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Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico delle
Cappelli editore, Bologna 2003 Chir. Organi Mov., LXXXVIII, 57-64, 2003 Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico delle fratture diafisarie di omero e tibia The Fixion expansion nail in the surgical treatment of diaphyseal fractures of the humerus and tibia. Our experience R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis S.C. di Ortopedia e Traumatologia Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano Sommario Gli Autori presentano la loro esperienza nell’applicazione del chiodo endomidollare ad espansione «Fixion» nelle fratture diafisarie d’omero e tibia per un totale di 40 interventi. I vantaggi peculiari di questo chiodo sono: stabilità ed elasticità della sintesi, rapidità di esecuzione dell’intervento chirurgico, scarsa esposizione alle radiazioni. I risultati ottenuti sono finora incoraggianti; non si sono riscontrati problemi di rilievo né peri- né post-operatori, con tempi di consolidazione medi di 3 mesi per le fratture d’omero e di 4 mesi per le fratture tibiali. Il chiodo «Fixion» è un mezzo di sintesi versatile, di facile applicazione. Parole chiave: Inchiodamento endomidollare; frattura di omero; frattura di tibia; Fixion. Abstract The authors present their experience in the application of a Fixion expansion intramedullary nail for the treatment of diaphyseal fractures of the humerus and tibia, in a total of 40 surgeries. The features of the nail are: stability and flexibility of the instrumentation, speed of surgery, minimal exposure to ra diation. The results obtained up to now are encouraging; there are no significant problems either during or after surgery, and mean consolidation time is 3 months for fractures of the humerus, and 4 months for those of the tibia. The Fixion nail is a versatile type of instrumentation that is easy to use. Key words: intramedullary nailing, fracture of the humerus; fracture of the tibia, Fixion. L’osteosintesi endomidollare a cielo chiuso, rispettando le strutture muscolari non ostacola la formazione di callo osseo periostale, ma fornisce la consolidazione delle fratture diafisarie delle ossa lunghe. L’osteosintesi endomidollare da noi più usata in passato, è stata il chiodo di Kuntscher.11 Questo chiodo viene introdotto all’interno del canale diafisario di un osso lungo con un intervento semplice, tuttavia, per neutralizzare le forze di rotazione occorre che il chiodo sia di grosso calibro dopo l’alesaggio del canale midollare; secondo alcuni Autori questo è motivo di danno della circolazione midollare con riduzione della formazione del callo endostale.1,13 L’alesaggio del canale midollare permette di impiantare un chiodo di diametro maggiore, con una più elevata superficie di contatto, aumentando di conseguenza la rigidità strutturale della sintesi. L’aumento della temperatura locale legato alla fresatura del canale diafisario è un altro fattore che danneggia la vascolarizzazione endomidollare ritardando i processi di consolidazione della frattura.16 L’inchiodamento endomidollare possiede diverse caratteristiche biomeccaniche positive. Una adeguata tecnica chirurgica, con un corretto punto d’inserzione del chiodo ed un’esecuzione corretta dell’alesaggio al centro del canale midollare, fa corrispondere l’asse neutro del sistema osso-chiodo con l’asse anato- Closed intramedullary osteosynthesis leaves the muscle structures intact and does not obstruct the formation of periosteal bone callus; rather, it favors consolidation of diaphyseal fracture of the long bones. The type of intramedullary osteosynthesis used by us in the past was Kuntschner nailing.11 A simple technique is used to insert the nail inside the diaphyseal canal in the long bone; to neutralize the forces of rotation, the nail must be of large caliber after reaming of the medullary canal; according to some authors, this is the reason for injury to the medullary circulation, with a considerable reduction in the formation of endosteal callus.1,13 Reaming of the medullary canal makes it possible to implant a larger nail, with a higher surface contact area, thus increasing the structural rigidity of the instrumentation. The increase in local temperature because of drilling in the diaphyseal canal is another factor that damages intramedullary vascularization, delaying the process of consolidation of the fracture.16 Intramedullary nailing possesses several positive biomechanical features. Correct surgical method, with correct nail insertion and correct reaming at the center of the medulla ry canal allows for complete correspondance between the neutral axis and the bone-nail system with the Lavoro accettato per la pubblicazione il 12-01-2003 57 R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis mico del segmento scheletrico.18 Nelle fratture diafisarie delle ossa lunghe, l’allineamento assiale ottenuto con un chiodo endomidollare di misura adeguata, impiantato dopo alesaggio, ripristina la capacità del segmento scheletrico di sopportare i carichi fisiologici mantenendo la riduzione e consentendo uno stimolo meccanico assiale, positivo ai fini della guarigione della frattura.2 Nelle fratture che interessano le regioni metafisarie l’inchiodamento convenzionale non consente un’adeguata rigidità in torsione a causa dell’allargamento della cavità midollare. Nelle fratture comminute, questa tecnica non previene il possibile collasso assiale dei frammenti.4 I chiodi endomidollari bloccati sono stati introdotti per superare questi limiti bio-meccanici. A seconda del disegno e della tecnica chirurgica i chiodi endomidollari bloccati possono essere distinti in chiodi con o senza alesaggio. Entrambi si affidano agli stessi concetti biomeccanici, realizzando una sintesi statica o dinamica a seconda del grado di bloccaggio. La staticità dell’impianto è legata al bloccaggio prossimale e distale rispetto alla frattura.9,10 In questa configurazione bio-meccanica le forze sono trasmesse, attraverso le viti prossimali, dall’osso al chiodo, risparmiando la zona della frattura e ritornano quindi all’osso corticale distalmente alla frattura tramite le viti distali.9 Nelle fratture instabili questo mezzo di sintesi non permette il carico immediato a causa del rischio che il sistema ceda sotto sforzo. 9 Nelle fratture trasverse ed oblique prossimali e distali all’istmo è possibile una sintesi dinamica e si impiantano viti di bloccaggio solo nel frammento più corto. Dopo l’iniziale comparsa di callo osseo che conferisce una maggiore rigidità strutturale al sistema osso-chiodo, l’inchiodamento bloccato statico comprendeva sempre la procedura di dinamizzazione (rimozione delle viti di bloccaggio prossimali e distali) per permettere una completa compressione assiale dinamica a livello del focolaio di frattura. Recenti esperienze cliniche non hanno però confermato la necessità di tale procedura che rimane indicata solo nei ritardi di consolidazione.3 L’inchiodamento bloccato senza alesaggio è stato introdotto per ovviare ai presupposti svantaggi dell’alesaggio: danno del circolo endomidollare e complicanze tromboemboliche. Studi sperimentali hanno confermato che l’alesaggio altera il circolo endomidollare.16 Questo viene però rapidamente ripristinato grazie all’inversione del flusso ematico corticale ed alla rigenerazione di vasi nella zona adiacente al chiodo.16 Altri studi hanno confermato che nei chiodi con alesaggio vi è una maggiore immissione in circolo di materiale midollare.17 Gli effetti clinici di questa embolizzazione non appaiono comunque rilevanti se non in pazienti politraumatizzati, con o senza trauma toracico associato, in stato di shock o con gravi deficit del volume circolante.17 Da quando sono stati introdotti i chiodi endomidollari bloccati, questi rappresentano la nostra prima scelta nel trattamento delle fratture diafisarie delle ossa lunghe. Raramente ci avvaliamo dei fissatori esterni nelle fratture diafisarie chiuse di omero e tibia; li riserviamo al trattamento delle fratture esposte. L’utilizzo del chiodo «Fixion» nasce dall’esigenza di rag- 58 anatomical axis of the skeletal segment.18 In diaphyseal fractures of the long bones, the axial alignment obtained using an intramedullary nail of the right size, implanted after reaming, restores the capacity of the skeletal segment to support physiological loading, maintaining reduction and allowing for axial mechanical stimulus, positively aiding fracture healing.2 In fractures that involve the metaphyseal regions, conventional nailing does not allow for adequate stiffness in torsion because of widening of the medullary canal. In comminuted fractures, however, this method does not prevent the possible axial collapse of the fragments.4 Locked intramedullary nails were introduced to overcome these biomechanical limits. Depending on design and surgical method, locked intramedullary nails can be divided into nails with or without reaming. Both are based on the same biomechanical concepts, obtaining static or dynamic synthesis depending on the degree of locking. The statisticity of the implant is related to proximal and distal locking in relation to the fracture.9,10 In this biomechanical configuration, the forces are transmitted through the proximal screws from the bone to the nail, saving the fracture zone; they thus return to the cortical bone distal to the fracture via the distal screws.9 In unstable fractures, this instrumentation does not allow for immediate loading because of the risk of the system giving in under stress.9 In proximal and distal transverse and oblique fractures of the isthmus, there may be dynamic synthesis and locking screws are implanted in the shorter fragment alone. After the intial appearance of bone callus that confers greater structural rigidity to the bone-nail system, static locked nailing always included dynamization (removal of the proximal and distal locking screws) to allow for complete axial dynamic compression at the fracture center. Recent clinical experiences have not, however, confirmed the need for this procedure to remain indicated only in delays in consolidation.3 Locked nailing without reaming was introduced to avoid the disadvantages of reaming: damage to the intramedullary circulation and thromboembolic complications; Experimental studies have confirmed that reaming alters the intramedullary circulation.16 This is, however, rapidly restored thanks to the inversion of cortical blood flow and to the regeneration of vessels in the area adjacent to the nail.16 Other studies have confirmed that in reamed nails there is a higher concentration of medullary material in the circulation.17 The clinical effects of this embolization do not, however, appear to be significant if not in patients with multiple trauma, with or without associated thoracic trauma, in a state of shock, or with severe deficit in the circulating volume.17 Since locked intramedullary nails were introduced, they represent our first choice in the treatment of diaphyseal fractures of the long bones. We rarely use external fixators in closed diaphyseal fractures of the humerus and tibia; rather, we reserve them for treatment of exposed fractures. The use of the Fixion nail derives from the need to Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico … - The Fixion expansion nail in the surgical treatment of diaphyseal … giungere e mantenere in un’unica soluzione i vantaggi dell’osteosintesi statica e di quella dinamica, di abbreviare i tempi chirurgici e di limitare al massimo il tempo di esposizione ai raggi dei chirurghi. Le indicazioni all’uso di questo chiodo sono molto precise: per l’omero fratture nell’area fra 5 cm sotto il collo chirurgico e 5 cm prossimali all’estremità distale del canale midollare; per la tibia fratture fra 5 cm sotto la tuberosità anteriore e 5 cm prossimali all’estremità distale del canale midollare. Possono essere utilizzati i chiodi «Fixion» anche nel trattamento dei vizi di consolidazione, nella profilassi di lesioni patologiche (secondarismi neoplastici) e nelle revisioni, laddove altri trattamenti hanno fallito (pseudoartrosi). achieve and maintain in a single solution the advantages of static and dynamic osteosynthesis , to shorten the amount of time required for surgery, and to limit the amount of time that the surgeon is exposed to radiation. Indications for the use of this nail are very precise: for the humerus fractures in the area 5 cm under the surgical neck and 5 cm proximal to the distal end of the medullary canal; for the tibia fractures 5 cm under the anterior tuberosity and 5 cm proximal to the distal end of the intramedullary canal. Fixion nails may also be used in the treatment of poor consolidation, in the prevention of pathologic injuries (neoplastic secondary lesions) and in revisions, where other types of treatment have failed (nonunion). Materiali e metodi Nel Gennaio 2000 presso la Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, abbiamo iniziato ad utilizzare il sistema di inchiodamento endomidollare ad espansione ed autobloccaggio «Fixion» (Disc-o-Tech, Herzliya, Israel) nel trattamento delle fratture diafisarie chiuse di omero e di tibia. Le caratteristiche del chiodo «Fixion» sono le seguenti: si tratta di un chiodo espansibile, necessita di una procedura mini-invasiva nell’impianto, non necessità di viti di bloccaggio, l’alesaggio del canale midollare è facoltativo. La fissazione viene raggiunta lungo tutta le lunghezza del chiodo; il chiodo infatti si adatta alle pareti interne del canale midollare. Le controindicazioni all’uso del chiodo «Fixion» sono rappresentate dalle fratture molto prossimali o molto distali, fratture comminute, fratture longitudinali; infezioni latenti o attive; insufficiente quantità o qualità dell’osso; la chiusura del canale midollare. Material and method In January 2000, at the Division of Orthopaedics and Traumatology at the Ospedale Fatebenefratelli and Oftalmico in Milan, we began to use the Fixion intramedullary expansion and self-locking nailing system (Disc-o-Tech, Herzliya, Israel) for the treatment of closed diaphyseal fractures of the humerus and tibia. The features of the Fixion nail are as follows: it is an expandable nail, that requires a mini-invasive procedure in the implant, that does not require locking screws, and in which reaming of the medullary canal is not mandatory. Stabilization is achieved along the entire length of the nail; in fact, the nail adapts to the internal walls of the medullary canal. Contraindications to the use of the Fixion nail are represented by very proximal or very distal fractures, comminuted fractures, longitudinal fractures; latent or active infections; insufficient quantity or quality of the bone; closing of the medullary canal. Fratture di Omero Dal Gennaio 2000 al Dicembre 2001 presso la U.O. di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli ed Oftalmico di Milano sono stati trattati chirurgicamente con Fixion IM Nail 18 pazienti affetti da frattura diafisaria di omero (10 maschi e 8 femmine) di età compresa tra i 35 ed i 75 anni (media 56 anni). Secondo la classificazione AO abbiamo trattato 18 fratture di omero tipo A, (2 di tipo A1, 6 di tipo A2, 12 di tipo A3). Tutte le fratture trattate erano chiuse. Fratture di Tibia Dal Gennaio 2000 al Dicembre 2001 presso la U.O. di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli ed Oftalmico di Milano sono state trattate chirurgicamente con Fixion IM Nail 22 pazienti affetti da frattura diafisaria di tibia (12 maschi e 10 femmine), di età compresa tra i 18 anni ed i 68 anni (media 48 anni). Sono state trattate secondo la classificazione AO 22 fratture di tibia A, (2 di tipo A1, 4 di tipo A2, 16 di tipo A3). Tutte le fratture trattate erano chiuse. Gli interventi sono stati eseguiti tutti entro 48 ore dal trauma, su letto di trazione. È stata praticata a tutti i pazienti una profilassi antibiotica (short shot) con Cefalosporine ed una profilassi anti-tromboembolica (Epari- Fractures of the humerus Between January 2000 and December 2001 at the U.O. of Orthopaedics and Traumatology of the Ospedale Fatebenefratelli and Oftalmico in Milan, the Fixion IM nail was used in the surgical treatment of 18 patients affected with diaphyseal fracture of the humerus (10 males and 8 females) aged from 35 to 75 years (mean age 56 years). According to the AO classification system the fractures were type A in 18 cases (A1: 2; A2: 6; A3: 12). All of the fractures were closed. Fractures of the tibia Between January 2000 and December 2001 at the U.O. in Orthopaedics and Traumatology at the Ospedale Fatebenefratelli and Oftalmico in Milan, the Fixion IM nail was used to surgically treat 22 patients affected with diaphyseal fracture of the tibia (12 males and 10 females) aged from 8 to 68 years (mean age 48 years). According to the AO classification the fractures of the tibia were type A in 22 cases (type A1: 2; type A2: 4; type A3: 16). All of the fractures were closed. The operations were all performed within 48 hours of trauma on a traction bed. Antibiotic prophylaxis (short shot) with cephalosporin and antithromboembolic prophy- 59 R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis Fig. 1a Fig. 1b b-sin Fig. 1c b-dx c-sin c-dx Fig. 1 A) frattura diafisaria di omero; B) controllo dopo osteosintesi con chiodo Fixion; C) guarigione della frattura con ottimo callo osseo. A) Diaphyseal fracture of the humerus; B) follow-up after osteosynthesis with a Fixion nail; C) fracture healing with excellent bone callus. na a BPM) per 3 settimane. Intra-operatoriamente, non è mai stata eseguita alesatura del canale midollare, non è mai stata necessaria l’apertura del focolaio di frattura (sia per l’omero che per la tibia), non è mai stato confezionato alcun gesso di immobilizzazione postoperatoria. La riduzione delle fratture è stata sempre ottenuta con trazione manuale, sotto controllo ampliscopico. Nel post-operatorio è stata eseguita una mobilizzazione precoce (attiva e passiva) della caviglia e del ginocchio per le fratture tibiali, mentre in tutte le fratture di omero è stato posizionato ai pazienti, a scopo antalgico, un tutore di tipo Gilchrist, mantenuto per 2 settimane. Nelle fratture tibiali è stata consentita la deambulazione tutelata da 2 stampelle con carico sfiorato (10-15 kg) sin dalla IIª giornata post-operatoria; con successivo incremento dopo 45-50 gg. previo controllo clinico ed Rx-grafico. Nelle fratture di omero dopo il primo periodo di tutorizzazione dell’arto superiore è stata consentita la mobilizzazione attiva e passiva della spalla, del gomito, del polso e delle dita della mano. Non abbiamo finora eseguito alcuna rimozione degli impianti. 60 laxis (heparin at LMW) were carried out in all of the patients for 3 weeks. Intraoperatively, reaming of the medullary canal was never carried out, opening of the fracture site (for the humerus or for the tibia) was never required, postoperative immobilization in plaster was never necessary. Reduction of the fracture was always obtained by manual traction, under amplioscopic monitoring. Postoperatively, early mobilization (active and passive) of the ankle and knee was carried out for tibial fractures, while in all of the fractures of the humerus a Gilchrist type bandage worn for 2 weeks was positioned for anthalgic purposes. Walking with the help of 2 crutches and partial weight-bearing (10 to 15 kg.) was allowed in tibial fractures beginning on day 2 postsurgery, with subsequent increase in loading after 45-50 days following cli nical and X-ray follow-up. In fractures of the humerus, after the first period in an bandage of the upper limb active and passive mobilization of the shoulder, elbow, wrist and fingers of the hand was allowed. Up unti now we have not had to remove any of the implants. Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico … - The Fixion expansion nail in the surgical treatment of diaphyseal … Fig. 2a a-sin Fig. 2b a-dx b-sin Fig. 2c b-dx c-sin c-dx Fig. 2 A) frattura biossea di gamba; B) sintesi cn chiodo Fixion; C) guarigione della frattura. A) Biosseous fracture of the leg; B) synthesis with a Fixion nail; C) fracture healing. Risultati Abbiamo controllato, con un follow-up minimo di 4 mesi, 35 dei 40 pazienti operati (19 fratture tibiali e 16 fratture omerali). Nella nostra casistica non abbiamo osservato alcuna lesione neurovascolare post-operatoria. Non si è mai verificata un’estensione intra-operatoria della frattura, nessuna sindrome compartimentale, né alcuna embolia grassosa. Abbiamo riscontrato un solo caso di infezione superficiale post-operatoria in una frattura tibiale (con abrasione cutanea superficiale in sede di ferita chirurgica), operata dopo 4 giorni dal trauma. L’infezione è guarita con adeguata terapia medica antibiotica. Non si sono mai osservate infezioni persistenti, fistole od osteomieliti. Results At minimum four-month follow-up, 35 of the 40 patients submitted to surgery (19 tibial fractures, 16 humeral fractures) were observed. We did not observe any postoperative neurovascualar injuries. There was no occurrence of an intraoperative extension of the fracture, no compartmental syndrome, no fat embolia. We observed only 1 case of postoperative superficial infection in a tibial fracture (with superficial skin abrasion in the site of the surgical wound) operated on 4 days after trauma. Infection healed with adequate antibiotic therapy. We never observed persistent infections, fistulae, or osteomyelites. Fratture di omero Il recupero della funzionalità è stato valutato, ad uno, tre e sei mesi, con particolare attenzione all’articolarità della spalla. Il tempo medio di consolidazione radiografica è stato di 12 settimane (da 9 a 15 settimane). Il risultato clinico, valutato secondo la tabella di Constant,5 è stato in 14 casi da noi giudicato eccellente, in 2 casi buono. Nessun risultato cattivo. Fractures of the humerus Recovery of function was evaluated after 1, 3 and 6 months, with particular attention to range of movement of the shoulder. The mean radiographic consolidation time was 12 weeks (from 9 to 15 weeks). Clinical results, evaluated based on the Con- 61 R.M. Capelli, V. Galmarini, G.P. Molinari, A. De Amicis Fratture di tibia Per il recupero della funzionalità abbiamo preso in esame l’assenza del dolore durante la deambulazione ed il recupero dell’articolarità del ginocchio (flesso/estensione). Il criterio radiografico è basato sulla valutazione della comparsa di callo osseo sulla rima di frattura. I controlli radiografici venivano eseguiti mensilmente. Il tempo medio di consolidazione è stato di 16 settimane (da 14 a 19 settimane). Il risultato clinico è stato giudicato eccellente in 16 casi, buono in 3 casi. Nessun risultato cattivo. Discussione Il sistema di osteosintesi «Fixion» rappresenta una metodica con elementi innovativi in traumatologia. L’adattamento del chiodo nel canale midollare avviene grazie all’espansione a «clessidra» di quest’ultimo, con mantenimento della stabilità rotatoria, dell’allineamento dei frammenti e della lunghezza dell’arto. L’espansione delle barre di rinforzo aumenta di circa il 175% il diametro del chiodo. Raggiunge un’eccellente fissazione grazie alla totale aderenza delle quattro alette longitudinali del chiodo alle pareti interne del canale midollare. L’introduzione del chiodo è facilitata dal fatto che presenta un diametro molto ridotto quando non è espanso; l’introduzione è simile a quella di un filo guida appena più spesso del solito. Si può ottenere la fissazione stabile di diversi tipi di frattura delle ossa lunghe, tenendo sempre presenti le precise indicazioni citate prima. Il chiodo «Fixion» si inserisce utilizzando un manipolo e, una volta posizionato, viene espanso (pressione massima 70 atmosfere) al diametro desiderato con l’introduzione di soluzione fisiologica, utilizzando una apposita pompa. Si raggiunge una posizione corretta nella zona della frattura, i tempi chirurgici sono molto ridotti, e l’esposizione radioscopica è ridotta al minimo; le perdite ematiche sono moderate. Lo stock di magazzino è ridotto, in quanto l’espansione del chiodo copre l’ampiezza dei vari diametri del canale midollare. I tempi di degenza post-operatoria sono brevi. L’uso dei chiodi bloccati ci ha consentito di estendere le indicazioni dell’osteosintesi endomidollare a cielo chiuso anche alle fratture che, per sede o per comminuzione dei frammenti, erano escluse dal trattamento con chiodi non bloccati, consentendo una precoce formazione di callo osseo ed una veloce ripresa funzionale. La fissazione statica non consente la formazione di forze in compressione sul focolaio di frattura; viene quindi consigliato, nel caso di fratture di segmenti ossei sottoposti al carico, la rimozione della vite o delle viti ad una estremità del chiodo in un tempo successivo alla sua infissione (dinamizzazione) per favorire la consolidazione.14 Talvolta, però, il callo osseo in formazione non è in grado di sopportare il carico assiale dopo la dinamizzazione dell’impianto, e, si verificano casi di accorciamento e protrusione del chiodo. Recenti studi, hanno dimostrato che non è indispensabile la dinamizzazione del mezzo di sintesi per ottenere la guarigione della frattura.7,8,13 Il chiodo «Fixion» di tibia consente un montaggio simile a quello bloccato, qualora esista una diastasi interfram- 62 stant table,5 was judged to be excellect in 14 cases, good in 2. There were no poor results. Fracture of the tibia For recovery of function we took into consideration the absence of pain during walking and recovery of range of movement of the knee (flexion/extension). Radiographic criteria is based on an evaluation of the disappearance of bone callus on the fracture site. Radiographic monitoring was done on a monthly basis. Mean consolidation time was 16 weeks (from 14 to 19 weeks). Clinical results were judged to be excellent in 16 cases, good in 3. There were no poor results. Discussion The Fixion system of osteosynthesis is a method with innovative elements in traumatology. Adaptation of the nail in the medullary canal takes place thanks to «hourglass-like» expansion of the latter, with maintenance of rotatory stability, alignment of the fragments, and length of the limb. Expansion of the reinforcement bars increases by about 175% the diameter of the nail. It achieves excellent stabilization thanks to the total adherence of the four longitudinal «wings» of the nail to the internal walls of the medullary canal. Insertion of the nail is facilitated by the fact that it presents a very reduced diameter when it is not expanded; insertion is similar to that of a guide wire which is just a bit thicker than usual. Stable fixation can be obtained in different types of fractures of the long bones, keeping in mind th precise indications cited before. The Fixion nail is inserted using a tool, and once it has been positioned it is expanded (maximum pressure 70 atmospheres) to the diameter desired with the introduction of physiological solution, using a special pump. A correct position is achieved in the fracture area, the time required for surgery is very reduced and radioscopic exposure is reduced to a minumum; blood loss was moderate. Magazine stock is reduced as expansion of the nail covers the width of various diameters of the medullary canal. Time required for postoperative management is short. The use of locked nails allowed us to extend indications for closed intramedullary osteosynthesis to fractures as well that by site or by fragment communution were excluded from treatment with non-locked nails, allowing for the early formation of bone callus and rapid functional recovery. Static fixation did not allow for the formation of forces in compression on the fracture center: thus, in the case of fractures of bone segments submitted to loading, we suggest removal of the screw or screws at one end of the nail in a time that is subsequent to infixion (dynamization) to favor consolidation.14 At times, however, the bone callus in formation is not capable of supporting axial loading after dynamization of the implant, and there are cases of shortening and protrusion of the nail. Recent studies have shown that dynamization of the instrumentation is not indispensable to obtain fracture healing.7,8,13 Il chiodo ad espansione «Fixion» nel trattamento chirurgico … - The Fixion expansion nail in the surgical treatment of diaphyseal … mentaria, e simile a un montaggio di tipo dinamico, con distribuzione delle forze lungo tutto l’asse del chiodo, in grado quindi di accelerare i processi di guarigione. Il chiodo «Fixion» di omero, mantenendo gli stessi principi, presenta delle caratteristiche biomeccaniche diverse per l’assenza di forze di carico agenti sull’arto superiore. Questo mezzo di sintesi infatti, consente un montaggio stabile, che diventa dinamico con la contrazione muscolare attiva. Con questo chiodo si ottiene sia per l’omero che per la tibia, una formazione di callo periostale in quanto l’espansione favorisce la migrazione degli osteoblasti dal canale midollare al periostio. La via chirurgica per l’accesso all’omero, di solito l’antero-superiore, può portare ad una limitazione dei movimenti della spalla ai gradi estremi. Riguardo al danno biologico sulla cuffia dei rotatori, non abbiamo riscontrato con studio ecografico a distanza danni oggettivi, come nella nostra precedente esperienza negli inchiodamenti con chiodo di Seidel.6 Non abbiamo mai avuto alcun genere di problema con la via trans-tendine rotuleo per le fratture tibiali costantemente utilizzata in tutti i casi. Un svantaggio può essere rappresentato dal costo, meno vantaggioso rispetto ad altri chiodi bloccanti tradizionali. La nostra esperienza con il chiodo «Fixion» di omero e di tibia ha soddisfatto le nostre aspettative, grazie a brevi tempi di consolidazione ed ad una precoce concessione del carico per la tibia ed una precoce mobilizzazione dell’omero. I risultati ottenuti, seppur in presenza di una casistica limitata, sono soddisfacenti: questo fatto ci incoraggia pertanto a proseguire sulla strada intrapresa. La scelta del sistema di osteosintesi più opportuno per le fratture di omero e di tibia deve essere basata sulla incidenza delle complicazioni, sulla valutazione dei tempi di consolidazione, su vari fattori quali la necessità o meno di immobilizzazione post-operatoria, sui tempi di concessione del carico, sulla tollerabilità da parte del paziente del trattamento in corso, sulla gestione post-operatoria sia in reparto che a domicilio. Il rischio anestesiologico e chirurgico attualmente molto ridotti non giustificano la scelta di un trattamento conservativo che richiede una lunga degenza ospedaliera, una qualità di vita scarsa nel corso del trattamento stesso, non tutelando il paziente da possibili difetti di consolidazione. Riteniamo pertanto che la nostra scelta del chiodo «Fixion» risponda a tutti i requisiti richiesti per la sintesi delle fratture diafisarie di omero e di tibia. The Fixion nail for the tibia allows for assembly that is similar to locked assembly, when there is interfragmentary diastasis, and similar to a dynamic type assembly with distribution of forces along the entire axis of the nail, thus capable of accelerating the healing processes. The Fixion nail for the humerus, maintaining the same principles, presents biomechanical features that are different in terms of the loading forces acting on the upper limb. In fact, this type of instrumentation allows for stable assembly, that becomes dynamic with active muscle contraction. For both the humerus and the tibia, this type of nail makes it possible to obtain the formation of periosteal bone callus as expansion favors migration of osteoblasts from the medullary canal to the periosteum. The surgical approach to the humerus, usually anterosuperior, can lead to limitation in movement of the shoulder to extreme degrees. As for biological injury on the rotator cuff, we have not observed in long-term ultrasound images objective injury, as in our previous experience with Seidel nailing.6 We have had no problems with patellar transtendinous approach for tibial fractures, constantly used in all cases. One disadvantage may be represented by cost, less advantageous as compared to other traditional locked nails. Our experience with the Fixion nail for the humerus and the tibia has satisfied out expectations thanks to short consolidations times and to early weight-bearing (for the tibia) and early mobilization of the humerus. The results obtained, despite a small number of cases, are satisfactory, and this fact encourages us to continue. The choice of the osteosynthesis system which is best for fractures of the humerus and the tibia must be based on the incidence of complications, on an evaluation of consolidation times, on various factors such as whether or not to immobilize postsurgery, on weight-bearing times, on the patient’s tolerance of treatment underway, on postsurgical management in the hospital and at home. The currently very reduced anaesthesiologic and surgical risk does not justify the choice of conservative treatment that requires a long period of time in the hospital, a poor quality of life during treatment itself, an that does not protect the patient from possible defects in consolidation. We thus believe that our choice of the Fixion nail responds to all of the requirements for the synthesis of diaphyseal fractures of the humerus and of the tibia. BIBLIOGRAFIA REFERENCES 1. Bohler L.: Conservative treatment of fresh closed fractures of the shaft of the humerus. J Trauma, 1965; 5: 464468. 2. 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