente
ordinato?
Semplificando (molto):
Ontologia; Classificazione

Le classificazioni bibliografiche sono
sistemi di categorie ontologiche nel primo
senso, dove

Le categorie genericamente dipendono
dalla storicità del canone disciplinare
Semplificando (molto) ancora su
Ontologia e Classificazione
Sono ontologie generaliste, mono (DDC;
LCC; UDC (?) o multi dimensionali (BC2;
ICC; ILC (?)
 Alcuni dubitano che le classificazioni
bibliografiche siano o possano essere
sistemi categoriali buoni se con sistema
categoriale buono intendiamo ammettere
le proprietà dell’esaustività e della mutua
esclusività categoriale

È vero che:
L’attività di produrre ontologie per dei
sistemi informativi è parte dell’attività di
produrre ontologie?
 (P3)
e che
 (C)
L’attività dei classificatori è parte
dell’attività degli ontologi?
Se con:
(P1) L’attività dei classificatori consiste nel produrre
ontologie per (alcuni) sistemi informativi
i classificatori intendono riferirsi ad un’ontologia
generalista e, d’altra parte, con “produrre ontologie” in:
(P2) L’attività degli ontologi consiste nel produrre ontologie
ci si riferisce ad un approccio ontologico tematico allora:
(P3) L’attività di produrre ontologie per (alcuni) sistemi
informativi è parte dell’attività di produrre ontologie
è falsa. Infatti, l’attività di produrre ontologie generali NON
è parte (degli intenti) dell’attività di produrre ontologie
temantiche.

Quindi il nostro argomento “facile facile” è
infondato.
Conclusioni sugli obiettivi (1, 2)

Insomma, se chi produce ontologie per i
sistemi informativi ha in mente un modo
generalista di produrre ontologie e chi
produce ontologie è invece un tematicista,
la premessa (3) dell’argomento “facile
facile” è falsa, e l’argomento non è
fondato.
Velocemente: Obiettivo (3)

Sulla base di (1, 2) possiamo adesso
fornire una diagnosi al problema del
mango e della mela: perché sono
presenti alcuni settori così esotici,
mango e mancano libri che coprono
settori di base in filosofia.
Mango, mele e frutti di bosco:
la diagnosi

I generalisti classificatori/bibliotecari assumono,
derivano una ontologia generalista
mono/multidiensionale, in parallelo o
gerarchicamente ordinata
MA

I generalisti classificatori/bibliotecari derivano
come loro l’ontologia degli esperti a cui si
affidano nel e per lo sviluppo del sistema
informativo/biblioteca
Mango, mele (e frutti di bosco):
la diagnosi

Gli esperti hanno un cuore da ontologi, MA da
ontologi tematicisti e non da ontologi
generalisti. Di più, non hanno in mente alcun
sistema mono/multidiensionale, in parallelo
o gerarchicamente ordinato.
Per questo spesso le biblioteche sono
macedonie con troppo mango e poca mela.
Un esempio: tanto per non fare nomi



La Biblioteca del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Padova
ha assunto la classe B Philosophy. Psychology. Religion (1910!
http://www.loc.gov/catdir/cpso/lcco/lcco_b.pdf) della ontologia
generalista della Classificazione della Library of Congress (LCC),
assumendo anche
L’ontologia filosofica della LCC > Filosofi; Classi di Filosofi;
Discipline; Concetti, Soggetti con Filosofia (parola); Soggetti che
corrispondono a intestazioni classificatorie proprie della LC per la
filosofia
I suoi generalisti classificatori/bibliotecari hanno – più o meno
intenzionalmente – declinato la classe B della generalista LCC ai
modelli tematicisti dei loro esperti
Un esempio

(1) Tema/Settore: Filosofia del Linguaggio
Nella LCC:
 (2) Language and Languages – Philosophy (per
Philosophy of Language; Linguistic Philosophy)
è intestazione di soggetto ed è intesa come
disciplina filosofica
 Appartengono al nodo (2), in ordine gerarchico:
(2) Language and Languages – Philosophy.
Generalista LCC (LCSH in Philosophy.
Thesaurus)



Ineffable, The
Language and Ethics
Language and Logic


Ambiguity
Analysis (Philosophy)
• Logical athomism
• Proposition (Logic)
•
•
•
•


Logical Positivism
Ordinary-Language philosophy
Private Language
Etc.
Meaning
Etc.
(2) Language and Languages – Philosophy.
Tematicista (Massimiliano)
Kent Bach. Thought and Reference. Clarendon Press, Oxford, 1987.
M.G.7457.
Michael Devitt, editor. The Blackwell guide to philosophy of language.
Blackwell Philosophy Guides. Blackwell, Oxford, 2005.
Michael Dummett. Frege: philosophy of Language. Duckworth, London, 1973.
M.H.9015.
Gareth Evans. The Varieties of Reference. Clarendon Press, Oxford, 1982.
M.G.13090.
Gareth Evans. Collected Papers. Clarendon Press, Oxford, 1985. M.G.13112.
Jerry A. Fodor and Ernest Lepore. Holism: a shoppers guide. Blackwell,
Oxford, 1992. M.G.1326.
Etc.
Per lo Scaffale Filosofia del Linguaggio (100 documenti)
(2) Language and Languages – Philosophy.
Tematicista Massimiliano > Generalista Cristiana
> Generalista LCC

Filosofi













G. Evans
J. A Fodor
P. Geach
E. Lepore
J. R. Searle
D. Davidson
P. Grice
J. Perry
S. Kripke
G. Evans
D. Kaplan
H. Putnam
Etc.

Discipline
Logic
 Knowledge, Theory of
 Metaphysics
 Ontology
Etc.

(2) Language and Languages – Philosophy.
Tematicista Massimiliano > Generalista Cristiana
> Generalista LCC

Concetti










Events
Fiction
Government-binding
theory (Linguistics)
Indexicality
Holism
Meaning
Reference
Speech Acts
Truth
Etc.
(2) Language and Languages – Philosophy.
Tematicista Massimiliano ? > Generalista Cristiana
? > Generalista LCC ?
(con la perdita del tema e del cuore …)

Filosofi

G. Evans: B.105.R25.E93;
P.106.E93
J. A Fodor: B.945.F633
P. Geach: BC.50.G43
E. Lepore: BC.108.L47
J. R. Searle: B.945.S43

Etc.





Discipline


Knowledge, Theory of: BD;
BF
Logic: BC

Concetti






Description:B105.D4;
BF463.D47; B105.R25
BC199.M6
Meaning: B105.R25; BC.108
Reference; B105.R25; B840
P; P325.5.R44
Truth: BC, BD
Etc.
Congedandosi
Produrre una ontologia tematicista per la
filosofia e non per l’esperto tematicista [?]
 Produrre una ontologia generalista per la
filosofia dove l’esperto tematicista possa
riconoscere l’esistenza dei suoi temi in
modo appropriato [?]

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