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la manutenzione
POLITICHE, FILOSOFIE E METODI DI MANUTENZIONE 1 LE TRE LEGGI DI MURPHY I° legge: se esiste la possibilità che qualcosa possa funzionare male, questo accadrà nel momento peggiore. II° legge: niente va così male che non possa andar peggio. III° legge: se non ti preoccupi per tempo delle cose ci sarà sempre qualcuno che lo farà per te o qualcosa che ti costringerà a farlo 2 POLITICHE DI MANUTENZIONE Cos’è la manutenzione, come si applica Nozioni di riferimento Pronto intervento, su guasto o accidentale Manutenzione preventiva Manutenzione migliorativa, correttiva Manutenzione predittiva (secondo condizione) Manutenzione produttiva (TPM) Gestione della manutenzione 3 COS’E’ LA MANUTENZIONE La manutenzione è l’insieme delle attività che hanno come obiettivo quello di mantenere un elemento, una macchina o un sistema, nello stato in cui può svolgere il compito per cui è stato realizzato 4 COSA SI INTENDE PER MANUTENZIONE I latini la definivano manu-tenere, tenere stretto nella mano I francesi con il temine entre-tenir, intendono: tenere dentro, tenere insieme, (conservare in buono stato). Con il tempo, in alcuni campi il termine ha conglobato il concetto di riparazione 5 PERCHÉ SI DEVE FARE MANUTENZIONE Usura e invecchiamento diminuiscono l’efficienza delle attrezzature (macchine, apparecchiature, fabbricati, ecc.) che per questo deve essere ripristinata per mezzo delle azioni manutentive 6 PERCHÉ SI DEVE FARE MANUTENZIONE Scopo fondamentale della manutenzione: rallentare, per quanto possibile il decadimento delle attrezzature, tenendole costantemente sotto controllo, eseguendo le necessarie riparazioni e revisioni, ridando nuova forma alle attività 7 IL TEMA DELLA MANUTENZIONE La manutenzione dei grandi impianti che producono energia è senz’altro un grande tema tradizionale della manutenzione Ma non è il solo Nel nostro mondo tecnicizzato sono altrettanto rilevanti le manutenzioni richieste dai grandi e piccoli prodotti già in uso nel mercato 8 Si tratta in effetti di assistenza tecnica al cliente finale: navi, aerei, automezzi e altri mezzi di trasporto e lavoro apparati meccanici, elettrici ed elettronici sistemi informatici, telecomunicazioni e apparecchi medicali immobili e delle infrastrutture civili rappresentano un altro imponente risvolto del mondo della manutenzione Industria manifatturiera e di servizi 9 MANUTENZIONE IN CAMPO INDUSTRIALE La diffusione dei mezzi informatici (hw e sw) hanno permesso di conoscere meglio la vita e la storia delle macchine e impianti produttivi Si pensi alle reti e ai sistemi di comunicazione A livello industriale ha gradi di differenziazioni se la esaminiamo in modo trasversale nella grande, media, piccola impresa 10 La figura del manutentore, visto nella gamma globale delle sue applicazioni è una figura sempre più importante nel mercato In molti settori la manutenzione sotto il profilo dell’assistenza tecnica post vendita after sale- in logica di – customer care – produce più profitti della produzione In alcuni paesi industrializzati, gli addetti alla manutenzione sono aumentati negli ultimi anni del 150% mentre la manodopera di produzione del 25% 11 SCOPI PRIMARI DELLA MANUTENZIONE - Assicurare che macchinari, impianti e attrezzature: Siano sempre efficienti Siano in condizione di far raggiungere gli obiettivi produttivi - Prevenire rotture e declassamento di macchinari, impianti e attrezzature evitando: Periodi di indisponibilità del macchinario (down time) conseguenti perdite di produzione con danni finanziari - Produrre di continuo ai minori costi possibili (cultura zero difetti) 12 EVOLUZIONE DELLA MANUTENZIONE 3° GENERAZIONE 2° GENERAZIONE Estensione vita macchine Concetto di disponibilità e affidabilità Ambiente 1° GENERAZIONE Concetto di disponibilità Qualità Si sostituiscono le utenze quando sono guaste Si sostituiscono le utenze ad intervalli pianificati Si implementano complessi piani di manutenzione 1940 1950 1960 Sicurezza 1970 1980 OGGI 13 TIPI DI MANUTENZIONE A grandi linee, il concetto di manutenzione si è evoluto attraverso quattro fasi: 1.Manutenzione di pronto intervento, su guasto o accidentale BM – breakdown maintenance 2.Manutenzione preventiva PM – preventive maintenance 3.Manutenzione produttiva PM – productive maintenance di stile americano con l’ufficio manutenzione “al centro” 4.Manutenzione produttiva con la partecipazione di tutti TPM – total productive maintenance di stile giapponese con coinvolgimento trasversale di tutti i livelli dell’impresa 14 IL GUASTO E LA STATISTICA 15 Se la manutenzione programmata è efficiente, questo è il pronto intervento 16 TIPI DI MANUTENZIONE MANUTENZIONE NON PROGRAMMATA (accidentale) PROGRAMMATA PREVENTIVA a guasto emergenza autonoma (giornaliera) preventiva periodica predittiva secondo condizione CORRETTIVA Miglioramento affidabilità e manutenibilità revisione 17 MANUTENZIONE ACCIDENTALE La manutenzione accidentale (pronto intervento) è detta anche: a rottura su guasto L’intervento di riparazione: Avviene dopo un guasto imprevisto e deve riportare in condizioni accettabili la macchina o un suo componente La manutenzione accidentale può essere: aspetto che si guasti Guasto improvviso 18 MANUTENZIONE PREVENTIVA L’intervento viene effettuato secondo criteri prestabiliti (storico di guasto del o dei componenti della macchina) volti a prevenire il guasto, a seguito dell’individuazione e della misurazione di uno o più parametri e dell’estrapolazione secondo LCA (Life Cycle Assessment, ciclo di vita del componente) modelli appropriati del tempo residuo prima del guasto 19 Si riduce la probabilità che la macchina o un suo componente non siano in condizioni operative accettabili La manutenzione preventiva può essere schematizzata in varie versioni: - a intervalli regolari - a intervalli sicuri - a età costante - a data costante - di routine - straordinaria 20 MANUTENZIONE SECONDO CONDIZIONE La manutenzione secondo condizione è detta anche “predittiva” Si realizza attraverso controlli e misure di routine o continui di grandezze fisiche misurabili (pressione, corrente, temperatura, rumore, ecc.) Questa politica si basa sui seguenti concetti: molti guasti non accadono istantaneamente è possibile individuare la nascita e l’evoluzione con controlli continui 21 In altri termini le macchine forniscono degli avvertimenti prima di guastarsi (questi avvertimenti possono definirsi come guasti potenziali, detti segnali deboli) Il manutentore conosce bene lo stato reale dei singoli componenti della macchina e interviene con razionale azione preventiva 22 MANUTENZIONE OPPORTUNISTICA Durante un cambio di produzione o in un’altra occasione in cui il macchinario sia fuori servizio, si fanno interventi per riportare l’impianto o la macchina per migliorare il livello di affidabilità del sistema 23 MANUTENZIONE PRODUTTIVA (PM REDDITIZIA) Si basa sui tre tipi di manutenzione: Accidentale preventiva migliorativa Aggiunge un’estrema attenzione all’economicità ed a generare profitto - osservazione In fabbrica si può applicare uno o più dei suddetti tipi di manutenzione: In funzione del tipo di macchina A seconda delle circostanze produttive in relazione al metodo di condurre il macchinario 24 TPM – TOTAL PRODUCTIVE MAINTENANCE Il passo successivo nella manutenzione avviene con il total productive maintenance. Persegue il miglioramento dell’impresa attraverso l’estrema efficienza del sistema produttivo visto nella sua globalità. In ufficio e in officina tende all’obiettivo: zero incidenti; zero difetti; zero guasti. 25 ANOMALIE NELLA SCELTA DEL TIPO DI MANUTENZIONE Far funzionare la macchina fino alla sua rottura e poi ripararla (manutenzione accidentale). Inconvenienti nella manutenzione accidentale: notevoli costi; efficienza improvvisa perdita di produzione; rischio di distruggere il macchinario; infortuni al personale; tempo Mancanza di storico della macchina La manutenzione preventiva, consiste nel prevenire il guasto con interventi ad intervalli regolari che possono essere: a intervalli regolari; o irregolari. 26 PARAMETRI PER LA SCELTA I parametri che si devono considerare per la scelta del tipo di manutenzione più idonea sono: tasso di guasto λ Misura la quantità di guasti che si sono verificati o che si possono verificare in un determinato periodo costo di manutenzione preventiva costo dell’attività di manutenzione in se stessa (cmp) costo di mancanza per manutenzione preventiva 27 costo globale per manutenzione preventiva cgmp = cmp + cmmp Costo di manutenzione accidentale cma Costo di mancanza per manutenzione accidentale cmma Costo globale per manutenzione accidentale cgma = cma + cmma Costo di un’ispezione ci 28 ESEMPIO DI VALUTAZIONE 1. Il tasso dei guasti è in diminuzione: conviene adottare la manutenzione accidentale. 2. Il tasso dei guasti aumenta poiché il macchinario è usurato, finché cgmp < cgma si adotta la manutenzione preventiva si calcola la data alla quale sarà prudente fare la manutenzione quando cgmp = cgma per ragioni economiche si adotta la manutenzione accidentale 3. Il tasso dei guasti è costante se cmp + ci > cgma Si adotta la manutenzione accidentale se cmp + ci < cgma Si adotta la manutenzione preventiva 29 NOZIONI DI RIFERIMENTO 30 IL GUASTO E IL TASSO DI GUASTO Il guasto comporta la perdita delle funzionalità previste dal progetto Vi sono due tipi di guasto: guasto che blocca le funzioni del sistema; guasto che ne degrada le funzioni. Il degrado può avvenire in modo: naturale per uso e usura; forzato o indotto da gestione non diligente. Il tasso di guasto si rappresenta con la lettera simbolica λ e indica il numero di guasti in una certa unità di tempo: esempio: λ = 3 guasti all’anno. 31 IL TASSO DI GUASTO DETTO “VASCA DA BAGNO” Il tasso di guasto nella vita del macchinario è così raffigurabile: Tasso di guasti λ Limite di sicurezza Tempo Rodaggio Vita utile Usura Guasti iniziali Guasti casuali Guasti per usura 32 CONSEGUENZE DEL GUASTO NEL SISTEMA Il guasto può avere conseguenze diverse in relazione al tipo di sistema in cui avviene. 1. Sistema di serie: Il guasto in uno dei componenti del sistema blocca l’intero sistema. 2. Sistema a ridondanza semplice: I componenti sono posti in parallelo: se uno si guasta gli altri continuano ad operare. 3. Sistema a ridondanza sequenziale: I componenti sono raddoppiati e posti in parallelo: se uno si guasta entra in azione l’altro alternativo sotto il controllo di un organo di controllo e decisione. 33 AFFIDABILITÀ E INDICI DI MANUTENZIONE Indicata con la lettera R di reliability, l’affidabilità di un macchinario o di un impianto indica la probabilità che esso funzioni senza guastarsi per un certo tempo in predeterminate condizioni ambientali. L’affidabilità è misurata con appositi indici: MTTF: Mean Time To Failure” indica il tempo medio che trascorre sino al manifestarsi del guasto; MTBF: Mean Time Between Failure” indica il tempo medio che intercorre tra due guasti; (m) si misura come reciproco del Tasso di guasto λ: … se il tasso di guasto è di 3 guasti all’anno (365 giorni) il tempo medio tra due guasti è di 121 giorni. 1 m = -----λ 34 MCBF: Mean Cycle Between Failure numero medio di cicli che si svolgono tra 2 guasti (simile all’MTBF ma misurato in cicli macchina). MTTR: Mean Time To Repair tempo medio di manutenzione correttiva che indica il tempo impiegato per eseguire una riparazione e si articola in due situazioni: MTTM: Mean Time To Mantain tempo medio di manutenzione preventiva e correttiva calcolata al netto di attese per motivi logistici; MDT: Maintenance Down Time (include MTTM): totale del tempo necessario per rilevare il guasto: attendere l’intervento; eseguire la riparazione; eventuali interferenze e tempi morti; eseguire una pulizia. 35 MLDT: Mean Lead Dealy Time Tempo medio di attesa fra il momento in cui occorre un guasto e quello in cui inizia l’azione manutentiva MTBPM:Mean Time Between Preventive Maitenance Tempo medio intercorrente fra due interventi M.P. MTBUM:Mean Time between Unscheldukled Maitenance Tempo medio intercorrente tra due interventi non programmati MTBM : Mean Time Between Maintenance indica il tempo medio che intercorre tra due fermate per manutenzione. 36 MANUTENZIONE ACCIDENTALE E MANUTENZIONE PREVENTIVA La seguente base dei tempi esemplifica i precedenti indici nei due casi: manutenzione accidentale = su guasto; manutenzione preventiva = con fermata programmata; TMFU “Tempo Massimo di Fuori Uso”: indica la massima durata ammessa per l’attività di rimessa in marcia di un mezzo di produzione fermato da un guasto imprevisto: per esigenze di contabilità dei costi il relativo intervento viene definito: urgente = fino a quando sta nel TMFU di emergenza = quando supera il TMFU 37 COSTI DIRETTI E INDIRETTI La manutenzione comporta dei costi che vengono distinti in: - Costi diretti – utilizzati nell’intervallo di manutenzione manodopera interna ed esterna materiali, energia, fluidi - Costi indiretti perdita di produzione causate dall’esigenza di manutenzione influenza negativa sui prodotti oneri e gestione dei ricambi ritardi di consegna scarto dei materiali personale temporaneamente improduttivo 38 LA DISPONIBILITÀ La disponibilità è il periodo di tempo in cui il macchinario produce e funziona senza guasti o fermate e si misura con il rapporto: MTBF __________________ MTBF + MTTR 39 L’ALBERO DEI GUASTI Permette di stabilire e verificare su uno schema apposito le conseguenze di un guasto che si verifichi nell’ambito di un sistema complesso. Lo schema riproduce il sistema: usando una apposita rappresentazione simbolica simile a quella adottatta dai diagrammi di flusso; basandosi sui principi dell’algebra booeliana: funzionante = 1 ----- guasto = 0 gate tipo or – and priority and Evento secondario Evento primario con cause non note Catena di eventi Evento primario 40 L’ANALISI DI PARETO È un metodo di indagine applicabile ad una serie di eventi numerosi da interpretare: gli eventi vengono classificati in 3 classi (A, B, C) per ordine di importanza (peso); il valore del peso espresso in modo numerico; l’effetto cumulativo progressivo dei fattori, in percentuale dell’effetto totale. L’analisi permette di individuare i problemi di peso rilevante (es. valore = costo) che si addensano nella stessa classe. Gli interventi correttivi possono perciò essere concentrati su quella classe. 41 L’ANALISI DI PARETO L’analisi di Pareto è particolarmente adatta nell’analisi dei guasti e nella conseguente impostazione della manutenzione. PRODUZIONE PROVENIENZA DEI DATI SERVIZIO ISPEZIONE DIARIO MACCHINA SCHEDA SEGNALAZIONE INCIDENTI SCHEDA ANALISI GUASTI 42 TABELLA DI PARETO guasti in un impianto oleodinamico n. Guasti Frequenza % sul totale cumulata L Irregolare afflusso d’olio alla pompa 20 36% 36% F Eccessiva turbolenza nel serbatoio 11 20% 55% C Livello dell’olio nel serbatoio troppo basso 8 14% 70% B Presenza d’aria nell’olio 4 7% 77% O Numero di giri della pompa troppo elevato 2 4% 80% G Eccessiva velocità di ritorno dell’olio 2 4% 84% N Velocità d’aspirazione troppo elevata 1 2% 86% D Aperture nelle tubazioni d’apirazione 1 2% 88% M Eccessive perdite di carico nel tubo d’aspirazione 1 2% 89% A Senso di rotazione errato 1 2% 91% E Tenuta difettosa delle guarnizioni della pompa 1 2% 93% H Insufficiente superficie filtrante o di filtro sporco 1 2% 95% I Viscosità dell’olio eccessiva 1 2% 96% R Valvola di sicurezza che vibra 1 2% 98% P Difettoso allineamento del gruppo motore-pompa 1 2% 100% Q Organi della pompa usurati 0 0% 100% 56 100% 43 DIAGRAMMA DI PARETO 44 ESEMPIO: L’ANALISI DI PARETO Numero di riferimento dei componenti soggetti a guasto (1 è il più costoso – è il meno costoso) nella classe A si addensa il 20% delle voci per un valore cumulativo dell’ 80% nella classe B si addensa il 30% delle voci per un valore cumulativo del15% nella classe C si addensa il 50% delle voci per un valore cumulativo del 5% L’intervento correttivo si concentra sulla classe A per cui, lavorando su 5 dei 24 componenti soggetti a guasto, si riesce ad avere un risultato di rilievo. 45 MANUTENZIONE PREVENTIVA 46 MANUTENZIONE PREVENTIVA AD INTERVALLI REGOLARI La manutenzione preventiva pone il problema di scegliere un appropriato intervallo tra un intervento e il successivo Il tempo di marcia è il periodo di funzionamento di una macchina prima che sia veramente necessario un intervento di manutenzione preventiva Varia moltissimo da una situazione ad un’altra a causa delle diverse condizioni di funzionamento possibili 47 MANUTENZIONE PREVENTIVA AD INTERVALLI SICURI La manutenzione ad intervalli sicuri è una scelta prudente e “garantista”, ma, se si sceglie un intervallo troppo “sicuro”, capita che la macchina venga revisionata molto prima del necessario con: perdite di produzione per il maggior tempo dedicato alla manutenzione; aumento di possibilità di errori umani nel monitoraggio della macchina. Raramente la macchina si deteriora in tempi limitati La rottura non è quasi mai improvvisa, ma è l’apice di un lento e progressivo deterioramento 48 MANUTENZIONE PREVENTIVA AD INTERVALLI IRREGOLARI Eseguire gli interventi di manutenzione ad intervalli irregolari individuati secondo i segnali riscontrati in modo razionale dagli operatori macchina Eseguire l’intervento quando si ritiene che la macchina stia per arrivare ad un noto grado di difettosità del o dei componente Bisogna conoscere lo stato di efficienza della macchina e la sua variazione nel tempo (rilevamento statistico) Si determinano questi intervalli in base alla reale condizione della macchina o di un suo componente 49 MANUTENZIONE PREVENTIVA AD ETÀ COSTANTE Il componente viene sostituito quando raggiunge una durata di impiego consigliata dal fornitore, progettista o prefissata in base all’esperienza Esempi: gli aeroplani sostituiscono i pneumatici dopo un determinato numero di ore di volo o numero di atterraggi le navi cambiano parti del motore dopo un preventivato numero di ore di lavoro 50 MANUTENZIONE PREVENTIVA A DATA COSTANTE Il componente viene sostituito a data fissa senza considerare la durata di impiego prefissata in base al ciclo di vita del componente. Manutenzione ordinaria È per lo più svolta dal conduttore del mezzo di produzione con semplici interventi: lubrificazione di organi in movimento; pulizia generale; sostituzione del liquido refrigerante e/o del filtro. Manutenzione straordinaria: annuale e pluriennale È necessaria per verificare il grado di obsolescenza del macchinario, specie se complesso. 51 MANUTENZIONE PREVENTIVA OPPORTUNISTICA Questo tipo di manutenzione tiene in considerazione che eventuali fermate del macchinario non imputabili alla manutenzione, si possano eseguire interventi di manutenzione : si sostituiscono anticipatamente i componenti vi sono componenti di diverso valore proprio e con importanza differente Conseguentemente si anticipano anche altre sostituzioni diminuendo così il numero degli interventi, fermi macchina addebitabili alla manutenzione 52 ESEMPIO DI MANUTENZIONE PREVENTIVA OPPORTUNISTICA 53 MANUTENZIONE PREVENTIVA O SOSTITUZIONE? La manutenzione preventiva comporta dei costi che l’impresa valuta specialmente in due occasioni: 1. Quando l’impresa sceglie il tipo di macchinario, impianto, ecc… in funzione delle sue esigenze di manutenzione e della sua applicazione nel ciclo e nell’ambiente di produzione esempio negativo: macchinario molto sofisticato ed efficace ma in ambiente deteriorato 54 2. Quando il costo globale della manutenzione di macchinari, impianti, ecc… “Cgmp” giustifica la sostituzione del macchinario con uno più nuovo, evoluto, più produttivo esempio: sistema robotizzato che sostituisce un macchinario semiautomatico Questi momenti di scelta richiedono esperienza tecnica e valutazione finanziaria. 55 PROGRAMMAZIONE DELLA MANUTENZIONE PREVENTIVA Se la scelta della manutenzione prevale sulla sostituzione la manutenzione deve essere ben programmata. La manutenzione preventiva programmata porta risultati non immediati, ma con il trascorrere del tempo i vantaggi diventano evidenti. Il programma di manutenzione viene elaborato per fasi operative. 56 PROGRAMMAZIONE DELLA MANUTENZIONE PREVENTIVA 1. Ispezione preliminare del complesso di macchinari 2. Valutazione dei tempi di manutenzione 3. Data di inizio del ciclo di manutenzione in accordo con il responsabile della produzione 57 4. Scelta dei macchinari da sotto porre a manutenzione preventiva in base a vari parametri: impegno della macchina in ore di funzionamento per un significativo periodo di tempo; numero di macchine con caratteristiche e impiego uguale o similare; percentuale di saturazione delle macchine; importanza delle macchine nel ciclo produttivo; previsione di saturazione della macchina nel futuro; spese fisse della macchina; costo degli addetti alla produzione; previsione di rischio di mancata produzione; attuali spese di manutenzione; documentazione tecnica della macchina. 58 MANUTENZIONE A CICLI PREFISSATI 59 MANUTENZIONE A CICLI PREFISSATI Si inquadra nella manutenzione preventiva ed è utilizzata nel caso di particolari sistemi: non facilmente ispezionabili con usura progressiva e con conseguente probabilità di aumento dei guasti con usura progressiva e con gravi conseguenze in caso di guasto L’efficacia di questa manutenzione cessa quando le condizioni di funzionamento del macchinario raggiungono il limite di sicurezza. 60 La manutenzione a cicli richiede di definire un ciclo equilibrato che: non porti a sostituire il macchinario prima del tempo; non porti a superare il limite di sicurezza. Si basa su dati storici o su prove sperimentali. 61 MANUTENZIONE A CICLI PREFISSATI Esempio: manutenzione preventiva ciclica ai carrelli degli aeroplani 62 MANUTENZIONE A CICLI PREFISSATI L’applicazione di questa manutenzione ad un intero stabilimento o ad un grande impianto richiede l’attenta preparazione di un piano: inventario e definizione delle macchine da mantenere; descrizione, frequenza, norme degli interventi; stima di manodopera, materiali, attrezzature (quantità e costi); norme antinfortunistiche; piani e programmi; suddivisione in cicli di grande o piccola revisione; organizzazione dei team; metodi e strumenti della gestione; addestramento; programma concordato per le fermate della produzione. 63 MANUTENZIONE MIGLIORATA CM – Corretctive Maintenance 64 MANUTEZIONE MIGLIORATIVA La motivazione di partenza della manutenzione è la prevenzione dei guasti. Se l’impresa non può limitarsi alla manutenzione accidentale adotta la manutenzione preventiva. Si verifica spesso una evoluzione nel concetto di manutenzione che passa attraverso tre fasi: Dalla manutenzione concepita come attività di nicchia alla manutenzione intesa a migliorare le prestazioni globali Le analisi del manutentore e della produzione permettono di risalire dall’effetto (il guasto) alla causa che può risiedere in punti più distanti e nevralgici dell’albero dei guasti. 65 EVOLUZIONE IN TRE FASI FASE 1 Il servizio manutenzione è molto concentrato sul problema del guasto e sente la psicosi del fermo macchina e per questo può: aumentare il personale addetto alla manutenzione; aumentare il presidio ai macchinari; aumentare l’adozione di apparecchiature per eseguire la manutenzione. Tutto questo produce come risultato un aumento dei costi. 66 FASE 2 L’impresa apprezza l’efficienza dei macchinari ottenuta dalla manutenzione preventiva, ma ne evidenzia anche i costi: si forma un vero staff di manutenzione; si appronta un razionale piano di manutenzione; si opera sulla base, di dati storici e budget. FASE 3 L’esigenza di manutenzione si estende dai macchinari a tutta l’organizzazione e si manifesta come manutenzione migliorativa. 67 LA MANUTENZIONE MIGLIORA L’IMPRESA La manutenzione migliorativa riguarda le prestazioni globali del servizio e comporta vari tipi di intervento che passano dal singolo macchinario a tutto lo stabilimento: Registrazione dei guasti Manutenzione preventiva Analisi critica e modifiche sull’installazione Adeguamento delle norme operative e del ciclo Adeguamento delle attrezzature Riconsiderazioni sulle scelte di macchine e impianti Allineamento alle prescrizioni in materia di qualità, ambiente e sicurezza Revisione delle procedure Supporto per il calcolo di redditività Intervento a monte in fase di progetto 68 Nello stabilimento nasce un circolo virtuoso tra chi utilizza gli impianti provvede alla scrupolosa registrazione dei guasti e avanza proposte di miglioramento e gli addetti alla manutenzione Apportano perfezionamenti agli impianti per avere meno guasti e maggior facilità di manutenzione 69 SETTE BUONI MOTIVI La manutenzione migliorativa introduce una razionale politica a tutto campo di prevenzione dei guasti con estesi effetti positivi 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. evita che il macchinario raggiunga condizioni critiche senza ritorno garantisce disponibilità e produttività del macchinario aumenta il grado di sicurezza per personale e impianti ottimizza il consumo di energia e materie prime gratifica il personale permette di soddisfare le richieste dei clienti aumenta il bagaglio di conoscenze tecnologiche dell’imprese (dati storici ed eventi) 70 MANUTENZIONE SECONDO CONDIZIONE (MSC) O PREDITTIVA 71 MANUTENZIONE SECONDO CONDIZIONE O PREDITTIVA La MSC parte dalla costatazione che il numero dei guasti aumenta proporzionalmente alle ore di funzionamento (tempi di marcia) La MSC non viene eseguita a scadenza fissa (a tempo o a date prefissate) La MSC è eseguita con controlli periodici o continui in funzione delle condizioni del prodotto che l’operatore, l’ispettore e il manutentore ottengono con strumenti adeguati. 72 Esempi di applicazione della MSC: Stazioni meteo isolate Navi Impianti per lavorazione di materiali pericolosi Industria manifatturiera La MSC non viene utilizzata da: Industrie con modesto numero di macchinari Industrie con frequenti fermate dei macchinari per basso livello di attività 73 Il funzionamento della MSC richiede che siano attivati: sistema di comunicazione aziendale addestramento del personale sistema informativo per controllo tecnico sistema informativo per controllo costi parco strumentale con laboratorio tecnologico esecuzione metodi di controlli e misure: visivi di temperatura di rumore di vibrazioni non distruttivi di particelle di usura di olio lubrificante 74 DEFINIZIONI GUASTO POTENZIALE – P Condizione fisica che indica che un guasto funzionale accadrà in futuro o è in corso di sviluppo GUASTO FUNZIONALE – F Impossibilità per un’utenza o un impianto di adempiere alla propria funzione in riferimento alle performance definite INTERVALLO P – F Intervallo di tempo che intercorre tra l’istante in cui si verifica un guasto e l’istante in cui esso degenera in un guasto funzionale INTERVALLO NETTO P – F Minimo intervallo che intercorre tra listante in cui si riconosce un guasto potenziale e l’istante in cui esso degenera in un guasto funzionale 75 INTERVALLO P – F 76 FREQUENZA DEI CONTROLLI Se le ispezioni vengono effettuate ad intervalli maggiori dell’intervallo P-F esiste la possibilità che il guasto non venga individuato. Se le ispezioni vengono effettuate ad intervalli molto inferiori all’intervallo P-F allora il processo di controllo richiede risorse inutili. La frequenza dei controlli predittivi non ha niente a che fare con la frequenza dei guasti né con la criticità delle utenze La frequenza dei controlli sarà maggiore per le utenze con intervallo P-F minore, dove cioè il guasto si evolve più rapidamente. 77 FATTIBILITÀ TECNICA DELLA POLITICA PREDITTIVA O SU CONDIZIONE Possibilità di rilevare un guasto potenziale Intervallo P – F sufficientemente lungo Possibilità di monitorare l’utenza ad intervalli inferiori a quello P – F Intervallo netto P – F sufficientemente lungo da permettere di effettuare delle azioni volte a ridurre o ad eliminare le conseguenze del guasto funzionale 78 CASO DI MANUTENZIONE MISTA PREVENTIVA CICLICA + SECONDO CONDIZIONI La gestione della manutenzione implica il collegamento e la comunicazione con schede tra tre livelli organizzativi Operatore Capo reparto Capo produzione 79 L’OPERATORE Esempio: conduttore di carrello Il conduttore di carrello esegue la manutenzione di 1° livello con: operazione giornaliera di controllo eseguito con una check-list prima di iniziare il servizio; segnalazione sulla scheda degli inconvenienti riscontrati durante l’esercizio. 80 IL CAPO REPARTO PRODUZIONE Il capo reparto: usa uno scadenziario in cui indica le ore progressive fatte; a scadenza prefissata (numero di ore) invia la macchina alla manutenzione preventiva; segnala alla manutenzione le anomalie annotate sulla scheda dell’operatore. 81 CASO DI MANUTENZIONE MISTA Il capo della manutenzione: provvede alle riparazioni e agli interventi preventivi; provvede a introdurre dei miglioramenti; registra le operazioni di manutenzione e i costi relativi; documenta i suoi tecnici con una scheda di intervento che contiene un elenco completo di attività: verifiche; controllo dei fluidi; sostituzioni regolazioni; lubrificazioni.; ingrassaggi; lavaggi; pulizie. 82 TOTAL PRODUCTIVE MAINTENCANCE – TPM – 83 TOTAL PRODUCTIVE MAINTENCANCE Il metodo TPM persegue il miglioramento dell’impresa attraverso l’estrema efficienza del sistema produttivo visto nella sua globalità. Il TPM impegna uffici, officine e magazzini per ottenere: zero incidenti; zero difetti; zero guasti. La manutenzione non riguarda solo l’ufficio manutenzione ma coinvolge tutti i reparti per ottenere: il miglioramento delle persone; il miglioramento degli impianti; il miglioramento dell’impresa. 84 PRO E CONTRO Il TPM poggia su 8 punti di sostegno: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Miglioramento specifico dei macchinari Manutenzione autonoma Manutenzione programmata Formazione e addestramento Gestione dello start up dei macchinari Manutenzione per la qualità TPM degli uffici Sicurezza e ambiente Il TPM combatte 6 classici tipi di perdite: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Perdite per guasti Perdite per attrezzaggi e regolazioni Perdite per funzionamento a vuoto o microinterruzioni Perdite per riduzione di velocità Perdite per difetti e riparazioni Perdite di resa all’avviamento 85 PERDITA DELL’EFFICIENZA GLOBALE Perdite per guasti: spesso l’origine è nell’uso malaccorto dell’impianto. Perdite per attrezzaggi e regolazioni: la variazione del tipo di prodotto da fabbricare comporta l’effettuazione di cambiamenti nella linea di produzione (pesanti attrezzature; specifiche regolazioni a macchine; utensili specializzati) Perdite per funzionamento a vuoto o microinterruzioni: sono dovute a piccoli inconvenienti a cui l’operatore rimedia da solo, ma sono origine di perdite maggiori e di infortuni. 86 Perdite per riduzione di velocità:nascono dal sotto impiego del macchinario per scarsa conoscenza delle sue capacità o per regolazioni non corrette. Perdite per difetti e riparazioni: il lavoro straordinario o in condizioni non perfette può dare origine a difetti e scarti. Perdite di resa all’avviamento: dall’accensione dell’impianto al raggiungimento della sua resa a regime trascorre del tempo. La perdita di resa si verifica al mattino, dopo il cambio di attrezzature o dopo la manutenzione. 87 OVERALL EQUIPMENT EFFECTIVENESS overall equipment effectviness = efficacia complessiva delle apparecchiature I produttori sono alla continua ricerca di nuovi modi per ridurre costi e sprechi, per operare in maniera più efficace e per ottenere più volume dalle linee di produzione esistenti. Devono massimizzare l’utilizzo dei macchinari al fine di prevenire costi e perdita di competitività. La difficoltà risiede nel controllo, che deve essere efficace e costante, dell’utilizzo dei macchinari nell’ambiente produttivo. Le società hanno bisogno di avere queste informazioni nel minor tempo possibile al fine di prendere decisioni circa l’investimento di capitali e i metodi per far fruttare la capacità non utilizzata e trarre vantaggio dai rivenditori d’impianti e di beni di consumo intermedi. Il principio dell’OEE è di lavorare allo scopo di massimizzare la produzione vendibile aumentando la produttività in tre aree: disponibilità, prestazione e qualità. 88 MAGGIORE EFFICIENZA Al fine di rendere più efficienti i vostri macchinari e di avere quindi risultati economicamente validi si dovrà: Aumentare l’efficienza: il miglioramento dell’efficienza renderà possibile l’eliminazione di turni extra così da poter soddisfare il piano di produzione senza dover ricorrere ad atti di eroismo Ridurre i tempi di fermo macchine: l’eliminazione di problemi prevedibili relativi alla produzione ridurrà i tempi di fermo degli impianti permettendo una riduzione dei costi 89 Aumentare la capacità: se si aumenta l’efficienza e si diminuiscono i tempi di fermo sarà posasibile aumentare l’effettiva capacità dei vostri impianti Ridurre il numero dei Full Time Equivalents (FTE): migliore efficienza e aumentata produttività vi permetteranno di riposizionare le risorse umane in maniera più produttiva Migliorare la qualità: la riduzione di scarti e sprechi aumenterà la produttivà e la capacità effettiva. 90 CHE COS’È FTE Il Full Time Equivalents è il sistema di misurazione utilizzato dagli analisti di organizzazione ed è il risultato di una operazione matematica che tiene conto del tempo lavorato da un dipendente durante l’arco di un anno. La formula è: 220 (giorni lavorativi) x 7,5 (ore al giorno) = 1650 (Full Time Equivalents espresso in ore/anno). Il Full Time Equivalents serve per omogeneizzare differenti modi di esprimere i pesi delle attività. Quando si pesano più attività in una struttura, solitamente, i risultati che si ottengono sono sempre espressi in modo diverso (ore/giorno, giorno/anno, minuti/giorno…); nel caso in cui abbiamo un’attività che “pesa” 15 giorni/anno e un’altra che “pesa” 70 minuti/giorno applicando la formula noi sappiamo che il peso della prima attività è uguale a 0,07 FTE (15/220 e quello della seconda è 0,16 FTE (70/60/7,5). 91 EFFICIENZA GENERALE DELLE ATTREZZATURE Al fine di meglio comprendere le prestazioni di un’area di produzione e di identificare cosa stia limitandone l’efficienza,l’Overall Equipment Effectiveness (OEE) - efficienza generale delle attrezzature – offre al produttore una visione legata agli aspetti produttivi di efficienza, tassi di produzione e qualità in una metrica comune fornendo una misurazione univoca delle prestazioni. La misurazione OEE prende in considerazione tre fattori. 1. Disponibilità: la percentuale dell’effettivo tempo di attività rispetto a quello potenziale. 2. Prestazione: la percentuale di parti prodotte rispetto a quanto programmato. 3. Qualità: la percentuale di parti non difettose rispoetto al totale delle parti prodotte. OEE = Disponibilità x Prestazione x Qualità I migliori produttori raggiungono e mantengono nel tempo un OEE pari all’85% nell’industria di tipo discreto e pari all’80% nell’industria di processo. 92 IL MONITORAGGIO DELL’OEE Niente dura per sempre: se il gruppo di lavoro smette di cercare o tenere sotto controllo i motivi della mancata produttività, l’impianto tornerà ad una condizione ancora più caotica e l‘OEE diminuirà nuovamente. Il monitoraggio dell’OEE e il programma di miglioramento delle prestazioni devono divenire parte integrante della cultura della società per permettere alla vostra azienda di far parte di quel club esclusivo do produttori leder in grado di raggiungere e sostenere alti livelli di efficienza produttiva. Un buon software per il monitoraggio dovrebbe avere le funzioni e caratteristiche dell’OEE. 93 IL MONITORAGGIO DELL’OEE Cosa dovrebbe fornire una soluzione di monitoraggio OEE Garantire informazioni accurate circa i tempi di fermo macchine (dove e quando). Coinvolgere l’operatore ma solo dove necessario. Fornire informazioni circa le prestazioni o le mancate prestazioni a qualsiasi persona facente parte della società senza dover ricorrere ad un software specifico. Fornire le informazioni giuste alle persone giuste in tempo reale al fine di supportare le decisioni. Essere veramente di proprietà del cliente (la configurazione dello strumento deve essere facilmente modificabile) allo scopo di supportare il gruppo di lavoro nella ricerca dei motivi alla base della scarsa prestazione. Non essere invadente rispetto al sistema di controllo dei macchinari. Ciò è particolarmente importante in ambienti validati FDA, come le aziende farmaceutiche, dove è necessario validare nuovamente il processo all’introduzione di un nuovo strumento. Il sistema di monitoraggio deve individuare le ragioni di fermo macchine ed agevolare l’analisi dei risultati ottenuti. Essere in grado di collegare la misurazione con gli aspetti finanziari per analizzare il valore apportato da ciascun miglioramento. 94 L’EFFICIENZA GLOBALE L’efficienza globale del macchinario rappresenta la percentuale di tempo in ci i semilavorati sono trasformati in produzione buona sul totale programmato dall’impresa. L’obiettivo di efficienza è l’85-90% dove l’efficienza di norma riscontrabile porta al 50-60% e anche meno (impianti utilizzati per metà) I 6 tipi di perdita vanno combattuti a fondo. Tipo di perdita Obiettivo Indicatore per maggiore efficienza per guasti zero disponibilità pratica per attrezzaggi e regolazioni al minimo disponibilità pratica per funzionamento a vuoto o microinterruzioni zero efficienza prestazione per riduzione di velocità zero efficienza prestazione per difetti e riparazioni zero indice di qualità di resa all’avviamento al minimo indice di qualità EFFICIENZA GLOBALE = Disponibilità pratica x efficienza prestazioni x indice qualità 95 METODO DI CALCOLO DELL’EFFICIENZA 96 METODO DI CALCOLO DELL’EFFICIENZA 97 ATTENZIONE AI PICCOLI INCONVENIENTI La corretta applicazione della metodologia TPM prevede che l’eliminazione dei 6 tipi di perdite implichi la quotidiana eliminazione delle piccole imperfezioni. Va fatta salda l’applicazione del principio di Pareto che evidenzia le perdite più rilevanti su cui concentrare in modo prioritario gli interenti correttivi … ma… Il TPM chiede a tutto il personale dell’impresa di tenere sempre d’occhio le piccole imperfezioni che possono nell’insieme creare perdite maggiori 98 MANUTENZIONE AUTONOMA È uno degli 8 punti di sostegno su cui poggia il TPM. La manutenzione autonoma della macchina rientra nella sfera delle responsabilità del singolo operatore che deve garantire: pulizia quotidiana della macchina, degli attrezzi e del suo spazio personale di lavoro: attività svolta come semplice metodo visivo di ispezione; verifica dell’origine dello sporco e dei punti di difficile pulizia; limitare le superfici e creare ripari l’intervento aumenta la possibilità di migliorare l’uso della macchina e la macchina stessa Lubrificazione della macchina come prevenzione dell’usura 99 MANUTENZIONE AUTONOMA 100 EVOLUZIONE La manutenzione autonoma fa maturare negli operatori: esperienza metodicità quotidiana abilità nell’effettuare piccoli interventi L’evoluzione è virtuosa quando: si combinano manutenzione autonoma e specialistica la manutenzione autonoma diventa ispezione autonoma aumenta la collaborazione tra Produzione, Manutenzione, Progetto e Impianti L’evoluzione richiede: formazione di piccoli team di TPM (meno di 5 addetti) identificazione del leader del gruppo (fisso o a turno) definizione dei temi e degli obiettivi del team volontà, abilità e luogo per svolgere bene le riunioni del team riunioni mirate, brevi, basate su un solo team (one point session) collegamento costante del team con la realtà aziendale periodico confronto tra i risultati e i problemi dei vari team 101 NON SOLO MANUTENZIONE: METODO DELLE 5 S Il TPM contribuisce ad ottenere nell’impresa, attraverso la manutenzione, il miglioramento del processo produttivo. Il TPM richiede però di promuovere tra il personale un atteggiamento operativo positivo che è stato schematizzato in Giappone come “metodo delle 5 S”. 5 S: Sono le iniziali di vocaboli giapponesi relativi ad un modo razionale e disciplinato di lavorare a livello individuale e di gruppo. 102 METODO DELLE 5 S SEIRI (separare) Eliminare le cose inutili e conservare solo quelle utili SEITON (ordinare) Posizionare le cose utili con ordine e criterio di rintracciabilità SEISO (pulire) Tenere pulito ed efficiente il proprio posto di lavoro SEIKETSU (standardizzare) Usare comportamenti standard e noti a tutti SHITSUKE (rispettare) Aver rispetto delle procedure e dei 4 precedenti S 103 NON SOLO MANUTENZIONE: 7S Per un livello di complessità superiore una società americana di consulenza ha indicato un reticolo di sette elementi variabili che l’impresa deve curare per una gestione corretta e di successo 7 S MC KINSEY STRATEGIA: combinazione tra missione dell’impresa, suoi obiettivi primari e piani di sviluppo. STILE DIREZIONALE: schema comune di comportamento etico e di visibilità. STRUTTURA: flessibile organizzazione dell’impresa modellata per il raggiungimento degli obiettivi strategici. SKILLS: Il personale ha ed è in condizione di usare le proprie competenze. SISTEMI GESTIONALI: insieme razionale di mezzi, procedure e soluzioni atti ad applicare e controllare il piano. STAFFING: l’impresa sa selezionare e utilizzare il personale. SISTEMA DI VALORI CONDIVISI: nell’impresa sono in vigore linee guida note, assimilate e applicate in 104 modo diffuso PROVVEDIMENTI GESTIONALI L’adozione del TPM implica l’attivazione di provvedimenti gestionali. Addestramento del personale addetto alla manutenzione. Collegamento tra produzione (team TPM) e manutenzione. Intervento a 360° sui punti deboli della gestione dei mezzi produttivi: all’interno dell’impresa: dal progetto all’uso quotidiano del macchinario; all’esterno: per la dipendenza da fornitori e imprese esterne. 105 GESTIONE DELLA MANUTENZIONE Intervento di riparazione sistematico FMECA (Failure Modes Effects and Criticality Analisis) Scomposizione macchina Diario macchina Disponibilità dell’impianto Costo globale della manutenzione 106 INTERVENTO SISTEMATICO DI RIPARAZIONE Per gli interventi sistematici di riparazione e ricerca guasti occorre conoscere sufficientemente la strutturazione del sistema: attraverso la procedura d’installazione attingendo da tutta la documentazione strutturando e scomponendo il sistema in assiemi funzionali attraverso la conoscenza del prodotto e della tecnologia di lavorazione analizzando le procedure operative 107 ESEMPIO DI STRUTTURAZIONE TECNOLOGICA Alimentazione Pneumatica Idraulica Elettrica Sensori e generatori di segnali Analogici Digitali Pneumatici Idraulici Elettrici/Elettronici Meccanici Azionamenti di potenza Pneumatici Idraulici Elettrici/Elettronici Logica di controllo Pneumatica Cablata (a relè) Programmabile 108 PRIMA COSA DA FARE: ACQUISIRE LA CONDIZIONE ATTUALE 109 PROCEDURA SISTEMATICA DI CONFRONTO 110 TIPI DI GUASTO E LORO CAUSE IN UN PLC 111 RICERCA GUASTI Possibili guasti dei componenti: molla di ritorno della valvola danneggiata; diaframma della valvola do controllo danneggiata; cassetto spola di una valvola bloccata; stelo del pistone di un cilindro danneggiato; contatto del relè bruciato; difetto della bobina; sensore di finecorsa difettoso. Guasti provocati: simulazione di condotte bloccate con carta o colla; simulazione di connessione interrotta con un cavo isolato introdotto in un morsetto. Insorgenza dei guasti: i guasti insorgono sempre dopo la messa in servizio: evitare quindi di invertire le connessioni per cercare il guasto; quando si inizia la ricerca guasti il circuito dovrebbe essere nella posizione iniziale. 112 FMECA: FAILURE MODE & EFFECTS CRITICALITY ANALYSIS 113 IL PROCESSO FMECA Processo interattivo di miglioramento da ripetere periodicamente su base mensile o settimanale: descrizione manutentiva mediante la scomposizione macchina; nel diario macchina si riportano tutti i guasti accaduti e i malfunzionamenti della macchina; periodiche analisi di criticità per evidenziare i guasti più rilevanti (critici); analisi delle cause dei guasti critici; scelta della politica di manutenzione più opportuna. Un team di lavoro effettua l’analisi dei modi di guasto in tre fasi: 1.analisi di criticità 2.analisi del guasto 3.manutenzione correttiva 114 FASE 1 ANALISI DI CRITICITÀ li 115 FASE 2 ANALISI DEL GUASTO Informazioni per scegliere una politica manutentiva: cause primarie del guasto (usura, fatica, etc…) a livello di componente; segnali deboli o premonitori che se monitorati permettono di prevenire il guasto o di evitare le conseguenze di esso attraverso opportune contromisure. MODO DI GUASTO CAUSA DI GUASTO SOTTOASSIEME CAUSA DI GUASTO COMPONENTE SISTEMI PREMONITORI 116 SCELTA DELLA POLITICA MANUTENTIVA 117 FASE 3 MANUTENZIONE CORRETTIVA Nella terza parte del modulo FMECA vengono raccolte le informazioni seguenti: parte sostituibile a guasto avvenuto; codice di identificazione della parte sostituibile per il prelievo da magazzino o per l’ordine del componente; durata dell’intervento e indicazione risorse necessarie; segnale forte che la macchina ha mandato a guasto avvenuto per facilitare la diagnosi. MODO DI GUASTO PARTE O CODICE IDENTIFICATIVO DURATA INTERVENTO ATTREZZATURE NECESSARIE SEGNALE FORTE 118 LA SCOMPOSIZIONE MACCHINA La scomposizione procede per livelli gerarchici. I LIVELLO: RISORSA Può essere una macchina o un gruppo di macchine, un transfer, una cella flessibile di lavorazione, un centro di lavorazione, un sistema produttivo integrato. II LIVELLO: ASSIEME FUNZIONALE O GRUPPO FISICO Assieme funzionale: parti elettriche o mecaniche interconnesse e dislocate in punti diversi che debbono assolvere ad una specifica funzione. Gruppo fisico: sistema di parti interconnesse dislocate in una sede concentrata e facilmente identificabile. III LIVELLO: SOTTOASSIEME Sottoparte distinta dell’oggetto di secondo livello preposta ad un’azione elementare finalizzata all’adempimento della funzione associata al gruppo di cui fa parte. IV LIVELLO: COMPONENTE Unità elementare sostituibile in caso di guasto (LRU = line replaceable unit). 119 DIARIO MACCHINA 120 DISPONIBILITÀ DELL’IMPIANTO La disponibilità è la capacità del sistema di fornire la prestazione ad esso richiesta nel momento in cui risulta necessaria. Essa rappresenta l’indice di riferimento manutentivo fondamentale per il sistema produttivo. È compito fondamentale della manutenzione quello di mantenere la disponibilità degli impianti al livello richiesto dalle necessità produttive del sistema. Il funzionamento di un sistema riparabile è rappresentato dal susseguirsi nel tempo di cicli di buon funzionamento, eventi di guasto e riparazioni. UP-TIME: periodo di tempo a partire dall’ultima riparazione durante il quale il sistema funziona correttamente DOWN-TIME: periodo di tempo a partire dall’ultima riparazione durante il quale il sistema funziona correttamente MTBF: valore medio dell’up-time MTTR: valore medio del down-time 121 CALCOLO DELLA DISPONIBILITÀ 122 COSTO GLOBALE DELLA MANUTENZIONE COSTI DIRETTI Ore di manodopera Materiali di consumo Ricambi Strutture e mezzi comuni impiegati nelle operazioni Particolari attrezzature acquistate per effettuare l’intervento COSTI INDOTTI Mancata produzione dovuta al fermo macchina (= valore monetario della mancata vendita quando l’impianto è saturo e non si può soddisfare la domanda) Non conformità che possono causare rottamazione, rilavorazioni o declassamento parti Costi logistici per accumulo scorte e basso livello di servizio per ritardi di consegne Costi di mantenimento scorta dei ricambi per componenti soggetti a più frequenti sostituzioni Costi dovuti al rischio per la sicurezza degli addetti o dei manutentori Costo globale della manutenzione = costi diretti + costi indotti 123 COSTO GLOBALE DELL’INTERVENTO MANUTENTIVO 124 ESERCITAZIONE FMECA 125 CASO: AZIENDA CILINDRI & CILINDRI Il signor Soffio della ditta Cilindri & Cilindri è il responsabile del reparto manutenzione composto da: due manutentori meccanici, un manutentore elettrotecnico e due manutentori polivalenti che si occupano non solo della manutenzione delle macchine ma anche ciò che riguarda i servizi generali di stabilimento (illuminazione, aria compressa, condizionamento, etc…). A causa di un’eccessiva insorgenza di guasti all’interno del reparto di Lavorazione camicie egli decide, anche su sollecitazione del responsabile di produzione, di effettuare, secondo le moderne tendenze della progettazione, un’analisi FMECA (Failure Mode & Effects Vcriticality Analysis) concentrandosi sull’area più problematica (ossia l’isola di lavorazione composta dalla stazione di immissione, verifica e lavorazione). Queste macchine comportano grossi ritardi e fermi impianto con conseguenze spesso piacevoli nei confronti dei tempi di consegna ai clienti finali installatori di impianti pneumatici. 126 LA STORIA DELL’AZIENDA L’impianto è in funzione da circa 6 ani e non si è mai redatta una vera e propria documentazione che descriva i guasti storicamente avvenuti. Ciononostante il sig. Soffio in forza alla Cilindri & Cilindri da lunghi anni anche grazie alla sua precisione e accuratezza custodiva gelosamente un taccuino ove annotava i dati a suo parere più importanti sui guasti avvenuti. Egli naturalmente si dichiara disponibile a mettere a disposizione tali note e a costituire un team di lavoro FMECA secondo le indicazioni di una ditta esperta di consulenza e formazione con cui ha avuto negli anni un rapporto di stretta collaborazione e partnership per la formazione del personale presente e dei giovani via via inseriti all’interno del proprio organico aziendale. Il team è costituito dal sig. Soffio, dall’ing. Produco, responsabile della produzione, e da un conduttore dei macchinari da sempre interessato a problematiche manutentive, sig. Esperto. Accanto a loro viene chiesto il parere di altri manutentori sui guasti avvenuti nei 6 anni di funzionamento dei macchinari quando essi non sono impegnati nell’immane lavoro arretrato. 127 REPARTO LAVORAZIONE CAMICIE La prima riunione svoltasi nel dicembre 2006 aveva come ordine del giorno una presentazione del progetto da parte dell’azienda di consulenza rappresentata dall’ing. Affianco a cui in tale occasione venne presentato il taccuino del sig. Soffio. Ad una prima lettura di tali numerosi appunti l’ing. Affianco si dichiarò soddisfatto della precisione dei dati forniti anche se spesso tali dati risultavano incompleti e comunque non strutturati nella maniera corretta per effettuare l’analisi e lo studio che egli aveva in mente. L’ing. Affianco allora si accordò per effettuare alcune visite ai macchinari e a leggere attentamente gli appunti del sig. Soffio per poi effettuare la successiva riunione del team di lavoro. Il problema quindi per l’ing. Affianco è stato quello di testare i nuovi moduli di diario macchina da lui pensati per inserire lo storico dei guasti avvenuti e di effettuare un’analisi FMECA per la progettazione della manutenzione in azienda. Per l’ing. Affianco si tratta ora quindi di inserire tutto lo storico all’interno dei nuovi moduli di diario macchina e iniziare ad effettuare la prima analisi di criticità che poi diventerà un momento periodico di progettazione nel futuro dell’azienda. Di seguito sono riportati i moduli necessari per effettuare il progetto. 128 1 APRILE 1999 Sulla macchina di lavorazione si verifica un’interruzione del ciclo automatico. La macchina viene fermata per effettuare la diagnosi e la produzione rimane ferma per circa 4 ore (mezza giornata lavorativa). Ci si accorge che il sensore reed del cilindro di lavorazione fornisce sempre segnale continuo anche quando il pistone si trova in posizione differente da quella di riposo. Alla fine viene sostituito il sensore e la produzione ricomincia dal giorno 2 aprile mattina. Probabile causa del guasto: incollaggio delle lamelle del contatto reed provoca contatto sempre chiuso. 129 30 APRILE 1999 Sulla macchina di distribuzione la palmola sbatte violentemente contro il modulo di immissione e rompe a causa dell’urto il vano da cui viene prelevato il pezzo dopo l’immissione. Questo provoca il blocco della produzione per due giornate lavorative perché vengono ordinati numerosi ricambi non disponibili a magazzino. Alla fine vengono sostituiti: modulo di immissione; due valvole unidirezionali pilotate. Probabile causa del guasto: le valvole unidirezionali non fanno più tenuta e questo provoca movimenti violenti della palmola. 130 30 GENNAIO 2000 Si verifica un funzionamento irregolare di tutti gli attuatori pneumatici della stazione di testaggio. La macchina viene fermata per effettuare la diagnosi e la produzione rimane ferma per circa 4 ore (mezza giornata lavorativa). Riprende solo nel pomeriggio con una riduzione del 50% della produzione giornaliera. Operazioni effettuate: pulizia del silenziatore centralizzato sul pacco valvole. Probabile causa del guasto: la contropressione generata dal silenziatore intasato provoca funzionamento irregolare delle valvole e rallentamento del ciclo di testaggio. 131 17 GIUGNO 2001 Si verifica un blocco del ciclo produttivo e l produzione si ferma per circa 8 ore. Ad una prima diagnosi effettuata sull’isola di lavoro si effettua la pulizia dei filtri del gruppo di manutenzione e lo scarico della condensa. Ad un successivo test la macchina continua a non funzionare. È risolutivo l’intervento del conduttore della macchina che rileva una rottura del finecorsa meccanico (microinterruttore) dell’attuatore rotativo che non segnala sul led di campo. Operazioni effettuate: sostituzione del micro Probabile causa del guasto: rottura dovuta a errata regolazione degli strozzatori unidirezionali. 132 22 SETTEMBRE 2001 Si rileva un funzionamento irregolare delle valvole della stazione di lavorazione che causa la produzione di pezzi non conformi (non si ottiene la necessaria finitura dei fori). Viene scartato un lotto di 50 camicie rosse e la produzione a questo punto viene fermata per effettuare la diagnosi del guasto. Operazioni effettuate: dopo un rapido esame viene effettuata la pulizia di tutti i filtri e lo scarico della condensa. La produzione continua poi in maniera regolare. Il fermo macchina dura circa ½ ora. Probabile causa del guasto: polverosità eccessiva dell’aria a causa di alcuni lavori di muratura effettuati in questo periodo può avere causato intasamento dei filtri. 133 30 APRILE 2002 La produzione è rallentata (in particolare si assiste ad una riduzione della produzione oraria del 10% per circa due ore). Si decide poi di interrompere la produzione per effettuare la diagnosi del guasto. Si osserva la presenza sul cilindro di immissione dei pezzi grezzi profonde rigature e comparsa di macchie nere asciutte sullo stelo del cilindro. Operazioni effettuate: sostituzione di tutti gli organi di tenuta del cilindro guarnizioni O-ring etc… Probabile causa del guasto: usura delle guarnizioni dovuta al normale funzionamento della macchina. 134 15 GIUGNO 2002 Si avverte un ronzio sull’elettromagnete della bobina della valvola 5/2 monostabile. La produzione si blocca e viene effettuata la diagnosi del guasto che richiede circa 2 ore. Intervento effettuato: verifica della continuità della bobina, sostituzione, pulizia del cassetto dell’elettrovalvola. Pezzi sostituiti: bobina dell’elettrovalvola. Possibile causa del guasto: corpi estranei hanno provocato il bloccaggio del pilota che a sua volta ha provocato la bruciatura dell’elettromagnete. 135 30 SETTEMBRE 2002 Si avverte una perdita dallo scarico della valvola di potenza dell’attuatore elevatore pezzo nella stazione di testaggio. La produzione viene fermata per effettuare la verifica della causa di tale perdita. Intervento effettuato: verifica sul cilindro attuatore della presenza di perdite eventuali del cilindro. Sostituzione delle guarnizioni del cilindro Possibile causa del guasto: usura delle guarnizioni. 136 25 MARZO 2003 La stazione di verifica si ferma e non procede nel ciclo di lavorazione. La produzione si ferma e viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi del problema che richiede circa 1 ora. Intervento effettuato: verifica on line dell’esecuzione del ciclo di lavorazione, individuazione della mancata lettura da parte del sensore reed del cilindro espulsore, poiché forzando l’uscita corrispondente alla valvola monostabile di comando, il cilindro esegue la sua corsa. Verifica della continuità del cablaggio del sensore, verifica funzionale del sensore. Pezzi sostituiti: sensore reed di inizio corsa del cilindro di espulsi. Possibile causa del guasto: interruzione del cavetto di alimentazione del sensore dovuto al continuo strisciamento. 137 30 APRILE 2003 La stazione di lavorazione si blocca perché la tavola non effettua la rotazione. Viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione si ferma per due giorni. Intervento effettuato: verifica del programma PLC on line per individuare il problema; forzatura dell’uscita corrispondente al motore; verifica della continuità del cablaggio elettrico. Alimentazione diretta del motore: il motore non si avvia. Riavvolgimento del motore per ristabilire la continuità elettrica dell’avvolgimento. Pezzi sostituiti: nessuno. 138 27 GENNAIO 2004 La stazione di verifica non effettua il ciclo di lavorazione. Viene bloccata la produzione e viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione si ferma per circa 2 ore. Intervento effettato: verifica del programma per individuare il punto in cui si blocca il ciclo automatico; forzatura delle uscite corrispondenti all’elettrovalvola di comando del cilindro ascensore; forzatura manuale della stessa elettrovalvola: l’ascensore non sale = riaccoppiamento magnetico del cilindro. Possibile causa del guasto: possibile manomissione da parte dell’operatore o urto casuale dell’ascensore. 139 15 GIUGNO 2004 La stazione di verifica durante la salita del cilindro ascensore urta in maniera violenta. Si decide di fermare la stazione e di chiamare la manutenzione per effettuare la diagnosi del problema. La produzione rimane ferma per 9 ore. Intervento effettuato: forzatura via PLC delle uscite corrispondenti all’elettrovalvola di potenza che comanda il cilindro ascensore; forzatura manuale della stessa elettrovalvola. La valvola unidirezionale pilotata non fa più tenuta. Pezzi sostituiti: due valvole unidirezionali pilotate sul cilindro ascensore. Possibile causa del guasto: non corretta filtrazione dell’aia e intrusione di corpi estranei all’interno della valvola (polvere, sporco). 140 24 SETTEMBRE 2004 La stazione di lavoro non effettua più la foratura a causa della rottura del trapano. Si produce un lotto di pezzi difettosi e ci si accorge solo allora della rottura della punta. La produzione rimane ferma per ½ ora. Pezzi sostituiti: punta dell’utensile. 141 30 NOVEMBRE 2004 Non funziona correttamente il riconoscimento dei pezzi; vengono confusi quelli di plastica arancione con quelli metallici. Questo errore provoca alcuni problemi nelle fasi successive di assemblaggio del pistone. La produzione per questo motivo subisce alcuni ritardi ed errori di composizione degli ordini cliente. Viene fermata la produzione per effettuare la diagnosi del problema. La produzione rimane ferma per ½ ora. Intervento effettuato: viene verificata l’effettiva lettura dei sensori. Si verifica che il sensore induttivo non effettua la lettura. Viene smontato e viene effettuata una verifica funzionale del sensore. Il sensore è funzionante. Viene rimontato il sensore più vicino alla zona di ispezione in modo che possa effettuare correttamente la lettura. Pezzi sostituiti: nessuno. 142 25 FEBBRAIO 2005 La stazione di lavorazione effettua i fori con una finitura insufficiente. Si produce un lotto di pezzi scarti e si decide allora di fermare la produzione e viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi La produzione rimane ferma per circa 2 ore. La discesa del cilindro di lavorazione non è controllata e avviene a strappi. Intervento effettuato: verifica delle funzionalità del cilindro di lavorazione mediante forzatura dell’uscita corrispondente alla valvola di potenza del cilindro = Il movimento non è uniforme; verifica della pulizia del filtro all’interno dell’unità di manutenzione = pulizia e riavviamento dell’impianto. Possibili cause del guasto: il filtro intasato ha provocato una caduta eccessiva della pressione di esercizio all’interno della stazione che ha provocato la produzione di scarto. 143 19 DICEMBRE 2005 La stazione di distribuzione non compie il suo ciclo di lavoro che rimane bloccato. Viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione rimane bloccata per circa 5 ore. Intervento effettuato: lettura on line del display del programma per individuare all’interno del diagramma corsa passo qual è il punto in cui il programma si blocca; individuazione di un problema al sensore di magazzino vuoto che segnala sempre; smontaggio del sensore, verifica del funzionamento, sostituzione del cavo a fibre ottiche e rimontaggio del sensore. Pezzi sostituiti: set di cavi a fibre ottiche del sensore all’interno del modulo di immissione. Possibile causa del guasto: piegatura del cavo interrompe segnale ottico. 144 24 GENNAIO 2006 La stazione di lavoro non effettua il suo ciclo di lavorazione. La produzione si blocca e viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione rimane bloccata per circa 4 ore. Intervento effettuato: lettura del programa PLC durante il funzionamneto per individuare il problema: il sensore di presenza pezzo su tavola non segnala; smontaggio del sensore e verifica funzionale dello stesso = sostituzione e montaggio del sensore sulla stazione. Pezzi sostituiti: sensore ottico completo. Possibile causa del guasto: il dispositivo non trasmette più segnale a causa probabilmente di un picco di tensione al dispositivo stesso. 145 25 MAGGIO 2006 La tavola della stazione di lavorazione continua a ruotare e non effettua la fermata nelle varie postazioni di lavoro. Viene fermata la macchina e chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione rimane ferma per circa 5 ore. Intervento effettuato: si interviene subito sul sensore induttivo che rileva la rotazione di 90° e si verifica forzando la rotazione della tavola se viene attivato l’ingresso corrispondente. Viene smontato il sensore e verificata la funzionalità: il sensore non segnala ed è quindi da sostituire. Pezzi sostituiti: sostituzione sensore induttivo rotazione tavola. 146 25 SETTEMBRE 2006 La stazione di verifica si ferma e non compie più il ciclo di lavorazione. Viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione rimane ferma per circa 3 ore. Intervento effettuato: verifica mediante il programma del punto in cui è avvenuta l’interruzione del ciclo automatico; verifica del funzionamento della tripletta di sensori; il sensore capacitivo non segnala ed è da verificare; la produzione rimane ferma per circa 2 ore. Pezzi sostituiti: sostituzione del sensore capacitivo. 147 12 NOVEMBRE 2006 La stazione di lavorazione interrompe il suo ciclo e si accende a lampadina sul pulsante a fungo. Premendo il pulsante di acquisizione dell’emergenza non s riesce a ristabilire l’alimentazione alla stazione. Viene poi chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione rimane ferma per circa 7 giornate lavorative. Intervento effettuato: verifica del funzionamento del relè elettronico PNOZ. Non si riesce ad attivare la commutazione dei contatti del relè. Viene ordinato il relè ala casa costruttrice e sostituito. 148 14 DICEMBRE 2006 La stazione di lavorazione non effettua la rotazione perché, pur girando il motore, l’ingranaggio slitta. Viene chiamata la manutenzione per effettuare la diagnosi. La produzione viene fermata per 3 giorni lavorativi. Intervento effettuato: smontaggio completo dell’ingranaggio del motore e del disco della tavola rotante. Sostituzione della tavola e dell’ingranaggio del motore. Possibile causa del guasto: usura e non sempre corretta lubrificazione dell’ingranaggio della tavola. 149 MODULI PER ESERCITAZIONE 150 MODULI 151 MODULI 152