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Diapositiva 1 - Formazione e Sicurezza

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Diapositiva 1 - Formazione e Sicurezza
CADUTE DALLE COPERTURE
Giancarlo Negrello
Scivola dal campanile e batte la testa
Morta una guida alpina di Cortina
Giancarlo Negrello
Scivola dal campanile e batte la testa
Morta una guida alpina di Cortina
Da Pozzo era stato incaricato dalla parrocchia di fare
delle piccole riparazioni e di cambiare delle lampadine.
La guida era imbragata con dispositivi di sicurezza che
ne hanno fermato la caduta, avvenuta per cause in corso
di accertamento.
 L'urto contro la parete del
campanile ne ha comunque
provocato la morte per traumi
al volto e al torace.

Giancarlo Negrello
Scivola dal campanile e batte la testa
Morta una guida alpina di Cortina

La dinamica dell'incidente pare
chiara:
 Da Pozzo sarebbe scivolato
mentre era a metà del ripido
pendio della guglia e con una
mano avrebbe cercato anche di
attaccarsi al cavo del parafulmine;
poi un volo di qualche metro
bloccato dalle corde di sicurezza
e un urto violentissimo contro
uno spigolo del cordolo esterno
della torre campanaria.
Giancarlo Negrello
Scivola dal campanile e batte la testa
Morta una guida alpina di Cortina


I colleghi lo hanno subito soccorso, issandolo fino alla
cima, e hanno lanciato l'allarme al Suem, che ha inviato
l'elicottero di Pieve di Cadore.
Imbarcato con un verricello, è stato trasportato alla
piazzola dell'ospedale, ma a nulla sono valse le manovre
di rianimazione.
Giancarlo Negrello
Punti di analisi
Il lavoratore è morto nonostante l’imbracatura;
 Soccorsi esclusivamente pubblici;
 NOI NON ABBIAMO ELICOTTERI !!

Giancarlo Negrello
Palermo, 36enne cade dal tetto
su una inferriata e muore trafitto


L'uomo era salito sul tetto della sua abitazione
di due piani per controllare un serbatoio d'acqua
PALERMO - Un uomo è morto trafitto dagli spuntoni
di una inferriata a Palermo. Giuseppe Gandolfo, 36 anni,
… è caduto dal tetto della sua abitazione, dove era
salito per controllare
un serbatoio d'acqua,
ed è precipitato su
un'inferriata.
Giancarlo Negrello
Incidente sul lavoro
Cade dal tetto, grave un artigiano

Empoli, 30 dicembre 2009 - Grave incidente sul
lavoro per un uomo di 33 anni che è caduto dal
tetto della Shelbox a Castelfiorentino. L'operaio
stava effettuando lavori di manutenzione alla copertura
del capannone, quando è improvvisamente caduto a
terra.
Giancarlo Negrello
Incidente sul lavoro
Cade dal tetto, grave un artigiano


Adesso si lavora sulle circostanze e la dinamica
dell’incidente, soprattutto se le misure di sicurezza
siano state seguite e se l’addetto indossasse i dispositivi
di protezione.
Secondo una nota …"da una prima ricostruzione
dei fatti risulta che il lavoratore e’ precipitato dal
tetto prima di poter fissare l’imbracatura che
indossava sul punto dove doveva operare.”
Giancarlo Negrello
Punti di analisi


Si pensa sempre che ad impedire le cadute
bastino i mezzi di protezione;
Mancanza di ancoraggi sulla copertura;
Giancarlo Negrello
Progetto FUNZIONALE
L’ancoraggio in copertura deve essere progettato per
essere FUNZIONALE, utilizzabile dagli addetti ai lavori,
dare sicurezza, essere un prodotto che nel tempo
mantenga le proprie caratteristiche invariate; l’ultima
cosa che dovremmo guardare sarebbe il COSTO!
 Lo scopo del progetto di un sistema di sicurezza in
copertura è: “eliminare le cause di infortuni nelle
varie fasi lavorative”;

Giancarlo Negrello
Progetto FUNZIONALE

Il mercato offre ancoraggi UNI EN 517 (oggi modificati e
certificati UNI EN 795 CL A ), ottimi per reggere scale su
tetti a forte pendenza, indispensabili per coperture aventi
forte pendenza, ma non idonei per resistere alla caduta di
una persona nel vuoto; il loro fissaggio, in questo caso,
diventa molto delicato e pericoloso e nella totalità dei
casi la responsabilità
dell’installazione viene
attribuita all’impresa
che esegue il montaggio.
Giancarlo Negrello
Progetto FUNZIONALE



La soluzione dei Ganci sottotegola
ci obbliga a porci una domanda: “Il
nostro addetto ai lavori sarà
disposto a fare il gambero e,
per percorrere 10 metri,
staccarsi e riagganciarsi 5
volte??”
“Certamente NO!!”
Noi continueremo a vedere sui tetti
persone ancorate al NULLA. Tale
intervento non
incrementa la SICUREZZA,
l’unico vantaggio che si avrà,
sarà solo un risparmio
economico.
Giancarlo Negrello
LINEA VITA INVISIBILE, ECONOMICA E
FACILE DA MONTARE



Il prodotto è nato dall'esigenza di mettere in sicurezza e
coperture senza creare problemi sul fronte
estetico.
La linea vita rimane alla stessa altezza del coppo di colmo.
Altre potenzialità di questo dispositivo sono la sua facilità
di montaggio anche a tetto finito ed il fatto che non
necessita di converse per
l'impermeabilizzazione.
Giancarlo Negrello
L.R. 61/85

L’art. 79 bis della L.R. 61/85 al fine di porre le condizioni
perché i futuri interventi di verifica e/o riparazione di
un edificio avvengano in condizioni di sicurezza dispone
che i progetti relativi agli interventi edilizi che
riguardano nuove costruzioni o edifici esistenti
prevedano tra la documentazione allegata alla richiesta
relativa al titolo abilitativo o alla denunzia di inizio
attività, idonee misure preventive e protettive per la
sicurezza dei lavori di manutenzione da svolgersi in
quota.
Giancarlo Negrello
L.R. 61/85

In modo particolare la
norma impone di prendere
in considerazione gli
interventi manutentivi sul
tetto e sulle pareti e di
prevedere tutte le
situazioni di rischio
derivanti dalle operazioni
di accesso, di transito e di
stazionamento in quota
che espongano il personale
al rischio di caduta.
Giancarlo Negrello
L.R. 61/85
Le soluzioni tecniche da adottare per i lavori in quota
devono essere riportate nella relazione di progetto e sugli
elaborati grafici.
 In particolare vanno definiti nel progetto:
 i materiali e i componenti da impiegare per la loro
attuazione;
 il dimensionamento e le caratteristiche di
qualunque altro elemento o componente necessario a
garantire la sicurezza nella manutenzione.
 La relazione di progetto e i grafici sono:
 allegati alla richiesta del PdC o DIA
 parte integrante del fascicolo

Giancarlo Negrello
L.R. 61/85

Le misure di sicurezza da
predisporre sono specificate
per le seguenti fasi:
 Accesso alla copertura
(cap. 1.2)
 Transito ed esecuzione
dei lavori sulle coperture
(cap. 1.3)
 • Lavori in parete (cap
1.4)
Giancarlo Negrello
Sarà necessaria una valutazione dei rischi

Per scegliere i dispositivi più idonei sarà necessario che
il progettista effettui:
 Una valutazione dei rischi di caduta
LA FMECA (acronimo dell'inglese Failure Mode, Effects, and Criticality Analysis
- Analisi dei modi, degli effetti e della criticità dei guasti) è una estensione della
FMEA (Failure Mode and Effects Analysis), in aggiunta alla quale include un'analisi
di criticità usata per valutare, mediante opportuni diagrammi, la gravità delle
conseguenze di un guasto correlata con la probabilità del suo verificarsi.
L'analisi, che viene utilizzata nei settori più diversi, mette in evidenza le
modalità di guasto che hanno nello stesso tempo una probabilità di accadere
relativamente alta unita ad un'alta gravità di conseguenze, mettendo in
evidenza i punti di debolezza di un progetto, sui quali occorre intervenire con
adeguate modifiche.
Giancarlo Negrello
Descrizione ed analisi della copertura
Giancarlo Negrello
Descrizione ed analisi della copertura
Giancarlo Negrello
Descrizione ed analisi della copertura
Giancarlo Negrello
Sarà necessaria una valutazione dei rischi
Giancarlo Negrello
Sarà necessaria una valutazione dei rischi
Giancarlo Negrello
Cap. 1.2: Accesso alla copertura

L’accesso alla copertura o a postazioni che espongano a
rischio di caduta per dislivelli superiori ai 2 metri, per
essere agevole e sicuro, richiede la predisposizione di
strutture fisse quali:
A - Percorsi
B - Aperture
C - Scale

Dette soluzioni
possono essere previste sia all’interno che all’esterno
dell’edificio.
Giancarlo Negrello
A. I percorsi orizzontali e verticali
altezza libera > 1,80 metri rispetto al piano di calpestio
e una larghezza > 0.70 metri. In presenza di vincoli
costruttivi non eliminabili, tale altezza può essere ridotta
a 1,20 metri. Gli ostacoli fissi che per ragioni tecniche non
possono essere eliminati devono essere chiaramente
segnalati e, se del caso, protetti;
 parapetti normali con arresto al piede o altra
difesa equivalente in corrispondenza dei lati aperti
prospicienti il vuoto;
 illuminazione artificiale d’intensità > 20 lux, se è
prevedibile un utilizzo del percorso in condizioni di scarsa
o assente illuminazione naturale. I corpi illuminanti
devono essere protetti dal rischio d’urto;

Giancarlo Negrello
A. I percorsi orizzontali e verticali
piani di calpestio in materiale antisdrucciolo. Se gli
stessi sono collocati all’esterno, la loro conformazione
deve essere tale da evitare l’accumulo di fango e la
formazione di lamine d’acqua;
 piani di calpestio grigliati con maglie non
attraversabili da una sfera di 35 mm e, se sono
sovrastanti luoghi con permanenza o passaggio di
persone, non devono essere attraversabili da una sfera di
20 mm;
 tutte le superfici di calpestio che garantiscano
un’adeguata portata in relazione ai carichi previsti
(persone, attrezzature e materiali);

Giancarlo Negrello
A. I percorsi orizzontali e verticali

scale scelte secondo il
seguente ordine di
priorità:
 scale fisse a gradini,
 scale fisse a chiocciola,
 scale fisse a pioli con
inclinazione < 75°,
 scale retrattili,
 scale fisse a pioli verticali o
con inclinazione > 75°.
Giancarlo Negrello
A. I percorsi orizzontali e verticali

scale scelte secondo il
seguente ordine di
priorità:
 scale fisse a gradini,
 scale fisse a chiocciola,
 scale fisse a pioli con
inclinazione < 75°,
 scale retrattili,
 scale fisse a pioli verticali o
con inclinazione > 75°.
Giancarlo Negrello
A. I percorsi orizzontali e verticali

scale scelte secondo il
seguente ordine di
priorità:
 scale fisse a gradini,
 scale fisse a chiocciola,
 scale fisse a pioli con
inclinazione < 75°,
 scale retrattili,
 scale fisse a pioli verticali o
con inclinazione > 75°.
Giancarlo Negrello
A. I percorsi orizzontali e verticali

scale scelte secondo il seguente ordine di
priorità:
 scale fisse a gradini,
 scale fisse a chiocciola,
 scale fisse a pioli con inclinazione < 75°,
 scale retrattili,
 scale fisse a pioli
verticali o con
inclinazione > 75°.
Giancarlo Negrello
A. I percorsi orizzontali e verticali

scale scelte secondo il
seguente ordine di priorità:
 scale fisse a gradini,
 scale fisse a chiocciola,
 scale fisse a pioli con
inclinazione < 75°,
 scale retrattili,
 scale fisse a pioli
verticali o con
inclinazione > 75°.
Giancarlo Negrello
B. Le aperture per l’accesso diretto
alla copertura devono avere:

B.1 Se orizzontali o inclinate:
 dimensioni adatte ai prevedibili ingombri di materiali e
attrezzature da trasportare e comunque una
superficie non inferiore a 0,50 mq. Qualora
l’apertura sia di forma rettangolare, il lato inferiore
deve essere ≥ 0,70 metri.
 Se l’apertura è a sezione circolare il diametro deve
essere ≥ 0,80 metri.
≥ 0,70 metri
≥ 0,80 metri
Giancarlo Negrello

B.2 Se verticali:
 larghezza ≥ 0,70 metri e
altezza ≥ 1,20 metri.
Limitatamente agli edifici già
esistenti, in presenza di vincoli
costruttivi non eliminabili,
possono essere prese in
considerazione dimensioni
diverse, tali comunque da
garantire un agevole passaggio
delle persone e dei materiali.
≥ 1,20 metri
B. Le aperture per l’accesso diretto
alla copertura devono avere:
≥ 0,70 metri
Giancarlo Negrello
C. Scale:

C.1 Le scale fisse a gradini a sviluppo rettilineo o a
chiocciola devono avere:
 parapetto normale o altra difesa equivalente, in
corrispondenza di lati aperti con rischio di caduta
dall’alto;
 corrimano ad
una altezza
compresa tra
0,90 e 1 metri
su almeno uno
dei due lati
delimitati da
Pareti;
Giancarlo Negrello
C. Scale:

C.1 Le scale fisse a gradini a sviluppo rettilineo o a
chiocciola devono avere:
 larghezza pari a 0,60 metri . Se a chiocciola, il
diametro deve essere pari a 1 metro. E’ preferibile,
comunque, scegliere scale a sezione quadrata;
 gradini con pedata e alzata
dimensionate a regola
d’arte.
Giancarlo Negrello
C. Scale:

C.1 Le scale fisse a gradini a
sviluppo rettilineo o a
chiocciola devono avere:
 In presenza di vincoli costruttivi
non eliminabili, l’alzata e la
pedata possono avere
dimensioni rispettivamente
non superiori a 0,22 metri e
non inferiori a 0,25 metri;
Giancarlo Negrello
C. Scale:

C.1 Le scale fisse a gradini a
sviluppo rettilineo o a
chiocciola devono avere:
 profili dei gradini a spigolo
arrotondato;
 pianerottoli di riposo
almeno ogni 20 gradini.
Giancarlo Negrello

C.2 Le scale fisse a pioli
devono avere:
 larghezza > 0,35 metri;
 distanza tra i pioli compresa
tra 0,25 – 0,30 metri;
 maniglioni di sbarco di altezza
compresa tra 0.90 e 1 metro;
 distanza tra i pioli e la parete
opposta al piano dei pioli pari
o superiore a 0,15 metri.
0,25c – 0,30 0,90 – 1,0 metri
C. Scale:
≥ 0,35 metri
Giancarlo Negrello
C. Scale:

C.3 Le scale fisse a pioli verticali o con
inclinazione > 75° e altezza > 5 metri
devono essere dotate, lungo tutto il loro
sviluppo, di sistemi (funi o rotaie di guida)
per l’aggancio di idonei D.P.I. anticaduta.
Giancarlo Negrello
C. Scale:

In alternativa devono avere:
 solida gabbia metallica di
protezione, a partire da una
altezza di 2,50 metri, avente
maglie o aperture di ampiezza
tale da impedire la caduta
accidentale della persona verso
l’esterno;
 parete della gabbia opposta al
piano dei pioli che non disti da
questi più di 0,60 metri;
Giancarlo Negrello
C. Scale:

In alternativa devono
avere:
 piattaforme di riposo
ogni 4 metri, con superficie
sufficiente a permettere
l’appoggio completo di due
piedi e tale da consentire di
stare in piedi comodamente;
 sbarramenti che ne
impediscano l’uso alle
persone non autorizzate.
Giancarlo Negrello
C. Scale:

In alternativa devono avere:
 sbarramenti che ne impediscano l’uso alle persone non
autorizzate.
Giancarlo Negrello
C.4 Le scale retrattili a gradini devono
avere:
larghezza utile ≥ 0,35 metri;
 gradini con alzata compresa tra 0,25
e 0,30 metri;
 montanti dotati di corrimano
distanti dagli stessi almeno 0,10
metri;
 dimensioni minime della botola, a cui
sono applicate, pari a 1,20 x 0,70
metri;

Giancarlo Negrello
C.4 Le scale retrattili a gradini devono
avere:


ripiani di sbarco dotati
di maniglioni di sbarco di
altezza compresa tra 0.90
e 1 metro;
portata pari a 150 Kg
(1500 N).
Tali scale devono essere
utilizzate mantenendo una
inclinazione compresa tra
60° e 75°.
Giancarlo Negrello
Cap. 1.3 Transito ed esecuzione dei lavori sulle
coperture

Al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza
durante il transito e la sosta sulla copertura, a partire
dal punto di accesso, devono essere previsti:
 A) elementi permanenti di protezione;
 B) elementi che favoriscono la posa in opera e
l’utilizzo di dispositivi di sicurezza.
Giancarlo Negrello
Cap. 1.3 Transito ed esecuzione dei lavori sulle
coperture
Nella scelta delle soluzioni sopraindicate deve essere
considerata la frequenza degli interventi di
manutenzione previsti, garantendo la priorità ai
sistemi collettivi di protezione rispetto a quelli
individuali.
 La presenza di parti non praticabili (con particolare
riferimento al rischio di sfondamento della
superficie di calpestio), quando non sia possibile
segregarle, devono
essere adeguatamente
segnalate con appositi
cartelli chiaramente
visibili.

Giancarlo Negrello
A) Elementi permanenti di
protezione:

In funzione della struttura e della tipologia di
rischio possono essere previsti:
 parapetti;
 passerelle, camminamenti o andatoie per il
transito di persone e materiali;
 reti permanenti di sicurezza.
Giancarlo Negrello
A) Elementi permanenti di
protezione:

I parapetti fissi di protezione sul perimetro delle parti
non praticabili della copertura (es.elementi di
copertura non pedonabili, lucernari ciechi, cupolini,
ecc.) e di protezione contro il rischio di caduta verso il
vuoto devono possedere le seguenti caratteristiche
minime:
 essere resistenti ad un sovraccarico orizzontale ≥
1,00 KN/mq;
 avere una altezza minima di 1 metro in
presenza di solai con inclinazione < 15% e 1,20
metri per inclinazioni > 15%;
 essere dotati di elemento fermapiede nella parte
inferiore, di altezza ≥ 0,15 metri;
Giancarlo Negrello
A) Elementi permanenti di
protezione:

…
 avere una altezza libera tra i correnti:
 ≤ 0,47 metri nel caso di inclinazione del solaio ≤ 10°
 ≤ 0,25 metri nel caso d’inclinazione del solaio ≤ 45°
 ≤ 0,10 metri nel caso d’inclinazione del solaio ≤ 60°;
 essere costruiti con materiale in grado di resistere agli
agenti atmosferici.
Giancarlo Negrello
A) Elementi permanenti di
protezione:

Le passerelle, i camminamenti e le andatoie per il transito
di persone e materiali installati sulle parti non praticabili
della copertura (es. elementi di copertura non
pedonabili; lucernari, cupolini, ecc.) e per passaggi sul
vuoto devono possedere le seguenti caratteristiche
minime:
 resistere alle sollecitazioni e ai sovraccarichi
previsti per il passaggio di persone e per la
movimentazione dei materiali,
 avere larghezza > 0,60 metri se destinate al solo
transito di persone e > 1,20 metri se utilizzate
anche per il trasporto di materiali;
 essere dotate sui lati aperti di parapetti aventi le
caratteristiche sopra riportate;
Giancarlo Negrello
A) Elementi permanenti di
protezione:
Antisdruciolo
060 metri (o 1,20 metri)
Giancarlo Negrello
A) Elementi permanenti di
protezione:

….
 essere provviste di pavimentazione
antisdrucciolevole con aperture non attraversabili
da una sfera di 35 mm e, se sovrastanti luoghi ove è
possibile la permanenza o il passaggio di persone, non
attraversabili da una sfera di 20 mm;
 le andatoie con pendenza > 50 % devono avere piani
di calpestio listellati ad intervalli < 0,40 metri,
interrotti da pianerottoli di riposo in funzione della
lunghezza dell’andatoia.
Giancarlo Negrello
A) Elementi permanenti di
protezione:

Le reti permanenti predisposte al di sotto delle parti
non praticabili della copertura (es. lucernari, cupolini,
ecc.) devono:
 essere resistenti ad un carico di almeno 1,50
KN/mq di superficie;
 presentare caratteristiche tecniche e tipologia di
ancoraggio scelti tenendo conto dei fattori ambientali
(es. agenti atmosferici, fumi, nebbie o vapori dovuti
alla attività svolta
nel locale);
Giancarlo Negrello
B) Elementi che favoriscono la posa in
opera e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza

Qualora non sia possibile predisporre, in parte o in
tutto, misure di protezione collettiva ( parapetti, reti,
etc. ), è necessario che i lavori in quota vengano svolti
con l’impiego di dispositivi di protezione
individuale anticaduta.
Giancarlo Negrello
B) Elementi che favoriscono la posa in
opera e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza

Già in fase di
progettazione di un
edificio devono essere
previste le caratteristiche
e la collocazione dei
dispositivi a parti stabili,
dove il lavoratore possa
agganciarsi quali:
 linee di ancoraggio;
 dispositivi di
ancoraggio;
 ganci di sicurezza da
tetto.
Giancarlo Negrello
B) Elementi che favoriscono la posa in
opera e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza

Questi dispositivi devono:
 essere dislocati in modo da procedere in sicurezza su
qualsiasi parte della copertura, a partire dal punto di
accesso, fino al punto più lontano;
 essere chiaramente identificabili per forma e/o colore o
con altro mezzo analogo;
 essere accessibili
in modo da
consentire
l’ancoraggio
senza rischio
di caduta;
Giancarlo Negrello
B) Elementi che favoriscono la posa in
opera e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza

Questi dispositivi devono:
 possedere i requisiti previsti dalla norma UNI EN
795: «Protezione contro le cadute dall’alto –
dispositivi di ancoraggio – requisiti e prove» e
successivi aggiornamenti;
 garantire nel tempo le necessarie
caratteristiche di resistenza e solidità;
 essere oggetto di periodiche verifiche e manutenzioni
a cura del proprietario dell’immobile secondo le
indicazioni del costruttore. Degli interventi
eseguiti deve essere effettuata regolare
registrazione.
Giancarlo Negrello
B) Elementi che favoriscono la posa in
opera e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza
Giancarlo Negrello
B) Elementi che favoriscono la posa in
opera e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza
Giancarlo Negrello
Dispositivi di ancoraggio UNI EN 795
Giancarlo Negrello
Dispositivi di ancoraggio UNI EN 795
Giancarlo Negrello
Dispositivi di ancoraggio UNI EN 795
Giancarlo Negrello
Dispositivi di ancoraggio UNI EN 795
Giancarlo Negrello
Dispositivi di ancoraggio UNI EN 795
Giancarlo Negrello
Dispositivi di ancoraggio UNI EN 795
Giancarlo Negrello
Tipi di imbracatura
Giancarlo Negrello
Effetto pendolo
Giancarlo Negrello
Cap 1.4 Lavori in parete

Per le pareti che hanno bisogno di frequente manutenzione
( vetri, cristalli, ecc.. ), all’atto della progettazione degli
edifici sarà cura indicare nell’elaborato grafico di
progetto le attrezzature fisse necessarie per
i lavori in
parete, quali
ad esempio
sistemi di
scorrimento
(verticale e
orizzontale) e
sistemi per l’
ancoraggio di ponti.
Giancarlo Negrello
Cap 1.4 Lavori in parete

Agli elaborati devono
essere allegate le
indicazioni relative alle
attrezzature ausiliarie
da utilizzare in
combinazione con i
dispositivi fissi
installati.
Giancarlo Negrello
Cap 1.5 Casi particolari


In presenza di particolari vincoli costruttivi, come nel
caso di interventi sul patrimonio edilizio esistente,
possono essere adottati sistemi diversi da quelli indicati,
purché di pari efficacia.
Nei casi di dimostrata impossibilità tecnica a
realizzare un sistema fisso d’accesso alla quota
di lavoro o di transito, deve comunque essere
previsto almeno un luogo di sbarco adeguatamente
protetto ed inequivocabilmente riconoscibile,
raggiungibile con mezzi mobili.
Giancarlo Negrello
Cap 1.5 Casi particolari

In tale luogo deve essere posto un ancoraggio al quale
l’operatore, prima di accedere alla copertura, possa
agganciare il dispositivo di protezione individuale e
collegarsi ad un sistema di ancoraggio previsto sul tetto.
Giancarlo Negrello
Cap. 2 Cartelli informativi

In prossimità dell’apertura d’accesso alla
copertura e in un punto ben visibile
devono essere apposte le indicazioni di
minima su:
 l’obbligo dell’uso di imbracature di
sicurezza e di funi di trattenuta,
l’identificazione e la posizione dei
dispositivi fissi ai quali ancorarsi e le
modalità di ancoraggio;
 il numero massimo dei lavoratori
collegabili ai dispositivi
d’ancoraggio;
Giancarlo Negrello
Cap. 2 Cartelli informativi

…
 la necessità o il divieto di
utilizzare assorbitori di
energia;
 i dispositivi di protezione
individuale che devono
essere utilizzati (dispositivi
anticaduta compatibili con il
sistema di ancoraggio,
calzature con suola in
gomma antiscivolo, elmetto
di protezione);
.
Giancarlo Negrello
Cap. 2 Cartelli informativi

…
 le raccomandazioni del
costruttore del sistema anticaduta
( es.: eventuali scadenze,
manutenzioni e loro
periodicità, ecc.).
 Le informazioni di cui sopra
devono essere realizzate su un
supporto che consenta di
mantenere inalterate nel tempo le
caratteristiche di visibilità e
leggibilità.
Giancarlo Negrello
Cap. 3 Fascicolo dell’opera

Le misure preventive e protettive previste per la sicurezza
dei lavori di manutenzione in quota da individuare ai sensi
dell’art. 79 bis L.R. 61/85 anticipano nella
documentazione richiesta ai fini dell’ottenimento dei titoli
abilitativi a costruire o di presentazione della denuncia di
inizio attività una parte dei contenuti del fascicolo
dell’opera di cui all’art. 91 lett. b del D.Lgs. 81/98.
Giancarlo Negrello
Cap. 3 Fascicolo dell’opera
Il coordinatore per la progettazione
integra il fascicolo dell’opera con le
soluzioni tecniche individuate ai fini
dell’art. 79 bis citato inserendole nel Cap.
II, come da modello delineato
nell’Allegato XVI del D.Lgs. 81/98.
 Copia del fascicolo deve essere
fornita al proprietario o comunque al
committente responsabile dell’immobile
(amministratore condominiale,
responsabile della sicurezza nel caso di
attività non residenziali, ecc.), che lo
conserva a disposizione per le future
manutenzioni.

Giancarlo Negrello
Cap. 3 Fascicolo dell’opera


Il documento deve essere
aggiornato, a cura del
proprietario e/o responsabile
dell’immobile, in occasione di ogni
intervento successivo sulle
componenti statiche e/o sugli
impianti.
Il fascicolo segue tutta la vita
dell’edificio e deve essere quindi
trasmesso ad ogni cambio di
proprietà.
Giancarlo Negrello
Cap. 4 Documentazione e informazioni sulle
misure predisposte

A lavori ultimati, l’impresa/installatore produce la
seguente documentazione:
 dichiarazione di corretta messa in opera dei
componenti di sicurezza in relazione alle
indicazioni del costruttore e/o della norma di buona
tecnica;
 certificazioni del produttore sulle caratteristiche
tecniche dei materiali e componenti utilizzati;
 dichiarazione di rispondenza delle soluzioni
adottate a quanto previsto in sede progettuale.
Giancarlo Negrello
Cap. 4 Documentazione e informazioni sulle
misure predisposte


Al personale incaricato dell’esecuzione dei lavori
successivi ( impresa, lavoratore autonomo….), devono
essere fornite da parte del committente/ amministratore
le informazioni scritte sulle misure tecniche predisposte e
le istruzioni per un loro corretto utilizzo.
Ciò al fine di eseguire i lavori commissionati tenuto conto
delle caratteristiche dell’opera,
dei rischi potenziali,
degli elementi protettivi
incorporati e delle
eventuali misure di
sicurezza aggiuntive
necessarie.
Giancarlo Negrello
Cap. 4 Documentazione e informazioni sulle
misure predisposte


Tali informazioni devono essere
fornite a maggior ragione laddove
non esiste la possibilità di accesso
alla copertura tramite apertura
dall’interno dell’edificio medesimo
e non esistano dispositivi fissi per
accedervi.
Le disposizioni sopraindicate non
eliminano l’obbligo dell’ impresa
che esegue i lavori di allestire
ulteriori idonee misure preventive
e protettive laddove si configurino
rischi residui di caduta
dall’alto.
Giancarlo Negrello
Principali riferimenti normativi e tecnici
Giancarlo Negrello
Indicazioni operative per interventi
edilizi soggetti a pareri sanitario


I progetti sono soggetti a valutazione da parte delle
ASL nei casi previsti dall’art. 5 DPR 380/01, il mancato
invio del progetto sarà oggetto di richiesta
d’integrazione.
Il progettista ad ultimazione dei lavori, con la domanda
di rilascio di Agibilità, autocertifica la corretta
esecuzione dell’opera.
Giancarlo Negrello
Indicazioni operative per interventi
edilizi soggetti a pareri sanitario


Il progetto delle misure preventive e protettive
sarà autocertificato dal progettista dell’opera.
Le SCIA interessate dal provvedimento sono quelle
relative al rifacimento della copertura.
Giancarlo Negrello
Indicazioni operative:
Ruolo degli Uffici Tecnici comunali

Verificano che le richieste
di permesso a costruire o
le denunce di inizio
attività contengano la
documentazione
progettuale relativa alle
misure di prevenzione e
protezione utili in fase di
realizzazione dell’opera.
Giancarlo Negrello
Indicazioni operative:
Ruolo degli Organi di Controllo

Durante le ispezioni in
cantiere verranno
controllati i fascicoli ed il
progetto dei dispositivi
previsti.
Giancarlo Negrello
Giancarlo Negrello
1)COPERTURA A CAPANNA

Soluzione tecnica: adatta per esigenze di grande libertà
di movimento con più operatori contemporaneamente
sulla copertura, con linea vita UNI EN 795 in classe C
ed ancoraggi puntuali sottotegola per evitare l’effetto
pendolo e per il percorso, entrambi in UNI EN 795 in
classe A2. Tale soluzione si applica con colmi di
lunghezza superiore ai 5 metri.
Giancarlo Negrello
1)COPERTURA A CAPANNA
Giancarlo Negrello
2)COPERTURA A PADIGLIONE “corto”



Soluzione tecnica: da utilizzare in coperture dove il
colmo è molto corto in sostituzione della linea vita.
Si tratta di una soluzione da adottare con molta
cautela. L'assenza di una linea orizzontale anticaduta
costringe l'operatore ad attaccare e staccare
continuamente i due cordini dai punti di ancoraggio in
classe UNI EN 795 in classe A2 per lavorare in
sicurezza.
Il risultato è che spesso l'operatore "per fare
prima" non adotta la prassi suddetta e si muove
sul tetto senza protezione.
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2)COPERTURA A PADIGLIONE “corto”
Giancarlo Negrello
3)COPERTURA A PADIGLIONE “lungo”


Soluzione tecnica: adatta per esigenze di grande
libertà di movimento con più operatori
contemporaneamente sulla copertura, con linea vita
UNI EN 795 in classe C ed ancoraggi puntuali
sottotegola per evitare l’effetto pendolo e per il
percorso, entrambi in UNI EN 795 in classe A2.
Da notare che sul palo viene posto un ancoraggio UNI
EN 795 in classe A1 per lavorare in sicurezza
sull’estensione longitudinale della linea.
Giancarlo Negrello
3)COPERTURA A PADIGLIONE “lungo”
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4)COPERTURA A PIRAMIDE


Soluzione tecnica: si può equiparare ad una copertura a
padiglione con colmo breve con la differenza che viene
montato un ancoraggio UNI EN 795 in classe A1
sull’apice della copertura, devono essere sempre
presenti gli ancoraggi puntuali sottotegola per evitare
l’effetto pendolo e per il percorso, entrambi in UNI EN
795 in classe A2.
Tale soluzione implica l’intervento di un solo
operatore.
Giancarlo Negrello
4)COPERTURA A PIRAMIDE
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5)COPERTURA PIANA


Soluzione tecnica: adatta per esigenze di grande libertà
di movimento con più operatori
contemporaneamente sulla copertura, con linea vita
UNI EN 795 in classe C ed ancoraggi puntuali per
evitare l’effetto pendolo e per l’eventuale percorso,
entrambi in UNI EN 795 in classe A1.
Da notare che la linea vita è particolarmente arretrata
dal bordo in quanto si opera con tecnica a compasso
all’estremità della stessa mediante ancoraggio UNI EN
795 in classe A1.
Giancarlo Negrello
5)COPERTURA PIANA
Giancarlo Negrello
6)COPERTURA PIANA “complessa”


Soluzione tecnica: adatta per esigenze di grande libertà
di movimento con più operatori
contemporaneamente sulla copertura, con linea vita
UNI EN 795 in classe C.
La linea posta perimetralmente permette di operare
in trattenuta sul bordo evitando qualsiasi ancoraggio
puntuale ed evidenzia un’area sicura al suo interno.
L’utilizzo di una linea vita sul bordo del fabbricato è da
valutarsi attentamente esponendo di fatto l’operatore al
rischio di caduta.
Giancarlo Negrello
6)COPERTURA PIANA “complessa”
Giancarlo Negrello
7)COPERTURA A FALDE “complessa”


Soluzione tecnica: adatta per esigenze di grande libertà
di movimento con più operatori
contemporaneamente sulla copertura, con linea vita
UNI EN 795 in classe C ed ancoraggi puntuali
sottotegola per evitare l’effetto pendolo e per il
percorso, entrambi in UNI EN 795 in classe A2.
Da notare che sul palo viene posto un ancoraggio UNI
EN 795 in classe A1 per lavorare in sicurezza
sull’estensione longitudinale della linea, qualora i displuvi
non dividono le falde secondo la bisettrice è
consigliabile utilizzare un unico ancoraggio UNI EN 795
in classe A1 per evitare l’effetto pendolo.
Giancarlo Negrello
6)COPERTURA PIANA “complessa”
Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture



La legge prevede per i lavori eseguiti ad un'altezza superiore a 2 m la predisposizione di
idonee opere provvisorie quali ponteggi e parapetti. Deroghe a tali disposizioni possono
essere concesse nei casi in cui i soli lavori di breve durata (ispezioni, semplici
manutenzioni, rilievi ecc.) sono effettuati da personale addestrato e dotato di idonei
sistemi anticaduta. E proprio nel caso di brevi interventi di manutenzione possono essere
utilizzati dispositivi come le linee vita, predisposti all'atto della costruzione dell'immobile o
nel caso di manutenzione dello stesso.
La regione Veneto, con l'obiettivo di ridurre il numero di incidenti derivanti dalle cadute
dall'alto, attraverso il D.G.R. 2774 ha emanato il regolamento sulle misure preventive e
protettive per l'accesso, il transito e l'esecuzione dei lavori in quota in condizioni di
sicurezza attraverso il quale si è reso obbligatorio l'inserimento di adeguati punti
d'ancoraggio conformi a EN 795 per le imbracature anticaduta su tutti gli edifici di nuova
fabbricazione ed edifici in fase di ristrutturazione.
Diventa quindi importante installare in modo corretto idonei dispositivi di ancoraggio
sulle coperture delle costruzioni e predisporre quanto necessario ad un accesso sicuro ai
tetti per il raggiungimento del primo ancoraggio utile.
E' quindi necessario realizzare uno studio preliminare per esaminare il problema
dell'accesso alle diverse tipologie di copertura ed affidare la progettazione e l'installazione
di linee vita e sistemi anticaduta solo a personale qualificato.
Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture

"Il Decreto Legislativo 81/2008,Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro, ha rivisto e
abrogato le precedenti impianto leggi e decreti in materia di sicurezza tra cui il DPR
547/55, la 164/56, il D.l.vo 626/94 e il D.L.vo 494/96 e ha riproposto alcune parti delle
precedenti norme che sono state in parte riscritte.
Sopratutto il titolo IV capo secondo del D.L.vo 81/08 contiene la revisione del ex DPR
164/56 con delle importanti novità:
 l'art.115 tratta i "SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE
DALL'ALTO" ed è cosi citato:
"Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva
come previsto all'articolo 111, comma 1, lettera a), è necessario che i lavoratori
utilizzino idonei sistemi di protezione composti da diversi elementi, non
necessariamente presenti contemporaneamente, quali i seguenti:
a) assorbitori di energia;
b) connettori;
c) dispositivo di ancoraggio (es: ancoraggio in classe A1 e A2);
d) cordini;
e) dispositivi retrattili;
f) guide o linee vita flessibili (es: linee in classe C);
g) guide o linee vita rigide (es: r Il sistema di protezione, certificato per l'uso specifico,
deve permettere una caduta libera non superiore a 1,5 m o, in presenza di dissipatore
di energia a 4 metri..“.
Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture


Quindi è obbligatoria, in assenza di opere provvisionali o
di altri specifici dispositivi di protezione collettiva, la
presenza di dispositivi di ancoraggio a norma UNI EN
795:2002, gli unici punti a cui possono essere agganciati i
DPI.Il Decreto Legislativo 81/2008 è legge nazionale e
quindi rende obbligatorio l'uso su tutto il territorio
nazionale dei Dispositivi anticaduta a norma UNI EN
795:2002.
Il mancato adempimento comporta (art.159) l'arresto
fino a due mesi o un ammenda da 500,00 a 2.000,00
euro. "
Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture

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L.R. 61/85 art. 79bis - “Misure preventive e protettive da predisporre negli
edifici per l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori in quota in condizioni di
sicurezza”
NORME UNI
Fonte: Sito Internet UNI - www.uni.com
UNI EN 795:2002 - Protezione contro le cadute dall'alto. Dispositivi di
ancoraggio. Requisiti e prove.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 795 (edizione luglio
1996) e dell'aggiornamento A1 (edizione ottobre 2000). La norma specifica i
requisiti, i metodi di prova e le istruzioni per l'uso e la marcatura di dispositivi
di ancoraggio progettati esclusivamente per l'uso con dispositivi di protezione
individuale contro le cadute dall'alto.
UNI 8088:1980 - Lavori inerenti le coperture dei fabbricati: Criteri per la
sicurezza.
Stabilisce le caratteristiche essenziali degli apprestamenti e dei mezzi necessari
e fornisce indicazioni di comportamento al fine della prevenzione degli
infortuni per i lavori di posa in opera, manutenzione e rimozione di manti di
copertura, nonché per l'accesso ed il transito eccezionale su di essi per scopi
diversi. Si applica ai manti di copertura qualunque sia il materiale impiegato per
la loro realizzazione e per fabbricati di qualsiasi tipo (vedere dpr 7 gen. 1956 n.
164).
Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture
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
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UNI EN 341:1993 + A1:1998 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute
dall'alto. Dispositivi di discesa.
Versione in lingua italiana della norma europea EN 341 (edizione dic. 1992). Specifica i
requisiti, i metodi di prova, la marcatura e le istruzioni per l'uso dei dispositivi di discesa da
usare congiuntamente a quelli di protezione individuale contro le cadute dall'alto. Include il
foglio di aggiornamento 1998.
UNI EN 353-1:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
Dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio rigida.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 353-1 (edizione maggio 2002).
La presente norma europea specifica i requisiti, i metodi di prova, la marcatura, le
informazioni fornite dal fabbricante e l'imballaggio per i dispositivi anticaduta di tipo
guidato comprendenti una linea di ancoraggio rigida, generalmente fissati o integrati a
scale fisse o a pioli rese adeguatamente solidali a strutture idonee.
UNI EN 353-2:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
Dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio flessibile.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 353-2 (edizione maggio 2002).
La norma specifica i requisiti, i metodi di prova, la marcatura, le informazioni fornite dal
fabbricante e l'imballaggio per i dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una
linea di ancoraggio flessibile che possono essere fissati a un punto di ancoraggio superiore.
UNI EN 354:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
Cordini.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 354 (edizione maggio 2002). La
norma specifica i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l'uso, la marcatura e
l'imballaggio per i cordini fissi e regolabili.
Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture
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UNI EN 355:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
Assorbitori di energia.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 355 (edizione maggio 2002). La
norma specifica i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l'uso, la marcatura e
l'imballaggio per gli assorbitori di energia.
UNI EN 358:2001 - Dispositivi di protezione individuale per il posizionamento sul lavoro e
la prevenzione delle cadute dall'alto. Cinture di posizionamento sul lavoro e di trattenuta e
cordini di posizionamento sul lavoro.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 358 (edizione dicembre 1999).
La norma riguarda cinture e cordini destinati al posizionamento sul lavoro o alla
trattenuta. Essa specifica i requisiti, le prove, la marcatura e le informazioni fornite dal
fabbricante.
UNI EN 360:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
Dispositivi anticaduta di tipo retrattile.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 360 (edizione maggio 2002). La
norma specifica i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l'uso e la marcatura per i
dispositivi anticaduta di tipo retrattile.
UNI EN 361:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
Imbracature per il corpo.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 361 (edizione maggio 2002). La
norma specifica i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l'uso, la marcatura e
l'imballaggio per le imbracature per il corpo.
Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture
UNI EN 362:2005 - Dispositivi di protezione individuale
contro le cadute dall'alto. Connettori.
Versione ufficiale della norma europea EN 362 (edizione
dicembre 2004). La norma specifica requisiti, metodi di prova,
marcatura ed informazioni fornite dal fabbricante per i
connettori. I connettori conformi alla presente norma sono
utilizzati come elementi di collegamento nei sistemi
individuali di protezione contro le cadute, per esempio
sistemi di arresto caduta, posizionamento sul lavoro, accesso
con funi, trattenuta e salvataggio.
 UNI EN 363:2003 - Dispositivi di protezione individuale
contro le cadute dall'alto. Sistemi di arresto caduta.
Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN
363 (edizione maggio 2002). La norma specifica la
terminologia e i requisiti generali per i sistemi di arresto
caduta che servono da dispositivo di protezione individuale
contro le cadute dall'alto. il salvataggio.

Giancarlo Negrello
Leggi e norme prevenzione caduta
nelle coperture
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UNI EN 364:1993 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute
dall'alto. Metodi di prova.
Versione in lingua italiana della norma europea EN 364 (edizione dic. 1992).
Specifica i metodi di prova per materiali, componenti e sistemi relativi ai
dispositivi di protezione contro le cadute come segue: apparecchiature per
prove statiche e metodi per prove statiche; apparecchiature per prove
dinamiche, compreso un torso di prova; metodi di prova per le prestazioni
dinamiche e prove di resistenza dinamica dei componenti e dei sistemi; prove di
corrosione dei componenti metallici; apparecchiatura di prova e metodi di
prova per le prove di condizionamento e per le prove di durata. Contiene
inoltre le raccomandazioni per la programmazione delle prove. Appendice A
(informativa): Raccomandazioni per la programmazione delle prove.
UNI EN 365:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute
dall'alto. Requisiti generali per le istruzioni per l'uso, la manutenzione,
l'ispezione periodica, la riparazione, la marcatura e l'imballaggio.
Versione ufficiale della norma europea EN 365 (edizione settembre 2004). La
norma specifica i requisiti generali minimi per istruzioni per uso, manutenzione,
ispezione periodica, riparazione, marcatura e imballaggio di dispositivi di
protezione individuale, che includono dispositivi di trattenuta per il corpo, ed
altri equipaggiamenti utilizzati congiuntamente ad un dispositivo di trattenuta
per il corpo, per prevenire cadute, per accessi, uscite e posizionamento sul
lavoro, per arrestare le cadute e per il salvataggio.
Giancarlo Negrello
Linee guida ISPESL
Fonte: Sito Internet I.S.P.E.S.L. - www.ispesl.it
 Linea Guida per la scelta, l'uso e la manutenzione di
Dispositivi di Protezione
Individuale contro le
cadute dall'alto. Sistemi
di arresto
caduta.

Giancarlo Negrello
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