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ODAF IGIENE E BENESSERE ANIMALE_Frattale
L’APPLICAZIONE DELLA TECNICA IN FUNZIONE DELLA MISURA 215 Azioni 2,3 e 4 Autore: Dr Agr Massimiliano Frattale Argomenti • Azione 2 (Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione ) • Azione 3 (Controllo ambientale) • Azione 4 (Alimentazione) • Proposta del modello SDI per il tecnico aziendale APPROCCIO ALLA MISURA AZIONE DI MISURA 215 MONITORAGGIO AZIENDALE PROPOSTA PROGETTUALE Analisi dei RRM e punti critici Per i quali è fornito un punteggio Nella check-list BOVINI/BUFALINI DA LATTE BOVINI DA CARNE OVICAPRINI Azione 2 - Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione BOVINI DA LATTE - BUFALINI -Passaggio dall’allevamento stallino confinato a quello estensivo o misto con introduzione di un periodo di pascolamento per tutte le categorie allevate non inferiore a 75 giorni l’anno. -Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all’aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura etc); miglioramento delle capacità drenanti del terreno nell’area dei ripari. -Passaggio dalla stabulazione fissa alla posta alla stabulazione libera (con cuccette o con zona di riposo con lettiera) con rispetto delle superfici minime previste in tabella 1 che segue. -Creazione di aree di esercizio esterne scoperte (paddock), pavimentate, parzialmente pavimentate o in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti, con rispetto delle superfici minime indicate in tabella 2 che segue. -In caso di assenza di un’area paddock pavimentata, gli animali dovranno essere tenuti al pascolo per tutto l’anno (?) salvo il verificarsi di condizioni pedoclimatiche avverse. -Miglioramento delle condizioni igieniche degli allevamenti attraverso la realizzazione di superfici più facilmente pulibili e disinfettabili (ad esempio muri con piastrelle in luogo dei muri intonacati) Tabella 1: superficie di stabulazione minima per bovini da latte in stalle a stabulazione libera da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente Categoria animale e tipo di stabulazione Peso vivo (kg) Superficie minima (m2/capo) Vitello < 150 1,5 Vitello 150÷220 1,7 Vitello oltre 220 1,8 Bovino/Bufalino da rimonta 221÷400 3,5 Bovino/bufalino da rimonta > 400 4,0 Vacca/Bufala, lettiera permanente 650 6,0 Vacca/Bufala, lettiera inclinata 650 6,0 Vacca/Bufala, cuccette 650 6,0 Tabella 2: parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per i bovini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente Categoria animale e tipo di stabulazione Superficie minima (m2/capo) Paddock pavimentato Bovini/Bufalini da rimonta ≥3 m2/capo Vacche/Bufale ≥4 m2/capo Paddock misto (pavimento e terra battuta) Bovini/Bufalini da rimonta ≥6 m2/capo Vacche/Bufale ≥8 m2/capo Paddock in terra battuta Bovini/Bufalini da rimonta ≥9,5 m2/capo Vacche/Bufale ≥12 m2/capo Bovini da carne - Passaggio dall’allevamento stallino (intensivo, confinato) a quello estensivo o misto (pascolo nel periodo primaverile ed estivo, stalla in inverno); i giorni di pascolamento devono essere almeno pari a 180 per la categoria dei vitelli in svezzamento (entro i 6 mesi di età). - Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all’aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura, ecc.); miglioramento delle capacità drenanti del terreno nell’area dei ripari. - Passaggio dalla stabulazione fissa alla posta alla stabulazione libera in box collettivi con rispetto delle superfici minime previste in tabella 3 che segue. - Creazione di aree di esercizio esterne scoperte (paddock), pavimentate, parzialmente pavimentate o in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti con rispetto delle superfici minime indicate in tabella 4 che segue Tabella 3: superficie di stabulazione minima per bovini da carne in stalle a stabulazione libera da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente Peso vivo (kg) Superficie minima (m2/capo) Vitello < 150 1,5 Vitello 150÷220 1,7 Vitello >220 1,8 Vitellone da ingrasso ≤ 400 2,0 Vitellone da ingrasso > 400 2,5 Bovino da rimonta 221÷400 3,5 Bovino da rimonta > 400 4,0 Vacca, lettiera permanente 650 6,0 Vacca, lettiera inclinata 650 6,0 Categoria animale e tipo di stabulazione Tabella 4: parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per i bovini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente Superficie minima (m2/capo) Paddock pavimentato: Vitelli pre-svezzamento ≥1,5 Vitelli post-svezzamento ≥2,2 Bovini da rimonta e ingrassi ≥3 Vacche ≥4 Paddock misto (pavimento e terra battuta): Vitelli pre-svezzamento ≥3 Vitelli post-svezzamento ≥4,3 Bovini da rimonta e ingrassi ≥6 Vacche ≥8 Paddock in terra battuta: Vitelli pre-svezzamento ≥4,5 Vitelli post-svezzamento ≥6,5 Bovini da rimonta e ingrassi ≥9,5 Vacche ≥12 OVINI - Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all’aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura etc); miglioramento delle capacità drenanti del terreno nell’area dei ripari. - Creazione di aree di esercizio esterne in periodi di impossibilitato accesso ai pascoli. Le superfici scoperte (paddock) create saranno pavimentate, parzialmente pavimentate o in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti con rispetto delle superfici minime indicate in tabella 5 che segue. - Rinnovo completo della lettiera all’inizio dell’autunno e al termine dell’inverno (rinnovo semestrale). In questa occasione si deve provvedere anche alla disinfezione e disinfestazione del locale. rinnovo dello strato superficiale della lettiera, al fine di mantenere la lettiera asciutta, morbida e pulita, assicurando l’aggiunta di paglia o altro materiale idoneo almeno una volta la settimana. - Tabella 5: parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per gli ovini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente Paddock pavimentato: Superficie minima prevista per legge (m2/capo) Superficie minima (m2/capo) agnelli Non previsto ≥0,5 pecore Non previsto ≥1 agnelli Non previsto ≥1 pecore Non previsto ≥2 agnelli Non previsto ≥1,5 pecore Non previsto ≥3 Paddock misto (pavimento e terra battuta): Paddock in terra battuta: CAPRINI - Passaggio dall’allevamento stallino confinato a quello estensivo o misto con introduzione di un periodo di pascolamento per tutte le categorie allevate non inferiore a 75 giorni/capo. - Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all’aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura etc); miglioramento delle capacità drenanti del terreno nell’area dei ripari. - Creazione di aree di esercizio esterne in periodi di impossibilitato accesso ai pascoli. Le superfici scoperte (paddock) create saranno pavimentate, parzialmente pavimentate , in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti con rispetto delle superfici minime indicate in tabella 6 che segue. - Rinnovo completo della lettiera all’inizio dell’autunno e al termine dell’inverno (rinnovo semestrale). In questa occasione si deve provvedere anche alla disinfezione e disinfestazione del locale Rinnovo dello strato superficiale della lettiera, al fine di mantenere la lettiera asciutta, morbida e pulita, assicurando l’aggiunta di paglia o altro materiale idoneo almeno una volta la settimana. - Tabella 6: parametri tecnici per il dimensionamento delle aree di accesso all’esterno/paddocks per i caprini da garantire per il rispetto dell’impegno corrispondente Paddock pavimentato: Superficie minima prevista per legge (m2/capo) Superficie minima (m2/capo) Capretti Non previsto ≥0,5 Capre Non previsto ≥1 Capretti Non previsto ≥1 Capre Non previsto ≥2 Capretti Non previsto ≥1,5 Capre Non previsto ≥3 Paddock misto (pavimento e terra battuta): Paddock in terra battuta: Finalità progettuali per i ricoveri zootecnici • Fornire agli animali allevati le condizioni ambientali più adatte a valorizzare al massimo le produzioni • Assicurare agli addetti di stalla il massimo comfort e sicurezza in tutte le operazioni di routine • Permettere una razionale organizzazione che eviti spostamenti inutili degli animali, uomini e mezzi meccanici • Contenere i costi di costruzione mediante l’impiego di materiali edili o strumenti acquistabili a prezzi competitivi e/o adottando modelli costruttivi particolarmente convenienti • Limitare gli oneri di esercizio mediante soluzioni tecniche ed organizzative che consentano di contenere le esigenze di manodopera ed i costi energetici • Permettere eventuali adattamenti che si rendessero necessari per consentire l’installazione ed il funzionamento di nuove dotazioni tecnologiche • Ridurre entro limiti accettabili l’impatto ambientale sia dell’attività zootecnica che dell’edificio in sé Accorgimenti tecnici Calcolo della quota di rimonta Q = (Pa x 100) / Pc Dove: Pa = n. medio parti/animale all’anno Pc = n. medio parti/animale per carriera Esempio pratico su Bovine da latte Attenzione alle produzioni legittimate!!! Calcolare sempre le produzioni ottenibili rispetto alle quote latte in dotazione dell’azienda! Parametri produttivi riferiti alla Frisona Italiana [Fonte A.I.A.] FASE DURATA Età al 1° concepimento 17,5 – 21,5 mesi Età al primo parto 27 – 31 mesi Durata della gravidanza 278 – 282 giorni Periodo di interparto 370 – 410 giorni N° lattazioni/vacca/carriera 3-4 Ipotizzando un allevamento di n.100 vacche in produzione e con rimonta interna: DESCRIZIONE Interparto medio n. Medio parti/Vacca x anno n. Medio parti/Vacca x carriera Quota di rimonta (Q) VACCHE RIFORMATE/y VALORE 390 die 365/390 = 0,94 3,5 (0,94 x 100)/3,5 = 27% (100*0,27) = 27 Manze 27 Vitelle/manzette 27 N° soggetti Peso vivo (kg) Fronte mangiatoia (m. l./capo) Superficie minima 2/capo) da TAB.1 (m Superficie stabulazione da garantire per il rispetto della misura Vitello 27 < 150 0,20 – 0,30 1,5 (27*1,5) = 40,5 Bovino/Bufalino da rimonta 27 221÷400 0,40 – 0,45 3,5 (27*3,5) = 94,5 Bovino/bufalino da rimonta 27 > 400 0,50 - 0,60 4,0 (27*4,0) = 108 Vacca/Bufala, cuccette 100 650 0,70 – 0,75 6,0 (100*6) = 600 Categoria animale e tipo di stabulazione Superficie totale calcolata per la stabulazione all’interno dei ricoveri al fine di aderire alla misura = mq 843 Rapporto mq/capo = 4,5 – 5,0 Categoria animale e tipo di stabulazione N° soggetti Superfici e minima (m2/capo) da TAB.2 Superfici e paddock da garantire per il rispetto della misura Superfici e minima (m2/capo) da TAB.2 Superficie minima paddock misto da garantire per il rispetto della misura Superficie minima (m2/capo) da TAB.2 Superficie minima terra battuta/ampliam ento aree erbacee atte da garantire il rispetto della misura Vitello 27 3 81 6 162 9,5 256,50 Bovino/Bufalino da rimonta 27 3 81 6 162 9,5 256,50 Bovino/bufalino da rimonta 27 4 108 8 216 12 324,00 Vacca/Bufala, cuccette 100 4 400 8 800 12 1.200 Superficie totale calcolata per la stabulazione all’esterno dei ricoveri al fine di aderire alla misura = mq 680 ( paddock pavimentato); mq 1.340 (paddock misto); mq 2.037 (terra battuta/ampliamento aree erbacee). Azione 3 – Controllo ambientale Bovini da latte e Bufalini/Bovini da carne Aumento del ricambio d’aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita dell’aria sui lati lunghi della stalla, predisposizione di dispositivi ad azionamento manuale o automatico per la regolazione della portata. Installazione di impianti di ventilazione artificiale, installazione di impianti di raffrescamento (ad esempio filtri umidi), eventualmente in abbinamento a impianti di aspersione (docce) in zona di alimentazione e/o in zona di attesa della mungitura. Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti). Ovini/Caprini Aumento del ricambio d’aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita dell’aria sui lati lunghi della stalla. Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti), predisposizione di locali riscaldati per condizioni fredde non adeguate agli agnelli/capretti. La funzione del ricambio d’aria Le condizioni di benessere degli animali sono mantenute con il ricambio d’aria, che ha la funzione primaria di allontanare dai locali la CO2 ed il vapor acqueo, nonché garantire un corretto comfort termico. Analisi dei parametri di emissione e parametri termici ambientali preventiva! La termoregolazione e la risposta degli animali La temperatura corporea viene mantenuta costante attraverso meccanismi fisiologici di termogenesi e termo dispersione che a seconda delle condizioni ambientali possono comportare o meno un dispendio energetico. Quando il mantenimento dell’omeotermia non richiede alcun meccanismo fisiologico di compensazione si parla di zona di “comfort termico”, entro la quale le produzioni sono massime; quando invece tale regolazione avviene, ma con un dispendio energetico trascurabile si parla di zona “termoneutrale” (ZTN). Al di sotto e al di sopra delle temperature che delimitano la ZTN di un individuo, il mantenimento della temperatura corporea prevede un costo energetico aggiuntivo. Mediamente la temperatura ambientale ottimale per le bovine da latte va dai 5 ai 15 °C, mentre la ZTN è compresa tra 0 e 25 °C. Nel caso in cui le temperature esterne superino i 25°C, si ha inizialmente una vasodilatazione periferica con un conseguente incremento della dispersione di calore attraverso la pelle, accompagnata dalla riduzione della pressione sanguigna e dall’aumento della frequenze cardiaca e respiratoria. In una fase successiva si assiste ad una diminuzione dell’attività motoria e nel contempo si registra una netta riduzione dell’ingestione (con punte anche del 40%) con lo scopo di limitare il calore prodotto dalle fermentazioni ruminali e dal metabolismo. Malgrado ciò gli animali soggetti a stress da caldo presentano fabbisogni di mantenimento più elevati a causa dell’attivazione dei sistemi di termoregolazione: la sola tachipnea aumenta i fabbisogni del 25. L’indice THI Il più utilizzato nell’ambito degli animali da reddito risulta l’indice termo igrometrico (THI) che associa valori di temperatura a quelli di umidità relativa. Un valore di THI pari a 72 viene assunto dalla maggior parte degli autori come valore critico per definire la presenza o meno di stress da caldo La ventilazione naturale – l’effetto camino La ventilazione naturale si ottiene per circolazione spontanea dell’aria che entra dalle finestrature laterali ed esce da quelle di colmo (nei tetti a due falde). Tale fenomeno (detto effetto camino) è tanto più efficace quanto maggiore è la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno della struttura e quanto maggiore è la differenza di quota tra la zona di ingresso e quella di uscita dell’aria. Si calcolano i metri quadrati di superficie (Au) occorrenti per far sì che avvenga l’uscita dell’aria alla sommità del tetto, calcolata in base all’effetto camino, si ricava : Au = [(Vmax)/r]*( (Ti)/(2*g* DH* DT) )*1/3600 dove : Au = superficie disperdente dei volumi d’aria (mq) Vmax = portata di ventilazione Ti = temperatura assoluta interna (T= 273+°C) g = accelerazione di gravità (9.813 m/s) DT= diff. Tra temp. Interna e quella esterna DH= dislivello in metri tra aperture interne ed esterne r = coeff. di riduzione delle aperture normalmente indicato con il valore di 0,50 La ventilazione dell’edificio è ottenuta per circolazione spontanea dell’aria, che entra dalle finestre sulla pareti perimetrali della stalla, si riscalda e diventa più leggera, fuoriesce dalle finestre di colmo, ottenendo così un effetto camino. Vmax = [(Q.sa)/(c.s. aria * T°a-T°b)]*Kc dove : Q.sa= n. capi * T°est = calore sensibile prodotto dagli animali; T°a-T°b= differenza di temperatura c.s. = calore specifico dell’aria = 1010 J/Kg Kc (coefficiente per trasformare Kg/sec in mc/h) = 3185 Tab. a) – Valori della portata massima di ventilazione estiva per capo bovino (modificata da Blentz) Fonte: Roberto Chiumenti – Costruzioni Rurali Calderini editore Portata Max di ventilazione estiva (T°est) in mc/h Specie Peso (kg) Temperatura ≥ 26°C BOVINI 60 65 100 94 150 129 200 163 300 223 400 275 500 319 800 400 La ventilazione artificiale – raffrescamento evaporativo La ventilazione forzata, che è in grado di apportare benefici apprezzabili soprattutto in aree caratterizzate da clima caldo-umido e da scarsa ventosità, può essere abbinata ad un sistema di raffrescamento evaporativo (cooling), il quale può essere adottato in uno dei seguenti modi: 1. Per NEBULIZZAZIONE in corrente d’aria di acqua ad alta pressione 2. Per ASPERSIONE degli animali con acqua a bassa pressione Azione 4 – Alimentazione Bovini da latte e Bufalini nella alimentazione il rapporto foraggio/concentrato deve essere •con possibilità di rapporto 50/50 nei primi 90 giorni di lattazione; maggiore o uguale a 60/40 la gestione della fase di transizione deve prevedere la presenza di un’area alimentare per la fase terminale di asciutta (almeno ultimi 30 giorni) ed area alimentare di inizio lattazione (almeno 45 giorni); deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi a vasca e non a •tazzetta; rapporto Body Conditions Score (d’ora in poi BCS) deve essere maggiore di 2, da attestarsi •attraverso la presentazione di una “Scheda di Valutazione BCS”; deve essere garantita la fase di accesso e permanenza al pascolo per almeno 8 ore per un •minimo di 90 giorni durante la fase di lattazione; presentazione di un “Piano di alimentazione” redatto da un alimentarista determinato anche •dai parametri quanti-qualitativi del latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografia) e dall’analisi degli alimenti. •Strutture per l’alimentazione degli animali costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l’accesso contemporaneo degli animali, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l’alimento. Adeguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e •controllo della qualità dell’acqua distribuita Bovini da carne deve essere prevista la presenza e garantito il •tazzetta; funzionamento di abbeveratoi a vasca e non a il rapporto BCS deve essere maggiore di 2 da attestarsi attraverso la presentazione di una •“Scheda di Valutazione BCS” lo svezzamento dei vitelli deve essere effettuato con latte materno e presenza di area •alimentare preferenziale per concentrato destinato a vitelli ; il rapporto foraggio/concentrato per i vitelli ingrasso deve essere maggiore o uguale a 60/40 •(50/50 nella fase di finissaggio ammessa per tre mesi); deve essere garantita la prevalenza del pascolo come fonte alimentare delle vacche nutrici •(>50% della Sostanza Secca Ingerita annua); •presentazione di un “Piano di alimentazione” redatto da un alimentarista determinato anche dai parametri quanti-qualitativi del latte (?) (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografi) e dall’analisi degli alimenti; strutture per l’alimentazione degli animali costruite con materiali resistenti e facilmente •lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l’accesso contemporaneo degli animali, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l’alimento; adeguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e •controllo della qualità dell’acqua distribuita. Ovini/Caprini Deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi; il rapporto BCS deve essere maggiore di 1 da attestarsi attraverso la presentazione di una “Scheda di Valutazione BCS”; nell’alimentazione il rapporto foraggio/concentrato deve essere maggiore o uguale a 60/40; deve essere garantita la fase di accesso e permanenza al pascolo per almeno 8 ore per un minimo di 150 giorni; presentazione di un “Piano di alimentazione” redatto da un alimentarista determinato anche dai parametri quanti-qualitativi del latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche urea, lattodinamografia) e dall’analisi degli alimenti; strutture per l’alimentazione degli animali costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l’accesso contemporaneo degli animali, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l’alimento; adeguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo della qualità dell’acqua distribuita Importanza dell’alimentazione • Deve assicurare la realizzazione del potenziale genetico produttivo dell’animale; • Deve assicurare la produttività, la fecondità e condizioni di salute; • Deve perseguire l’economia di costo per unità di prodotto (IP; kg di latte) Aspetti analitici per la valutazione quantitativa e qualitativa della razione • Analisi della capacità di ingestione dell’animale; • Studio dei fabbisogni energetici; • Studio dei fabbisogni proteici; Valutazione della C.I. (capacità di ingestione dell’animale) Dipende da innumerevoli fattori legati all’animale, alla razione, alla modalità di somministrazione, ad altre condizioni ambientali: i più importanti dipendono dallo sviluppo dei prestomaci e dal fabbisogno energetico, dunque da: 1. PESO VIVO 2. LIVELLO PRODUTTIVO 3. STADIO DI LATTAZIONE Esistono differenti modelli di calcolo che fanno riferimento a specifiche categorie di animale, un esempio, per quanto concerne le bovine da latte è dato dalla seguente: C.I. (kg s.s.) = (P.V. (kg)*0,0185) + (F.M.C. (kg) * 0,305) Dove: P.V. = Peso vivo dell’animale in Kg F.M.C. = fattore di correzione per il latte al 4% di grasso = = lt latte/die * [0,4 + (0,15 * % titolo effettivo in grasso del latte prodotto)] In un esempio di calcolo per bovina da latte in produzione, supposto un PV = kg 600; con una produzione di latte pari a 35 lt/die; con una % grasso = 3,6%; si ha: 1. - Calcolo del F.M.C. = 35 x [0,4 + (0,15 x 3,6)] = 35 x [ 0,4 + 0,54] = 35 x 0,94 = 32,9 lt (al 4% ) 2. – Calcolo della C.I. = 600 x 0,0185 + 32,9 x 0,305 = 21,1 kg s.s. / die Al fine di rientrare nella misura 215, supposto che l’animale si trovi nella prima fase di lattazione (fresca), si avrà: S.S. della razione: 21,1*0,50 = 10,55 kg s.s. derivante da foraggi 21,1*0,50 = 10,55 kg s.s. derivante da concentrati Controllo del peso corporeo (B.C.S.) E’ un supporto utile al management nutrizionale, riproduttivo e sanitario dell’allevamento, ed è indispensabile all’inizio di ogni lattazione, in quanto l’animale, in tale fase, attinge alle proprie riserve e, in special modo nella primissima fase di lattazione, ha il proprio apparato digestivo “sottosviluppato”. Il punteggio della condizione corporea B.C.S. è un metodo soggettivo di stima, basato sul rilievo visivo e/o tattile dello stato di ingrassamento dell’animale mediante valutazione della quantità di grasso sottocutaneo accumulato in specifiche regione corporee: 1. LOMBI: processi spinosi delle vertebre, depressione tra i processi spinosi e traversi, area tra processi traversi e fianco; 2. BACINO: tra le spine iliache e tuberosità ischiatiche; 3. ATTACCO DELLA CODA: processi spinosi e traversi, vertebre coccigee e fossa ischio-rettale ATTENZIONE ALL’ANIMALE ECCESSIVAMENTE GRASSO! Patologie puerperali frequenti nella vacca grassa (SINDROME – B.C.S. > 3.7): 1. Turbe genitali: Difficoltà di parto; ritenzione placentale; Metriti; infertilità 2. Turbe produzione lattea: Edema mammario; mastiti; produzione lattea diminuita; calo della % grasso 3. Turbe metaboliche: Steatosi epatica e renale; collasso puerperale ipocalcemico; paresi puerperali; chetosi; tetanie 4. Turbe digestive: Indigestioni ruminali, abomasiti ed ulcere abomasali; dislocazioni dell’abomaso 5. Turbe varie Sindromi podali, ecc. L’urea nel latte – un buon indicatore per la razione SISTEMA DIAGNOSTICO INTEGRATO ANAGRAFICA VERIFICA INDICI STRUTTURALE RICOVERO FASE LATTAZIONE ASPETTI RIPRODUTTIVI PRODUZIONE E QUALITA’ DEL LATTE ALIMENTI E PERFORMANCES DELL’ALLEVAMENTO MATERIALI E GESTIONE MENAGERIALE ANALISI MONITORAGGIO MODALITA’ E CARATTERISTICHE ALIMENTI Bibliografia • L’alimentazione della vacca da latte [C.R.P.A. – Informatore Agrario – II Ed.] • Costruzioni rurali [Roberto Chiumenti Calderini editore] • Zootecnia applicata – Bovini e Bufali [Calderini editore] • Stalle per vacche da latte [C.R.P.A. – Informatore Agrario – II Ed.]