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Il senso cristiano della sofferenza
Il senso cristiano della sofferenza Una sfida quotidiana per il volontario al letto del malato Schema della relazione: 1. Il senso del soffrire pone una sfida quotidiana 2. La risposta della società alla provocazione della sofferenza 3. Il senso “umano” della sofferenza 4. Il senso “cristiano” del soffrire 5. Il bisogno di senso nella relazione d’aiuto Attenzione al triangolo Il malato Il volontario La cultura di riferimento Fenomenologia della sofferenza In crisi il rapporto con se stessi, le cose, gli altri e Dio. Variabili nella sofferenza: personalità, malattia, circostanze, ambiente, significato Malattia percepita come: minaccia, perdita e ostacolo. La malattia scombina il senso generale della vita Il senso della vita è apertura al senso: della meraviglia: “che cosa posso conoscere?” (imparare a desiderare) della responsabilità: “che cosa devo fare?” (assumersi i compiti) della speranza: “che cosa posso aspettarmi ancora?” (scoprire un progetto) Il malato è lui stesso il questionato Meraviglia: perché sono al mondo? (il senso di qualcosa che viene a mancare) Responsabilità: che ci sto a fare qui? (la perdita della indipendenza) Progetto: che senso può avere ancora il futuro? (la perdita della speranza) Desiderio illimitato e finitezza dell’essere Inquietudine radicale: all’uomo è chiesto di realizzare in pienezza il compito della vita (il verum, il bonum e il pulchrum), ed ecco invece il muro della morte. Il ruolo del volontario In che misura vengo toccato dalla domanda? Qual è la mia visione delle cose? Qual è la risposta più aiutante? La risposta della cultura occidentale Il punto di forza: il progresso scientifico e tecnologico dà risultati terapeutici e crea grandi aspettative Il punto di debolezza: maggiore fragilità a sopportare la sofferenza e a darle un senso Conseguenze I malati rovinano la festa della vita: - o si elimina/attenua il male garantendo al malato i canoni della “qualità del vivere” - o si elimina il malato inguaribile, “ridotto” ad un essere biologico e senziente (disperazione). L’alternativa del realismo Restituire la sofferenza umana alla sfera di ciò che ha senso: - combattere il male fin che si può - viverlo da protagonisti in ogni caso. Due sono le strade: - la saggezza umana - la sapienza della croce. Voci fatalistiche: il destino cieco - Si vede che era già scritto così - Doveva accadere, me lo sentivo - Siamo nati per soffrire - E’ la sfortuna che mi perseguita - Penso che qualcuno m’abbia fatta una fattura Voci fatalistiche: comanda Lui! - Non cade foglia che Dio non voglia - Facciamo quel che Dio vuole - Quel che il Signore manda non è mai troppo - Non possiamo farci niente, comanda Lui Il confronto “vantaggioso” - C’è chi sta peggio - Se mi guardo attorno, sono ancora fortunato - Meglio sia successo a me che ai miei figli - Adesso posso capire di più chi soffre - L’importante è non dover pesare sui miei La responsabilità personale: - Se mi trovo qui è solo colpa mia - Devo cambiare se non voglio finire al cimitero - Devo decidermi, non posso andare avanti così - Devo imparare a dire di no - Da ora in poi devo pensare di più alla salute - Ho capito che dipende tutto da me Il realismo esistenziale: - Siamo uomini, non si può essere sempre sani - In fondo sono fortunato, alla mia età è la prima volta che vengo in ospedale - Finché c’è vita c’è speranza: lotterò finché posso - Cercherò di vivere al meglio il tempo che mi resta - Nella vita ognuno ha la sua croce - Alla fin fine, siamo nati per morire La ricerca della colpa - Se mi fossi comportato diversamente ora non sarei qui - Se avessi prestato più attenzione al mio corpo - Se mi fossi deciso prima ad andare dal medico - Se mi avesse dato ascolto - Se fossi stato più attento a capire i suoi segnali - Se… se… se… Dio chiamato in causa: - Perché Dio permette questo? - Perché mi tratta così, dopo che mi sono sempre comportato bene? - Perché fa soffrire gli innocenti e non punisce i cattivi? - Che cosa vuole dirmi con questa prova? - Perché non risponde alle mie preghiere? Le potenzialità della sofferenza - Se Dio chiude un porta è per aprirne un’altra - Non tutto il male vien per nuocere - Tutto concorre al bene se abbiamo fede - Questa sofferenza mi ha fato capire tante cose - Non avrei mai creduto di avere tanta forza Allarme, necessità Crescita Purificazione Stimolo Compassione Dio giudice: - Dio non paga solo di sabato - Questo è castigo di Dio per gli errori fatti - Dio mi dà la lezione che merito - Però Dio non doveva punirmi in questo modo Dio persecutore: - Questa bastonata non me la meritavo proprio - Il Signore questa non me la doveva fare - Questo è il guadagno per avere fatto del bene - Avrò anche sbagliato, ma mi pare di avere pagato già abbastanza - Si vede che si diverte a mandarmi guai Dio educatore: - Il Signore corregge chi ama (Prv 3,12) - Come un padre corregge un figlio, così Dio ti corregge (Dt 8,5) - Dio mi sta mettendo alla prova - Questa malattia è un messaggio di Dio perché mi ravveda - Assieme alla prova mi darà la forza per sopportarla - Con questa sofferenza mi vuol far crescere Dio dispensatore di favori: - Se ti comporti bene vedrai che Dio ti benedice - Se preghi e vai in chiesa non ti succederà nulla - Affidati a Dio ed egli ti guarirà - Fai una novena e vedrai che Dio ti farà la grazia Dio super-occupato: - Non si può pretendere che ascolti tutti - E’ diventato sordo anche Lui - Dio si è dimenticato di me - Non so più che santi invocare Dio trascurato: - Non è giusto che lo prego adesso solo perché ho bisogno - Mi sento ipocrita a chiedere aiuto - Mi sento in colpa perché finora ho pensato solo per me - Non mi ricordo neanche più le preghiere che dicevo da piccolo Dio Padre provvidente: - Io ho una grande fiducia nel Signore, Lui sa che sono qui - Non so cosa farei se non avessi fede - Certamente Dio sa qual è il bene per me - Vado avanti giorno per giorno e Dio mi darà la forza Dio amico: - Ora più che mai sento che Dio mi è vicino - Io ci parlo con Dio, gli dico tutto - Quando non ce la faccio più guardo il crocifisso, mi sfogo con Lui - Ah ma io gliele dico, sa! mi arrabbio anche con Lui La sofferenza sproporzionata! Il “dolore innocente”, morti precoci, di genitori giovani, stadi terminali, minorazioni gravi, eccidi di massa (l’Olocausto), cataclismi naturali…. Le tre domande della teodicea: Dio esiste? È buono? È potente? Davanti al muro, la provocazione a fare il salto nella trascendenza. I tre possibili significati del male: combatterlo coi mezzi della scienza (la via della cultura attuale) viverlo in funzione di valori umani da attuare (la via della saggezza umana) portare l’esperienza all’interno del rapporto con Dio (una possibilità per il credente cristiano) “Cristo allo stesso tempo ha insegnato all’uomo a far del bene con la sofferenza ed a far del bene a chi soffre. In questo duplice aspetto ha svelato fino in fondo il senso della sofferenza” Salvifici Doloris n. 30 (1984) Cristo, il buon Samaritano: il “Vangelo della carità” Pro-esistenza • Passa beneficando e sanando tutti coloro che sono sotto il potere del diavolo (Atti 10,38) • Dà il mandato ai discepoli di guarire i malati e annunciare loro il Regno (Mt 10,8) • Identifica sé stesso nel malato da visitare (Mt 25) Cristo, l’Uomo dei dolori: il “Vangelo della sofferenza” Unico sommo sacerdote • Ultima Cena: dona la sua stessa vita per riconciliare l’umanità a Dio Padre. • Getzemani: “forti grida e lacrime” (Ebr 5,7) • Golgota: “Dio mio, perché mi hai abbandonato!” (Mt 27,46) • “Servo sofferente” assiso alla destra del Padre Il cristiano è l’“uomo-in-Cristo” “Io completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24). La vita del credente è saldata a quella di Cristo: soffrire con lui, morire ed essere sepolto con lui per poi… risorgere con lui. Siamo “membra di Cristo” (1 Cor 12,12) Il cristiano è l’“uomo-in-Cristo” La sofferenza del credente é: - partecipazione alla sofferenza redentiva di Cristo (comunione) - grazie all’opera dello Spirito Santo (grazia) - diventa oggetto di libera offerta: - come totale affidamento al Padre (figliolanza) - e per il bene della Chiesa (amore fraterno) Non indossare i panni dell’esperto o del predicatore! Non sei un venditore di ricette preconfezionate ma un compagno di viaggio che aiuta a fare un cammino. Attenzione alle facili consolazioni e frasi fatte! Risposte consolatorie: - Finché c’è vita, c’è speranza! - Non tutto il male vien per nuocere! Risposte fataliste: - Siamo nati per soffrire! - Quando le cose devono accadere, accadono! Riconoscere la legittimità della protesta “Il Signore mi ha messo una croce troppo pesante sulle spalle!” Risposte inopportune: - Dobbiamo seguirlo con la nostra croce, quale che sia. - Da buon cristiano quale sei, non devi dire così! Riconoscere la legittimità della protesta “Il Signore mi ha messo una croce troppo pesante sulle spalle!” Risposta di riformulazione: - Senti che in questo momento il Signore ti chiede troppo. - Vorresti poter essere sollevato un po’ da questo carico. Dare voce al bisogno di trovare un senso “Come è possibile che accadano cose del genere?Che senso ha tutto questo?” Risposta inopportuna: - Beh, senta, non sarà mica una novità! Risposte di riformulazione: - In questo momento lei sente il bisogno di darsi una qualche spiegazione.. - Non si sarebbe aspettato che potesse capitarle questa cosa. La domanda è una pista da percorrere! “Non è giusto che Dio mi faccia questo. Perché se la prende sempre con me!” Risposta inopportuna: - I disegni del Signore sono misteriosi, e certamente sono per un bene superiore! Risposte di riformulazione esplorativa: - Ritieni che questo sia opera di Dio. - Hai l’impressione che Dio ti stia perseguitando. La domanda è una pista da percorrere! “Avrò anche fatto degli sbagli nella mia vita, ma mi pare di avere pagato già abbastanza!” Risposta inopportuna: - Ma no, cosa dice! Lei è una persona che non merita di certo un castigo! Risposta di riformulazione esplorativa: - Lei sente che in qualche modo questa malattia sia una punizione… Aiuta a fare emergere i desideri Risposta aiutante: - Quale risposta ti piacerebbe trovare a questa tua domanda? Qual è il tuo più grande desiderio a questo riguardo? Rimanda il malato a darsi da sé una risposta. “Secondo lei, che utilità può avere questa faccenda che mi sta capitando?” Risposta inopportuna: - Credo che l’aiuterà a valorizzare di più la salute e a capire le cose che veramente valgono. Risposte aiutanti: - Lei ipotizza dunque che ci possa essere un risvolto positivo… Evita di valutare (lodare o sminuire) le risposte che il malato si dà “Penso che qualcuno mi abbia fatto una fattura! Ci sono tante persone invidiose!” Risposta inopportuna: - Non stia ancora a credere a queste cose! Risposta di riformulazione. - Ha la sensazione che qualcuno le voglia male? Se proprio devi parlare di te, limitati a portare esperienze. “Cosa ne pensa lei della mia situazione? Non ho ragione di disperarmi?” Risposta inopportuna: - La cosa peggiore in questi casi è lasciarsi andare: allora davvero non c’è più rimedio! Riporta aiutante: - Nel momento più brutto della mia vita, in cui mi sentivo perso, mi ha aiutato la preghiera e alcuni colloqui con un sacerdote. Che ne dici, caro volontario: riuscirai ad avere una risposta competente per il malato che ti manifesta il bisogno di trovare un senso alla sua sofferenza? Atto di umiltà: