L`ACCOGLIENZA DEI GENITORI NELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE
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L`ACCOGLIENZA DEI GENITORI NELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE
FORMAZIONE CONGIUNTA ZONALE 2014 IN LAVORO DI CONTINUITA’ 0-6 ANNI Unione dei Comuni Montani del Casentino, Comune di Bibbiena, Comune di Pratovecchio Stia Regione Toscana L’ACCOGLIENZA DEI GENITORI NELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE Come accompagnare senza sostituire Dr.ssa Manuela Fili Psicologa-psicoterapeuta-psicopedagogista Rassina (AR), 22 novembre 2014 PROGRAMMA DELLA FORMAZIONE PRIMO MODULO (6 ore) 22 novembre 2014 Studio ed approfondimento teorico ed esperienziale della nozione di genitorialità e di famiglia nelle configurazioni attuali. SECONDO MODULO (6 ore) 13 dicembre 2014 Studio ed approfondimento teorico ed esperienziale delle relazioni di attaccamento genitori-figli. PROGRAMMA DELLA GIORNATA Introduzione ai lavori (9:00) Premessa teorica e collocazione del concetto di genitorialità e di famiglia Lavoro in gruppi Discussione plenaria Pausa (13:00-14:00) Ripresa teorica dei lavori Lavoro in gruppi Discussione plenaria Accogliere il bambino significa accogliere la sua famiglia, le mamme ed i papà, i nonni, il loro essere famiglia, la loro storia. Accogliere la differenza, l'altro e prepararsi che ogni incontro Accogliere le famiglie significa creare uno spazio dentro di sé, fare spazio dentro il servizio educativo e dentro la mente degli operatori. Uno spazio dove si possano elaborare pregiudizi, stereotipi che abbiamo dentro di noi. Uno spazio aperto e di attesa. PREMESSA Lo studio della genitorialità e l’attenzione al concetto di famiglia diventano necessari per tutte le istituzioni educative che accolgono i bambini, sia per il lavoro educativo stesso con i bambini, sia anche per un obiettivo di sostegno sociale nei confronti delle famiglie che le istituzioni educative nel tempo iniziano ad assumere. PREMESSA I nidi di infanzia e le scuole dell’infanzia sono luoghi in cui sapere creare e nutrire relazioni tra operatori e genitori diventa fondamentale per il percorso educativo nella sua globalità. Sebastiao Salgado L’ACCOGLIENZA NEI SERVIZI EDUCATIVI È necessario accogliere le famiglie, attraverso un riconoscimento profondo e non formale, mediante cui si realizza l’alleanza educativa, la fiducia di poter condividere uno stesso percorso educativo a tutela dell’infanzia. Non si tratta di un puro accompagnamento delle famiglie, ma sempre più spesso di sostegno alle funzioni genitoriali ed educative. Oggi infatti le famiglie sembrano portare molte domande di aiuto, chiedendo azioni di supporto, richieste di intervento. L’ACCOGLIENZA NEI SERVIZI EDUCATIVI Sostenere significa riconoscere che le famiglie di oggi possono sperimentare molta incertezza e precarietà, sia a livello concreto (lavoro, status), sia soprattutto a livello relazionale (legami meno saldi e duraturi, isolamento sociale) Sebastiao Salgado L’ACCOGLIENZA NEI SERVIZI EDUCATIVI Le famiglie si possono sentire impreparate rispetto ai differenti e delicati compiti educativi e chiedono aiuti precisi agli operatori dei servizi educativi. CHI E’ IL GENITORE? Genitore: s.m. ‘chi genera o ha generato’, al plurale ‘il padre e la madre rispetto al figlio’. Voce dotta, latina ‘genitorem’, prevalentemente usato in poesia, dal verbo ‘gignere’, produrre, generare, causare. LA GENITORIALITA’ La genitorialità, intesa come modo di essere e come capacità di interpretare i bisogni dell’altro, di proteggerlo e di prendersene cura, affonda le sue radici nella storia personale di ciascuno e in particolare nel sistema delle rappresentazioni relative a sé come figli, al rapporto con i propri genitori, con il proprio partner, al proprio LA GENITORIALITA’ La genitorialità è connessa a un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive primarie. L’arrivo di un figlio può aiutare ad osservare e riorganizzare meglio le passate esperienze, ma la nuova condizione può anche determinare un crollo psicologico a causa del riattivarsi di sottostanti conflitti non elaborati e di cambiamenti psicologici in ognuno dei due genitori. Vi è inoltre un’alterazione dell’equilibrio di coppia (passaggio da una relazione a due ad una relazione a tre) con modificazioni strutturali e d’investimento. LA GENITORIALITA’ La nascita di un bambino implica nella vita di una donna e di un uomo e della famiglia, un profondo cambiamento. Non è l’unica nascita, nascono nuove identità, quella dell’essere madre e dell’essere padri di quel bambino e ciò avviene quindi per ogni figlio. Vi è un travaglio fisico, ma anche un travaglio interiore che accompagna tutta la gravidanza, sovente presente già da prima, come rivisitazione e riedizione della propria esperienza infantile e delle proprie immagini interne di madre e padre. LA GENITORIALITA’ Se la funzione genitoriale è disturbata e influisce sulla relazione genitore-bambino influenza sulla personalità e sviluppo del bambino, sulla struttura delle difese e sulla rappresentazione riguardo alle aspettative relazionali. Sebastiao Salgado LAVORO DI GRUPPO 1 Ci si divide in piccoli gruppi legati alle differenti istituzioni (gruppi nidi di infanzia e gruppi scuole dell’infanzia); Ci si dispone in cerchio e ci si presenta per nome e per appartenenza istituzionale; Si discute insieme sui genitori che incontrate nelle vostre istituzioni educative, con lo scopo di rappresentare graficamente l’immagine del lavoro educativo con i genitori. LA GENITORIALITA’ OGGI Il divenire genitori, attualmente, non rappresenta più un evento ineluttabile del ciclo di vita. La genitorialità infatti non viene considerata un semplice ruolo, ma un processo: diventare genitore vuol dire entrare in una linea evolutiva trasformativa che continua per tutto il resto della vita (Malagoli Togliatti, Zavattini, 2000). Si percepisce attualmente una fatica psichica nelle transizioni della vita e, allo stesso modo, una certa difficoltà ad accogliere questa scelta, come uno dei cambiamenti della vita, forse uno dei più intensi e carichi di complessità emotive e relazionali. LA GENITORIALITA’ OGGI Il bisogno di controllare e predeterminare lungo il percorso di vita familiare i tempi della procreazione, potrebbe indicare una difficoltà ad accettare l’incertezza che il progetto di un figlio comporta, illudendosi di definire le condizioni potenziali di felicità e infelicità. La scelta del tempo giusto sembra prefigurare percorsi più rigidi di un tempo anche se più consapevoli, stili di vita definiti che rischiano di cristallizzare i sé possibili e tra questi anche l’identità di padri e madri. Quando gli eventi naturali sono sempre più pilotati e programmati, l'aspetto del desiderio, con la sua dimensione di libertà profonda, rischia di essere compresso. LA GENITORIALITA’ OGGI Quando il desiderio di avere un figlio viene non solo espresso ma anche realizzato, si possono originare diversi scenari della genitorialità: Iperinvestimento affettivo; Idealizzazione del figlio; Figlio unico; Fatica ad esercitare la funzione normativa. Sebastiao Salgado CHE COSA E’ LA FAMIGLIA? Nucleo fondamentale della società umana costituito da genitori e figli (1294). Insieme delle persone che costituiscono il seguito o la corte di un personaggio, servitù di una casa (1292). Lat. Familia (m) da famulus , servitore, di origine pre-indoeuropea. Sebastiao Salgado - Genesi LA VITA FAMILIARE La riuscita del bambino dipende dalla possibilità che i legami familiari hanno di trasformarsi in legami sociali, ossia che i genitori aboliscano un mito e si collochino nella rete dei rapporti nei quali sono connessi all’interno del contesto sociale in cui si sviluppano. Armando Bauleo Ma Jolie, Pablo Picasso, 1911-12. Ideologia, Gruppo, Famiglia LA FAMIGLIA Il desiderio di costruire e mantenere legami è un bisogno fondamentale dell’essere umano (Baumeister et al., 1995), il quale trova nel «fare famiglia» (Nelson, 2006) un naturale sbocco. Il vivere familiare presenta ad oggi molti percorsi possibili corrispondente ad una gamma più sfumata di legami, che si inserisce nell’economia emotiva della persona e della famiglia con modalità in parte ancora da indagare. LA FAMIGLIA La famiglia ha da sempre rappresentato il nucleo base della società, tuttavia ad oggi è possibile riscontrare come il rapporto tra famiglia e sociale si sia molto allentato. Negli ultimi decenni i cambiamenti significativi dal punto di vista sociale, culturale, economico hanno influenzato la vita dei bambini, dei giovani e delle famiglie e hanno contribuito ad una frammentazione della comunità (Perkins, Ferrari, Covey e Keith, 2005) e al dilagare di un frequente senso di isolamento sociale e di disgregazione delle reti sociali, che possono risultano più povere di un tempo e con relazioni meno solide. LA FAMIGLIA OGGI Esistono attualmente profonde trasformazioni sociodemografiche: Aumento delle convivenze e matrimoni in calo; Aumento dell’instabilità coniugale; Aumento delle separazioni, dei divorzi e delle mediazioni familiari; Aumento delle coppie interetniche; Posticipazione della scelta generativa, scarsa natalità; Aumento infertilità e richiesta di metodologie per l’aiuto e l’assistenza alla procreazione; Aumento delle famiglie affidatarie ed LA FAMIGLIA OGGI I nuclei familiari, con maggiore frequenza di decenni fa, si disgregano per poi « ri-aggregarsi » diversamente, mettendo in comune figli nati da precedenti unioni, generando nuove configurazioni familiari. L'albero della Vita, Gustav Klimt LA FAMIGLIA OGGI Le politiche neoliberiste degli ultimi decenni hanno posto le condizioni per lo sgretolamento del tessuto sociale, esaltando la libertà dell’individuo a scapito della dimensione collettiva. Ma una simile libertà, basata sull’assenza di limiti, sul disinteresse per il bene comune è una realtà illusoria e crea paradossalmente l’aumento dell’impotenza collettiva, l’isolamento sociale, la paralisi della politica. Si parla di società liquida, amore liquido, identità liquide, sottoposta ad un continuo mutamento (Bauman, 2004; 2006) LA FAMIGLIA OGGI Il mito moderno sembra trasmettere l’idea che l’uomo e la donna possano desiderare ed avere tutti i beni materiali, ma debbano allontanare il bisogno dell’altro, evitando il più possibile frustrazioni, sacrifici e fallimenti. Si crea quindi l’immagine ideale di persone senza bisogni relazionali, esenti da problemi, lontano dai timori. Ogni genitore quindi si trova a lottare tra il suo sentirsi inquieto e il diktat culturale che gli impone come modello vincente il narcisismo onnipotente ed arrogante (mi basto da solo, so fare tutto…) (Berto, Scalari, 2008). LA FAMIGLIA OGGI Le reti sociali naturali e i legami tra individui, famiglie, scuole e altri sistemi sociali all’ interno della comunità, che hanno tradizionalmente fornito una rete sicura, in molti casi non esistono più e non sono più fra loro interconnessi. LA FAMIGLIA OGGI Assistiamo a cambiamenti culturali e psicologici del nostro tempo, quali la globalizzazione, la compressione spazio-tempo, una più diffusa immigrazione, il crescere delle metropoli e la graduale scomparsa dei centri cittadini, come luoghi di ritrovo e di pensiero. Si può assistere più spesso al diffondersi di sentimenti di angoscia, come perdita dei punti di riferimento, ad un dilagare di deserti di senso (Galimberti, 2008) e di fenomeni di analfabetismo delle emozioni (Goleman, 1995). LA FAMIGLIA OGGI La nostra civiltà attuale sembra che separi più che unire, anche se uno dei bisogni irrinunciabili dell’essere umano è di stare in relazione con l’altro, per crescere, per arricchirsi, per diventare sé stesso, in quanto essere sociale. Sebastiao Salgado LA FAMIGLIA OGGI All’interno di questi scenari sociali e culturali, assistiamo anche al diffondersi con sempre maggiore capillarità ad atteggiamenti più riflessivi sulla prima infanzia, una maggiore consapevolezza dell’essere genitore, una maggiore ricerca di contenuti e prassi per sintonizzarsi sul benessere emotivo e non solo fisico del bambino, una maggiore presenza delle figure maschili nella condivisione delle strategie educative, una partecipazione più attiva alla vita dei bambini. LA FAMIGLIA OGGI Alcuni genitori oggi percorrono strade per vivere la genitorialità in modo più consapevole ed attento. Si possono sentire maggiormente realizzati, dopo aver investito molte risorse alla realizzazione personale. In questo, il cammino nella storia della posizione della donna nella vita sociale e lavorativa ci insegna come ci possano essere molti ambiti di realizzazione nella vita femminile. I genitori di oggi possono vivere il legame relazionale di coppia in modo più approfondito, cercando maggiore autenticità nei sentimenti, non dovendo per forza permanere in legami usurati, impoveriti o addirittura malsani. LA FAMIGLIA OGGI Un contesto familiare in cui prevalgano la fiducia e la sicurezza delinea una specifica competenza che è stata definita anche come mindmindedness, vale a dire la capacità di trasmettersi, reciprocamente, la sensazione di essere tenuti nella mente (Allen e Fonagy, 2008). LA FAMIGLIA OGGI Tempi e transizioni familiari sono diventate sempre meno definite e aprono ad una gamma molto ampia di possibilità, sia per quanto riguarda i tempi, sia per quel che concerne le modalità. Oggi si assiste ad una dilatazione dei passaggi personali, familiari e sociali ed il tempo che le persone vivono diventa sempre più un complicato intreccio tra quello biologico, psicologico, familiare, sociale e culturale (Settersten, Fursenberg e Rumbaut, 2005; Marta, 2007). EVENTI CRITICI E TRANSIZIONI FAMILIARI Gli eventi critici normativi sono riferiti a quei cambiamenti previsti nel ciclo di vita di ogni organizzazione familiare (la convivenza, la nascita di un figlio, l’ingresso a scuola, l’adolescenza) Gli eventi critici non normativi sono riferiti a cambiamenti repentini e inattesi dell’assetto familiare: possono essere interni alla famiglia (separazione, lutto, ricostruzione familiare, incidenti, traumi) o esterni (perdita del lavoro, traslochi…). LE CONFIGURAZIONI FAMILIARI La famiglia nella tradizione storica e culturale La famiglia separata/divorziata La famiglia ricostituita La famiglia allargata La famiglia monoparentale (ragazze madri, ragazzi padri…) La famiglia adottiva La famiglia affidataria La famiglia con genitori omosessuali (due mamme, due papà) LE COSTELLAZIONI FAMILIARI Famiglie migranti; Famiglie con genitori e/o figli con malattie fisiche/psichiche/disabilità; Famiglie con genitori e/o figli con dipendenze (alcol, droghe, gioco d’azzardo, internet…); Famiglie con deprivazione socio-culturale; Famiglie trascuranti; Famiglie maltrattanti/abusanti; Famiglie vittime della guerra, rifugiate, perseguitate; Famiglie conflittuali; LE FAMIGLIE RESILIENTI La resilienza è ‘la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi’. In psicologia, la resilienza è la capacità di un individuo o di una coppia/famiglia di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. L'INTERVENTO CENTRATO SULLA RESILIENZA FAMILIARE Riprendersi da situazioni di crisi, trauma e perdita; Superare dei cambiamenti destabilizzanti (per esempio, perdita del lavoro, emigrazione, separazione/divorzio); Gestire condizioni di persistente disagio ed eventi potenzialmente soverchianti (per esempio, famiglie multiproblematiche, gravi malattie, disabilità); Superare gli impedimenti al successo (per esempio, adolescenza a rischio, abbandono scolastico); “Fare un salto in avanti”: adattarsi a condizioni in mutamento e a nuove sfide. LAVORO DI GRUPPO 2 Fare una sagoma di una madre e di padre ed inserire al loro interno alcuni concetti, provenienti dalla discussione di gruppo, relativi alle funzioni genitoriali: - TESTA: pensieri, aspettative, fantasie - CUORE: emozioni e sentimenti - CORPO ED ARTI: azioni e comportamenti. IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ ‘Rispetto, attenzione, riconoscimento, valorizzazione devono riguardare anche il figlio interno, quello che ci portiamo dentro a qualsiasi età.’ Luigi Pagliarani, Sì l’amore è politico IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ Relazionarsi con i bambini e le famiglie vuol dire avvicinarsi a diversi modi di vivere la genitorialità, diversi stili educativi e relazionali. L’operatore si trova a: rivisitare il proprio vissuto rispetto all’essere bambini ed alla maternità/paternità; Prendere contatto con i propri pregiudizi e stereotipi sull’idea di famiglia e di genitori (fantasie, aspettative, concetti ideali); Lavorare con i le proprie rappresentazioni su che cosa è giusto e sbagliato a livello educativo; IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ Potrebbe trovarsi a voler insegnare ai genitori a fare i genitori in un modo più positivo; Potrebbe scivolare a voler dare consigli quando non sono richiesti; Potrebbe volersi sostituire alle funzioni genitoriali (per sentirsi bravo, competente o più competente, per compensare alcuni fallimenti o vissuti di inadeguatezza, per dare agli altri quello che non ha mai ricevuto…); Potrebbe sentirsi di mettere in pratica questi movimenti, senza prendere tempo per riflettere e rendersi consapevole. IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ Potrebbe sentirsi al contrario di esimersi dal prendere posizione su alcune domande poste dai genitori, non volendo invadere le scelte genitoriali, rischiando però di non assumersi responsabilità educative in merito ai bambini; Potrebbe sentirsi troppo vicino ad alcune situazioni familiari (perché echi delle proprie o investite di ideali propri); Potrebbe sentirsi troppo distante emotivamente da altre situazioni familiari (perché mal comprese e non accolte dentro di sé in modo autentico). LA CURA DEL BAMBINO L’operatore dei servizi educativi fornisce una base sicura da cui il bambino possa affacciarsi al mondo esterno ed a cui possa far ritorno sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sia sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato. Questo ruolo consiste nell’essere disponibili, pronti a rispondere quando chiamati in causa, per incoraggiare e dare assistenza, ma intervenendo attivamente solo quando è chiaramente necessario IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ L’operatore ha quindi un carico di lavoro emotivo e relazionale molto intenso e faticoso. Si trova a relazionarsi prima con le famiglie, ma per la maggior parte delle giornate educative, si relaziona con i bambini, dialoga con loro, se ne prende cura tutelandone la salute, progetta luoghi di apprendimenti stimolanti, promuove la sua crescita. A volte l’operatore rischia di identificarsi nei vissuti del bambino, non riuscendo così a cogliere la complessità familiare nel suo insieme. IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ E’ quindi molto utile riflettere come agiscano le possibili identificazioni nei bambini o nei genitori e di conseguenza comprenderne il significato. Nel lavoro educativo, dobbiamo considerare che può capitare molto facilmente di vedere nel bambino o nei genitori parti ed aspetti nostri o delle nostre famiglie: è importante prendere coscienza di queste dinamiche e capire bene che cosa può essere nostro e che cosa appartenere alla famiglia, in modo da ‘non confondere le acque’, ma distinguere e definire bene i confini psichici e relazionali. IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ E’ opportuno quindi, nel lavoro educativo con la prima infanzia, tenere un vertice osservativo nelle proprie funzioni, che possa aiutare a sospendere il giudizio, tollerando l’attesa e la riflessione più approfondita e il confronto con i colleghi e con i supervisori, alla ricerca di una visione più ampia e a più livelli, dal concreto al simbolico. IL CONTATTO CON LA GENITORIALITA’ L’operatore nei servizi educativi sperimenta la fatica di relazionarsi spesso con le difficoltà incontrate dai genitori nei compiti educativi. E’ importante tollerare di non riuscire a dare risposte e risoluzioni immediate agli interrogativi posti dai genitori: dobbiamo cercare di creare una cultura dell’attesa, del tempo da ritrovare e da spendere per capire e trasmetterla noi per primi ai genitori, infondendo loro così un maggiore senso di fiducia nel fare ricerca e nel costruire insieme dei saperi e delle strategie, di volta in volta pensate insieme. LAVORO DI GRUPPO 3 Riflettere sulle relazioni educative con i genitori e rappresentate graficamente una sagoma dell'operatore che rappresenti, così come per le sagome di padri e madri di stamattina: TESTA: pensieri ed aspettative nei confronti dei genitori; CUORE: emozioni, paure ARTI: azioni e comportamenti nei confronti dei genitori, messi in atto o da progettare BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA Bauman Z., La solitudine del cittadino globale. Feltrinelli, 1999. Berto F., Scalari P., ConTatto. La consulenza educativa ai genitori. La Meridiana, 2008. Bertozzi N., Hamon C. (a cura di), Padri e paternità. Edizioni Junior, 2005. Bowlby J., Una base sicura. Applicazioni cliniche alla teoria dell’attaccamento. Raffaello Cortina Editore, 1989. Cirillo S., Cattivi genitori. Raffaello Cortina Editore, 2005. BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA Di Giorgi P., La crisi del ruolo dei genitori. Edizioni Kappa, 1996. Dizard J.E., Gadlin H., La famiglia minima. Forme della vita familiare moderna. FrancoAngeli, 1996 Losso R., Psicoanalisi della famiglia. FrancoAngeli, 2000. Manzano J., Palacio Espasa F., Zilkha N., Scenari della genitorialità. Raffaello Cortina Editore, 2001 Milani P., Progetto genitori. Itinerari educativi in piccolo e grande gruppo. Edizioni Erikson, 1993. BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA Provincia di Piacenza, Regione Emilia Romagna, Sostenere senza sostituire. I cambiamenti sociali e culturali e i servizi educativi per l’infanzia. Edizioni Junior, 2012. Sartori P. ,Scalari P. (a cura di), Adulto e bambino. Una relazione per crescere. Esperienze e riflessioni sulla prevenzione al disagio minorile. Marsilio Editori, 1991. Scabini E., Psicologia sociale della famiglia. Sviluppo dei legami e trasformazioni sociali. Bollati Boringhieri, 1995. BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA Stern D. N., Bruschweiler-Stern N., Nascita di una madre. Come l’esperienza della maternità cambia una donna. Mondadori, 1999. Zanatta A.L., Le nuove famiglie, Il Mulino, 1997.