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Intrattenimenti ludici dalla preistoria al medioevo

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Intrattenimenti ludici dalla preistoria al medioevo
Elisa Averna
Intrattenimenti ludici
dalla preistoria al medioevo
Copyright © MMIX
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
[email protected]
via Raffaele Garofalo, 133 A/B
00173 Roma
(06) 93781065
ISBN
978–88–548–2829–2
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: ottobre 2009
L’uomo gioca soltanto quando è uomo
nel significato più pieno del termine,
ed egli è interamente uomo
soltanto quando gioca.
FRIEDRICH SCHILLER
Indice generale
19
Premessa
Parte prima
LA PREISTORIA
…ALL’INIZIO ERA IL GIOCO
23 Introduzione
27
29
34
36
41
Capitolo I
Homo ludens
I.1 Il gioco e le implicazioni religiose
I.2 Divertirsi... anche all’orecchio la sua parte
I.3 Le prime danze
I.4 Dalle venerine alle bambole
I.5 Il gioco: esercizio di adattamento alla realtà
Parte seconda
I SUMERI E GLI EGIZI
NUOVI SVILUPPI DEL GIOCO
45
Introduzione
Capitolo II
I Sumeri
49 II.1 Tempo di studio e tempo di gioco
51 II.2 Tavola reale di Ur
56 II.3 Attività atletiche
Capitolo III
Gli Egizi
59 III.1 Giochi e giocattoli infantili
71 III.2 Giochi a due o di gruppo
81 III.3 Giochi sportivi
7
8
Indice
90
95
III.4 “Divertimenti spinti” e comicità
III.5 Danza e musica
105
106
110
113
116
121
127
129
132
Capitolo IV
Giochi su tavola
IV.1 Interpretare le regole
IV.2 Tau o Gioco delle Venti Caselle
IV.3 Gioco del Serpente
IV.3.1 Le regole
IV.4 Gioco dei Cani e degli Sciacalli
IV.5 Senet: sviluppo storico e implicazioni religiose
IV.5.1 Reperti e documenti d’epoca
IV.5.2 Regole generali
IV.5.3 Le regole di Timothy Kendall
Parte terza
GLI ELLENI
SPORT E TEMPO LIBERO
139 Introduzione
145
148
149
151
152
154
157
160
164
166
170
176
183
Capitolo V
Lo sport
V.1 La cultura dello sport
V.2 Le feste panelleniche
V.2.1 Giochi Pítici
V.2.2 Giochi Istimici
V.2.3 Giochi Nemei
V.3 Lo splendore di Olimpia
V.4 Le origini dei Giochi
V.5 Le Olimpiadi: un grande evento
V.5.1 Le cinque giornate olimpiche
V.5.2 Gli atleti
V.5.3 La corsa a piedi
V.5.4 La lotta
V.5.5 Il pugilato
Indice
189
V.5.6 La corsa dei carri
196
V.5.7 La gara con i cavalli montati
197
V.5.8 Il pancrazio
202
V.5.9 Il pentathlon
212
V.5.10 L’oplitodromia
213
V.5.11 Premi e vincitori
218 V.6 I Giochi Erei
222 V.7 La donna nello sport della lotta
225 V.8 I Giochi Panatenaici
229 V.9 Il tramonto di Olimpia
233
240
241
244
249
252
256
260
262
267
268
272
277
Capitolo VI
Teatro, banchetti e danze
VI.1 Edifici teatrali
VI.2 Tragedia e commedia
VI.3 Agoni teatrali
VI.3.1 Gli attori
VI.3.2 Il coro
VI.3.3 Il pubblico
VI.3.4 Gli agoni delle Grandi Dionisie
VI.4 Intrattenimenti nei banchetti
VI.4.1 Il Kóttabos
VI.4.2 Il Kalèusmata
VI.5 Danza
VI.5.1 Le danze apollinee
VI.5.2 Le danze dionisiache
281
283
287
288
290
291
295
297
Capitolo VII
Giochi d’azzardo e giochi su tavola
VII.1 Combattimenti tra animali
VII.2 ll gioco degli astragali
VII.3 I dadi
VII.3.1 L’ origine
VII.3.2 Una malsana passione
VII.4 Giochi su tavola
VII.4.1 Il Gioco della Città
VII.4.2 Pentagramma
9
10
298
301
302
305
307
309
313
313
317
318
319
321
322
322
324
325
327
328
329
329
332
334
335
335
336
342
342
345
346
Indice
VII.4.3 Diagrammismòs
Capitolo VIII
Il bambino e l’attività ludica
VIII.1 Valenza del gioco nel processo educativo: i suggerimenti
dei filosofi
VIII.2 La quotidianità domestica infantile ad Atene e Sparta
VIII.3 Giocattoli e giochi dalla prima infanzia all’adolescenza
VIII.3.1 Culle, sonagli, platagé e poppatoi
VIII.3.2 Bambole
VIII.3.3 Aquilone
VIII.3.4 Altalena e dondolo a bilico
VIII.3.5 Rocchetto
VIII.3.6 Balocchi viventi: gli animali
VIII.3.7 Animaletti di argilla
VIII.3.8 Carrettini
VIII.3.9 Barchette
VIII.3.10 Strobilos
VIII.3.11 Trochos
VIII.3.12 Cerchio
VIII.3.13 Giochi sulla spiaggia
VIII.3.14 Ostrakinda
VIII.3.15 Moskinda, Akinetinda e Kutrínda
VIII.3.16 En kotúle ed Ephedrismos
VIII.3.17 Askoliasmós
VIII.3.18 Giochi dell’equilibrio
VIII.3.19 Kundalismós
VIII.3.20 Cavallo-bastone e Kontopaiktes
VIII.3.21 Giochi con la palla
VIII.3.22 Giochi con le noci
VIII.4 L’Ostomachion di Archimede
VIII.5 Marionette
VIII.6 Automi
Indice
Parte quarta
GLI ETRUSCHI
SPORTIVI E SORRIDENTI
355
Introduzione
359
369
370
372
374
376
376
378
382
383
384
386
389
391
391
392
393
Capitolo IX
Svaghi e sport
IX.1 Banchetti, giochi di società, danze e musica
IX.2 Ludi funebri
IX.3 Agoni propiziatori ed espiatori
IX.4 Agoni atletici
IX.5 Gli atleti
IX.6 Discipline d’influsso greco
IX.6.1Corsa podistica
IX.6.2 Corsa dei carri
IX.6.3 Corse con i cavalli montati
IX.6.4 Salti
IX.6.5 Lancio del disco e del giavellotto
IX.6.6 Pugilato
IX.6.7 Lotta e pancrazio
IX.6.8 Pentathlon
IX.7 Giochi tipicamente etruschi
IX.7.1 Gioco della Truia
IX.7.2 Gioco del Phersu
Parte quinta
I ROMANI
LA CIVILTÀ DEL TEMPO LIBERO
397
Introduzione
Capitolo X
Tempo libero di massa e supremazia degli spettacoli
403 X.1 I ludi tra religione e politica
11
12
411
420
423
424
426
427
431
432
434
436
442
447
448
451
456
459
461
462
465
469
472
474
476
481
488
495
497
501
502
505
511
515
Indice
X.1.1 Lista dei Ludi
X.1.2 Spettacoli e mondanità
X.2 Ludi scaenici: origini e sviluppi
X.2.1 Fescennini e primi ludi scenici
X.2.2 Satura
X.2.3 Commedia e tragedia
X.2.4 Decadenza del teatro colto e ascesa del teatro
d’intrattenimento
X.2.5 Mimo
X.2.6 Pantomimo
X.2.7 Compagnie teatrali e talento degli attori
X.2.8 Il teatro
X.2.9 Il giorno delle rappresentazioni
X.3 Ludi atletici
X.3.1 Certamina graeca
X.3.2 Associazioni, onori e premi
X.3.3 Cura del corpo dell’atleta
X.4 Ludi circenses
X.4.1 Il circo
X.4.2 Circo Massimo
X.5 Corse dei carri: sacralità e solennità dell’evento
X.5.1 Il sistema delle fazioni
X.5.2 Le gare
X.5.3 Cavalli e aurighi acclamati dalla folla
Capitolo XI
Sangue e arena
XI.1 L’anfiteatro
XI.2 Venationes
XI.3 Rappresentazioni “minori”
XI.4 Munera gladiatoria
XI.4.1 Causae munerum e tipologia dei munera
XI.4.2 Provenienza dei gladiatori
XI.4.3 Categorie
XI.4.4 Addestramento
XI.4.5 Annuncio dello spettacolo e cena prima del
combattimento
Indice
516
XI.4.6 Lo spettacolo
523
XI.4.7 Popolarità dei campioni
528 XI.5 Naumachie
534 XI.6 L’opinione dei letterati
544 XI.7 Il tramonto dei ludi
547
551
563
567
569
570
571
573
575
577
579
579
582
589
595
597
599
602
604
605
606
609
614
615
619
Capitolo XII
L’individualizzazione del tempo libero
XII.1 Come impiegare il tempo libero?
XII.2 Il rito sociale del banchetto
XII.3 Le terme: dai primi balneae alle thermae imperiali
XII.3.1 Regole di Galeno e impianti termali
XII.3.2 Gestione
XII.3.3 Cura corporis
XII.3.4 Lo sfarzo
XII.3.5 Vita alle terme
XII.3.6 Inquinamento acustico… Seneca non gradisce!
XII.3.7 Il problema della promiscuità
XII.3.8 La fine dell’epoca delle terme
XII.4 Lo sport nella vita quotidiana
XII.4.1 Giochi con la palla
Capitolo XIII
A quali giochi giocavano i Romani?
XIII.1 I giochi d’azzardo
XIII.1.1 La liceità del gioco nel periodo dei Saturnalia
XIII.2 Ludus alea: un vizietto contagioso… anche tra gli
imperatori
XIII.2.1 Barando è più facile!
XIII.3 Astragali
XIII.4 Combattimenti fra animali
XIII.5 Morra
XIII.6 Giochi su tavola
XIII.6.1 Ludus Latrunculorum
XIII.6.2 Ludus Duodecim Scriptorum
XIII.7 Essere fanciulli nell’Urbe
XIII.8 Ludus puerorum: dalla nascita all’infanzia
13
14
Indice
621
XIII.8.1 Sonagli
624
XIII.8.2 Cavallucci
627
XIII.8.3 Cocchi e carretti
630
XIII.8.4 Animali da compagnia
632
XIII.8.5 Pupae
644
XIII.8.6 Trottole
645
XIII.8.7 Piccoli strumenti musicali
645
XIII.8.8 Giochi con le noci
650
XIII.8.9 Birilli, bocce e biglie
650
XIII.8.10 Giochi d’imitazione
651
XIII.8.11 Mosca cieca
652
XIII.8.12 Gioco del Chiodo
653
XIII.8.13 Rimbalzello o Gioco delle Piastrelle e…
654 XIII.9 Automi
Parte sesta
MEDIOEVO
… E PUR SI GIOCAVA
659
663
671
675
677
682
683
685
691
693
696
697
702
Introduzione
Capitolo XIV
Intrattenimenti ludici nella società medievale
XIV.1 Feste
XIV.2 Banchetti e spettacoli giullareschi
XIV.3 Declino del teatro classico e nascita del teatro medievale
XIV.3.1 Origini e sviluppo del dramma sacro
XIV.3.2 La Sacra Rappresentazione in Francia
XIV.3.3 Dal teatro sacro e profano medievale alla
nascita del teatro Rinascimentale
XIV.4 Danza
XIV.5 Tornei
XIV.5.1 Tornei con armi “à outrance”
XIV.5.2 Tornei con armi “à plaisance”
XIV.6 Giostre
XIV.7 Battagliole
Indice
704 XIV.8 Caccia
708 XIV.9 Giochi e giocattoli
711 XIV.10 Scarsità dei reperti
712 XIV.11 Fonti letterarie e iconografiche
723
736
738
741
743
743
744
745
747
748
748
749
750
751
Capitolo XV
Il gioco d’azzardo
XV.1 Quando in gioco era il denaro
XV.2 La Chiesa contro l’azzardo
XV.3 Provvedimenti delle autorità laiche e baratteria
XV.4 Materiali e lavorazione dei dadi
XV.5 Tirando i dadi: le regole di alcuni giochi
XV.5.1 A mayores e Tanto en uno como en dos
XV.5.2 Triga
XV.5.3 Azar
XV.5.4 Medio Azar e Azar aumentato
XV.5.5 Guirguiesca
XV.5.6 Marlota
XV.5.7 Riffa
XV.5.8 Par con as
XV.5.9 Panquist
753
754
760
764
767
772
773
774
775
776
777
779
780
Capitolo XVI
Giochi su tavola
XVI.1 Tra fortuna e abilità
XVI.2 Gruppo del Tafl o delle Tavole nordiche
XVI.2.1 Alea evangelii
XV.2.2 Halatafl
XVI.2.3 Tablut
XVI.3 Giochi delle tavole
XVI.3.1 Los doze canes
XVI.3.2 Doblet
XVI.3.3 Fallas
XVI.3.4 El seys, dos e as
XVI.3.5 El emperador
XVI.3.6 El medio emperador
XVI.3.7 La pareja de entrada
15
16
Indice
781
XVI.3.8 Cab e Quinal
782
XVI.3.9 Todas tablas
787
XVI.3.10 Laquet
788
XVI.3.11 Buffa cortesa
789
XVI.3.12 Buffa de baldrac
790
XVI.3.13 Reencontrat
791 XVI.4 Il Gioco delle Tavole con l’Astronomia
793 XVI.5 Il Gioco delle Tavole delle Quattro Stagioni (“El
mundo”)
795 XVI.6 Il Gioco degli Scacchi
797 XVI.7 Il Gioco degli Scacchi con l’Astronomia
802 XVI.8 Il Gioco degli Scacchi delle Quattro Stagioni
806 XVI.9 Il Grande Acedrex
809 XV.10 Il Gioco dell’Alquerque
811 XVI.11 Le carte
813 XVI.12 Dal Ludus Triomphorum al Gioco dei Tarocchi
Capitolo XVII
Giocare educando
819 XVII.1 Imparare a diventare adulti
833 XVII.2 Giocattoli educativi
840 XVII.3 Strumenti musicali
841
842
845
850
851
855
863
866
Capitolo XVIII
Giochi e giocattoli mimici
XVIII.1 Il Gioco della Guerra
XVIII.1.1 Cavallo a rotelle e Cavallo-bastone
XVIII.1.2 Armi
XVIII.1.8 Soldatini a piedi con lancia
XVIII.1.9 Cavallini e cavalieri
XVIII.2 Il Gioco della Mamma: bambole e corredi
XVIII.3 Teatrini, marionette e burattini
XVIII.4 Maschere
Capitolo XIX
Giochi di movimento
871 XIX.1 Giochi con la palla
Indice
873
XIX.1.1 Giochi con palla e mazza
879
XIX.1.2 Gioco della Pallacorda (Gioco del Tenes)
881
XIX.1.3 Gioco del Pallone con Bracciale
883
XIX.1.4 Giochi con la palla calciata
887 XIX.2 Giochi del lancio: ruzzola e lippa
892 XIX.3 Giochi della mira: biglie, bocce,birilli e piastrelle
900 XIX.4 Giochi dell’equilibrio: trottole, trampoli, slittini, pattini
e cerchio-bastone
Capitolo XX
Tra fantasia e povertà di mezzi
915 XX.1 Giochi di fanciulli all’aperto
924 XX.2 Giocattoli
943
Riferimenti bibliografici
967
Fonti storiche e letterarie
17
Premessa
La monografia è suddivisa in sei parti, ciascuna dedicata ad una
specifica civiltà con relativa introduzione: “La preistoria”, “I Sumeri e
gli Egizi”, “Gli Elleni”, “Gli Etruschi”, “i Romani” e “Il Medioevo”.
Il saggio traccia un affascinante percorso all’interno
dell’intrattenimento pubblico e privato: giochi rituali, sportivi, conviviali, musica, danza, teatro, giochi su tavola, giochi d’azzardo, giochi
e giocattoli infantili, ripartiti secondo gli usi territoriali e le epoche.
Le argomentazioni sono corredate di note critiche e bibliografiche a piè
di pagina. Le pagine delle opere consultate sono precisate solo di fronte alla
peculiarità di un argomento; viceversa il riferimento all’opera va inteso nella sua totalità. Un eccesso di citazioni di editti e ordinamenti sul gioco, materia vastissima e complessa, avrebbe reso il testo specialistico e non divulgativo, com’è nostro intendimento. Di proposito abbiamo scelto un linguaggio piano e chiaro, limitandoci a portare solo alcuni esempi legislativi,
puntando invece sulle fonti letterarie ed iconografiche.
Le immagini che corredano la monografia, tutte già edite, sono state estratte da pubblicazioni librarie o da siti internet e sistematicamente raccolte
e razionalizzate nel contesto dall’autore che ne ha citato puntualmente gli
estremi editoriali e sitografici.
***
L’attitudine umana a cimentarsi nel confronto e nella sfida per affinare, attraverso il gioco, le armi della volontà e dell’intelligenza ha
accompagnato l’uomo nell’arco della sua evoluzione. Il nostro viaggio nel mondo ludico inizierà dalla preistoria e attraverserà le grandi
civiltà del Mediterraneo per arrivare al Medioevo. Vedremo i nostri
primi antenati alimentare con il gioco la creatività necessaria a
bilanciare gli inesorabili problemi della sopravvivenza. Vedremo i
Sumeri e gli Egizi dedicarsi a svaghi in gran parte legati alle cerimonie
magico-religiose. Osserveremo gli Elleni esprimere il loro livello di civiltà anche attraverso l’organizzazione sociale del tempo libero, al fine
di evitare, a causa dell’ozio e della noia, disordini e parassitismo. Vedremo gli Etruschi, durante i ludi funebri, impegnarsi in prove atleti-
19
20
Premessa
che e, durante i banchetti, in danze sfrenate ed esercizi di destrezza.
Osserveremo i Romani guardare alla Grecia dell’età classica come ad
un punto fermo della cultura anche in riferimento al gioco. Vedremo
la classe dirigente dell’Urbe accattivarsi il favore del popolo con la distribuzione gratuita di viveri e con l’offerta di svaghi e divertimenti,
per scongiurare il pericolo delle rivolte proprie delle genti affamate e
inattive. Approderemo infine ad un Medioevo che, di là dall’aspetto
cupo delle guerre, delle inquisizioni e delle carestie, svelerà il bisogno
umano di acquisire spazi di libertà nella gaiezza trasgressiva delle feste popolari, nei momenti spensierati dei cavalieri che deponevano le
armi per impugnare i dadi, e nelle pause ludiche dei monaci pur
nell’austera regola.
Parte Prima
LA PREISTORIA
… IN PRINCIPIO ERA IL GIOCO
Introduzione
Nell’uso generico della parola “gioco” s’includono le attività ludiche più disparate. Il termine soffre di una dilatazione semantica che
comprende la gamma di passatempi, sia soggettivi sia collettivi,
d’abilità puramente mentale o motoria1. Il gioco, inteso come attività
ricreativa e volontaria, dotato di regole e valenze simboliche, ha accompagnato la storia dell’uomo in forme e applicazioni pratiche variabili nello spazio e nel tempo2. Gli studiosi moderni convergono nel
considerare il gioco un “creatore” di modelli ridotti di cultura, rappresentando un aspetto dell’insieme dei comportamenti che caratterizzano
l’esistenza umana.
«Il gioco è più antico della cultura», dice il grande storico olandese
Johan Huizinga nella sua opera intitolata Homo ludens (1938), perché
«l’atteggiamento ludico deve essere stato presente prima ancora che
esistesse una cultura umana o una facoltà di linguaggio e di espressione» e perché «il concetto di cultura presuppone in ogni modo convivenza umana, e gli animali non hanno aspettato che gli uomini insegnassero loro a giocare». Huizinga sostiene che tutte le attività umane
hanno a fondamento comune il carattere ludico. Sotto questo profilo, il
gioco diviene un fondamentale fattore di cultura: «La cultura sorge in
forma ludica, la cultura è dapprima giocata […]. Ciò non significa che
il gioco muta o si converte in cultura, ma piuttosto che la cultura, nelle
sue fasi originarie, porta il carattere di un gioco, viene rappresentata in
forme e stati d’animo ludici»3.
Il gioco è definito da Huizinga come:
– attività libera e di finzione oltre la realtà ordinaria capace di coinvolgere il giocatore;
1
Voce Gioco in Grande Enciclopedia Istituto Geografico De Agostini, voll. XX,
Istituto Geografico De Agostini, Novara 1982, vol. IX, p. 455.
2
Il gioco come espressione libera non soggetta a regole è connaturato a tutto il
mondo animale.
3
J. HUIZINGA, Homo ludens, (1938), trad. it. di C. van Schendel, saggio introduttivo di U. Eco, Einaudi, Torino 1973, p. 55.
23
24
Parte I La Preistoria
– attività “inutile”, senza uno scopo materiale;
– attività praticabile in spazio e tempo delimitati, secondo regole
prestabilite;
– attività avvolta di mistero.
Il sociologo francese Roger Caillois nel suo Les jeux et les hommes
del 1958 parzialmente contesta ed amplia il concetto di Huizinga
(concetto che alimenta ancora oggi lunghi dibattiti sulla natura del
gioco), appellandosi agli elementi inscindibili del gioco quali la regola, il piacere, la libertà, il tempo e lo spazio, l’improduttività e
l’imprevedibilità. Tali elementi nella teoria di Caillois interagiscono in
modo complesso e non vanno considerati separatamente.
In Homo ludens tutta la cultura può essere caratterizzata sub specie
ludi, come dire: all’inizio fu il gioco e tutto ebbe inizio per gioco. In
quest’ottica il gioco, in ogni epoca e cultura, racconta le origini e la
storia del cammino umano. Tutto può essere o diventare gioco. Il senso ludico, sia individuale sia collettivo, può impregnare qualunque attività: è uno spirito che aleggia sempre nelle relazioni umane. Per gli
studi antropologici tale fenomeno si rende ancora più interessante nel
passaggio da una cultura all’altra, nelle terre più lontane fra loro. Ci
sono giochi, infatti, come quelli della trottola, del cerchio, della palla,
dell’anello e della mosca cieca comuni ai popoli dell’Europa,
dell’Africa nera, delle tribù selvagge dell’Oceania e degli indigeni
d’America. Ciò dimostra che negli spostamenti, finanche da un continente all’altro, l’uomo ha portato con sé e mantenuto le sue tradizioni,
pur negli adattamenti alle caratteristiche del nuovo territorio e delle
sue usanze, modificandone talvolta le regole. Dimostra altresì che, in
assenza di migrazioni, l’uomo era naturalmente predisposto a maturare gli stessi processi ludici a parità di stimoli creativi.
L’uomo della preistoria ha alimentato con il gioco la creatività
necessaria a bilanciare gli inesorabili problemi della sopravvivenza
che funestavano i suoi giorni. Grazie all’attività ludica egli
esorcizzava la paura e nel frattempo si allenava, con il ragionamento, a
combattere i pericoli. Il gioco diventava un’attività quotidiana che
probabilmente lo sollecitava a trasformare in divertimento anche i piccoli compiti del clan, come schiacciare noccioli, accudire animali o intrecciare fibre. L’uomo poteva trasmutare ogni cosa e ogni strumento
Introduzione
25
di lavoro in giocattolo, portando gli oggetti oltre la loro funzione originaria. Il giocattolo, pur conservando il suo primitivo modello (pratico-economico o sacro), mutava la funzione del tempo in cui era utile,
diventando insieme passatempo e oggetto culturale. Gran parte dei
giochi del periodo preistorico e di quello arcaico era collegata alle cerimonie magico-religiose. In occasione dei riti commemorativi dei defunti, infatti, si tenevano giochi per dimostrare alle potenze divine il
coraggio e la prontezza d’azione degli uomini.
L’istinto del gioco, comune a tutti i mammiferi, nell’uomo primitivo si sviluppò in quel processo creativo di autoprotezione che lo portò
a raccontarsi attraverso l’arte, testimoniata dai graffiti. L’arte rupestre
era evidentemente legata al bisogno di affabulare, di rinfrancarsi, di
trovare godimento nell’esercizio della fantasia e nell’affidare al tempo
il ricordo delle proprie emozioni. I nostri antenati, dunque, provavano
interesse per le attività non finalizzate alla pura sussistenza ma
ascrivibili all’ambito dello svago. Non erano soltanto energumeni
pelosi che menavono clave, ma erano anche individui creativi con il
gusto di giocare ad inventare ninnoli, utilizzando tutto ciò che la
natura offriva loro (bastoncini, semi, foglie, conchiglie, ecc.).
Uno dei primi giocattoli naturali, che si prestò alla speculazione ludica dell’uomo, furono le cose di forma sferica. L’osservazione del rotolamento di sassi tondeggianti, di frutti e di bacche bastò all’uomo
per inventare una serie di giochi. Piccoli massi arrotondati, utilizzati
anche per la caccia, ispirarono ai nostri progenitori il gioco associativo
e dinamico delle bocce, come testimoniano reperti risalenti all’Età
della Pietra trovati in Scozia. I solchi su un terreno accidentato, nella
città neolitica di Çatal Hüyük in Turchia, sembrerebbero prodotti dal
rotolamento di alcune sfere di pietra, il che farebbe risalire il gioco a
ben 9.000 anni fa! In questo ambito l’attività ludico-motoria si
inseriva fra le “pratiche utili”, perché intensificava la vita associativa,
l’amicizia, la solidarietà, l’incontro con la natura e sviluppava la
capacità sperimentale dei singoli soggetti. L’aspetto dinamico del
gioco innescò lo sviluppo dei valori fondamentali della vita: la socializzazione, all’origine dell’evoluzione tecnica e dell’agonismo; la protezione della salute che, nell’attività sportiva, stimolava la memoria
motoria e favoriva l’accumulo di informazioni utili alla sussistenza
quotidiana.
Parte I La Preistoria
26
PALEOLITICO
(antica Età della Pietra o
Età della Pietra Grezza)
PLEISTOCENE
OLOCENE
ERA QUATERNARIA
Tebella 1. Età preistoriche
MESOLITICO
(Media Età della
Pietra)
NEOLITICO
(Nuova Età della
Pietra o Età della
Pietra Levigata)
ETÀ DEI METALLI
INFERIORE
600.000150.000
anni fa
MEDIO
60.000-15.000
anni fa
PROTOLITICO
CHELLESIANO
ABBEVILIANO
ACHEULEANO
CLACTONIANO
MOUSTERIANO
SUPERIORE
AURIGNAZIANO
60.000-15.000
SOLUTREANO
anni fa
MAGDALENIANO
AZILIANO 12000 a.C.
CAMPIGNANO 8000 a.C.
Italia 5000-4000 a.C.
Oriente 6000-5000 a.C.
ENEOLITICO E ETÀ DEL RAME
Italia 2500 a.C.- Oriente 4000 a.C.
ETÀ DEL BRONZO
Italia 2000 a.C.- Oriente 3000 a.C.
ETÀ DEL FERRO
Italia 900 a.C.- Oriente 1500 a.C.
In questa sezione ci ritroveremo a collocare i reperti nelle età preistoriche. Per agevolare il lettore nell’individuazione dei periodi indicati nel testo, riportiamo una sintetica tabella (v. Tab. 1).
Capitolo I
Homo ludens
I.1 Il gioco e le implicazioni religiose
In un villaggio dell’Età del Rame1, databile al V millennio a.C. e
situato nei pressi di Slatino (Bulgaria occidentale), è stato trovato un
singolare manufatto. Si tratta di un parallelepipedo in argilla, nella
parte superiore del quale sono sedici incavi tondi, disposti in quattro
file da quattro. I lati del reperto sono decorati ad incisione con linee,
spirali e punti. L’archeologo bulgaro Stefan Tchohadjiev interpreta
l’oggetto come uno strumento di gioco con probabili finalità magicorituali2 (v. Fig. 1).
Figura 1. Tavola da gioco in argilla (L cm 14; H cm 8,5).
Slatino (Bulgaria). Calcolitico (V millennio a.C.).
Da: M. Fittà, op. cit., p. 130.
1
La preistoria si divide in tre periodi caratterizzati da differenti durate temporali
nelle diverse regioni geografiche: Età della Pietra (Paleolitico, Mesolitico, Neolitico), Età del Rame o Calcolitico e Protostoria (Età del Bronzo ed Età del Ferro).
2
«Archeo», Anno IX, n. 1 (107), gennaio 1994, pp. 21-22; M. FITTÀ, Giochi e
giocattoli nell’antichità, Leonardo Arte, Milano 1997, p. 130.
27
28
Parte I La Preistoria
Attraverso il linguaggio dei simboli, intrinseco al gioco, l’uomo
primitivo cercava risposte agli interrogativi che non era in grado di
soddisfare con i suoi mezzi razionali e di conoscenza. Le implicazioni
religiose e rituali, cui sono legate le origini del gioco, soprattutto per
quanto concerne i “giochi su tavola”, vanno interpretate come la sublimazione dell’impossibilità dell’uomo d’interloquire con il soprannaturale al fine di ottenere un riscontro concreto al bisogno di certezze. Nelle culture arcaiche si cercava di interpretare gli eventi terreni
col mito originato dalle presunte risposte del soprannaturale e, tramite
il mito, di fondare le realtà umane3.
Le raffigurazioni dell’Età della Pietra, risalenti ad almeno 30.000
anni fa, presentano attività legate a rituali mistici e propiziatori, che
potrebbero essere alla base dello sport praticato nelle antiche civiltà
euro-asiatiche e africane. Tra i misteriosi graffiti trovati nel Sahara
neolitico ce n’è uno che raffigura un arciere con uno strano copricapomaschera cornuto, forse riferito ad una danza propiziatoria per la caccia, e due figure di nuotatori. È possibile che gli “artisti” abbiano avuto l’intenzione di dipingere la visione di una sorta di viaggio sciamanico verso un altro mondo in uno stato alterato di coscienza, ma è indubbio che quegli uomini avessero dimestichezza con entrambe le attività dinamiche4 (v. Fig. 2).
Figura 2. Nuotatori e cacciatore con arco a triplice curvatura.
Graffito di Tin Tazarift (Tassili libico). Neolitico.
Da: URL=http://www.eurasia.co.jp/search/mideast_n_africa/images/tin_tazarift.jpg.
3
J.
HUIZINGA, op. cit., p. 43.
Nel Fezzan, vasta e desertica regione della Libia meridionale ai confini con
l’Algeria, si trova una tra le più belle “gallerie d’arte rupestre”, fra le zone rocciose
del Messak Settafet e del Messak Mellet. In quell’area, a sud dell’Uadi Bergiug,
confluivano le acque provenienti dai due massicci montuosi. Queste pitture rupestri
di epoche remote testimoniano gli immensi cambiamenti climatici e la presenza di
fiumi e di laghi scomparsi, nonché documentano antichi insediamenti di tribù di cacciatori e allevatori.
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