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Il Parlamento nella storia
Fondazione Conservatorio SS.ma Annunziata – Empoli (Fi) Scuola Secondaria di I grado Classe I sez. A Parlamento… parliamone Anno scolastico 2007/2008 Parlamento… parliamone Lo Stato La Costituzione Il Parlamento italiano Il Parlamento nella storia Il Parlamento europeo Lo Stato Definizione Quando si forma uno Stato Scopi dello Stato Poteri dello Stato Forme di Stato Forme di governo statali Lo Stato moderno Lo Stato DEFINIZIONE Lo Stato è l’organizzazione di un popolo che vive in un certo territorio e che ha fini comuni. Esso è la forma migliore di associazione umana per il perseguimento di fini generali e per la soddisfazione dei bisogni dei consociati. Lo Stato cerca il bene comune. Lo Stato QUANDO SI FORMA UNO STATO Lo Stato si forma quando un gruppo di uomini, che vive stabilmente in un territorio, decide di darsi un’organizzazione giuridica, ossia norme che regolano la vita della comunità e che tutti devono rispettare. Le principali caratteristiche di ogni Stato sono: 1. la presenza di un gruppo sociale che abita in un determinato territorio, 2. la presenza di un insieme di leggi che stabiliscono come va gestito il potere e come regolare la convivenza tra cittadini, 3. una sovranità, cioè il potere che legittima lo Stato a garantire la sicurezza e i diritti dei suoi cittadini Lo Stato SCOPI DELLO STATO Inizialmente i fini dello Stato furono essenzialmente due: difendere la comunità dai pericoli esterni, cioè dalle minacce di altri gruppi, e garantire l’ordine della comunità stessa, dando ad un’autorità superiore il potere di tutelare i diritti degli individui, per impedire che i singoli usassero la forza contro gli altri. Col passare del tempo gli Stati assunsero molte altre funzioni, cosicché oggi sono compiti dello Stato anche il maggior benessere della comunità, l’organizzazione dei servizi utili alla società, l’assistenza ai cittadini bisognosi. Lo Stato POTERI DELLO STATO I principali poteri statali sono: potere legislativo: potere di fare le leggi; è esercitato da un’assemblea di rappresentanti eletti dai cittadini. potere esecutivo: potere di applicare le leggi; è esercitato dal Governo. potere giudiziario: potere di punire chi trasgredisce le leggi; è esercitato dalla Magistratura. Lo Stato FORME DI STATO Lo Stato può avere diverse forme che dipendono dagli avvenimenti storici che ne hanno caratterizzato la nascita e l’evoluzione: Gli Stati Unitari e Centralizzati, formati da un solo popolo, un solo territorio e un unico Governo Centrale (per esempio la Francia) Gli Stati Federali, formati da più Stati che conservano in parte la loro sovranità, ma che affidano ad un Governo Centrale alcuni poteri, come la politica estera (per esempio gli Stati Uniti) Gli Stati Regionali, cioè Stati Unitari in cui si dà spazio alle autonomie locali e al decentramento (per esempio l’Italia) Lo Stato FORME DI GOVERNO STATALI Le forme di Governo Statali si distinguono in Monarchie e Repubbliche. Il termine MONARCHIA (= Governo di uno) dovrebbe indicare uno Stato nel quale la Sovranità appartiene ad un solo uomo, il re, che è tale per diritto ereditario e resta in carica a vita. Nelle Monarchie moderne, però, c’è di solito un Parlamento che esercita il potere ed il re è solo una figura che simboleggia l’unità dello Stato( si parla di Monarchie Costituzionali). Lo Stato FORME DI GOVERNO STATALI Con la parola REPUBBLICA (= cosa di tutti) si indica uno Stato Democratico, nel quale il potere appartiene a tutto il popolo (Democrazia = Governo del popolo). A capo della Repubblica c’è un presidente eletto direttamente o indirettamente dai cittadini, il quale esercita la sua funzione per un periodo determinato (in Italia per 7 anni). La Repubblica può essere: 1) Parlamentare, in cui il Parlamento ricopre il ruolo politico centrale (per esempio, l’Italia) 2) Presidenziale, in cui il Capo dello Stato è eletto direttamente dal popolo e può essere anche Capo del Governo (per esempio, gli Stati Uniti) Lo Stato LO STATO MODERNO Lo Stato moderno si afferma in Europa tra il XV e il XVII secolo. La sua formazione avviene attraverso un progressivo accentramento del potere e della territorialità dell’obbligazione politica. Infatti scompaiono le frammentazioni del sistema feudale in favore di un potere centrale, e anche la Chiesa si subordina allo Stato. Avviene una concentrazione del potere su uno specifico territorio. Lo Stato acquisisce poi il monopolio legittimo dell’uso della forza, che avviene tramite la burocrazia e la polizia; la forza è necessaria per mantenere l’ordine interno e difendere la comunità da attacchi esterni. Infine lo Stato moderno si basa sull’impersonalità del comando politico: la legittimazione proviene da regole, da un’obbedienza non dettata dalla paura ma dal riconoscimento da parte dei soggetti della legittimità del potere esercitato. Lo Stato LO STATO MODERNO Fondamentale per la nascita dello Stato moderno è l’affermarsi di un’economia monetaria: chi opera in uno Stato viene in questo modo ricompensato con salari e non più in natura, come accadeva nel sistema feudale. Questo porta alla nascita di una burocrazia efficiente e legata allo Stato. Attraverso la tassazione, inoltre, lo Stato può mantenere la sua burocrazia. Lo Stato LO STATO MODERNO La prima forma di Stato fu lo STATO ASSOLUTO. Esso nacque grazie ai conflitti militari: è una "macchina da guerra" perché nasce dall’esigenza della guerra. Questa porta alla nascita del prelievo fiscale per pagare le spese belliche, alla crescita dell’amministrazione statale per far funzionare lo sforzo bellico, all'accumulo di debiti per cui è necessario aumentare l’intervento statale nell’economia. Tuttavia, al termine del conflitto, è necessario assicurare ai cittadini dei diritti che erano stati loro promessi in tempo di guerra per ottenere consenso. Lo Stato LO STATO MODERNO Di qui si passa dunque allo STATO DEMOCRATICO, poiché il bisogno di legittimazione del potere centrale necessita lo sviluppo di un consenso possibile solo trasformando i sudditi in cittadini. In tempi recenti lo Stato democratico si è evoluto in stato del benessere (welfare state), sempre più teso a garantire il benessere dei cittadini da cui gli deriva il consenso e la legittimazione. Lo Stato LO STATO MODERNO Per la Dottrina sociale della Chiesa cattolica, lasciati ai cittadini la responsabilità ed il compito di determinare, a seconda delle mutevoli esigenze, l'organizzazione politica, tecnica ed istituzionale dello Stato, questo deve rispondere, sempre e comunque, ad alcuni requisiti: Favorire la convivenza civile. Garantire la giustizia. Perseguire il bene comune, dell'intera comunità, e non di un gruppo a detrimento delle legittime esigenze degli altri. Garantire ed assicurare le giuste libertà individuali e sociali. Rispettare la libertà religiosa ed i diritti della Chiesa. Attualmente lo Stato che sembra essere più simile al concetto ideale di Stato della dottrina sociale cristiana è lo Stato democratico. La Costituzione Definizione La storia della Costituzione italiana Caratteristiche della Costituzione italiana Struttura della Costituzione italiana La Costituzione DEFINIZIONE La Costituzione è l’insieme di leggi che regolano la vita sociale ed economica dello Stato Italiano La Costituzione LA STORIA L’unità d’Italia risale al 1861, quando gli Stati preesistenti nella penisola sono annessi al Regno di Sardegna, retto dalla monarchia costituzionale dei Savoia. Ai territori annessi è esteso l’ordinamento giuridico piemontese e quindi anche lo Statuto Albertino, emanato da Carlo Alberto nel 1848, che è la legge fondamentale del Regno di Sardegna. Resta in vigore per circa un secolo, fino a quando, dopo la caduta del fascismo e la fine della seconda guerra mondiale, il popolo italiano dà vita alla Costituzione repubblicana. La Costituzione LA STORIA Il 2 Giugno 1946 il popolo italiano è chiamato a decidere, mediante il Referendum, sulla forma istituzionale (Monarchia o Repubblica). Al Referendum partecipano, per la prima volta, anche le donne. I risultati sanciscono con il 54,3% delle preferenze la vittoria della Repubblica. Lo stesso giorno gli italiani eleggono 556 membri dell’Assemblea costituente, il cui compito è quello di elaborare e approvare la legge fondamentale dello Stato: la Costituzione. La Costituzione è approvata il 22 Dicembre del 1947 ed entra in vigore il 1 Gennaio 1948. La Costituzione CARATTERISTICHE La Costituzione della Repubblica italiana è Votata : non concessa dal sovrano, come è successo con lo Statuto Albertino. Scritta: diritti e doveri sono esattamente elencati. Lunga: sono ampiamente descritti i principi, i diritti, i doveri e i meccanismi che regolano la vita del paese. Rigida: non è modificabile con una legge ordinaria del Parlamento, ma solo con particolari procedimenti legislativi. La Costituzione STRUTTURA La Costituzione è composta da 139 articoli. È così suddivisa: Artt. 1-12 (Preambolo): principi fondamentali della Repubblica. Artt. 13-54 : diritti e doveri dei cittadini Artt. 55-139: ordinamento della Repubblica La Costituzione Gli artt. 55-139 stabiliscono l’ordinamento politico della Repubblica italiana. I diversi compiti dello Stato sono ripartiti tra vari organismi: questo è importante perché, attribuendo a ciascuno di essi una sola delle tre fondamentali funzioni dello Stato, si stabiliscono limiti ben precisi al loro potere e se ne impediscono gli abusi. Potere legislativo → Parlamento Potere esecutivo → Governo Potere giudiziario → Magistratura Il Parlamento italiano Cos’è il Parlamento Struttura del Parlamento Come si vota per eleggere il Parlamento Funzioni del Parlamento Come lavora il Parlamento Come nasce una legge Lo status parlamentare La durata delle Camere Il Parlamento italiano COS’E’ Il Parlamento della Repubblica italiana è l'organo costituzionale titolare della funzione legislativa. Il nome deriva dalla parola francese parlement, che si riferisce all'azione di parlare: un Parlamento è quindi un luogo dove si discute per giungere a delle decisioni. Nelle Repubbliche presidenziali il Parlamento è tradizionalmente denominato Congresso, secondo l'esempio statunitense. Il Parlamento italiano STRUTTURA Il Parlamento è composto da due camere aventi funzioni identiche: PARLAMENTO CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA Il Parlamento italiano STRUTTURA La Camera dei Deputati ha sede nel palazzo di Montecitorio è formata da 630 deputati (tutti eletti) Il Parlamento italiano L’attuale Presidente della Camera è Fausto Bertinotti Il Parlamento italiano STRUTTURA Il Senato della Repubblica ha sede a Palazzo Madama è formato da 315 senatori ai quali vanno aggiunti i Senatori di diritto a vita (Presidenti emeriti della Repubblica) ed i Senatori a vita, nominati dal Presidente della Repubblica per alti meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario Il Parlamento italiano L’attuale Presidente del Senato è Franco Marini Il Parlamento italiano COME SI VOTA PER ELEGGERE IL PARLAMENTO Il Parlamento è eletto per una durata di 5 anni (periodo denominato con il termine legislatura), dopodiché viene rinnovato tramite le elezioni politiche, alle quali partecipano tutti i cittadini maggiorenni. L’elezione delle due Camere avviene con procedure diverse, basate entrambe sul principio proporzionale, che consente di avere un Parlamento in cui sono rappresentati proporzionalmente tutti gli orientamenti esistenti nel Paese. Ciò rende praticamente impossibile che un partito ottenga da solo la maggioranza assoluta necessaria per formare il Governo. La maggioranza si forma allora con coalizioni (=alleanze) fra più partiti.. Il Parlamento italiano COME SI VOTA PER ELEGGERE IL PARLAMENTO Per la CAMERA votano tutti i cittadini maggiorenni, cioè che abbiano compiuto i 18 anni di età. Possono essere candidati coloro che hanno almeno 25 anni. In ogni circoscrizione elettorale (o collegio) i partiti presentano liste di candidati e ciascun elettore vota per il partito prescelto, esprimendo eventualmente la sua preferenza per uno dei candidati di quel partito. I seggi (cioè i posti di deputato) vengono poi distribuiti fra i partiti in modo proporzionale ai voti ottenuti da ciascuno di essi. Per il SENATO votano coloro che hanno almeno 25 anni e i candidati devono aver compiuto i 40 anni. In ogni circoscrizione elettorale ogni partito presenta un solo candidato, per cui l’elettore non esprime voti di preferenza, ma vota solo il simbolo del partito. In ogni collegio viene eletto il candidato che ottiene i 65% dei voti; ma poiché questa percentuale non viene raggiunta quasi mai, i seggi vengono ripartiti in ciascuna regione con il sistema proporzionale. Il Parlamento italiano FUNZIONI Funzione legislativa: discute ed approva le leggi Funzione di controllo dell'indirizzo politico: concede o nega la fiducia al governo Funzione di controllo finanziario: Approva il bilancio annuale dello Stato Funzione elettiva: In seduta comune (le due Camere riunite insieme) elegge il Presidente della Repubblica Nomina una parte dei giudici della Corte Costituzionale (organo che valuta se le leggi rispettano la Costituzione) nomina una parte dei giudici del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura, che dirige e controlla tutti i giudici dei vari tribunali). Il Parlamento italiano COME LAVORA IL PARLAMENTO Ciascuna Camera elegge il suo Presidente, che ha il compito di dirigere i lavori dell’assemblea; quando le due Camere si riuniscono in «seduta congiunta» la presidenza è affidata al Presidente della Camera dei deputati. Le due Camere poi costituiscono nel loro interno Commissioni (in cui sono presenti parlamentari di diverso orientamento) le quali si occupano di settori specifici (Commissione per la pubblica istruzione, Commissione per i lavori pubblici,…), con lo scopo di preparare e snellire i lavori del Parlamento. Il Parlamento italiano COME NASCE UNA LEGGE La nascita di una legge attraversa quattro fasi: 1. La proposta : il Governo, ciascuno dei parlamentari, un Consiglio Regionale, i cittadini con la raccolta di 50.000 firme possono fare una proposta di legge. 2. La discussione ed approvazione: la proposta di legge passa ad una delle Camere che la discute articolo per articolo e la approva, facendo anche delle modifiche (emendamenti). La legge passa poi all'altra Camera che la esamina con lo stesso sistema e, se fa delle modifiche, la legge torna alla prima Camera. Continua così finché entrambe le camere approvano un identico testo di legge. 3. La promulgazione : avviene con la firma del Presidente della Repubblica che attesta che il processo di formazione della legge si è concluso regolarmente, per cui la legge può diventare esecutiva. 4. La pubblicazione: avviene sulla Gazzetta Ufficiale, affinché i cittadini possano conoscere la nuova legge. Dopo quindici giorni dalla pubblicazione la legge entra in vigore. A questo punto la legge può essere abrogata con un referendum, può essere annullata dalla Corte Costituzionale, se la dichiara incostituzionale, oppure potrebbe essere modificata dal Parlamento. Il Parlamento italiano COME NASCE UNA LEGGE PROPOSTA DISCUSSIONE E APPROVAZIONE PROMULGAZIONE GOVERNO DEPUTATI E SENATORI 50.000 ELETTORI UN CONSIGLIO REGIONALE CAMERA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SENATO Il Parlamento italiano LO STATUS PARLAMENTARE La Costituzione descrive lo status parlamentare negli artt. 67, 68 e 69. I componenti del Parlamento italiano godono di particolari immunità: Immunità per le opinioni espresse e i voti dati (libertà di espressione e di voto) Immunità penale (diretta ad evitare che il parlamentare possa essere arrestato, privato di beni, sottoposto a perquisizione, ecc...) Indennità speciale (7.500euro circa): è una specie di liquidazione alla fine del mandato; inoltre al raggiungimento di una certa età, percepiscono una pensione. Oltre alle indennità sono riconosciuti al Parlamentare numerosi benefici quali la libera circolazione sulle reti ferroviarie, stradali, marittime, ecc. Il Parlamento italiano LA DURATA DELLE CAMERE Ciascuna Camera resta in carica per 5 anni; tale periodo di tempo viene chiamato legislatura. Alla fine della legislatura il Presidente della Repubblica dichiara lo scioglimento delle Camere e contemporaneamente indice nuove elezioni. Le camere possono essere sciolte prima della scadenza prevista e in questo caso si tengono elezioni anticipate. Mentre lo scioglimento delle Camere è un atto fisiologico (e dovuto), lo scioglimento anticipato è un rimedio eccezionale (e discrezionale). Il Parlamento italiano LA DURATA DELLE CAMERE La Costituzione (art.88) stabilisce che lo scioglimento delle Camere è disposto dal Presidente della Repubblica, sentiti i loro presidenti. La Costituzione non prevede, invece in quali circostanze lo scioglimento delle Camere possa essere deciso. Tuttavia, durante la storia della Repubblica italiana , si è formata una prassi secondo cui lo scioglimento anticipato delle Camere è considerato un rimedio eccezionale. Esso può quindi aver luogo soltanto quando nel Parlamento non è possibile formare nessuna maggioranza in grado di sostenere un governo. E' necessario quindi che ci sia una crisi di governo, ma non è sufficiente: bisogna che risulti impossibile formarne uno nuovo. Normalmente accade che siano gli stessi partiti a proporre le elezioni anticipate quando si accorgono che i dissensi tra i loro sono così ampi da non permettere un accordo di maggioranza. L'ultima parola spetta però al Presidente della Repubblica. Il Parlamento italiano o Le elezioni per il rinnovo del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati sono state convocate per il 13 e 14 aprile 2008. o Come stabilisce l'art. 61 della Costituzione, «finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti». Il Parlamento nella storia Il Parlamento nel Medio Evo Il Parlamento nell’Età Moderna Il Parlamento inglese Il Parlamento americano Il Parlamento francese Il Parlamento del Regno d’Italia Il Parlamento nella storia NEL MEDIO EVO Gli antecedenti dei Parlamenti moderni vanno in parte ricercati nei Parlamenti medievali, la cui tipologia è assai varia e complessa, mutando secondo i tempi e i luoghi. In Italia, per esempio, durante gli ultimi secoli del Medio Evo, in molte località si assiste alla trasformazione delle assemblee cittadine feudali (composte da esponenti della bassa feudalità e da liberi concessionari di terre o proprietari di immobili, divisi nelle due classi dei milites e pedites secondo che fossero tenuti a prestare servizio militare a cavallo o a piedi) in veri e propri organismi politici, le cui competenze crescono via via che si sviluppano le autonomie comunali. L'imposizione dei tributi, la pace e la guerra, le modifiche territoriali, i mutamenti degli statuti fondamentali del Comune diventano così le principali competenze assunte da ciascuna assemblea cittadina (chiamata parlamentum, arengum, concio, colloquium, ecc.) che si riunisce periodicamente o per particolari circostanze eccezionali in località (arena, brolo, broletto, ecc.) quasi sempre situate presso la cattedrale la cui campana serve da segnale di convocazione. Il Parlamento nella storia NEL MEDIO EVO Più tardi, però (sec. XIII), con l'affrancamento delle ultime classi servili, la crescita della popolazione urbana e l'assurgere a ruolo dirigente di nuovi ceti mercantili, per evitare il caos dei continui e repentini cambiamenti nelle volontà assembleari e assicurare una stabilità di governo, si aggiungono altri organismi, solitamente col nome di Maggior Consiglio (consilium maius) ai quali vengono progressivamente trasferiti i principali poteri. Ma i Parlamenti comunali rimangono formalmente gli unici organi sovrani nel Comune sino all'avvento delle signorie (sec. XIV), che molto spesso se ne servono per legittimare la propria ascesa al potere. Il Parlamento nella storia NELL’ ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO INGLESE Uno dei primi Parlamenti della storia moderna è quello inglese costituito per limitare il potere del re, soprattutto nella istituzione di nuove tasse. All'inizio del 1600, con l'ascesa al trono di Carlo I Stuart, esplode il conflitto tra il re e il Parlamento. La causa va ricercata nelle tasse che il sovrano vuole imporre ma che il Parlamento non accetta. Il Parlamento nel 1628 vota la Petition of right con la quale chiede al re: di non imporre tasse senza l'approvazione del Parlamento di non imprigionare un uomo libero senza un regolare processo di non sottoporre gli uomini liberi a tribunali speciali Il re nel 1629 scioglie il Parlamento e dà vita ad un governo personale. In questo modo il malcontento del popolo si sposta verso la figura del sovrano. Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO INGLESE Dopo varie tensioni durate per molti anni e la riconvocazione del Parlamento, nel 1642 si creano due partiti: il partito del re (aristocrazia – che godeva dei favori della corte — e chiesa anglicana) opposizione parlamentare (agricoltori, professionisti, mercanti, artigiani – la parte industriale e commerciale della popolazione). Il Parlamento ora è spaccato a metà e inizia la guerra civile che inizia nel 1642 e si conclude nel 1646 con la sconfitta del re e la vittoria del Parlamento grazie a un nuovo capo militare, Oliver Cromwell. Oliver Cromwell Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO INGLESE Il Parlamento si impegna a fare leggi per eliminare i sistemi feudali, sancisce l'istituzione della proprietà privata e la legittimazione delle recinzioni. Il re però non accetta di restare al potere se non viene restaurato il vecchio ordine; Cromwell a quel punto destituisce la monarchia; il re viene processato, condannato per alto tradimento e nel 1649 Carlo I viene giustiziato. Cromwell e il Parlamento fondano la Repubblica Unita di Inghilterra, Scozia e Irlanda (Commonwealth). Dal 1653 inizia una vera e propria dittatura militare. Nel 1658 Cromwell muore. Con Cromwell viene a mancare il leader e suo figlio non riesce a sostituire la figura paterna. Un esercito guidato da George Monk marcia su Londra e restituisce i poteri al Parlamento. Carlo II Stuart, figlio di Carlo I, così rientra in Inghilterra dall'esilio olandese: la monarchia, la Camera dei Lord e la Chiesa anglicana vengono restaurate. Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO AMERICANO Il 4 luglio del 1776 le tredici colonie inglesi dell'America del nord dichiarano l'indipendenza e così comincia una guerra contro il Regno di Inghilterra che si conclude con la vittoria degli americani nel 1781. Dopo la guerra di indipendenza i tredici stati formano un governo centrale molto debole. Gli stati prendono il governo centrale con tale leggerezza che i loro rappresentanti sono spesso assenti e la legislatura nazionale viene di frequente bloccata, anche su questioni marginali, a causa della mancanza di partecipazione dei deputati. Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO AMERICANO A seguito di questi problemi, viene indetta una riunione (“Convenzione" è il termine usato allora), per vagliare la possibilità di emendare gli articoli e rafforzare il governo federale centrale. La Convenzione si riunisce a Philadelphia, nell'estate del 1787. Vota subito per tenere segrete le delibere e decide la stesura di un nuovo modello di governo, prevedendo infine che solo 9 stati su 13 avrebbero dovuto ratificarlo per farlo entrare in vigore. Tutto ciò viene criticato poiché non solo è fuori dalla legalità, ma va ben oltre il mandato della Convenzione. Tuttavia la paralisi del governo centrale è evidente e si decide di sottoporre la proposta agli Stati nonostante le eccezioni sollevate. Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO AMERICANO Il 17 settembre 1787, la Costituzione viene completata e firmata a Philadephia e il nuovo governo da questa prescritto entra in funzione il 4 marzo 1789. La Costituzione prevede che il potere legislativo sarebbe stato esercitato dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti. Il Senato avrebbe rappresentato gli Stati equamente, mentre la Camera dei Rappresentanti sarebbe stata eletta in base alla popolazione George Washington, primo presidente americano Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO FRANCESE Il Parlamento, nel senso moderno del termine, appare in Francia con la Rivoluzione Francese. Dopo il 14 luglio 1789, cioè dopo l'inizio della Rivoluzione Francese, l'Assemblea Nazionale, che è composta da rappresentanti del Terzo Stato (basso clero e borghesia), svolge prima funzioni consultive e poi legislative ed elabora il progetto di una nuova Costituzione. Quando la popolazione parigina assalta il Palazzo delle Tuileries il 10 agosto 1792 e invoca l'abolizione della monarchia, l’Assemblea Costituente ordina la sospensione temporanea del re dalle sue funzioni e convoca la Convenzione Nazionale, affidandole il compito di redigere una nuova Costituzione repubblicana. Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO FRANCESE La Convenzione Nazionale (in vigore dal 20 settembre 1792 al 26 ottobre 1795) abolisce la monarchia il 21 settembre 1792. La Convenzione svolge anche il ruolo di Camera dotata di poteri legislativi e approva tutte le leggi della Francia repubblicana. Possono essere eletti a far parte dell'assemblea tutti i cittadini francesi di età superiore ai 21 anni, residenti da più di un anno e stabilmente occupati: la Convenzione è quindi il primo organo francese eletto a suffragio universale. Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO FRANCESE Nel 1795 è emanata una seconda Costituzione, detta anche Costituzione dell’anno III secondo il nuovo calendario repubblicano. Questa Costituzione prevede che gli organi fondamentali dello Stato siano due camere legislative (Consiglio dei Cinquecento e Consiglio degli Anziani). Agli Anziani non resta che approvare o non approvare le proposte dei Cinquecento. Durano in carica tre anni e sono elette a suffragio ristretto (possono votare solo i contribuenti); lo scrutinio è di doppio grado. Le due Camere non devono esprimere sfiducia politica verso i membri dell'esecutivo, il Direttorio, formato da cinque membri (nominati dal Consiglio degli Anziani tra una rosa di 10 nomi) che decadono a rotazione ogni anno, ma non possono essere sfiduciati. La magistratura diventa elettiva. Tale Costituzione ha una rilevanza speciale giacché è il modello di Costituzione che i Francesi impongono al popolo delle varie repubbliche napoleoniche italiane. Il Parlamento nella storia NELL’ETA’ MODERNA IL PARLAMENTO FRANCESE Nel 1799 è emanata una nuova Costituzione, detta anche Costituzione dell'anno VIII, che segna l'effettivo inizio del periodo napoleonico. Essa è modellata su un potere esecutivo forte e riduce i poteri del Parlamento che vota le proposte di leggi del governo ma non le può discutere né può cambiarle. Il Parlamento nella storia IL PARLAMENTO DEL REGNO D’ITALIA La storia parlamentare italiana inizia il 4 Marzo 1848 quando Carlo Alberto concede lo statuto del Regno di Sardegna. Lo Statuto trasforma la monarchia assoluta in una monarchia costituzionale. Il Re, mentre si riserva il potere esecutivo, condivide con il Parlamento quello legislativo. Per la verità solo la Camera dei deputati è elettiva, mentre il Senato del Regno è composto da membri, scelti dal re, che mantengono la loro carica per tutta la vita. Strutture parlamentari di tipo moderno furono poi create in quasi tutte le regioni italiane in occasione delle sollevazioni del 1848. Soppressi già nel 1849, questi organi sopravvivono attraverso l’esperienza dell’unico rimasto in vita, quello piemontese, attivo fino alla costituzione del Regno d’Italia (1861), di cui diventa l’organo parlamentare. Il Parlamento nella storia IL PARLAMENTO DEL REGNO D’ITALIA Nel gennaio del 1861 si tengono le elezioni per il primo Parlamento italiano. Su quasi 26 milioni di abitanti, il diritto a votare è concesso solo a 419.938 persone (circa l'1,8%); soltanto 239.583 si recano a votare; alla fine i voti validi si riducono a 170.567, dei quali oltre 70.000 sono di impiegati statali. Vengono eletti 85 fra principi, duchi e marchesi, 28 ufficiali, 72 fra avvocati, medici ed ingegneri. Il Parlamento nella storia IL PARLAMENTO DEL REGNO D’ITALIA Con la prima convocazione del Parlamento italiano del 18 febbraio 1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II è acclamato il primo re d'Italia. In quel tempo, primo ministro del governo è il Conte Camillo Cavour. Vittorio Emanuele II Cavour Il Parlamento nella storia IL PARLAMENTO DEL REGNO D’ITALIA Aula del primo Parlamento italiano In alto, in una lapide, si possono leggere le seguenti parole: "Quest'aula, dove i rappresentanti del popolo subalpino costantemente cospirarono sotto gli auspici della casa Savoia a preparare l'unità d'Italia lasciando l'esempio delle più grandi unità civili e politiche, fu dichiarato monumento nazionale con decreto del 04/03/1898" Il Parlamento nella storia IL PARLAMENTO DEL REGNO D’ITALIA Il Parlamento del Regno d’Italia, riformato nel 1882 e nel 1912 con allargamenti della base elettorale che preludono al suffragio universale maschile, a partire dal 1922 viene prima indebolito e quindi esautorato dalle leggi approvate dal governo fascista: l’istituzione del collegio unico nazionale nel 1924, la riduzione del numero dei parlamentari a 400 nel 1925, la sostituzione della Camera dei deputati con la Camera dei fasci nel 1939. Il Parlamento nella storia IL PARLAMENTO DEL REGNO D’ITALIA Il Parlamento democratico torna in vita all’indomani della caduta del fascismo; il 2 giugno 1946, alla fine di questa esperienza, gli italiani scelgono la Repubblica ed eleggono un'Assemblea costituente, che nel 1948 promulga la Costituzione italiana. Il Parlamento europeo Breve storia del Parlamento europeo Evoluzione del processo di integrazione europea I gruppi politici del Parlamento europeo L’organizzazione del lavori nel Parlamento europeo Il Parlamento europeo BREVE STORIA DEL PARLAMENTO EUROPEO Il Parlamento europeo trae origine dall’Assemblea comune della CECA (Comunità economica del carbone e dell’acciaio) nata nel 1952 e della quale facevano parte Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nel 1957 il Trattato di Roma, istitutivo della Comunità economica europea, stabilisce l’elezione a suffragio universale dell’Assemblea – che prende definitivamente il nome di Parlamento europeo nel 1962 – ma le prime elezioni si tengono solo nel 1979. Da allora, i poteri del Parlamento europeo, all’inizio molto limitati, sono stati gradualmente estesi, nell’ambito legislativo e del controllo sull’esecutivo e sul bilancio, attraverso l’Atto unico europeo del 1986 e i trattati di Maastricht (1992) e di Amsterdam (1997). Il Parlamento europeo EVOLUZIONE DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA 23-7-1952: entra in vigore il Trattato CECA. 1-1-1958: entrano in vigore i Trattati della CEE e CEEA 1-luglio 1987: entra in vigore l’Atto Unico Europeo 1-11-1993: entra in vigore il Trattato di Maastricht. 1-5-1999 entra in vigore il Trattato di Amsterdam. 1-2-2003 entra in vigore il Trattato di Nizza. Il Parlamento europeo Il Parlamento europeo I GRUPPI POLITICI DEL PARLAMENTO EUROPEO I gruppi politici sono raggruppamenti di parlamentari europei, appartenenti a diversi stati membri e aventi un’affinità politica. Un gruppo politico è composto da deputati eletti in almeno un quinto degli Stati membri. Per costituire un gruppo politico occorre un numero minimo di diciannove deputati. Il Parlamento europeo L’ORGANIZZAZIONE DEI LAVORI NEL PARLAMENTO EUROPEO Lo svolgimento dei lavori del Parlamento si articola in : Legislature (5 anni) Sessioni (1 anno) Tornate (le singole riunioni) Giorni di seduta Fondazione Conservatorio SS.ma Annunziata Via Chiara, 76 50053 Empoli (Fi) Scuola Secondaria di I grado CLASSE I SEZ. A Angelica Antonini Giulia Benedetti Bianca Bossi Benedetta Calì Elisa Cardile Glauco Celeste Chiara Cinelli Eugenia Corti Ginevra Costagli Emanuele Cremona Chiara De Leonardis Luisa Emanuelli Ilaria Iacopini Vittoria Lupi Tommaso Manetti Sara Martini Alfonso Martusciello Agnese Melani Marta Melani Silvia Nannelli Costanza Neri Gianmarco Petrelli Maria Sole Pedani Rachele Pistolesi Emilio Rovini Edoardo Soldaini Gherardo Varani Coordinatrice: prof.ssa Olivia Arzilli