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appunti della conferenza del Prof. Lino Conte
SCIOLINE Con il termine sciolina si identifica un prodotto che se applicato allo sci lo rende più scorrevole sullo strato nevoso. Quando lo sci scivola sulla neve abbiamo due superfici che stanno scorrendo l’una sull’altra e questa scorrevolezza è legata al coefficiente di attrito tra le due superfici. Come ridurre questo attrito è la domanda che dobbiamo porci e a cui dobbiamo rispondere se vogliamo che lo sci scorra più velocemente sulla neve. Le due superfici a contatto hanno caratteristiche diverse ed in particolare quelle dello strato nevoso sono funzione dei parametri ambientali e quindi non modificabili mentre quelle dello sci possono essere modificate. Se le caratteristiche della neve fossero definite e costanti si potrebbe definire un tipo di soletta ed un tipo di sciolina aventi le migliori caratteristiche di scorrevolezza e quindi garantire la massima velocità. Poiché le caratteristiche dello strato nevoso sono diverse e variabili è evidente che non è possibile avere una unica sciolina ma sarà necessario modificare di volta in volta, con tipi di sciolina diversi, la superficie scivolante dello sci. Quando lo sci scivola sulla neve la frizione (attrito) tra suola e neve crea un film di acqua il cui spessore è controllato dalla rugosità della soletta e dalla sciolina. La sciolina è tipicamente una miscela complessa di idrocarburi ed additivi specifici che dipendono dalle caratteristiche della neve. Poiché, come detto le caratteristiche della neve variano, la scelta tra le numerose scioline disponibili è difficile e se la scelta è sbagliata si osserva una diminuzione delle qualità scivolanti della soletta. Ogni sciolina produce quantità di acqua tra soletta e neve variabili con la temperatura della neve stessa. Quando la temperatura è bassa, la neve è dura e una sciolina dura crea un film di acqua più sottile di una sciolina morbida; conseguentemente la durezza della sciolina scelta deve essere adatta alla durezza della neve. Inoltre l’attrito di una soletta cala se è resa idrofobica. Queste osservazioni hanno contribuito allo sviluppo di specifici additivi (molecole amphiphiliche) per le cere tradizionali. La lunghezza della catena idrocarburica determina la durezza della cera mentre molecole fluorurate sono usate per aumentare l’idrorepellenza delle superfici. L’aumento della percentuale di molecole fluorurate e quindi di fluoro su una superficie fa calare l’energia superficiale. Ciò nonostante le variazioni delle proprietà superficiali non sono prevedibili quando si miscelano additivi fluorurati con un altro composto solido come una paraffina. Si può concludere che l’ottimizzazione delle proprietà idrofobiche dipende dal tipo di additivo fluorurato aggiunto oltre che dalla quantità di additivo. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che le catene fluorurate devono estendersi al di fuori della massa della sciolina e formare una spazzola superficiale, la possibilità di formare questa spazzola superficiale è legata alle caratteristiche della molecola fluorurata. Il concetto di bagnabilità di una superficie aiuta a comprendere le motivazioni che sono alla base dello sviluppo di molecole fluorurate da impiegare come additivi per scioline. BAGNABILITA’ E’ lo studio di come un liquido depositato su un solido vi si spande. Quando una goccia di liquido è depositata sopra un vetro pulito questa si spande completamente mentre se la goccia dello stesso liquido è depositata sopra una lastrina di plastica rimane intatta. Si può concludere che ci sono due modi di bagnare: - bagnamento totale quando il liquido ha una forte affinità con il solido - bagnamento parziale quando c’è poca o nulla affinità tra liquido e solido Il parametro spandimento “S” consente di distinguere i due differenti modi di bagnare la superficie da parte del liquido. Tale parametro misura la differenza di energia (per unità di area) del solido secco e bagnato: S = ( Esolido )sec co − ( Esolido )bagnato o mediante l’equivalente: γ = tensione superficiale mN/m o dine/cm S = γ solido − (γ liquido + γ solido / liquido ) se S > 0 la superficie si bagna completamente, il liquido spande sopra il solido per diminuire la sua energia superficiale, questa condizione è favorita se γ solido ha un alto valore (per esempio il vetro) e se la γ liquido ha un basso valore (esano, etanolo). se S < 0 la goccia non spande sulla superficie, assume una forma sferica e rimane sopra il solido con un certo angolo di contatto θ . La bagnabilità è zero se θ = 180° liquido θ solido Fig. 1 spandimento di un liquido su superfici di solidi con energia superficiale più bassa θ liquido solido Fig. 2 spandimento di un liquido su superfici di solidi con energia superficiale più alta Da quanto detto risulta che un liquido bagna un solido solo quando questo fenomeno è favorito, cioè diminuisce l’energia del sistema. Una superficie non è bagnabile quando, al contrario, il bagnamento della superficie darebbe origine ad un sistema a più alta energia. Una superficie non bagnabile dall’acqua si definisce idrofobia se non bagnabile ne da un olio si definisce oleofobica. Dalla misura dell’angolo di contatto si può determinare la tensione superficiale di un solido e quindi prevedere se questo sarà bagnato dall’acqua, oppure sapendo la tensione superficiale dei liquidi prevedere quale liquido bagnerà quel dato solido. Nelle tabelle che seguono sono riportate le tensione superficiali di alcuni liquidi e solidi. Liquidi Temperatura °C Acetone Diethyl ether Ethanol n-Hexane Mercury n-Octane Water Water Water Water 20 20 20 20 15 20 0 25 50 100 Tensione superficiale γ ( mN/m) 23.7 17.0 22.27 18.4 487 21.8 75.64 71.97 67.91 58.85 Polimeri Tensione superficiale mN/m Acrylonitrile butadiene styrene - ABS 35 Acrylic 41 Epoxy - typical amine cure 46 Nylon 6/6 41 Polycarbonate 46 Polyethylene terephthalate - PET 43 Polyimide 40 Polystyrene 33 Polysulfone 41 Polytetrafluoroethylene - PTFE 18 Polyvinyl chloride - PVC 39 Polyethylene 31 Polypropylene 33 Phenolic 52 Silicone 24 Styrene butadiene rubber 29 Materiali vari tensione superficiale mN/m Aluminum ~500 Copper 1360 Nickel 1770 Iron oxide 1357 Beryllium oxide 1360 Lead 442 Silver 890 Glass ~1000 Possiamo concludere dicendo che un liquido si stenderà sulla superficie di un certo materiale se la sua tensione superficiale sarà inferiore a quella del materiale, quindi l’acqua ( γ = 72 mN/m) bagnerà il vetro ( γ = 1000 mN/m ) ma non la superficie di un polimero ( γ < 72 mN/m). ADDITIVI FLUORURATI Esiste una vasta gamma di additivi fluorurati per scioline, queste molecole possono essere completamente o parzialmente fluorurate. La scelta è frutto di considerazioni sperimentali ma anche dell’esperienza pratica degli ski-men che custodiscono gelosamente le loro conoscenze. Gli additivi fluorurati o le scioline fluorurate sono ottenute da reazioni chimiche condotte a partire da perfluoro alchil ioduri di formula generale CnF2n+1I che vengono addizionati ad olefine idrogenate. La sequenza delle reazioni che consentono di ottenere le desiderate molecole fluorurate può essere così schematizzata: CnF2n+1I + CH2 = CH-CnH2n+1 CnF2n+1-CH2-CHI-CnH2n+1 2CnF2n+1I Zn AcOH cat. Zn HCl CnF2n+1-CH2-CHI-CnH2n+1 CnF2n+1-CH2-CH2-CnH2n+1 cere RFRH CnF2n+1-CnF2n+1 cere RF La scelta tra l’utilizzo di scioline completamente fluorurate (cere RF) o di quelle parzialmente fluorurate (cere RFRH) è dettato da considerazioni sulle condizioni ambientali (temperatura neve, umidità ecc..), esistono anche altri tipi di molecole in commercio che sono comunque riportabili al concetto generale di molecola completamente o parzialmente fluorurate. La bibliografia brevettuale su questi argomenti è ampia e le aziende interessate sono molto restie a fornire informazioni per i logici interessi commerciali in gioco.